18 April, 2024
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Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, la Giunta ha approvato due distinte delibere sul cerealicolo che premiano nel primo caso le coltivazioni del grano duro con 1,5 milioni di euro e nel secondo quelle dei cereali minori, grani antichi e leguminose da granella con uno stanziamento da 500mila euro. Il premio è assegnabile, in regime de minimis, agli agricoltori che aderiscono ad accordi di filiera. L’aiuto in de minimis, normato dall’Unione europea sulla gestione degli aiuti di Stato, prevede che un’impresa agricola riceva al massimo 15mila euro di erogazioni nell’arco di tre esercizi finanziari.
«Quasi due milioni di euro stanziati per favorire la coltivazione e la valorizzazione di quei cereali che più di altri raccontano la tradizione agricola sarda e le sue numerose varietà produttive. Risorse importanti che arrivano in un momento difficile con le materie prime pagate ai produttori primari in forte calo rispetto al passato – ha detto l’assessore Caria –. Il nostro intervento giunge anche in piena emergenza siccità, con una riduzione delle produzioni dovute alla mancanza di piogge che hanno fortemente compromesso la resa dei raccolti.»
Agli agricoltori che coltivano il grano duro sarà corrisposto un premio di 150 euro a ettaro ed un’integrazione di altri 50 euro se nella semina verranno utilizzate sementi certificate. La superficie minima per partecipare alla riscossione del premio è di 5 ettari anche non accorpati.
Un’altra delibera licenziata oggi dalla Giunta prevede lo stanziamento di 500mila euro per gli agricoltori che, sempre inseriti in accordi di filiera, coltivino varietà di cereali a rischio di abbandono, così da favorire la diversificazione produttiva nel comparto. Ogni ettaro coltivato con cereali minori, grani antichi e leguminose da granella destinati all’alimentazione umana e alla produzione di semente certificata potrà ricevere un premio di 200 euro.

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La Giunta regionale ha approvato la proposta dell’assessore degli Affari generali, Personale e Riforma, Filippo Spanu, per il Piano del fabbisogno 2017-2019 dell’Amministrazione regionale, comprese Agenzie ed Enti del sistema Regione, atto preliminare all’avvio del reclutamento di personale nell’Amministrazione regionale. Con la stessa delibera sono state definite le prossime procedure relative all’attuazione della Legge 37/16 (stabilizzazioni) e sono state liberate le risorse destinate alla proroga o al rinnovo dei contratti con i dipendenti interessati alle procedure di stabilizzazione.
«Abbiamo raddoppiato le risorse disponibili nel bilancio regionale – sottolinea l’assessore Spanu – da destinare all’assunzione di nuove unità delle differenti tipologie: 29 dirigenti, 157 dipendenti della categoria D, 20 della categoria C e 10 della B, 12 unità del Corpo forestale e 35 delle categorie protette (33 per la Regione e 2 per l’Enas). Questi ultimi avranno una copertura finanziaria da differenti capitoli di spesa. In generale, la macchina amministrativa regionale potrà finalmente adeguare il proprio organico, nell’ottica di una maggiore e più puntuale risposta a cittadini e imprese in termini di servizi. Va evidenziato inoltre che con il piano si offrirà una concreta opportunità di crescita per i dipendenti attraverso selezioni verticali interne. Iniziamo quindi la stagione dei concorsi che apriranno a nuove competenze e talenti la nostra amministrazione.»
La disponibilità finanziaria effettiva è infatti di 13 milioni e 777mila euro, ovvero il doppio rispetto alla valutazione del dicembre 2016 (6 milioni e 616mila euro).
La ricognizione effettuata da un’apposita Commissione, finalizzata alla costituzione di una banca dati relativa alle persone interessate alle procedure di stabilizzazione, ha fornito i primi dati ufficiali.

«All’Amministrazione regionale – spiega l’assessore Spanu – è pervenuta la documentazione da parte di 187 lavoratori precari, ai quali si aggiungono 448 lavoratori del sistema regione. Gli esiti della ricognizione potranno tuttavia subire variazioni a seguito del completamento delle ulteriori fasi della procedura di stabilizzazione.»
Fatta salva la possibilità di prorogare i contratti di collaborazione coordinata e continuativa unicamente per le finalità del Piano di stabilizzazione di cui alla L.R. n. 37/2016, questa tipologia di lavoro flessibile non può essere più utilizzata dalle amministrazioni del sistema Regione, le quali «possono assumere personale con contratti a termine, previa selezione pubblica, ed esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, solo per rispondere a motivate esigenze di carattere temporaneo o eccezionale, nel rispetto delle limitazioni finanziari vigenti ed entro la misura del 3% delle dotazioni organiche».

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Nuovi interventi dalla Giunta regionale per la messa in sicurezza e la mitigazione del rischio idrogeologico e di erosione costiera. A seguito di puntuale ricognizione sul territorio regionale, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, è stato approvato il programma di interventi per le problematiche legate ai canali nei centri abitati della Sardegna: sono 118 quelli censiti dal Piano di Gestione del Rischio Alluvioni approvato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Regione. Fra questi, 70 sono stati ritenuti ammissibili, per un fabbisogno complessivo pari a 68 milioni 618 mila circa.
«Le coperture dei canali nelle aree urbane sono tra le principali cause di insicurezza idraulica nei centri abitati – spiega l’assessore Balzarini – e per questo, era stato dato mandato agli uffici tecnici dell’Assessorato dei Lavori Pubblici, in particolare ai Servizi Territoriali delle Opere Idrauliche in collaborazione con il Servizio delle Opere Idriche e Idrogeologiche, di effettuare opportuni approfondimenti tecnici per valutare le situazioni di fatto, le possibili soluzioni tecniche e i relativi fabbisogni finanziari. Con questo provvedimento provvediamo alle criticità maggiori e creiamo le premesse per completare la messa in sicurezza dei restanti canali con il finanziamento dei fondi disponibili sul Patto per la Sardegna.»
Sono 9 le situazioni maggiormente critiche, alle quali è stato destinato un importo di 14.008.787 euro subito disponibili (risorse del POR FESR 2014/2020) per finanziare interventi nei Comuni di Assemini (1 milione 300 mila euro per il canale coperto “Gutturu Lorenzu”); Orosei (2 milioni 30mila euro per il canale coperto “Colatore n. 4”); Silanus (1 milione e mezzo per il canale coperto “Carraghentu”); Capoterra (1 milione 120 mila per i canali coperti “Liori” e “Mangioi”); Monserrato (520 mila euro per i canali coperti “Riu Mortu” e “Riu Saliu”); Villasor (840mila euro per il canale coperto “Sant’Efisio”); Sassari (1 milione 900mila euro per il canale coperto “Rio Calamasciu – Z.I. Predda Niedda Sud”); Monti (4 milioni 129mila euro circa per il canale coperto “Rio Ciccheddu”); Sinnai (670mila euro per i canali coperti “Rio Guideddu” e “Rio Pedralla”).
Con 1 milione di euro, (risorse residue dell’Azione 5.1.1 del POR FESR 2014/2020) verranno inoltre finanziati due interventi: nell’Unione di Comuni del Marghine, per opere di consolidamento e messa in sicurezza di aree a rischio frana lungo la strada provinciale n. 62 Bortigali – Mulargia, e interventi di mitigazione del rischio geomorfologico della marina di Tresnuraghes.

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Si terrà sabato 5 agosto presso l’arena eventi “Aquarium” di Calasetta, in località Spiaggia Grande, il ritorno di Gue Pequeno in Sardegna, per un evento che vedrà protagonista anche il dj-producer Don Joe.

Il rapper liana, tra questi Emma nell’album “Ora o mai più”.

Terminata la fase live-djset, l’evento proseguirà con la selezione musicale dei dj locali nelle due aree musicali dell’arena.

«L’evento è la punta di diamante di una programmazione che ha visto esibirsi a Calasetta gli artisti attualmente più in voga della scena rap-trap italiana. Essendo previste le oltre 2mila presenze, abbiamo previsto un servizio bus per garantire la possibilità di bere un drink in più senza doversi mettere alla guida ed evitare l’eccessivo intasamento del traffico con le automobili», sostiene Giuseppe Pintus, socio della cooperativa che gestisce la struttura.

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Sono i numeri a descrivere il cambio di passo registrato dall’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena in questa prima parte della stagione estiva 2017. Significative le percentuali di crescita in particolare per quello che riguarda il parallelo con i dati relativi alla stagione precedente, un importante segno positivo registrato in tutti i principali parametri di misurazione delle attività dell’Ente: introiti derivanti dalla bigliettazione a mare, introiti acquisiti dalla piattaforma di gestione online, attività di bigliettazione delle strutture convenzionate, equipaggi e personale stagionale assunto in tempi utili ad una corretta gestione delle iniziative, distribuzione del materiale informativo attraverso lo sportello informazioni dell’Ente Parco, l’Infopoint dell’Amministrazione comunale e le attività di partenariato con tutte le iniziative economiche private aderenti al circuito IAC – Isole amiche del Clima.

In termini percentuali colpisce un incremento totale superiore al 50% degli introiti derivanti da tutte le attività dell’Ente Parco rispetto all’annualità 2016. Alla data di chiusura del 31 Luglio la cifra incamerata dall’Ente è più che raddoppiata rispetto all’anno scorso e superiore del 30% rispetto all’annualità 2015. Cresce visibilmente l’importo derivante dalla bigliettazione a mare, con uno sviluppo significativo anche per quello che riguarda la riscossione tramite piattaforma informatica. Crescono gli importi derivanti dalle procedure autorizzative relative alle attività di noleggio e locazione, traffico passeggeri, diving e scuole di vela. Crescono i numeri ma crescono anche le attività e i servizi garantiti dall’Ente Parco ai fruitori del patrimonio ambientale dell’Arcipelago: ad esempio il posizionamento delle cime tarozzate su tutte le principali spiagge dell’Arcipelago per la tutela della balneazione e dell’ecosistema, delle boe di segnalazione in prossimità della Spiaggia Rosa sull’Isola di Budelli e su quella di Mortorio, passando inoltre per il ripristino dei sentieri e della segnaletica sull’Isola di Caprera. Di questi giorni il posizionamento delle passerelle per agevolare l’ingresso a mare per i diversamente abili in due litorali frequentatissimi delle isole di La Maddalena e Caprera a qualificare l’impegno dell’Ente per la fruibilità del patrimonio ambientale del Parco.

A qualificare in termini di prospettiva e di programmazione le attività dell’Ente l’adesione ai due progetti finanziati dall’Unione europea: G.I.R.E.P.A.M. relativo alla Reti ecologiche transfrontaliere e SICOMAR Plus relativo alla sicurezza della navigazione per la salvaguardia dell’ambiente marino sempre all’interno di un partenariato trasfrontaliero Italia/Francia.

«Sono i numeri a descrivere un oggettivo miglioramento delle attività e delle iniziative promosse dall’Ente Parco – spiega il commissario straordinario Leonardo Deri -. In questi mesi, abbiamo cercato di costruire con tutto il personale dell’Ente un percorso che ci mettesse in condizione di arrivare al culmine della stagione preparati per accogliere i turisti garantendo un efficiente sistema di riscossione del ticket d’ingresso ma anche una rete di informazioni e servizi capace di mettersi a disposizione delle esigenze dei visitatori. Allo stesso tempo abbiamo garantito possibilità occupazionali diversificate per i ragazzi di La Maddalena e della Sardegna venendo incontro ad una domanda di lavoro che  rappresenta un problema importante per la comunità locale. Fino a questo momento possiamo dire di aver lavorato seriamente, aspettiamo di chiudere la stagione per analizzare i dati e verificare punti di forza e di debolezza in grado di guidare l’Ente rispetto alle scelte future, aggiustando i possibili errori e valorizzando gli elementi positivi.»

 

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Il Consiglio regionale, nella seduta odierna, ha approvato le leggi sull’abbattimento dei costi delle trasferte sportive nelle isole minori e sul sostegno alle imprese del comparto ovino. Via libera anche alle variazioni di bilancio. Rinviata ancora la nomina del garante per l”infanzia e l’adolescenza perché i due candidati non hanno raggiunto il quorum.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le procedure collegate alla terza votazione del Garante regionale per ‘Infanzia e l’adolescenza.

Prima dello scrutinio, sull’ordine dei lavori, il consigliere Emilio Usula dei Rossomori ha richiamato l’attenzione della presidenza dell’Assemblea sul grave incendio nella discarica di Bolotana del 30 luglio scorso, durato per circa 10 ore e domato, ha ricordato Usula, «solo dopo l’intervento dei Vigili del Fuoro di Nuoro, e del personale del Comune di Bolotana». Dall’incendio, ha aggiunto Usula, «si è sviluppata una enorme nube nera, causata probabilmente dalla combustione di materiali a base di carbone altamente tossici ed altri radioattivi ed inoltre, nei giorni precedenti, la Provincia di Nuoro aveva adottato un provvedimento di diffida al gestore della struttura per il mancato adempimento di alcune prescrizioni relative a materiali simili a quelli distrutti dalle fiamme». Usula, in conclusione, ha chiesto alla presidenza del Consiglio di adoperarsi per fare piena luce sulla vicenda, anche in relazione all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata alla discarica, «che impone regole molto stringenti che evidentemente sono state eluse».

Subito dopo l’Assemblea ha proceduto allo scrutinio per l’elezione del Garante regionale per l’Infanzia e l’adolescenza. I candidati con il maggior numero di voti sono stati Donatella Olla (16) e Gian Giacomo Pisotti (14). 6 le schede bianche.

Nessuno dei candidati ha raggiunto il quorum previsto di 40 voti; quindi il Consiglio ha proceduto ad una quarta votazione nella quale il quorum è pari alla maggioranza assoluta. Anche la quarta votazione si è rivelata infruttuosa: a fronte della maggioranza richiesta di 31 voti Donatella Olla ha ottenuto 30 preferenze e Gian Giacomo Pisotti 17 (3 schede bianche). Il presidente Ganau ha quindi annunciato che l’elezione del Garante si terrà in una prossima seduta.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della Pl n. 391 (Desini e più). Modifiche alla legge regionale n. 17/99 – Abbattimento dei costi per la partecipazione alle trasferte sportive nelle isole minori della Sardegna.

Per illustrare il contenuto, il presidente ha dato la parola al relatore Roberto Desini (Partito dei Sardi).

Nel suo intervento Roberto Desini ha affermato che «scopo della proposta è quello di contenere ed abbattere i costi delle trasferte per isole minori ed eliminare la disparità di trattamento fra residenti e non residenti». In sostanza, ha aggiunto Desini, «stiamo affrontando una specifica forma di insularità con un provvedimento a costo zero, perché si va a cambiare l’. art 38 della nostra legge 17 (fra le migliori leggi in Italia nel suo settore) con il trasferimento di una quota del 6% dei fondi Coni, fermo restando che la Regione può sottoscrivere accordi migliorativi con i vettori aerei marittimi». In questi anni, ha però lamentato Desini, «numerose società, soprattutto di calcio e basket, hanno preferito rinunciare alle trasferte e pagare una ammenda alla federazione di competenza, determinando una distorsione che colpisce gravemente il movimento sportivo e va assolutamente eliminata. Sotto questo profilo – ha continuato il consigliere rivolgendosi agli assessori dello Sport Giuseppe Dessena e dei Trasporti Carlo Careddu – dobbiamo lavorare con molto impegno per risolvere il problema del trasporto per gli sportivi con tariffe mirate; ricordo che il Governo ha fatto convenzione con Alitalia a favore delle società sportive che vengono in Sardegna con tariffe agevolate di 80 euro andata e ritorno mentre uno sportivo sardo paga la tariffa piena di 150 euro perché in regime di continuità territoriale; all’assessore Dessena, in particolare, ricordo anche che forse è necessario rivedere la recente delibera di approvazione del programma per lo sport 2017 con una correzione che consenta l’inserimento dei fondi previsti dalla nuova legge per la prossima nuova stagione agonistica e con una ulteriore attenzione ai portatori di handicap che sono costretti a trasferte ancora più onerose perché viaggiano con accompagnatori».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha espresso apprezzamento per la proposta ribadendo di averla condivisa e sottoscritta, avvertendo tuttavia che «resta sullo sfondo la scarsa considerazione per le nostre isole minori; in proposito, ricordo al nuovo assessore Careddu che ormai abbiamo superato l’anno di prova del nuovo servizio pubblico per isole minori e vogliamo conoscere come stanno le cose, partendo da funzionalità del servizio, tariffe e personale». «La questione – ha ricordato Pierfranco Zanchetta – è stata gestita pessimamente con una gara al ribasso e conseguente perdita di risorse preziose che potevano essere reinvestite nel sistema; l’argomento però riguarda tutti i sardi va affrontato e risolto positivamente perchè tutti i sardi dovrebbero avere la stesa tariffa».

Il consigliere di art. 1 – Mdp Luca Pizzuto ha parlato di «una legge importante che qualifica il Consiglio che con questo provvedimento isola sempre meno le comunità locali delle isole, sostenendo lo sport ed affermando il diritto alla mobilità interna». «Quanto al trasporto pubblico locale post-privatizzazione – ha concluso Luca Pizzuto – l’argomento va ripreso soprattutto nell’interesse dei lavoratori e sono convinto che dovremo riparlare molto presto della vicenda ex Saremar».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, manifestando la sua adesione alla proposta, ha dichiarato che «essere un’isola nell’isola è ancora più mortificante quando si parla di sport, come testimonia la triste storia delle rinunce di molte società sportive; purtroppo la storia di tante nostre squadre è quella di giocare in gironi massacranti o addirittura di non disputare i campionati, quindi diciamo grazie al Coni in questo caso ma serve una soluzione strutturale, sia per isole minori che per rispolverare altre iniziative legate a campionati nazionali giovanili o a vincitori di gironi sardi che devono accedere alla fasi nazionali».

Sempre per Forza Italia il consigliere Edoardo Tocco ha detto di non avere nessun dubbio sulla bontà della proposta del collega Desini, «che va nella giusta direzione con le nostre società che devono essere uguali alle altre». Tocco, dopo aver ricordato, un recente lungo dibattito in commissione sugli accordi fra Regione e banche per evitare fidejussioni personali ed attivare linee di credito dedicate per le iscrizioni ai campionati», ha ribadito che «i costi maggiori per i trasporti vanno decisamente abbattuti per le squadre che danno una buona immagine alla Sardegna con i loro grandi risultati in ogni disciplina».

L’assessore Dessena ha rassicurato l‘on. Desini: «Da qui a brevissimo porterò la delibera e risolveremo il problema segnalato dall’on. Desini».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli e poi gli articoli 1, 2, 3, 4 e poi la legge.

Il presidente Ganau ha portato all’esame il ddl 442/A, ovvero una variazione di bilancio relativa al risanamento del bilancio delle Province e altri interventi finanziari per gli enti locali.

Il ddl è stato illustrato dal presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini. Per la minoranza è intervenuta l’on. Alessandra Zedda, che ha detto: «Sarebbe stato come sparare sulla Croce rossa se ci fossimo messi contro questo provvedimento». Per l’assessore Paci «è un provvedimento che fa un po’ di manutenzione che però svolge anche un’attenta operazione di spending rewiew».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli e poi gli articoli 1. Sul punto è intervenuto l’on. Gianfranco Congiu (Pds), che si è espresso favorevolmente sulla norma che prevede interventi a favore del sistema idrico e dei consorzi di bonifica.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori) «un approccio diverso nelle politiche del consumo dell’acqua renderebbe meno grave questa crisi che stiamo vivendo. Ma è anche chiaro che sono necessarie opere idriche e collaudi per evitare si sprechino milioni di metri cubi a Samugheo come sull’Omodeo».

L’emendamento sostitutivo parziale 7 è stato approvato insieme al 3 e al 4.

Approvato anche l’’emendamento aggiuntivo 2 con l’articolo 2.

Approvato anche l’articolo 3 e così il 4 e poi il 5.

L’emendamento soppressivo totale all’articolo 5 bis sul tema di Ati Ifras è stato presentato dall’on. Annamaria Busia (Cps). L’oratrice ha ricordato la nascita di Ati Ifras e il problema dell’impiego dei vecchi Lsu. «In questo sistema ci sono figli e figliastri  tanto che persino i consulenti e gli avvocati sono entrati a far parte di questo sistema. Non so cosa rispondere a quei disoccupati che ci scrivono: perché ai dipendenti del San Giovanni Battista viene data una possibilità e a noi no? Perché non si procede a fare le stabilizzazioni? Perché in questa legislatura si è sprecato il tempo e non è stata fatta la gara internazionale? L’Insar ha dato persino una consulenza a un avvocato perché raccolga la documentazione da consegnare alla Guardia di Finanza. Mi auguro un voto responsabile su questa norma».

Per il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, «non è il caso di mettere in mezzo cose che non c’entrano nulla. Qui siamo davanti ai 520 lavoratori del progetto Parco geominerario. Ma oggi stiamo parlando di appena 20 lavoratori di questi, che non possono prestare i loro servizi nei cantieri, soprattutto archeologici. Peraltro questo provvedimento è stato concordato con i sindacati. La collega Busia avrà tante ragioni per la sua veemenza ma non c’entra nulla con questo articolo».

 L’on. Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha annunciato il voto contrario all’emendamento Busia: «Ai lavoratori bisogna sempre dare una risposta. Raccolgo la denuncia dell’on. Busia, che parla di un immobilismo sulle politiche attive del lavoro e sugli investimenti. Ma questo non toglie che dove sono in gioco i destini di lavoratori noi siamo a sostegno».

Della stessa opinione l’on. Marco Tedde (FI) e Angelo Carta (Psd’Az), tutti contrari all’emendamento soppressivo Busia.

L’articolo 5 bis è stato approvato e così il anche l’articolo 5 ter. A seguire anche gli articoli 6 e 7. Approvati anche gli allegati.

L’emendamento 1 all’allegato 6 a firma dell’on. Busia prevede il finanziamento senza interessi a favore dei dipendenti della Regione per il pagamento delle spese del mutuo per l’acquisto della prima casa.

Contrario l’on. Pietro Pittalis (FI): «Non basta che una legge lo prevedesse in passato: i privilegi non possono più aleggiare nel sistema pubblico, soprattutto in un momento come questo in cui bisogna evitare di suscitare ancora di più l’ira dei comuni mortali, che devono  invece pagarsi di tasca al momento dell’atto le spese notarili per la casa».

Anche l’on. Tedde ha annunciato il voto contrario: «La stessa collega che qualche istante fa si è schierata contro i lavoratori Ati Ifras sostiene invece un provvedimento che stanzia risorse di una categoria di lavoratori soltanto. Noi diciamo no».

L’emendamento Busia è stato respinto.

Approvati gli altri allegati sino all’11 e poi la legge.

L’Aula ha poi affrontato il ddl 445/A sul comparto ovino, illustrato dal presidente della commissione Agricoltura, on. Lotto. «In questi mesi il Consiglio regionale si è occupato più volte della crisi dell’allevamento sardo e il crollo del prezzo del latte. La situazione si sta aggravando ma il Consiglio e la Giunta intendono dedicare la massima attenzione a questo comparto, perché ci sia un rilancio vero del comparto agropastorale ma in generale dell’agroalimentare. Per questo chiedo un voto celere al provvedimento».

Per l’on. Deriu (Pd) «in Sardegna due fatti storici del diciannovesimo secolo hanno provocato l’attuale situazione: la fine del sistema feudale e la guerra doganale con la Francia che ha portato gli industriali del pecorino nell’Isola. Così è cambiato l‘assetto proprietario delle terre, che non sono state più coltivate ma sono diventate pascolo. Questa è ancora la situazione della Sardegna. E’ arrivato il momento di una riforma lungimirante per riequilibrare il comparto agricolo con quello zootecnico. Insomma, serve una strategia. Questo ci chiedono gli allevatori, chiedendoci al tempo stesso di sollevare lo sguardo dalle emergenze e dalle fasi congiunturali». 

Secondo l0’on. Giovanni Satta «non tutti i problemi dell’agricoltura sarda sono risolvibili ma il nostro obiettivo è intervenire per tempo e non dopo mesi su queste emergenze. Avevamo ragione noi a dire che i 14 milioni di euro per comprare le rimanenze del formaggio non servivano a nulla. Oggi stiamo assistendo a una crescita del prezzo del latte e a breve sono convinto che il prezzo del latte aumenterà ancora, sulla spinta della richiesta degli industriali. Ecco perché sono contrario a questo provvedimento, anche se qualche agricoltore non sarà d’accordo. Ma la gran parte del mondo agricolo ritiene che questa legge non serva a nulla».

Per l’on . Gaetano Ledda (LaBase – Psd’Az) «tra neve, gelate e siccità in Sardegna negli ultimi sei mesi è successa una catastrofe. Ma non sono in crisi gli industriali: sono in crisi gli allevatori, che producono 250 mila quintali di pecorino romano l’anno per il mercato americano. Ne abbiamo prodotto circa centomila in più nel 2016, perché il prezzo era salito a quasi nove euro al chilo. E’ chiaro che dobbiamo mettere le quote latte, sennò il problema si ripeterà. Il mondo agropastorale è deluso e amareggiato e ve ne accorgerete domani quando saranno a Cagliari».

Per l’on. Piermario Manca (Pds) «ci sono certo delle cose da rivedere in questa legge ma sono convinto che si debba aggredire il problema lavorando con una programmazione strategica. Siamo in ritardo in tutti i pagamenti, liberiamoci dei problemi burocratici».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, commentando i dati emersi dal dibattito sull’andamento ciclico del prezzo del latte, ha sostenuto che «viene fuori una situazione drammatica del nostro sistema produttivo, perché i veri problemi del settore agricolo riguardano una politica che si è occupata più di provvedimenti-tampone che di una visione di prospettiva, mentre anche alcune componenti del sistema hanno lucrato sulla mancanza di liquidità dei pastori». Il provvedimento di oggi, per Dedoni, «è una elemosina intollerabile che gli agricoltori farebbero bene a tirarci in faccia, me compreso, diamo piuttosto mangime per gli animali che è veramente necessario, quanto alla legge meglio riportarla in commissione per una valutazione accurata sulle misure più adatte per venire incontro alle esigenze dei pastori».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Misto) ha definito «sbagliato» l’acquisto del pecorino da distribuire agli indigenti ed anche «offensivo per i pastori, trattati da poveracci che chiedono l’accesso ai contributi per le estreme povertà». «Di conseguenza – ha aggiunto – con questo provvedimento rischiamo ancora una volta di offendere la categoria, mentre la vera chiave è quella dell’accesso al credito per dare gi operatori la liquidità che consente di loro di lavorare». Sarebbe stato molto più utile, ha proposto, «consentire ad ogni pastore di conferire la materia prima ed ottenere in cambio il prodotto trasformato mentre un terzo soggetto dovrebbe occuparsi della commercializzazione; così il pastore diventerebbe imprenditore di se stesso partecipando a tutte le fasi economiche».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha affermato che il messaggio che passa alla società sarda «è che per ottenere qualcosa basta indire una manifestazione ma questo è il fallimento della politica; in altre parole la manifestazione di domani è sacrosanta perché il momento è drammatico ma la società riceve un senso di vuoto e di mancanza di programmazione, una situazione che in qualche modo ripete quanto già accaduto per Forestas, l’Ati Ifras e la sanità ma questo non è il ruolo del Consiglio regionale, che deve invece occuparsi di una politica in grado di costruire e indicare un futuro». «Ad aprile – ha ricordato Rubiu – abbiamo fatto una legge per spendere subito 14 milioni e 5 mesi dopo siamo qui a discutere del perché non li abbiamo spesi, cioè siamo tutti bravi a spendere parole per l’agricoltura come chiave di sviluppo della nostra Regione ma poi non concretizziamo niente». Ora però dobbiamo fare una scelta (imposta dalla Ue), ha avvertito il consigliere, «ma non è una scelta di sostegno alle imprese, è una paghetta o forse una elemosina a parte il fatto che poi bisogna parlare anche del quando perché forse il prossimo agosto saremo allo stesso punto a causa dei cosiddetti tempi tecnici della burocrazia». «Manteniamo tutte le riserve sul provvedimento – ha concluso – ma comunque voteremo a favore».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha detto fra l’altro che «in questa girandola di informazioni che ha caratterizzato il dibattito c’è una vivacità dialettica che fa vedere l’attenzione del Consiglio solo per una parte del problema dell’agricoltura sarda e tuttavia, a questa vivacità, si contrappone il grande silenzio sul tentato scippo del marco pecorino romano dop perché è in atto una vera campagna di aggressione sia sul mercato con prodotti succedanei che sul piano giuridico e commerciale con la richiesta di revoca del marchio alla Ue». «Almeno dal novembre del 2016 – ha ricostruito Congiu – questa campagna, che pure ha coinvolto solo alcuni imprenditori laziali ha visto scendere il campo il Governatore del Lazio Luca Zingaretti e la Coldiretti della Regione, invece qui in Sardegna tutti zitti, invece bisogna intervenire immediatamente in maniera forte e decisa». «Siamo solidali con gli agricoltori e a favore del provvedimento – ha concluso – ma la Regione deve farsi sentire difendendo il suo marchio».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha premesso che «nessuno pensa di risolvere i problemi dell’agricoltura con questa legge che ha bisogno di interventi che peraltro l’assessorato in buona parte sta facendo, però va riconosciuto che si è già voltato pagina con la costituzione organismo inter-professionale che lavora ad una visione unitaria del settore». Nel merito, a giudizio di Cocco, «non si può votare contro questa legge, abbiamo votato ad aprile una legge che stanziava 14 milioni per destinare il formaggio in eccedenza agli indigenti e poi è stato adottato un nuovo schema per i contributi de minimis e la Giunta incrementa le risorse a disposizione con altri 3 milioni;  per questo è un intervento-tampone che però va fatto, senza dimenticare che per l’agricoltura sono in arrivo altri fondi, dal fine-ciclo delle bestie ai danni per le calamità naturali, dai fondi Argea alle cerealicoltura per una cifra complessiva superiore ai 60 milioni, sono cifre importanti di cui si può parlare a testa alta anche alla manifestazione di domani».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che «la crisi dell’agricoltura è l’emblema del fallimento delle politiche regionali di questa legislatura, dal flop dei bandi del Psr alle risorse che non si riuscirà a spendere». «Il problema del prezzo del latte non nasce oggi – ha ricordato – però è davvero strano che la Sardegna, Regione leader del mercato, sia sempre la più esposta ai processi di instabilità, cosa che non accade negli altri Paesi del Mediterraneo e che costituisce una grande anomalia rispetto ad un contesto internazionale favorevole per il prodotto-latte ed aumenterà la domanda». «Di fronte a questa crisi – ha continuato il vice capogruppo di Forza Italia – servono soluzioni strutturali e non i soliti pannicelli caldi che ci propone il governo regionale, non si vedono segnali di una inversione di tendenza e forse domani qualcuno dirà che si è fatto qualcosa ma è evidente che siamo di fronte ad una assoluta mancanza di strategia, per cui non possiamo che essere contrari».

A nome della Giunta l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, dopo aver ringraziato il Consiglio per la velocità con cui ha consentito l’esame della legge, ha detto che «certamente il mondo agro pastorale sardo è in difficoltà come sistema e i 14 milioni servono per aiutare i pastori come avevamo sostenuto in sede di organismo inter-professionale che, autonomamente, ha poi deciso in modo diverso ma all’unanimità». Tuttavia, a suo giudizio, «è sbagliato considerare il provvedimento come di sola emergenza perché c’è anche una componente strutturale, rappresentata dall’obbligo di comunicare le produzioni aprendo la strada alla buona programmazione ed alla diversificazione evitando gli eccessi di offerta». «Per quanto riguarda le calamità naturali – ha precisato Caria – siamo stati i primi ad ottenere dallo Stato la procedura di emergenza che ci ha dato la possibilità sia di attingere dal fondo nazionale che di accedere a percorsi collaterali come sospensione dei muti agrari e dei contributi previdenziali». «Sempre nel campo degli interventi strutturali – ha aggiunto l’assessore – la Giunta ne sta portando avanti molti, dal ciclo dell’acqua alla banda ultra larga e quest’anno avremo complessivamente 24 milioni in più, sul sistema dei pagamenti siamo fra le prime Regioni d’Italia avendo erogato 215 milioni nel 2016 ed 81 nel 2017, altri fondi del Psr arriveranno fra breve nelle casse delle aziende ed oggi approveremo in Giunta due delibere in materia di cereali e grano duro». «C’è quindi una risposta significativa della Regione anche se parziale – ha concluso Caria – e siamo fortemente impegnati sia nella difesa dei nostri marchi a tutela dei produttori sardi, che alla revisione del Psr per trasformarlo da strumento di sostegno ad occasione di sviluppo, anzi sarà questa la vera scommessa del futuro».

Dopo l’intervento dell’assessore sono iniziate le dichiarazioni di voto.

Antonio Gaia (Cps), favorevole, ha parlato di «provvedimenti positivi anche se non bastano; il problema è molto sentito però occorre incidere in modo radicale sulla cultura dell’impresa agricola per impostare un nuovo programma di rilancio».

Piermario Manca (Pds), favorevole, ha condiviso la sostanza delle dichiarazioni dell’assessore auspicando una revisione del Psr. Quanto però ai risultati della gestione, secondo Manca ci sono inefficienze «sui bandi infrastrutturali per 160 milioni che sono ancora bloccati e siamo l’ultima Regione in Italia».

Alessandro Collu (Pd), favorevole, ha riconosciuto che calamità naturali e ritardo nei pagamenti hanno avuto una forte incidenza sulla crisi dell’agricoltura sarda osservando però che «il crollo del prezzo del latte è stato determinato da una bolla di sovra-produzione e questa non è certamente colpa della Regione, del resto anche le leggi prevedono una penale per questi casi ma molto probabilmente è troppo bassa».

Sempre per il Pd Gianmario Tendas ha ricordato che «nel confronto in commissione con le organizzazioni di categoria è stato messo l’accento sulla necessità di una nuova strategia per superare i problemi strutturali dell’agricoltura sarda, i cui protagonisti del sistema sono spesso in lotta fra loro, ora c’è l’organizzazione inter-professionale ma c’è ancora molto da fare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, favorevole, ha valutato positivamente l’operato della Regione a difesa del marchio del pecorino romano, ma ha ipotizzato una strategia molto più profonda e pericolosa che ha portato alla richiesta di revoca del marchio in sede UE nei confronti della quale «bisogna mantenere una attenzione altissima».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha ribadito la sua posizione contraria, chiarendo che «non stiamo processando la Giunta ma cercando soluzioni per l’agricoltura sarda, confermo che ad aprile il provvedimento aveva un senso, oggi non più perché è solo una elemosina, uno spreco di soldi pubblici».

Il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto, partendo dall’«importanza» del dibattito, si è detto d’accordo con Congiu sulla difesa forte del marchio e la valorizzazione degli altri marchi di qualità ed ha difeso i risultati dell’azione della Regione in materia di pagamenti «nei quali non siamo al meglio ma sicuramente siamo più efficienti rispetto a settori artigianato e commercio». «Definire l’utilizzo dei 14 milioni uno spreco – ha concluso – è molto sbagliato anche perché è stata una richiesta del mondo agricolo; ora andiamo avanti su basi nuove muovendoci a 360 gradi».

Daniele Cocco (Art. 1 – Sdp), favorevole, ha ricordato che «il provvedimento di aprile fu una scelta precisa di larghi settori del Consiglio e di tutto il mondo agricolo, così come tutti parlammo di traguardo storico per la nascita dell’organismo inter-professionale dal quale oggi sembra vogliamo prendere le distanze; quanto ai soldi, quelli non spesi oggi non sarebbero spesi nemmeno domani».

Al termine dell’intervento di Cocco il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge ed iniziato la discussione sull’art. 1.

Hanno preso la parola i consiglieri Giovanni Satta e Gaetano Ledda (Misto) ed il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni che hanno ribadito la loro posizione contraria, mentre per il Pd Antonio Solinas e Franco Sabatini hanno confermato il voto favorevole.

L’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, intervenuto per alcune precisazioni, ha affermato che «i bandi infrastrutturali sono stati rallentati per una serie di problemi ai modelli applicativi ma il lavoro sta andando avanti, mentre piuttosto è emerso che nell’80% dei casi le pratiche non erano complete e comunque la settimana scorsa è stato pubblicato il primo elenco delle domande, evitando il rischio di restituire risorse». «I numeri – ha ribadito Caria – dicono che per quanto riguarda i pagamenti siamo fra i primi in Italia; quanto poi alla proposta di distribuire mangimi sarebbero serviti 40 milioni restando comunque obbligati a rispettare un tetto di 5.000 euro, per cui in questa fase quello che abbiamo fatto è l’unico provvedimento possibile, oltre che condiviso, senza dimenticare che stiamo mettendo a punto strumenti (anche finanziari) a sostegno del sistema per abbattere i costi del credito e che la Giunta sta producendo uno sforzo molto significativo per l’agricoltura, lo diremo domani ai pastori nell’incontro con i capigruppo parlando delle loro richieste che, in realtà, sono state recepite all’80%».

Al termine dell’intervento dell’assessore, il Consiglio ha approvato l’art.1 integrato da un emendamento della Giunta che aumenta di 3 milioni di euro la disponibilità finanziaria della legge. Subito dopo sono stati approvati gli altri articoli e la legge nel suo complesso, con 30 voti favorevoli e 12 contrari.

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«I numeri dicono già molto, una copertura finanziaria di 1,3 miliardi per la creazione di 100.000 nuove imprese giovanili, 8.000 in Sardegna sostenute da 100 milioni di euro, ma la regione potrà moltiplicarle attraverso le proprie risorse.» Lo afferma, in una nota, il senatore del Partito democratico Silvio Lai.

«Resto al Sud è uno strumento rivolto complessivamente a circa 4 milioni e mezzo di giovani dai 18 e i 35 anni residenti nelle regioni del mezzogiorno. In Sardegna sono oltre 310 mila i potenziali beneficiari che potrebbero utilizzare questo intervento per avviare nuove imprese e per realizzare idee innovative. La misura, contenuta nel DL mezzogiorno, che in queste ore sarà esitato dal Parlamento in maniera definitiva, rappresenta dunque un’opportunità da cogliere ma anche una risposta concreta al problema dell’abbandono dei giovani del sud che anche nella nostra regione ha purtroppo un impatto molto forte – aggiunge Silvio Lai -, componente della commissione bilancio al Senato.»

«Quando in commissione bilancio abbiamo esaminato e discusso il testo del disegno di legge nella parte dedicata a “Resto al Sud” abbiamo da subito creduto nelle potenzialità di questo intervento applicato in Sardegna e lavorato per migliorarlo grazie ad alcuni emendamenti che hanno innalzato da 40 a 50.000 euro il finanziamento di ogni intervento e esteso al turismo, ai servizi e alla pesca la possibilità d’impresa – sottolinea ancora Silvio Lai -. Ora la norma si configura come un finanziamento rivolto a giovani dai 18 ai 35 anni, 50 mila euro è la somma che potrà essere erogata per ogni singolo richiedente fino ad un massimo di 250mila euro in caso di forme associate d’impresa con almeno cinque beneficiari. Di questi il 35% a fondo perduto e la restante parte da restituire in 8 anni senza interessi.»

«Penso, dunque, ai tanti giovani che operano o vorrebbero operare nei settori dell’artigianato, dell’agricoltura e della fornitura di servizi, settori che nella nostra isola vantano tradizioni che possono essere ulteriormente valorizzate e stimolate da un intervento di questo tipo. Come ho già detto in aula nel mio intervento in occasione dell’approvazione del DL si tratta di una misura sperimentale ma che se dovesse, come credo, dare risultati positivi può e deve essere stabilizzata per il futuro. In tutto sono disponibili 1.250 milioni di euro dal Fondo per lo sviluppo e la coesione. In sede di discussione è stata introdotta, su proposta dei senatori sardi (con me Cucca, Angioni e Uras), una norma innovativa che consente alle regioni di integrare le risorse per finanziare, secondo una graduatoria regionale, quelle imprese i cui progetti sono stati selezionati ed approvati ma non dovessero trovare copertura nei fondi nazionali. In questo modo potranno essere più degli 8.000 previsti i giovani sardi che si misurano con una nuova impresa e si cancelleranno i tempi burocratici che normalmente accompagnano questi bandi. Secondo la norma sarà Invitalia, la società del Mise a realizzare l’istruttoria, in tempi brevi e con una efficacia nota: solo il 5% dei progetti d’impresa approvati da Invitalia non regge alla prova del mercato. In definitiva – conclude Silvio Lai – credo che Resto al Sud possa anche in Sardegna ottenere il duplice risultato di rilanciare la nostra economia e di mantenere o richiamare in Sardegna giovani intelligenze che vogliono fare impresa.»

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Sin dal principio della nostra lunga vertenza è stata questa RSU a sostenere, non solo con le parole ma con i fatti, che coloro che per primi, per giustizia sociale, avrebbero dovuto riavere il proprio posto di lavoro, erano i lavoratori delle imprese d’appalto. Una posizione netta e mai cambiata nel tempo, sottolineata dai fatti (vedi riapertura servizio mensa interna, con il 100% dei lavoratori storici che hanno ripreso a lavorare) e da un documento di proposta che rendiamo pubblico. Il documento in questione è stato inviato alla FULC del Sulcis Iglesiente nel mese di “Aprile 2015” e che la FULC ha giustamente rigirato alle segreterie dei metalmeccanici (gli unici che, per delega sindacale, sono deputati ad occuparsi di queste problematiche). Documento che, nello specifico, contiene la netta posizione della RSU in tutela dei lavoratori “Storici” in appalto dello stabilimento e il tentativo, con annesso suggerimento, per ridurre al minimo la possibilità di situazioni ambigue e difficilmente controllabili, di strumentalizzazioni e/o di sfruttamento del disagio dei lavoratori ed esasperazione derivata dalla mancanza del lavoro. Una situazione prevedibile con lungo anticipo, che questa RSU ha previsto e che doveva essere anticipata come da nostro suggerimento, col fine di evitare la “guerra tra poveri”. Il suggerimento fatto dalla RSU Eurallumina riguardava la semplice preparazione di una lista che riportava l’elenco dei lavoratori cosiddetti “Storici” (con specificato: azienda di provenienza, mansione, specializzazione, ecc. ecc.), lista dalla quale avrebbero dovuto attingere le imprese che si accingevano ad eseguire lavori di manutenzione nello stabilimento. «Questo ad oggi non è stato fatto e non se ne conosce la motivazione».

Nella riunione odierna della RSU, presente in fabbrica dalle 8.00 della mattina per fare il punto sulla vertenza e programmare le azioni da svolgere nei prossimi giorni, si è ribadito che, se nella procedura autorizzativa necessaria per dare il via agli investimenti mirati alla ripartenza della fabbrica, si fosse tenuto fede alla tempistica specifica ed inizialmente prevista, oggi (mese di agosto 2017), avremmo avuto in fabbrica la presenza di 240 (duecentoquaranta) lavoratori delle imprese d’appalto, tra carpentieri/montatori, saldatori, tubisti ed elettro-strumentali, numeri che avrebbero permesso l’assorbimento di tutti i lavoratori storici, lasciando lo spazio anche per nuove assunzioni. Ma la situazione attuale, relativamente alle presenze dei lavoratori in fabbrica, nonostante sia nettamente migliorata nel tempo (presenza in fabbrica imprese d’appalto : 2010 – 12,41 uomini/giorno 2016 – 32,19 uomini/giorno) è ancora insufficiente, proprio perché la vertenza non è ancora conclusa e per la quale stiamo ancora lottando. In qualsiasi caso, la soluzione prospettata dalla RSU Eurallumina, anche se con enorme ritardo, è ancora valida e può comunque essere messa in pratica: «Che si prepari, per giustizia sociale (con la partecipazione degli stessi lavoratori) l’elenco dei “Lavoratori storici”, che si consegni all’ ufficio competente per il rapporto con le Imprese di Eurallumina e alle singole Imprese che nello stabilimento lavorano».

Da tutto questo si evince però, che la sola ed unica strada che ci divide dal riottenere la piena occupazione per tutti, diretti e appalti, è la chiusura positiva della vertenza, ormai alle battute finali, per la quale stiamo lottando da più di 8 anni, lotta che non si è mai interrotta e che proseguirà anche nei prossimi giorni.

RSU Eurallumina

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Abbanoa ha diffuso una nota per chiarire il caso dell’utenza slacciata ad un cittadino di Sorso che questa mattina, per protesta, a Sassari, ha scatenato un principio di incendio di fronte agli uffici di Abbanoa. L’uomo, 56 anni, sposato, due figli, ha sostenuto di aver già pagato quanto richiesto.

«Ventotto bollette mai pagate dal 2008 a oggi, un debito accumulato di circa 2.900 euro, nessun reclamo o piano di rientro presentato, ben 7 solleciti inviati nel corso degli anni che preannunciavano l’interruzione della fornitura: è questa la situazione emersa relativamente al cliente che stamattina si è fatto protagonista di un’azione dimostrativa davanti agli sportelli di Abbanoa a Sassari.»

«Dopo gli accertamenti delle forte dell’ordine il cliente, accompagnato dalla polizia, è stato ricevuto negli uffici di via Principessa Jolanda. Al cliente è stata illustrata la procedura per regolarizzarsi, necessaria per arrivare alla riattivazione della fornitura idrica – prosegue la nota -. Abbanoa, in questo come negli altri casi, offre tutti gli strumenti per venire incontro a situazioni di difficoltà economiche. Abbanoa fornisce infatti qi clienti che intendono regolarizzarsi il supporto necessario per mettersi in regola: con la presentazione di un reddito Isee certificato inferiore ai 7mila euro è previsto un piano di rientro di 60 rate e il pagamento di un anticipo di 100 euro per avere la riattivazione dell’utenza. Non solo: sempre per i clienti con redditi bassi è prevista anche una specifica tariffa agevolata: la “no tax”.»

«Inoltre, già dall’anno scorso è stato istituito il bonus idrico che viene erogato dai Comuni proprio a copertura dei mancati pagamenti delle bollette da parte delle persone in difficoltà.  Uno strumento in più – conclude la nota di Abbanoa – gestito dai Comuni per i casi di estrema difficoltà.»

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E’ un disastro senza precedenti quello provocato dall’incendio sviluppatosi ieri sera e per tutta la notte nei boschi di Gonnasfanadiga ed Arbus. Una stima precisa della superficie interessata dal disastro non è stata ancora fatta ma si tratta sicuramente di diverse migliaia di ettari. Nelle operazioni di spegnimento, rese difficilissime dalle temperature elevatissime e dal forte vento, sono intervenuti tre Canadair e sei elicotteri della flotta regionale. I detenuti della Colonia penale di Is Arenas, nel territorio di Arbus, sono stati costretti a trascorrere la notte in spiaggia, controllati dagli uomini della Polizia Penitenziaria, con le motovedette di Capitaneria di porto, Carabinieri e Guardia di finanza che monitoravano la zona in mare. Questa mattina il personale e gli ospiti dalla Colonia penale sono rientrati nelle camere.

Ci sono stati momenti di paura anche in alcune strutture turistiche della zona minacciate da vicino dalle fiamme e sono stati evacuati anche degli agriturismi.

Il bilancio del rogo è tragico, sia per la devastazione del patrimonio boschivo, sia per i numerosi capi di bestiame che sono stati arsi vivi, impossibilitati a mettersi in salvo per la vastità della superficie investita dalle fiamme.

L’incendio di ieri aggrava sensibilmente il già drammatico bilancio degli incendi estivi in Sardegna. Tra giugno e luglio sono divampati 2.150 roghi, 620 in più rispetto allo stesso periodo del 2016, quando furono 1.530, come riporta il dossier della Coldiretti Sardegna.

La fotografia allegata, nella quale si vedono diversi capi di bestiame arsi vivi tra le fiamme, è tratta da uno dei filmati realizzati stamane in diretta dal deputato Mauro Pili, che ha seguito fin dalle prime fasi gli sviluppi dell’incendio, pubblicando un dettagliato reportage su facebook.