19 March, 2024
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I Riformatori sardi rilanciano la vertenza sulle accise.

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I Riformatori sardi rilanciano la vertenza sulle accise. «Lo Statuto della Sardegna non ammette tradimenti e deve essere attuato nel modo corretto, riconoscendo il diritto sovrano del popolo sardo sancito dal contenuto dell’articolo 8 – sostengono in una nota -. Oltre tre miliardi di euro all’anno: questa è l’entità del credito cui la Regione avrebbe diritto se venisse riconosciuta all’Isola la quota di compartecipazione sulle accise gravanti su tutti i prodotti petroliferi fabbricati e consumati nella nostra Sardegna».

«Un tesoretto non di poco conto, perdipiù stimato per difetto. Perché a livello statale la somma che entra nelle casse statali ammonta a circa 25 miliardi di euro (secondo il bilancio 2016), e perché i prodotti petroliferi fabbricati dalle nostre parti attraverso la Saras, hanno inciso negli ultimi dieci anni per una media del 20% su base nazionale. I Riformatori sardi non ci stanno e rilanciano la battaglia per le accise, che altre non sono se non le imposte di fabbricazione sui prodotti petroliferi. Lo Stato nega alla Sardegna un diritto: quello di ottenere risorse economiche dovute, data la presenza a Sarroch della Saras, una delle più importanti del mondo», afferma il coordinatore regionale Pietrino Fois.

«Su quella produzione – dicono i Riformatori – i sardi devono ottenere quanto è dovuto, mentre ad oggi lo Stato trasferisce alla Regione solo le accise calcolate sulla benzina e sul gasolio consumati nell’isola. Errore clamoroso che erano riusciti a far iscrivere nel Bilancio Regionale 2014 la somma forfettaria di un miliardo di euro – poi bocciata dalla Corte Costituzionale su ricorso del Governo.»

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