28 March, 2024
Home2013Dicembre (Page 5)

Ascanio Celestini

Lo spettacolo è iniziato, o no? Celestini parla, con le luci ancora accese, mette le mani avanti e, dopo aver definito la sua ultima fatica uno studio, si spinge oltre definendola una performance sperimentale – di ricerca – per poi subito domandarsi: «Ma come cazzo si fa questa sperimentazione?» Lo fa senza pretendere o tentare di dare risposta, ma riuscendo – fin dalle prime battute – a farci entrare a gamba tesa nel suo delirio lucidissimo, che poi è il nostro.

In “Discorsi alla nazione” non parliamo dell’Italia, ci rassicura, dopo averci inquietato proiettandoci  idealmente in un futuro non troppo lontano e nemmeno improbabile. In Italia non c’è una guerra civile ed in Italia, non piove ininterrottamente.

Nel paese in cui ci porta sì, ma la pioggia è sulla bocca di tutti, mentre della guerra si tace, ignorandola e continuando a (soprav)vivere per quanto si possa. D’altronde «nella guerra ne muoiono molti, ma mai tutti, invece quando piove si bagnano tutti» dice Celestini che è già personaggio, quando a noi sembra parli introducendo lo spettacolo: è un qualunque uomo di sinistra, della sinistra dei però. Quella sinistra affetta da autismo (e qui sì che parliamo d’ Italia) che non riesce ad esprimere un vero dissenso, ad andare oltre a certi dogmatismi, la sinistra che si nutre di tragici luoghi comuni o, spesso tradisce o ignora la Costituzione: «Ripudiamo la guerra però, se tutto il mondo si muove contro Gheddaffi, è bene andarci anche noi; Il Ministro Kyenge “di colore”, ma è un pappagallo, variopinta?; le “negre col culo di fuori” che stanno a Via Casilina ed i figli che ci domandano che mestiere facciano: Il mestiere più antico del mondo – rispondiamo – col pericolo che il bambino ci diventi archeologo, oppure ancora “Ruby minorenne? Non è che però mi sembri proprio la piccola fiammiferaia, e tanto, tanto altro”. Finta tolleranza che spesso sfocia in insofferenza, sentenze da bar che toccano omossessuali, immigrati, donne, sentenze sempre introdotte da un “Sono di sinistra, però (…gli zingari puzzano)».  Viene poi chiamata in causa la Sinistra dei partiti, quella ancorata agli scranni in Parlamento, quella che vota esponenti che piacciono tanto alla destra. Ce n’è per tutti, partendo da Bersani, arrivando a Renzi, passando per la Bindi e Vendola.

Stridono nelle orecchie le registrazioni di discorsi istituzionali, comizi, requisitorie ad introduzione di questo prologo, strutturato con grande abilità: Pinochet (scritto tutto attaccato), D’Alema, Marchionne, Berlusconi, Margareth Thatcher, Joseph Ratzinger, Grillo, Fidel Castro ed altri. «Ho lavorato sulla violenza del linguaggio cui ci hanno abituato i mezzi di comunicazione di massa, ad esempio, uno dei discorsi riportati– racconta Celestini- è quello fatto da Bettino Craxi in Parlamento nel ‘92, quando sostenne che buona parte del finanziamento politico fosse irregolare o illegale: partendo da questo presupposto lui disse chiaramente che il sistema “poteva” essere considerato persino criminale. Interessante, se risentito a distanza di vent’anni.»

La capacità affabulatoria dell’autore assume una nuova veste, si scosta dal legame profondo con l’istituzione totale che aveva fino ad ora caratterizzato i suoli lavori: fabbrica, carcere, call center, anche se, per molti versi è vicino all’ultimo “Pro Patria”, partorito nel 150° anniversario dell’Unita di quest’Italia “metà giardino-metà galera”.  Era il 1849, anno in cui si realizzava un sogno: il  risorgimento repubblicano. La vita di tanti giovani in cambio del suffragio universale maschile, dei beni ecclesiastici riconsegnati al popolo e delle basi per una futura democrazia. Poi sono arrivati i Savoia, i fascisti, la Democrazia Cristiana, per giungere al ventennio del Cavaliere decaduto. E ora? Ora affrontiamo un tempo incerto: «Stiamo affondando nelle sabbie mobili» senza conoscere nemmeno la profondità e la vastità della palude, in un precariato esistenziale e lavorativo.

E’ ancora il personaggio a sentenziare in conclusione del prologo: «Eravamo libertari e  siamo diventati liberisti», aggiungerei reazionari da divano, limitati, razzisti, figli delle contraddizioni e dei fallimenti, dell’andamento storico che abbiamo subìto e, forse, meritato in questi anni.

Da questo momento in poi il buio si fa fitto, si accende solo qualche luce flebile, proveniente da torce elettriche piantate in verticale; vi è qualche sedia. La scenografia è volutamente scarna e a noi sembra di entrare in un incubo, in cui sentiamo le gocce di pioggia picchiettarci il cervello: la voce di una donna durante una telefonata, sollecita chi di dovere a rimuovere un cadavere dall’ingresso dell’abitazione in cui vive, ed intervalla cinque monologhi (la voce registrata è quella di Veronica Cruciani); è così che ci accorgiamo di essere effettivamente arrivati in quel paese di cui dicevamo in apertura, quello in cui piove ininterrottamente ed è in atto una guerra civile, cui porrà rimedio (forzato) un cinico tiranno in chiodo di pelle nera e camicia a fantasia anni ’70, che i sudditi non hanno scelto, mentre è lui ad aver scelto loro.

Brevi ed incisivi monologhi (scritti e snocciolati sapientemente) divengono istantanee di uomini e donne, abbandonati a se stessi, che non provano più sdegno per la guerra ed attendono che il tiranno prenda le redini della situazione e, pur non affacciandosi da un balcone, dichiari loro le sue bieche intenzioni. Sempre Celestini è il portiere del condominio dove vivono coloro che si raccontano, «dandoci un quadro della loro vita privata e della violenza che alberga nel loro animo, figlia e allo stesso tempo madre della realtà che si trovano a vivere»: inevitabile rintracciare una terrificante somiglianza con le tipologie umane italiote descritte nel prologo, altri uomini e donne del però, ma in situazioni ulteriormente paradossali: uno di essi passa l’intera giornata appostato come un cecchino alla finestra e spara chiunque gli capiti a tiro; un’altro condomino schiaccia con l’auto un senegalese che gli aveva venduto caro l’ombrello rosa che, paradossalmente, aveva smesso di farlo sentire invisibile rendendogli una vita sociale e l’amore filiale, cui non era abituato e portandolo alla follia. Due fra i tanti.

«Ho immaginato alcuni aspiranti tiranni che provano ad affascinare il popolo per strappargli il consenso e la legittimazione – racconta l’autore-: parlano senza nascondere nulla. Parlano come parlerebbero i nostri tiranni democratici se non avessero bisogno di nascondere il dispotismo sotto il costume di scena dello stato democratico”. Inevitabile, in seguito al discorso del despota, riflettere sul significato di tirannia e democrazia, arrivando a sostenere che «le due cose siano in realtà due facce della stessa medaglia, e che la sopraffazione del più debole sia in verità propria della natura umana.»

Degno di nota un passo in cui si ricorda l’operato politico di Gramsci, alto 1,50 m ma riconosciuto come “gigante” e l’elogio di una lotta di classe, che poco ha fruttato alla classe subalterna, da sempre più intelligente e meritevole dei tiranni. «Perché noi siamo al potere – chiede il despota – e voi non contate niente?» Ieri come oggi, oggi come domani, vi teniamo in pugno a nostro piacimento, poche carote e molti colpi di bastone.

23/11/2013 –  Nella stessa giornata Ascanio Celestini ha presentato “Incrocio di sguardi” (conversazione su matti, precari, anarchici e altre pecore nere) ed. Eleuthera di Ascanio Celestini e Alessio Lega

Info: http://www.cadadieteatro.it/index.php

Grazie all’ufficio stampa, nella persona di C. Marcis

 Cinzia Crobu

Cambia volto la Giunta comunale di Cagliari guidata dal sindaco Massimo Zedda. Oggi è stato annunciato l’ingresso nell’Esecutivo di tre nuovi assessori e una nuova fuoriuscita. I nuovi assessori sono Paola Loi, ex componente della Giunta Ruggeri al comune di Quartu, con delega ai Servizi informatici e personale; Barbara Cadeddu, alla Pianificazione strategica e finanziamenti comunitari; Luigi Minerba, alle Politiche sociali. Lascia la Giunta, invece, Paola Piras, assessore agli Affari generali e vicesindaco. Il nuovo vicesindaco è Luisa Anna Marras, già assessore della Giunta Casula al comune di Carbonia negli anni ’90.

L’opposizione, in particolare il Pdl, ha epresso giudizi severi sul rimpasto e chiede il ritorno al voto.

Massimo Zedda 1

 

La Giunta del comune di Cagliari ha approvato una deliberazione che consente di celebrare i matrimoni civili, presso il comune di Cagliari, in sardo. Chi vorrà potrà sposarsi in sardo.

Si compie un altro passo verso il bilinguismo. Il Comune di Cagliari sta facendo la propria parte. Ora lo facciano le scuole, gli organi di informazione, l’università, la Regione.

Il testo della cerimonia è stato tradotto grazie alla collaborazione di Ivo Murgia, operatore dello sportello linguistico della provincia di Cagliari, “Portalitu de sa lìngua Sarda”, al quale vanno i più sentiti ringraziamenti.

Il testo della cerimonia è il seguente:

“S’àutu de fai coja tzivili

A su sposu:/ 1) Sangunau e nòmini/ 2) Dii e logu aundi est nàsciu/ 3) Aundi est bivendi

A sa sposa:/ 1) Sangunau e nòmini/ 2) Dii e logu aundi est nàsciu/ 3) Aundi est bivendi

Issus ant presentau is àutus de fai tzirimònia de coja tzivili, comenti iant giai cuncordau faendi sa domanda.

A is testimòngius:/ 1) Sangunau e nòmini/ 2) Dii e logu aundi est nàsciu/ 3) Aundi est bivendi./

Is sposus tenint abisòngiu de duus testimòngius a custu àutu de coja tzivli.

Si lìgiu is artìculus 143-144-147 de su còdixi tzivili italianu.

143 – Cun sa coja, maridu e mulleri ndi arricint is pròpius diritus e ndi pigant is pròpius doveris. De sa coja ndi benit s’òbrigu a s’essi fidelis apari, a s’agiudu morali e materiali, a traballai impari po s’interessu de sa famìllia e a bivi impari. Maridu e mulleri depint, cunforma a sa sienda insoru e a su traballu insoru, in domu e aforas de domu, arrespundi a is abisòngius de sa famìllia.

144 – Maridu e mulleri detzidint impari aundi depint andai a bivi, cunforma a is abisòngius de totu e is duus e a is apretus de sa famìllia. Totu e is duus tenint su poderi de fai su chi ant detzìdiu impari.

147 – Sa coja obrigat a maridu e mulleri a ndi pesai, a studiai e a curregi a is fillus faendi contu de is capassidadis, de su naturali e de is disìgius de is fillus etotu.

A su sposu: Fustei duncas bolit a mulleri a…

A sa sposa: Fustei duncas bolit a maridu a…

E duncas in nòmini de sa lei si decraru unius apari cun sa coja”.

Il 1 settembre del 1998 è entrata in vigore la “Carta europea delle lingue regionali e minoritarie”, che sancisce il diritto alla tutela e alla promozione delle lingue minoritarie sul territorio europeo.

Il 15 ottobre 1997 il Consiglio Regionale della Sardegna ha approvato la LR 26 “Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna”, in cui si dichiara “di assumere come bene fondamentale da valorizzare la lingua sarda; di riconoscerne la pari dignità rispetto alla lingua italiana”, definendo i compiti della Regione ed indicando gli strumenti operativi da utilizzarsi per perseguire finalità e obiettivi della legge.

In diciassette anni sono stati compiuti molti sforzi affinché la lingua sarda potesse essere considerata la lingua della Sardegna al pari di quella italiana. Nonostante ciò, eccetto rare e sporadiche manifestazioni, permane una situazione che nel lungo periodo potrebbe portare al progressivo abbandono del sardo.

Tale situazione comprende la città di Cagliari, che ancora non ha un ufficio della lingua sarda. Nel capoluogo, infatti, sono ancora radicati ignoranza, pregiudizi e sterotipi legati all’uso della lingua sarda. Sono cliché negativi che non solo impediscono la diffusione del sardo come lingua d’uso comune, ma che si convertono in  vere e proprie prassi, che mettono a rischio la sopravvivenza del sardo.

Per queste ragioni, il comune di Cagliari, conscio dello stato in cui versa la lingua sarda nel suo territorio, ha il dovere di prendere atto della situazione e di adottare dei provvedimenti idonei con l’intento di arrestare il declino del sardo, di invertire il trend negativo che si è venuto a creare, e di porre le basi per la realizzazione di un bilinguismo perfetto.

L’atto della Giunta è un ulteriore passo in questa direzione.

Enrico Lobina

Municipio Cagliari 1

«La bocciatura del disegno di legge sull’equilibrio del servizio sanitario regionale mette a rischio l’intero sistema delle cure primarie in Sardegna, ovvero i livelli essenziali di assistenza. Dopo tutto il lavoro, le interlocuzioni e le battaglie di questi mesi in Conferenza delle Regioni e Stato-Regioni, questa battuta d’arresto può essere controproducente. Mi appello al senso di responsabilità di tutti i consiglieri affinché nella prossima seduta dell’Assemblea si riporti in Aula il testo. Ricordo che il Consiglio aveva preso un impegno, conseguente al taglio dell’Irap che comunque non sarebbe dovuto andare a discapito della sanità.»
Lo dichiara l’assessore Simona De Francisci, che ha espresso preoccupazione e stupore in merito al pronunciamento di oggi da parte dell’Assemblea legislativa. 
«Il voto del Consiglio è sovrano, ma chi oggi ha votato contro il disegno di legge ieri accusava la Giunta di voler chiudere i piccoli ospedali: bene, coloro sappiano che è il loro “no” a metterne a rischio l’esistenza, anche perché tra le conseguenze della bocciatura vi è l’azzeramento di tutti gli atti aziendali delle Asl che dovranno essere riformulati, perchè con le attuali risorse finanziarie non sono sostenibili economicamente. Insomma, qui è a rischio il sistema sanitario sardo nel suo complesso: ospedali, reparti, Asl, cure, tutto.» L’assessore poi sottolinea come le risorse necessarie al finanziamento inserite nel disegno di legge fossero disponibili perché generate dai risparmi degli assessorati a seguito dei blocchi di spesa imposti dal Patto di stabilità. Risorse inoltre che sarebbero state tra l’altro utili a garantire alle Aziende sanitarie la liquidità necessaria al pagamento dei debiti commerciali. Dopo il voto di ieri, se non verrà posto rimedio con urgenza, viene dunque messo in ginocchio l’intero sistema legato alla sanità, Asl e indotto, perché impedisce alle aziende di procedere ai pagamento in tempi stretti.

Simona de Francisci 34

Da Harlem, quartiere di Manhattan nel cuore di New York, alla Nuova Zelanda, passando per il Cagliaritano e il Sulcis, i grandi interpreti della musica sacra afroamericana sbarcano in Sardegna per un Natale all’insegna delle emozioni e della  musica di qualità. 

Nato quasi per scommessa, ma divenuto nel tempo uno degli appuntamenti più importanti della mappa dei festival Gospel isolani e nazionali, GOSPEL EXPLOSION, la rassegna itinerante dedicata alla musica d’ispirazione religiosa, giunge quest’anno alla sua undicesima edizione.

Durante le festività natalizie arriveranno in Sardegna i grandi interpreti della musica Gospel americana ed internazionale: The Harlem Messengers, direttamente dalla “Grande Mela” e da Harlem, centro culturale ed economico afroamericano, per travolgere di emozioni e musica il pubblico in un tour di otto tappe che, oltre al Sulcis Iglesiente, toccherà anche alcuni centri del Cagliaritano.

La rassegna, che si avvale della direzione artistica di Gianni Melis, è organizzata dall’Associazione Culturale Progetto Evoluzione, con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna e degli assessorati alla Pubblica Istruzione Sport e Spettacoli e al Turismo.

La rassegna musicale prenderà il via domenica 22 dicembre a Sinnai e, dopo aver toccato vari centri del Cagliaritano e del Sulcis Iglesiente, si concluderà il 30 dicembre a Sant’Antioco. Otto tappe e altrettanti spettacoli di grande musica con uno dei cori Gospel fra i più importanti del panorama artistico internazionale.

PROGRAMMA Gospel Explosion XI edizione.

THE HARLEM MESSENGERS  in concerto a:

22 dicembre SINNAI (CA) – Ore 21.00 Teatro Civico

(Biglietto euro 10 prevendita a infoblues@narcaoblues.it e al 0781.875071.

Orari: dal lunedì al venerdì 9.00-13.00, martedì e mercoledì 15.00-19.00)

23 dicembre CALASETTA (CI)

Ore 19.00 Chiesa di San Maurizio (sold out)

25 dicembre CARBONIA (CI)

Ore 19.00 Teatro Centrale

(Biglietto euro 10, prevendita a infoblues@narcaoblues.it  e da Biagetti, via Gramsci, tel. 0781.64429)

26 dicembre SESTU (CA) – Ore 19.00 Locali Pro Loco (sold out)

27 dicembre Santadi (CI) – Ore 11.30 Grotte di Is Zuddas, località Monte Meana

28 dicembre IGLESIAS (CI) – Ore 19.00 Cattedrale

29 dicembre CARLOFORTE (CI) – Ore 19.00 Teatro Mutua

(Biglietto euro 10 – Parte dell’incasso devoluto in beneficenza)

30 dicembre SANT’ANTIOCO (CI) – Ore 19.30 Basilica di Sant’Antioco

The Harlem Messengers 2 The Harlem Messengers 1

«Con la dolorosa chiusura della miniera di carbone di “Monte Sinni” si chiude una pagina gloriosa della storia economico-sociale della Sardegna.»
E’ il commento dell’assessore dell’Industria, Antonello Liori, dopo l’approvazione in Giunta della delibera contenente il Piano di chiusura della miniera.
«Non è stata una decisione facile, ma si è resa necessaria per il rispetto delle norme comunitarie riguardanti le miniere non competitive – ha spiegato Liori – Una scelta che consentirà anche di evitare i danni derivanti dalla procedura di infrazione avviata dall’Unione europea, che obbligherebbe la Carbosulcis alla restituzione degli aiuti indebitamente ricevuti dalla Regione, con conseguente procedura fallimentare ed evidenti ripercussioni sull’occupazione e sul tessuto sociale del Sulcis. Per questo motivo, presto saremo a Bruxelles per concordare l’approvazione definitiva del Piano di chiusura, grazie anche al sostegno del Governo nazionale che ieri a Roma, tramite il sottosegretario De Vincenti, ci ha confermato il suo appoggio.»
«Il Piano prevede due fasi – ha aggiunto Liori – La prima, dal 2014 al 2018, prevede una graduale riduzione di produzione del carbone fino a tonnellate zero, come previsto dalle direttive europee; la seconda, dal 2018 al 2027, configura una riconversione del personale e delle strutture minerarie della Carbosulcis, secondo alcune ipotesi di nuove attività finanziate dal Governo nazionale, così da consentire il mantenimento di un forte tessuto industriale nel territorio. Ovviamente, il cardine sarà l’obiettivo del mantenimento del livello occupazionale, al netto degli esodi possibili che saranno anche favoriti da incentivi.»
Carbosulcis 2Antonello Liori

 

Il 2 marzo 2014, si voterà per il rinnovo del Consiglio regionale. La data delle elezioni è stata annunciata nel pomeriggio dal Governatore della Regione, Ugo Cappellacci.

«Lunedì prossimo – ha detto il Governatore – firmerò il decreto per la convocazione dei comizi elettorali per l’elezione del XV Consiglio regionale che si terrà il 2 marzo.»

L’annuncio pone fine all’incertezza emersa negli ultimi giorni tra domenica 2 marzo e la domenica precedente, il 23 febbraio.

Visti i tempi strettissimi, la campagna elettorale, di fatto, è già iniziata e si prevede particolarmente calda. Gli schieramenti sono ancora in evoluzione e non sono da escludere sorprese sia nelle alleanze sia nelle candidature, che saranno quasi certamente condizionate dalle vicende giudiziarie che hanno coinvolto quasi tutti i consiglieri in carica ed anche altri della precedente legislatura in merito alla gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

E’ in programma domani 21 dicembre la XXVII Marcia della Pace promossa dalla diocesi di Ales-Terralba.

Il programma:

Mattino: Ore 10,00 Raduno dei ragazzi delle Scuole Superiori della Sardegna presso la Scuola Superiore in via Rio Mogoro a Terralba. Don Ciotti incontrerà i ragazzi delle scuole presso l’auditorium del’ I.T.C. La mattina è organizzata dal CSV nel progetto Scuola e Volontariato.

Nei locali della Scuola saranno allestiti degli Stand sul lavoro, su Policoro, sul volontariato e sul servizio civile.

Ore 15,00 Raduno dei partecipanti alla Marcia della Pace nella piazza Caduti sul Lavoro – Saluto del Sindaco e preghiera guidata dal S.E. Mons. Giovanni Dettori, Vescovo di Ales-Terralba.

La Marcia della Pace seguirà il percorso stabilito fino all’ arrivo in piazza Cattedrale dove sarà proposto un Flash Mob “be your change!”

La XXVII Marcia della Pace sarà presieduta da don Luigi Ciotti, da Mons. Giovanni Dettori Vescovo di Ales-Terralba, da Mons. Arrigo Miglio Arcivescovo di Cagliari e Presidente della Conferenza Episcopale Sarda, da Mons. Giovanni Paolo Zedda Vescovo di Iglesias e Vescovo delegato per la Caritas e la Pastorale del Lavoro regionale.

18,30 – Concerto di Natale in Cattedrale.

Natale Solidale in Piazza Municipio, a Iglesias, il 22 e 23 dicembre. L’iniziativa si propone di promuovere la solidarietà e l’integrazione sociale e culturale.

Domenica 22 le associazioni di volontariato cittadine allestiranno degli stand in cui presenteranno la loro attività e faranno la raccolta di viveri e doni per i bambini. Saranno presenti l’Auser, i Migranti del Sulcis (tavola rotonda provinciale e Collage), l’Unicef, l’Abio, la Sarda Trapianti e tante altre.

Lunedì 23, oltre alla presenza delle associazioni di volontariato, sarà una giornata di festa per la presenza di giocolieri, artisti da strada e animatori. I viveri donati saranno raccolti nella slitta di Babbo Natale e poi consegnati alle Volontarie Vincenziane.

«Abbiamo pensato all’iniziativa – commenta l’assessore ai Servizi Sociali, Alessandra Ferrara – per dare un sorriso ai bambini, sostenere ulteriormente le famiglie più bisognose e creare un momento utile di aggregazione e integrazione sociale delle diverse comunità presenti in città.»

Piazza Municipio Iglesias 1 copia

Alessandra Ferrara.

Alessandra Ferrara.

Reparto di rianimazione ospedale Sirai di Carbonia

Stamane, presso il P.O. Sirai, è stato eseguito il prelievo d’organi (fegato e reni) di una paziente di 87 anni ricoverata nel reparto di Rianimazione. Il decesso della paziente, a causa di una emorragia cerebrale, è stato accertato dalla Commissione Medica appositamente costituita. La famiglia della paziente, informata sulla possibilità di eventuale donazione degli organi, ha dato l’assenso alla procedura, dimostrando grande sensibilità e disponibilità.

Si tratta del quarto prelievo d’organi eseguito quest’anno nella ASL di Carbonia. Il prelievo è stato eseguito grazie all’impegno del personale di tutte le strutture ospedaliere del presidio Sirai (in particolare la Rianimazione, il Blocco operatorio chirurgico, il Laboratorio di analisi e la Radiologia), in collaborazione con le équipe chirurgiche dell’ospedale Brotzu di Cagliari, e in coordinamento con il Centro Regionale Trapianti.

Il Direttore Generale, dott. Maurizio Calamida, il Direttore della Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione, dr.ssa Tiziana Serci, e il Coordinatore per i trapianti e prelievi d’organo della ASL 7, dott. Leonardo Tola, ringraziano pertanto la famiglia della paziente, cui si porgono le più sentite condoglianze, e il personale aziendale per la preziosa collaborazione.

«Dal 2003, anno di apertura della Rianimazione, sono stati prelevati circa 60 organi – ha dichiarato il dott. Leonardo Tola. È importante che tutti sappiano che non esiste un limite d’età per la donazione. Dipende esclusivamente dalla condizione degli organi, che non è necessariamente legata all’età dei pazienti.»