29 March, 2024
HomePoliticaPino Cabras (M5S): «Stop all’esportazione di bombe prodotte in Italia ed utilizzate contro la popolazione civile dello Yemen».

Pino Cabras (M5S): «Stop all’esportazione di bombe prodotte in Italia ed utilizzate contro la popolazione civile dello Yemen».

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Una mozione presentata alla Camera, il cui primo firmatario è Pino Cabras (M5S) chiede che «l’Italia sospenda le esportazioni verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti di bombe d’aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile dello Yemen sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace».

La mozione, sottoscritta anche da altri ventitré parlamentari della maggioranza, impegna inoltre il Governo a continuare ad assicurare una applicazione rigorosa delle disposizioni della legge 185/1990 sull’esportazione degli armamenti e riguarda da vicino la Sardegna, in quanto parte degli ordigni utilizzati dall’Arabia Saudita in Yemen sono prodotti dalla Rwm di Domusnovas. Secondo la mozione «sarebbe opportuno che venissero assunte iniziative per favorire e supportare la riconversione in produzioni civili delle attività delle aziende attualmente interessate alla produzione di armi, anche attraverso l’istituzione di un fondo ad hoc e il rifinanziamento degli incentivi per la ristrutturazione e la riconversione dell’industria bellica e la riconversione produttiva nel campo civile e duale, destinati alle imprese che operano nel settore della produzione di materiali di armamento».

«La Repubblica italiana ha l’occasione di partecipare a una svolta internazionale sullo Yemen, in grado di creare le condizioni favorevoli per la pace – spiega Pino Cabras -. I rappresentanti del nostro popolo prendono a cuore con fraternità e realismo politico la sorte di un popolo martoriato, che ha bisogno di più dialogo e diplomazia e meno armi distruttive intorno e sopra la sua terra.»

La decisione del Parlamento italiano potrebbe arrivare dopo che già «la Germania ha sospeso temporaneamente le proprie licenze di esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita fino al 30 settembre. A loro volta Danimarca, Finlandia, Norvegia e Paesi Bassi in Europa hanno sospeso l’erogazione di nuove licenze verso l’Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti – si legge nella mozione – sulla scia della risoluzione del Parlamento europeo dello scorso 25 ottobre che chiedeva l’adozione di un embargo totale sulla vendita di armamenti all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, date le gravi violazioni del diritto umanitario internazionale perpetrate da questi Paesi e accertate da autorità competenti delle Nazioni Unite, mentre il governo del Regno Unito – pur preannunciando un ricorso in appello – ha deciso di sospendere le nuove forniture di armi all’Arabia Saudita e agli altri Paesi della coalizione coinvolta nella guerra nello Yemen dopo il verdetto della Corte d’appello di Londra che ha dichiarato illegale una delle procedure finora seguite».

La mozione impegna per questo il Governo a proseguire in tutte le sedi competenti l’azione volta ad ottenere l’immediato cessate il fuoco e l’interruzione di ogni iniziativa militare in Yemen, a sostenere l’azione umanitaria coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite per alleviare le sofferenze della popolazione yemenita, e a valutare l’avvio e la realizzazione di iniziative finalizzate alla futura adozione, da parte dell’Unione Europea, di un embargo mirato sulla vendita di armamenti ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

«Secondo quanto affermato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari, in Yemen siamo di fronte “alla peggiore crisi umanitaria del pianeta” – si legge nella mozione -, secondo le Nazioni Unite quasi l’80 per cento della popolazione yemenita ha bisogno di assistenza o protezione umanitaria. A causa del conflitto, che ha già provocato 70 mila vittime, oltre 24 milioni di persone su una popolazione totale di 28 non hanno cibo sufficiente, 9,6 milioni sono sull’orlo della carestia e 240 mila sopravvivono a malapena alla fame. Dall’inizio del conflitto, oltre tre milioni e 300 mila yemeniti hanno lasciato le loro case, 600 mila nel solo 2018.»

Per la mozione, «la situazione umanitaria in Yemen è devastante e come raccontano i dati recentemente diffusi, in continuo peggioramento. Occorre uno sforzo affinché tutte le parti in conflitto adempiano alle loro responsabilità consentendo l’erogazione senza impedimenti degli aiuti umanitari, compresi cibo, acqua e medicinali, a favore della popolazione civile».

Anche gli Stati Uniti da mesi chiedono «una immediata cessazione degli attacchi aerei condotti dalla coalizione a guida saudita contro le forze Huthi nelle aree popolate da civili e, allo stesso tempo uno stop anche agli attacchi condotti dalle forze Huthi in territorio saudita». Anche il Segretario della difesa degli Stati Uniti «ha invitato le parti in conflitto in Yemen a imporre un cessate il fuoco per intraprendere negoziati di pace».

Dallo scorso dicembre sono iniziati a Stoccolma i colloqui di pace tra le parti che combattono in Yemen, poi proseguiti con delle riunioni tecniche in Giordania a febbraio che hanno interessato le questioni principali, dallo scambio dei prigionieri fino al raggiungimento di un compromesso preliminare sull’attuazione della tregua.

«È quindi estremamente urgente porre quanto prima fine ai combattimenti, al fine di stabilizzare lo Yemen nella cornice di uno Stato pacifico e pluralistico nell’interesse – oltre che della regione di riferimento – di tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalla etnia o fede e libero dalle ingerenze esterne», afferma la mozione.

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