20 April, 2024
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Primo caso di contagio da Coronavirus a Nuxis, ne ha dato notizia nel sito istituzionale del Comune, il sindaco Pier Andrea Deias.

«Ho ricevuto da parte dell’ATS segnalazione relativa ad un caso di positività al Covid-19, riguardante una persona residente nel nostro Comuneha comunicato Pier Andrea Deias -. La persona interessata è stata prontamente isolata e l’indagine epidemiologica, tutt’ora in corso, ha permesso di individuare alcuni contatti che, in parte, sono stati già sottoposti a tampone con esito negativo, la situazione è quindi sotto controllo dell’autorità sanitaria competente.»

«Pensando al senso di responsabilità, ampiamente dimostrato dalla nostra comunità in questi mesi nei quali abbiamo dovuto sottostare a rigide regole comportamentali e, pur consapevole dell’efficacia e della tempestività delle misure poste in essere dal servizio sanitario competente, vi chiedo di continuare su questa strada senza abbassare la guardia onde evitare il rischio del diffondersi dei contagi ha aggiunto Pier Andrea Deias -. La giusta preoccupazione, senza inutili allarmismi o ansie immotivate, deve far crescere in ciascuno di noi il giusto senso di responsabilità per affrontare la situazione.»

«Ritengo doveroso, infine, esprimere anche a nome dell’Amministrazione e della cittadinanzaha concluso il sindaco di Nuxis -, solidarietà e vicinanza alla persona direttamente interessata con l’augurio di pronta guarigione.»

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Dal 30 luglio 2020, in via delle Margherite, nella ormai nota località di Porto Pino è operativo l’Ufficio Turistico del comune di Sant’Anna Arresi. Il personale bilingue, con esperienza pluriennale nel settore, accoglie tutte le persone che hanno scelto il nostro comune come meta delle loro vacanze nel Basso Sulcis.
«Un servizio per noi necessario, che mancava in questo territorio, per la promozione di un’offerta turistica di qualità a supporto di tutte le attività commerciali, artigianali, alberghiere ed extra
 alberghiere si legge in una nota dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Anna Maria Teresa Diana -. L’apertura dell’Ufficio Turistico è solo il primo passo verso la creazione di una vera e propria destinazione turistica, prevista da una programmazione nella quale la sinergia tra il pubblico ed il privato, valorizzi le risorse ambientali, economiche, culturali e storiche del territorio, in un’ottica di rilancio dell’economia locale in questo grave periodo di crisi di tutti i settori ed in particolare del comparto turistico.»
«A supporto nascerà anche il sito portale istituzionale che rafforzerà l’attività svolta dall’ufficio turisticoconclude la nota dell’Amministrazione comunale –. Ci siamo insediati un anno fa, possiamo definirci un’amministrazione giovane, ma crediamo nel futuro turistico del nostro territorio per questo è importante promuoverlo e valorizzarlo con tutti gli strumenti a disposizione, coinvolgendo sempre tutti gli operatori e la comunità.

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Cresce il numero dei casi positivi al Covid-19 in Sardegna, 7 nelle ultime 24 ore, 5 dei quali nella provincia di Sassari. Sono ora 1.500 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. Dei 7 nuovi casi, 5 sono stati accertati in provincia di Sassari, 1 nella Città Metropolitana di Cagliari e 1 nella provincia di Nuoro. Resta invariato il numero delle vittime, 134.

In totale sono stati eseguiti 118.084 tamponi (340 nelle ultime 24 ore, lo stesso numero dei tamponi eseguiti ieri). I pazienti ricoverati in ospedale sono 9, nessuno in terapia intensiva, mentre 101 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.251 pazienti guariti (+2 rispetto al dato precedente), più altri 5 guariti clinicamente.

Sul territorio, dei 1.500 casi positivi complessivamente accertati, 279 (+1) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 164 nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 86 (+1) a Nuoro, 910 (+5) a Sassari.

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Con un concerto dal titolo “El dìa que me quieras” oggi negli spazi della tonnara “Su Pranu” di Portoscuso, prende il via l’undicesima edizione di ArtAngo & Jazz festival, rassegna organizzata nel Sulcis Iglesiente dall’associazione Anton Stadler, per esplorare le innumerevoli potenzialità di uno strumento come il bandoneon.

L’appuntamento è alle 22.00, con il raffinato trio composto dal bandoneonista Fabio Furìa – che è anche direttore artistico della rassegna-, il chitarrista Alessandro Deiana ed il contrabbassista Giovanni Chiaramonte.

El dìa que me quieras è un concerto che esplora il tango in tutte le sue sfumature, raccontandolo attraverso un repertorio che ne ripercorre la storia dagli anni ’20 agli anni ’50. Un percorso che segna l’evoluzione di questo genere musicale così amato, partendo da quello tradizionale, fino alle avanguardie e alla sua più alta nobilitazione. Arrangiamenti originali di forte impatto emotivo per un’ora di grande musica.

Dopo quello di domani, il prossimo appuntamento – già sold out – con ArtAngo & jazz festival è giovedì 20 agosto, alle 21.30, nel nuraghe Seruci di Gonnesa. Si esibirà l’Anna Tifu tango quartet, ensemble composto oltre che dalla famosa violinista anche da Fabio Furìa, Giovanni Chiaramonte e dal pianista Romeo Scaccia.  Nel concerto, intitolatoNext tango, passato, presente e futuro sono condensati in un unico e insolito viaggio nella storia del tango. Fusione e contaminazione tradizione ed innovazione, ma anche equilibrio, tecnica, immaginazione ed improvvisazione. Il risultato è un’interessante sintesi tra il mondo sonoro del Jazz e quello del Tango Nuevo.

Tutti gli appuntamenti sono organizzati nel rispetto delle norme imposte per il contenimento del Covid-19.

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Dopo una piccola pausa ferragostana domani, martedì 18 agosto, il festival culturale Liberevento riprende con una nuova ospite: l’attrice e imitatrice Francesca Reggiani.

L’appuntamento è alle 22.00, nella tonnaraSu Pranu di Portoscuso dove, intervistata dal giornalista Luca Gentile, Francesca Reggiani parlerà del suo libro “Sono italiana ma voglio smettere (Ultra 2018).

Scritto insieme a Valter Lupo e Gianluca Giugliarelli, “Sono italiana ma voglio smettere” è una carrellata delle migliori performance della Reggiani, con i racconti dei suoi personaggi più riusciti (da Ornella Vanoni a Daniela Santanché, da Sabrina Ferilli a Donatella Versace) che l’hanno fatta entrare nel cuore di milioni di italiani.

Mercoledì 19 agosto l’incontro con Francesca Reggiani sarà proposto anche a Iglesias, alle 22.00, nel suggestivo Chiostro di San Francesco.

Gli appuntamenti sono organizzati nel rispetto delle prescrizioni imposte per il contenimento del contagio da Covid-19, e sono perciò a numero chiuso dietro prenotazione.

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A Carloforte, in pochi giorni, è stato circoscritto e spento sul nascere, un potenziale focolaio di Coronavirus. L’attore principale del colpo di mano è stato il sindaco Salvatore Puggioni. Ha applicato quella che gli scienziati Americani chiamano: regola delle “3T” (Tracciare-Testare-Trattare). E ha vinto. Non solo. Ha trascinato tutto il Sulcis nell’applicazione del metodo. Oltre ai 21 casi dell’isola (17 di residenti di Carloforte, 3 di Sant’Antioco e 1 di San Giovanni Suergiu), sono stati identificati ed isolati 1 caso a Narcao e 1 a Sant’Antioco (con altri 200 tamponi). Bonificata la zona.
Il primo ad applicare questo metodo fu, tra febbraio ed aprile, il professor Andrea Crisanti nella cittadina di Vò Euganeo, in Veneto. Quella cittadina, assieme alla cittadina lombarda di Codogno, furono i centri in cui si svilupparono i primi focolai di Coronavirus. Tuttavia, nei due centri, l’evoluzione dell’epidemia fu diversa: a Vò Euganeo il focolaio si spense; a Codogno avvenne la diffusione verso Bergamo, Brescia, Milano. Nel primo caso, fu salvata l’intera regione Veneto; nel secondo caso, fu compromessa l’intera regione Lombardia.
Il professor Andrea Crisanti è uno studioso di Microbiologia e Virologia specializzatosi ad Oxford. Quando, a gennaio, iniziarono ad arrivare in Italia le notizie dell’epidemia a Vuhan, egli capì immediatamente quale sarebbero state l’evoluzione e diffusione globale.
Già allora, esistevano gli strumenti per decodificare lo RNA virale col PCR (Polimerase chain reaction). Questa tecnica, ideata negli anni ’90 per la decodifica del DNA, consente di vedere ciò che non si può vedere con i comuni microscopi di laboratorio. I “geni” vengono amplificati dall’enzima Polimerasi e, con una reazione a catena, vengono ingranditi, poi con un metodo di migrazione elettrica delle molecole (“foresi”), vengono visualizzati nel computer, sotto forma di bande colorate. Queste “bande”, di varia lunghezza e spessore, dello RNA virale, sono come il codice a barre dei prodotti esposti nei supermercati. Ogni virus ha un suo “codice a barre” e se ne possono identificare le mutazioni. Con tale metodo, è stato possibile identificare la breve sequenza di RNA che sintetizza la “proteina Spike” che riveste il virus e che, come il vischio per gli uccelli, si attacca alle cellule della preda umana.
L’avere identificato la sequenza per la proteina “Spike”, ha consentito agli scienziati di aprire le porte alla preparazione di un vaccino specifico, senza dover usare tutto il virus. Per questo, i ricercatori, compresi quelli dell’azienda IRBM di Pomezia, pensano di poter ottenere un vaccino non pericoloso. Il vaccino, infatti, non sarà costituito dall’intero virus attenuato, ma da una minima frazione: cioè solo la sequenza di RNA virale che sintetizza la proteina “Spike”.
Tuttavia, il vaccino non è pronto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità pretende che si portino a termine tutt’e tre le fasi di sperimentazione sull’Uomo. La precipitazione potrebbe costare cara. Fino al momento della disponibilità mondiale del vaccino.

La prima volta che si utilizzò la tecnica di diagnosi ed isolamento dei pazienti colpiti dal morbo, fu nel 1378, con Bernabò Visconti. Egli istituì gli “Ispettori di Sanità”. Questi avevano il compito di individuare gli infetti. Poi arrivava l’esercito che procedeva ad inchiodare porte e finestre, rinchiudendo dentro le loro abitazioni gli appestati; il cibo veniva lanciato da debita distanza. Nel caso tutti morissero, si procedeva ad incendiare l’abitazione, per distruggerne il suo contenuto. Il metodo fu rude ma efficace. La mortalità per peste in Lombardia fu bassissima. Quel metodo di individuazione e trattamento, raggiunse lo scopo.
A Firenze, invece, fu una strage. Nel 1423, il doge di Venezia mise a punto la tecnica dell’“isolamento”. Individuò l’”isola di Santa Maria di Nazareth” per riunirvi tutti gli appestati. L’isola venne data in gestione all’Ordine di San Lazzaro. Dalla fusione dei nomi “Lazzaro” e “Nazareth”, derivò il termine “Lazzaretto”.
La “quarantena”, invece, era stata ideata molti secoli prima, da Ippocrate di Kos. Egli sosteneva che una malattia acuta si manifesta entro 40 giorni dal contatto con uno colpito dall’epidemia. I Francesi nel Medio Evo chiamarono quel lasso di tempo “une quarantaine de jours”. Da cui “quarantena”.
Come si vede, la regola delle “3T” ha radici molto antiche ed i metodi per applicarla furono senza dubbio rudi nel passato ma sono “gentili” oggi. L’ingentilimento del metodo attuale, deriva tutto dalla tecnologia. Abbiamo oggi a disposizione il “sequenziator” di DNA. Lo strumento decodifica l’RNA virale e riproduce il corrispondente DNA. Questo viene amplificato e sottoposto a “foresi”, per conoscere il “codice a barre” del virus infettante.
Il prelievo è molto semplice: si esegue con un microtamponcino che entra in contatto con la mucosa delle cavità nasali e con quella del faringe. Queste sono sedi particolarmente ricche di virus nei casi positivi. Il paziente che viene identificato è molto fortunato: viene seguito e curato precocemente, inoltre viene isolato in modo da non contagiare la propria famiglia ed i compagni di lavoro. Il risultato è duplice: la cura del paziente e la tutela della società.
La sequenza di atti clinici che ho descritto, è semplice dal punto di vista metodologico e strumentale, tuttavia è difficilissima dal punto di vista umano. Infatti, non tutti riescono a riprodurre i risultati ottenuti a Vò Euganeo dal professor Andrea Crisanti. Nel caso dell’area sanitaria del Sulcis Iglesiente, esiste una difficoltà in più. E’ l’unica area in Sardegna che, fino al primo caso di Covid-19 a Carloforte, non era dotata dell’apparecchio estrattore di DNA. L’Amministrazione regionale non aveva ricompreso il Sulcis Iglesiente fra i destinatari di questo strumento.
Due mesi fa, dopo pressioni di gruppi di opinione come lo SPI CGIL di Carbonia e la Consulta Anziani di Iglesias, è intervenuto un Ente benefico privato, la Fondazione di Sardegna, che ha donato alla Regione la somma necessaria per l’acquisto dello strumento da destinarsi specificamente alla popolazione del Sulcis Iglesiente.
Dopo un lungo lasso di tempo, lo strumento è stato ordinato ed acquisito, tuttavia, quando esplose il focolaio di Carloforte non avevamo ancora un nostro strumento diagnostico in funzione.

Qui entra in gioco la genialità del sindaco Salvatore Puggioni. Non so come abbia fatto a riuscirci. Quando prese coscienza che in pochi giorni si era passati da 3 a 9 casi di Covid-19, ha messo in moto
una macchina complessa che ha utilizzato lo schema della “3T” degli Americani, usato dal professor Andrea Crisanti a Vò Euganeo. Ha sottoposto a screening di massa, con tampone faringeo, oltre 800 persone ed ha rilevato l’esistenza di ben 21 casi positivi fino ad allora insospettabili. Quindi ha coinvolto tutte le cittadine del circondario inducendo uno screening tra tutti coloro che, teoricamente, potevano essere entrati in contatto con il primo “gran diffusore” di virus che provocò il focolaio. Ha vinto.
Una volta individuato l’avversario. l’ha isolato mettendo al sicuro tutti. Questo fantastico esempio è da indicare a tutti i Sindaci del Sulcis Iglesiente. Se tutti mettessero in campo i talenti per cui vennero eletti, sicuramente scopriremmo che sono tutti titolari anche di una genialità sanitaria che alla fine salverà la nostra Sanità dal degrado a cui la programmazione politica passata e presente l’ha condannata.
I complimenti di questo giornale a Salvatore Puggioni sono sicuramente piccola cosa rispetto a quelli che ha ricevuto da Barbara Serra, la giornalista dell’emittente televisiva Al Jazeera di Londra, quando l’ha dichiarato “migliore di Boris”, ma sono altrettanto meritati.

Mario Marroccu

La notte scorsa i carabinieri della Compagnia di Iglesias sono intervenuti presso la struttura Casa Emmaus, ubicata in località San Lorenzo, dove si era appena consumata una rapina: gli autori del reato sono poi fuggiti a bordo di un’auto della comunità, terminando però tragicamente la propria corsa con un sinistro stradale in località Santa Gilla, a Cagliari. Deceduto sul colpo il conducente, in gravi condizioni il passeggero, in codice rosso all’ospedale Brotzu di Cagliari.
La chiamata al 112 è arrivata alle 00.30 circa: uno degli operatori della comunità terapeutica aveva segnalato che due persone con volto travisato ed armate di coltello erano entrate nella struttura, minacciando i presenti con l’arma, si sono fatte consegnare telefoni cellulari e soldi. All’esiguo bottino racimolato, hanno aggiunto poi le chiavi dell’autovettura di proprietà della Comunità, una Fiat Idea, utilizzata successivamente per la fuga. Con l’arrivo dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile sul posto, la scena è stata ricostruita con precisione: i due rapinatori, infatti, erano ex ospiti della struttura e, nonostante i tentativi di travisamento, sono stati immediatamente riconosciuti. I militari hanno, dunque, avviato le ricerche del veicolo, in particolar modo interessandosi alle località di provenienza dei due, rispettivamente Cortoghiana e Selargius. Proprio da Cagliari, nel mentre, è giunta la notizia del sinistro stradale che ha coinvolto la Fiat Idea, avvenuto in località Santa Gilla, all’altezza del Ponte della Scafa: verosimilmente a causa dell’alta velocità sostenuta per la fuga, il conducente, 40enne, ha perso il controllo del veicolo, andando a sbattere contro un altro veicolo che si trovava in transito, con due persone a bordo, finendo prima contro un guard-rail e, infine, contro un palo. Il conducente della Fiat Idea è deceduto sul colpo, mentre il complice, 28 anni, è stato ricoverato in codice rosso presso l’ospedale Brotzu di Cagliari, ove si trova ancora ricoverato in gravi condizioni. I due passeggeri dell’altro veicolo, coinvolto accidentalmente, sono attualmente ricoverati avendo riportato diverse lesioni, ma non versano in pericolo di vita. Sul posto, per i rilievi, è intervenuta la Polizia locale di Cagliari: sono in corso accertamenti congiunti per ricostruire la dinamica completa dalla rapina all’incidente.

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Con un concerto dal titolo “El dìa que me quieras” domani (lunedì 17 agosto) nella Tonnara “Su Pranu” di Portoscuso prende il via l’undicesima edizione di ArtAngo & Jazz festival, rassegna organizzata nel Sulcis Iglesiente dall’associazione Anton Stadler per esplorare le innumerevoli potenzialità di uno strumento come il bandoneon.

L’appuntamento è alle 22.00, con il raffinato trio composto dal bandoneonista Fabio Furìa – che è anche direttore artistico della rassegna -, il chitarrista Alessandro Deiana ed il contrabbassista Giovanni Chiaramonte.

Dopo quello di domani, il prossimo appuntamento – già sold out – con ArtAngo & jazz festival è giovedì 20 agosto, alle 21.30, nel nuraghe Seruci di Gonnesa. Si esibirà l’Anna Tifu tango quartet, ensemble composto oltre che dalla famosa violinista anche da Fabio Furìa, Giovanni Chiaramonte e dal pianista Romeo Scaccia.  Nel concerto, intitolato Next tango, passato, presente e futuro sono condensati in un unico ed insolito viaggio nella storia del tango. Fusione e contaminazione tradizione ed innovazione, ma anche equilibrio, tecnica, immaginazione ed improvvisazione. Il risultato è un’interessante sintesi tra il mondo sonoro del Jazz e quello del Tango Nuevo.

Tutti gli appuntamenti sono organizzati nel rispetto delle norme imposte per il contenimento del covid 19.

A causa dell’emergenza sanitaria i posti per i concerti sono limitati, è quindi indispensabile la prenotazione sul sito internet www.associazioneantonstadler.com o al numero 342.5805156

L’ingresso al concerto del 17 è gratuito. E’ sold out invece quello del 20.

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Continuano ormai quotidianamente gli sbarchi sulle coste sud della Sardegna. Intorno alle 16.00, da un cabinato, sono sbarcati sulla spiaggia di Is Pruinis, nell’Isola di Sant’Antioco, 12 algerini.
Dopo aver abbandonato l’imbarcazione alla deriva, i 12 uomini si sono dispersi per la strada che conduce al paese. Sulle loro tracce anche un elicottero della Guardia Costiera e una squadra dei barracelli.
In dieci sono stati intercettati dai carabinieri della stazione di Sant’Antioco al supermercato Eurospin e lì bloccati. Altri due sono stati invece fermati dai volontari della Protezione civile “Assosulcis” nel centro del paese e da lì accompagnati al luogo di fermo degli altri compagni.
Federica Selis

Anche nelle ultime 24 ore sono 5 i casi di positività al Coronavirus accertati in Sardegna. Salgono a 1.493 i casi dall’inizio dell’emergenza. Nel Nord Sardegna, sono risultati positivi 3 turisti italiani e 1 residente, rientrato nell’Isola dalla Spagna; nella Città Metropolitana di Cagliari, 1 persona appartenente allo stesso nucleo familiare del caso registrato nella giornata di ieri. Nel bollettino odierno è stato rivisto il numero dei casi per la provincia di Oristano per accertata falsa positività di un caso rilevato nei giorni scorsi. Resta invariato il numero delle vittime, 134. In totale sono stati eseguiti 117.744 tamponi (340 nelle ultime 24 ore). I pazienti ricoverati in ospedale sono 8, nessuno in terapia intensiva, mentre 97 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.249 pazienti guariti, più altri 5 guariti clinicamente. Sul territorio, dei 1.493 casi positivi complessivamente accertati, 278 (+1 rispetto al dato precedente) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 164 nel Sud Sardegna, 61 (-1) a Oristano, 85 a Nuoro, 905 (+4) a Sassari.