29 March, 2024
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Un paziente sardo assistito in Lombardia è risultato positivo al Coronavirus. L’uomo, attualmente in Lombardia, è in quarantena con i suoi familiari. La task force sarda ha attivato i protocolli nazionali e regionali per individuare e porre a sorveglianza attiva tutte le persone che sono state in stretto contatto col paziente.
La situazione è sotto controllo e le strutture sanitarie della Regione sono operative per fare fronte ad ogni evenienza.
In una nota diffusa dal portavoce del presidente della Regione, «si sottolinea che ad oggi nessuna delle persone sottoposte a vigilanza è in una condizione tale da destare allarme».

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Verrà proiettato in anteprima nelle sale cinematografiche della Sardegna L’Agnello, il film diretto da Mario Piredda in uscita nelle sale a partire dal 26 marzo.
La presentazione in anteprima del film avrà luogo a Cagliari,giovedì 5 marzo presso il Cinema Odissea, viale Trieste 84. 
Saranno presenti in sala per salutare il pubblico il regista, gli attori e i produttori del film.
Durante la prima settimana di tour, L’Agnello sarà proiettato secondo questo calendario: 
Dal 5 all’11 marzo 2020: 
– Cagliari – Odissea e UCI 
– Nuoro – Multiplex Prato 
– Oristano – Cinema Ariston 
– Sassari – Cityplex Moderno 
– Torralba – Carlo Felice 
– Carbonia – Supercinema 
– Tortolì – Garibaldi 
Dal 5 all’8 marzo 2020: 
– Macomer – Ex-caserma Mura 
Dal 5 al 10 marzo 2020: 
– Ghilarza – Joseph

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«La situazione dell’ordine pubblico a Carbonia ha ormai raggiunto livelli di insostenibilità. Da mesi la cronaca cittadina è dominata da furti nelle abitazioni private e negli esercizi commerciali. A questo, si aggiunge il perpetuo ritrovamento di siringhe, il più delle volte già usate, spesso nelle vicinanze di luoghi frequentati da bambini e ragazzi, come asili e scuole. La comunità cittadina non può più accettare tale clima. È indispensabile un’azione congiunta di istituzioni e società civile per fermare questa degenerazione.»
Lo scrive, in una nota, Luca Pizzuto, segretario regionale di Articolo UNO.
«Alcune azioni si possono mettere in campo da subito – aggiunge Luca Pizzuto:
– un controllo serrato delle abitazioni dell’ex Istituto Case Popolari, in particolare di quella occupate in maniera abusiva, per evitare che esse rimangano o diventino “centrali di spaccio”;
– un’azione congiunta di istituzioni e forze dell’ordine per bloccare furti e spaccio e per permettere alla cittadinanza di vivere con tranquillità e serenità;
– una nuova politica di educazione alla legalità che partendo dalle giovani generazioni, instauri un clima di rispetto e aiuto reciproco.»
«Ora c’è bisogno di tutte e tutti, Istituzioni, Forze dell’Ordine e Società Civile, affinché congiuntamente non si permetta una nuova deriva della città, che abbiamo già conosciuto e che non ha portato nulla di buono – conclude Luca Pizzuto -. Resistiamo e reagiamo insieme, all’insegna della legalità e della convivenza civile, al fine di costruire e dare a tutte e tutti un futuro migliore.»

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Il presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, Tarcisio Agus, ha scritto una lettera al ministro dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, nella quale espone le problematiche e le esigenze dell’Ente.

Di seguito il testo della lettera, inviata, per conoscenza, anche al sottosegretario di Stato dello stesso ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, Roberto Morassut; al presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas; all’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis; all’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili.

«Ill.mo Sig. Ministro,

ho chiesto tempo fa la possibilità di un incontro con la SV per presentarLe il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e le sue problematicità che, a mio avviso, si trascinano sin dalla sua origine.

Immagino che il suo dicastero lo tenga impegnato su fronti molto più importanti ed attuali e, nelle more di uno spazio di audizione del nostro Ente, cerco di esporLe gli elementi più rilevanti che ritengo meritino attenzione.

Il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna è assimilato agli Enti di cui alla legge 9 maggio 1989 n.168 e la sua gestione è affidata ad un Consorzio ai sensi dell’art. 13 della legge 8 luglio 1986 n. 349, ma viene accostato ad un’Area Protetta, ai sensi della legge 6 dicembre 1991 n. 394, tanto che nel decreto istitutivo si fa riferimento, per le sanzioni, all’art.30 della stessa legge, nonostante, mi pare, non rientriamo nella sua classificazione ai sensi dell’art. 2.

Peraltro i comuni compresi nel Parco Geominerario non beneficiano delle Misure di incentivazione previste dall’art.7.

Tutto questo ha da sempre creato disorientamento e forti perplessità nell’agire e nella programmazione per il territorio del Parco, bisognoso più di altri di risorse per la sua caratteristica fisica e storia industriale che ne costituisce un unicum in Sardegna, ma non solo.

Il decreto Istitutivo, come modificato dal decreto dell’8 settembre 2016, assegna al Parco, ai sensi dell’art. 2, l’impegno a perseguire la finalità di assicurare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio tecnico-scientifico, storico-culturale ed ambientale dei siti e dei beni ricompresi nel territorio, nonché quella di garantire uno sviluppo economico e sociale dei territori interessati in un’ottica di sviluppo sostenibile. Seguono nove commi di attività da porre in essere.

Il Parco si estende su un territorio di 3.500 kmq, con al suo interno 86 comuni, con ambiti di grande pregio naturalistico ed ambientale, ma anche, 6.739 ettari di aree inquinate, dovute alle pregresse attività minerarie, con 1.947 fabbricati, suddivisi in 743 civili, di cui numerosi di alto pregio architettonico, come le direzioni delle miniere, gli ospedali e le foresterie; 425 industriali, con diversi complessi di pregio architettonico e storico culturale, 412 ruderi e 367 aree di fabbricati demoliti che con l’andar del tempo andranno sempre più aumentando.

Se per un verso gli interventi relativi al programma delle bonifiche ambientali, finanziate dal suo Ministero, muovono i primi passi, dopo venti anni dalla legge istitutiva del Parco, restano ancora al palo il recupero del vasto patrimonio immobiliare, costituito da diversi borghi minerari, con rilevante valore storico, culturale ed ambientale che potrebbero esser recuperati e destinati a finalità sociali, culturali e produttive.

Su tale patrimonio il Parco negli anni ha investito alcune risorse dei trasferimenti annuali, peraltro dimezzati nel corso di questi anni e relativi a degli avanzi di amministrazione.

Una goccia d’acqua nel mare del bisogno finanziario necessario per il suo pieno recupero prima del suo definitivo disfacimento.

Il Parco intende, in questo nuovo anno, attivarsi per la predisposizione di un Piano di sviluppo socioeconomico, con il pieno coinvolgimento degli stakeolder territoriali, ma questo necessita di un organico adeguato di cui oggi non disponiamo, sia in termini numerici (7 dipendenti di cui 3 a tempo pieno e 4 part-time) che in termini di professionalità.

Attualmente al Parco è riconosciuta una pianta organica di 13 unità, ma per il blocco delle assunzioni non ci è possibile disporre pienamente neanche di quanto la pianta organica ci riconosce.

La gestione di un piano di sviluppo su un territorio vasto 3.500 kmq, con le finalità assegnateci meriterebbe una maggior attenzione sia di risorse finanziarie che di personale.

Per quest’ultimo aspetto potremmo rifarci in termini comparativi all’organico del più piccolo e del più grande dei Parchi Nazionali:

Parco 5 Terre – sup. 38,6 kmq. 12 Unità

Parco del Cilento – sup. 1.781 kmq. 40 unità

Parco Geominerario sup. 3.500 kmq. 7 unità (3 tempo pieno 4 Part-time).

Da questa breve analisi si evince che il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, in primo luogo, per i compiti assegnati dal Decreto Istitutivo, non è mai stato equiparato di fatto alle Aree Protette, nonostante al suo interno, oltre alle aree inquinate, siano presenti vasti territori (SIC e ZPS) caratterizzati da paesaggi eterogenei, abitati da varie specie animali e vegetali ed in particolare nell’area del Guspinese Arburese, permane il più vasto areale del cervo sardo, autoctono. Ma ancora, sono presenti vaste zone umide protette dalla convenzione Ramsar.

La situazione ibrida potrebbe essere risolta, riconoscendone la tipologia, quale Consorzio assimilato agli Enti di cui alla legge 9 mMaggio 1989, n. 168, ed inserendolo con le Università nei programmi di ricerca previsti dalla legge 168.

Il Parco, dall’insediamento degli organi, Presidente e Consiglio direttivo (giugno 2018), collabora strettamente con le due Università isolane, peraltro facenti parte a pieno titolo del Parco, con i Comuni e gli Enti regionali.

Esperienza questa della ricerca, messa in atto, in questo nuovo corso del Parco, con l’accordo quadro dell’Università di Cagliari e Sassari e in concorso con alcuni dipartimenti.

In particolare credo interessante e proficua l’opera avviata con il Comitato Tecnico Scientifico del Parco, nell’ambito delle bonifiche ambientali, ove siedono, il soprintendente regionale, docenti universitari ed esperti di sperimentata competenza nelle seguenti aree disciplinari: materie geologico-minerarie; materie ambientali; materie economico-sociali; pianificazione territoriale; materie storico-archeologiche e museali.

Il Parco grazie agli esperti del comitato, ora, oltre al rilascio del nulla osta di carattere edilizio, si sta pienamente occupando del recupero ambientale delle aree minerarie dismesse, portando importanti contributi di natura tecnica e scientifica, perché le discariche minerarie e gli ambienti minerari non siano più un grave danno all’ambiente ed alle popolazioni residenti, ma possano diventare risorsa. L’ultima proposta in ordine di tempo predisposta dal Parco in concorso con l’Università di Cagliari è il progetto di sviluppo Tour Remine.

Il progetto TouRemine vuole essere un progetto pilota che si propone il ricupero, la bonifica e l’infrastrutturazione di numerose realtà entro l’ambito del Parco, per un decisivo risanamento e fruizione ambientale, nonché per un nuovo processo sviluppo socio economico. Questo progetto integrato è oggi all’attenzione di Invitalia che cura i fondi per lo sviluppo destinati al sud Italia, con l’intento di estendere la sua portata a tutti i comuni appartenenti alla comunità del Geoparco, con tre obiettivi:

Infrastrutturazione: costruire e/o adeguare le infrastrutture che garantiscono la mobilità (dati/persone), l’accoglienza e la ricettività per rendere sfruttabili a fini commerciali e fruibili a scopi turistici i borghi e gli ambienti minerari.

Industrializzazione: creare le condizioni per sfruttare gli scarti delle miniere per attivare potenziali nuove opportunità di business e lo sfruttamento sostenibile delle risorse.

Imprenditorialità: sviluppare percorsi di creazione d’impresa e offrire nuovi servizi alle imprese esistenti. In particolare vorrei evidenziare il secondo obiettivo, che prevede nel progetto il recupero di importanti immobili minerari da destinare a musealizzazione ed a nuove destinazioni socio – culturali, nonché la bonifica ed il recupero di minerali di valore, come per esempio nel progetto in TouRemine, la fonderia di antimonio a Villasalto diventata nel tempo discarica di antimonio, ci consentirà, se finanziato, di recuperare il minerale, oggi di nuovo richiesto dal mercato, e la fonderia, unica rimasta forse in Italia per questa tipologia di minerari.

Questa esperienza di recupero degli scarti minerari entro l’area del Parco Geominerario, è già in atto tra l’università e gli enti regionali, in particolare con la Carbosulcis, ove la bonifica delle discariche minerarie di carbone hanno contribuito, con la ricerca, a darci importanti risultati come il progetto “Aria” impianto sperimentale produzione isotopi, ma anche il recupero delle “Terre rare” o la sperimentazione su fertilizzanti e disinquinanti ecologici.

Sono convinto dell’importante apporto che può dare il Parco Geominerario se è posto in condizioni di operare, con un ruolo più lineare ed una dotazione organica adeguata.

Ill.mo sig. Ministro, la invito nei limiti delle sue disponibilità, a verificare con i suoi uffici questi due principali aspetti, dell’inquadramento normativo o nell’impossibilità che ciò avvenga, almeno il riconoscimento, anche ai comuni del Parco Geominerario, dei benefici previsti dalla  legge 349/1986, e la valutazione di una pianta organica adeguata alle funzioni assegnate ed ai complessi problemi di natura ambientale presenti entro l’area Parco, non certo assimilabili ai territori delle Aree Protette. Questo ultimo aspetto credo meriti una particolare attenzione perché devono assolutamente esser risolti, pena il perdurate dei rischi di natura sanitaria, già a suo tempo riscontrati dal rapporto del ministero della Salute del 2016, che pone il Sulcis-Iglesiente-Guspinese, la parte più consistente delle aree del Parco Geominerario, fra quelle “invivibili”, ove si sono riscontate le più alte percentuali di patologie oncologiche e mortalità, fra le 44 aree ad alto rischio in Italia.

Certo di una sua attenzione, nel pormi a sua disposizione per ogni ulteriore approfondimento e in attesa di un possibile incontro, porgo cordiali saluti.»

Tarcisio Agus

Presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

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Geo, la rubrica divulgativa pomeridiana di RaiTre, mercoledì 26 febbraio ha ospitato il Cammino Minerario di Santa Barbara. I due conduttori, Sveva Sagramola ed Emanuele Biggi, hanno intervistato il presidente della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, Giampiero Pinna e Ponziana Ledda, e proposto le delizie della cucina preparate dallo chef Manuele Fanutza, titolare del Ristorante Letizia di Nuxis.

Manuele Fanutza ha proposto le unicità gastronomiche ed artistiche della Sardegna e, in particolare, del Sulcis Iglesiente: il Tonno Rosso della ditta Tonnare Sulcitane Althunnus di Portoscuso; i formaggi del caseificio di Santadi; il Miele Bio di Riccardo Locci di San Giovanni Suergiu; il pane di Nuxis; il pane di Santadi; sa tunda Teuladina; l’olio di sua produzione. La puntata, registrata negli studi Rai di Via Teulada, a Roma, andrà in onda venerdì 6 marzo 2020, dalle ore 16.30 alle 18.30.

Si tratta, indubbiamente, di una straordinaria occasione di promozione per il Cammino Minerario di Santa Barbara, per il Sulcis Iglesiente Guspinese e per l’intera Sardegna.

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Il comune di Carbonia comunica che è possibile accedere agli incentivi previsti per l’acquisto di dispositivi antiabbandono.

I seggiolini, obbligatori dal 6 marzo 2020 per chi trasporta bambini di età fino ai 4 anni, fin da novembre 2019 si trovano sia sui mercati online, sia nei negozi specialistici, in decine e decine di modelli tra i quali è difficile scegliere.

I dispositivi, prescrive la normativa, non necessitano di una specifica omologazione, ma devono essere corredati da un certificato che ne attesta la conformità al D.M. 122/2017, rilasciato direttamente dal produttore.

È necessario che si attivino automaticamente a ogni utilizzo senza bisogno che il conducente compia ulteriori azioni, dando un segnale di conferma di avvenuta attivazione. In caso di abbandono del veicolo da parte del conducente, i dispositivi si attivano con segnali visivi e acustici o visivi e di vibrazione ed i segnali devono essere percepibili o all’interno o all’esterno del veicolo.

È possibile richiedere il ‘bonus’ registrandosi su un piattaforma Sogei accessibile dal sito del Mit (www.mit.gov.it), che rilascerà un buono elettronico spendibile nei negozi, per l’acquisto dell’apparato, oppure sarà necessario farne nuova richiesta.

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Domenica 29 marzo i cittadini sono chiamati alle urne per il quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana.

Gli elettori voteranno per approvare o respingere la legge di revisione costituzionale dal titolo “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”.

Il testo, approvato in via definitiva dalla Camera l’8 ottobre 2019, prevede la diminuzione del 36,5% dei componenti di entrambe le Camere: da 630 a 400 seggi alla Camera, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato.

La legge di revisione costituzionale è stata approvata in doppia lettura da entrambe le Camere a maggioranza assoluta, ex articolo 138 comma 1 della Costituzione.

Dal momento che in seconda deliberazione la legge non è stata approvata a maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, un quinto dei senatori ha potuto richiedere il referendum confermativo, come da comma 2 dello stesso articolo 138.

Tale facoltà è stata esercitata da 71 senatori che hanno depositato la richiesta di referendum presso la Corte Suprema di Cassazione il 10 gennaio 2020.

La votazione si svolgerà domenica 29 marzo dalle ore 7.00 alle ore 23.00.

Le operazioni preliminari degli uffici di sezione cominceranno alle ore 16.00 di sabato 28 marzo 2020.

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L’Amministrazione comunale di Carbonia, in collaborazione con il Simuc – soggetto gestore del sistema museale di Carbonia – il Centro Italiano della Cultura del Carbone ed i Comuni del territorio, ha allestito in un locale situato all’interno del Centro Intermodale, un punto di informazione turistica per accogliere i 215 visitatori che arriveranno domenica 1° marzo, a Carbonia, a bordo di un antico treno a vapore, una grande attrattiva per la città di Carbonia, candidata al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2021.

I visitatori saranno accolti dagli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Gramsci Amaldi, in qualità di guide turistiche.

Domenica 1° marzo, infatti, arriverà al Centro Intermodale un antico treno a vapore con 215 turisti che partiranno da Cagliari alla volta della città mineraria per visitare la Grande Miniera di Serbariu.

Un’esperienza in grado di richiamare decine di persone e di appassionati desiderosi di tornare indietro nel tempo alla scoperta dei nostri tradizionali mezzi di locomozione a vapore, come accaduto in occasione dell’ultima visita a Carbonia, avvenuta domenica 27 maggio 2018. I visitatori potranno salire sullo storico treno, di cui potranno ammirare la locomotiva a vapore 740-423 e le tre carrozze “Terrazzini”, datate 1933.

L’evento, organizzato dall’Associazione Sarda Treni Storici “SARDEGNAVAPORE” e da Fondazione Ferrovie dello Stato Italiane con il patrocinio del comune di Carbonia, si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti per il 20° compleanno dell’associazione.

“Il Treno dell’arte Mineraria”, così come è stato ribattezzato, partirà dalla stazione di Cagliari alle ore 8.30 e arriverà a Carbonia intorno alle ore 10.15-10.30.
In serata, alle ore 18.50, il treno storico ripartirà in direzione Cagliari.

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Dopo la presentazione dei lavori effettuati nel comune di Musei e in quello di Villamassargia, si terrà a Domusnovas sabato 29 febbraio l’evento di presentazione dei lavori effettuati nell’area verde di Domusnovas, sita in via Bonn e denominata “La carruba”.
L’evento inizierà alle ore 10.00 e terminerà intorno alle ore 13.00. I paesaggisti dell’associazione “Progetto Barega”, Giampietro Tronci e Gigi Usai, la ricercatrice dell’Orto Botanico di Cagliari Francesca Meloni ed i referenti dell’Agenzia regionale Forestas illustreranno ai presenti i lavori svolti in questi due mesi anche grazie all’aiuto dei cittadini volontari.
Sarà presente all’evento anche l’imprenditore Patrick Syrbe che spiegherà ai presenti le proprietà delle piante autoctone sarde.
Durante la mattinata, le varie associazioni partner del progetto allestiranno degli stand informativi e delle mostre fotografiche, e i bambini saranno impegnati prima nella piantumazione di alcune piante di lentisco e  poi protagonisti dei mercatini dello scambio, attività nata con l’obiettivo di sensibilizzarli all’importanza del riciclo e del riuso.“I giardini possibili” è un progetto sostenuto dall’Impresa sociale “con i bambini” mira alla realizzazione di quattro nuovi parchi, quattro nuovi spazi pubblici  nei comuni di Iglesias, Villamassargia, Domusnovas e Musei. I bambini provenienti dalle scuole primarie dei paesi partecipanti sono il centro propulsivo del progetto: i loro sogni e desideri stanno dando forma ai giardini.Il progetto “I giardini possibili” vede nella trasformazione partecipata e consapevole uno strumento di coesione sociale, di trasmissione di buone pratiche, di educazione alla condivisione ed alla tolleranza: un veicolo di innovazione e creatività, soprattutto in realtà rurali e afflitte da isolamento, marginalità e spopolamento. La periferia, grazie alle idee dei bambini e alla collaborazione di abitanti, istituzioni e associazioni, può diventare uno spazio di possibilità, e dunque un centro di sperimentazione delle strategie di trasformazione sostenibile di un territorio allo stesso tempo fragile e meraviglioso come quello del Sulcis Iglesiente.

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Nell’ambito delle iniziative dirette alla prevenzione e repressione del fenomeno del bracconaggio è stata avviata nel mese di febbraio un’importante campagna di controlli nel Sud Sardegna ed in particolare nella zona del Sulcis e nel Sarrabus, punti caldi del bracconaggio italiano ed inseriti tra i “Black Spot” nel Piano d’Azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici.

L’intervento ha visto congiuntamente impegnati il personale del Corpo Forestale regionale del Nucleo investigativo di Cagliari (NIPAF) e delle Stazioni Forestali di Sinnai, Castiadas, Muravera, Teulada Santadi, Carbonia e Sant’Antioco, i Carabinieri Forestali della Sezione Operativa Antibracconaggio Reati a Danno degli Animali (SOARDA) e del Nucleo CITES  di Cagliari, i Carabinieri dei reparti territoriali del Comando Provinciale di Cagliari oltre che numerosi volontari della LIPU.

L’impiego coordinato delle varie forze è richiesto proprio dal Piano Nazionale che tra le azioni prioritarie prevede, in corrispondenza di ciascun black-spot, «la creazione di un coordinamento tra i diversi corpi di vigilanza per garantire un impiego ottimale delle forze disponibili. Il coordinamento deve anche avere lo scopo di favorire lo scambio di informazioni e l’utilizzo ottimale del personale impegnato nella repressione degli illeciti».

La campagna di contrasto al bracconaggio nel Sud Sardegna, ha finora portato all’identificazione e alla denuncia di 10 persone, al sequestro di 312  trappole per uccellagione, di 164 reti per un totale di circa 500 metri quadrati di superficie, di 27 lacci per la cattura degli ungulati, e di 694 esemplari di avifauna, fra  pettirossi, tortore, tordi, merli, storni.

Le attività di repressione nel mercato di via Po di Cagliari hanno consentito il sequestro di gabbie – trappola vendute per la cattura di piccoli uccelli destinati ad essere ricollocati sul mercato illegale per il loro pregiato canto.

Le forze sul campo hanno provveduto, parallelamente alle attività di polizia giudiziaria volte all’individuazione dei responsabili e del loro deferimento all’Autorità Giudiziaria, a bonificare, grazie all’impegno dei volontari impiegati, ampie zone del territorio rimuovendo ulteriori lacci, reti e trappole indirizzate alla cattura illegale di fauna e avifauna. 101 uccelli, tra cui rapaci protetti, rimasti impigliati nelle reti, sono stati liberati nei cieli Sardi.

Tra le attività, è stata tenuta anche una campagna di educazione ambientale presso la scuola dell’infanzia “La mia favola” del comune di Capoterra, località Poggio dei Pini: sensibilizzare i piccoli cittadini consentirà alla società di avere in futuro adulti consapevoli dell’importanza delle funzioni che l’ambiente svolge nel suo complesso.