19 April, 2024
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Sinistra Sarda: «E’ urgente un sistema integrato educazione-istruzione-formazione-alta formazione».

I recenti provvedimenti per il diritto allo studio, a partire dai contributi concessi alle scuole paritarie, l’aumento delle tasse universitarie e il piano di dimensionamento presentati dalla Giunta Regionale, hanno riportato all’ordine del giorno della politica isolana le problematiche del diritto all’istruzione in Sardegna. Sinistra Sarda ribadisce quanto già evidenziato nella conferenza stampa del 15 settembre scorso, e pone ancora una volta l’esigenza non più prorogabile di affrontare la riorganizzazione del sistema scolastico e dell’alta formazione in Sardegna attraverso una proposta di legge di riordino sull’Istruzione e la formazione professionale.

Lo fa con una nota diffusa questa mattina.

«A tal proposito – si legge nella nota – l’unica proposta di riordino (disegno di legge) di cui il centro sinistra ha memoria è quella depositata nei cassetti regionali ed approvata dalla Giunta Soru nel 2006: “Principi e norme per l’Educazione, l’Istruzione e la Formazione Professionale”. Una proposta di legge organica di riforma del mondo dell’educazione, dell’istruzione e della formazione professionale, risulta necessaria in Sardegna per superare le storture delle varie leggi regionali che si sono succedute (la Legge Regionale n.31/84 per esempio), per poter contrastare il fenomeno sempre più preoccupante della dispersione scolastica e per affrontare le forti criticità del sistema scolastico sardo a tutti i livelli, evidenti in modo particolare nei territori più svantaggiati. Le numerose criticità del sistema scolastico sardo sono evidenziate  in particolare dall’elevato tasso di abbandono scolastico che si avvicina al 25 per cento (fonte Istat – 2013), dal basso indice di copertura delle scuole nei vari comuni (scuole di ogni ordine e grado e il conseguente pendolarismo reso problematico dalla  inadeguata rete dei trasporti locali etc.), da una gestione discutibile della formazione professionale che ha generato nel tempo forti distorsioni, e un’infinità di corsi erogati senza un’adeguata programmazione.»

«Tutto ciò impone alla Regione Sardegna – si legge ancora nella nota – di ridare centralità al sistema scolastico pubblico integrandolo con la formazione professionale e l’alta formazione, per favorire la crescita delle persone e per lo sviluppo socio economico dell’Isola. A tal fine, è necessario ripartire da alcuni  contenuti della proposta di legge regionale del 2006, ancora oggi validi ed attualissimi, ed in particolare dai principi generali, peraltro contemplati nella nostra Costituzione e nello Statuto Sardo che evidenziano la centralità della persona ed il diritto di accesso a tutti i gradi dell’istruzione e della formazione in condizione di pari opportunità e di uguaglianza formale e sostanziale.

E’ chiaro che l’obiettivo di un sistema integrato potrà essere garantito solo da una forte collegialità tra i vari assessorati regionali coinvolti (in particolare Istruzione e Lavoro e Formazione Professionale) e superando la frammentarietà di interventi e progetti (dispersione scolastica, scuola digitale, edilizia scolastica) che seppur validi rischiano di non avere ricadute positive se non sono sorretti da una legislazione che tenga conto della specificità della nostra Isola. Riteniamo che ogni passaggio politico che affronti questo tema escludendo un impegno complessivo rischia inevitabilmente di essere parziale se non addirittura dannoso. Oltre all’impegno complessivo interno alla Regione Sardegna risulta necessario altresì il coinvolgimento esterno di tutti gli attori coinvolti (rappresentanti degli enti locali, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni datoriali, delle istituzioni scolastiche) attraverso l’istituzione di un Comitato Regionale permanente con compiti di programmazione e di elaborazione di un piano di obiettivi e di interventi che tenga conto di tutto il sistema: dai servizi educativi per l’infanzia, alle persone con disabilità, alle persone in situazione di disagio, alla formazione dei giovani e degli adulti in raccordo con le Università…»

«Infine, il richiamo è d’obbligo, affinché la Regione indirizzi le proprie azioni in coerenza con le politiche europee, e le cinque aree strategiche dell’“Europa 2020”: occupazione, innovazione, cambiamento climatico ed energia, istruzione, povertà ed emarginazione. Ed in particolare – conclude la nota di Sinistra Sarda – con quanto deliberato dalla Giunta regionale, a maggio del 2014, quale atto di indirizzo strategico per la programmazione unitaria 2014/2020 che prevede tra gli obiettivi più importanti: ridurre il tasso di abbandono scolastico a meno del 10% e portare al 40% il tasso dei giovani.»

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