24 April, 2024
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La Giunta regionale ha ridotto i vincoli per macchinari e laboratori acquistati dopo il 2006 con i contributi della legge 51 del 1993.

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«Una misura per venire incontro alle imprese in un momento di difficoltà del comparto artigiano.»
Così l’assessora dell’Artigianato, Turismo e Commercio Barbara Argiolas presenta la delibera approvata ieri dalla Giunta regionale, che prevede modifiche retroattive alla disciplina sui contributi concessi a favore dell’attuazione di investimenti da parte delle aziende, previsti dalla legge regionale 51 del 1993 e successivi adeguamenti.
La delibera adottata dalla Giunta interviene sui vincoli previsti dalle direttive approvate nel 2006 per la concessione delle agevolazioni, che hanno introdotto l’obbligo di non distogliere dall’uso previsto macchinari e attrezzature per almeno 7 anni dalla data di presentazione delle domande di contributo e per almeno 15 anni nel caso di laboratori acquistati o costruiti.
«Il quadro complessivo dell’economia – dice Barbara Argiolas – è mutato enormemente negli ultimi dieci anni e quindi anche le esigenze delle imprese per rimanere sul mercato si sono modificate. Abbiamo ritenuto fondamentale intervenire sulle procedure perché i vincoli sulla destinazione d’uso introdotti con le modifiche del 2006 sono adesso troppo gravosi ed eccessivi, anche alla luce della crisi attuale del comparto artigiano sardo. Il rischio era quello di peggiorare la situazione delle imprese, con la possibilità paradossale che, oltre al rischio di chiusura, si sarebbero ritrovate a dover restituire i fondi ricevuti.»
Con la delibera approvata ieri si torna perciò alle condizioni pre 2006 anche per le domande presentate da quell’anno in poi: 5 anni di vincolo per macchinari e attrezzature e 10 anni per i laboratori.
«Interveniamo così – conclude l’assessore Barbara Argiolas – anche per eliminare le disparità di trattamento tra le aziende beneficiarie dei contributi. Questa misura rientra nel ventaglio di azioni che stiamo realizzando per sostenere il tessuto produttivo sardo, fatto per lo più di piccole e piccolissime imprese, in un momento di crisi, favorendo anche gli investimenti e la competitività nei mercati globali, che cambiano a ritmi sempre crescenti.»
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