19 April, 2024
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Il 15 febbraio 2019 uscirà nelle librerie l’Atlante dell’Arte Contemporanea edito da De Agostini, monumentale volume di mille pagine dedicato alla completa mappatura del contesto artistico italiano. Un testo che si inserisce nel quadro internazionale come unico strumento di arteconomy, dedicato ai rapporti tra arte e finanza, collezionismo e mercati, sistema e industria.

Il volume è strutturato in diverse sezioni: dagli schedari sui principali artisti italiani operanti tra il 1950 e il 2019 con relativi apparati fotografici fino ad una selezione delle più significative Gallerie d’arte italiane, tra cui si citano: Massimo De Carlo, Lia Rumma, A Arte Invernizzi, Galleria Raffaella Cortese, Galleria Massimo Minini, Galleria d’Arte Maggiore g.a.m., Galleria dello Scudo, P420, T293, Studio Trisorio.

Dalle “Conversazioni” con le più illustri personalità del collezionismo, dell’arte, dell’architettura si giunge poi ad un analisi del sistema artistico con gli Indici di Mercato – sezione questa suddivisa nei parametri di invenduti, estensione, fascia, plusvalenza e trend. Importante segnalare come i 160.000 risultati battuti dalle opere nelle aste internazionali – espressi in USD, GBP, CHF, JPY, HKD, RUB, CNY, BTC – siano stati convertiti in euro generando, unitamente ai valori registrati dalle gallerie, la più ricca banca dati specifica per il periodo analizzato (1950/2019).

Il coordinamento editoriale, affidato a Daniele Radini Tedeschi e Stefania Pieralice, è durato tre anni tra ricerca, stesura e classificazione degli oltre 800 nominativi trattati tra cui si segnalano: Giorgio De Chirico, Emilio Vedova, Giacomo Balla, Paolo Scheggi, Alberto Burri, Carol Rama, Lucio Fontana, Domenico Gnoli, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Pino Pascali, Giulio Paolini, Giorgio Morandi, Marino Marini, Afro, Agostino Bonalumi, Massimo Campigli, Mimmo Paladino, Stingel, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Maurizio Cattelan, Ettore Spalletti, Vanessa Beecroft, Paola Pivi, Marzia Migliora, Francesco Vezzoli, Roberto Cuoghi. Il volume, grazie alla collaborazione con la Fondazione Morra, contiene anche l’inedita intervista ad Hermann Nitsch, esponente internazionale dell’Azionismo Viennese, che ha ragionato sul valore della teatralità e della rappresentazione in rapporto con la body art.

Per quanto riguarda la sezione delle “Conversazioni” annoveriamo per il mercato delle Aste: Giovanna Bertazzoni, Co-Chairman del Dipartimento di Arte Impressionista e Moderna nonché Direttrice Internazionale della Christie’s di Londra; Raphaelle Blanga, Senior Director, Head of Contemporary Art di Sotheby’s Italia; Georgia Bava, responsabile di Arte Moderna e Contemporanea di Minerva Auctions.

Poli di attenzione critica e storico artistica sono le grandi istituzioni pubbliche e private, a tal proposito sono significativi i contributi ricevuti da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; da Marcella Beccaria, Capo Curatore e Curatore delle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea fino ad arrivare alla storica Accademia di Brera con l’intervento del direttore Franco Marrocco. I nessi tra arte e architettura, sempre più vicine e comunicanti, sono stati descritti dalle parole di Doriana e Massimiliano Fuksas, per lo “Studio Fuksas”, e da Stefano Boeri invece per “Stefano Boeri Architetti”.

Il mondo delle Fiere è stato indagato attraverso contributi, interviste e riflessioni di Angela Vettese, già direttrice di Arte Fiera (Bologna); Ilaria Bonacossa per Artissima (Torino); Alessandro Rabottini per Miart (Milano). Uno spazio particolare è riservato ai più autorevoli collezionisti privati italiani: la Collezione Maramotti di Reggio Emilia, la Collezione Casamonti di Firenze e quella di Giorgio Fasol con AGIVERONA Collection. A conclusione Roberto Albergoni, Direttore di Manifesta12, ha fornito il report di una tra le più importanti mostre itineranti al mondo, ospitata nel 2018 a Palermo.

La presentazione ufficiale del volume si terrà a Roma il 15 febbraio 2019 ore 15.00, presso l’Aula Magna dell’Università La Sapienza, con videoproiezione nella stessa giornata presso il Museo dell’Ara Pacis. Il progetto è sostenuto e promosso dalla società Start Group.

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E’ stata inaugurata sabato sera, nella nuova sala espositiva dello Show Room Ellegi Crea, in via Roma, a Carbonia, la mostra del pittore autodidatta carboniense Gianni Lardieri. A tagliare il nastro inaugurale, dopo la breve presentazione della serata fatta da Ilenia Lampis, titolare dello Show Room Ellegi Crea, è stata Paola Massidda, sindaco di Carbonia, presenti anche alcuni assessori, tra i quali la titolare della Cultura Sabrina Sabiu. La serata artistica è stata arricchita da una degustazione dei vini pregiati della Cantina Santadi e dalla voce della cantante Raffaella Bandiera, accompagnata dal gruppo corale Silver Voice.

Dal catalogo di Gianni Lardieri.

Gianni Lardieri, 68 anni, autodidatta, per tanto tempo ha tenuto riservata la sua ispirazione artistica. L’attrazione per l’arte creativa non si manifesta però nell’età matura. Già nell’adolescenza è vissuta come fase di naturale tendenza verso un processo evolutivo che passa dalle piccole costruzioni create con materiali informali, ai temi che nella forma pittorica definiscono un senso compiuto all’innata aspirazione di andare incontro ai mille significati della materia plasmata. Le opere di Gianni Lardieri sono così create col lievito del proprio desiderio, sino a dare forma, la propria forma, all’oggetto creato che diviene sintesi della fantasia infantile sino a giungere alla maturazione del-l’opera compiuta. Dall’esperienza professionale nel campo delle costruzioni, deriva poi una profonda conoscenza dei materiali per le sue opere su tela: dall’acrilico al catrame, smalti, olii, ossidi di ferro, polveri di marmo, varie terre, tessuti e materiali poliuretanici, sfruttando le loro intrinseche possibilità di trasformazione eseguita con particolari impasti e accostamenti. Siamo nell’informale materico, una corrente artistico-pittorica del primo dopoguerra, quando innovatori come Pollok, Franz Kline, Nicola De Stael, Alberto Burri, inaugurano una linea a suo modo rivoluzionaria, dove la pittura si sottrae al figurativo, alla geometria e al rigore matematico che caratterizzano l’astrattismo classico. Nasce allora questo moderno impulso di liberazione estetica, che conduce ad un’idea di arti senza legami col passato, traducendo una visione del futuro attraverso nuovi linguaggi espressivi, dove è evidente l’impegno dell’artista nel cercare il punto di contatto fra la materia e l’oggetto. Di più! Di approdare in un oltre, dove l’oggetto diventa altro corpo, in un immaginario cosmico, un cammino attraverso le sue onde e gli spazi, fra ombre e luci, dove il movimento plasma la materia in un corpo nuovo, lontano dalle contaminazioni del tempo e dalla corrosione del pensiero. La materia si erge quindi in primo piano, elevando ciascun materiale utilizzato ad atto artistico, dove il pittore si appropria della problematica del contrasto e della prevalenza della materia sulla forma. Si attua così l’assoluta identità fra la soggettività dell’artista e l’emblematicità che assume l’opera d’arte, dove i valori estetici ed espressivi sono definiti o conclusi nei materiali utilizzati.

Antonello Dessì