29 March, 2024
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La Regione Sardegna si mobilita davanti all’emergenza della moria della Pinna nobilis, colpita da un protozoo che sta decimando le popolazioni.

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Primo caso in Italia, la Regione Sardegna si mobilita davanti all’emergenza della moria della Pinna nobilis, colpita da un protozoo che sta decimando le popolazioni, e stanzia 200mila euro per approfondire lo studio del problema. A pochi giorni di distanza, la Giunta regionale, infatti , ha approvato quanto annunciato nel corso della Prima conferenza regionale delle aree protette, lo scorso 10 dicembre al Alghero, dallo stesso assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano. 

«Abbiamo verificato, con il Servizio tutela della natura e politiche forestali dell’Assessorato, le Aree Marine Protette e il servizio tecnico dell’ARPAS, che la situazione è particolarmente critica e il tasso di mortalità allarmante – spiega Donatella Spano -. Abbiamo deciso di tenere sotto osservazione il fenomeno, con la prosecuzione del monitoraggio in corso e dando il via ad altre attività parallele, quali ad esempio la tipizzazione genetica delle nacchere ancora in vita. Con la collaborazione di tutti, abbiamo redatto un Piano d’azione regionale per la conservazione della Pinna nobilis, immediatamente operativo, che ci aiuta a gestire il problema ed ha come obiettivo principale l’acquisizione di informazioni sullo stato attuale della risorsa, sull’andamento della mortalità di massa attraverso il monitoraggio e analisi genetiche sulla specie in otto aree di indagine.»

Già contemplata nell’elenco europeo delle specie minacciate di estinzione e protetta dalla Convenzione di Barcellona, la Pinna nobilis è attualmente monitorata grazie al Programma per la Strategia Marina svolto da ARPAS in dieci zone dislocate lungo le coste, all’interno di siti Natura 2000 e nelle Aree Marine Protette sarde. Il fenomeno di mortalità di massa, iniziato nell’ottobre del 2016 lungo la costa mediterranea della Spagna, raggiungendo in alcune zone un tasso di mortalità del 100%, si è manifestato in termini allarmanti nell’estate 2018 anche lungo le coste della Sardegna, facendo registrare in alcune aree dei tassi di mortalità dell’80 – 90%. Le cause della mortalità di massa sembrerebbero attribuibili all’endoparassita (Haplosporidium pinnae).

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