29 March, 2024
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Questo pomeriggio i carabinieri della Compagnia di Iglesias hanno arrestato un 19enne incensurato, con l’accusa di spaccio di sostanza stupefacente: a seguito della perquisizione presso l’abitazione è stato rinvenuto un ingente quantitativo di droga.
Nel centro di Gonnesa il giovane, 19 anni, incensurato, residente a Bacu Abis, era ormai una presenza fissa, notato dai militari della locale stazione per le proprie frequentazioni e per il tenore di vita incompatibile con quello di un ragazzo ancora alle prese con le scuole superiori: sono stati questi elementi che hanno portato i carabinieri di Gonnesa a stringere il cerchio e portare al controllo odierno.
Il ragazzo è stato fermato mentre scendeva dall’autobus verso casa, al termine delle lezioni: la perquisizione a casa ha confermato ogni dubbio sull’attività illecita del 19enne: a casa sono stati trovati due panetti di hashish per un totale di circa 200 grammi di stupefacente, una quantità che può essere giustificata solo attraverso una già sedimentata attività di spaccio.
I carabinieri di Gonnesa hanno approfondito anche i contatti sul cellulare del giovane, uno smartphone di ultima generazione, dove erano presenti delle chat di gruppo ove si prendevano vere e proprie ordinazioni: i controlli saranno ora estesi a tutti i conoscenti e a tutto il giro dell’arrestato, che ha provato a giustificarsi di quanto rinvenuto dai militari dicendo di non ricevere abbastanza soldi dalla propria famiglia per sostenere le proprie spese. È stato accompagnato presso la propria abitazione agli arresti domiciliari, in attesa di essere processato con rito direttissimo nella mattinata di domani.

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Il Progetto Rete Siti Unesco – al via da aprile 2016, con iniziative ed eventi che hanno coinvolto cinque regioni del Sud Italia (Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) che ospitano almeno un sito Unesco – si apre a nuove prospettive.

Tutte le novità sono state illustrate in un incontro con la stampa, questa mattina, nella Sala del Consiglio della Città Metropolitana di Bari (Lungomare Nazario Sauro, 29). Hanno partecipato: Giuseppe Canfora, presidente dell’associazione Province Unesco Sud Italia, Francesca Pietroforte, consigliere con delega ai beni culturali della Città Metropolitana di Bari e vicepresidente dell’associazione Province Unesco Sud Italia, Piero Marrese, presidente della Provincia di Matera, Nicola Giorgino, presidente della provincia BAT, Ciro Castaldo, referente provincia di Salerno del progetto Rete Siti Unesco, Elisabetta Gabrielli, project leader progetto Rete Siti Unesco, Alfonso Marrazzo, Segretario Generale della provincia di Matera capofila del progetto Rete Siti Unesco, Francesco Paolo Salcuni, Presidente Circolo Legambiente “FestambienteSud”, componente del Cts per l’ambito 3, Filippo Spallina, responsabile Attività Operative Comunicazione e Disseminazione del Progetto Rete Siti Unesco.

Con l’occasione è stata presentata la nuova denominazione e il nuovo assetto partecipativo dell’associazione Province Unesco Sud Italia, che si chiamerà Patrimoni del Sud.

«Il nuovo statuto – ha affermato Giuseppe Canfora – consentirà di poter ricomprendere tra gli associati anche enti che non necessariamente debbano avere sul loro territorio un sito Unesco e che comunque intendano operare in ambito culturale e turistico per promuovere i patrimoni culturali, monumentali, archeologici, naturali, paesaggistici e ambientali del Mezzogiorno d’Italia.»

Nata come associazione di Province, oggi, possono aderirvi anche i Comuni, Unioni di Comuni, Distretti Turistici, Fondazioni, Università, oltre che altre Province, Città Metropolitane, Liberi Consorzi Comunali associazioni degli enti suddetti. Rimane confermata la sua missione ovvero lo sviluppo turistico e la sostenibilità nella fruizione dei beni culturali attraverso la costruzione di una rete interregionale dei patrimoni del Sud Italia.

«L’associazione Rete siti Unesco – ha sottolineato Francesca Pietroforte – si allarga per accogliere anche siti di interesse artistico e culturale non necessariamente UNESCO, affinché il percorso già intrapreso possa rendere partecipi più Città metropolitane, Province e Comuni del Sud Italia. L’iniziativa, quindi, si propone di promuovere il Sud a partire proprio dal Sud. È questa la novità. Non vi sono associazioni che mettono in rete tutto il patrimonio del Mezzogiorno d’ Italia, motivo per cui il progetto è finanziato da fondi ministeriali posizionandosi al settimo posto tra più di quattrocento proposte.»

«Progetti importanti come questo – ha aggiunto Nicola Giorgino – servono per fare rete tra territori ricchi di saperi e sapori. Si è data la possibilità a tante realtà del Sud di entrare in relazione tra di loro. Si tratta di una riuscita e proficua connessione di valorizzazione culturale che va avanti e sono certo verrà ulteriormente arricchita da ulteriori iniziative.»

«Siamo in prima linea – ha ribadito Piero Marrese – nel sostenere questa iniziativa che ci vede protagonisti insieme ad altre Province del Sud Italia con l’obiettivo dare più forza ai siti Unesco che, insieme, rappresentano un grande valore aggiunto da poter spendere a livello culturale e turistico. Noi stiamo vivendo questo momento con Matera capitale della cultura, ma all’interno di questo obiettivo c’è la volontà di coinvolgere tutto il territorio della provincia in modo tale da poter interagire e far in modo di avere flussi destagionalizzati tutto l’anno.»

Nel corso della conferenza stampa, inoltre, sono stati presentati i nuovi prodotti di comunicazione e di divulgazione del progetto “Rete Siti Unesco” promosso da 15 enti locali del Meridione, finanziato dal ministero per i Beni e le Attività culturali e ideato dall’associazione Patrimoni del Sud, quali: il video sui siti Unesco e territori di progetto (con l’artista Massimo Lopez come testimonial), un viaggio tra 14 siti Unesco del Meridione e tra gli altri Patrimoni del Sud; l’applicazione scaricabile su smartphone per accedere alle informazioni sui patrimoni culturali della rete e alla virtual card.

 

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La Giunta regionale ha approvato una delibera che fissa i criteri per la stabilizzazione del personale avventizio dei Consorzi di bonifica della Sardegna. L’Esecutivo ha quindi dato attuazione alla modifica dell’art. 34 della legge 6 del 23 maggio 2008 dove è stato previsto che «i posti vacanti nelle dotazioni organiche dei Consorzi di bonifica derivanti da cessazione, a qualsiasi titolo, di rapporto di lavoro a tempo indeterminato del personale operaio sono coperti, nei limiti dei posti risultanti dal Piano di organizzazione variabile (POV), mediante la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti di lavoro» corrispondenti a determinate  categorie. «Ai fini della determinazione dei posti vacanti, si considerano le cessazioni intervenute a far data dall’entrata in vigore della legge» (il 23 maggio 2008). Gli oneri derivanti dall’attuazione di tale provvedimento troveranno copertura nei finanziamenti che annualmente la Regione stanzia per l’assunzione del personale avventizio in occasione della stagione irrigua.

In applicazione alla legge, i Consorzi di bonifica devono considerare le cessazioni, a qualsiasi titolo, di rapporti di lavoro a tempo indeterminato del personale operaio intervenute a far data dell’entrata in vigore della legge regionale 23 maggio 2008, n. 6, e i posti disponibili risultanti dal Piano di Organizzazione Variabile (POV). Il POV deve essere aggiornato indicando i posti vacanti con le relative categorie o, in alternativa, si dovrà procedere annualmente ad approvare un atto allegato al POV nel quale siano computati ed esplicitati i posti disponibili e le relative categorie. Al fine di stabilire l’ordine di priorità tra il personale avente diritto alla trasformazione a tempo indeterminato del contratto di lavoro, si dovrà tenere conto di determinati criteri di valutazione.

Il numero di anni di lavoro precario svolto nel Consorzio di bonifica corrisponderà al massimo a 40 punti, stesso tetto di punteggio è destinato alle giornate di lavoro svolte alle dipendenze del Consorzio di bonifica, mentre per i carichi di famiglia si arriva fino a 20 punti. Sulla base dei punteggi attribuiti, l’Ente dovrà formare ed approvare la graduatoria dei lavoratori aventi diritto con l’indicazione per ciascuno di essi della corrispondente categoria. I contratti di lavoro che possono essere trasformati a tempo indeterminato derivano dalla graduatoria formata secondo i criteri proposti, nei limiti dei posti risultanti dal POV e dal numero di cessazioni.

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La Regione Sardegna presenta ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Sicurezza (convertito in legge n. 132). Lo ha deciso oggi la Giunta approvando una delibera proposta dalla Presidenza in cui si contesta la violazione di importanti precetti costituzionali e dello Statuto  della Sardegna, rilevando al contempo la violazione di diritti dei cittadini, costituzionalmente riconosciuti.

«In stretto coordinamento con altre regioni italiane, rafforzati dal nostro Statuto di Autonomia – spiega il presidente Francesco Pigliaru – abbiamo scelto la strada del ricorso. Il decreto Sicurezza nasce da presupposti errati e sta danneggiando seriamente un sistema di accoglienza dei richiedenti asilo faticosamente costruito in questi anni grazie alla proficua sinergia di Regione, Comuni e Prefetture. Restiamo dell’idea che sia possibile attuare un processo di inclusione e integrazione in modo equilibrato e in un quadro di regole che non sono certamente quelle imposte con il recente decreto.»

L’assessore degli Affari generali Filippo Spanu, con delega ai flussi migratori, ribadisce che «la Sardegna sin dall’inizio si sta muovendo in raccordo con altre Regioni, Umbria, Toscana e Piemonte in primis, perché siamo convinti che il decreto poi diventato legge genera insicurezza e crea gravi problemi ai Comuni chiamati a gestire le conseguenze provocate dalla sua applicazione. La decisione di oggi – chiarisce Filippo Spanu – è in piena sintonia con i principi umanitari di accoglienza e solidarietà che la Sardegna ha sempre messo in pratica. Con il ricorso viene data una veste nuova e più solida alle tante critiche arrivate dai sindaci, perché la ribellione a una legge ingiusta passa prima di tutto per gli strumenti Costituzionali. È quindi assolutamente improprio parlare di illegalità delle proteste, ma nel ricorso si trovano le risposte alle gravi preoccupazioni esposte dai primi cittadini, delle quali la Regione si fa completamente carico».

La violazione della Costituzione parte, in primo luogo, dall’art. 28 che concerne attribuzioni di diretta spettanza regionale, poiché l’ordinamento degli enti locali è materia di competenza regionale esclusiva per la Regione Autonoma della Sardegna in virtù dell’art. 3, comma 1, lett. b), dello Statuto. Il decreto, infatti, prevede poteri straordinari in capo al Prefetto, per il Commissariamento degli Enti locali, violando, quindi gravemente l’Autonomia Regionale Sarda. Tali poteri risultano inoltre avulsi dal contesto dello stesso Decreto Sicurezza, e generici nelle motivazioni. Il ricorso  evidenzia inoltre la grave lesione dei diritti di autonomia, nello stabilire norme (art. 1,12 e 13 appunto) che, riformando i criteri della protezione umanitaria e delle conseguenti tutele legate all’assistenza, all’integrazione ed al riconoscimento anagrafico, violano gravemente diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini stranieri, incidendo impropriamente nella normativa regionale legata in particolare all’assistenza, all’istruzione, al lavoro. Nello specifico, benché l’art. 117, comma 2, lett. b) e h), della Costituzione, ricomprenda la materia “immigrazione” e la materia “ordine pubblico e sicurezza” tra quelle assegnate alla competenza esclusiva dello Stato, la stessa Costituzione, all’art. 118, comma 3, riconosce esplicitamente l’esistenza di un profondo legame fra queste materie e quelle di competenza concorrente, affidate (anche) alla cura delle Regioni, dove recita: «La legge statale disciplina forme di coordinamento fra Stato e Regioni nelle materie di cui alle lettere b) e h) del secondo comma dell’articolo 117 […]». Ciò equivale a dare atto dell’intreccio di competenze fra queste due materie e quelle di competenza regionale. Nel caso della Regione Autonoma della Sardegna sono coinvolte le competenze statutarie sia di tipo esclusivo (“polizia locale urbana e rurale” ex art. 3, comma 1 dello Statuto) che concorrente; competenze che, concretamente, la Regione Sardegna ha puntualmente esercitato.

 

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Lunedì 28 gennaio 2019, il Consiglio comunale di Iglesias, ha votato all’unanimità la richiesta di acquisizione gratuita al patrimonio comunale dei beni ex minerari della “Grotta di Santa Barbara”, della “Galleria Villamarina” e del “Pozzo Sella”, al fine di consentirne l’utilizzo pubblico per fini sociali, culturali e turistici, ai sensi della legge regionale n. 33/1998 (art.8 commi 2-3),

Nel dettaglio, è stato richiesto alla Regione Sardegna il comodato d’uso nelle more dell’iter di cessione definitiva delle aree in questione.

Tali siti minerari dismessi, ubicati nel territorio del comune di Iglesias, comprendono alcune aree e immobili di servizio degli stessi, e attualmente sono nella disponibilità di IGEA S.p.A., società in house della Regione Sardegna.

Contestualmente, il Consiglio comunale di Iglesias, ha approvato all’unanimità i Piani di Utilizzo per singolo immobile, ai sensi delle legge regionale n. 33/1998, delle direttive regionali approvate con deliberazione della Giunta regionale nn. 21/23 del 18/05/2000 e della legge regionale n. 5 del 9/03/2015 che evidenzia il ruolo dei Comuni in merito alla valorizzazione turistica e produttiva dei siti ex minerari.

Iniziative da realizzarsi in collaborazione con gli altri soggetti coinvolti, come IGEA ed il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.

«La valorizzazione dei beni minerari può essere la partita più importante per uscire dalla crisi economica che attanaglia da anni il territorio – ha sottolineato il Sindaco Mauro Usai – alla luce anche dell’attenzione dimostrata da numerosi soggetti privati, per una valorizzazione produttiva turistica e culturale.»

Un turismo di settore, che vada oltre la tradizionale stagione balneare dei mesi estivi, per dar vita ad un’offerta più ampia, legata alla valorizzazione del territorio e alla sostenibilità ambientale.

«Nel territorio esistono tanti beni che possono essere valorizzati – ha concluso Mauro Usai -, alla luce delle loro straordinarie potenzialità turistiche, e che possono anche diventare un’importante occasione di lavoro per tanti giovani.»

La Galleria Villamarina.

 

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Un nuovo avviso di condizioni meteo avverse per neve, vento e mareggiate, è stato diffuso dal Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile. L’avviso è valido dalle 14.00 di oggi alle 23.59 di domani, mercoledì 30 gennaio, con criticità ordinaria per rischio idraulico sul bacino del Logudoro.

A partire dalle 10.00 alle 24.00 di domani 30 gennaio, un avviso di condizioni meteo avverse: a partire dalla mattina si prevedono deboli nevicate dai 500-600 metri sulla Sardegna Settentrionale e Centrale; dalle ore centrali della giornata sono inoltre previsti forti venti da Nord Ovest, prevalentemente sui settori occidentale e settentrionale; burrasca lungo le coste settentrionali e localmente su quelle occidentali; sulle coste esposte, infine, saranno possibili mareggiate.

 

 

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«La Sardegna, terra storica di accoglienza e di emigrazioni, potrebbe ricevere i minori della Sea Watch.»

Questo è il suggerimento della Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Grazia Maria De Matteis che si associa così alle dichiarazioni della Garante nazionale Filomena Albano e al documento dell’Associazione Nazionale Magistrati. Nel ribadire che la tutela dei minori, così come previsto dalla Convenzione di New York, dalla Costituzione italiana e dalla legge, obbliga il loro immediato sbarco ed impegna tutti ad un’adeguata accoglienza, ricorda che in Sardegna è appena terminata la formazione di tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati e ci si trova nelle condizioni di poter accogliere anche i giovani che attualmente transitano nel Mediterraneo a bordo della Sea Watch.

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La Giunta regionale ha approvato la convenzione tra Regione e Ministero delle Infrastrutture per l’adeguamento agli standard tecnologici di sicurezza della tratta ferroviaria a scartamento ridotto, Alghero-Sassari-Sorso e per l’installazione dei relativi impianti di bordo. Le risorse totali stanziate disponibili sono 31,63 milioni di euro e il soggetto attuatore o stazione appaltante è l’Arst.  

Due gli interventi principali previsti dalla convenzione. Il primo è finanziato con 23,73 milioni e prevede l’appalto per la progettazione esecutiva e la costruzione dei sistemi di comando e controllo di impianti di sicurezza di stazione e di linea, da realizzarsi con Apparati Centrali Computerizzati Multistazione (ACCM) a logica integrata.  

Il secondo intervento da 7,9 milioni riguarda l’appalto per la progettazione esecutiva e la costruzione o installazione dei sistemi di comando e controllo di impianti di sicurezza ACCM a bordo dei treni in esercizio sulla rete ferroviaria Arst di trasporto pubblico locale.    

Nel frattempo procedono le attività per la riapertura della tratta a scartamento ridotto Sassari-Alghero effettuate dall’Arst. Completati tutti i progetti sono ora in corso di pubblicazione le gare d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori di manutenzione straordinaria delle travate metalliche. Entro il mese di febbraio è prevista l’aggiudicazione ed entro maggio la conclusione dell’intervento. La manutenzione sull’armamento è stata invece già aggiudicata e la fine dei lavori è prevista per il mese di marzo. Sempre entro maggio, infine, saranno sostituiti i cablaggi e se necessario i cavidotti del sistema di segnalamento.  

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L’Ufficio centrale regionale della Corte d’Appello di Cagliari ha sorteggiato ieri l’ordine progressivo dei nomi dei candidati alla presidenza della Regione e delle liste così come appariranno nella scheda elettorale.

Al primo posto sulla scheda elettorale ci sarà Francesco Desogus del Movimento Cinquestelle. A seguire: Christian Solinas (Centrodestra), Vindice Lecis (Sinistra Sarda), Massimo Zedda (Progressisti di Sardegna), Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi), Mauro Pili (Sardi Liberi), Andrea Murgia (Autodeterminatzione). L’ufficio ha anche sorteggiato, per ogni circoscrizione elettorale, l’ordine progressivo delle liste che, ovviamente, interessa le coalizioni guidate da Christian Solinas (Centrodestra) e Massimo Zedda (Progressisti di Sardegna), rispettivamente con 11 e 8 liste.

Centrodestra: Sardegna Civica, Energie per l’Italia, Fortza Paris, Uds, Sardegna 20Venti, PSd’Az, Riformatori Sardi, Udc, Lega, Fdi, Forza Italia.

Progressisti di Sardegna: Campo Progressista, Pd, Noi la Sardegna con Massimo Zedda, Cristiano Popolari Socialisti, Progetto Comunista per la Sardegna, Futuro Comune con Massimo Zedda, Sardegna in Comune, Liberi e Uguali.

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Il gruppo Interazione, in commemorazione delle vittime di ogni olocausto, nel rispetto del Giorno della Memoria, si è riunito presso la Chiesa di Scientology della Sardegna nella serata di sabato 26 gennaio, al cospetto di un pubblico che per tutta la serata ha vissuto la profondità dei concetti espressi in religioso e interessato silenzio.

La serata è stata introdotta con la proiezione di un video tratto dal documentario “Psichiatria: un industria di morte”, prodotto dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, grazie al quale l’attenzione è stata immediatamente focalizzata sugli orrori studiato dagli psichiatri dell’Eugenetica e messi in pratica dai folli nazisti. Eugenetica che, comunque, vive ancora ai giorni nostri nelle menti di quelle frange psichiatriche che sostengono che il disagio mentale si tramanda geneticamente dal genitore al figlio.

Sono intervenuti l’on. Tocco, Mohamad Doreid membro dell’Unione Culturale Libanese nel Mondo, il dott. Mahmoud Subho in rappresentanza del popolo Palestinese, don Ettore Cannavera responsabile della comunità La Collina e Jo’Hán Chánt’Ney nativo d’America appartenente al popolo Dine-Navajo.

La serata si è conclusa con la lettura di un breve brano tratto dal libro “La Creazione della Capacità Umana” di L. Ron Hubbard, tramite il quale si voluta riporre attenzione sull’osservarci, rispettarli ed essere portatori di pace affinché qualunque olocausto, tanto voluto dai propagandistici slogan della psichiatria eugenetica, rimanga solo una pagina buia nella storia dell’umanità che i nostri giovani possano studiare affinché non accada mai più.