29 March, 2024
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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ieri in Aula ha ribadito il no al deposito di scorie nucleari.

Francesco Pigliaru 1 copia

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ieri  pomeriggio è intervenuto nel corso della seduta del Consiglio regionale dedicata a Sa Die de sa Sardigna e, simbolicamente, al tema del sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari.

Francesco Pigliaru ha risposto ad alcune mozioni, ribadendo la posizione della Giunta già espressa in più occasioni ed ha sottolineato come la Giunta sia contraria alla localizzazione delle scorie in Sardegna, e ha ricordato di aver espresso tale contrarietà nell’Aula alla presenza della presidente della Camera, Laura Boldrini, e di averlo scritto in una nota ufficiale inviata anche al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Un no che è stato espresso a voce anche al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, durante la sua recente visita a Cagliari.

Pigliaru ha poi ricordato di aver già definito l’eventuale deposito di scorie una nuova servitù e che, come tale, non può essere in alcun modo accettato.

 

Di seguito, l’intervento integrale svolto in Aula dal Governatore.

Presidente Ganau,

Onorevoli colleghe e colleghi,

aver dedicato questa giornata di lavori al tema del sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari e aver così potuto ribadire, con voce unica, un secco no all’eventualità che la scelta ricada sulla Sardegna, è un atto estremamente significativo.

Con particolare concretezza, infatti, oggi diamo spessore istituzionale alla celebrazione di Sa Die de sa Sardigna. Per tutti noi questa giornata rappresenta un simbolo di responsabilità, autodeterminazione e coraggio.

Un anno fa, in quest’aula, abbiamo celebrato Sa Die subito dopo l’insediamento di questo consiglio e di questa giunta. Allora dissi che “assumersi con coraggio le proprie responsabilità significa, innanzitutto, richiedere con forza, a tutti i livelli di governo di cui facciamo parte, la partecipazione a pieno titolo a tutti i processi decisionali che ci riguardano”. E aggiunsi che questa sarebbe stata la linea di questo governo: autonomia, sovranità come assunzione di responsabilità.

Oggi, più che mai, ci troviamo ad attuare i principi enunciati. In questa direzione avanziamo quando affrontiamo, giorno dopo giorno, tutte le questioni aperte che riguardano il rapporto della Sardegna con lo Stato italiano. La leale collaborazione tra istituzioni, che abbiamo avviato e portato avanti in questo anno di lavoro, ci ha portato a raggiungere alcuni risultati importanti su vari fronti.

Abbiamo ottenuto risorse rilevanti, con cui stiamo dando risposte a territori, istituzioni, categorie sociali. Risorse che ci spettano e per le quali ci siamo battuti con determinazione.

Su altri temi il dialogo diventa confronto diretto, aperto, senza timidezze. Fronteggiamo le questioni anche più complesse con il coraggio che oggi celebriamo. E che si rafforza nella voce unica e unitaria di tutta la Sardegna nell’esprimere il comune e condiviso rifiuto al deposito delle scorie nucleari.

È confronto, lo sappiamo bene, anche sul tema delle servitù militari; tema aperto su tutti i tavoli, con l’obiettivo preciso del riequilibrio di questa presenza eccessiva nella nostra regione rispetto al resto dell’Italia. Comprendiamo le esigenze del Paese in questo momento di crisi internazionale, ma replichiamo che il carico non può essere sproporzionatamente nostro. In poco tempo abbiamo fatto importanti passi in avanti, dal momento in cui abbiamo negato la firma all’Intesa lo scorso giugno e preteso l’apertura di tavoli negoziali per il riequilibrio. Il ministro Pinotti si è impegnata a valutare la percorribilità dell’avvio del processo di graduale dismissione di parte dei Poligoni e l’individuazione di misure di mitigazione. Alcune di queste, piccole, sono già diventate realtà: abbiamo un calendario di esercitazioni con pause estive più lunghe; piani antincendio all’interno dei poligoni, tavoli di lavoro funzionanti sulla trasparenza e per l’implementazione degli osservatori ambientali. È ancora pochissimo rispetto a ciò che rivendichiamo.

Ma dobbiamo ancora fare tanto. E tantissimo c’è da ottenere, finalmente, dopo un’attesa inaccettabilmente lunga.

Nostra volontà è di disporre pienamente del nostro territorio; di un territorio sano e che non sia irreversibilmente danneggiato, con tutto ciò che ne consegue per l’ambiente, la nostra vera ricchezza, e per la salute nostra e dei nostri figli.

Come già ho avuto modo di dire in quest’Aula alla presenza della presidente della Camera Boldrini nel suo ruolo di terza carica dello Stato, l’imposizione del deposito di scorie sarebbe l’imposizione di una nuova servitù. Nel momento in cui tutto il nostro impegno è concentrato per realizzare un riequilibrio di quantità e qualità, non c’è alcuna possibilità di neanche contemplare un’ipotesi di deposito di scorie nucleari.

La nostra posizione è un no. Un no chiaro, secco, deciso già espresso dalla Giunta e oggi ribadito dal Consiglio.

Non ci sono compensazioni che possano convincerci a cambiare idea. Il nostro patrimonio ambientale, naturalistico e agricolo è tale da poter diventare volano di crescita economica. E noi questo ribadiamo nel nostro programma di governo. La Sardegna è una terra sulle cui ricchezze facciamo il primo e l’ultimo passo. Dobbiamo solo imparare a usarle meglio queste ricchezze, e in questo naturalmente siamo impegnati.

Certo, non ne facciamo solo una questione economica. Negli anni abbiamo imparato a dare valore al paesaggio che abitiamo, alla qualità della terra, dell’acqua e dell’aria. Abbiamo capito – per averlo pagato a volte con la crudezza di un sviluppo distorto che ha prodotto disastri ambientali e malattie – che beni quali l’alta qualità dell’ambiente che abitiamo, non sono barattabili.

Il Ministro dell’Ambiente, che ho incontrato poche settimane fa, conosce bene l’indisponibilità dei sardi a ospitare questo deposito. Lo abbiamo scritto chiaramente in una nota ufficiale inviata anche al Ministro dello Sviluppo Economico.

Un’indisponibilità che quest’oggi ribadiamo ancora una volta senza titubanze e senza indugi, tenendo da conto la sensibilità espressa dal Governo nei confronti delle richieste della nostra comunità.

“Trasparenza e condivisione”, ha annunciato il Ministro Galletti nella scelta del sito. Ebbene, noi a quei presupposti di lealtà vogliamo credere ricordando al Ministro anche la volontà espressa dal 97,13% dei votanti in occasione del referendum del 2011, relativo alla possibilità di simili installazioni nel nostro territorio.

La Sardegna è una Regione generosa. Abbiamo partecipato agli interessi della difesa nazionale più di qualsiasi altra regione. Siamo generosi e solidali e l’abbiamo dimostrato in ogni occasione. Ma della generosità non si può approfittare facendo confluire su un’unica isola una quota spropositata di gravami. Vogliamo vederli ridursi nell’arco di una legislatura. Non siamo disposti ad accettarne altri.

Il mondo è cambiato, continua a cambiare ogni giorno. La generosità riserviamola a ciò cui è giusto riservarla: il nostro ambiente, la nostra salute e, non ultimo, quanto accade continuamente e intorno a noi, sulle nostre coste. Con sempre maggior frequenza sbarcano persone disperate, in fuga da guerra e carestie, nella più grande migrazione di popolo che le nostre generazioni abbiano conosciuto. Responsabilità e coraggio, 221 anni fa come oggi, vuol dire anche avere la consapevolezza di vivere dentro la storia e, in questo, ugualmente, saper fare la nostra parte.

La Giunta regionale
Il presidente Piglia

giampaolo.cirronis@gmail.com

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