23 April, 2024
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Confartigianato: «Volano le assunzioni under 30 in Sardegna con contratto di apprendistato: +56,2% rispetto al 2016».

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Nei primi 5 mesi del 2017 gli assunti under 30 con contratto di apprendistato sono stati ben 923, il 56,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2016, percentuale che pone l’Isola al primo posto in Italia per incremento.

Il risultato emerge dal rapporto sul “Lavoro e precariato” realizzato dall’Osservatorio per le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna su fonte INPS, dal quale si capisce anche come l’apprendistato regionale sia stato caratterizzato da 529 assunzioni nel 2015 e 591 nel 2016, con una crescita dell’11,7%.

A livello nazionale, in dieci regioni le nuove assunzioni con contratto di apprendistato aumentano di almeno il 30% nei primi cinque mesi del 2017 rispetto a un anno prima: dopo la Sardegna (+56,2%), troviamo la Puglia (+54,5%), il Friuli-Venezia Giulia (+48,3%), le Marche (+37,2%), la Basilicata (+35,2%), la Campania (+33,7%), il Lazio (+33,0%), la Calabria (+32,8%), la Lombardia (+31,4%) e l’Emilia Romagna (+31,3%). L’unica regione che registra una flessione è la Sicilia (-10,0%).

«Questo contratto è un canale privilegiato di accesso dei giovani al mercato del lavoro – spiega il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi – rivolto ai lavoratori tra i 15 e i 29 anni, che si concretizza con l’apprendimento pratico e tecnicoprofessionaleE’ necessario ripartire dall’apprendistato per offrire risposte efficaci alle imprese e per preparare, concretamente, i giovani. E’ utile ricordare che in Italia l’elevata pressione fiscale contribuisce a un’alta tassazione del lavoro – conclude Antonio Matzutzi -: il cuneo fiscale sul costo del lavoro dipendente è pari al 47,8%, di 11,8 punti superiore alla media dei paesi avanzati (36,0%). E necessario un impegno comune di tutte le forze politiche per ridurlo.»

Ma i numeri sull’occupazione giovanile in Sardegna dicono anche come nel 2016 si siano contati 105 mila occupati tra i 24 e i 35 anni, 91 mila in meno rispetto al 2006, anno in cui se ne contavano 196 mila, e 9 mila in meno rispetto all’anno precedente (2015), anno in cui se ne contavano 114 mila. Rispetto a 10 anni fa nel 2016 è restato elevato il tasso di disoccupazione (42,0%), più alto di 18,7 punti rispetto a quello registrato nel 2006 (23,4%) e la quota di Neet, giovani che non studiano e non lavorano, (24,2%) maggiore di 6,3 punti rispetto alla quota rilevata nel 2006 (30,5%). Dal 2014 è in atto un’inversione di tendenza della dinamica del tasso di disoccupazione e del peso dei Neet: il primo rispetto a tre anni fa risulta inferiore di 2,2 punti e il secondo di 3,7 punti.

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