25 April, 2024
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E’ iniziata in tutta Italia la raccolta di firme a sostegno dell’inserimento dell’insularità in Costituzione.

«Vogliamo che il tema dell’insularità in Costituzione entri di prepotenza nell’agenda della politica italiana!», ha detto il presidente del Comitat Roberto Frongia.

Lo sforzo organizzativo è stato grande, ma il primo bilancio della giornata inaugurale della raccolta firme è davvero entusiasmante.

Com’era prevedibile, c’è stata la fila per firmare nel banchetto di Cagliari, animato dai volontari guidati dal consigliere comunale Raffaele Onnis, così come ai tavolini di Carloforte (Pasquale Grosso), Iglesias (Paride Reale), San Gavino (Anastasia Meloni), Tortoli (Franco Sabatini), Oristano (Veronica Cabras), Nuoro (Pierluigi Saiu) Sassari (Michele Saba), La Maddalena (Fabio Lai), Olbia (Giovanni Pileri).

Ma la sorpresa più grande è stata nell’affollamento dei punti di raccolta allestiti nelle principali città italiane: A Milano (Tonino Mulas), in piazza della Scala, di fronte a Palazzo Marino, a Lecco (Giuseppe Tiana), in piazza Garibaldi, a Torino (Mario Sechi e Michele Cossa) in Piazza Castello, ad Aosta (Enrico Martial) in Avenue di Conseil de Commis, a Pordenone (Anna Maria Poddighe) in piazzetta Cavour, a Vicenza (Luciana Sedda), in piazza Matteotti, a Mestre (Saverio Vidili), in piazza Mercato, a Genova (Alessandra Zedda) in Via XX Settembre, a Piacenza (Bastianino Mossa), in piazza Cavalli, a Pesaro (Luciano Zucca), in piazza Collenuccio, a Roma (Antonio Mascia e Attilio Dedoni), in Piazza di Torre Argentina, a Napoli (Severino Nappi e Stefano Tunis), in Piazza Plebiscito, a Bari (Antonio Di Staso e Salvatore Matarrese), in piazza Umberto, a Cosenza (Michele Solinas), in piazza 11 settembre, a Palermo (Rino Piscitello e Salvatore Grillo), di fronte al Palazzo dei Normanni.

«Molti si sono fermati per curiosità, davanti allo sventolio delle bandiere dei quattro mori – ha dichiarato Frongia, riferendo le impressioni generali – con tutti, è stato poi relativamente facile ottenere la sottoscrizione della proposta di legge, quando si è spiegato che il tema dell’insularità rappresenta una emergenza di tutta la comunità nazionale, chiamata a garantire pari diritti e pari dignità agli italiani che risiedono nelle Isole.»

«La Sardegna – ha concluso Roberto Frongia – vuol definitivamente chiudere con la cultura dell’assistenzialismo, che ha generato soltanto clientelismo e rassegnazione. All’Italia intera chiediamo invece l’azzeramento degli svantaggi che ci hanno sinora impedito di competere ad armi pari con tutti gli altri cittadini italiani.»

 

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E’ stato depositato oggi in Corte di Cassazione, a Roma, il testo della proposta di legge per l’introduzione del principio di insularità in Costituzione.

In un clima di festa, ma anche di grande determinazione per il raggiungimento dell’obiettivo, si sono dati appuntamento a Roma i rappresentanti del Movimento per l’insularità.

A sottoscrivere il testo erano presenti Roberto Frongia, Emilio Floris, Luciano Uras, Alessandra Zedda, Michele Cossa, Gianfranco Ganau, Attilio Dedoni, Matteo Rocca, Pierpaolo Vargiu, Edoardo Tocco, Giovanni Pileri, Margherita Zurru, Elena Secci, Michele Solinas, Antonello Peru, Piergiorgio Massidda, Vincenzo Corrias, Laura Capelli per la Sardegna, Rino Piscitello e Salvatore Grillo per la Sicilia, il sindaco di La Maddalena Luca Montella e la Direttrice dell’ANCIM Giannina Usai per le Isole Minori, il presidente del Gremio dei Sardi, Antonio Masia, l’euro parlamentare Stefano Maullu.

«Inizia oggi un percorso che deve unire tutti i sardi, al di là di qualsiasi logica di schieramento, nella sfida più importante per il futuro della Sardegna – ha dichiarato Roberto Frongia, presidente del Comitato per l’insularità in Costituzione – che può davvero cambiare le prospettive di crescita della nostra Isola e delle altre regioni insulare italiane.»

«Basta con le vecchie logiche di rivendicazione e di assistenza che ci hanno tristemente accompagnato per lustri, alimentando cultura della clientela e della rassegnazione. Da sabato – annuncia Roberto Frongia – inizieremo la raccolta delle firme in tutte le regioni italiane perché vogliamo che il problema della identità e dello sviluppo delle isole diventi davvero un tema all’ordine del giorno di tutta la comunità nazionale!»

«Vivere nelle isole significa avere problemi peculiari nei trasporti, nel costo dell’energia, nelle reti infrastrutturali, nella sanità, nell’istruzione e nella formazione. Sono problemi dell’intera comunità nazionale e non soltanto degli italiani separati dal mare. Non vogliamo privilegi, né regali – ha concluso Roberto Frongia – le Isole chiedono invece pari punti di partenza e identiche opportunità perché siano finalmente riconosciuti diritti di cittadinanza uguali per tutti gli italiani!»

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Il Consiglio regionale ha respinto la mozione n. 139 (Rubiu e più) sulla crisi del sistema industriale ed ha approvato l’ordine del giorno sulle misure per fronteggiare la crisi dell’Ara, Aipa e Apa e le mozioni n. 399 (Peru e più) e n. 400 (Congiu e più) sull’assistenza ai pazienti diabetici.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le mozioni riguardanti la situazione dei lavoratori Aras e Apa. Sulla base del dibattito svoltosi nella seduta antimeridiana i gruppi stanno lavorando ad un documento unitario che sarà definito successivamente.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione della mozione n. 139 (Rubiu e più) sulle crisi industriali, che è state illustrata dal consigliere dell’Udc Giorgio Oppi.

Nel suo intervento, Giorgio Oppi ha ricordato che la mozione è arrivata in Consiglio «dopo 3 anni nei quali il mondo è cambiato e molte famiglie hanno dovuto reinventarsi la vita, mentre in Sardegna si è abbattuto un ciclone su tutti i partiti che richiama tutta la politica alle sua responsabilità». Quanto alla situazione attuale, ha aggiunto Oppi, «non una della crisi industriali di cui si parla nella mozione è stata risolta e dal fallimento della politica industriale deriva la mancanza di una visione politica del futuro della Sardegna perché, a fronte del modello degli anni ’70 che era comunque un modello non si capisce quello di oggi». Questa giunta e la precedente hanno responsabilità, secondo l’esponente dell’Udc, perché si sono limitate a prendere tempo, sperperando risorse pubbliche, evitando di rimuovere la burocrazia improduttiva anche quando sbagliava». Nel Sulcis, ha poi proseguito Giorgio Oppi, «sono finite anche speranza e dignità, la chimica verde è avvolta dal silenzio come Ottana, Villacidro e Olmedo». Di qui, ha concluso, «un richiamo generale a rivolgere alla Sardegna uno sguardo più responsabile per contrastare quel populismo che travolgerà ogni cosa, comprese le istituzioni che sono patrimonio di tutti».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha dichiarato che «affrontare questo argomento provoca dispiacere, ma la mancata impostazione politica nell’industria ha investito con forza la nostra Regione, perché in effetti sono 30 anni che l’Italia si interroga sulla direzione da prendere e, per quanto riguarda la Sardegna, le giunte che si sono succedute non si sono mostrate all’altezza». Se quella immediatamente precedente ha ereditato parecchi mostri, secondo la Zedda «sarebbe stato lecito aspettarsi da questa Giunta qualche passo avanti dalla chimica verde, così come dalla Keller, da Ottana Polimeri, dalla stessa Alcoaa Euroallumina ed E.On collegate all’energia, per cui dovremmo fare scelte straordinarie in questo scorcio di legislatura, dobbiamo essere uniti senza farci prendere in giro da annunci sui piani industriali o sulle bonifiche».

Sempre per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha parlato di una «discussione fredda ma, purtroppo, ancora drammaticamente attuale con cause lontane nel tempo che risalgono ad un sistema industriale costruito sulle sabbie mobili». A cavallo della scorsa legge finanziaria, ha detto ancora Mariano Contu, «si enfatizzarono i dati sull’occupazione del penultimo trimestre del 2017 che però risentivano fortemente del lavoro stagionale legato al turismo, mentre gli ultimi dati ci dicono che l’occupazione della Sardegna è scesa di ben 2 punti percentuali». C’è bisogno quindi di interventi strutturali e non di assistenzialismo, ha sostenuto Mariano Contu, «e sotto questo profilo il recente Piano per il lavoro è insufficiente, c’è casomai bisogno di ridisegnare il sistema produttivo della Regione partendo dalle sue vocazioni naturali come l’artigianato e dare corpo ad una visione forte della Sardegna del futuro, perché altrimenti succederà come nel Sulcis, dove non si riesce ad attivare un cantiere o una nuova impresa».

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi ha collocato la mozione alla base della grande crisi da cui la nostra Regione non è ancora uscita, una crisi il cui emblema è l’area di Ottana. Una realtà, ha ricordato Crisponi, «che meritava di essere analizzata da una commissione di inchiesta che tempo fa fu proposta ed in quella occasione si parlò anche di possibili ipotesi di riconversione su agro alimentare, bio edilizia ed industria del freddo; la storia di Ottana, invece, è una storia di sperpero di danaro pubblico e di totale mancanza di prospettive per la Sardegna centrale, dove non si parla nemmeno di bonifiche dopo la chiusura dei siti industriali senza fare alcuna pressione sull’Eni». Ma noi, ha concluso Crisponi, «non possiamo accettare che quel territorio resti un deserto e si continui ad andare avanti senza una bussola per ripartire».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, primo firmatario della mozione, ha lamentato che «chi ci ascolta si può tranquillizzare perché stiamo discutendo dopo 3 anni della crisi dell’industria sarda e questa poca sensibilità lascia capire la sensibilità della maggioranza verso i problemi del sistema produttivo e del lavoro ed inoltre appare ancora più imperdonabile la noncuranza nei confronti della crisi che ancora pesa sulla Sardegna, con numerosissimi lavoratori che hanno perso anche la minima forma di sostegno al reddito». Sono state trascurate tematiche importanti, ha protestato Rubiu, «come la zona franca, il porto industriale di Porto Torres, il mancato riconoscimento di area di crisi per Ottana, per Eurallumina che da oltre 1000 giorni attende decisioni dell’assessorato dell’Ambiente della Sanità e provincia del Sud per il riavvio dello stabilimento, per la Portovesme Srl ancora in attesa delle autorizzazioni per il sito di smaltimento indispensabile ad una azienda dove potrebbero lavorare oltre 1300 unità con un investimento di 400 milioni».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «sarebbe ingeneroso attribuire alla maggioranza insensibilità sulle crisi industriali perché non più tardi di alcuni mesi fa, a maggio, il Consiglio approvò una mozione di tutti i capigruppo (minoranza compresa) per la situazione di Ottana e del Nuorese, indicando un pacchetto di soluzioni per frenare la caduta verticale di quell’area; chiedemmo in particolare una azione nei confronti della presidenza del Consiglio dei ministri per il rilancio del polo, ricomporre la filiera e riavviare Ottana Polimeri oltre alle bonifiche del sito affiancando l’azione del Comune». Oggi, ha detto ancora Daniele Cocco, «chiediamo di sapere a che punto sono le interlocuzioni con il Governo, senza dimenticare la situazione dei 130 operai ex Legler privi di ammortizzatori sociali e da inserire nel Piano Lavoras e quella dell’Alcoa dove si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, fermo restando che in questa direzione bisogna proseguire con determinazione».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha sollecitato il Consiglio ad «andare oltre la carrellata di situazioni industriali disastrose per parlare del futuro tenendo presente che il mondo non sarà più come prima». Quando si immaginò negli anni ’70 lo sviluppo della Sardegna per poli, ha ricordato Dedoni,  «arrivarono le industrie di base ma non quelle che producevano valore aggiunto e se oggi abbiamo un panorama desolante dal Sulcis a Porto Torres ad Ottana ci spieghiamo il successo dei 5Stelle; questo è il nocciolo del distacco fra la politica e la comunità, dobbiamo costruire la programmazione futura su 5/10 cose da fare assieme nell’interesse dei sardi, per evitare la cancellazione della politica con la P maiuscola che si dimostra capace di risolvere i problemi con responsabilità e coscienza civile».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha osservato che «discutere oggi una mozione di 3 anni fa consente di scattare una istantanea immaginaria dell’industria sarda e di quelle realtà ancora in crisi per vedere cosa è stato fatto». In ogni programma nazionale, regionale e locale, ha affermato Angelo Carta, «si mette al primo posto il lavoro anche se oggi il guru delle stelle dice che non è più necessario perché basta il reddito di nascita; io invece credo nel lavoro al centro del destino di ogni persona per cui invito tutti  riflettere sulle cose che possiamo fare oggi facendo autocritica perché abbiamo sbagliato a pensare che anche qui sarebbe arrivata la ripresa». Interroghiamoci piuttosto, ha proposto Angelo Carta, «sulla nostra capacità di offrire soluzioni per dare una speranza ai sardi; è comprensibile che dopo certe batoste ci possa essere rassegnazione ma è sbagliato perchè, anzi, deve venir fuori un orgoglio ancora più forte: certo è che dall’opposizione bisogna concludere che la Giunta ha fatto molto poco e forse anche il Consiglio ha qualcosa da rimproverarsi per aver mancato nel suo ruolo di stimolo».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, dopo aver messo in evidenza che comunque una mozione di 3 anni fa riconosce che la Giunta Pigliaru ha ricevuto una eredità molto pesante si è soffermato su quanto è stato fatto. E vero che ci sono problemi serissimi, ha detto Cocco, «ma non è vero che c’è il deserto: nel Sulcis, oltre ad un investimento di 600 milioni di euro, si è risanata una società decotta che sta lavorando in molte realtà del territorio, la Carbosulcis, con 400 milioni di soldi pubblici, sta operando per la chiusura della miniera e portando avanti un grande progetto innovativo nel settore della ricerca e, fatto molto importante, nessuno ha perso il posto di lavoro». Eurallumina e Alcoa, ha aggiunto Pietro Cocco, «stanno ripartendo con buone aspettative ed anche al centro e al nord sono in corso molte iniziative produttive; i segnali ci sono ed ora bisogna concentrarsi su una idea generale di sviluppo della Sardegna».

Dopo l’on. Pietro Cocco ha preso la parola l’assessore Maria Grazia Piras (Industria), che ha detto: “Quando sono arrivata nel 2014 avevo in mente una chiara idea di sviluppo della Sardegna e accanto avevo l’esigenza di salvare le aziende in difficoltà e i loro posti di lavoro. Dall’altra parte la Giunta e io avevamo l’idea di affrontare i problemi strutturali dell’Isola, quelli che in passato non erano mai stati aggrediti. Non dico che abbiamo risolto tutti i problemi ma abbiamo fatto ripartire Seamag per risanare e bonificare l’area di Furtei. Sulla Keller abbiamo trovato una situazione già compromessa e stiamo trattando con tre interlocutori, uno sardo e due cinesi: mi auguro che possa ripartire quanto prima. Su Alcoa potremo gioire quando vedremo le prime colate di alluminio ma il revamping della fabbrica è in atto. Su Eurallumina posso dire che si è chiuso un accordo con Terna per fornire un vapordotto: ci pare la soluzione migliore sotto il profilo della sostenibilità ambientale. Anche per la Portovesme srl dovremmo essere pronti alla soluzione entro la prossima conferenza dei servizi”.

L’esponente della Giunta Pigliaru ha proseguito: “Su Porto Torres abbiamo richiamato Eni alle sue responsabilità mentre su Ottana l’imprenditore era sfuggente e abbiamo dovuto avviare con il Governo l’interlocuzione per far diventare il sito “area di crisi complessa”. Ma finalmente in Sardegna si profila una strategia energetica da qui sino al 2030, con un piano energetico avanzato che prevede finalmente l’arrivo del metano, che sino a oggi ci è costato in termini di mancato sviluppo 500 milioni di euro. Ma il piano energetico prevede anche l’efficientamento energetico dei comuni sardi, le colonnine elettriche per la mobilità. Questo è tracciare lo sviluppo industriale della Sardegna in termini strutturali: è questo che vogliamo lasciare, insieme ai progetti per l’innovazione presentati dalle imprese.  E il + 9 per cento di export (+ 6 senza Saras) ci rende particolarmente orgogliosi, sia per l’agroalimentare che per l’Ict”.

Per replica l’on. Giorgio Oppi (Udc) ha detto: “A sentire l’assessore va tutto bene. E invece non è vero che va tutto bene, anzi. L’Igea partì con un buco di 12 milioni di euro e voi l’avete trovata in gran parte risanata  e con i progetti di bonifiche. Cosa avete fatto voi? Avete girato quelle bonifiche ai Comuni di Iglesias e Carbonia, che non hanno ingegneri specializzati per portarle avanti. La rabbia del Sulcis Iglesiente, che si è manifestata alle urne, è del tutto motivata  e se non interveniamo in fretta è del tutto evidente che quel ciclone non andrà più via. E lo stesso vale per la discarica della Portovesme Srl. Altro che decimo anello, bisogna avere il coraggio di costruire una nuova discarica e imporla ai sindacati”.

Per dichiarazione di voto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) ha detto che “questa mozione non è un processo all’assessore Maria Grazia Piras, della quale anzi in questi anni ho apprezzato sempre la foga e l’impegno”.

L’Aula ha respinto la mozione.

Sulle mozioni 392, 397 e 398 (Ara e Apa) è stato presentato un ordine del giorno unitario del quale la segretaria on. Forma ha dato lettura. L’odg invita la Giunta a opporsi ai licenziamenti in atto e a presentare entro 45 giorni  un piano legislativo di riordino del settore delle agenzie e delle strutture di aiuto del settore agropastorale.

L’assessore Pierluigi Caria (Agricoltura) ha tracciato un bilancio delle attività svolte dall’esecutivo nell’ultimo anno in materia di agricoltura e ha detto: “Sono favorevole a percorrere tutte le strade che diano la certezza del lavoro ai 350 impiegati di Apa e Ara. E come giunta daremo attuazione a questo ordine del giorno. Per questo il mio parere è favorevole”.

L’odg è stato approvato.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiesto al Consiglio di discutere le mozioni 399 (Peru) e 400 (Congiu) sul problema della disponibilità degli apparecchi destinati alla misurazione continua della glicemia, patologia che investe 110 mila diabetici sardi.  

L’on. Antonello Peru (FI) ha ricordato i numeri dell’incidenza di questa piaga sanitaria cronica, per la quale la Sardegna è prima nel mondo e supera anche la Finlandia. “Siamo davanti a una vera emergenza sociosanitaria e per fortuna la comunità scientifica studia da molti anni e fa progredire la cultura e le cure. In questo senso il buon controllo glicemico, soprattutto in età pediatrica, è fondamentale. Certo, l’assessorato nel 2016 ha colto la serietà del problema affrontando le linee guida che sono poi gli indirizzi indicati dalla Consulta regionale della diabetologia. Oggi con questa mozione chiediamo il diritto all’accesso alle tecnologie per tutti i pazienti che ne hanno bisogno e chiediamo che le linee guida siano applicate davvero, a cominciare dal monitoraggio continuo di controllo della glicemia. Confido molto nella sensibilità dell’assessore e dell’Aula per migliorare la qualità della vita di questi sardi”.

L’on. Augusto Cherchi (Pds) ha illustrato la mozione 400 (che tocca lo stesso problema della mozione 399) ricordando la legge 1 del 1949 che istituiva un fondo per la tutela della malattia sociale del tempo, la tubercolosi. Oggi è invece secondo l’Oms il diabete una delle tre malattie sociali più gravi, visto che colpisce 400 milioni di persone ed è considerata la più elevata causa di mortalità nei prossimi 20 anni.  La spesa principale per il diabete in Sardegna non è quella farmacologica ma sono le complicanze. Questo va tenuto in mente in una visione intelligente delle cose: se vogliamo risparmiare dobbiamo ridurre le complicanze. E il monitoraggio continuo della glicemia, che costa circa 150 euro al mese, consente di ridurre fortemente le complicanze”.

L’oratore ha aggiunto: “Non è normale quello che accade oggi in Sardegna, con i pazienti che devono misurare la glicemia più volte al giorno ma lo fanno pagando di tasca perché la Regione fornisce soltanto quattro strisce giornaliere. Il sensore che si può portare al braccio risolve questi problemi ed evita ai diabetici di doversi pungere il dito anche tremila volta l’anno. Io credo che esistano i presupposti per considerare il diabete malattia della nazione sarda e per promuovere la ricerca e le linee guida in tutta Italia. Permettiamo che i nostri medici vadano dappertutto a sviluppare le tecniche di trapianto delle isole pancreatiche e invece li dovremmo trattenere qui”.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha ricordato di aver letto con apprensione la lettera di un paziente diabetico ad un quotidiano con cui si paragonava la malattia alla rana bollita, che può liberasi con un balzo dalla pentola ma non può niente contro la bollitura a fuoco lento. Fuori dalle metafore, ha detto Tedee, «la politica deve avvicinarsi a questa situazione in punta di piedi ma anche con intelligenza, testa e cuore, cambiando atteggiamento; a marzo presentammo una interrogazione che rimase senza risposta se non attraverso un comunicato stampa dell’assessore che ci riempiva di contumelie». Oggi discutiamo in un contesto diverso gli stessi problemi, ha aggiunto Tedde, «il diabete è una piaga della Sardegna che coinvolge circa 300.000 persone con una spesa pubblica di 300 milioni, per cui il governo Pigliaru deve integrare il suo sistema di welfare come hanno fatto le altre Regioni, rimborsando le spese per i dispositivi di misurazione e superando una evidente lacuna nell’azione politica della Giunta».

Sempre per Forza Italia il consigliere Stefano Tunis ha sottolineato che «la politica può essere capace di approfondimenti positivi nell’interesse dei cittadini rispetto ad un problema che dovrebbe essere risolto in pochi minuti come ha sollecitato il collega Peru; alla Giunta spetta ora il compito di dare risposte concrete perchè sarà difficile sconfiggere il diabete ma dobbiamo comunque impegnarci a fondo per cambiare in meglio la vita di tanti bambini e di tanti adulti».

Ancora per Forza Italia il consigliere Mariano Contu ha osservato che «le due mozioni sono in parte differenti ma entrambe molto significative e convergenti nella finalità; il dramma del diabete in Sardegna è reale e bisogna mettere a punto una strategia molto più efficace e sotto questo profilo c’è un piano di prevenzione nazionale che va potenziato soprattutto per la prevenzione delle complicanze che hanno un costo sociale elevatissimo». Con risorse tutto sommato limitate, ha concluso Contu, «possiamo raggiungere risultati di grande qualità, a partire dal riconoscimento degli strumenti per il controllo del diabete giovanile».

Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha dichiarato che «il problema sollevato dalle mozioni è emblematico della situazione della sanità sarda, un disastro totale come dimostra l’ultimo esempio vergognoso della vicenda dei vaccini nel Sud Sardegna; i pazienti diabetici, in particolare, vengono rimpallati da una parte all’altra nonostante l’incidenza della malattia che richiederebbe un supplemento di attenzione». La sensazione è invece, secondo Michele Cossa, «che la situazione sia sfuggita di mano, col centro diabetologico di Cagliari che si regge solo con lo spirito di sacrificio di chi ci lavora e comunque la struttura fa una visita al giorno ed ha una lista d’attesa di un anno e mezzo, non c’è continuità nelle forniture, nessuno sa dare indicazioni su come un diabetico può rinnovare la patente: su queste cose servono risposte».

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd) ha evidenziato che «le mozioni fanno emergere un problema molto sentito nella società sarda, per cui è necessario un intervento immediato dell’amministrazione regionale, ponendo fine alle gravi lacune del sistema nella gestione di questa patologia, e fornendo ai pazienti i migliori supporti per il monitoraggio della malattia». E’vero che occorrono risorse, ha riconosciuto Giuseppe Meloni, «ma il risparmio per la sanità regionale sarebbe di gran lunga maggiore se si potesse disporre di un monitoraggio efficace della malattia, con un grande miglioramento della qualità di vita della persone, soprattutto dei bambini». Ad Olbia, ha ricordato infine il consigliere, «su 90 bambini c’è in servizio un solo specialista che deve svolgere anche altri compiti ma, al di là dei casi locali, c’è molto da fare in materia di prevenzione e formazione del personale».

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha messo l’accento sul fatto che «le malattie auto-immuni purtroppo primeggiano in Sardegna e le due mozioni hanno centrato il problema; siamo primatisti nella sclerosi multipla con 6600 casi,una malattia con una genesi simile al diabete di tipo1, entrambe sono patologie gravemente invalidanti che incidono fortemente sul benessere psico-fisico dei pazienti ed inoltre non ci sono solo conseguenze fisiche ma su molte altre parti dell’organismo». Farsi 3200 punture l’anno è un trauma che si può rimuovere, ha concluso Domenico Gallus, «ed i sardi hanno diritto a questa opportunità, bisogna quindi attivare percorsi terapeutici di supporto per evitare inutili spostamenti da una struttura all’altra».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha messo in luce che «le mozioni hanno ben rappresentato quella che è una grande e grave patologia sociale della Sardegna; io steso avevo presentato un emendamento (poi ritirato) rispetto al quale assessore aveva preso impegni precisi sul problema; non dubito che questi impegni saranno mantenuti».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato positivamente che «dopo qualche giorno dalla mozione si è riunita la consulta che il nostro gruppo aveva individuato come un organismo propulsivo nell’elaborazione di una nuova strategia contro il diabete; occorre però sapere quali risultati ha ottenuto, perché l’impressione è che non ci sia stato un coordinamento funzionale fra la stessa consulta e la struttura dell’assessorato, rendendo particolarmente difficile arrivare ad un approccio differente e molto più funzionale alle esigenze dei pazienti fondato su diagnosi e prevenzione».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha ricostruito in sintesi la sua vicenda familiare, quella della mamma malata di diabete che deve controllare con eccessiva frequenza l’andamento della glicemia in tutte le ore delle giornata, l’eventuale progressione della malattia e delle sue manifestazioni collaterali, coinvolgendo tutto il nucleo familiare nella cura del malato. Puntiamo sulla prevenzione soprattutto nell’interesse dei bambini, ha suggerito, «perché quando si arriva alla consapevolezza della patologia molto spesso è troppo tardi; la scienza fortunatamente ha fatto molti passi avanti e noi non possiamo fermarci ai problemi che riguardano alcuni strumenti di supporto».

A nome della Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha espresso parere positivo sulle due mozioni, precisando in apertura che «non c’è un problema di soldi». In tutto il modo occidentale, ha spiegato, «il quadro del diabete è diverso ma non per problemi tecnici quanto piuttosto perché ogni procedura viene sottoposta ad una valutazione sugli obiettivi di salute». Per quanto riguarda la Sardegna, ha aggiunto, «le stesse associazioni hanno riconosciuto il valore di quanto fatto nel 2016 e, quanto all’uso di determinati strumenti alcuni sono sconsigliati ai bambini al di sotto dei 4 anni non sono indicati in tutto il modo perché richiedono un particolare addestramento dei familiari e dello stesso bambino; piuttosto bisogna creare le reti di patologia e lo abbiamo tenendo conto nelle nostre specificità territoriali, intervenendo su un quadro a macchia di leopardo a riunendo attorno allo stesso tavolo medici ed infermieri». Da parte mia quindi c’è un impegno totale, ha concluso Luigi Arru: «entro 15 giorni sarà formalizzata la rete con nuovi strumenti ed un numero di specialisti in linea con la media nazionale che, in uno stretto coordinamento con i medici di famiglia, potranno garantire un lavoro efficace e di grande qualità».

Il consigliere di Forza Italia, Antonello Peru, intervenendo in sede di replica, ha espresso soddisfazione per il dibattito sulle mozioni in discussione ed ha affermato che si sono raggiunti obiettivi importanti, ad incominciare dalla convocazione degli organismi scientifici. «L’Aula – ha aggiunto il consigliere della minoranza – ha preso coscienza che il problema del diabete è un problema sociale che deve essere affrontato senza fare ragionamenti di quadratura del bilancio». «L’individuo al primo posto – ha proseguito Peru – e chi ha limiti del corpo attraverso la natura deve essere compensato senza fare ragionamenti di bilancio». «Ho trovato i colleghi e l’assessore sensibili al problema – ha concluso il vice presidente del Consiglio – e spero che nelle prossime settimane i pazienti sardi possano essere soddisfatti e possano avere una migliore qualità della vita».

Il consigliere del Partito dei Sardi, Augusto Cherchi, intervenendo in sede di replica come presentatore della mozione n. 400, avente per oggetto l’assistenza ai pazienti diabetici, ha mostrato cautela nel giudizio riguardo l’intervento dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, e ha domandato con tono polemico: «Cosa succede domani per i diabetici sardi?». Augusto Cherchi ha insistito inoltre perché vengano inseriti nel prontuario terapeutico regionale i presidi “freestyle” ed ha concluso auspicando maggiore tutela per i pazienti e azioni concrete volte a  eliminare “i lacci e i laccioli che limitano la dignità di vita dei pazienti diabetici”.

Michele Cossa (Riformatori) si è detto insoddisfatto delle dichiarazioni rese dall’assessore Arru ed ha lamentato che “i pazienti diabetici sardi si scontrano con problemi di natura pratica e con un sistema a loro ostile”. Il consigliere della minoranza ha quindi annunciato voto favorevole alle mozioni n. 399 e 400.

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha annunciato voto favorevole ed ha auspicato la dovuta considerazione “ai fattori innovativi e alle sperimentazioni in corso in grado di aiutare i diabetici”.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione n. 399 (Peru e più) che è stata approvata con 33 voti favorevoli e un astenuto e successivamente ha posto in votazione la mozione n. 400 (Congiu e più) che stata approvata con 33 voti favorevoli su 33 consiglieri votanti.

Tolta la seduta, il Consiglio è stato convocato al domicilio.

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Il Consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno sulla riorganizzazione delle sedi Inps in Sardegna.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha ripreso l’esame, iniziato nella seduta pomeridiana di ieri, della mozione n. 374 (Forma e più) sul piano di riorganizzazione delle sedi Inps ed il suo impatto sul territorio regionale. Alla mozione è stata accorpata la n. 265 (Truzzu e più) di analogo contenuto.

Prima dell’esame dei documenti il consigliere Piermario Manca (Pds), sull’ordine dei lavori, ha segnalato le numerose domande giacenti per gli allevatori del settore ovini bloccate per mancanza di personale, suggerendo di integrare gli addetti con unità appartenenti a Laore, come si è fatto in altre circostanze.

Riprendendo la discussione delle mozioni sulla riorganizzazione dell’Inps la consigliera del Pd Daniela Forma, prima firmataria della mozione n. 374, ha letto al Consiglio il testo di un ordine del giorno unitario, frutto della sintesi delle due mozioni e degli spunti emersi dal dibattito di ieri. L’ordine del giorno prevede, fra l’altro, che la riorganizzazione dell’Inps privilegi i parametri di copertura del territorio, di vicinanza all’utente ed ai contesti economicamente fragili con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali interessate. Inoltre, prosegue il documento, la Regione si attiverà sia per la sospensione dei licenziamenti che per assegnare alla Sardegna una quota di assunzioni previste all’interno della nuova pianta organica dell’istituto.

Successivamente i consiglieri sono intervenuti per dichiarazioni di voto.

Per i Riformatori sardi, il consigliere Michele Cossa, favorevole, ha evidenziato che in occasione dei tagli dello Stato o delle banche «ci si preoccupa delle conseguenze negative anche per l’occupazione, lasciando però sullo sfondo la questione dell’efficienza dei servizi su cui occorre puntare». Certamente, ha aggiunto, «quello dell’efficienza non è il caso dell’Inps come dimostrato dalla vicenda dei fondi per Garanzia giovani, bloccati per 4 mesi vanificando lo stesso intervento-elemosina; la politica si deve porre questo problema e, rispetto alla Gallura che rivendica la Provincia. c’è bisogno anche in questo caso di servizi efficienti alle imprese, che ora arrivano dopo 3 anni».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, favorevole, ha definito il documento un pannicello caldo rispetto ad una vertenza molto più ampia che deve avere al centro il fenomeno dell’arretramento dello Stato dal territorio regionale; questo è anche un costo reale dell’insularità deve che deve essere tenuto in grande considerazione, per cui il presidente della Regione deve riferire al Consiglio in tempi brevi sulle iniziative avviate perché altrimenti tutto il lavoro dell’Assemblea sarà stato inutile».

Sempre per Forza Italia il consigliere Giuseppe Fasolino, favorevole, ha sostenuto che «la mozione deve far riflettere perché l’Inps è l’ennesimo ente che si allontana dal cittadino, che giustamente protesta per l’aumento della distanza con le istituzioni, senza dimenticare che anche Abbanoa sta smobilitando gli uffici periferici in molti territori dell’Isola». Il Consiglio, a suo giudizio, «non può stare fermo a guardare e, sotto questo profilo, anche il discorso della provincia Gallura è una grande lamentela dei cittadini perché o le province non ci sono per nessuno o ci sono per tutti; la riforma di questi enti non si è fatta e quindi la Gallura ribadisce la volontà dell’autonomia, perché provincia vuol dire servizi reali alla comunità e se non interveniamo il risultato del 4 marzo sarà solo il primo di una lunga serie».

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta, favorevole, ha invitato tutti a «partire da una riflessione sulla presenza degli uffici sul territorio e, al di là dell’Inps, bisogna riflettere su molte altre funzioni importanti che progressivamente vengono meno». Ultimo esempio in ordine di tempo che riguarda La Maddalena che paga una sorta di doppia insularità, ha ricordato Pierfranco Zanchetta, «il cambio di rotta rispetto ai recenti accordi stipulati con la Difesa attraverso la Marina per la scuola sottufficiali che sarà dirottata a Taranto». Riprendendo il tema della provincia Gallura, Pierfranco Zanchetta ha affermato che «il collega Michele Cossa ha ragione quando dice che la Gallura ha bisogno di efficienza ma sbaglia quando dice che la provincia è stata un ente inutile».

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, favorevole, ha sottolineato che «ci sono funzioni fondamentali che lo Stato deve assolutamente garantire ed è un dato di fatto che le province hanno subito tagli impressionanti e non sono più in condizione di poter erogare servizi ai cittadini soprattutto nelle zone interne, cosa che la Sardegna non si può permettere». Tornando al tema dell’Inps, ha concluso, «va ricordato che si occupa di pensioni e lavoro e questo basta per comprendere il suo ruolo strategico e farci capire che il Consiglio deve tenere alta l’attenzione su questi problemi».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, favorevole, ha osservato che «il documento è l’occasione per mettere a punto una nuova strategia della Regione che non ha fatto quanto poteva in materia di presenza dello Stato, ad esempio, su sicurezza e trasporti». Per quanto riguarda la Regione, ha proseguito, «la riforma degli Enti locali non è stata una risposta adeguata come quella sanitaria sanità; forse perciò non è solo l’Inps che sta abbandonando il territorio ma tutta la politica, perché nei nostri piccoli comuni stanno chiudendo scuole, caserme, uffici del lavoro e questo tema deve entrare con forza nell’agenda della politica».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha messo l’accento sul fatto che, dopo il dibattito di ieri, «il Consiglio ha positivamente virato su una impostazione complessiva profondamente diversa dal rivendicazionismo sterile e deferente per mettere a fuoco problemi veri; va bene l’acquisizione del piano di riorganizzazione dell’Inps come base di confronto con il territorio ed il Consiglio che non vogliono più subire scelte esterne, un livello di confronto inedito che deve essere applicato ed allargato non solo alla vicenda Inps (pur importante), come vedremo fra poco occupandoci delle politiche agricole».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, favorevole, ha ricordato che «sembra che l’Inps svolga i suoi compiti senza contropartite ma non è così perché la Regione ha spesso anticipato risorse ingenti per la cassa integrazione e la Regione ha fatto la sua parte sia pagando gli stessi servizi che a volte anche i costi degli uffici attraverso le amministrazioni locali; di qui l’invito a far pesare anche questo elemento sul tavolo delle trattative».

La consigliera del Pd Daniela Forma, nelle conclusioni, ha ringraziato tutti i gruppi per il senso di responsabilità dimostrato di fronte ad una questione molto sensibile per la Sardegna. L’impegno della Regione, h detto, «è molto concreto non solo sull’Inps ma sulla presenza complessiva dello Stato, fermo restando che l’Inps ha comunque un suo specifico di grande interesse perché si occupa di misure a sostegno del reddito, ammortizzatori sociali e pensioni che rivenstono molta importanza per la nostra Regione; positivo perciò l’impegno della Giunta a proseguire in modo serrato il confronto con Governo tenendo informato il Consiglio».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo ai voti l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato all’unanimità.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame delle mozioni riguardanti i lavoratori dell’Aras e dell’Apa, presentate dal Pds e da Forza Italia.

Illustrando quella del Pds il capogruppo Gianfranco Congiu ha messo in evidenza che lo scopo del documento è quello di trasferire le risorse per il pagamento degli arretrati, risolvere contenzioso, attuare la legge regionale 3/2009 per il trasferimento dei lavoratori Aras nell’agenzia Laore. Da questo contesto, ha sostenuto Gianfranco Congiu, «emerge il problema trasversale del mondo zootecnico, perché troppe volte sentiamo parlare di associazioni private ma bisogna tener conto che la Regione agisce nell’interesse pubblico; aggiungerei di conseguenza alla mozione il fatto che la Regione ha emanato un decreto, già nel 1982, con cui riconosce giuridicamente l’associazione allevatori e non è fatto banale, significa che c’è il senso di tutela della specificità (anche genetica) del nostro patrimonio zootecnico e questo è l’approccio giusto che va contrapposto ad ogni ipotesi di fusione che sarebbe con-fusione».

Per il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, «il dibattito sta arrivando al cuore di molti problemi che hanno al centro la specificità della Sardegna e, se le agenzie agricole non fanno il proprio lavoro, è anche perché irresponsabilmente sono state lasciate libere in una situazione di sudditanza rispetto al continente come per il sangue dell’anglo arabo». In altre parole, ha aggiunto, «bisogna definire i compiti di chi lavora al miglioramento della genetica e alle attività di vero benessere animale e tutto in fondo nasce da qui, da una confusione di ruoli che vanifica gli effetti positivi degli interventi e delle risorse impiegate; le agenzie vanno quindi profondamente riformate ed i lavoratori riassorbiti, questo è il compito del Consiglio».

Illustrando la mozione di cui è primo firmatario il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «è necessario impegnarsi a fondo per il riconoscimento di un sacrosanto diritto dei lavoratori Ara e Apa perché ora non possiamo pensare che la responsabilità sia di qualcun altro o replicare mozioni e atti parlamentari». Bisogna fare qualcosa di più e la Giunta deve attivarsi con urgenza, ha esortato Pittalis, «per dire basta con la reverenza a Roma e con Sardegna che mette soldi ed altri che prendono le decisioni, secondo uno schema che deve essere invertito, richiamando all’ordine i commissari». La settimana scorsa, ha ricordato il capogruppo di Forza Italia, «abbiamo risolto i problemi della Hydrocontrol, per cui ora dobbiamo fare altrettanto perché la situazione è sostanzialmente la stessa; in conclusione delle due l’una, o hanno preso in giro l’assessore o si sta tagliando fuori il Consiglio ma è certo che bisogna immediatamente revocare i licenziamenti, peraltro di dubbia legittimità».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha detto di credere nelle istituzioni, nel Consiglio e nell’autorevolezza della Giunta, per cui «auspico che non si ripeta il film già visto dell’ordine del giorno che non serve a nessuno e soprattutto non serve ai lavoratori licenziati; è inammissibile che per i commissari nominati fuori della Sardegna il primo atto della riorganizzazione siano i licenziamenti». Ho fiducia anche nell’assessore, ha concluso Daniele Cocco, «però questo è il tempo delle risposte e la prima deve essere la revoca dei licenziamenti».

Per il Pd il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini, sul piano operativo, ha messo in luce che «il problema immediato del ritardo nei pagamenti degli stipendi ai lavoratori Ara, manifesta l’evidente incapacità della macchina amministrativa regionale, con alcuni profili da verificare che potrebbero portare anche alla rimozione da incarichi». Quanto alla vicenda dei lavoratori Apa, secondo Franco Sabatini, «non possiamo accettare imposizioni da Roma senza alcuna interlocuzione, con la Regione ed i sindacati, senza tralasciare il tema generale di una forte resistenza ad applicare il trasferimento dei lavoratori da Ara a Laore; assumiamoci dunque le nostre responsabilità rivendicando il ruolo dell’assistenza tecnica pubblica su zootecnia sarda magari con una agenzia regionale o una società in house, affidiamo alla commissione Agricoltura una istruttoria rapida per scrivere una riforma e portiamola in Aula».

Piermario Manca, del Pds, ha espresso dissenso su trattamento unitario dei problemi Ara e Apa che invece sono distinti. Per quanto riguarda l’Ara, ha precisato, «ci sono stati quattro anni di attese inutili e, a parte il problema contingente, dobbiamo capire quale deve essere il futuro per la zootecnia sarda». Dopo aver ricordato le vicende dell’Aia che «prima mette due commissari e poi licenzia i lavoratori pagati dalla Regione e trasferisce alcune attività nella Penisola» Manca ha sostenuto che «tutto questo significa che allora non contiamo niente di fronte ad una situazione che vede una legge regionale non applicata, molti professionisti che lavorano da 35 anni in una Regione che vive da zootecnia, ed una Regione che paga l’80% dei costi e non incide sulle scelte». Tutto questo è inaccettabile, ha concluso, «ed è urgente che la Regione recuperare il suo ruolo».

L’on. Alessandra Zedda (FI) è partita nel suo intervento dalla “necessità di rivedere le agenzie che si occupano del settore agropastorale” ed ha aggiunto: “Credo che la Regione debba agire con un solo strumento normativo e con un solo comportamento. Quando la Regione ha voluto sistemare i problemi delle agenzie lo ha fatto in passato egregiamente. Non possiamo essere noi i primi che ritardano nei pagamenti o nelle riorganizzazioni di Ara e delle Apa: per quale ragione si è fermata questa riorganizzazione? Noi ci lamentiamo dello Stato che depotenzia i servizi in Sardegna e spostiamo a Ravenna i conti correnti”. L’oratore ha parlato dei licenziamenti in atto: “Bisogna capire cosa sta succedendo una volta per tutte e stoppare una volta per tutte i licenziamenti, come d’altronde chiedono le mozioni che stiamo discutendo”.

Per il Pd ha preso la parola l’on. Luigi Lotto e ha detto: “Sembrava che il problema fosse in via di soluzione e invece non è così. Ma certo il Consiglio regionale ha fatto quello che doveva fare, questo sì. Una cosa voglio dire: le Ara e le Apa svolgono funzioni differenti e le Apa fanno parte del sistema nazionale ma sono state scaricate sulle Regioni. La soluzione è una società in house? Parliamone, sentiamo cosa ne pensa al Giunta. Qualche sindacato propone di costituire un’azienda speciale. Vediamo. Certo nessuno di noi può accettare che 350 persone da domani vadano a spasso”.

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha detto che “il problema della riforma riguarda tutta Italia e non solo la Sardegna. Non è accettabile che i commissari con tanta arroganza abbiano operato licenziamenti illegittimi nelle Aia sarde e chiedo all’assessore Caria di prendere a cuore questa situazione e di affrontarla, non fidandosi dell’Aia che ha una situazione deficitaria ed è piena di debiti. Intanto i licenziamenti vanno sospesi e poi per l’Ara dobbiamo metterci noi a fare una riforma in senso sardo, visto che la legge comunitaria ce lo consente”. Per LeU ha preso la parola l’on. Eugenio Lai, che ha detto: “I cittadini guardano lontano dalla politica quando la politica non è in grado di cogliere l’essenza dei problemi. Noi non accettiamo l’idea che la politica trovi capri espiatori: dobbiamo assumerci la nostra responsabilità di legislatori e salvare i 13 dipendenti Aia licenziati. E dobbiamo creare un ente sardo che possa dare risposte alle esigenze del mondo agropastorale.  Questo deve fare la buona politica”. Il Pd è intervenuto con l’on. Antonio Solinas, che ha detto. “Dal 2009 si discute di questi temi e il Consiglio approvò la legge regionale 3 subito all’inizio di quella legislatura. Non spetta a noi dare attuazione alle leggi, visto che le risorse sono disponibili E in quella legislatura si chiedeva alla giunta regionale di attuare le norme della legge 3. E’ inaccettabile che due commissari romani vengano e gestiscano soldi e licenziamenti: fermiamo le bocce e verifichiamo che fine hanno fatto i finanziamenti che abbiamo erogato”. “E’ paradossale la giornata odierna, con la Regione che per peccati di omissione determina una situazione molto grave in un pezzo fondamentale della nostra economia, il settore agropastorale e la zootecnia”: lo ha detto l’on. Michele Cossa (Riformatori). E ha aggiunto: “Dobbiamo dare seguito allo sdegno, bloccando i licenziamenti  e soprattutto trovando una soluzione definitiva a una soluzione di precariato che non ha senso”. Per l’on. Paolo Truzzu (FLI) “non è accettabile che si debba arrivare sempre con l’acqua alla gola ad affrontare i problemi. Anche io ho iniziato l’avventura in quest’Aula con una mozione Aras, nel luglio del 2014. Oggi lo ribadisco: o la legge non è applicabile e va cancellata; oppure la legge deve essere applicata. Non ci sono alternative e oggi siamo a bomba, sempre sullo stesso punto: nessuno deve poter decidere sul futuro della zootecnia sarda, se non i sardi. Ed è chiaro che questa giunta e non solo questa deve rispondere di cosa è accaduto in questi anni. Non c’è un disegno sul futuro della zootecnia in Sardegna e questo lo dicono alcuni della maggioranza, non noi. Avete perso quattro anni inseguendo le piccole cose e da come parlate si vede che avete ricominciato la campagna elettorale”. “Già ieri in capigruppo ho manifestato la mia preoccupazione su questo tema sul quale regna la confusione totale”, ha detto l’on. Gianluigi Rubiu (Udc). “Si tratta di associazioni private alle quali la Regione manda con molto ritardo il loro contributo. E non è accettabile. Come non è accettabile che noi andremo via da quest’Aula senza aver risolto il  problema dei lavoratori licenziati, mentre è in corso il tentativo di portare a Roma i registri degli alberi geneaologici zootecnici della Sardegna. Questi sono fatti gravissimi che vanno affrontati in commissione, per risolverli”. Per l’oratore “non si possono stabilizzare e regionalizzare i dipendenti di Apa e Ara ma possiamo costituire una società in house che si faccia carico di questa gestione e assumere i lavoratori. Ma non si possono bloccare i finanziamenti perché equivale a bloccare gli stipendi dei dipendenti”. Il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, ha ricapitolato le proposte in campo: “Prima di tutto dobbiamo fermare i licenziamenti ma è altrettanto vero che non si è data attuazione alla legge regionale del 2009. Dobbiamo sistemare le professionalità con gli strumenti giuridici consentiti oggi e con la consapevolezza delle differenze tra il personale Ara e quello Apa. Ci aspettiamo una proposta concreta dalla giunta e in tempi rapidi: la soluzione può essere un’azienda in house o un’azienda speciale”. Per la giunta ha preso la parola l’assessore Pierluigi Caria (Agricoltura), che ha espresso la posizione dell’esecutivo: “Condivido la mozione dell’on. Gianfranco Congiu ma deve essere chiaro che Apa e Ara sono due associazioni private che prestano servizi alla Regione per il tramite di Laore.  E se il problema dal 2009 non è stato risolto una qualche ragione ci deve essere. Ma la tutela dei posti di lavoro deve essere garantita e dobbiamo affrontare il problema degli stipendi non pagati da quasi un anno all’Apa  e pure quello della tutela del mondo dell’agricoltura e dell’allevamento. Io rilancio rispetto a quello che sta affermando l’Aula: sono pronto alla riorganizzazione delle agenzie, di tutte le agenzie, anche se siamo alla fine della legislatura”. L’assessore Pierluigi Caria ha proseguito su Apa e Ara: “In questi mesi ci siamo riuniti per affrontare il problema del personale e dei conti , visto che i debiti delle Apa hanno superato 4 milioni di euro, con 60 tecnici e 30 amministrativi in carico. Ma è chiaro che serve un piano industriale per capire come si devono riorganizzare le Apa e come devono rimanere in piedi una volta risanati i conti. Siamo disposti a dare una mano sulla riconversione del personale, sulla riformazione e sui pensionamenti anticipati ma in accordo con i dipendenti e con i sindacati. Io ho già chiesto la sospensione dei licenziamenti ai commissari e ho aggiunto che non è accettabile procedere in questo modo senza preventivamente informarci. Sto ancora aspettando il progetto dei due commissari ma posso già dire che l’incontro dovrà tenersi il 22 marzo. L’aspettative, invece, dei lavoratori dell’Ara è differente ce ne stiamo occupando”. Per l’assessore al Personale, Filippo Spanu “la situazione dell’Aras è quella che sto seguendo. direttamente e che sto cercando di risolvere ma abbiamo bisogno di un orientamento politico coeso e chiaro. La norma del 2009 aveva dei problemi di applicazione e i problemi si sono poi aggravati  con i decreti Brunetta e Madia. Abbiamo dunque cercato di dare esecuzione a una legge che si è rivelata, nei fatti, inapplicabile sotto il profilo dei vincoli che impediscono le assunzioni. Anche gli enti in house e le aziende speciali stanno sotto vincoli della Ue per il Piano di sviluppo rurale e della legge Madia, che dovranno essere esaminati prima di procedere: noi abbiamo il dovere di muoverci ma anche il dovere della verità. E’ chiara la posizione del Consiglio regionale: riformare con legge il sistema di sostegno e di aiuto alle campagne. Voglio però precisare che la Regione non ha fatto una stabilizzazione che non seguisse quanto previsto dalla legge del Consiglio regionale”.

In sede di replica, il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu (primo firmatario della mozione n. 392) ha riconosciuto la “buona fede” dell’assessore Pierluigi Caria ma ha lamentato con durezza la sottovalutazione del dato politico e cioè “che cosa  fare del sistema agricolo della  Sardegna”. «L’assessore è un politico – ha spiegato l’esponente della maggioranza – e dovrebbe avere scolpita la “Esse” di Sardegna e della sardità e non può dunque limitarsi ad una difesa d’ufficio del comparto zootecnico ma deve farsi carico del rilancio della zootecnia e dell’agricoltura in Sardegna».

Sempre in sede di replica, in qualità di presentatore dell’interpellanza n. 331, il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha ribadito le volontà manifestate dal Consiglio regionale nel corso dell’articolato e partecipato dibattito: la salvaguardia dei posti di lavoro nell’associazione regionale allevatori (ARA) e a Apa insieme con l’invito alla commissione Agricoltura perché sia predisposto un disegno di legge che risolva definitivamente il problema. «L’assessore Pierluigi Caria – ha quindi concluso Attilio Dedoni – assuma però in Aula l’impegno per ritirare i licenziamenti in Ara».

Interpellanza 331 replica di Attilio Dedoni (Rifromatori), c’è la necessità ceh la commissione presenti un disegno di legge, perché ordini del giorno vengono vanificati. Il Consiglio vuole un animante salvaguardare i posti di lavoro e trovare le soluzioni adeguate per Apa e Ara. La commissione prepari un disegno di legge e lo porti subito in Aula: vogliamo risolvere il problema. Subito l’impegno all’assessore per ritirare i licenziamenti.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, ha ribadito la richiesta dello “stop ai licenziamenti dei tredici dipendenti Ara” e si è detto indisponibile a siglare “ordini del giorno inutili”. «Da qui si esce con qualcosa di immediatamente praticabile – ha dichiarato il consigliere della maggioranza – o un disegno di legge o l’impegno della commissione di produrlo in tempi brevissimi».

Alessandra Zedda (Fi) si è detta siamo in linea con quanto affermato da Gianfranco Congiu, Attilio Dedoni e Daniele Cocco, ma ha ribadito che insieme con l’impegno del Consiglio serve un impegno serio da parte della Giunta: «Acceleriamo i tempi e se occorre una nuova norma siamo pronti a discutere da subito».

Piermario Manca (Pds) ha definito “limitate” le risposte fornite dagli assessori Caria e Spanu: «Serve riorganizzare la zootecnia e ricordo all’assessore che non si vive di parole ma servono fatti e serve dire entro quanto sarà proposta la legge».

Antonio Gaia (Upc): «Condivido le considerazioni dell’assessore Spanu e mi preme non prendere in giro i lavoratori: se si può fare qualcosa diciamo subito cosa possiamo fare, tenendo conto delle norme nazionali e costituzione».

Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha ribadito l’invito al lavoro nella commissione Agricoltura con due obiettivi: dare prospettiva  al mondo agropastorale e tutelare i diritti dei lavoratori. «Ci sono 13 lavoratori che vanno a casa – ha concluso il consigliere della maggioranza – e quindi serve trovare una soluzione immediata».

Luigi Lotto (Pd) ha annunciato al disponibilità della commissione da lui presieduta a prendere in carico le questioni di Ara e della zootecnia ma ha rpecisato che “ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità”.

Valerio Meloni (Pd): «È necessario risolvere problema Ara e Apa ma non si perda l’occasione per affrontare la rivisitazione dell’articolazione della agenzie: cogliamo dunque l’occasione e portiamo in Aula anche la riforma delle agenzie agricole».

Alessandra Zedda (Fi): «Nessuno cerca stabilizzazioni non in linea con le norme e la costituzione ma Consiglio e giunta siano impegnati per risolvere il problema dei lavoratori e per la riorganizzazione di Agris, Laore e Argea».

Franco Sabatini (Pd) ha lamentato il continuo ritardo nei pagamenti all’Ara ed ha invitato l’assessore a ricercare le ragioni di tali ingiustificate pratiche. Il presidente della commissione Bilancio ha quindi incalzato l’esecutivo affinché “entro dieci giorni si presenti un disegno di legge, oppure provvederà la commissione Agricoltura in sede redigente”.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu (Udc) ha auspicato una soluzione immediata per i lavoratori: «La commissione stabilisca termini e date e non serve riparlare di tutto per poi non concludere niente».

Marco Tedde (Fi): «Il dato politico che emerge dal dibattito è la sfiducia del centrosinistra verso l’assessore dell’Agricoltura». A giudizio del consigliere della minoranza “spetta a lui l’onere della proposta e non serve scaricare responsabilità sulla commissione”.«Vogliamo la proposta della Giunta – ha concluso Tedde –  che salvaguardi i posti di lavoro dell’Ara e che riforma enti e agenzie agricole».

Il consigliere Eugenio Lai (Art. 1 – Sdp) ha quindi chiesto una sospensione dei lavori sulle mozioni per consentire a Giunta e commissione di esaminare un’eventuale proposta normativa.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi ricordato che senza un ordine del giorno unitario devono essere votate le mozioni in discussione. Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, di è detto contrario alla sospensione ed ha chiesto lumi sulla programmazione dei lavori dell’Aula. Il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu, ha però reiterato la richiesta di sospensione per predisporre un documento unitario e il presidente del Consiglio ha accordato la sospensione ed ha annunciato la ripresa dei lavori al pomeriggio e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo.

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Il Consiglio regionale ha approvato la legge contenente “Misure urgenti in materia di reclutamento del personale” e le nuove norme in materia di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.

In apertura della seduta pomeridiana, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha comunicato all’Aula la decisione della Conferenza dei capigruppo di portare in discussione, con la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del Regolamento, il disegno di legge n. 494 della Giunta “Misure urgenti in materia di reclutamento del personale”.

Ha quindi preso la parola l’assessore agli Affari Generali Filippo Spanu che ha spiegato le ragioni che hanno determinato il ricorso alla procedura d’urgenza. «La Giunta ha approvato ieri questo provvedimento per far fronte alla situazione creatasi a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’inquadramento nell’Amministrazione regionale del personale delle società Hydrocontrol e Sigma Invest – ha spiegato Filippo Spanu – si tratta di personale che per oltre 10 anni ha svolto la propria attività all’interno del Distretto idrografico con funzioni di protezione civile. La Consulta ha ritenuto che questo personale non possa essere stabilizzato ma reclutato attraverso un concorso pubblico. La sentenza non è stata ancora pubblicata in Gazzetta ufficiale. Nel momento in cui arriverà la pubblicazione i lavoratori decadranno. Per questo la Giunta ha ritenuto opportuno sanare la situazione con la modalità più veloce attraverso le norme del decreto “Madia”. Non ci sono nuovi oneri per la Regione perché i lavoratori sono già in carico all’amministrazione. Viste l’urgenza chiediamo che la norma entri in vigore al momento della pubblicazione. In questo modo sarebbe garantita la continuità lavorativa»

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha chiesto una sospensione di 10 minuti per chiarire meglio alcuni aspetti della questione: « Essendo alta la preoccupazione per il periodo transitorio vorrei verificare se fosse possibile gestire questa fase con un contratto a termine».

L’assessore Filippo Spanu ha chiarito che la procedura individuata è quella del concorso riservato ad una platea precisa di destinatari. «Gli uffici sono già in moto perché le procedure siano il più veloci possibili. Anche per il contratto a tempo determinato occorre seguire un iter e sarebbe un vulnus rispetto ai rilievi della Corte Costituzionale. Sanare la situazione accelera al massimo i tempi».

Stefano Tunis, sostenuto dalla collega di partito Alessandra Zedda, ha ribadito la richiesta di sospensione della seduta.  Richiesta non accolta dal presidente Ganau: «La questione è stata affrontata dalla Conferenza dei Capigruppo che ha deciso per il 102. Non mi sembra il caso di interrompere».

Gianfranco Congiu (Pds) ha detto di comprendere le ragioni del collega Stefano Tunis: «Ho manifestato la stessa preoccupazione in Conferenza dei Capigruppo annunciando la presentazione di un emendamento per garantire la continuità lavorativa. L’assessore, per accelerare al massimo i tempi, ha suggerito l’immediata approvazione del disegno di legge».

Anche Giorgio Oppi (Udc) si è detto d’accordo per approvare immediatamente il provvedimento: «In Conferenza dei Capigruppo abbiamo superato le nostre perplessità e dato via libera al 102. Per questo si è deciso di interrompere la discussione di un’altra legge. Non è opportuno perdere altro tempo».

Stessa giudizio da parte di Pietro Cocco (Pd): «Sono d’accordo con l’on. Giorgio Oppi. Si è condiviso un percorso in Conferenza Capigruppo e ora bisogna andare avanti».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha spiegato i motivi della richiesta: «Era nostra intento avere maggiori chiarimenti anche per affinare le procedure. Abbiamo concesso il 102 per cercare di aiutare i lavoratori».

Per Stefano Tunis (Forza Italia) occorre sapere cosa si vota: «Il rapporto di lavoro del personale in questione con la Regione dura da oltre dieci anni. La sentenza della Corte Costituzionale è una sconfitta eppure si continua ad affrontare il tema con leggerezza e assoluta impreparazione».

Secondo Alessandra Zedda i lavoratori Hydrocontrol e Sigma Invest sono vittime dei provvedimenti amministrativi. «Non si doveva arrivare a questo punto – ha detto la consigliera azzurra – altre anomalie potrebbero presentarsi in futuro. Il provvedimento è riduttivo, chiediamo di essere sensibili nel prevedere procedure urgenti anche per situazioni analoghe e l’applicazione di principi di equità e uguaglianza anche per chi è entrato con concorso pubblico».

L’assessore Spanu si è detto pronto ad accogliere positivamente tutte le proposte dell’on. Alessandra Zedda. «La Giunta ha predisposto un Piano di reclutamento che alla luce di questo provvedimento dovrà essere aggiornato. Non ci saranno aggravi per l’amministrazione. Aggiungeremo altri 37 posti nel piano di reclutamento».

Stefano Tunis ha contestato i dati dell’assessore: «L’assessore ha detto che si liberano 37 posti,  forse non sa che non dobbiamo tenere conto di 37 lavoratori ma di 41».

A Stefano Tunis ha replicato l’assessore Filippo Spanu: «Le posizioni in verità sono 34, ne abbiamo previsto ulteriori 3 o 4 che sono quelle che hanno generato il ricorso alla Corte Costituzionale. La posizione a cui accennava Tunis è in esame. Noi abbiamo valutato che il provvedimento in discussione non potesse incidere in modo negativo sull’intero processo».

Per dichiarazioni di voto è nuovamente intervenuto Stefano Tunis (Fi): «Deve rimanere agli atti che si sta mettendo una pietra tombale su una decisione della Regione che si ripercuote sul lavoro e su questioni nevralgiche dell’amministrazione».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato. Successivamente sono stati approvati i due articoli della legge e il testo finale che ha ottenuto 38 voti a favore e uno contrario.

Come disposto dalla Conferenza dei capigruppo, il presidente Gianfranco Ganau ha poi invitato l’Aula a riprendere l’esame del ddl 417 del 13.04.2017.

Sull’articolo 5 l’on. Marco Tedde (FI) Ha detto: “La maggioranza su questo tema vuole correre troppo ma non si sa dove voglia andare. Pagheremo questo errore, ne sentiremo parlare. I professionisti ci stanno chiamando in queste ore e ci chiedo nodi intervenire in Aula per farvi capire che state sbagliando”.

Per l’on. Gianfranco Congiu (Pds) “certo che la riforma porterà un grande risultato: la Regione si riappropria della sua funzione programmatoria sulle grandi opere. E’ una novità epocale allineata alla normativa europea”.

Approvati gli emendamenti 102 della Giunta e 52 (Agus e Busia), entrambi relativi alla attuazione dei lavori di competenza regionale con delegazione amministrativa. A seguire l’Aula ha approvato l’articolo 5.

All’articolo 5bis sono stati presentati emendamenti. L’on. Marco Tedde (FI) ha annunciato il suo voto contrario alla costituzione di un’agenzia pubblica che si occupi della redazione dei documenti di indirizzo della progettazione e della gestione di opere pubbliche di interesse regionale. “Questa norma viola il principio della libertà di concorrenza, operando slealmente rispetto alle imprese sarde. Noi non possiamo non stare a fianco delle imprese private. Prendetevi l’onere di votare un provvedimento di questo tipo”.

L’on. Antonio Gaia (Upc) ha annunciato il voto favorevole su alcuni emendamenti e ha aggiunto: “E’ aberrante insistere su questo argomento, posto che la Corte dei Conti si è già espressa a sezioni unite contro le municipalizzate. Che bisogno c’è di costituire questa Agenzia? Sono favorevole agli emendamenti Agus e Busia sul punto”.

Per il riformatore Luigi Crisponi “è del tutto sbagliato che un soggetto terzo di proprietà della Regione faccia concorrenza ai privati nel libero mercato. E’ impensabile mettere in mano a questa agenzia pubblica un servizio che già oggi è lento e che andrebbe invece del tutto sburocratizzato”.

E’ intervenuto l’on. Annamaria Busia (CpS), che ha annunciato il voto contrario alla norma e ha annunciato un possibile emendamento orale.

Per il Psdaz ha preso la parola l’on. Angelo Carta che si è detto favorevole alla nascita dell’Agenzia: “A volte la progettazione dura anche due anni. L’Agenzia non toglierà il pane ai progettisti e non lederà la libera concorrenza ma otterrà invece una seria accelerazione dei processi di progettazione nel caso di opere di rilevanza strategica. Noi in 4 anni non riusciamo a chiudere una gara: in Germania in 4 anni passano dalla progettazione alla consegna. Anche la Regione Lombardia ha una società analoga e sta lavorando bene”.

Favorevole anche il Pds con l’on. Gianfranco Congiu: “Sottoscrivo ogni parola dell’on. Angelo Carta, si fa fatica a cogliere quanti ritardi ci sono nella progettazione e quanti danni facciano questi ritardi rispetto alla spesa del denaro pubblico”.

L’on. Alessandra Zedda ha annunciato il voto contrario e ha detto: “Non è rispettata una pari condizione di partecipazione e mi sembra invece che questa Agenzia rischi di generare lavoratori precari della Regione. Non è un percorso corretto, anche rispetto al settore dell’edilizia”.

L’assessore Balzarini è poi intervenuto: “La proposta dell’esecutivo è il frutto di un’esperienza maturata nel campo dei lavori pubblici. Il collo di bottiglia nei finanziamenti pubblici è tutto nella mancata progettazione delle opere, questo lo abbiamo riscontrato negli anni di lavoro e di esperienza. Serve, dunque, una società di servizi che non farà concorrenza al libero mercato ma si occuperà solo delle opere strategiche”.

L’on. Piero Comandini (Pd) ha ritirato l‘emendamento 10 mentre l’on. Francesco Agus (CpS) ha confermato il 95, che prevede una commissione tecnico giuridica presso la Direzione generale della Presidenza al posto della società di capitali. L’emendamento è stato respinto.

Per dichiarazione di voto l’on. Antonio Gaia (Upc) ha detto: “Mi chiedo come sia possibile che in Regione non ci siano professionisti capaci di gestire la programmazione delle opere pubbliche”. Si è dichiarata “molto perplessa” anche l’on. Annamaria Busia (CpS).

L’articolo 5 bis è stato approvato. Respinti gli emendamenti 53 (Agus e Busia).

L’Aula è passata poi all’esame dell’articolo 6, che disciplina i lavori di competenza delle altre stazioni appaltanti. Respinto l’emendamento 56 e così anche il 55.

Approvato il testo dell’articolo 6.

Il Consiglio ha quindi approvato l’art. 7 (Premialità nella concessione dei finanziamenti regionali), integrandone il testo con gli emendamenti n. 57 e n.2; il n. 57 (Agus-Busia) prevede la premialità “per le amministrazioni giudicatrici che adottino le linee guida e il codice regionale della buone pratiche”, il n. 2 (Ruggeri) l’attenzione per gli Enti locali a basso indice di dotazione infrastrutturale.

A seguire, è stato approvato anche l’art. 8 (infrastrutture strategiche di preminente interesse regionale), assieme agli emendamenti n. 60 (Agus-Busia) che contiene il dettaglio dei requisiti necessari per la definizione di opera strategica e 61 (Agus-Busia), che prescrive la pubblicità dell’elenco delle opere strategiche.

Dopo l’avvio della discussione sull’art. 9 (Piano triennale della qualità architettonica delle opere pubbliche) la seduta è stata sospesa.

Alla ripresa dei lavori l’articolo è stato approvato, insieme agli articoli 10 (Elenco speciale delle opere di interesse regionale di particolare rilevanza), 11 (Principi, finalità e linee di intervento), 12 (Promozione del concorso di idee e di progettazione) e 13 (Borse di studio regionali per la qualità architettonica).

Il testo dell’art. 14 (Inserimento di opere d’arte e dell’artigianato artistico e tradizionale degli edifici pubblici) è stato integrato dagli emendamenti n. 20 (Agus-Busia) che allarga le commissioni di valutazione dei progetti ad esperti d’arte indicati dalle università sarde, e n. 21 (Agus-Busia) sul compenso dei componenti delle commissioni.

Approvato, inoltre, l’art. 15 (Istituzione e articolazione dell’unità tecnica regionale dei lavori pubblici-UTR).

L’art.16 (Composizione e funzionamento dell’UTR) è stato modificato dall’approvazione degli emendamenti n.66, 67, 23 e 65. Il n. 66 (Agus-Busia) prevede i requisiti degli esperti esterni, il n. 67 (Agus-Busia) indica i tetti di spesa per i compensi), il 23 (Agus-Busia) descrive le figure professionali di segreteria ed assistenza tecnica, il 65 (Agus-Busia) amplia le competenze dell’UTR alla materia paesaggistica ed alla valutazione di impatto ambientale.

Successivamente il Consiglio ha approvato gli articoli 17 (Competenze delle sezioni dell’UTR), 18 (Approvazione dei progetti) e 19 (Osservatorio regionale dei contratti pubblici).

L’art. 20 (Prezziario regionale dei lavori pubblici) è stato integrato dall’emendamento n. 69 (Agus-Busia) che riguarda l’aggiornamento dell’elenco.

L’art. 21 (Elenco operatori economici per i servizi di ingegneria e architettura) è stato modificato in parte dagli emendamenti 104 (Giunta regionale) che tende a favorire l’accesso dei giovani professionisti e 15 (Valerio Meloni) che prevede la consultazione degli ordini professionali.

Sull’articolo si è sviluppato un ampio dibattito nel corso del quale hanno preso la parola diversi consiglieri regionali.

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha sottolineato il rischio di impugnazione della legge per l’evidente contrasto sulle competenze Stato-Regione, che in altre realtà è stato risolto seguendo procedure corrette nel quadro costituzionale. Inoltre, ha proseguito, «la parte relativa alla preferenza per i giovani professionisti crea una distorsione della concorrenza».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, condividendo molte delle argomentazioni della collega Busia, si è soffermato sul contrasto della norma regionale anche con normativa nazionale prevista dal Dlgs n.50.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, invece, ha parlato di «passaggio qualificante della riforma, che fra l’altro fornisce un solo elenco appaltatori anziché 377 in ogni Comune (accessibile telematicamente) e in secondo luogo risponde alle attese di lavoro dei giovani professionisti.

La vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha invitato a prestare attenzione a diverse disposizioni della legge, alcune della quali evidenzierebbero contrasti con i contenuti dell’art 5/bis sulla società in house, precedentemente approvato.

In sede di replica, l’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini ha sostenuto che la legge introduce una organizzazione efficiente nel settore sulla scorta di altre buone pratiche regionali, con strumenti semplificati a disposizione degli Enti locali. Inoltre, ha precisato, «abbassando gli importi di alcune opere si è deciso di venire incontro ai giovani professionisti come sollecitato dalla categoria».

Per dichiarazione di voto il consigliere del Pds Roberto Desini, favorevole, ha messo l’accento sulla della necessità di coinvolgere Comuni ed enti intermedi nel processo legislativo, «sia per poter verificare concretamente le difficoltà delle autonomie nel settore delle opere pubbliche che per cogliere le opportunità della legge in materia di semplificazione».

Subito dopo l’Assemblea ha approvato l’art. 22 (Elenco degli operatori economici per l’affidamenti di contratti pubblici di lavori).

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha comunicato la sua decisione di abbandonare l’Aula dopo aver riscontrato che sono caduti nel vuoto i suoi appelli ad una riflessione su profili di illegittimità della legge evidenziati peraltro, su alcune parti, anche dall’ufficio legale della Regione e dall’Anaac.

A seguire il Consiglio ha approvato anche gli articoli 23 (Interventi di volontariato nei lavori pubblici, premialità e sussidiarietà orizzontale) e 24 (Affidamenti diretti e misure promozionali nei contratti pubblici).

L’art. 25 (Sostenibilità ambientale) è stato integrato dagli emendamenti n.76 (Agus-Busia) che introduce il riferimento alle green public procurement-acquisti verdi e 77 (Agus-Busia) relativo alle linee-guida per gli stessi acquisti.

Approvati inoltre gli articoli 26 (Monitoraggio degli acquisti Verdi) e 27 (Incentivi agli operatori economici per le certificazioni di qualità)

L’art. 28 (Misure di razionalizzazione nella progettazione) è stato modificato dall’emendamento n.81 (Agus-Busia) che agevola la circolazione degli elaborate progettuali fra tutti gli uffici interessati.

A seguire, approvati gli articoli 29 (Misure di promozione dei giovani professionisti) e 30 (Determinazione del corrispettivo a base d’asta e categorie di lavori).

Aperta la discussione sull’articolo 31 (incentivi per le funzioni tecniche) il presidente ha annunciato gli emendamenti ad esso presentati ed il relatore della maggioranza prima e la Giunta poi hanno espresso i relativi pareri, rimettendosi alle valutazioni dell’Aula (emendamenti 3 e 101). Il consigliere del Pd, Luigi Ruggeri,  ha quindi illustrato le finalità dell’emendamento da lui presentato, il n. 3 (incentivi per le funzioni tecniche) evidenziando la necessità di adottare dei criteri guida per le amministrazioni locali per la ripartizione degli incentivi ed ha spiegato anche la ratio dell’emendamento 101 (Comandini) per il superamento del tetto previsto per gli incentivi.

L’Aula ha approvato con successive e distinte votazioni l’articolo 31 e i due emendamenti (101 e 3) ed anche l’articolo 32 (Capo II, responsabile di progetto e responsabile per fasi, Nomina e requisiti), l’articolo 33 (Funzioni e compiti del responsabile di progetto) e l’articolo 34 (Attività di supporto).

Via libera anche all’articolo 34 (Attività di supporto) e all’articolo 35 (Capo III, Attività contrattuale e semplificazione, Commissione giudicatrice) insieme con l’emendamento n. 85 (Agus-Busia) inerente le spese e i compensi. Approvato quindi l’articolo 36 (Ufficiale rogante) e l’articolo 37 (Linee guida e codice regionale di buone pratiche). Sul punto è intervenuto l’onorevole Luigi Ruggeri (Pd) che ha evidenziato l’opportunità di norme che tengano nella dovuta considerazione la cosiddetta responsabilità sociale delle imprese. L’assessore dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, ha rassicurato il consigliere del partito democratico («le buone pratiche non riguardano solo gli acquisti e le forniture ma prendono in considerazione i parametri di responsabilità sociale delle imprese» e così ha fatto anche il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu: «Le istanze avanzate dal collega Luigi Ruggeri sono ben presenti nel testo di legge ed in particolare agli articoli 37 e 38». Si è quindi passati alla votazione ed all’approvazione degli emendamenti aggiuntivi n. 6 (Ruggeri) e n. 7 (Ruggeri) inerenti appunto la responsabilità sociale delle imprese. Via libera, dunque, all’articolo 38 (Pagamenti nei subappalti, nei subcontratti di forniture e in casi particolari) e all’articolo 39 (Aspetti sociali e ambientali) con l’emendamento n. 88 (Agus), n. 8 (Ruggeri) e n. 9 (Ruggeri). Approvato l’articolo 40 (Qualità dei servizi di ristorazione collettiva) con l’emendamento n. 91 (Agus-Busia) in materia di lotta allo spreco alimentare; l’articolo 41 (Sopralluogo); l’articolo 42 (Soccorso istruttorio); l’articolo 43 (Titolo VII, razionalizzazione e qualificazione della committenza, Qualificazione delle stazioni appaltanti e l’articolo 44 (Centrale regionale di committenza).

Sempre per alzata di mano il Consiglio ha approvato l’articolo 45 (Promozione dei sistemi e degli strumenti telematici) con l’emendamento n. 93 (Agus-Busia) e l’articolo 46 (Piattaforma telematica regionale di negoziazione). Via libera all’articolo 47 (Esercizio associato delle funzioni e avvalimento) con l’emendamento aggiuntivo n. 97 (Agus-Busia); all’articolo n. 48 (Titolo VIII, Misure a tutela della sicurezza degli immobili pubblici, Fascicolo degli immobili pubblici); all’articolo 49 (Dichiarazione di conformità ); al 50 (Schema tipo del fascicolo del fabbricato); al 51 (Titolo IX, Disposizioni finanziarie, transitorie e finali) al 52 (Abrogazioni) e al 53 (Entrata in vigore).

La capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, ha annunciato il voto di astensione a nome del suo gruppo ed ha evidenziato il rischio “impugnazione di alcune parti della norma, nonostante i consiglieri di Forza Italia abbiano offerto occasioni di riflessione e approfondimento per scongiurare tale eventualità”.

Posta in votazione la legge è stata approvata con 27 voti favorevoli su 34 presenti e il presidente Gianfranco Ganau ha quindi dichiarato conclusi i lavori del Consiglio ed ha annunciato la convocazione della conferenza dei presidenti dei gruppi per domani (giovedì 8 marzo) alle 13.00 con all’ordine del giorno la programmazione dei lavori dell’Aula.

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«E’ con grande preoccupazione che si assiste al depotenziamento dei reparti al Brotzu. L’ennesimo schiaffo in faccia ai cittadini è arrivato con la soppressione della struttura complessa di chirurgia plastica con il centro ustioni.»

A lanciare un nuovo attacco all’assessore regionale della Sanità e ai vertici dell’Azienda tutela della salute, sono la vice capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ed il consigliere regionale Edoardo Tocco (vice presidente della commissione salute nel palazzo di via Roma).

«E’ l’ennesima beffa nei confronti dei pazienti, che devono subire la cancellazione di un centro di eccellenza incastonato al Brotzu. Una decisione – rilevano Zedda e Tocco, che hanno presentato un’interrogazione urgente – che lascia perplessi perché è in gioco un ricorso al Tribunale amministrativo regionale, con richiesta di sospensiva, sulla delibera regionale che sancisce il trasferimento della struttura complessa chirurgia plastica centro ustioni all’azienda ospedaliera universitaria. Con la cancellazione del reparto – concludono Zedda e Tocco – si svolgeranno solo attività di ambulatorio per attività diagnostiche e si annulleranno tutti gli interventi svolti nel reparto, senza considerare che il centro è diventato un punto di riferimento a livello regionale.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio. 

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto finali sulla manovra finanziaria.

Prima degli interventi dei consiglieri il relatore del provvedimento Franco Sabatini (Pd) ha sollecitato in base all’art.89 del Regolamento alcune modifiche a due emendamenti approvati in precedenza, riguardanti le procedure dei Resi (reddito di inclusione sociale) e la scadenza dei corsi destinati alle guide turistiche. Le proposte di modifica sono state accolte.

Aprendo la serie delle dichiarazioni di voto, il consigliere Fabrizio Anedda (Misto-Sinistra sarda), favorevole, ha parlato di «un bilancio appesantito per il 98% dalle spese correnti, mentre il resto è stato lasciato ad iniziative di singoli consiglieri, ad eccezione delle misure del Piano lavoro che ha una dotazione finanziaria pari al doppio di quanto destinato a pastori». Ma più che alla quantità delle risorse, ha suggerito Anedda, «è necessario rivolgere molta attenzione all’utilizzo corretto delle risorse perché nel sistema regionale ci sono ancora sprechi ed inefficienze, solo in questo modo si libereranno risorse vere per sviluppo e lavoro».

Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, ha sostenuto che quella in esame «non è certo la nostra finanziaria purtroppo lacunosa in settori molto importanti per la Sardegna come trasporti, risorse idriche e programmazione territoriale». Forse, ha proseguito, «gli unici interventi positivi sono quelli sul lavoro perché voluti dal Consiglio; per il resto abbiamo una sanità vicina al collasso nel silenzio della maggioranza e della Giunta mentre proliferano le nuove strutture che determineranno molto probabilmente altri 150 milioni di euro di costi aggiuntivi per tacere dei soldi spesi per appetiti personali di consiglieri o amici».

Roberto Deriu, vice capogruppo del Pd, ha detto di non capire perché la manovra non possa appartenere «anche all’opposizione che ne ha condiviso e votato molte parti; nel documento, a nostro giudizio, c’è finalmente la risposta a problemi antichi dell’Isola, a partire dagli studenti poveri ma meritevoli che potranno accedere agli studi universitari, mentre durante la giunta Cappellacci la metà degli idonei è rimasta fuori; ora da 2 anni tutti i beneficiari hanno le borse di studio e per l’anno prossimo ci saranno 1000 borse di studio in più, risultato eccezionale merito di tutto il Consiglio».

Emilio Usula (Misto-Rossomori), contrario, ha affermato che avrebbe preferito avere qualche dubbio a fronte di un giudizio sulla manovra totalmente negativo a parte i tempi di approvazione. Il problema, ha affermato, «è che comunque gli interventi saranno molto limitati su povertà estreme e famiglie ai margini della vita sociale, lavoro e disoccupazione ancora troppo alte per giovani e donne con molti ragazzi costretti in un quadro in cui è ancora altissimo l’ed abbandono scolastico». Sarebbe stato meglio, ha concluso, «ascoltare di più la Sardegna per capire la realtà e rendersi conto che la Regione è in condizioni drammatiche, il divario con la penisola resta preoccupante e lo stesso piano lavoro è una polverizzazione di misure senza strategia».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco ha sostenuto che «questa finanziaria è la migliore possibile in questo momento difficile e si danno finalmente alcune risposte concrete nonostante l’atteggiamento negativo dello Stato sugli accantonamenti che grida ancora vendetta con la risposta inaccettabile di appena 15 milioni». Credo molto al progetto LavoRas, ha aggiunto, «che ha visto aumentare le risorse ed auspico che una regia efficiente garantisca la spesa dei fondi disponibili con la massima celerità».

Per Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in evidenza che «si tratta di una finanziaria che lascia una profonda amarezza perché manca di una prospettiva convincente ed è piena di contraddizioni come quella dell’assessore che vuole impiegare i fondi per il lavoro in attività di integrazione dei migranti». Resta, ha concluso, «il problema strategico di una Giunta incapace di guardare avanti; i sardi hanno capito ed un primo acconto arriverà il prossimo 4 marzo».

Il consigliere del Pd Walter Piscedda, favorevole, «l’intervento del Consiglio è stato molto significativo rispetto alla proposta originaria, in piena collaborazione con la Giunta e l’intera maggioranza, e contiene interventi tutt’altro che banali, misure strutturali su lavoro, istruzione e sulle politiche sociali».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha parlato di una manovra «non all’altezza delle aspettative e delle esigenze dei sardi, che non ha convinto nemmeno la maggioranza, una manovra che con la corsa agli emendamenti ha corretto solo parzialmente l’impianto della legge, senza tracciare un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna dove lavoro, disoccupazione e continuità restano i grandi mali della Sardegna». La nostra percezione, ha concluso, «è la stessa delle categorie produttive, delle forze sociali, di associazioni e dei semplici cittadini: in sintesi pochi soldi, troppa burocrazia, niente coraggio».

Il consigliere Paolo Zedda di Art. 1 – Mdp ha osservato sul piano generale che «approvare la finanziaria entro l’anno sarà un fatto positivo che determinerà una profonda differenza rispetto al passato; inoltre quest’anno si è data attuazione, sia pure parziale, ai principi del bilancio armonizzato, cioè il Consiglio ha svolto il suo ruolo di indirizzo lasciando alla Giunta la definizione di dettaglio ed inoltre è positivo l’impegno sull’istruzione con una dispersione scolastica calata dal 25 al 18%, dato eccezionale che fra l’altro apre spazi importanti per diminuire la disoccupazione».

Il consigliere Giovanni Satta (Misto) ha parlato di una finanziaria «che lascia poco spazio alla fantasia con troppe rigidità, fondi a destinazione vincolata e troppe marchette, perché è vero che le risorse sono poche ma questo è frutto di un rapporto sbagliato con lo Stato a causa della decisione di Soru nel 2006 di mettere a carico della Regione spese ingenti come la sanità, che quest’anno crescerà ancora». Occorre invece una inversione di tendenza nei rapporti Stato-Regione, «per ribaltare, fra gli altri, anche l’accordo-porcheria sulle servitù militari che non ha alcuna ricaduta positiva su nessun fronte, ad esempio la Sardegna ha un indotto della presenza militare di circa 140 milioni mentre la Sicilia più di 600».

Per Gianmario Tendas (Pd), favorevole, «prima di tutto va sottolineato che è stato scongiurato l’esercizio provvisorio ma poi, nel merito, vedo una manovra coerente con le linee politiche e programmatiche dell’amministrazione di centro sinistra su scuola con infrastrutture ammodernamento e didattica, lavoro con un programma di ampio respiro e politiche sociali con un forte incremento delle risorse disponibili: tuttavia serve molta attenzione sulle procedure tecnico-burocratiche per assicurare qualità e velocità della spesa».

Il consigliere dell’udc Giorgio Oppi, contrario, dopo essersi detto meravigliato  per le troppe mancette, ha accusato la Giunta di scarsa autorevolezza e di aver più volte disatteso le scelte del Consiglio a cominciare dalla sanità, «settore molto malato con le persone peggiori collocate nelle posizioni migliori, con un deficit in aumento e con il rebus del Mater Olbia dove bisogna ripartire da capo perché tutto è scaduto il 31 dicembre e forse i posti non ci sono più».

Il capogruppo del Cps Pierfranco Zanchetta, favorevole, ha espresso soddisfazione per la tempistica nell’approvazione, senza enfasi ma con realismo, «di una manovra che assicurerà prospettive migliori ai sardi, respingendo visioni catastrofistiche che non fanno che peggiorare il clima della comunità regionale». Questa finanziaria, ha aggiunto, «è in sintonia con i sardi per sviluppo, lavoro con un provvedimento concreto come LavoRas, istruzione ed attenzione alle fasce più deboli, fermo restando che il 2018 dovrà essere quello della rinegoziazione degli accantonamenti con lo Stato».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi), contrario, ha detto che «la legge non può essere la nostra perché ancora una volta il Consiglio ha perso una buona occasione per sganciarsi dalla competizione elettorale, pur avendo approvato interventi su alcuni temi importanti come diritto allo studio ed agricoltura senza però affrontare i veri nodi dello sviluppo». La stessa spesa sociale in aumento, ha lamentato Truzzu, «non è cosa di cui essere contenti perché vuol dire che non ci sono prospettive di crescita; inoltre si è sbagliato nel non ascoltare le nostre proposte in materia di spopolamento e sostegno alla natalità, lasciando spazio a tesi bizzarre come quella dell’assessore Arru che sbaglia anche concettualmente perché i migranti sono tutti uomini e non possono dare alcun contributo positivo alla lotta contro lo spopolamento».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, contrario, ha messo l’accento «su un fatto nuovo che la Giunta ha trattato come sempre, cioè che è iniziato l’ultimo anno della legislatura ed il prossimo 4 marzo ci saranno le elezioni politiche». Purtroppo, ha continuato, «la pioggia di emendamenti dimostra che ha prevalso la volontà di tornare sul territorio con qualcosa in tasca dalla ristrutturazione di una chiesa o dal sostegno ad un premio di poesia; gli stessi ordini del giorno in coda alla finanziaria (quasi tutti della maggioranza) su temi importantissimi per la Sardegna sono il segnale che le risposte davvero importanti non sono arrivate».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, contrario, ha definito «la finanziaria senza risultati che lascerà tutto come prima, se non peggio, con cittadini di serie A e di serie B, questi ultimi sacrificati e dimenticati per l’ennesima volta come quelli di Ottana; e poi famiglia, povertà, giovani, politiche sociali, componenti della società sarda che confermeranno la posizione della nostra Regione come fanalino di coda incapace di far rialzare la schiena alla comunità regionale».

Sempre per i Riformatori il capogruppo Attilio Dedoni, contrario, ha criticato la scarsa attenzione della Regione nella ricerca di nuove forme di finanziamento da parte Stato, «anzi abbiamo assistito ad una ritirata generale e ad una resa senza condizioni con la rinuncia ai ricorsi». E’mancata insomma, secondo Dedoni, «la capacità di una programmazione forte capace di guardare al futuro con fiducia e si è preferito ripiegare su piccoli favori a piccoli gruppi di interesse trascurando sviluppo, trasporti e soprattutto sanità che, come dicono tutti i sardi, fa schifo».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Fi) ha annunciato voto contrario ed ha definito la finanziaria “deludente e senza strategia politica, influenzata dal clima elettorale”. «Mi sarei aspettato politiche più importanti per i giovani, i trasporti e il turismo – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ed invece avete ricercato solo il consenso a breve». Fasolino ha dichiarato di apprezzare il piano “Lavoras” ed i tempi con i quali si è proceduto nell’approvazione della manovra: «Ma questa manovra non è la “nostra” perché la nostra manovra la faremo il prossimo anno». Mariano Contu (Fi) ha annunciato voto contrario («questa finanziaria di fine legislatura avrebbe dovuto elencare risultati piuttosto che proposte») ed ha lamentato ritardi nelle politiche del lavoro e dello sviluppo.

Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ha espresso soddisfazione per lavoro svolto in commissione e in Consiglio («abbiamo migliorato una manovra già bene impostata dalla Giunta») ed ha evidenziato in termini positivi i dati Istat sul lavoro  e l’economia. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato alcuni significativi stanziamenti per il diritto allo studio, il Reis (45 milioni), l’agricoltura (90 milioni complessivi in pochi mesi) e  100 milioni di nuove risorse per il lavoro. «Abbiamo fatto molto per la Sardegna – ha concluso Sabatini – e moltissimo per aiutare chi è più in difficoltà».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha salutato con favore i tempi di approvazione della manovra («bene il mancato ricorso all’esercizio provvisorio») ed ha definito la manovra “un  documento di bilancio in linea con l’esigenze della società sarda”. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato i postivi giudizi espressi dai rettori delle Università e dai sindacati ed ha evidenziato i “segnali di ripresa che si registrano nell’Isola” ad iniziare dal Pil e dall’occupazione.

«Via autopromuovete e vi incensate ma dimenticate di dire che cosa hanno prodotto di positivo le vostre  quattro finanziarie approvate dall’inizio della legislatura». Così il capogruppo Fi, Pietro Pittalis, ha preannunciato il voto contrario del gruppo ed ha insistito sui ritardi nella ripresa che si registrano in Sardegna. Per il lavoro, l’esponete della minoranza, ha parlato di “dati drogati dal lavoro stagionale e turistico” ed ha insistito sulla drammatica situazione occupazionale ad Ottana. «Descrivete una Sardegna che non esiste – ha concluso il capogruppo – e il giudizio sul vostro operato lo daranno i sardi il prossimo 4 di marzo».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha posto in votazione la legge di Stabilità  2018 e successivamente il bilancio di previsione triennale 2018-2020 e la Manovra 2018-2020 è stata approvata con 28 favorevoli e 16 contrari.

Si è quindi passati all’esame del bilancio di previsione delle entrate e delle spese del Consiglio regionale che è stato illustrato dal questore Fabrizio Anedda (Misto) che ha rimarcato l’avanzo di 11 milioni di euro nel 2017. Il consigliere del Pds, Piermario Manca ha chiesto lumi sulla mancata spendita di tale consistente cifra ed il presidente Ganau ha evidenziato che si tratta di somme accumulate anche nelle passate legislature.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, annunciando voto favorevole al bilancio del Consiglio non ha mancato di rappresentare  una serie di criticità in ordine al personale ed alla mancata espletazione di bandi e gare. Oppi ha inoltre denunciato il mancato riconoscimento ai consiglieri regionali in aspettativa dei contributi lavorativi. Una lamentazione ripresa anche dai consiglieri Mario Tendas (Pd) («chi è qui in aspettativa deve percepire i contributi previdenziali, come accade a qualunque altro lavoratore») e Roberto Desini (Pds) che ha auspicato nuove formule per il reperimento dei collaboratori dei consiglieri regionali ed ha annunciato un voto di astensione. Il questore Alessandro Unali (Pds) ha assicurato l’impegno del collegio dei questori per risolvere il problema contributivo ed ha rimarcato al restituzione delle somme alla Regione perché non spese. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha invece denunciato il paradosso che vede l’associazione degli ex consiglieri regionali disporre di risorse per l’organizzazioni di incontri e convegni mentre ai gruppi consiliari non è riconosciuto alcuno stanziamento per la promozione dell’attività politica («sono contrario ad un ritorno ai sistemi di gestione del passato ma si possono ipotizzare soluzioni adeguate alle necessità dei gruppi politici»). Pittalis ha concluso auspicando tempestivi interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio “così da restituire dignità alla casa di tutti i sardi”.

Il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ha quindi fornito alcune delucidazioni assicurando interventi in sede di contrattazione sindacale “per porre fine alla discrepanza stipendiale tra categorie paritarie di lavoratori in Consiglio” ed ha concordato sulla necessità di un’idonea collocazione per gli autisti. Il presidente ha anche annunciato la dotazione di defibrillatori semi automatici ed ha ricordato che sul tema dei contributi per i Consiglieri è già incardinato un provvedimento che potrà essere esitato in tempi brevi. Gianfranco Ganau ha quindi ricordato l’attivazione di alcuni concorsi per l’assunzione di nuovo personale ed ha rassicurato sugli interventi di manutenzione per il palazzo del Consiglio regionale.

Il consigliere Pds, Piermario Manca, si è detto “non completamento soddisfatto” ed ha confermato il voto di astensione. Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il quadro riepilogativo delle entrate; quindi il quadro riepilogativo delle spese e la tabella riassuntiva e poi si è tenuta la votazione finale che ha sancito l’approvazione del documento con 28 voti favorevoli. 

Il presidente ha quindi dichiarato chiusa la seduta ed ha convocato il Consiglio per martedì 16 gennaio, alle 16.00.

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Il Consiglio regionale, nella seduta di questa mattina, ha approvato nove ordini del giorno collegati alla Manovra Finanziaria.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con particolare riferimento agli ordini del giorno presentati sulla manovra finanziaria.

Prima di affrontare il contenuto dei singoli documenti, il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato sia il recente incontro dei capigruppo con delegazioni dei lavoratori di Ottana Polimeri ed Ottana Energia e, soprattutto, le 50 lettere di licenziamento ricevute dagli ex dipendenti di Ottana Energia. «In sede di capigruppo – ha affermato Cocco – abbiamo assunto impegni precisi per verificare ogni possibilità, anche attraverso l’intervento di Invitalia, di inserire questi lavoratori nei benefici degli ammortizzatori sociali ed in tal senso sento il dovere di sollecitare l’azione forte ed incisiva del presidente della Regione».

Il relatore di maggioranza della manovra finanziaria Franco Sabatini (Pd), ai sensi dell’art. 89 del Regolamento, ha chiesto di poter modificare alcune parti delle disposizioni in via di approvazione in sede di coordinamento legislativo finale.

Il presidente Ganau ha spiegato che l’intervento potrà essere effettuato al termine degli scrutini sugli ordini del giorno.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del primo ordine del giorno (primo il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto, del Pd) che riguarda la destinazione alle marinerie sarde del surplus delle quote-pesca del tonno stabilite dall’Unione europea.

Illustrando il documento Luigi Lotto ha affermato fra l’altro che «occorre evitare il rischio la redistribuzione sia articolata solo all’interno delle vecchie quote ignorando la realtà delle marinerie sarde che invece devono essere coinvolte, per cui è necessario sollecitare il Governo nazionale a tenere conto del ruolo dei pescatori sardi».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha chiesto di apporre la firma del suo gruppo al documento.

Adesione anche da parte del consigliere Mariano Contu, di Forza Italia, che ha ricordato complesse vicende precedenti quando, nel 2012, le marinerie siciliane e campane cercarono addirittura di monetizzare la cessione di quote agli operatori sardi. Ora i presupposti sono diversi, ha osservato, «per le aperture dell’Unione europea ma è necessario che la Regione si adoperi presso il ministero per tutelare le esigenze della Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha annunciato la sottoscrizione del suo gruppo «per sanare un’ingiustizia che colpisce una Regione dove la pesca del tonno è ben organizzata».

Condivisione anche da parte di Alessandra Zedda, vice capogruppo di Forza Italia, secondo la quale però l’ordine del giorno «è molto limitato e non valorizza appieno le tonnare fisse della Sardegna, per questo l’assessore Pierluigi Caria deve difendere con forza le tonnare di Carloforte e Portoscuso, le uniche tonnare in Italia che non possono essere le ultime della classe e con le quote attuali non sono economicamente sostenibili».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha annunciato la sottoscrizione della proposta.

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, aderendo alla proposta, ha tenuto a sottolineare che «manca una politica estera dell’Italia in materia economica in un panorama Mediterraneo in cui molti paesi nord Africa applicano con disinvoltura le regole della pesca; in altre parole serve più presenza nella Ue per sostenere politiche serie a favore della nostra economia, ora c’è un residuo di quote da distribuire nella Ue e dobbiamo reclamarlo con determinazione».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato la sua firma «con l’auspicio che possa essere avviata una politica nuova per il rilancio dell’economia locale della Sardegna».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha parlato di «un riequilibrio necessario nelle quote pesca, frutto di una battaglia iniziata da tempo anche con l’istituzione dei distretti del tonno rosso e delle tonnare fisse, per cui serve maggior attenzione della Regione e più sostegno all’azione dei parlamentari sardi perché i risultati positivi auspicati non sono ancora arrivati».

Illustrando il parere della Giunta, l’assessore della Programmazione Raffaele Paci si è espresso in senso favorevole, sottolineando che «si tratta di un intervento necessario in un settore di grande importanza per Sardegna».

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 40 favorevoli.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame del secondo ordine del giorno (Gaia e più) in materia di superamento del precariato nella pubblica amministrazione.

Presentando la sua proposta il consigliere Antonio Gaia (Cps), ha messo l’accento sull’esigenza «di risolvere un problema molto presente non solo nella sanità ma in tutta la pubblica amministrazione secondo gli indirizzi della riforma Madia, e soprattutto di accelerare, soprattutto in sanità dove il precariato dura da troppo tempo determinando situazione anomale come quella del Binaghi di Cagliari dove il centro contro la sclerosi multipla si regge di fatto sul lavoro dei precari».

Il consigliere Francesco Agus (Campo progressista), ha auspicato tempi molto brevi «per incidere su una situazione comune a tutta la pubblica amministrazione negli ultimi 10 anni dopo il blocco delle assunzioni; la Regione ha approvato la legge 37 in anticipo rispetto alla riforma nazionale, ma occorre garantire pari opportunità alle amministrazioni  e processi virtuosi a cominciare dalla sanità dove, su un organico di 16.000 unità sono coperti solo 14.688 posti».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, ha sostenuto che il documento è di grande attualità «dopo la finanziaria regionale che prevede la proroga delle graduatorie in scadenza al 31 dicembre 2017». Quanto alla sanità, ha aggiunto, «bisogna fronteggiare una vera emergenza applicando le nuove norme senza perdere altro tempo e impedendo la prosecuzione dei rapporti con lavoratori interinali che hanno congelato professionalità importanti».

Il presidente della commissione Lavoro Gavino Manca (Pd) ha ricordato che «la Regione ha fatto molto con la legge 37 dando a molti sardi una opportunità importante che va traslata sul settore sanitario, nel quale servono oltre 2.000 unità e già da gennaio si possono fare almeno 1.000 assunzioni, in parte assorbendo il precariato ed in parte con concorsi pubblici».

Il consigliere di Forza Italia Mariano Contu, apprezzando l’iniziativa del collega Gaia, ha definito «doveroso da parte della Regione intervenire su questa materia perché dal superamento precariato non si può escludere la sanità anche perché la legge lo prevede ed, in sede di riforma della rete ospedaliera, tutti abbiamo sottolineato le gravi carenze di personale che richiedono un provvedimento conseguente sulle stabilizzazioni».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, favorevole, ha definito l’iniziativa di Gaia molto concreta e tuttavia, ha osservato, «l’ordine del giorno lascia un po’ il tempo che trova perché la sanità è vicina al collasso e funziona molto peggio di prima proprio a causa della gravi lacune delle piante organiche, altro che ripopolare la Sardegna con immigrati utilizzando tesi sociologiche da quattro soldi».

Illustrando il parere della Giunta, il vice presidente Raffaele Paci ha ricordato che «la Giunta è impegnata nel piano di stabilizzazioni compreso ovviamente il sistema sanitario nel rispetto delle norme nazionali».

Prima del voto, la consigliera del Pd Rossella Pinna ha proposto un emendamento orale per eliminare dal documento il riferimento ai contratti flessibili che, a suo avviso, «potrebbe lasciare aperte forme contrattuali a tempo determinato e interinali».

Il Consiglio ha accolto l’emendamento e, a seguire, ha approvato l’ordine del giorno con 44 voti.

Al termine dello scrutinio l’Aula ha iniziato la discussione sul terzo ordine del giorno, primo firmatario il consigliere del Pd Salvatore Demontis, sui trasporti e, in particolare, sulla destinazione delle economie provenienti della cosiddetta Ct1 all’abbattimento dei costi di trasporto, aereo e non, a favore degli studenti sardi.

Illustrando il documento, Salvatore Demontis ha ricordato che «già nel 2017 la quarta commissione, discutendo sui criteri della nuova continuità, indicò una tariffa minima uguale per tutti con destinazione e Roma e Milano, ma emerse anche una posizione differenziata per una tariffa più alta per non residenti con la produzione di economie e l’utilizzo di risparmi di 20 milioni per abbattere i costi di trasporto per gli studenti». La questione torna attuale, ha sostenuto, «perché la Ue chiede proprio di differenziare le tariffe che, se applicate in modo piatto, potrebbero violare le regole della libera concorrenza».

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha affermato che «le intenzioni sono buone ma il problema di oggi è un altro perché il 9 giugno scade la continuità e siamo a terra con la stagione turistica perché non ci saranno aerei, altro che riduzione tariffarie!». In particolare, inoltre, secondo Michele Cossa «gli studenti non chiedono tanto tariffe più basse ma mezzi e collegamenti perché l’Arst non arriva, non parte o non raccoglie tutti i passeggeri in attesa».

Per i Riformatori il consigliere Luigi Crisponi ha messo in luce che «le emergenze dei trasporti sono ben altre e sono molto preoccupato per le dichiarazioni dell’assessore Careddu che parla di febbraio e ottobre, mostrando molta impreparazione su un tema che invece rappresenta un pilastro dell’economia regionale; a febbraio i contratti sono già chiusi e ad ottobre c’è la nuova programmazione di tutto il sistema turistico, per cui siamo di fronte ad una tempistica inaccettabile che danneggia ulteriormente l’economia sarda».

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha proposto, con un emendamento orale, che le previste agevolazioni a favore degli studenti sardi siano estese a quanti (anche non sardi) frequentano il sistema regionale dell’istruzione.

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha parlato di una «iniziativa condivisibile ma attuata con uno strumento non adatto come l’ordine del giorno, perché sui trasporti serve una discussione mirata in commissione che non può essere elusa, facendo finta di dimenticare i fallimenti della Giunta in materia di trasporti».

Piermario Manca, del Pds, si è espresso positivamente sul documento, affermando che «in qualche modo ci stiamo portando avanti il lavoro utilizzando le economie per gli studenti, scelta giusta e positiva che va estesa anche ad altri sistemi di trasporto».

Sempre per il Pds il consigliere Roberto Desini ha definito l’ordine del giorno condivisibile, invitando però il Consiglio a «non dimenticare la legge approvata ad agosto all’unanimità, per abbattere i costi delle società sportive per le trasferte nelle isole minori, una legge ancora vergognosamente non applicata, per cui chiedo di bloccare i fondi al Coni regionale finché non si rispetta la legge».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato il collega Demontis a ritirare il documento, «la cosa più seria considerando il dibattito su una materia complessa sulla quale è utile una approfondita riflessione in commissione, anche perché mentre assessore va in pellegrinaggio per l’isola il 9 giugno rischiamo di perdere tutto, nel bene e nel male». Quanto ai benefici destinati agli studenti, Pietro Pittalis ha affermato che «è sbagliato estrapolare un intervento solo per una categoria di fronte di fronte ai rischi di tutto il sistema e comunque, nel merito, con riferimento alle agevolazioni per i non residenti, la Giunta deve dire qualcosa di chiaro sulla competitività turistica della nostra Regione».

Il consigliere Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp) ha annunciato la sua adesione al documento, soprattutto per la condivisione del principio di differenziazione della tariffe fra residenti e non residenti.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha affermato di sostenere l’ordine del giorno pur riconoscendo la necessità di un dibattito ampio in commissione. Le criticità sulla differenziazione della tariffe ci sono, ha spiegato, «bisogna fare ragionamenti seri sugli studenti come su altre categorie, attivando possibilmente un effetto moltiplicatore che si trasferirà anche alle società sportive come auspicava il collega Roberto Desini, estendendo il discorso anche al cabotaggio marittimo per rimuovere disparità che grava sui residenti nelle isole minori».

La consigliera del Pd Rossella Pinna ha annunciato la sua firma all’ordine del giorno.

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha dichiarato che quello delle tariffe agevolate di trasporto per gli studenti è un argomento importante ma, ancora di più, è importante il tema complessivo della continuità territoriale sul quale l’Esecutivo è attivamente impegnato.

Prima del voto il presidente Gianfranco Ganau ha sottoposto all’Aula l’emendamento orale del consigliere Emilio Usula sull’estensione dei benefici anche agli studenti non sardi, che è stato accolto. Quindi ha messo in votazione l’ordine del giorno che è stato approvato con 29 voti favorevoli.

L’aula è quindi passata all’esame dell’ordine del giorno n. 4 (Sabatini – Pittalis e più) sull’esclusione del territorio dell’Ogliastra dalle zone economiche speciali e dal progetto di metanizzazione.

«Il tema è emerso ieri in un convegno organizzato dalla Cisl in Ogliastra – ha detto Franco Sabatini – c’è preoccupazione per il mancato inserimento di questi territori nel “Decreto Sud”. Sappiamo che la Giunta sta predisponendo il Piano Strategico, chiediamo che venga inserita anche l’area industriale di Arbatax tra le zone economiche speciali». Il secondo tema riguarda invece il progetto di metanizzazione della Sardegna: «Anche in questo caso viene esclusa l’area dell’Ogliastra – ha aggiunto Franco Sabatini – eppure i 23 comuni ogliastrini sono stati i primi a creare la rete di distribuzione del gas propanato. Noi chiediamo che tra le aree individuate per la l’installazione dei depositi costieri di gas metano sia inserito anche il porto di Arbatax. In questo modo potremmo servire il porto e distribuire il metano nei comuni».

Sostegno alla proposta è arrivato da capogruppo del Pds Gianfranco Congiu (Pds): «Parlare di Zes in Ogliastra offre l’opportunità per riaprire la discussione sulla fiscalità di vantaggio. Questo Consiglio ha deciso di istituire una commissione ad hoc. Abbiamo nominato i quattro componenti politici che integreranno la parte tecnica. E’ uno strumento importante per dare risposte alle richieste contenute nell’ordine del giorno».

Anche per il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si tratta di un ordine del giorno particolarmente importante. «Non è un odg come gli altri, è un documento che indica un impegno preciso alla Giunta da tradurre in atti concreti. Ci sono circa 200 milioni nella finanziaria nazionale per questi interventi – ha sottolineato Pietro Pittalis – non ci saranno grandi ricadute per la Sardegna ma sarebbe un segnale di attenzione per territori marginali come quello ogliastrino».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, dopo aver espresso condivisione per l’ordine del giorno, ha ribadito la necessità di riprendere il tema della fiscalità di vantaggio, «argomento trascurato dalla Giunta e che invece è decisivo per lo sviluppo dell’Isola».

L’assessore alla Programmazione Raffaele Paci, a nome dell’esecutivo, ha espresso parere favorevole all’ordine del giorno. «Il porto di Arbatax sarà inserito all’interno delle Zes – ha assicurato Raffaele Paci – nelle scorse settimane c’è stato un incontro con i rappresentanti dei Consorzi industriali al quale ha partecipato anche Arbatax. La Giunta ha ottenuto dal Governo un ampliamento del decreto di attuazione delle Zes. C’è la possibilità di inserire tutti e sei i porti sardi. Anche sul metano stiamo lavorando: il Piano energetico prevede la costruzione di depositi costieri, ci sono ragionamenti anche su Arbatax. Il deposito sarà poi collegato alle reti urbane esistenti».

Messo in votazione l’odg è stato approvato all’unanimità (44 voti a favore su 44 votanti). Il documento impegna la Giunta a inserire nel piano strategico di attuazione delle Zes il porto e la zone industriale di Arbatax, anche attraverso l’azione e il coinvolgimento delle Autorità Portuali, il Consorzio industriale e tutti gli altri attori interessati. L’ordine del giorno impegna inoltre il presidente della Regione a intervenire in maniera incisiva nei confronti del governo al fine di inserire nel piano di metanizzazione dell’Isola i territori dell’Ogliastra.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi messo in discussione l’ordine del giorno n. 5 (Lotto e più) sullo stato di attuazione del Piano di eradicazione della peste suina africana.

«E’ un tema serissimo che affrontiamo da oltre 40 anni – ha detto il primo firmatario Luigi Lotto (Pd) – è una questione complessa di difficile soluzione che incide sull’economia regionale e nazionale. La Giunta ha dato un’accelerazione all’azione di eradicazione della malattia. Gli abbattimenti delle ultime settimane hanno dimostrato che quasi il 100% dei maiali sono infetti. Serve un’accelerazione e un incoraggiamento alla Giunta per proseguire l’attività e rafforzare il confronto con le popolazioni interessate. L’allevamento dei suini, oggi agonizzante, può essere un settore importante per lo sviluppo economico delle zone interne».

Mariano Contu (Forza Italia) ha invece bocciato l’azione della Giunta e dell’Unità di progetto: «Quello che emerge è che non si è tenuto conto di una raccomandazione decisiva: il coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali. Un sindaco, quello di Desulo, è stato processato e condannato – ha detto Mariano Contu – è vero che il 90% dei suini abbattuti sono positivi, questo vuol dire che dopo tre anni siamo punto e a capo., non  si riesce a capire quale sia la strategia per l’eradicazione della peste suina africana e quali meccanismi possono convincere gli allevatori a mettersi in regola».

Piermario Manca (Pds), dopo aver espresso condivisione per i contenuti dell’ordine del giorno, ha invitato la Giunta a predisporre interventi ad hoc per rilanciare l’allevamento del suino sardo. «Per questioni burocratiche la razza sarda viene trascurata – ha detto Piermario Manca – è invece una razza particolarmente importante per le produzioni tipiche. E’ una biodiversità che va tutelata come hanno fatto in Spagna in Extremadura».

Dello stesso avviso il collega di partito Gianfranco Congiu: «Occorre far passare un messaggio: serve la collaborazione di tutti per raggiungere un risultato storico. I piani settoriali possono essere uno strumento di persuasione per coinvolgere le popolazioni riottose. Chiediamo concretezza per piano di rilancio del settore suinicolo».

Contrario all’ordine del giorno Gaetano Ledda (La Base): «Non l’ho firmato. Sul Piano di eradicazione si sono fatti tanti proclami ma finora non si sono visti risultati – ha affermato Gaetano Ledda – il settore suinicolo potrebbe essere un’industria, importiamo l’80 % delle carni. In questa operazione non si sono coinvolti i territori, bisognava far emergere l’illegalità finanziando gli allevatori per realizzare doppie recinzioni e i controlli sanitari».

Dubbi sul metodo adottato per contrastare il fenomeno sono stati avanzati anche dal consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi: «La questione è complessa – ha rimarcato Luigi Crisponi – lo stesso responsabile scientifico del Piano di eradicazione della peste suina africana Jose Manuel Vizcaino ha suggerito una linea di azione che affiancasse agli interventi di abbattimento dei capi infetti l’apertura di un dialogo costante con le popolazioni locali. Purtroppo, dopo un’attività che dura ormai da 4 anni, l’unico risultato ottenuto è quello di aver portato alla sbarra un amministratore comunale limpido e onesto come il sindaco di Desulo. E’ un fallimento su tutta la linea. Occorre cambiare rotta. Il Piano di eradicazione va sostenuto ma bisogna far capire alle comunità che dietro c’è un progetto innovativo altrimenti continueremo a discutere dell’eliminazione della peste suina anche nei prossimi anni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur condividendo i contenuti dell’ordine del giorno, ha spiegato all’Aula i motivi della mancata sottoscrizione del documento da parte della minoranza. «Non lo abbiamo firmato per due ragioni: arriva fuori tempo massimo e mostra ancora fiducia in strumenti di contrasto che si sono rivelati fallimentari». Pietro Pittalis ha poi contestato l’uso della forza adottato dall’Unità di Progetto: «Anziché ricorrere agli strumenti della politica, che richiedono il confronto e la compartecipazione delle comunità locali e degli allevatori, si è preferita l’azione manu militari per risolvere il problema. Questo non è ammissibile. E’ una questione annosa che non si risolve con i blitz o circondando gli ovili. Così non si elimina il problema e si crea tensione sociale. Serve cautela, la peste non si elimina con gli abbattimenti, servono altre iniziative».

Giovanni Satta (Uds), in apertura del suo intervento, ha ricordato i precedenti tentativi di eradicazione della peste suina mai portati a termine: «Nel 1979 ci fu un incontro a Desulo in cui si sosteneva la stessa linea che si persegue adesso. I responsabili del Piano dovettero andare via scortati dai carabinieri – ha detto Giovanni Satta – questo vuol dire che la metodologia è sbagliata,il problema della peste suina non si risolve con azioni paramilitari. Soprattutto nei comuni che hanno un territorio gravato da usi civici. Lì è difficile cambiare le consuetudini, i sindaci vanno aiutati. Condivido i principi dell’ordine del giorno ma andrei oltre. La mia proposta è quella di inviare dei commissari per regolamentare l’uso delle terre civiche. Solo così sarà possibile allevare maiali nel suolo pubblico».

Il presidente della Regione Francesco Pigliaru dopo aver annunciato il parere positivo all’ordine del giorno ha difeso l’azione dell’Unità di progetto. «E’ una battaglia importante che la Giunta ha messo in piedi e sta portando avanti con coerenza. Il Piano di eradicazione è basato su modelli internazionali – ha sottolineato Francesco Pigliaru – perché, se esistono altre soluzioni, non sono state adottate prima? Gli abbattimenti sono cruciali: in Spagna, in Exstremadura è intervenuto l’esercito per risolvere il problema. Oggi quel territorio ha un fatturato di 400 milioni all’anno. Quello che stiamo facendo richiede grande coraggio, provo ammirazione per l’Unità di progetto. E’ una battaglia di tutti per liberare le risorse straordinarie che ci sono nelle aree interne. Siamo lì per migliorare le energie e dare sfogo alle potenzialità. Dispiace che ci sia così poca informazione. I dati dimostrano quale sia la portata del problema, si fanno gli abbattimenti ma, allo stesso tempo, si creano le condizioni per far emergere dal nero gli allevatori. Prima esisteva una sanzione di 10mila euro anche per chi aveva pochi maiali. Quella sanzione è stata cancellata su suggerimento delle popolazioni locali. Tutti conoscono i passaggi per emergere dall’illegalità. C’è, è vero, il problema delle terre civiche. Lo affronteremo, nei cantieri di lavoro previsti nel Piano Lavoras c’è un intervento specifico per la predisposizione di aree con doppia recinzione dove poter allevare maiali secondo le regole».

Messo in votazione l’ordine del giorno è stato approvato con l’astensione della minoranza.

Approvato all’unanimità invece l’ordine del giorno n. 6 (Truzzu e più) sul piano straordinario per il lavoro. «E’ un proposta per destinare parte delle risorse del Piano alla creazione di posti lavoro per gli over 50 – ha detto Paolo Truzzu – lo ribadiamo dopo averlo detto durante la discussione della manovra finanziaria».

Al documento ha chiesto di aggiungere la propria firma il consigliere di Forza Italia Mariano Contu.

L’assessore Paci ha espresso parere favorevole e ha garantito l’impegno della Giunta: «Nel Piano Lavoras – ha detto – sono previste specifiche risorse per i lavoratori ultracinquantenni».

L’Aula ha poi dato il via libera anche all’ordine del giorno n.7 (Truzzu e più) che impegna la Giunta a trovare risorse per l’incremento dell’occupazione femminile.

«Anche in questo caso – ha spiegato Paolo Truzzu – vogliamo dare forza a una richiesta già avanzata con un emendamento alla Finanziaria e sulla quale c’è l’impegno della Giunta».

Voto favorevole ha annunciato Mariano Contu (Forza Italia): «Occorre favorire l’occupazione delle donne con figli, soprattutto a quelle con bambini minori di due anni. Solo sostenendo le donne si favoriranno nuove nascite».

Rossella Pinna (Pd) ha rivolto un plauso all’iniziativa di Paolo Truzzu: «E’ importante aver riportato all’attenzione un tema sul quale non ci si deve stancare mai di discutere – ha detto Rossella Pinna – in particolare il secondo comma dell’ordine del giorno propone di riservare parte delle risorse per promuovere la conciliazione tra attività professionale e famiglia. Ricordo che la Regione ha ancora una dotazione finanziaria considerevole di 24 milioni di euro per potenziare i servizi per la prima infanzia. Propongo un’accelerazione alla spendita delle risorse. La Sardegna, le famiglie e le donne ne hanno bisogno».

Favorevole anche Annamaria Busia (Campo Progressista): «Conosciamo i numeri sull’occupazione femminile in Sardegna che sono bassissimi. Sono tante le donne che abbandonano il lavoro dopo la maternità. Ogni intervento indirizzato a superare la discriminazione di genere non possono che essere ben accetti. E’ un ulteriore tassello che si aggiunge a tutti gli altri provvedimenti adottati in questa legislatura a favore delle donne».

Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp), dopo aver chiesto di aggiungere anche la sua firma all’ordine del giorno ha sottolineato l’importanza degli interventi finanziari a sostegno del lavoro femminile: «Uno dei nodi su cui si basa la bassa natalità è l’insufficienza degli aiuti alle donne che decidono di avere figli. Le politiche per la famiglia hanno un ruolo decisivo per evitare lo spopolamento delle zone interne, così come hanno una loro valenza le politiche per l’immigrazione. Le donne che hanno figli non devono sacrificare la loro vita lavorativa. La Sardegna è una delle regioni che sconta maggiormente la disparità di genere. La crisi demografica ci può travolgere».

Rossella Pinna ha quindi proposto un emendamento orale al secondo comma. «Anziché riservare delle risorse del Piano del Lavoro per favorire la conciliazione tra attività professionale e famiglia – ha detto Rossella Pinna – sarebbe meglio procedere all’attuazione di interventi già programmati per agevolare l’accesso dei nuclei familiari ai servizi per la prima infanzia».

Il consigliere Paolo Truzzu ha accolto favorevolmente l’emendamento orale: «Va bene la proposta dell’on. Rossella Pinna – ha detto – la previsione di una riserva era formulata in quel modo  per far spendere soldi già programmati».

Anche in questo caso l’assessore Raffaele Paci ha espresso parere favorevole: «C’è l’impegno della Giunta a favore dell’occupazione femminile e per trovare strumenti che rendano più semplice la conciliazione tra lavoro e famiglia».

L’ordine del giorno n. 7 è stato approvato all’unanimità (45 voti su 45 votanti).

Consiglio unanime anche sull’ordine del giorno n. 8 (Truzzu e più) che impegna la Giunta a individuare misure a sostegno dei genitori soli o separati.

«Anche questa proposta deriva dal dibattito sulla finanziaria e dall’impegno preso dalla Giunta – ha rimarcato Paolo Truzzu – occorre cominciare a occuparsi di coloro che in modo improvviso entrano nel tunnel della povertà per evitare l’esclusione sociale. I dati della Caritas dicono che il 46% dei nuovi poveri è costituito dai padri separati».

Al documento si è aggiunta anche la firma di Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, e di Mariano Contu (Forza Italia). «Ci troviamo di fronte a drammi sociali che investono non solo i genitori ma anche i figli – ha detto Contu – non basta un semplice intervento finanziario, serve anche un supporto psicologico per i giovani spesso sballottati per le crisi tra genitori».

Acquisito il parere favorevole della Giunta, il presidente Ganau ha messo in votazione il documento che ha ottenuto 44 sì su 44 votanti. 

Il presidente del Consiglio ha quindi annunciato la presentazione di un ulteriore ordine del giorno per l’avvio delle procedure adatte al riconoscimento dello status di area di crisi complessa per il polo industriale di Ottana. Il primo firmatario, il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu, ha quindi illustrato il documento evidenziando la drammaticità della situazione occupazionale («ieri sono stati annunciati i licenziamenti degli ex lavoratori della centrale») e l’urgenza di interventi per riconosce lo status si area di crisi complessa, come già è avvenuto in passato per Porto Torres e Portovesme.

Il capogruppo di Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, ha dichiarato piena condivisione per l’iniziativa del suo collega Congiu ed ha annunciato la sottoscrizione del documento, mentre il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, pur condividendo le preoccupazioni per i lavoratori dell’area industriale di Ottana ha posto l’accento su quello che ha definito “il fallimento delle politiche industriali della Giunta Pigliaru”. Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha annunciato al sottoscrizione dell’ordine del giorno ed ha invitato la Giunta ad affrontare il problema di Ottana “in prospettiva” ma soprattutto “pensando all’oggi e alla necessità di risposte per quei lavoratori che sono espulsi dal mondo del lavoro dopo aver esaurito i sostegni degli ammortizzatori sociali”. Dichiarazione analoga è stata fatta dal capogruppo Psd’Az, Angelo Carta, ceh ha insistito sulla necessità di interventi mirati nel verso dell’utilizzo della leva fiscale. Gaetano Ledda (Psd’Az-LaBase) ha dichiarato la sottoscrizione del documento ed ha invitato la Giunta a sostenere le iniziative della “Antica fornace”, un’impresa che opera ad Ottana e che potrebbe garantire posti di lavoro e produzione. Giorgio Oppi (Udc) ha fatto appello all’unità delle forze politiche perché si affrontino concretamente i problemi delle crisi industriali, mentre Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato voto favorevole all’’ordine del giorno, invitando la Giunta “ad abbassare i toni trionfalistici quando si parla di lavoro e politiche industriali”.

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ha espresso parere favorevole al documento ed ha assicurato l’impiego delle risorse del piano per il lavoro anche  per i lavoratori di Ottana, ribadendo la volontà di procedere con il ministero al fine di riconoscere lo status di area di crisi complessa.

Posto in votazione l’ordine del giorno Gianfranco Congiu e più è stato approvato all’unanimità con 43 votanti.

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«Accogliamo favorevolmente l’iniziativa della consigliera regionale Alessandra Zedda proposta come emendamento in finanziaria per l’introduzione di una misura a favore delle donne che hanno subito violenza. La misura chiamata “Reddito di libertà” va nella giusta direzione, ricalcando in toto lo schema proposto nel Reddito di Inclusione Sociale, che va oltre il mero aiuto economico ma spinge per il recupero della dignità della persona. In un periodo in cui la violenza di genere non tende a diminuire, ma anzi il contrario, non si può assolutamente allentare l’attenzione.»

Lo scrivono, in una nota, i quattro consiglieri regionali del gruppo Art. 1 – Sdp, Luca Pizzuto, Eugenio Lai, Daniele Cocco, Paolo Zedda.

Per tutti questi motivi la presentazione di una legge specifica è positiva. A questo proposito è importante ricordare che è all’ordine del giorno della VI commissione una nostra proposta di legge in tal senso “Norme per la diffusione della cultura della nonviolenza e contro la violenza di genere” che all’articolo tre «favorisce e finanzia i progetti personalizzati che permettano alle vittime di violenza di genere di superare il trauma della violenza subita».

«L’invito che rivolgo al Consiglio regionale – sostiene il consigliere Luca Pizzuto – è quello di unire le forze per arrivare a una proposta condivisa che vada in un’unica direzione: il rispetto e la difesa delle donne da qualsiasi forma di violenza.»

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E’ proseguito questa sera, in Consiglio regionale, l’esame dei primi articoli della Manovra finanziaria 2018-2020.

Il Consiglio ha approvato numerosi emendamenti presentati dalla maggioranza: il n.793 (Sabatini e più) che finanzia con 200.000 per gli anni 2018, 2019, 2020 gli uffici dei Giudice di pace, il n.794 (Sabatini e più) integrato da una correzione orale dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci per gli anni 2019 e 2020 che stanzia 300.000 a favore dell’Agenzia Forestas per il ripristino della foresta pietrificata dell’Anglona, il n.796 (Cozzolino) che assegna un finanziamento di 50.000 all’Associazione internazionale “Città della terra cruda”.

Sull’emendamento il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato che «la manovra finanziaria, al di là della proposta in esame, sta diventando uno zibaldone dove entra di tutto, smentendo l’assessore Paci che aveva parlato della finanziaria come strumento non interventi specifici ma come contenitore di norme generali; molti passaggi di questa legge, invece, sono invece strumenti di campagna elettorale o di operazioni al ribasso».

Il consigliere del Pd Gianmario Tendas ha invece sostenuto che l’Associazione “Comuni della Terra Cruda” svolge una attività di grande rilevanza, perchè «mette in rete amministrazioni del centro Sardegna per valorizzare antiche abitazioni,».

Approvato anche l’emendamento n. 802 (Sabatini) che assegna al comune di Bari Sardo 84.000 per la realizzazione di uno strumento urbanistico. Il provvedimento è stato modificato da un emendamento orale dello stesso Franco Sabatini, con cui è stato eliminato il riferimento ai residui presenti nel bilancio regionale. Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha però chiesto quale sia la finalità della proposta perché, ha osservato, «se c’era necessità di recuperare fondi per Bari Sardo bisognava farlo anche per tutti i Comuni con lo stesso problema». Il consigliere Sabatini ha replicato ricordando che provvedimenti analoghi sono stati inseriti in altre leggi finanziarie ed inoltre, nello specifico, «nel caso di Baris Sardo le opere sono state già realizzate ed occorre solo fare un pagamento».

Via libera del Consiglio, inoltre, all’emendamento n. 804 (Sabatini e più) che dispone un finanziamento di 363.000 euro all’Agenzia Agris per attività di ricerca in agricoltura, di 300.000 per l’erogazione di servizi di artieri ippici e di 63.000 per i servizi di custodia nella Foresta Burgos.

Voto favorevole dell’Aula, ancora, per l’emendamento n. 835 (Deriu) che proroga alla fine del 2018 una scadenza amministrativa del comune di Aritzo e n. 849 (Cossa) che dispone uno stanziamento di 20.000 euro per l’edizione di un volume sulla storia di Sestu.

Approvati inoltre gli emendamenti n. 888 (Agus-Busia) che prevede un finanziamento di 100.000 euro per il 2018 finalizzato alla custodia degli immobili delle ex caserme delle servitù militari acquisiti dal demanio regionale; n. 899 (Lai e più) che ridetermina la collocazione di alcuni stanziamenti all’interno della programmazione regionale, n. 64 (Pizzuto e più) che contiene un programma di abbattimento dei costi da e per le isole minori della Sardegna e, infine, il 1047 (Sabatini) che consente ai Comuni di utilizzare fabbricati di loro proprietà di in attesa di essere acquisiti dagli aventi diritto, di utilizzarli per scopi di micro-ricettività turistica.

Sull’articolo 3 e sugli emendamenti il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione.

Sull’emendamento 217 ha preso la parola l’on. Marco Tedde (FI), che ha detto: “Quando parliamo di ambiente e territorio non possiamo non parlare di urbanistica e del fatto che nonostante tutte le vostre promesse ancora non siete riusciti a fare la revisione del Ppr né la nuova legge urbanistica. E non possiamo dimenticare nemmeno i forestali e i loro problemi, lavoratori pubblici che vengo trattati contrattualmente come i lavoratori del privato”.

Per l’on. Mariano Contu (FI) “ci sarebbe bisogno non di una seduta pomeridiana per affrontare questa norma ma di ben altro tempo a disposizione. Ieri sotto la Regione c’erano duemila persone che rappresentano il mondo dell’edilizia sardo, che dal 2007 a oggi ha subito un danno da oltre 35 mila posti di lavoro. Davvero pensiamo che riusciamo a riassorbire questi lavoratori con otto milioni di euro per finanziare un po’ di forestazione in qualche Comune?”.

L’on. Roberto Deriu (Pd) ha annunciato la “sottoscrizione dell’emendamento 114 con i colleghi Moriconi e Meloni” mentre sull’emendamento l’on. Alessandra Zedda (FI) ha detto: “Sta diventando sempre più in disuso entrare in un ente pubblico con un concorso ma non è cambiando la natura giuridica dei lavoratori che si risolvono i problemi. Mi spiace ma la partita dei forestali è stata affrontata con leggerezza e così la partita dei lavoratori di Ati Ifras, che una volta per tutte va definita. E così il Piano Sulcis”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “non mi pare che ci sia stata sinora una politica organica in materia ambientale, dalla raccolta dei rifiuti urbani all’assetto idrogeologico della Sardegna. Non abbiamo altro pensiero che non siano i forni, io li chiamo così i vostri inceneritori dove si bruciano anche quote di raccolta differenziata”.

L’emendamento 217 è stato respinto mentre il 1011 (sulla valutazione di impatto ambientale) presentato dalla Giunta è stato approvato e dà mandato all’esecutivo di individuare “i criteri di quantificazione e corresponsione del contributo per la Via a carico dei richiedenti”.

Approvato anche l’art. 3, respinti gli emendamenti 45, 950,  223, 227, 228 e 229.

L’on. Alessandra Zedda (FI) ha illustrato l’emendamento 951 e ha  ricordato che “in queste settimane si è posto tra i problemi della pesca anche quello della raccolta dei ricci, che è sempre stato un mercato storico a Cagliari.  L’emendamento 951 è stato respinto.

Approvati gli emendamenti di giunta 1025 (gestione dei rifiuti) , 1028 (Giunta) 3.415.000 euro a favore dell’Arst per rimozione materiali pericolosi, e emendamento n. 790: seicento milioni per lavori alle casermette di Paulilatino, a firma on. Gallus.

L’emendamento 11 è stato respinto mentre sulla continuità territoriale con la Corsica (emendamenti 30 e 936) il presidente Sabatini (Pd) ha annunciato a breve un disegno di legge organico chiedendo il ritiro degli emendamenti.

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha replicato: “A febbraio risolverete il problema, bene. È ancora colpa della giunta precedente? O sono quattro anni che governate voi? Provate a fare un biglietto per Milano o chiedete cosa ne pensano quelli che dalla Corsica devono venire a lavorare a Santa Teresa”. L’emendamento 30 è stato ritirato, il 936 (a firma Zedda, FI) respinto.

Approvato l’emendamento 59 (Lotto e più) che prevede uno stanziamento di 100.000 euro al comune di Alghero per studi urbanistici poi il 71 (50 mila euro nel 2018 per la bonifica terreni con la coltivazione della canapa). Su quest’ultimo l’on. Pietro Pittalis (FI) ha detto: “L’assessore dovrebbe spiegarci quali risultati sinora ha prodotto la coltivazione della canapa per la bonifica dei terreni. E soprattutto: cosa ne facciamo della canapa una volta che l’abbiamo coltivata? Io non prenderei sottogamba la questione”.

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto: “Da tempo ci sono proposte di modifica sulle agenzie dell’agricoltura. Credo che Agris potrebbe fare sperimentazione anche su questo aspetto”. L’on. Pizzuto (Sinistra) ha replicato ironizzando: “Purtroppo non è la canapa che io vorrei ma ci accontentiamo. La sperimentazione sta dimostrando che le fibre della pianta e i semi non assorbono le sostanze inquinanti come i metalli pesanti mentre le foglie assorbono i metalli ma possono andare in discarica senza diventare rifiuto speciale”.

L’on. Mariano Contu (FI) ha aggiunto: “Davvero pensate che con 50mila euro si possano bonificare i terreni inquinati per renderli fertili? Vagheggiate pure con le sperimentazioni, lasciano il tempo che trovano”.

Per l’on. Piermario Manca (PDS) “bisogna distinguere tra cannabis  sativa e cannabis indica, che hanno una bella differenza di principio attivo. Le evidenze scientifiche dicono che la cannabis sativa è capace di assorbire i metalli presenti nel terreno. Trovo giusto che si faccia sperimentazione nei terreni inquinati del Sulcis Iglesiente”.

Favorevole alla ricerca anche l’on. Salvatore Demontis (Pd): “Anche l’elicriso, oltre alla canepa, assorbe i metalli pesanti e si tratta di sperimentazioni interessanti e dai costi sostenibili”.

Dunque, anche l’emendamento 71 (col parere favorevole della commissione) è stato approvato e prevede lo stanziamento di 50.000 euro annui “per la bonifica dei terreni inquinanti attraverso la coltivazione della canapa”.

L’aula è poi passata all’esame dell’emendamento 83 (Desini e più) che proponeva un finanziamento di 35mila euro al comune di Sorso per la rimozione e lo smaltimento della carcassa di una balenottera dalla spiaggia di Platamona. Su richiesta del presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini l’emendamento è stato ritirato. «Prendo atto dell’impegno della Giunta e lo ritiro – ha detto il consigliere del Pds Roberto Desini – l’emendamento puntava a segnalare il caso della balenottera spiaggiata a Platamona per la cui rimozione si sono pronunciati ben sedici enti».

L’assessore all’ambiente Donatella Spano, vista l’eccezionalità del caso, ha annunciato l’imminente presentazione di una delibera di Giunta per trovare una soluzione: «C’è l’impegno ad intervenire – ha detto Spano – il cetaceo giace sulla spiaggia da parecchio. Le procedure per lo smaltimento sono complicate, ci sono stati rimbalzi di responsabilità. Occorre inquadrare il caso nell’ambito della gestione dei rifiuti».

Antonello Peru (Forza Italia) presentatore di un emendamento analogo, il n.924, ha annunciato anche lui il ritiro della proposta. «Ormai per salvare il cetaceo non si può fare più niente – ha detto Antonello Peru – mi preoccupa di più invece lo stagno di Platamona per il quale è stato bocciato il mio emendamento che proponeva un intervento per la liberazione dei canali, oggi occlusi, in modo da garantire l’ossigenazione. Il problema è serio, già da quest’anno c’è stata un’invasione di zanzare, c’è il pericolo malaria. Le attività ricettive della zona chiedono interventi rapidi, i turisti dei campeggi quest’estate hanno dormito in auto». Gli emendamenti 83 e 924 sono stati quindi ritirati.

Via libera invece all’emendamento all’emendamento n.1312(Sabatini e più) che stanzia 5 milioni di euro per il triennio 2018-2020 a favore dei consorzi di bonifica per le attività previste dall’art.31 della legge n. 5 del 2015.

L’aula ha quindi respinto in rapida successione gli emendamenti nn. 133, 134, 136, 308, 336.

Sull’emendamento n.345 è intervenuto il primo firmatario Paolo Truzzu (FdI) per spiegarne il contenuto: «L’obiettivo è ricominciare a parlare di bellezza – ha detto Paolo Truzzu – ci siamo dimenticati di avere cura delle nostre comunità. Vogliamo recuperare una situazione di decoro. La proposta mira a creare un primo fondo di 5 milioni per intervenire sul concetto di “non finito”». Messo in votazione l’emendamento è stato respinto con 27 voti contrari e 14 a favore.

Stessa sorte per l’emendamento n.346 presentato dallo stesso Paolo Truzzu che puntava a ottenere un fondo di 5 milioni di euro da utilizzare per l’incentivazione dell’acquisto di automobili ibride o elettriche: «Siamo l’unica regione d’Italia che non prevede incentivi – ha detto il consigliere di minoranza – noi proponiamo un contributo di 5000 euro ai privati che decidono di acquistare veicoli ibridi o elettrici. L’obiettivo è far diventare conveniente l’uso di auto non inquinanti».

D’accordo con l’emendamento si è detto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis che ha voluto precisare il voto a un emendamento precedente che stanziava 84mila euro a favore del Comune di Barisardo: «Non sono contrario al contributo ma al modo con cui si legifera in questo Consiglio».

L’assessore Raffaele Paci, in risposta a Paolo Truzzu, ha ribadito la volontà della Giunta di intervenire sul tema: «Abbiamo in corso incontri con il presidente dell’Ente gestore del servizio elettrico. Vogliamo incentivare l’uso di auto elettriche. In questo momento non abbiamo però a disposizione 5 milioni di euro».

Preso atto dell’impegno dell’assessore, il consigliere Truzzu ha ritirato l’emendamento: «Speriamo che entro l’anno si possa fare qualcosa di concreto».

Dopo aver bocciato gli emendamenti 358, 359 e 360, l’Aula ha dato il via libera agli emendamenti nn. 788 e 789 (primo firmatario Sabatini). Il primo stanzia 400mila euro per garantire l’apertura a uso portuale delle stazioni marittime di nuova realizzazione ancora inagibili, il secondo dispone un finanziamento di 1,5 milioni di euro per il triennio a favore dei comuni montani per far fronte alle spese del Piano neve.

Sull’emendamento n. 792 Sabatini ha comunicato la decisione di ridurre da 2 a 1 milione di euro i finanziamenti per il 2018 destinati alla realizzazione, completamento e manutenzione straordinaria di opere pubbliche di interesse comunale. Confermati invece i finanziamenti per gli anni successivi, 10 milioni di euro per il 2019 e 15 per il 2020. Posto in votazione l’emendamento 792 è stato approvato.

Sull’emendamento 823 (Zedda Paolo e più) che propone un finanziamento di 100mila euro per lo studio di fattibilità relativo al prolungamento della tratta della metropolitana leggera da Settimo San Pietro a Sinnai, è intervenuto Michele Cossa (Riformatori sardi): «Vorrei capire di più – ha detto Michele Cossa – ci sono comuni che si finanziano e altri invece che non ottengono nulla». Stesso giudizio da parte del capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis: «Esiste un capitolo per gli studi di fattibilità che possa interessare tutti i comuni? Niente in contrario contro Sinnai ma ci avete sempre detto che bisogna procedere per interventi di carattere generale. Qui si sta andando per comuni sì e comuni no, a seconda del colore della casacca».

Anche Paolo Truzzu (FdI) ha contestato il modo di procedere: «Il clima natalizio ci sta abituando ai regali – ha detto – la vulgata dice che il centrosinistra si sta impegnando a risollevare le sorti dell’isola e poi si arriva a situazioni come questa. Sinnai ha bisogno di collegamenti migliori come Pula. Occorre ragionare in termini complessivi. Non è possibile che si continui a fare la divisione della torta solo nell’interesse di alcuni».

Pronta la replica di Paolo Zedda, primo firmatario dell’emendamento: «Questo intervento era programmato nel piano regionale dei trasporti del 2008 e poi è improvvisamente scomparso. Si chiede di far proseguire la tratta da Settimo a Sinnai. Lo stanziamento è davvero minimo, non è una marchetta».

Di parere diverso Marco Tedde (Forza Italia): «Quali sono gli elementi che devono stare alla base della scelta dei comuni fruitori di mancette. Sono elementi oggettivi o tratti dal manuale Marchetti? E’ un precedente bruttissimo. Non è tollerabile scegliere i comuni a seconda del colore politico. Avete necessità di crescere di fronte all’elettorato». Posto in  votazione l’emendamento è stato approvato.

Ritirati il n.824 (Zedda e più) l’Aula ha respinto il n. 858.

Approvato subito dopo l’emendamento all’emendamento n.1301 (Sabatini e più) che recepisce la direttiva europea sull’efficienza energetica in edilizia. Le linee guida saranno stabilite dall’assessorato competente entro 90 giorni dall’approvazione delle manovra finanziaria.

Disco verde anche per il n. 890 (Agus-Busia) che stanzia 600mila euro per il triennio 2018-2020 per la prosecuzione del progetto “Neptune” finalizzato alla valorizzazione ambientale e alla fruizione turistico-didattica del Poetto.

Ritirati invece gli emendamenti 894, 895, 896, mentre sull’897 è intervenuto il primo firmatario Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «L’emendamento segnala un problema serio: il dissesto della strada Sp 188 Gergei-Isili. Sono disponibile a ritirarlo ma chiedo che venga previsto un intervento. Non è pensabile che una strada ad altissima densità di traffico sia in queste condizioni».

L’assessore Raffaele Paci ha garantito l’impegno della Giunta: «Ci sono nuove risorse da programmare nei prossimi giorni per la rete viaria a valere sui fondi di coesione. Si terrà conto della segnalazione». L’emendamento è stato ritirato.

Pietro Pittalis (Fi) ha espresso imbarazzo: «Non c’è dialogo tra Giunta e maggioranza. C’è un modo singolare di interpretare i rapporti tra esecutivo e Consiglio. Se è questa la tendenza della nuova sinistra che avanza… auguri!»

L’aula ha quindi preso in esame l’emendamento n. 903 (Busia-Agus) che stanzia 200mila euro a favore dei comuni per la raccolta dei rifiuti abbandonati in aree di proprietà comunali. 

Il consigliere di Forza Italia Marco Tedde si è congratulato con i presentatori: «Così si fa, si individuano gli interessi generali e si fissano criteri obiettivi per la spendita dei soldi». Giudizio condiviso dal collega di partito Giuseppe Fasolino: «L’accoppiata Busia-Agus presenta emendamenti corretti. L’intervento di Pietro Pittalis questo voleva dire, non si mira ad accontentare un comune ma ad affrontare problemi che riguardano tutti. Anche un sindaco che non fa parte della maggioranza si sente rappresentato».

Annamaria Busia (Cp) ha ringraziato i colleghi: «Gli emendamenti sono proprio finalizzati a risolvere le problematiche dei comuni con modesti interventi di spesa. Prestate attenzione anche agli altri». L’emendamento, al quale si è aggiunta la firma del consigliere Paolo Dessi(Misto), è stato approvato all’unanimità.

Subito dopo sono stati respinti gli emendamenti n. 921, 925, 928, 929, 931, 932, 933, 934, 935, 966.

Sul n.971, il primo firmatario Marco Tedde ha nuovamente contestato la linea della maggioranza: «Questo emendamento sarà bocciato non perché riguarda Alghero ma perché proposto dalla minoranza. Se fosse stato presentato da un consigliere del centrosinistra avrebbe avuto altra sorte. Questo non è il modo di operare e di fare leggi. E’ un modo abnorme che impone una riflessione profonda. Se si operasse sempre così le finanze regionali sarebbero dissipate». Posto in votazione l’emendamento è stato bocciato.

Respinto anche il n. 973, mentre ha ottenuto voto favorevole l’emendamento della Giunta regionale 1005 che stanzia 300mila euro, per il triennio, per attivare un’assistenza tecnica finalizzata all’accelerazione dei processi di valutazione ambientale».

Via libera anche agli emendamenti 1012, 1024 e 1026 presentati sempre dalla giunta regionale. Il primo stanzia un milione e 260mila euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020 per la gestione delle discariche di rifiuti solidi urbani, il secondo invece prevede un finanziamento complessivo di 6 milioni di euro per l’interconnessione dei bacini idrografici e la riqualificazione delle reti di drenaggio in area urbana con priorità per le zone ad alto rischio idraulico; il terzo, infine, autorizza la spesa di 1,87 milioni di euro per mezzi e attrezzature da utilizzare per interventi di soccorso o ripristino ambientale.   

Bocciato il 1049, il presidente della commissione Bilancio ha invitato i presentatori a ritirare l’emendamento n.904.

La consigliera Annamaria Busia, firmataria dell’emendamento con il consigliere Francesco Agus, ha illustrato il contenuto della proposta: «L’obiettivo è la sicurezza e la pulizia delle spiagge. Ogni anno si verificano diverse tragedie in mare per mancanza di servizi di salvamento. C’è inoltre il problema di utilizzo della poseidonia. E’ un intervento importante per aiutare i comuni. Prima del ritiro chiedo di indicare una via alternativa».

D’accordo con la proposta si è espresso il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «E’ un emendamento interessante, legge nell’anima dei sindaci. Darebbe risposte a due problematiche: la rimozione della poseidonia che non può essere toccata ma nessuno dice cosa si deve fare. Per salvaguardare le spiagge ora diamo le risorse alle amministrazioni. Questo sarebbe un bel modo di dimostrare di essere una grande amministrazione regionale». Giuseppe Fasolino ha rivolto un plauso ai presentatori anche per la proposta sui servizi di salvamento a mare: «Finora si è trovato un escamotage con i cartelli, cosa diversa sarebbe se ci fossero bagnini in ogni spiaggia. Questo modo di lavorare deve essere alla base della finanziaria».

Marco Tedde (Forza Italia) dopo aver rinnovato i complimenti ai presentatori ha annunciato il suo voto favorevole: «L’emendamento ha una valenza oggettiva sia per gli interventi di salvamento che per la poseidonia. E’ un modo per stare vicino ai sindaci che non riescono ad assolvere ai propri compiti per mancanza di mezzi finanziari».

Franco Sabatini dopo aver annunciato all’aula la conferma dello stanziamento governativo a favore delle province di 125 milioni di euro per il triennio 2018-2020, ha avanzato la proposta di votare l’emendamento per parti: «Mettiamo 100mila euro a carico del fondo sul turismo per garantire le attività di informazione sulla tutela delle spiaggia – ha detto Sabatini – sugli altri due punti (salvamento a mare e poseidonia) prendiamo l’impegno ad intervenire nella prima variazione di bilancio utile. Il tema è concreto, tutti i paesi costieri hanno problemi quando ci sono le mareggiate».

Il capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta ha invocato un ragionamento più ampio. «E’ vero che i cetacei finiscono spesso sulle nostre spiagge. Siamo il terminale del santuario delle balene. Il Ministero dell’Ambiente deve considerare con più attenzione gli interventi straordinari della Regione per rimuovere i cetacei spiaggiati così come quelli per la rimozione della poseidonia. Siccome a noi impongono la tutela è giusto che il Ministero riconosca gli sforzi e destini risorse alla Sardegna».

Francesco Agus (Cp) si è detto d’accordo con la proposta di un voto per parti: « Per il primo e secondo punto dell’emendamento è opportuno un supplemento di attenzione. E’ urgente intervenire perché è tema centrale per la tutela delle spiagge. Serve una programmazione e una visione strategica. Si va verso un allungamento della stagione balneare, le nostre spiagge subiscono una pressione per più mesi all’anno. Da tempo  si riscontra un peggioramento dell’ecosistema marino dovuto alla presenza antropica e al prelievo non corretto della poseidonia».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) ha segnalato  all’assessore che la poseidonia rappresenta una risorsa per l’agricoltura: «E’ utile per la pacciamatura e come fertilizzante. Non si può però raccogliere e la Forestale crea problemi»

Stessa considerazione da parte di Fabrizio Anedda (Misto): «La poseidonia è una risorsa per l’agricoltura. Ci sono progetti per utilizzarla nelle serre. Il problema è che viene acquistata da chi la raccoglie nelle spiagge ma l’attività non è regolamentata». L’assessore Donatella Spano condividendo le valutazioni dell’aula si è detta disponibile a lavorare a una normativa ad hoc: «La problematica è importante. La poseidonia è un elemento distintivo per la conservazione della spiaggia. Occorre trovare un equilibrio tra conservazione e fruizione della spiaggia».

Messo in votazione per parti, sono state approvate le disposizioni del punto n. 3.

Annunciata la discussione sull’articolo 4 (disposizioni in materia di sostegno alle attività economiche) i gruppi di minoranza hanno comunicato il ritiro di una serie di emendamenti, a partire dal n. 170 fino al n. 550, e il presidente del Consiglio ha elencato tutte le proposte di modifica rimaste in votazione sulle quali il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) ha espresso il parere di competenza. L’assessore Paci ha dichiarato parere conforme a quello del relatore ma ha precisato che per gli emendamenti riguardanti le guide turistiche e l’imprenditoria femminile deve “essere ricercata una più idonea formulazione”. Non essendoci iscritti a parlare nella discussione generale, il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento n. 93 (Comandini e più) che con il parere favorevole di commissione e Giunta è stato approvato dall’Aula ed incrementa da 300.000 euro a 500.000 euro il contributo per gli apicoltori.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi tolto la seduta e ha convocato il Consiglio domani alle 10.00.