28 March, 2024
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La Giunta regionale ha approvato lo schema d’intesa per la gestione delle risorse forestali ed idriche in Uganda.

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Assessorato Affari Generali

«La Regione Sardegna – sottolinea l’assessore Spanu – da anni progetta e attua interventi di cooperazione internazionale d’intesa con altri Stati esterni all’Unione Europea, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico, sociale e culturale dei territori coinvolti secondo i principi del rispetto e della valorizzazione delle reciproche identità, dei rapporti di partenariato, del co-sviluppo e della reciproca crescita dei territori. La cooperazione territoriale costituisce un importante strumento per incidere in maniera positiva sulle condizioni di vita dei cittadini dei Paesi del Sud del mondo, in grado di agire anche sulle cause profonde che inducono le persone ad emigrare.»

«Dal maggio 2017 – precisa ancora l’assessore degli Affari generali – è stato avviato un rapporto di collaborazione tra la Regione Sardegna e la Repubblica di Uganda. I referenti ugandesi avevano manifestato da subito l’esigenza di avere il supporto della Regione Sardegna sui temi della gestione idrica e della lotta alla siccità e, più in generale, sui settori agricolo e ambientale. Nell’ultimo anno abbiamo coinvolto le due Università sarde per incoraggiare la mobilità di studenti, ricercatori e docenti sardi e ugandesi. I rapporti sono stati ulteriormente rafforzati con la visita in Sardegna, nel gennaio 2018, di una delegazione istituzionale guidata dal generale Moses Ali, nella sua qualità di primo vice-ministro e capo delegato del governo ugandese in materia di rapporti commerciali. In quell’occasione era stato deciso di sottoscrivere un Memorandum d’Intesa quale cornice istituzionale per lo scambio di buone pratiche e know-how nella gestione delle risorse forestali e idriche, oltre che nella formazione tecnico-scientifica per le attività di rimboschimento.»

Nella sub-regione di Madi West Nile si rileva un crescente e preoccupante costo ambientale determinato in gran parte dalla ormai duratura presenza delle popolazioni profughe: terreni fertili e altamente produttivi nelle aree di insediamento dei rifugiati sono oggi diventati degradati e meno produttivi; le cattive pratiche agricole, come il sovra-sfruttamento degli insediamenti e la coltivazione eccessiva dei piccoli appezzamenti assegnati alle singole famiglie di rifugiati, contribuiscono all’erosione e all’abbattimento dei corpi idrici, alterando così gli ecosistemi e la composizione delle specie; negli insediamenti dei rifugiati si è registrato un calo della quantità di acque superficiali e sotterranee a causa dell’erosione del suolo e della sedimentazione; inondazioni e inquinamento hanno talvolta compromesso la qualità dell’acqua.

L’Intesa è finalizzata, in particolare, ad offrire supporto per mitigare gli effetti ambientali di degradazione e desertificazione anche con interventi di rimboschimento, avendo contemporaneamente attenzione per la conservazione del suolo, del paesaggio e della biodiversità.

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