29 March, 2024
HomeRegioneSicurezza del cittadino e del territorioAffetto da una rara forma di talassemia, un cittadino nepalese, apolide, ristretto nel Centro Diagnostico Terapeutico della Casa Circondariale di Cagliari, è a rischio vita.

Affetto da una rara forma di talassemia, un cittadino nepalese, apolide, ristretto nel Centro Diagnostico Terapeutico della Casa Circondariale di Cagliari, è a rischio vita.

«Affetto da una rara forma di talassemia, che fa registrare attualmente il livello di emoglobina nel suo sangue a 3.3,  mentre una condizione accettabile ne prevede non meno di 10, un cittadino nepalese, apolide, ristretto nel #Centro Diagnostico Terapeutico della Casa Circondariale di Cagliari, è a rischio vita. E’ urgente il suo trasferimento in una struttura ospedaliera per detenuti in grado di monitorare costantemente la gravissima anemia e intervenire opportunamente.»

Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “#Socialismo Diritti Riforme”, sottolineando che «si tratta di un cittadino privato della libertà disabile in regime di alta sicurezza con diverse problematiche sanitarie non facilmente gestibili in un centro diagnostico come quello cagliaritano ormai peraltro in dismissione».

«L’uomo, A.R., 40 anni, utilizza una carrozzina non potendo reggersi sulle proprie gambe. E’ inoltre celiaco e affetto dalla sindrome di Asperger, una malattia che ne condiziona i comportamenti sociali generando gravi problemi di piantonamento e monitoraggio. Un quadro sconfortante – evidenzia la presidente di SDR – che richiede un sollecito intervento da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. In Italia esistono strutture ospedaliere idonee ad affrontare con strumenti adeguati problematiche sanitarie complesse. Tra gli altri il nosocomio “Sandro Pertini” di Roma, il “San Paolo” di Milano o l’ospedale “Belcolle” di Viterbo. Il trasferimento in una struttura attrezzata della Penisola consentirebbe anche di soddisfare l’esigenza di avvicinare il detenuto ai familiari che vivono in Liguria e alla madre con la quale mantiene costanti rapporti.»

«A.R. inoltre non ha concluso il suo iter giudiziario e per presenziare ai processi deve essere accompagnato, oltre che dalla scorta, da medici e infermieri con l’ambulanza. Un viaggio che dalla Sardegna comporta un consistente dispendio di persone e denaro. Il detenuto, peraltro, dopo un lungo periodo trascorso a Buoncammino, era stato trasferito nell’Istituto Penitenziario di Milano Opera ma per volontà del DAP, all’inizio dello scorso mese di giugno, ha fatto ritorno nella #Casa Circondariale di Cagliari. Da subito forti perplessità erano state espresse dal coordinatore sanitario del CDT Antonio Piras. Adesso però la situazione sta peggiorando – conclude Maria Grazia Caligaris – ed è necessario intervenire con sollecitudine.»

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