29 March, 2024
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Lo #Sblocca Cantieri di Abbanoa abbatte di 300 giorni – da 900 a 600 – la durata dell’iter burocratico che porta all’apertura di un cantiere.

Morandi - Maninchedda 1 copia
Lo #Sblocca Cantieri di Abbanoa abbatte di 300 giorni – da 900 a 600 – la durata dell’iter burocratico che porta all’apertura di un cantiere, consentendo così di accelerare la realizzazione delle opere con una fortissima ricaduta economica per l’intera isola. Acquedotti, reti idriche e fognarie, depuratori e potabilizzatori: sono 538 gli appalti interessati dal Progetto, con un investimento complessivo di 800 milioni di euro. Le risorse finanziarie sono già a disposizione: provengono da finanziamenti europei “Por”, fondi ministeriali “Cipe” e fondi regionali. Saranno interessati 179 cantieri in corso (306,26 milioni di euro), 51 lavori già appaltati ma da accantierare (204,13 milioni), 37 interventi in fase di progettazione (145,13 milioni) e 272 opere con progettazione da avviare (148,68 milioni di euro).«Ci siamo agganciati alle indicazioni dello Sblocca Italia e siamo rapidamente riusciti ad approvare in Giunta la delibera che semplifica le procedure e abbatte i tempi dei cantieri – spiega l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda -. L’analisi di quanto accaduto nei decenni passati ci porta a concepire una soluzione articolata e improntata a una puntuale programmazione, una forte responsabilizzazione di Abbanoa nell’attuazione degli interventi e una decisa responsabilizzazione dei soggetti che devono rilasciare le diverse autorizzazioni». La Regione costituirà un’Unità di Missione per verificare che tutto proceda nei tempi definiti.

Oggi ogni singolo intervento registra tempi lunghissimi di approvazione nei tre livelli di progettazione: preliminare, definitivo ed esecutivo. Sono stati necessari innumerevoli pareri, nulla osta e autorizzazioni da parte da un’infinità di soggetti pubblici: Comuni, Province, Genio civile, Tutela del Paesaggio, Unità tecnica regionale, Distretto idrografico, Soprintendenze, ex Autorità d’Ambito, Consorzi di Bonifica, Anas. Successivamente, anche la più piccola variante in corso d’opera ha l’obbligo di essere sottoposta nuovamente ad approvazione da parte dell’ex Autorità d’Ambito. Sono innumerevoli le difficoltà nell’ottenere decreti di autorizzazione all’accesso in aree private persino per procedere ad attività preliminari di progettazione: rilievi, sondaggi, verifiche archeologiche. Quando si passa dalla progettazione all’appalto, si sommano ritardi nelle verifiche dei requisiti delle imprese partecipanti ai bandi di gara. Arrivati all’aggiudicazione di appalto, sono sempre più frequenti i contenziosi sull’esito delle gare. Un esempio su tutti è il caso dell’impianto di depurazione di “Su Tuvu” a Nuoro: ideato nel ’91, è stato collaudato nel 2012.

La Regione istituirà Unità di Missione per ridurre i termini assegnati alle strutture dipendenti direttamente o indirettamente dall’Amministrazione regionale. Saranno eliminate le incongruenze tra normative regionali e nazionali modificando le funzioni che impropriamente sono ora assegnate all’ex Autorità d’Ambito. Anche le procedure espropriative saranno razionalizzate affidandole direttamente all’autorità che realizza l’opera.

#Abbanoa si assumerà direttamente la responsabilità di tutta la procedura di programmazione, progettazione, approvazione, appalto, realizzazione e collaudo delle opere pubbliche attinenti il Servizio idrico integrato. Saranno razionalizzate le spese relative agli appalti con le Gestioni per commessa e implementate sensibilmente le dotazioni tecnologiche e il sistema di diffusione delle informazioni grazie alla georeferenziazione delle reti e degli impianti e alla condivisione delle esperienze maturate nel Sistema informativo territoriale.

«Abbiamo raccolto la sfida che ci ha lanciato la Regione – commenta l’amministratore unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti -. Il Gestore unico è pronto a fare la sua parte con la consapevolezza che la partita si vince facendo gioco di squadra. Con lo “Sblocca Cantieri” Abbanoa mette in campo una grossa opportunità per l’economia dell’Isola. Abbiamo ereditato una situazione disastrosa delle infrastrutture con reti che disperdono più della metà dell’acqua immessa. La Sardegna non può permetterselo: avendo poche fonti d’approvvigionamento alternative, quasi il 90 per cento dell’acqua potabile viene prodotta attingendo da bacini di superficie. E’ un record nazionale.»

 

Ginoli Rinaldo, in v
Francesco Pigliaru:

giampaolo.cirronis@gmail.com

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