24 April, 2024
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E’ arrivato il mese di ottobre e ripartono i corsi di teatro della Scuola di Arti Sceniche de La Vetreria, organizzati nel centro comunale d’arte e cultura di Pirri da Cada Die Teatro. Agli attori, e registi, della storica compagnia cagliaritana il compito di condurre i laboratori:

 “Il gioco del teatro”, diretto da Silvestro Ziccardi e rivolto ai ragazzi dagli 11 ai 13 anni; “Cuori di panna smontata”, condotto da Mauro Mou e dedicato agli adolescenti e ai giovanissimi (fra i 13 e i 17 anni); a giovani e adulti, senza vincoli d’età (dai 20 anni in su), con o senza precedenti esperienze teatrali, sono invece aperti i corsi tenuti da Alessandro Lay, “Il mestiere dell’attore”, Alessandro Mascia, “Migranti” (rivolto in particolare all’area del disagio psichico, fisico e sociale), e Pierpaolo Piludu, “Con-passione”.

l percorsi hanno l’obiettivo di fornire ai partecipanti, con le diverse sfumature legate alle differenti fasce d’età e al target a cui sono dedicati, gli elementi fondamentali della pratica dell’attore, in un cammino formativo che prevede l’utilizzo delle tecniche di recitazione (improvvisazione, uso dello spazio, della voce, elementi di costruzione del personaggio), scrittura collettiva, composizione scenica, ritmica e sonora, studio delle scene e della drammaturgia, costruzione e utilizzo delle scenografie, luci e musica.

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E’ arrivato il mese di ottobre e ripartono i corsi di teatro della Scuola di Arti Sceniche de La Vetreria, organizzati nel centro comunale d’arte e cultura di Pirri da Cada Die Teatro. Agli attori, e registi, della storica compagnia cagliaritana il compito di condurre i laboratori:

“Il gioco del teatro”, diretto da Silvestro Ziccardi e rivolto ai ragazzi dagli 11 ai 13 anni; “Cuori di panna smontata”, condotto da Mauro Mou e dedicato agli adolescenti e ai giovanissimi (fra i 13 e i 17 anni); a giovani e adulti, senza vincoli d’età (dai 20 anni in su), con o senza precedenti esperienze teatrali, sono invece aperti i corsi tenuti da Alessandro Lay, “Il mestiere dell’attore”, Alessandro Mascia, “Migranti” (rivolto in particolare all’area del disagio psichico, fisico e sociale), e Pierpaolo Piludu, “Con-passione”.

l percorsi hanno l’obiettivo di fornire ai partecipanti, con le diverse sfumature legate alle differenti fasce d’età e al target a cui sono dedicati, gli elementi fondamentali della pratica dell’attore, in un cammino formativo che prevede l’utilizzo delle tecniche di recitazione (improvvisazione, uso dello spazio, della voce, elementi di costruzione del personaggio), scrittura collettiva, composizione scenica, ritmica e sonora, studio delle scene e della drammaturgia, costruzione e utilizzo delle scenografie, luci e musica.

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Dopo “S’Acqua fatta” e “Storia di una piccola città”, si chiude oggi il denso weekend di “Aprile alla Vetreria Aprile Resistente”, la rassegna organizzata da Cada Die Teatro, Il Crogiuolo e Cemea.  
Si comincia dalla mattina: alle 11.30, nella Sala Musica del Cafè Ludico, a cura di Cemea, Concerto di musica antica e oltre, con Daniele Floris e Giuliana Pisanu (flauti dolci), Amalia Fenu (violino) e Renato Perra (chitarra).
Nel pomeriggio, alle 18.00, al Teatro la Vetreria, Storie meticce
, di e con Alessandro Mascia, collaborazione al testo di Francesca Caminoli, Mario Madeddu, Davide Madeddu, accompagnamento musicale a cura di Alessandro Ligas (produzione Cada Die Teatro).
Il  progetto teatrale “Storie Meticce” ha preso le mosse dal libro di Francesca Caminoli “Perché non mi abbracci“, incentrato sull’avventura umana di Zelinda Roccia e dell’Associazione Los Quinchos che opera in Nicaragua per aiutare i bambini di strada di quel territorio. «Mentre lo rileggevo – spiega Alessandro Mascia – mi ritornavano costantemente in mente le immagini dei bambini da me conosciuti nel 2016, in Grecia, nel campo profughi di Kara Tepe’… Quelle immagini a loro volta mi hanno fatto ricordare di altri bambini e bambine, della mia vita, come in un rimbalzo di emozioni che dentro di me si erano casualmente messe in contatto, avvicinate perché simili». Da qui il desiderio, e l’esigenza, di raccontare e mischiare ‘storie meticce’ di varie parti del mondo. Cosa abbiamo fatto noi adulti o non abbiamo fatto per il futuro dei nostri figli? Ecco il quesito che alla fine emerge. “Storie meticce” è un progetto teatrale che ricerca e mette a confronto storie di ordinaria violenza o solitudine, determinate da un’umanità che si è voltata dall’altra parte, con storie di ordinaria bellezza di altre umanità che alla violenza e alla solitudine hanno risposto con la “passione umana” e l’impegno civile.

A seguire Davide Madeddu racconterà “Slovacchia: la mia esperienza nei campi Rom – 2016/17”.