16 April, 2024
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Proposta di legge dei consiglieri regionali Arbau, Azara, Ledda e Perra su: interventi urgenti a favore degli allevatori per contrastare la febbre catarrale degli ovini (blue tongue).

Conferenza stampa Sardegna Vera

L’obiettivo strategico è quello di superare la fase del contrasto all’emergenza per arrivare ad una programmazione e ad una “cabina di regia” inter-assessoriale, che rilanci le potenzialità del settore agricolo e zootecnico della Sardegna. Ma, in questo momento, occorre una risposta immediata al disastro provocato nel 2013 dalla ccosiddetta “blue tongue”, che ha causato la morte di circa 100.000 capi ovini.

L’intervento della Regione, attraverso una specifica proposta di legge che il Consiglio regionale esaminerà a breve scadenza, è stato annunciato in una conferenza stampa dall’on. Efisio Arbau, primo firmatario dell’iniziativa assieme ai consiglieri regionali Raimondo Perra, Michele Azara e Gaetano Ledda, costituitisi nel gruppo “Sardegna Vera”, di cui lo stesso Arbau è presidente.

La proposta di legge, ha proseguito l’on. Arbau, «prevede lo stanziamento di 35 milioni di euro, è frutto di un lavoro puntuale di accertamento dei danni causati dall’epidemia cui hanno lavorato anche le organizzazioni agricole, è coerente con gli indirizzi generali del nuovo esecutivo e della nuova maggioranza, è stata già illustrata agli Assessori della Sanità e dell’Agricoltura e sarà presentata ai Capigruppo della coalizione di centro sinistra per facilitare il suo iter consiliare».

Per quanto riguarda le coperture finanziarie, ha tenuto a precisare il neo Capogruppo di Sardegna Vera, «provengono in parte da capitoli sulla promozione turistica che la maggioranza non ritiene strategici e in parte da una specie di fondo per le emergenze. E nel caso della “blue tongue” siamo proprio di fronte ad un emergenza gravissima: c’è un calo della produzione media di circa il 20% con pesanti ricadute negative sull’indotto di trasformazione delle materie prime e sulla capacità delle aziende di settore di mantenere le loro quote di mercato».

Combattere l’emergenza, tuttavia, non significa secondo l’on. Arbau perdere di vista gli obiettivi di medio e lungo periodo: «C’è da fare un grande lavoro sul quale vogliamo impegnarci a fondo, ad esempio nella lotta alla burocrazia che ostacola il cammino dei nostri prodotti verso l’estero ed è molto più leggera per i prodotti che entrano in Sardegna, ma dobbiamo operare in modo molto più incisivo sulla prevenzione sanitaria per dare alle nostre aziende la serenità indispensabile per lavorare meglio e crescere.»

Sulle grandi potenzialità, ancora inespresse, del mondo agricolo isolano si è soffermato anche l’on. Raimondo Perra. A suo giudizio «la crisi c’è ed è profonda, ma la Sardegna ha tutte le carte in regola per ribaltare l’equilibrio attuale tutto a favore delle importazioni, che in questo momento la vede penalizzata nonostante i suoi prodotti di alta qualità».

L’on. Gaetano Ledda ha invece posto l’accento sulle conseguenze macro – economiche delle epidemie come la “blue tongue”. Nelle nostre realtà, ha affermato, «la moria del bestiame innesca un meccanismo a catena con effetti perversi: le aziende non possono onorare i contratti firmati, cresce la loro esposizione finanziaria e si mettono a rischio importanti quote di mercato».

E’ necessario, inoltre, ha affermato l’on. Michele Azara, «rivolgere un messaggio chiaro ai nostri imprenditori che, dalla recente epidemia, hanno subito non solo un danno economico reale ma hanno anche vissuto un lungo periodo di incertezza sul come operare, spesso mantenendo i capi morti in azienda col rischio di incorrere in una ulteriore emergenza igienico-sanitaria».

Il presidente regionale della Coldiretti Battista Cualbu ha espresso apprezzamento per la proposta di legge di Sardegna Vera, spiegando che «le risorse previste non sono interventi a pioggia ma il risarcimento forfettario di danni che, in molti casi, sono di gran lunga superiori. Al di là del problema specifico, resta comunque l’esigenza di potenziare l’azione di prevenzione della Regione attraverso uno stretto coordinamento fra gli assessorati della Sanità e dell’Agricoltura».

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