20 April, 2024
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Il terzo speciale appuntamento della 2ª edizione di Bacu Abis Teatro 2018 prevede alcune variazioni di programma legate ai festeggiamenti per il Carnevale.

La rassegna si apre come di consueto alle ore 16.00, con il Circo Picasso laboratorio diretto da Marco Nateri, ovvero arte e movimento scoprendo il cubismo, rivolto a tutte le fasce d’età.

Marco Nateri, regista, scenografo e costumista con esperienza trentennale nel teatro, propone un percorso che porterà a scoprire il cubismo e l’arte suggestiva di Pablo Picasso. In chiusura un esito finale che si terrà il 24 febbraio e vedrà in scena una ventina tra bambini e genitori impegnati nella realizzazione di maschere e scenografie con materiali di riciclo.

A seguire, con inizio alle ore 18.00, lo spettacolo Vanaglorie marittime dello Capitan Coccodrillo et Furberie di Cuccurucù con Riccardo Carrusci e Daniele Pettinau, per la regia di Daniele Pettinau, della compagnia Anam Teatro di Cagliari.

L’autore e regista Daniele Pettinau porta in scena uno spettacolo di Commedia dell’arte, un viaggio ai confini del tempo e del teatro all’improvviso, quando dei carri sgangherati e malconci giravano per tutta Europa, di corte in corte portando l’arte italiana della commedia nei teatri di palazzo e nelle piazze delle città.

Le maschere italiane saranno le vere protagoniste di questa serata che si concluderà con una festa, dopo lo spettacolo, grazie a La Zippolata, organizzata dalle associazione pensionati Bacu Abis, Comitato Santa Barbara ed il panificio Su forru de su pani di Massimo e Angelica. 

Il progetto è connesso a “Gita a Teatro” III edizione (anno scolastico 2017/2018) rassegna di teatro per le scuole dell’infanzia e del primo ciclo.

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«Lussu appartiene al pantheon dei grandi che hanno costruito la Sardegna democratica ed è fonte continua di ispirazione. Le sua idee, sempre attuali, sono molto utili per delineare un nuovo assetto autonomistico e impostare un rapporto diverso con lo Stato. E sono necessarie per individuare nuove condizioni per l’esercizio della sovranità». Lo hanno detto gli assessori degli Enti Locali Cristiano Erriu e degli Affari Generali Filippo Spanu che ad Armungia, nello Spazio Polifunzionale, hanno preso parte all’incontro dedicato all’impegno intellettuale e politico di Emilio Lussu promosso dalla Regione e dall’amministrazione comunale, con il patrocinio dell’Università di Cagliari, nell’ambito delle celebrazioni per i 70 anni dello Statuto.

L’incontro ha offerto l’occasione per fare il punto della situazione, proiettare le idee di Lussu negli scenari della Sardegna di oggi ed esaminare le possibili strade per rafforzare la nostra autonomia. «Dobbiamo aprire – ha spiegato Spanu – una nuova stagione federalista. La Sardegna deve conquistare nuovi spazi nei campi dell’istruzione e della finanza locale. Dobbiamo avere nel nostro orizzonte un’idea federale del nostro rapporto con lo Stato italiano. Questa idea deve ripartire sia nel senso di profondi poteri sovrani attribuiti alla nostra Istituzione ma anche in termini di nuova stagione della partecipazione a tutti i livelli».

«E’ essenziale – ha osservato l’assessore Erriu – che, in linea con il pensiero di Lussu, al centralismo nazionale non si sostituiscano nuovi centralismi, serve una costruzione “ordinamentale” dal basso. Con le autonomie locali e la Regione realmente tra loro equiordinate. Una costruzione che eserciti la propria sovranità in modo inclusivo e perequativo, capace di valorizzare tutti i territori e di rendere la società protagonista in ogni ambito».
Gli assessori Erriu e Spanu hanno formulato la proposta, che sarà a breve formalizzata, di intitolare a Emilio Lussu, in occasione dei 70 anni dello Statuto, la sala della Giunta a Villa Devoto.

Nell’occasione è stato presentato il volume Emilio Lussu, Emile Chanoux, la fondazione di un ordinamento federale per le democrazie regionali di Gianmario Demuro e Roberto Louvin. Oltre agli assessori Spanu ed Erriu, sono intervenuti gli autori del volume, l’assessore comunale alla Cultura Antonio Quartu, gli storici Luciano Marrocu e Giuseppe Caboni. Emile Chanoux, antifascista e autonomista valdostano, nel volume viene idealmente associato a Lussu, che è stato relatore, nell’Assemblea Costituente, dello Statuto della Valle d’Aosta.
Erano presenti i nipoti di Lussu e Chanoux, Tommaso e Felice, testimoni di una comunione ideale che resiste al tempo.

Durante l’incontro sono stati proposti alcuni momenti di due interviste in cui Emilio Lussu ricorda Piero Gobetti e Eugenio Chiesa, documenti importanti e preziosi custoditi nel museo storico «Emilio e Joyce Lussu» ad Armungia.

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Due membri del Comitato Riconversione RWM (Arnaldo Scarpa, portavoce, e Antonio Nuccio Guaita, medico in pensione, già assessore regionale della Democrazia Cristiana), iscritti e militanti nei rispettivi sindacati, hanno scritto lettere aperte alle segreterie nazionali della Cgil Susanna Camusso ed Annamaria Furlan della Cisl, per chiedere alle Segretarie Generali di Cisl e Cgil di intervenire autorevolmente sulla questione delle bombe all’Arabia Saudita e sulle posizioni «espresse delle segreterie territoriali in alleanza con la Confindustria».

«Il Comitato ha rappresentato a vari livelli l’assurdità della situazione che viola il “ripudio della Guerra” affermato dalla Costituzione – ha scritto Antonio Nuccio Guaita ad Annamaria Furlan –. La nostra azione, rivolta al Governo e alla Regione, chiede l’osservanza del dettato costituzionale, della legge 185/90 e della legislazione internazionale che fanno divieto di rifornimento di armi a paesi in guerra. La reazione della fabbrica è iniziata, con un comunicato dei Lavoratori e Sindacati su carta intestata della fabbrica, che rifiuta drasticamente l’ipotesi di una riconversione avanzata dal Comitato a tutela del posto di lavoro.»

«Spiace rilevare (anche a un democratico interclassista) la presenza di un fronte sindacale con solidale comunanza di firma con la Confindustria e soprattutto con la fabbrica che mira ai propri specifici interessi non coincidenti con quelli globali, economici e morali, dei lavoratori  che sono anche cittadini – ha aggiunto Antonio Nuccio Guaita -. Ci duole che la Cisl, per le sue origini e i suoi connotati sociali civili e morali non si sia distinta, pur nella primaria legittima e doverosa tutela dei lavoratori, per affermare i valori della Pace e della Vita umana disprezzati dagli interessi economici e politici della guerra subita dagli Yemeniti. Non è venuta una parola di attenzione ai valori civili e politici – la Costituzione e la Vita – richiamati da noi congiuntamente a quelli dell’Occupazione! Continueremo la battaglia che riteniamo di civiltà.»

«Chiediamo il Suo autorevole intervento di solidarietà ai fini della nostra azione, e di pronta rappresentazione al Governo delle responsabilità che si assume col silenzio e l’acquiescenza sul dramma dello Yemen, cui può, speriamo non tardivamente, rimediare astenendosi dalla partecipazione di fatto al conflitto (le componenti delle bombe sono di fabbricazione italiana, Sardegna, e dall’Arabia Saudita esplodono in Yemen!) e promuovendo le modalità organizzative per l’avvio del processo di riconversione della Fabbrica. Nelle non meno dure battaglie del passato del Sulcis Iglesiente, il rapporto dialettico (Comuni-Sindacati e Rappresentanze politiche) col Governo, è stato democratico, civilmente e politicamente produttivo. Speriamo anche stavolta. Sarebbe confortevole che la soluzione di questo dramma – ha concluso Antonio Nuccio Guaita – avesse anche e soprattutto la firma di una grande Istituzione quale è, nei suoi principi ispiratori, la Cisl!»

«Dal maggio scorso sono uno dei 2 portavoce del Comitato per la riconversione della RWM di Domusnovas-Iglesias, la fabbrica tristemente nota per produrre le bombe d’aereo che la coalizione saudita, dal 2015, sgancia sulle teste del popolo yemenita in una guerra che ha causato oltre 10.000 morti tra i civili ed una catastrofe umanitaria complicata da carestie e pestilenze, tanto da far affermare all’ONU che si tratta della maggiore emergenza verificatasi dal 1946 ad oggi – ha scritto Arnaldo Scarpa a Susanna Camusso -. Di tutto questo dolore siamo responsabili anche noi cittadini della Sardegna e dell’Italia, a causa delle scelte scellerate del governo che autorizza tali esportazioni mortifere e delle connivenze di parte delle forze politiche e sindacali.»

«Mi sconcerta assai e perciò chiedo il tuo autorevole intervento la posizione sull’argomento del mio Segretario generale territoriale e della segreteria Filctem in particolare – ha aggiunto Arnaldo Scarpa -. Il primo rifiuta ogni tentativo di dialogo sul tema della riconversione. La seconda ha, addirittura, firmato due comunicati insieme alla CONFINDUSTRIA (udite, udite!) ed alla Cisl (non era di ispirazione cristiana?) nei quali si afferma che la produzione della RWM va tutelata in ogni modo in quanto perfettamente legale e necessaria per non deprimere ulteriormente i livelli occupativi del territorio. Di fronte al comunicato stampa, mi chiedo e chiedo a te, Susanna, se il nostro Statuto valga ancora qualcosa. In particolare se l’articolo 2 che dichiara la “pace tra i popoli bene supremo dell’umanità”, la “conquista di rapporti internazionali in cui tutti i popoli vivano insieme nella sicurezza e in pace” ispiratrice dell’azione sindacale, la “solidarietà attiva tra i lavoratori di tutti i Paesi”… “fattore decisivo per la pace”, sia diventato solo carta straccia o un paravento che maschera ben altre pratiche. Non ritieni che sia il caso di iniziare all’interno del sindacato un urgente lavoro di revisione delle posizioni fin qui assunte dalle strutture territoriali ed anche dei silenzi del nazionale per recuperare quel minimo di coerenza senza la quale si perde in credibilità ma anche, in fin dei conti, in sostanza sindacale. Se il sindacato smette di perseguire il principio della tutela della dignità dell’uomo e si allea con chi, pur di fare del profitto, passa sopra ai più elementari principi etici, che cosa ci sta a fare? Da cosa si distingue rispetto a qualsiasi altra organizzazione lobbistica?»

                                                                                           

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I capigruppo del Consiglio regionale hanno incontrato i rappresentanti sindacali della casa di cura Rosa del Marganai di Iglesias (convenzionata con il servizio sanitario regionale) per un esame della situazione della struttura, dove è stata avviata la procedura di licenziamento di 21 lavoratori.

I sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil hanno censurato la posizione dell’azienda, a loro giudizio riconducibile alla necessità di avere garanzie da parte della Regione sul mantenimento dei tetti di spesa degli anni precedenti, ma comunque immotivata dato che alla stessa azienda è stato riconosciuto un “extra budget” per il 2018. E’ inaccettabile inoltre, hanno sostenuto ancora i sindacati, scaricare sui lavoratori il rischio di impresa, anche perché l’accreditamento ottenuto dalla struttura è strettamente legato alla disponibilità di una adeguata dotazione organica formata da diverse figure professionali.

Anche il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità sull’atteggiamento assunto dall’azienda, ricordando fra l’altro che «l’assessorato regionale della Sanità ha in corso sia la ricognizione del fabbisogno delle prestazioni da assegnare alle case di cura private che la conseguente definizione dei tetti di spesa, con attenzione alle diverse realtà territoriali». «Da parte nostra – ha proseguito – c’è la massima attenzione a contenere la tempistica di questi adempimenti che costituiscono la base concreta di un sistema corretto di relazioni istituzionali».

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola anche i capogruppo del Pd Pietro Cocco e dell’Udc Gianluigi Rubiu.

Pietro Cocco, auspicando un confronto con l’azienda con la pre-condizione del ritiro dei licenziamenti, ha ricordato fra l’altro una recente delibera della Giunta che collega l’ammontare del budget delle case di cura ai volumi di prestazioni realizzati nei 3 anni precedenti. «Ci sono quindi margini e spazi per una soluzione positiva della vertenza e garantisco per il raggiungimento di questo obiettivo il massimo impegno del gruppo».

Gianluigi Rubiu ha messo l’accento sull’importanza della visione comune che, su questo tema, hanno manifestato tutti i gruppi consiliari, al di là degli schieramenti. «I fondi per il 2018 ci sono – ha affermato – ed esistono quindi tutte le condizioni per permettere alla struttura di continuare a svolgere quel ruolo di eccellenza che da sempre ne ha caratterizzato la presenza sul territorio, nella cura e nel trattamento di pazienti dalle problematiche particolarmente delicate e complesse».

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«I licenziamenti dei 21 lavoratori e lavoratrici della RSA Rosa del Marganai sono inaccettabili, incomprensibili e privi di qualsiasi oggettiva lecita motivazione. Questo è il parere condiviso del sindacato, dei capi gruppo e del presidente del Consiglio regionale ai quali abbiamo chiesto di contribuire per dare corso alle iniziative volte al ritiro dei licenziamenti, alla garanzia del Servizio in funzione dell’accreditamento concesso alla San Raffaele, anche prevedendo la rivisitazione  dei tetti di spesa che tengano conto degli indirizzi della delibera della Giunta regionale del 2017. Delibera funzionale alla garanzia del Servizio e dei dipendenti che sono la prima, vera e indispensabile risorsa della Residenza Sanitaria Assistita.»

Lo scrive, in una nota, Roberto Puddu, segretario generale della Camera del Lavoro CGIL del Sulcis Iglesiente.

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L’Ente regionale per il diritto allo studio di Cagliari ha pubblicato l’avviso di mobilità per la copertura di tre posizioni vacanti.

Questi i profili richiesti:

– un funzionario amministrativo cat. D
– un istruttore amministrativo cat. C
– un istruttore tecnico cat. C

Possono partecipare i dipendenti di ruolo, a tempo indeterminato, presso pubbliche amministrazioni, non appartenenti al comparto di contrattazione regionale, compreso il personale del soppresso E.S.A.F. attualmente in servizio presso la società Abbanoa S.p.A.,

Le domande dovranno pervenire entro il 19 febbraio 2018 secondo una delle seguenti modalità:
– tramite posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo pec: ersuca.direzionegenerale@pcert.postecert.it
– a mano, al protocollo dell’Ente (secondo piano presso la sede dell’Ersu dalle ore 9.00 alle 13.00 dal lunedì al venerdì;
– tramite raccomandata con ricevuta di ritorno all’Ente regionale per il diritto allo studio di Cagliari, Corso Vittorio Emanuele II n. 68, 09124 Cagliari.

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Si è svolto questo pomeriggio, nel corso del quarto giorno di presidio dei lavoratori Eurallumina, davanti alla sede dell’assessorato regionale dell’Ambiente, a Cagliari, l’incontro che era stato calendarizzato dopo la manifestazione del 25 gennaio 2018, dagli enti coinvolti nel procedimento autorizzativo entro la corrente settimana, per fornire un aggiornamento dell’ iter in corso da 42 mesi e 1.294 giorni e dopo il deposito della documentazione a chiarimento e completamento del progetto, depositata dalla azienda proponente in data 21 dicembre 2017.

Alla RSU Eurallumina, gli assessori dell’Ambiente Donatella Spano e della Sanità Luigi Arru hanno comunicato che nelle riunioni e nel confronto tra i tecnici e dirigenti del vari enti sulla documentazione inoltrata dalla proponente, non sono emerse richieste di integrazioni a quanto fornito, ma nel giro dei prossimi tre/quattro giorni, verranno inviate all’Eurallumina Rusal le indicazioni sulle specifiche parti documentali che richiedono ulteriori delucidazioni.

Nella corso della riunione è stato anche ribadito l’indirizzo istituzionale della Giunta regionale, quindi la  priorità per la conclusione positiva del percorso autorizzativo, con le relative autorizzazioni propedeutiche al rilancio del primo anello della filiera dell’alluminio.

«La Rappresentanza Sindacale Unitaria – si legge in una nota – verificherà il rispetto di questa tempistica , auspicando che anche questo ulteriore passaggio  si concluda con la  rapidità  dovuta ad un procedimento che è già andato ben oltre ogni possibile ritardo. A seguito di questo aggiornamento, il presidio perfettamente riuscito (così come la mobilitazione generale e la manifestazione precedente) attivo da lunedì 29 gennaio e che ha visto la costante e attiva presenza dei lavoratori Eurallumina motivati e determinati ad infondere ogni ulteriore sforzo e sacrificio per il raggiungimento della ripresa produttiva e il pieno reinserimento lavorativo, è stato momentaneamente sospeso. Resta operativo lo stato di mobilitazione permanente – conclude la nota – che verrà modulato nella sua intensità e livello con il conseguente prossimo sviluppo del procedimento.»

 

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Durante un incontro tenutosi a Roma tra Telecom e i sindacati è stato siglato un accordo, che sarà reso ufficiale entro marzo, per il prossimo triennio (2018-2020). L’accordo prevede l’uscita in prepensionamento di 4.000/5.000 dipendenti in possesso dei requisiti al 31 dicembre 2018 (secondo l’art. 4 della legge Fornero) e altri 2.500 saranno gli esodi incentivati entro il 2020. In cambio Telecom rimpiazzerà queste uscite con l’assunzione di 2.000 nuove persone a fronte di una riduzione dell’orario di lavoro di circa 20 minuti al giorno che coinvolgerebbe tutti i dipendenti del gruppo. Tim è sempre alla ricerca di giovani…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://www.suntini.it/diariolavoro_tim.html .

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Riprende il Servizio dell’ambulatorio di Terapia del dolore presso la Casa della salute di Giba dove vengono erogate visite, terapie antalgiche, terapie medicche farmacologiche del dolore, blocchi antalgici anestetici e peridurali, agopuntura per anestesia, mesoterapia, iniezione di sostanze terapeutiche nell’articolazione o nel legamento, iniezione di sostanze terapeutiche ad azione locale, irrigazione di ferita, elettroterapia antalgica.

Le prestazioni, eseguite da medici anestesisti (terapisti del dolore) coadiuvati da personale infermieristico specializzato, sono destinate a pazienti con dolore acuto e cronico benigno e maligno.

L’Ambulatorio è aperto il giovedì mattina dalle 9.00 alle 12.00; le prime visite devono essere prenotare esclusivaemnte tramite il CUP (1533) mentre le visite di controllo vengono stabilite dal medico a seguito del primo accesso.

Per info è possibile contattare i numeri 0781 3922855 o 0781 6683425.

l dolore è un sintomo di malattia che, nella maggior parte dei casi, medici di famiglia e specialisti affrontano cercando di rimuoverne le cause. Tuttavia, quando il dolore è manifestazione di malattie croniche, per le quali è impossibile la rimozione della causa, dato il loro andamento progressivo, diventa esso stesso malattia e come tale va trattato. Il dolore come teorizzato da J.J. Bonica, il medico che per primo ne studiò i meccanismi fisiopatologici, “è un’esperienza sensoriale ed emotiva” che condizione negativamente la vita sociale dell’individuo che ne soffre. La “cura” del dolore cronico benigno o maligno, pertanto è un diritto di ogni essere umano.

La legge sulle cure palliative e terapia del dolore approvata il 9 marzo 2010 rappresenta un grande risultato per il nostro sistema sanitario e posiziona il nostro Paese tra quelli più aggiornati in questo ambito assistenziale. La legge prevede la realizzazione di una rete nazionale per le cure palliative e terapia del dolore e la costruzione di una rete territoriale di strutture sanitarie e assistenza domiciliare, che provveda a garantire le cure palliative e la terapia del dolore su base regionale, volte ad assicurare la continuità assistenziale del malato dalla struttura ospedaliera al suo domicilio. La rete è costituita dall’insieme delle strutture sanitarie, ospedaliere, territoriali e assistenziali, delle figure professionali e degli interventi diagnostici e terapeutici disponibili nelle regioni e nelle province autonome, dedicati all’erogazione delle cure palliative e al controllo del dolore in tutte le fasi della malattia.

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«L’impegno preso con le associazioni di categoria di stanziare in legge Finanziaria 20 milioni di euro, per superare le criticità seguite alla stagione siccitosa, lo abbiamo mantenuto. Ora dobbiamo decidere tutti insieme il modo più utile e proficuo per spendere queste risorse, dando così risposte alla zootecnia, escluso in questo caso l’ovicaprino, e il resto dei comparti agricoli che meritano rispetto e attenzione.»

Lo ha detto ieri l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, intervenendo a Cagliari durante i lavori assembleari organizzati dalla Confederazione italiana agricoltori (CIA). Un lungo faccia a faccia con una sala rappresentata da agricoltori e allevatori che hanno rivolto all’assessore numerose domande. Si è parlato di refresh (il decreto è stato firmato ieri dall’assessore) e lingua blu, di acqua e Consorzi di bonifica, passando per i pagamenti agricoli, il prezzo del latte e la rimodulazione dei fondi PSR.

«Dal primo giorno del mio mandato – ha spiegato Pierluigi Caria – ho aperto le porte dell’Assessorato alle associazioni di categoria, ai gruppi di cittadini e ai singoli agricoltori. Compatibilmente con gli impegni istituzionali ho partecipato a tutti gli incontri o le iniziative a cui sono stato invitato, dove ho raccolto suggerimenti, idee e critiche costruttive su come migliorare le azioni della politica. Ho girato la Sardegna in lungo e in largo, non solo per iniziative di promozione dei nostri prodotti o per fiere agro-zootecniche, ma anche e soprattutto per incontrare gli operatori sul campo: dalle aziende alle cooperative, piuttosto che sindaci e amministratori del territorio. In Assessorato – ha aggiunto l’assessore dell’Agricoltura – non c’è un uomo solo al comando, ma un rappresentante dei cittadini che condivide le scelte con i diversi portatori di interesse. Ora dobbiamo spendere i 20milioni di risorse regionali e ragionare su come utilizzare i 25milioni stanziati dal governo per le annualità 2017 e 2018. Io non deciderò da solo, ma lo farò con voi.»