19 April, 2024
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Una decina di focolai, un centinaio di pecore infette e molti animali morti: sono i numeri drammatici dell’epidemia di lingua blu che sta flagellando il Sulcis Iglesiente. La paura è che possa ripetersi la tragedia del 2013, che ha visto la perdita di oltre 2.500 capi ovini e messo in ginocchio l’intero settore agro zootecnico. La grave emergenza ha per ora colpito aziende dìelle campagne di Musei, diversi allevamenti presenti a Sant’Anna Arresi e un’attività nei poderi di Villamassargia. Diversi casi sono stati riscontrati anche a Narcao, Iglesias, Villaperuccio e Santadi.

«E’ necessario scongiurare il diffondersi del morbo e salvaguardare l’intero patrimonio agrozootecnico del territorio – denuncia in un’interrogazione il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale Gianluigi Rubiu -. E’ in gioco la sopravvivenza di un comparto strategico dell’economia regionale. Negli allevamenti interessati è subito scattata la profilassi contenitiva, ma in tutte le aziende del Sulcis Iglesiente è necessario porre in essere le precauzioni volte ad evitare l’aggravarsi dell’epidemia sul territorio. Sarebbe opportuno adottare tutte le contromisure a disposizione. Auspichiamo che la Regione possa attivarsi immediatamente per snellire il sistema burocratico degli indennizzi, rendendo immediatamente disponibili le somme stanziate in favore delle aziende, i cui capi siano stati colpiti dal morbo della lingua blu. E’ inoltre opportuno che la Assl di Carbonia non sottovaluti i primi segnali della recrudescenza del virus e si attivi per far conoscere lo stato del monitoraggio effettuato nelle aziende, delle sintomatologie cliniche e eventualmente i casi di positività rilevati nelle greggi prese a campione. E’ necessario – conclude Gianluigi Rubiu – far conoscere alle aziende le procedure per ottenere i risarcimenti.»

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La ricerca è rivolta a giovani diplomati in tutta Italia ma ovviamente potranno partecipare anche i laureati, compresi quelli con lauree triennali. Sono le assunzioni per postini in Poste Italiane le cui candidature scadono il 6 novembre. L’ultimo avviso di candidatura c’era stato appena due mesi fa. Ora l’azienda apre a nuove selezioni per diplomati. La figura professionale ricercata è sempre quella del portalettere. Le assunzioni avverranno in tutta Italia con contratto a tempo determinato a decorrere da novembre 2017, in relazione alle specifiche esigenze aziendali sia in termini numerici che di durata. Inoltre potrà ricandidarsi anche chi ha aderito ad un precedente avviso senza essere stato contattato.

L’avvio dell’iter di selezione viene anticipato da una telefonata… 

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_poste.html .

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Nell’ambito delle iniziative previste per la settimana sul Diritto all’Apprendimento, si è svolto a Roma il convegno “Dal diritto allo studio al diritto all’apprendimento”, con il patrocinio di Camera e Senato. Il convegno, organizzato e presieduto dalla prof.ssa Vincenza Palmieri – presidente dell’Istituto Nazionale di pedagogia familiare ha raccolto gli esiti di un lavoro decennale volto ad affermare quotidianamente il ruolo fondamentale della Didattica Efficace che permetta di garantire il diritto all’apprendimento, passo ulteriore fondamentale rispetto al basilare diritto allo studio. La prof.ssa Palmieri, dopo aver sollevato dubbi di incostituzionalità in relazione alla legge 170/2010 (posizione già espressa e raccolta nelle sedi istituzionali) dalla cui interpretazione ed attuazione sono discesi i numeri impressionanti che riassumono il proliferare delle diagnosi nella Scuola, ha dichiarato: «Noi diciamo che 190.000 ragazzi sono “troppi, per essere vero”. Ma, a fronte di questo, qualcuno sta affermando che siamo nella media europea e che non sono, a questo punto, neanche tanti perché “quelli veri” dovrebbero essere 350.000. Stiamo assistendo ad una guerra di numeri tra chi dice che sono troppi e chi dice che sono troppo pochi. Ma se fossero anche solo dieci, o uno, questo renderebbe meno grave il fatto? Una violenza, anche se fosse isolata, sarebbe comunque inaccettabile. Nessuna base scientifica supporta la legge 170, unica al mondo a essere legge “diagnostica e terapeutica”, pertanto paradossale e funzionale solo alla non conoscenza e al degrado della gioventù e della società».

Al convegno, sono intervenuti la sen. Rosetta Enza Blundo, vicepresidente Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza che ha ricordato alla platea la sua recente interpellanza parlamentare volta a comprendere le criticità dell’implementazione della legge 170 e l’aumento delle diagnosi di DSA nella scuola; l’on. Eleonora Bechis – componente della VII commissione (Cultura, Scienza e Istruzione), che ha parlato della sua recente interrogazione parlamentare sugli abusi di psicofarmaci sui bambini e adolescenti; il dott. Antonio Guidi – neuropsichiatra, già sottosegretario di Stato della Sanità; il dott. Federico Bianchi Di Castelbianco – direttore IdO (Istituto di Ortofonologia) di Roma; la dott.ssa Stefania Petrera – pedagogista familiare, giudice onorario Corte d’Appello di Roma; Francesco De Palma – blogger e docente di Scuola d’Istruzione Secondaria Superiore e Pasquale Critone – consigliere del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. I relatori hanno portato le loro esperienze e competenze ponendo l’accento sulla necessità di rafforzare una didattica efficace invece che la delega ad altri opinabili sistemi.

Interessanti e coinvolgenti la partecipazione e le testimonianze di studenti INPEF e pedagogisti familiari ANPEF, in particolare Valentina, che ha raccontato come ha aiutato il fratello minore a superare le difficoltà scolastiche togliendolo dal percorso medicalizzante a cui sembrava destinato.

La professoressa Palmieri ha concluso ricordando le giornate di didattica efficace® del 27 e 28 ottobre presso il Centro Congressi “Roma Eventi Fontana di Trevi”, Sala Leopardi, dove i partecipanti potranno sperimentare direttamente che cosa si intende con Diritto all’Apprendimento attraverso attività di laboratorio.

 

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Terza sconfitta per la VBA/Olimpia Sant’Antioco, nella terza giornata del girone F del campionato di serie B di volley maschile. La squadra di Tony Bove è stata battuta per 3 set a 0 dalla Roma Volley (26 a 24, 25 a 18, 25 a 22), unica formazione potenzialmente a punteggio pieno, avendo fin qui vinto per 3 a 0 entrambe le partite disputate e già osservato il proprio turno di riposo in un girone composto da 13 squadre. La VBA/Olimpia non ha demeritato, cedendo il primo set dopo una dura battaglia e, dopo un secondo set più squilibrato a favore della formazione capitolina, ha retto ancora il confronto nel terzo set, annullando tre set point sul 19 a 24, prima di arrendersi definitivamente.

Le altre due squadre sarde, Pol. Sarroch e Cus Cagliari Sandalyon, hanno confermato il buon avvio di stagione, imponendosi rispettivamente sul Vesuvio Cimitile per 3 a 0 (25 a 17, 25 a 16, 25 a 20) e sulla Lazio Pal. G. Castello per 3 a 2 (25 a 16, 18 a 25, 21 a 25, 25 a 20, 15 a 9). La Pol. Sarroch ora guida la classifica con 8 punti, appaiata al Volley Marcianise, mentre il Cus Cagliari Sandalyon, per la terza volta in campo per 5 lunghi set (sconfitta all’esordio, ha vinto le ultime due partite), viaggia a metà classifica.

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Il prestigioso trofeo “Guido Sieni judo cup 2017” va alla “rappresentativa A della Liguria” che ritorna a casa con un bottino di 62 punti, 4 ori, 2 argenti e 1 bronzo. Si è chiusa con un successo la terza edizione della manifestazione che riporta a Sassari l’arte marziale del maestro Jigoro Kano. Quest’anno la competizione era riservata agli esordienti B (13-14 anni) e ai cadetti (da 15 a 17 anni), maschili e femminili.

Sui quattro tatami del PalaSantoru ieri si sono alternati 250 atleti provenienti dalla Sardegna e da sei regioni della penisola, Sicilia, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Liguria.

Nella classifica a squadre il secondo posto è andato alla “rappresentativa A della Sicilia”, con 58 punti, 3 ori, 2 argenti e due bronzi, mentre il terzo posto sul podio è andato alla Scuola Judo Ceracchini (B) di Cagliari che è tornata a casa con 56 punti, 3 ori, 2 argenti e 1 bronzo. Il Centro sportivo Guido Sieni, sui tatami con due squadre, ha chiuso al nono posto con il team A che nel carniere ha messo 1 oro, 1 argento e 3 bronzi, quindi al sedicesimo con la formazione B, con 1 oro e 1 bronzo.

«Questa edizione – ha detto l’organizzatore Stefano Urgeghe – si presenta in crescita, da una parte perché ha coinvolto una fetta numerosa di giovani speranze della disciplina, dall’altra perché ha ottenuto l’adesione di alcune tra le più quotate società sportive della penisola». E sono state queste a schierare tra i giovani in squadra atleti che, agli ultimi campionati nazionali, hanno conquistato medaglie d’oro, d’argento e di bronzo.

Per i giovani sardi un’occasione imperdibile di confronto con gli atleti d’oltre Tirreno, una opportunità da cogliere al volo, senza le spese e i sacrifici che comportano le trasferte nella penisola.

Il Centro sportivo “Guido Sieni” ha fatto scendere sui tatami una folta pattuglia di judoka. Tra gli esordienti B la squadra sassarese ha schierato Maria Vittoria Santoni che ha conquistato un oro, quindi Marco Battino e Salvatore Boi ciascuno con un bronzo.

Tra i cadetti, hanno calcato i tatami Mattia Saiu che ha portato a casa un oro, Lorenzo Piras un argento quindi un bronzo ciascuno per Andrea Spano e Mario Piu. Hanno chiuso la loro gara giù dal podio, ma con una prestazione soddisfacente, Carlo Fusco, Matteo Virgilio, Martina Piu, Carlo Santoni e Daniele Mele.

A premiare gli atleti sul podio il presidente regionale della Fijlkam Gavino Piredda e gli assessori comunale delle Politiche giovanili e sport, Alba Canu, quindi all’Ambiente, Fabio Pinna, e il delegato dell’assessorato regionale allo Sport Dario Cuccuru.

La terza edizione ha ricevuto il patrocinio del comune di Sassari, dell’assessorato regionale allo Sport, del Consiglio regionale, del Coni e della Fijlkam che, oltre al presidente regionale, ha garantito la presenza anche del vicepresidente Efisio Mele e del commissario tecnico regionale Paolo Scanu.

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A Torino il Cagliari ha sciupato una favorevole occasione per conquistare punti ed allungare ulteriormente, dopo la vittoria sul Benevento, verso posizioni di classifica più tranquille. Dopo essere riusciti a sbloccare il risultato poco dopo la mezz’ora del primo tempo con un gran goal di Nicolò Barella, i rossoblu di Diego Lopez hanno avuto subito l’opportunità per raddoppiare ma non sono riusciti a concretizzarla e poco dopo, al 40′, hanno subito il goal del pareggio siglato da Iago Falque. In avvio di ripresa il Torino ha spinto sull’acceleratore alla ricerca del goal del vantaggio, centrandolo con il neo entrato Obi (lo stesso ex giocatore dell’Inter poco prima aveva colto un palo) e nel finale al Cagliari non è bastata una reazione coraggiosa, alimentata da alcuni innesti freschi dalla panchina, per riagguantare il pareggio che sarebbe stato tutt’altro che immeritato per quanto fatto dalle due squadre.

La vittoria riporta serenità in casa Torino e stabilizza la posizione di Sinisa Mihajlovic, in dubbio alla vigilia dopo gli ultimi risultati negativi. Il tecnico serbo ora conta molto sulla crescita di Andrea Belotti, rientrato senza brillare dopo un’assenza per infortunio nelle ultime tre giornate.

«Abbiamo tanti rimpianti – ha commentato a fine partita Diego Lopez -. Sapevamo che avremo trovato una squadra arrabbiata che veniva da un risultato negativo. Siamo venuti qui cercando di fare la partita, consapevoli di poter fare il risultato. Dopo il gol di Barella avremmo dovuto chiudere la partita, abbiamo sbagliato molto sul piano tecnico, specie sulle ripartenze: è qui che dobbiamo migliorare perché la squadra è forte e può fare meglio sotto questo aspetto. Secondo me oggi abbiamo perso 3 punti.»

«Abbiamo dato la sensazione di essere una squadra compatta e costruito diverse situazioni pericolose dove avremmo potuto fare gol, sul campo di un avversario di qualità come il Torino – ha aggiunto Diego Lopez -. In serie A non concedono molte occasioni, quelle che ti danno devi sfruttarle. Nel primo tempo siamo stati più lucidi, abbiamo tenuto l’ordine, ma dobbiamo migliorare la corsa e l’intensità. Ho tolto Barella perché aveva fatto le altre due partite, in quel momento c’era necessità di forze fresche e poi era in diffida.»

Domenica 5 novembre, alla Sardegna Arena, arriva il Verona, un’altra sfida con una diretta concorrente per la salvezza, da vincere ad ogni costo.

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I portavoce del “Comitato riconversione RWM” Cinzia Guaita ed Arnaldo Scarpa hanno partecipato alla Settimana Sociale dei Cattolici italiani, invitati dal vescovo di Iglesias, in quanto impegnati per la dignità del lavoro.

Giovedì il comitato organizzatore ha ascoltato per oltre un’ora Cinzia Guaita sulla questione della RWM e delle ipotesi di riconversione.

Papa Francesco nel messaggio inviato al convegno nel pomeriggio ha detto testualmente: «Non tutti i lavori sono “lavori degni”. Ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori» ed il presidente della Settimana sociale Filippo Santoro, vescovo di Taranto, ha ripreso il discorso del Papa, facendo riferimento alla fabbrica di Iglesias.

«Il comitato organizzatore del convegno – dice Arnaldo Scarpa – ha fatto a Paolo Gentiloni 4 proposte a nome dell’assemblea ma in nessuna figura la questione delle armi o del modello di difesa. Con un gruppo variegato di delegati alla Settimana Sociale abbiamo allora pensato di scrivere una lettera aperta al presidente Paolo Gentiloni con una chiara condanna dell’operato del Governo e del Parlamento e con la richiesta di adoperarsi per l’interruzione della produzione e dell’invio di armi ai sauditi. Verrà firmata ancora all’interno della Settimana Sociale alla Fiera di Cagliari e poi verrà diffusa sui media.»

Di seguito il testo integrale.

SETTIMANA SOCIALE DI CAGLIARI 2017 – LETTERA APERTA AL PRESIDENTE GENTILONI

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha fatto visita sabato 28 ottobre 2017 alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani di Cagliari, dedicata al lavoro libero, creativo, solidale e partecipativo, prima di partire per un viaggio che lo condurrà, fino al primo novembre, in India, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar.

Il lavoro di progettazione, di produzione di vendita e anche di supporto logistico delle armi e in particolare delle bombe d’aereo prodotte in Sardegna, a pochi chilometri dalla sede del convegno e vendute proprio ai sauditi che il premier incontrerà nei prossimi giorni, non è un lavoro libero, anzi viene nascosto. Non è per niente creativo, lontano da chi ne intasca i profitti ed indifferente verso chi ne subisce gli effetti. E’ un lavoro che non può essere partecipativo ma può essere scaricato facilmente sui territori più poveri e ricattabili. Ed è un lavoro violento, di una violenza inaudita, ingiusta e distruttiva anche  delle relazioni civili.

Quanto di più distante da tutto ciò che si può definire solidale… quanto di più lontano dal dettato costituzionale dell’art. 11 e dagli impegni necessari per la salvaguardia della Repubblica e della democrazia.

Il Governo italiano e la maggioranza del Parlamento hanno espresso finora una imbarazzante indifferenza verso la banalità del male ma esiste una coscienza che resiste nella società e che chiede una riconversione integrale dell’economia. Voce che ha bisogno di sostegno per non cedere al ricatto di chi oppone bombe al lavoro e alla vita.

Come ci ha ricordato Papa Francesco, «ci sono lavori che umiliano la dignità delle persone, quelli che nutrono le guerre con la costruzione di armi, che svendono il valore del corpo con il traffico della prostituzione e che sfruttano i minori».

Il mercato disumano da lui denunciato produce la globalizzazione dell’indifferenza ponendo in collegamento il territorio del Sulcis Iglesiente, costretto a subire gli effetti di politiche industriali disastrose, con il Paese più povero del Golfo Persico dove la guerra colpisce la popolazione civile con bombardamenti che non si fermano neanche davanti agli ospedali.

A partire dal ripudio della guerra affermato nella Costituzione, come cittadini della Repubblica e partecipanti alla Settimana sociale, in linea con il metodo di accompagnare la denuncia alla proposta, in un percorso che comincia da Cagliari riteniamo doveroso adoperarci per chiedere l’applicazione integrale della legge 185/90, frutto della lotta dei lavoratori che, nel nostro Paese, si sono opposti alla produzione e vendita di armi alle Nazioni in guerra e che vieta il trasferimento e la vendita di armi ai paesi in guerra.

Crediamo che il massimo rappresentante del Governo italiano sia in grado di poter ricevere, oltre le istanze già presentate, una nostra esplicita richiesta pubblica di adoperarsi per fermare immediatamente l’invio di quegli ordigni, impiegati dai sauditi nella guerra in Yemen, definita dall’Onu la più grave emergenza umanitaria dal 46 ad oggi ed un’altrettanto immediata azione del Governo per la riconversione della fabbrica a produzioni civili, con piena salvaguardia dell’occupazione.

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Si è concluso intorno alle 19.00 l’intervento dei tecnici del Servizio regionale del Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna per il recupero di un turista in difficoltà durante un’escursione nella zona di Masua.

L’uomo (C.O., 65 anni) stava percorrendo il sentiero che da Masua porta a Cala Domestica, quando si è separato dal gruppo, in cui erano presenti anche dei bambini, perdendo il senso dell’orientamento.

Verso le 16.00, raggiunte le macchine, i compagni, rendendosi conto della sua assenza, hanno immediatamente allertato il 118 per richiedere aiuto.

Quattro dei tecnici del turno ESA (turno di guardia attivo) e 7 delle stazioni di Cagliari e Medio Campidano sono prontamente intervenuti avviando le ricerche dell’escursionista che, intanto, si era avviato lungo il sentiero, unendosi ad un altro gruppo accompagnato da una guida.

Raggiunto il parcheggio, i tecnici del Servizio di Soccorso Alpino hanno offerto tutto il supporto necessario.

Sul posto, sono intervenuti anche i carabinieri di Iglesias.

L’intervento si è concluso intorno alle 19.00.

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Un goal di Claudio Mura realizzato su calcio di rigore al 20′ del secondo tempo ha regalato la vittoria alla San Marco Assemini ’80 nel big match con la capolista Arbus (fino a questo pomeriggio a punteggio pieno), determinando una grande “ammucchiata” al vertice del girone A del campionato di Promozione regionale, con ben 4 squadre racchiuse in un solo punto. Con la San Marco Assemini ’80, impostasi nonostante sia stata costretta a giocare prima in 10 uomini (dal 14′ del secondo tempo), poi in 9 (dal 29′ del secondo tempo), infatti, si sono portate a quota 11 punti, ad un solo punto dall’Arbus, ancora capolista solitaria, anche il Carloforte, passato ad Arzana sul campo dell’Idolo per 2 a 1, con reti di Nicola Lazzaro e Giacomo Sanna, ed il La Palma Monte Urpinu, impostosi sull’Andromeda per 2 reti a 0. A due punti dalla vetta c’è il Seulo 2010, passato al Comunale “Carlo Zoboli” di Carbonia con un rotondo 2 a 0.

Il Carbonia, sceso in campo con il morale alto per la vittoria ottenuta mercoledì ad Arbus in Coppa Italia, ha sbagliato l’approccio alla partita, non dando quasi mai la sensazione di poterla vincere, sfiorando il vantaggio per poi subire il goal su un calcio di rigore dubbio realizzato da Boi nel primo tempo, giocato con un forte vento di maestrale alle spalle. Nella ripresa Andrea Marongiu ha tentato la carta Momo Konatè che ha cercato di scuotere i compagni, andando anche vicinissimo al goal del pari con un tiro che ha sfiorato l’incrocio dei pali. Momo Cosa ha realizzato il goal del pari, annullato per un evidente fuorigioco, poi il Seulo 2010 ha segnato il secondo goal con Mura ed ha chiuso la partita. Per il Carbonia si tratta della terza sconfitta in cinque partite di campionato, bilancio sicuramente inferiore alle attese, che contrasta nettamente con il brillante cammino fin qui tenuto in Coppa Italia, manifestazione nella quale ha eliminato prima il Carloforte poi l’Arbus, rispettivamente seconda e prima in classifica in campionato.

Sugli altri campi, pari senza goal tra Gonnosfanadiga e Siliqua, 2 a 2 tra Arborea e Bari Sardo, 1 a 1 tra Selargius e Sant’Elena Qusrtu e, infine, vittoria esterna – 1 a 0 – per il Vecchio Borgo Sant’Elia sul campo del Quartu 2000.

Mercoledì 1° novembre, nel turno infrasettimanale, il calendario proporrà il derby tra Carloforte e Carbonia. E domenica al Comunale “Carlo Zoboli” tornerà la capolista Arbus. In quattro giorni il Carbonia incontrerà così i due avversari eliminati in Coppa Italia.

                             

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Strepitosa impresa della Dinamo contro la capolista Olimpia Milano, travolta al PalaSerradimigni di Sassari per 90 a 69 (primo tempo 43 a 36). Quella disputata dai ragazzi di Federico Pasquini, contro la squadra più forte del campionato, è stata la classica partita perfetta, dominata dall’inizio alla fine. Per capire fino in fondo la portata dell’impresa della squadra biancoblu, presentatasi alla grande sfida con la squadra dell’ex CT azzurro Simone Pianigiani con il morale a mille, quattro giorni dopo la grande vittoria di Murcia in Champions League, è sufficiente sottolineare come Stipcevic e compagni abbiamo dominato i quattro tempi del match, chiusi tutti in vantaggio (21 a 18, 22 a 18, 25 a 17 e 22 a 16).

La Dinamo è partita a mille, senza farsi intimorire dalla corazzata Olimpia e, trascinata dal talento e dall’energia di Scott Bamforth e dalla concretezza di Darko Planinic, hanno chiuso il primo quarto avanti di tre lunghezze: 21 a 18. Nel secondo quarto, l’Olimpia ha provato a mettere la testa avanti con Arturas Gudaitis ed Abass Abass Awudu, ma la Dinamo ha risposto con un super Achille Polonara, finalmente in forma, William Hatcher ed una difesa attenta, chiudendo il primo tempo avanti di sette lunghezze: 43 a 36.

Nel secondo tempo non c’è stata storia. La Dinamo ha giocato una pallacanestro incredibile, in un PalaSerradimigni caldissimo. Il vantaggio è andato via via dilatandosi, la Dinamo ha chiuso il terzo quarto con un +15, 68 a 53, e l’Olimpia non ha mostrato segnali di reazione neppure nell’ultimo quarto, andando sotto fino al -26 (64 a 90), realizzando gli ultimi 5 punti per il definitivo 90 a 69.

Quattro gli uomini in doppia cifra al termine del match per la Dinamo: uno strepitoso Scott Bamforth ha chiuso con 19 punti, 7 rimbalzi, 4 falli subiti e 5 assist, 28 di valutazione. Serata in grande spolvero per Darko Planinic: il centro croato ha trovato il giusto feeling con il campo incorniciando una prestazione da 17 punti con 6/6 da due e 8 falli subiti, 22 di valutazione. Bene Achille Polonara, un cecchino dall’arco nel primo tempo con 3 su 4 dalla lunga distanza (11 punti, 2 rimbalzi, 15 di valutazione), Shawn Jones (10 punti, 7 rimbalzi) e William Hatcher (11 punti). Menzione speciale per Dyshawn Pierre, bravo a rispondere nei momenti importanti, autore della bellissima stoppata ad Andrea Cinciarini e a referto con 7 punti e 4 rimbalzi, e Levi Randolph: in ombra nei primi 30′ che si è sbloccato nell’ultima frazione (9 punti); fondamentale Rok Stipcevic, alla voce assist, 8, e 3 rimbalzi, con 15 di valutazione nonostante gli insoliti 2 soli punti realizzati dalla lunetta, senza tiri da 2 e 3 punti in 16 minuti giocati.

Per la Dinamo, come sempre, visto il calendario, non c’è tempo per esaltarsi: già da domani la squadra ritornerà a lavorare in vista del prossimo impegno, in programma martedì sera al PalaSerradimigni arriva l’As Monaco, per la quarta giornata di Basketball Champions League.

«Abbiamo preparato la partita per essere molto aggressivi a livello difensivo e direi che abbiamo fatto un buon lavoro – ha detto Federico Pasquini -. L’obiettivo era lavorare bene in difesa per costruire bene l’attacco, i ragazzi hanno eseguito alla perfezione il piano partita, complimenti a tutti per come hanno giocato. Adesso che da dieci giorni stiamo riuscendo a lavorare tutti insieme stiamo tornando ad essere il gruppo visto in precampionato, stiamo crescendo. Sono davvero soddisfatto di come tutti si stiano impegnando e di come giorno dopo giorno stiamo costruendo un sistema vero in cui tutti vengono coinvolti.»

«Siamo stati poco presenti, per noi una settimana come questa e in queste condizione era evidentemente troppo – ha detto il coach dell’Olimpia Simone Pianigiani -. Oggi non c’erano energie, abbiamo cercato di distribuirle al meglio al primo tempo, rimanendo a contatto ma poi qualche errore e l’assenza di ritmo difensivo ci hanno portato sotto. Mentalmente non avevamo proprio le energie per recuperare. Dobbiamo accettare serate come questa ma certo non accettare un divario così importante, per noi stessi.»

«Dopo la vittoria a Murcia abbiamo preso grande fiducia – ha commentato Achille Polonara -. Stasera prima della partita eravamo davvero molto carichi e direi che l’abbiamo azzannata subito riuscendo anche a  mantenere il controllo per tutta la gara. Non era una partita facile, sappiamo tutti chi è Milano e averle concesso solo 69 punti è tanta roba. Il pubblico stasera è stato davvero fantastico, speriamo di andare in campo e sugli spalti così anche martedì per la gara di Champions League.»

Dinamo Banco di Sardegna 90 – Olimpia Milano 69.

Parziali: 21-18; 22-18; 25-17; 22-16.

Progressivi: 21-18; 43-36; 68-53; 90-69.

Banco di Sardegna: Spissu 8, Bamforth 19, Planinic 17, Devecchi , Randolph 9, Pierre 7, Jones 10, Stipcevic 2, Hatcher 7, Polonara 11, Picarelli , Tavernari. All. Federico Pasquini.

Milano: Micov 6, Pascolo 2, Fontecchio 2, Cinciarini 3, Cusin 2, Abass 10, M’baye 2, Theodore 6, Jefferson 6, Bartans 15, Gudaitis 15.  All. Simone Pianigiani.

Darko Planinic.