29 March, 2024
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Virginia Mura 7
L’assessore regionale del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, Virginia Mura e tutte le parti sociali, hanno sottoscritto l’accordo che proroga fino al 31 agosto 2014 la copertura della cassa integrazione e della mobilità in deroga in Sardegna.
«Si tratta di un atto indispensabile e di fondamentale importanza – ha sottolineato l’assessore Mura – che, pur nei limiti della sua dimensione necessariamente circoscritta, consente di rispondere in modo concreto alle esigenze drammatiche dei lavoratori e delle aziende della Sardegna in maggiore difficoltà.»
Viene così consentito agli enti ed alle associazioni che si avvalgono della collaborazione di lavoratori che fruiscono degli ammortizzatori sociali, di poter contare sul loro contributo per altri 2 mesi. Inoltre, potranno accedere ai benefici pensionistici tutti coloro che matureranno i requisiti entro il 31.08.2014.
Per quanto concerne i pagamenti relativi alle competenze già maturate, l’assessore Mura ha confermato che il percorso amministrativo verrà completato entro il 30 giugno ma l’erogazione materiale dei fondi potrà essere effettuata dall’INPS solo quando verranno accreditate le risorse da parte dello Stato.
Rispetto ai contenuti del decreto interministeriale di imminente pubblicazione, l’assessore Mura ha anticipato la posizione critica della Regione Sardegna: «E’ inutile nascondere la nostra netta ed esplicita distanza da ciò che il decreto pare debba contenere. Al momento, il Ministero non ha recepito le nostre indicazioni che risultano invece in piena sintonia con quelle delle altre regioni e delle competenti commissioni parlamentari». 
La condivisione del contenuto dell’accordo è stata l’occasione per un confronto aperto con i responsabili dei sindacati, delle associazioni datoriali, delle associazioni di categoria e con i rappresentanti istituzionali competenti in materia. Sono stati esaminati tutti gli aspetti della complessa articolazione normativa, in particolare per la gestione dei prossimi mesi. E’ stata convenuta la necessità di utilizzare il periodo di questa proroga per affrontare la “questione lavoro” in Sardegna in modo trasversale, utilizzando tutte le opportunità disponibili.
«E’ il momento per la Sardegna di concentrare tutti gli sforzi, facendo prevalere le ragioni del lavorare insieme verso gli obiettivi comuni, perché comuni sono i problemi che ci affliggono. Dobbiamo fare appello a tutte le nostre migliori energie, progettuali e operative, per riuscire insieme ad invertire la tendenza negativa che ci ha condizionato in questi ultimi anni – ha concluso l’assessore Mura – dobbiamo avviare in fretta nuove politiche attive, ripartire da azioni utili ad accrescere la “ri-occupabilità” di chi fruisce di ammortizzatori sociali attraverso soluzioni più rapide ed efficaci, aumentando le opportunità attraverso un approccio integrato al problema, che consideri tutte le occasioni utilizzabili.»

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Anche quest’anno le località balneari del Sulcis Iglesiente potranno contare sul programma provinciale di salvamento a mare. L’iniziativa nasce dalla collaborazione consolidata tra la #Provincia di Carbonia Iglesias, oggi Gestione Commissariale, la #Direzione Generale della Protezione Civile della Regione, gli #Uffici Circondariali Marittimi di Carloforte, Portoscuso e Sant’Antioco, le Amministrazioni comunali e le organizzazioni di volontariato di protezione civile della categoria mare.
Quest’anno, il Programma operativo di salvamento a mare 2014, predisposto dal settore provinciale della Protezione civile, oltre ricalcare il modello già attivato negli anni scorsi, si alimenta di un ulteriore tassello, rappresentato dall’implementazione del servizio, sempre da parte della Provincia, attraverso l’acquisizione di nuove attrezzature e mezzi da impiegare per migliorare le attività di supporto alla sicurezza e all’operatività del servizio di salvamento a mare.
Facendo quindi tesoro delle esperienze e cercando di migliorare il sistema nelle piccole carenze che sono emerse negli anni scorsi, la #Gestione commissariale della ex Provincia di Carbonia Iglesias ha organizzato e finanziato il Servizio 2014, mantenendo per se la pianificazione e la regia complessiva e delegando l’organizzazione puntuale del servizio alle Amministrazioni comunali.
A seguito di invito da parte della Provincia, le Amministrazioni comunali di Buggerru, Calasetta, Carloforte, Gonnesa, Iglesias, Masainas, Sant’Anna Arresi e Sant’Antioco hanno fatto pervenire agli Uffici provinciali le proprie proposte di acquisto di attrezzature e mezzi: stabilito, così, un ordine di priorità degli acquisti per l’assegnazione del trasferimento di risorse ai Comuni, si è deciso di dare rilevanza ad una serie di aspetti, mettendo in cantiere un budget di 100 mila euro. Si procederà così al rinnovamento e potenziamento dei dispositivi, delle attrezzature e dei mezzi obbligatori prescritti nelle ordinanze balneari vigenti, al miglioramento delle dotazioni ritenute importanti per aumentare la sicurezza del servizio e al conferimento di attrezzature per la miglior fruizione delle postazioni di salvamento a mare predisposte dai Comuni.
L’’ulteriore taglio delle risorse trasferite alla Provincia di Carbonia Iglesias, purtroppo, non consente di finanziare, al pari dello scorso anno, il servizio di salvamento a mare per l’intera durata dei mesi di luglio e agosto, ma permette di coprire il servizio per la durata di cinquanta giorni, dal 1° luglio al 20 agosto 2014. Le risorse disponibili per il servizio di salvamento a mare 2014 ammontano complessivamente a 166.666,00 euro, dei quali 71.417,66 euro di fondi regionali (deliberazione della Giunta regionale n. 44/24 del 23.10.2014) e 95.248,34 euro di fondi provinciali (deliberazione della Giunta provinciale n. 47 del 7.05.2014).
Le Amministrazioni comunali hanno sempre riconosciuto l’importanza strategica delle Associazioni di volontariato di protezione civile della categoria mare, impiegandole nel proprio territorio comunale nel periodo estivo, mentre dove non sono presenti organizzazioni di volontariato, i Comuni affidano il servizio a cooperative sociali o lo delegano alla locale sezione della Società Nazionale di Salvamento.
Come lo scorso anno, i contributi per l’attivazione del servizio di salvamento a mare verranno assegnati proprio in base al numero di postazioni che ogni singolo Comune predisporrà; da tale criterio, saranno esclusi quei litorali nei quali è presente il Sistema SISB che, comunque, ha dei costi di gestione che devono essere conteggiati in modo differente, legati alle spese di carburante per l’utilizzo delle moto d’acqua, per la manutenzione delle apparecchiature elettroniche di segnalazione e per il numero di operatori impegnati. Ciò avviene nei litorali del comune di Buggerru (spiaggia di San Nicolò – Portixeddu) e del comune di Gonnesa (spiaggia Fontanamare – Porto Paglia), caratterizzati dalla torretta centrale di avvistamento e da quattro centraline di avviso a copertura di una fascia di litorale di circa 1.000 metri.
Come gli anni scorsi, lungo il litorale di Fontanamare – Portopaglia opererà, per la realizzazione del SISB, l’associazione di volontariato di Protezione Civile SO.S.A.GO. di Gonnesa, mentre lungo il litorale di Buggerru – San Nicolò, il SISB sarà gestito dall’associazione di volontariato di protezione civile categoria mare Big Fish di Buggerru. Peraltro, nelle precedenti stagioni, tenuto conto delle particolari condizioni meteomarine e delle lunghezze degli arenili, la Provincia ha richiesto di poter realizzare, alle estremità dei litorali in cui era attivato il SISB, nuove postazioni in cui, anche a distanza dalle centraline di chiamata, fossero presenti operatori pronti ad intervenire. Si tratta di una sorta di sistema misto (SISB e classico), che ha trasmesso maggiore sicurezza ai bagnanti presenti. Ciò ha scongiurato, inoltre, la possibilità che potessero essere compiuti atti di vandalismo sulle attrezzature distanti dalla torretta centrale.
Durante gli ultimi cinque anni, la situazione relativa alla copertura sanitaria dei litorali della Provincia si è evoluta in modo negativo: il Piano estivo, che veniva inizialmente organizzato e finanziato dalla ASL n. 7 di Carbonia, si è notevolmente modificato a causa della mancanza di risorse finanziarie a disposizione, passando da una situazione virtuosa, fino alle condizioni in cui non si ha alcuna certezza. Generalmente, il Piano contemplava l’organizzazione di 4 presidi sanitari presso le spiagge di Gonnesa, Buggerru, Porto Pino (Sant’Anna Arresi), Portoscuso e Coacuaddus (Sant’Antioco): i litorali nei quali, negli ultimi anni, si è riuscito ad assicurare un presidio costante lungo tutto l’arco della stagione estiva, sono soltanto quelli di Gonnesa e di Sant’Anna Arresi.
Nel caso del litorale di Gonnesa, tale servizio di primo soccorso è stato possibile grazie alla stipula di un accordo con la A.S.L. n. 7 di Carbonia, la ex Provincia di Carbonia Iglesias, il comune di Gonnesa e l’organizzazione di volontariato So.S.A.Go.: in questo contesto, è presente durante il periodo del Servizio di salvamento a mare un’infermeria ed un’ambulanza dotata di tutte le attrezzature sanitarie necessarie al primo soccorso. Inoltre, la struttura medicalizzata è dotata di un quod, che consente al medico in servizio di spostarsi comodamente e celermente presso la zona dell’arenile in cui stanno operando i bagnini in emergenza.
Nel litorale di Porto Pino, l’Amministrazione comunale di Sant’Anna Arresi finanzia puntualmente un servizio di primo soccorso sanitario nella prima spiaggia, affidandolo all’Associazione Volontari del Soccorso di Sant’Anna Arresi.

Sede Provincia via Mazzini

La Gestione commissariale dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias ha pubblicato oggi nel sito istituzionale http://www.provincia.carboniaiglesias.it/ la determinazione N. 252 /ES del 23.06.2014 contenente i verbali e le graduatorie provvisorie di ammissione al finanziamento a fondo perduto fino a 25.000 euro previsto dal bando per incentivi alla creazione d’impresa art. 29 della legge regionale 20 del 2005.

Al termine dell’istruttoria sono stati approvati:

– i verbali della commissione di valutazione;

– la graduatoria provvisoria delle istanze ammesse al finanziamento;

– la graduatoria delle istanze ammissibili ma al momento non finanziabili a causa dell’indisponibilità di risorse sufficienti,

– l’elenco delle istanze non ammesse per le motivazioni espresse dalla commissione di valutazione nei verbali approvati.

Qualora si dovessero svincolare risorse finanziarie precedentemente vincolate per gli altri due bandi, verranno finanziate in ordine di graduatoria le istanze ammissibili.

Eventuali osservazioni dovranno essere presentate alla Gestione commissariale ex Provincia di Carbonia Iglesias – Dirigente Area Servizi per il lavoro, la cultura e la socialità, entro 10 giorni dalla pubblicazione della graduatoria. Successivamente alla scadenza del suddetto termine è ammesso il ricorso all’Autorità giudiziaria territorialmente competente o in alternativa, ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ex D.P.R. 1199/1971 entro 120 giorni.

Elisabetta Giuseppina Falchi 1 copia

Il consigliere regionale del #Partito Democratico Daniela Forma ha espresso soddisfazione per l’operato dell’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, che ha restituito la speranza alle tantissime aziende agricole sarde danneggiate dagli eventi alluvionali del 18 novembre 2013.

In seguito agli eventi alluvionali è stata assegnata una dotazione finanziaria di 30 milioni di euro sulla misura 126 del PSR 2007/2013 “Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato da calamità naturali”. A valere sul relativo bando, purtroppo, sono pervenute ad Argea Sardegna domande per un importo complessivo dell’aiuto pari a circa 70 milioni di euro. A fronte quindi delle 1.248 richieste ritenute ammissibili, solo le prime 317 avrebbero avuto garanzia di finanziamento.

Si sono levate pertanto numerose lamentele da parte degli operatori agricoli e dei sindaci dei comuni della Sardegna i cui territori sono stati interessati dall’alluvione del 18 novembre 2013.

Il consigliere regionale Daniela Forma si è fatta interprete e portavoce dell’esigenza di aumentare la disponibilità finanziaria per la misura 126 del PSR, di modo che si riuscisse a dare risposta a tutte le 1.248 aziende agricole che avevano subito danni e la cui richiesta era risultata ammissibile. Con una interpellanza ha posto il problema all’attenzione dell’assessore regionale dell’Agricoltura che si è dimostrata, da subito, disponibile a fare il possibile per venire incontro alle esigenze di tante aziende agricole così fortemente provate dagli eventi alluvionali.

In questi giorni è arrivata la puntuale risposta che da piena soddisfazione per la positiva risoluzione della questione.

Con decreto del 17 giugno 2014, l’assessore regionale dell’Agricoltura ha sottolineato «che è di primaria importanza assicurare la completa attuazione della misura 126» e, poiché con propria nota aveva già richiesto ad Argea di procedere all’istruttoria di tutte le domande di aiuto risultate ammissibili, ha autorizzato #Argea a richiedere a tutte le aziende agricole la progettazione esecutiva degli interventi richiesti.

«Ora – ha dichiarato Daniela Forma – dovrà avere inizio un fortissimo gioco di squadra tra gli operatori agricoli e Argea: gli operatori agricoli dovranno presentare tempestivamente (30 giorni) la progettazione richiesta mentre Argea dovrà istruire tutte le domande risultate ammissibili e dovrà assumere tutti gli impegni relativi alle domande istruite di modo che la dotazione finanziaria della misura 126 venga esaurita (in altre parole dovranno essere spesi entro il 2014 tutti i 30 milioni di euro previsti dal bando)». Dopodiché, la liquidazione delle domande eccedenti la dotazione finanziaria sarà garantita attraverso le risorse stanziate sulla misura 126 del PSR della Programmazione 2014/2020.

«Grazie all’interessamento dell’assessore regionale dell’Agricoltura – ha concluso Daniela Forma – più di mille aziende agricole messe in ginocchio dagli eventi alluvionali del novembre 2013 avranno ora la possibilità di risollevarsi e ripristinare il proprio potenziale produttivo agricolo. Una grande opportunità che il nostro comparto produttivo attendeva con trepidazione e che ha trovato oggi pronta risposta alle proprie aspettative.»

Virginia Mura 7

Dopo l’audizione di questa mattina nella Seconda commissione del Consiglio regionale, i lavoratori della formazione professionale L. 47/79 in mobilità o cassa integrazione, hanno valutato positivamente gli impegni presi e, pur mantenendo lo stato di agitazione, hanno deciso, in attesa di conoscere l’esito dell’audizione nella stessa commissione dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, e le conseguenti iniziative che la Giunta regionale intenderà intraprendere per dare finalmente attuazione alle leggi, la sospensione delle iniziative di mobilitazione programmate per domani, venerdì 27 giugno 2014.

Ospedale Brotzu 1 copia

Raimondo Perra

Il presidente della #commissione regionale Sanità, Raimondo Perra, ha preso posizione sulla chiusura programmata dell’#ospedale Brotzu di Cagliari, a causa di urgenti lavori di manutenzione degli impianti elettrici.

«Mi sento di assicurare a tutti gli utenti del servizio sanitario ed agli operatori della struttura – ha dichiarato Raimondo Perra, dopo una serie di contatti con la direzione sanitaria del Brotzu – che il piano di sicurezza predisposto dall’ospedale Brotzu, col supporto esterno degli altri soggetti interessati (istituzionali e non) consentirà di ridurre al minimo i disagi della parziale chiusura dell’ospedale, necessaria per poter effettuare in sicurezza urgenti lavori di manutenzione degli impianti elettrici.»

«In quella giornata – ha aggiunto Perra -, la concentrazione dei degenti e del personale in alcuni piani della struttura garantirà un elevato livello di assistenza, mentre le principali unità di emergenza, come 2 sale operatorie, la rianimazione ed il centro trasfusionale continueranno ad operare secondo gli standard normali. Per quanto riguarda il pronto soccorso, inoltre, saranno a disposizione degli utenti le altre due strutture del San Giovanni di Dio e del Marino.»

«Come presidente della commissione, ma direi come semplice cittadino – ha proseguito l’on. Perra – auspico una comunicazione particolarmente attenta e completa, magari ripetuta più volte e con mezzi diversi man mano che si arriverà a ridosso della chiusura programmata, per poter raggiungere fasce sempre più ampie di utenza,  informando in modo esteso della parziale chiusura del Brotzu e delle alternative offerte dal nostro sistema sanitario.» 

«Sarà una sorta di stress test per tutta la rete di assistenza – ha concluso il presidente della commissione Sanità – che credo potrà essere superato con impegno e spirito di collaborazione, tenuto conto anche del fatto che l’efficienza e la sicurezza degli impianti sono fattori irrinunciabili in un settore importante e delicato come la sanità».

Palazzo del Consiglio regionale 3

Si sono svolte nella Seconda commissione del Consiglio regionale le audizioni delle rappresentanze dei lavoratori della formazione professionale della legge 47 e dei lavoratori socialmente utili, le cui problematiche sono anche oggetto di due distinte interpellanze: la n.32/c-2 a firma dei consiglieri Locci e Tunis (gruppo Forza Italia) e la n.20/c-2, presentata dall’onorevole Ignazio Locci.

I primi ad essere sentiti nel parlamentino presieduto da Gavino Manca (Pd) sono stati i «lavoratori della formazione professionale della legge n. 47», da anni in ammortizzatori sociali, che hanno manifestato preoccupazione per l’assenza di provvedimenti da parte della Giunta regionale, per dare attuazione alle leggi approvate dal Consiglio regionale nella scorsa legislatura. Il riferimento è ai tre provvedimenti legislativi varati nel 2013 (L.R. 10 del 29.04.2013; L.R. n. 22 del 02.08.2014 e L.R. n. 38 del 20.12.2013) per omogeneizzare l’intero comparto della formazione professionale in Sardegna. I lavoratori hanno denunciato che le norme non sono state applicate dagli uffici dell’assessorato regionale del Lavoro ed in particolare, quelle contenute nella legge 38|2013 che stabilisce l’iscrizione dei sui indicati lavoratori, nella «lista speciale dei formatori della formazione professionale». Così come non ha avuto seguito la delibera adottata dalla giunta regionale, la n. 55/11 del 31.12.2013, sulla disposizione dell’articolo 4 della legge regionale n.10 del 29 aprile 2013 che così recita: «Nelle more della riorganizzazione del comparto della formazione professionale, il personale cessato o sospeso dal lavoro entro il 31 dicembre 2012 e che alla medesima data risultava inserito nel bacino degli ammortizzatori sociali in deroga, già titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato ai sensi della legge regionale 10 giugno 1979, n. 47 (Ordinamento della formazione professionale in Sardegna), può essere iscritto a domanda, a cura del competente Assessorato, alla lista speciale di cui all’articolo 6, comma 1, lettera f), della legge regionale 5 marzo 2008, n. 3 (legge finanziaria 2008)».

La situazione – così hanno dichiarato le rappresentanze audite in commissione – è aggravata dal fatto che molte delle amministrazioni pubbliche, presso le quali sono impiegati i lavoratori della formazione L. 47, hanno modificato le loro disponibilità circa l’orario lavorativo completo, perché in difficoltà a seguito dei tagli intervenuti in bilancio.

L’emergenza è rappresentata dall’ormai prossima scadenza del 31 agosto che rappresenta il termine oltre il quale diventeranno efficaci i preavvisi di licenziamento  che molti dei lavoratori hanno già ricevuto.

Le rappresentanze dei lavoratori della formazione professionale L.47 hanno concluso con un appello rivolto al presidente della commissione perché adotti tutte le opportune iniziative per far sì che l’amministrazione regionale rispetti e dia seguito alle norme e ai provvedimenti approvate dal Consiglio regionale in materia.

Sul punto hanno insistito i consiglieri della maggioranza Piero Comandini, Cesare Moriconi, Rossella Pinna, Paolo Zedda e quelli della minoranza Ignazio Locci e Stefano Tunis. Il presidente della commissione, Gavino Manca, concordando sulla gravità della situazione e sull’urgenza degli interventi da adottare, ha preannunciato una formale richiesta al presidente del Consiglio perché si adoperi affinché la volontà espressa dall’assemblea sarda, con l’approvazione di tre provvedimenti legislativi, trovi applicazione in tutte le strutture della Regione. «Entro la prossima settimana – ha dichiarato il presidente Manca – procederemo con la convocazione in commissione dell’assessore regionale del Lavoro, per ribadire la richiesta di una piena applicazione delle leggi regionali e favorire così la risoluzione delle problematiche che penalizzano i lavoratori della formazione professionale L.47».

I lavori della commissione sono proseguiti con l’audizione delle rappresentanze dei lavoratori socialmente utili che, a partire dal prossimo 31 agosto, rischiano di restare senza i sostegni al reddito previsti dagli ammortizzatori sociali, per effetto della scadenza di tutti i progetti di “utilizzo”. La vicenda riguarda 74 lavoratori impiegati ai sensi del D.lvo n. 468\1997 in 26 pubbliche amministrazione. La maggior parte opera nell’area del Sulcis, ha una età media superiore ai 55 anni e proviene dal settore industriale. La richiesta rivolta alla commissione è perché si proceda con l’individuazione di un percorso normativo in grado di assicurare «dignità e lavoro» ai 74 Lsu della Sardegna.

Il vice presidente della commissione, Ignazio Locci, ha evidenziato l’urgenza di interventi e ribadito «la discriminazione dei 74 Lsu che non hanno goduto della “stabilizzazione” nelle amministrazioni pubbliche». Il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca, ha assicurato l’impegno della Commissione per scongiurare il rischio che tra due mesi i lavoratori socialmente utili restino senza alcun sostegno al reddito e ha annunciato che la vicenda sarà portata all’attenzione dell’assessore regionale del Lavoro in occasione dell’audizione in commissione, prevista già per la prossima settimana.

Francesco Agus

La commissione “Autonomia” ha esaminato i temi legati a riforme istituzionali, riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e riordino degli enti locali nel corso di una serie di audizioni svoltesi questa mattina.

Il parlamentino, presieduto da Francesco Agus, ha sentito i rappresentanti di Cgil, Uil e Ugl (assente la delegazione della Cisl che sarà sentita in una delle prossime sedute).

Il segretario generale della Cgil Michele Carrus, apprezzando la decisione della Commissione di procedere “di pari passo” nella discussione per la riscrittura dello Statuto e per la definizione della legge statutaria, ha espresso l’auspicio che si arrivi presto ad una proposta organica di riforma. Secondo Carrus, «sussistono oggi ragioni importanti per rafforzare l’autonomia e la specialità, prima fra tutte la condizione di insularità della Sardegna da cui discende la specificità culturale e identitaria della nostra terra». Queste peculiarità devono essere però sfruttate per ottenere la maggiore integrazione possibile con la comunità nazionale ed europea. «L’insularità – ha detto Carrus – rappresenta uno svantaggio oggettivo che può essere superato attraverso un nuovo patto con lo Stato e un nuovo rapporto con l’Unione Europea». A questo proposito, il segretario della Cgil ha ricordato gli strumenti individuati dall’art 13 dello Statuto (Piano di Rinascita) e dall’art 119 della Costituzione (misure di solidarietà per le aree più deboli del territorio della Repubblica) senza dimenticare gli interventi di sostegno alle regioni insulari previsti dal Trattato di Amsterdam. Sul metodo con cui procedere alla revisione della Carta Costituzionale della Sardegna, il segretario della Cgil ha sottolineato la necessità di un coinvolgimento il più ampio possibile di tutta la comunità sarda. «La discussione – ha detto – deve uscire dai palazzi, occorre dare voce a tutti». 

Sulla riforma della Regione, Carrus ha evidenziato l’urgenza di rivedere le competenze di Giunta e assessorati. «Il presidente della Regione viene eletto direttamente dal popolo, deve essere resa più esplicita la sua responsabilità complessiva nell’azione di governo». Il numero uno del sindacato ha poi sottolineato la necessità di una riduzione degli assessorati e di una redistribuzione delle loro competenze per garantire più efficienza e qualità. «Da evitare – secondo Carrus – le logiche accentratrici. Le attività di gestione devono essere il più possibile vicine ai cittadini. In capo alla Regione deve restare il potere di indirizzo politico e di programmazione, il resto deve essere affidato ai comuni».  

Il segretario ha poi parlato di riordino degli enti locali segnalando l’urgenza di procedere ad una definizione delle funzioni di “area vasta” dopo l’abolizione delle province. «In via transitoria – ha detto Carrus – la Regione può utilizzare la sua potestà ordinamentale per ridefinire le circoscrizioni. Improponibili le delimitazioni delle vecchie province. Importante coinvolgere le comunità per evitare scelte calate dall’alto». Sulla natura dei nuovi soggetti che dovranno svolgere le funzioni di “area vasta”, Carrus ha manifestato una netta preferenza per  istituzioni di secondo livello, espressione delle comunità locali.

Parere favorevole, infine, sull’istituzione dell’Area Metropolitana di Cagliari. «Nelle aree metropolitane – ha detto Carrus – si produce il 40% del Pil nazionale. Sono uno strumento utile ma necessitano di adeguati strumenti di governo. Impensabile far coincidere l’Area con il territorio dell’ex provincia».

Francesca Ticca, segretario generale della Uil, in apertura del suo intervento, ha ricordato l’azione portata avanti dal sindacato negli anni scorsi per arrivare alla riscrittura dello Statuto. «Apprezzo – ha detto – l’impostazione della Commissione: discutere di contenuti prima che di metodo rende il percorso più agevole, in passato il dibattito sì è arenato sull’Assemblea Costituente. Nuovo Statuto e legge statutaria sono indispensabili per rivendicare la nostra specificità». Anche per la Uil, la condizione di insularità della Sardegna rappresenta l’elemento più forte per riaffermare le ragioni dell’autonomia e della specialità.

Necessaria, secondo Ticca, anche una ridefinizione delle potestà e delle competenze della Regione. «Negli ultimi anni il Consiglio ha discusso leggi finanziarie ingessate, con oltre la metà delle risorse destinate alla sanità. Bisogna cominciare a parlare di sviluppo e di crescita. Questo si può fare solo rafforzando lo Statuto.» 

Il segretario della Uil ha poi parlato della riorganizzazione della macchina amministrativa invocando più velocità e flessibilità per dare servizi efficienti ai cittadini. Sugli enti locali, ha invece condiviso la necessità di «un riordino delle competenze perché esistono troppi livelli istituzionali, ma la riforma non deve mortificare persone e territori». Ticca ha segnalato il rischio che il Centro Sardegna venga escluso da processi di riforma più attenti ai tagli e ai risparmi che alla valorizzazione delle risorse umane. «Da questo punto di vista – ha concluso Ticca – l’istituzione dell’Area Metropolitana di Cagliari rappresenta una grande opportunità, ma può, se mal governata, accelerare il calo demografico delle zone interne».

Giampaolo Spanu (FPL – Uil) ha incentrato il suo intervento sulle questioni relative al personale e all’organizzazione amministrativa. «L’abolizione delle province pone un problema per i dipendenti. Occorre fare chiarezza e rassicurare il personale sul proprio futuro lavorativo – ha detto – altrimenti si alimentano allarmismi e speculazioni». Spanu ha poi parlato della questione degli oltre 300 precari della Regione («una situazione determinata da una scelta disastrosa fatta nella legislatura 2004-2009 che sta creando grossi problemi all’amministrazione») e della necessità di rivedere profondamente l’organizzazione degli assessorati, a partire dalle direzioni generali.

Breve, infine, l’intervento di Eugenio Ramo del direttivo regionale dell’UGL incentrato sul riordino degli enti locali e la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale. Il rappresentante del sindacato ha chiesto «una mappatura delle strutture e una valutazione di eventuali carenze di organico. Il ricorso a fusioni o accorpamenti di agenzie, enti, società regionali e dei relativi apparati può dare risposte alle richieste dei lavoratori che attendono da anni la stabilizzazione». Necessario, secondo l’Ugl, trovare una soluzione in tempi rapidi anche alle richieste di mobilità. «Serve una ricognizione a tutto campo con l’individuazione delle risorse umane necessarie che dia la possibilità ai lavoratori di presentare le proprie candidature. Tra questi ci sono i 386 dipendenti ex ESAF – ha concluso Ramo – solo il 50% delle maestranze è rientrato nei ruoli regionali.»

Anna Maria Busia

I consiglieri regionali del Centro democratico, Soberania e Indipendentzia, Sel, Sardegna Vera e Irs, hanno presentato una proposta di legge per sopprimere il #Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (Crel), con un risparmio fino 300mila euro l’anno.

La prima firmataria del progetto di legge, Anna Maria Busia (Cd), nel corso di una conferenza stampa svoltasi stamane, ha spiegato che «si tratta dell’inizio di un’azione di verifica sulla natura, l’operato, i costi prima degli enti le cui nomine sono di competenza del Consiglio regionale, poi di quelli di competenza della Giunta».

«Abbiamo deciso di intervenire ora perché il Crel è in scadenza, così da evitare inutili rinnovi, visto che l’attività dell’ente è la stessa che possono svolgere le commissioni consiliari permanenti». Per Roberto Desini, capogruppo del Centro democratico, quest’azione è in linea con l’attività della Giunta Pigliaru e con quanto deciso da altre regioni d’Italia. Tra l’altro hanno spiegato i relatori, tra cui anche Raimondo Perra (Sardegna Vera), è all’esame della commissione Affari costituzionali della Camera il disegno di legge che prevede l’abolizione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). Gavino Sale (Irs) ha ribadito l’importanza di quest’azione di risparmio e semplificazione della macchina regionale. I relatori hanno, infatti, assicurato che questa sarà soltanto la prima di una serie di proposte di legge per la soppressione degli enti inutili, ma allo stesso tempo saranno salvaguardati quelli che svolgono un’attività fondamentale per la Regione.

Nel testo i proponenti hanno spiegato la storia dell’ente, nato nel 2000, «con il compito di concorrere alla programmazione regionale e agli indirizzi di sviluppo economico, sociale e culturale, attraverso la formulazione di pareri, proposte anche ai fini della predisposizione di iniziative legislative e di atti concernenti materie economiche, sociali e finanziarie. Le finalità cui il legislatore mirava, tuttavia, non sono state mai pienamente raggiunte; l’ente, composto da 27 componenti, si riunisce sporadicamente e si registra una tendenza a saltare la sua mediazione. Di fatto, appare trascurabile la sua influenza sull’organo decisionale tenuto anche conto che i pareri non sono vincolanti. Da un esame degli atti presenti sul sito istituzionale della Regione, si può rilevare come la sua attività sia sostanzialmente ferma al 2009 per quanto concerne seminari, audizioni e pubblicazioni di quaderni; l’attività di proposta e di pareri, pur esercitata anche nell’anno in corso, è comunque molto bassa». Secondo i relatori, infatti, l’ente avrebbe fatto appena quattro lavori di ricerca e approfondimento dalla sua costituzione.

Anna Maria Busia ha poi proseguito spiegando che «con questa proposta non si vuole rinunciare alle prerogative di ascolto delle parti sociali, infatti, i consiglieri hanno altri strumenti per approfondire tematiche sociali ed economiche unitamente agli attori principali del tessuto economico e sociale dell’isola. Le commissioni permanenti, infatti, possono sempre disporre indagini conoscitive intese ad acquisire notizie, informazioni e documentazione, possono sentire componenti della Giunta regionale, convocare funzionari, amministratori o dirigenti di enti pubblici e di aziende private, rappresentanti di sindacati, di categorie economiche, di interessi diffusi e di gruppi sociali, esperti ovvero richiedere pareri di organi estranei alla Regione – articoli 42,43,44 del regolamento consiliare». «Ci auguriamo che la proposta di legge – ha concluso il consigliere Busia – venga discussa ed approvata in Consiglio entro la scadenza del rinnovo del Crel».