16 April, 2024
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Cresce la preoccupazione tra i lavoratori #Alcoa che proseguono il presidio all’ingresso dello stabilimento di #Portovesme.

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Cresce la preoccupazione dei lavoratori #Alcoa che proseguono il presidio all’ingresso dello stabilimento di Portovesme, dopo l’annuncio fatto lunedì scorso dai vertici aziendali sulla chiusura definitiva dello smelter di alluminio primario, considerato non più competitivo.

Quelli che si stanno vivendo, sono giorni di attesa, come hanno confermato questa mattina Rino Barca, segretario della #FSM CISL e Bruno Usai della #FIOM CGIL, nel presidio di #Portovesme.

«Sia il vice ministro Claudio De Vincenti sia il governatore Francesco Pigliaru ci hanno assicurato che nulla è cambiato – ha detto Rino Barca – ma è chiaro che tra i lavoratori c’è preoccupazione e bisognerà attendere metà settembre, per conoscere le determinazioni cui è giunta la multinazionale #Glencore sull’acquisizione dello stabilimento.»

Il nodo da sciogliere è sempre lo stesso: il costo dell’energia!

«Da questo punto di vista siamo moderatamente fiduciosi – ha sottolineato Bruno Usai – perché pare si stiano realizzando le precondizioni che fino a ieri erano sempre mancate.»

Le precondizioni sono un accordo con #Enel per il riconoscimento alla #Glencore di un prezzo favorevole, sui 25-30 euro a MWh, indispensabile per rendere la produzione competitiva, considerato che i costi energetici incidono pesantemente sul bilancio complessivo del ciclo produttivo. Dalle indiscrezioni emerse nelle ultime settimane, #Enel sarebbe disponibile all’accordo ma resta da superare il problema della durata. Enel sarebbe disposta alla concessione per un periodo di 7 anni mentre la #Glencore, dalle indiscrezioni raccolte, chiederebbe almeno 10 anni.

Nell’attesa, i lavoratori mantengono la mobilitazione e nel presidio di #Portovesme, da ormai quasi quattro mesi, ci sono sempre, giorno e notte, almeno una ventina di lavoratori, mentre all’interno dello stabilimento operano 30 loro colleghi, 15 diretti e 15 delle imprese d’appalto, per garantire la manutenzione degli impianti che sono tenuti nelle condizioni di poter riprendere la produzione in tempi molto brevi.

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