18 April, 2024
HomePosts Tagged "Alfonso Marras" (Page 6)

[bing_translator]

È il momento giusto per lasciare da parte la conflittualità e tornare a riflettere attentamente e con coscienza sull’Assemblea costituente del Popolo sardo. Un’idea alta, lo strumento in grado di mettere insieme le migliori energie della Sardegna con l’obiettivo di riscrivere la nostra Carta fondamentale, lo Statuto di autonomia, e un nuovo patto tra la Sardegna e lo Stato. A lanciare l’appello – «i tempi sono maturi ma un Consiglio regionale conflittuale e lacerato non può essere la sede giusta per una riflessione pacata» – sono ancora una volta i Riformatori sardi, per bocca del capogruppo Michele Cossa dei consiglieri Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta ed Alfonso Marras, e del Coordinatore regionale Pietrino Fois.

Il buon senso, la fede nelle istituzioni e l’esperienza insegnano che se si vogliono portare a compimento riforme profonde l’unico modo serio è mettere da parte conflittualità e piccoli interessi elettorali e comunicativi per concentrarsi su un obiettivo comune: rendere l’assetto istituzionale della Sardegna funzionale a vincere la sfida del nuovo regionalismo che si sta affermando nei fatti in Italia (Riforma delle Autonomie). La costituzione materiale sta infatti registrando significativi mutamenti. Il principio di coesione nazionale su cui essa si basava sta progressivamente lasciando il passo all’egoismo territoriale, che non potrà che tradursi nella penalizzazione delle aree più deboli del Paese.

Per questo motivo su una riforma dello Statuto che nasca dalla consapevolezza del momento storico che attraversa il Paese non possono esserci divisioni tra chi ha davvero a cuore il futuro dei sardi e della Sardegna. Proprio questo ha spinto il 95% dei sardi a votare SI nel referendum del 2012. D’altra parte gran parte della sinistra e dei suoi esponenti più autorevoli diedero un contributo fondamentale al Movimento per la Costituente, che negli anni a cavallo del millennio segnò uno dei momenti più esaltanti e significativi dell’intera storia dell’Autonomia. Oggi più che mai è necessario trovare una sede e un terreno comune di confronto tra i sardi: un Consiglio regionale lacerato e conflittuale non può essere considerato la sede giusta per perseguire questo risultato.

[bing_translator]

«La spinta sull’acceleratore impressa dalle regioni del Nord, che chiedono più poteri e risorse, non può e non deve lasciarci indifferenti. E’, al contrario, l’occasione per pretendere il riconoscimento principio di insularità.»

Lo sostengono il coordinatore regionale dei Riformatori, Pietrino Fois e i consiglieri regionali dei Riformatori Michele Cossa, Alfonso Marras, Aldo Salaris, Giovanni Antonio Satta, che  hanno chiesto un incontro urgente al Presidente del Consiglio Regionale, Michele Pais, per condividere tutte le nuove iniziative sull’insularità nei confronti del Governo e del Parlamento.

Il federalismo differenziato procede, sottolineano i Riformatori, e proprio in queste ore Zaia (Veneto) e Fontana (Lombardia) hanno incontrato le commissioni parlamentari per spiegare le ragioni della loro richiesta di maggiore autonomia e di maggiori risorse economiche. Dinamismo e tempistiche, quelli delle regioni del Nord, che non devono passare inosservati. Da qui il monito: «Dopo la disponibilità manifestata verso i sardi da tanti autorevoli esponenti della politica nazionale, non ultimi il vice presidente del Consiglio Salvini ed il sottosegretario della Presidenza Giorgetti di sostenere il principio di insularità, è indispensabile che i sardi vadano a Roma a difendere il proprio diritto ad avere pari opportunità con tutti gli altri italiani!».

«Noi sardi siamo consapevoli che le richieste delle regioni del Nord Italia rischiano di innescare processi di rivendicazione egoistica che possono creare nuovi problemi alle regioni più deboli – proseguono i Riformatori sardi -. E’, dunque, indispensabile che i sardi, guidati dalle loro massime rappresentanze istituzionali,  passino subito dalle parole ai fatti e vadano immediatamente a Roma a spiegare l’unicità assoluta e peculiare della nostra condizione di insularità e di perifericità, chiedendo che – attraverso l’inserimento del principio di insularità in Costituzione – l’intera comunità nazionale si faccia garante del nostro diritto ad avere uguali diritti di tutti gli altri cittadini italiani.»

[bing_translator]

Nella XVI legislatura, nonostante l’introduzione della doppia preferenza di genere, solo il 13,33% dei consiglieri è donna. Fanno parte dell’Assemblea: Alessandra Zedda (Forza Italia), Desirè Alma Manca (Movimento 5 Stelle), Maria Laura Orrù (Sardegna in Comune con Massimo Zedda), Elena Fancello (Movimento 5 Stelle), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Carla Cuccu (Movimento 5 Stelle), Sara Canu (Lega Salvini Sardegna), Laura Caddeo (Noi, la Sardegna con Massimo Zedda).  Il numero delle consigliere della legislatura che sta per cominciare è lo stesso della  XIV, della XI (le elette furono 8 su 80) e della XIII 8 donne consigliere su  85). Nelle 16 legislature su un totale di 1174 consiglieri, le elette sono state 69 con una percentuale del 5,87%.

Il nuovo Consiglio regionale sarà profondamente rinnovato, con ben 40 seggi su 60 assegnati a nuovi consiglieri.

Tornano, infatti, nell’Aula di via Roma soltanto 6 consiglieri con 2 o più legislature alle spalle. Oltre al consigliere “anziano” Giorgio Oppi dell’Udc (7) faranno parte della nuova Assemblea anche Michele Cossa dei Riformatori sardi con oltre 2 legislature (alla sua prima esperienza subentrò a Massimo Fantola), Alessandra Zedda ed Antonello Peru di Forza Italia (2 ciascuno), Cesare Moriconi del Pd e Daniele Secondo Cocco di Leu, anch’essi con 2 legislature già maturate.

Le riconferme rispetto alla legislatura appena conclusa sono invece 20: Piero Comandini, Gianfranco Ganau, Giuseppe Meloni, Valter Piscedda, Cesare Moriconi e Roberto Deriu del Pd, Antonello Peru ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Stefano Tunis (ora con Sardegna20venti), Nanni Lancioni del PSd’Az, Giovanni Satta (ora nel Psd’Az), Eugenio Lai e Daniele Secondo Cocco di Leu, Francesco Agus di Campo Progressista, Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia, Giorgio Oppi e Gian Filippo Sechi dell’Udc, Alfonso Marras e Michele Cossa dei Riformatori e Domenico Gallus (ora con Sardegna 20venti).

[bing_translator]

Ieri, 20 marzo, dopo 24 giorni (esattamente come 5 anni fa), poco dopo le 14.00, l’ufficio elettorale della Corte d’appello del Tribunale di Cagliari ha finalmente consegnato in Consiglio regionale il plico contenente i nomi degli eletti della XVI legislatura. Di lì a qualche ora, sono esplose le polemiche e si profila una pioggia di ricorsi. Il primo ad annunciare il ricorso è stato Antonello Peru (Forza Italia), vicepresidente uscente del Consiglio regionale, che seppur rieletto, si è ritrovato nell’elenco degli eletti e delle preferenze attribuite (3.638), ben 1.986 preferenze in meno rispetto a quelle realmente ottenute (5.624), che pure sono state puntualmente registrate, aggiornate, nel sito del Consiglio regionale. Lo stesso Antonello Peru ha rimarcato che con 5.624 preferenze gli spetta il record di preferenze, che viceversa l’elenco consegnato dall’ufficio elettorale della Corte d’Appello ha attribuito a Piero Comandini, del Partito Democratico, con 5.225.  Così è avvenuto anche per gli altri candidati. La domanda sorge spontanea? Perché l’Ufficio elettorale della Corte d’appello ha consegnato in Consiglio regionale elenchi con conteggi delle preferenze sbagliati, praticamente gli elenchi precedenti alle verifiche, per le quali si sono resi necessari 24 giorni dal giorno del voto?

Dai conteggi sono scaturiti altri risultati che fanno discutere e, che con ogni probabilità, porteranno a dei ricorsi. Tra questi l’elezione di Francesco Mura (Fratelli d’Italia) nella circoscrizione di Oristano (che così ha avuto 7 seggi contro i 6 potenziali iniziali), con 1.272 preferenze (ma in realtà sono 1.311) a scapito del consigliere regionale uscente Gianluigi Rubiu, il più votato con 2.678 preferenze, nella circoscrizione di Carbonia Iglesias (che così ha avuto “solo” 2 seggi contro i 4 potenziali iniziali); e quella di Alfonso Marras (Riformatori sardi) nella stessa circoscrizione di Oristano, a scapito di Ivan Piras (Forza Italia).

Quanto accaduto rafforza la convinzione in molti osservatori che la legge elettorale sia pessima e debba essere immediatamente riscritta, perché non risponde alle legittime esigenze di rappresentatività dei territori. E’ assurdo che un territorio, quale quello di Oristano, ad esempio, abbia eletto 7 consiglieri regionali, ed un altro, non molto più piccolo, quale il Sulcis Iglesiente, soltanto 2!

[bing_translator]

La nevrotica reazione dell’assessore regionale della programmazione Raffele Paci è la dimostrazione che la denuncia dei Riformatori sardi sugli assurdi ritardi nei bandi per le imprese sarde ha colto nel segno. Lo hanno dichiarato i consiglieri regionali Luigi Crisponi, Alfonso Marras, Attilio Dedoni e Michele Cossa dopo la replica del vice presidente della Giunta regionale. 

«Non bastano le chiacchiere e i giochi di prestigio pre elettorali della Giunta – ha rincarato Luigi Crisponi – a convincere il mondo delle imprese sulla bontà degli interventi messi in campo con i bandi sulla competitivita delle piccole e medie aziende produttive sarde. E’ notorio che proprio in fase di primo avvio i bandi sono stati erroneamente concepiti per settori come artigianato, commercio, turismo e servizi,  ma con una matrice industriale non compatibile con le strutture aziendali di quel tipo. Ed è altrettanto risaputo che a oggi nessuna delle imprese ammesse ha ricevuto un solo euro dopo averle costrette ad un rally quotidiano fra bandi sbagliati e una burocrazia sorda e insensibile. E’ peraltro vergognoso il tentativo di Paci di autoassolversi scaricando  la responsabilità dei ritardi alle stesse imprese incapaci, a suo dire, di produrre con puntualità la documentazione richiesta da bandi farciti dai suoi tecnocrati di inutili cavilli e procedure. Paci avrebbe fatto bene al posto dei continui annunci ad ammettere il flop del suo operato assicurando invece interventi preventivi per il concreto snellimento delle procedure e per una semplificazione amministrativa di cui mai si è vista neppure l’ombra.»

«Oggi a un passo dalla fine della legislatura – ha concluso Luigi Crisponi – è concreto il rischio che la tanto decantata programmazione unitaria si riveli solamente una gigantesca presa per i fondelli per gli inconsapevoli imprenditori.»

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli della legge di stabilità 2019. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha brevemente ricordato la figura dello scomparso Antonio Serra, consigliere regionale nella decima legislatura.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha ribadito la richiesta, rivolta all’assessore Luigi Arru, di riferire sulla situazione del Policlinico sassarese e in generale sulla sanità del Nord Sardegna, lamentando inoltre di aver ricevuto dall’assessore Luigi Arru l’accusa di voler sollevare solo problemi. La realtà è un’altra, ha sostenuto: occorre un confronto aperto su queste questioni, sollecitato dai lavoratori e da larga parte della società del territorio, affrontando la discussione delle mozioni presentate, dal Policlinico al blocco delle stabilizzazioni, al depotenziamento dei laboratori di analisi.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pds Roberto Desini, associandosi all’intervento del collega Peru e ricordando una sua interrogazione rimasta senza risposta, ha ribadito la sua richiesta di confronto in Aula con l’assessore, formulata già in occasione del dibattito sulla legge di Forestas. Per queste ragioni, Roberto Desini ha fatto appello al presidente per una sollecita discussione dell’interrogazione.

Il presidente Gianfranco Ganau ha replicato precisando che, in occasione della legge su Forestas l’assessore Luigi Arru si era dichiarato disponibile ma poi il dibattito è saltato per il protrarsi dei lavori dell’Aula. Quanto alla giornata odierna, l’assessore è impegnato a Sassari in una riunione con i sindacati proprio sulla vertenza del Policlinico.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale della legge Finanziaria 2019.

Per illustrare il provvedimento ha preso la parola il relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd), presidente della commissione Bilancio.

Sabatini, nel suo intervento, si è soffermato sul ruolo svolto dal Consiglio sulla varie leggi Finanziarie nell’arco della legislatura, un ruolo «spesso purtroppo sottovalutato anche sotto il profilo dell’attenzione ai problemi specifici dei territori, con molte categorie che spesso hanno manifestato sotto il palazzo, ottenendo non solo ascolto ma risposte concrete». Soffermandosi sui punti qualificanti di questo lungo percorso che ha visto protagonista il Consiglio, Franco Sabatini ha ricordato provvedimenti come il Reis, gli interventi in agricoltura, il contratto di Forestas, e l’impegno per i lavoratori Ara: tutte questioni che coinvolgono persone ed il lavoro che non c’è, come le misure di sostegno al reddito, le borse di studio, le agevolazioni nel trasporto pubblico locale, gli incentivi per la ristrutturazione degli immobili, gli sgravi Irpef per famiglie in difficoltà, il rinnovo del contratto della sanità». Proprio stamattina, nell’incontro con il Cal, «abbiamo dimostrato con i fatti alle autonomie di aver tenuto nella massima considerazione i loro problemi, col mantenimento del fondo unico, il mutuo di 700 milioni per mettere in sicurezza i territori dal rischio idro-geologico, i 27 milioni per altre opere pubbliche che arriveranno fino a 50, l’aumento degli spazi finanziari per gli Enti locali e le misure per il risanamento dei loro bilanci, ed ancora il Reis e Lavoras con risorse che vanno sempre ai Comuni». Tutto questo, ha affermato Franco Sabatini, «è stato reso possibile con una corretta politica di bilancio che nasce dalla vertenza entrate che ha portato più risorse fuori dal patto di stabilità e la riduzione degli accantonamenti su cui stiamo ancora lavorando». Questa politica, ha aggiunto, «ha prodotto risultati molto concreti, come dimostra anche la Corte dei conti, con 1 miliardo in più nelle riscossioni ed un altro 1 miliardo nei pagamenti, tutti fondi andati nell’economia reale della Regione». Questa Finanziaria dunque, ha concluso il presidente della commissione Bilancio, «contiene i risultati positivi di 5 anni di lavoro, ai quali si aggiungono gli interventi più recenti in materia di artigianato, commercio e famiglie, sempre con la massima attenzione alle fasce deboli della società sarda».

Per la minoranza, il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha preso le distanze in apertura dai toni trionfalistici di Sabatini, che «sono fuori luogo e privi delle buone pratiche che in questi anni non abbiamo affatto visto». A nostro giudizio, ha continuato, «la legislatura si chiude lasciando grandi problemi aperti per tutti i sardi, da vertenza entrate conclusa in modo insufficiente, alla continuità territoriale senza risultati alla sanità fuori controllo, il tutto aggravato da pesanti difficoltà nelle procedure e nei pagamenti che determinano conseguente molto negative per cittadini ed imprese». Alessandra Zedda ha quindi richiamato l’attenzione del Consiglio su alcuni esempi di cattivo uso delle risorse pubbliche. Il primo ha riguardato il sistema informativo sanitario che, negli anni, ha prodotto costi complessivi per oltre 140 milioni senza risultati apprezzabili e con procedure discutibili e forse in parte illegittime finite sotto la lente della Corte dei conti». La sanità va male, ha lamentato Alessandra Zedda, «e non siamo impazziti noi a denunciare lo sfascio di un settore dove va a finire più della metà del bilancio della Regione; Giunta e maggioranza invece, di fronte a questa situazione, intervengono in via sperimentale per riformare il terzo settore seguendo uno schema finora adottato solo in 2 Regioni». Anche per questo chiediamo, ha detto ancora l’esponente di Forza Italia, «che l’assessore Luigi Arru venga al più presto a riferire in Aula perché buona parte della legge Finanziaria riguarda quell’assessorato». Quanto agli interventi in favore di artigianato commercio e turismo, Alessandra Zedda ha auspicato che non siamo appesantiti dalla solita burocrazia, comunque, ha concluso, erano problemi che andavano affrontati negli anni precedenti.

Per l’on. Marco Tedde (FI) “è anche l’occasione per fare un consuntivo del tutto fallimentare, riconoscere che è stato bocciato senza appello il governo dei professori. E il 24 febbraio prossimo gli elettori lo diranno, visto che avete allontanato la Sanità dai sardi e le imprese dal lavoro. Il vostro governo è stato una devastazione anche sotto altri profili come i trasporti aerei, la continuità delle rotte minori e le tratte Roma e Milano. E stendiamo un velo pietoso sull’agricoltura, sui pagamenti che non ci sono e sui bandi che non vengono banditi. Oggi fate la corsa contro il tempo per la Finanziaria ma sarà merito del nostro senso di responsabilità se arriverete al traguardo dell’Aula velocemente. Segnaleremo ai sardi le vostre mancette elettorali, noi siamo qui per le imprese e per i sardi”.

Invece l’on. Alfonso Marras (Riformatori sardi) ha esordito dicendo: “Sarà la prossima giunta a doveri rimediare ai vostri disastri e alla crisi demografica che ci sta attanagliando. Non c’è posto per i vostri toni trionfalistici sulla crescita del Pil nel 2015-2017 perché la Sardegna ha bisogno di lavoro per frenare la fuga di giovani sardi ma anche di servizi pubblici di qualità e meno burocratici.  In materia di entrate emerge una grave crisi di rapporti tra la Regione e lo Stato italiano ma questo tema sembra non preoccuparvi, in realtà”.

Per l’on. Fabrizio Anedda (Comunisti) “la manovra finanziaria è ingessata sulle spese correnti e c’è poco coraggio sulle politiche attive del lavoro. Bisogna dare atto al presidente dell’intervento risolutivo sulla peste suina, una battaglia che è stata vinta anche dall’assessore Luigi Arru con il sostegno del Consiglio. Ma sarebbe stato utile più coraggio sulle servitù militari  soprattutto a Perdasdefogu e, soprattutto, incrementare i posti di lavoro in tutti i settori, anche nel settore ovino caprino e nell’artigianato che ne deriva, nel settore suinicolo e dei cereali: si tratta di ambiti tipici della Sardegna, che ne costituiscono l’identità. Dobbiamo aiutare le nostre imprese a crescere, altro che dare aiuti alle Camere di Commercio”.

A seguire l’on. Luigi Crisponi (Riformatori sardi), secondo cui “è evidente che siamo ma soprattutto siete nella zona Cesarini e pensate di fare gol all’ultimo momento. E invece non ci saranno gol ma la solita melina, uguale a quella che ci avete proposto nel resto della legislatura. Oggi mettete a disposizione risorse per dare risposte concrete al commercio e all’artigianato ma si poteva fare nei quattro anni precedenti: dovevate farlo prima, ecco. Avete prima mortificato le imprese con il vostro muro di gomma, con la vostra burocrazia. E oggi cercate di togliere dalla palude le imprese che lì avete cacciato”. L’oratore ha parlato anche della crisi delle imprese insediate ad Ottana e dell’inutilità degli interventi pubblici messi in campo finora.

Ha quindi preso la parola il consigliere di Fratelli d’Italia Gianni Lampis che ha bocciato senza mezzi termini il contenuto della manovra finanziaria: «Voi oggi rappresentate qualcosa che non esiste o che esiste solo nella vostra fantasia, tutti i dati statistici dicono il contrario sulla qualità della vita, la capacità di creare sviluppo e occupazione. Questa manovra non può recuperare cinque anni di tempo perso e di occasioni perdute».

Gianni Lampis ha poi sottolineato la presenza in Finanziaria di risorse per la famiglia: « Nei 5 anni precedenti sono stati i cavalli di battaglia del mio gruppo consiliare che non hanno ottenuto nessuna reazione da parte vostra. Oggi finalmente se ne parla».

L’esponente della minoranza ha poi fatto un elenco delle incompiute della Giunta: «Dove vedete la crescita nel comparto turistico? – ha detto Gianni Lampis – la rete dei trasporti interni è inadeguata, le strade sono ridotte a mulattiere. Parlate di segnali positivi nell’agroalimentare. Penso che agricoltura e allevamento siano in crisi profonda. Tra poco riesploderà la battaglia sul prezzo del latte».

Dal consigliere di Fratelli d’Italia sono arrivati giudizi negativi anche sulle politiche per l’occupazione: «I giovani scappano dalla Sardegna perché non siamo in grado di progettare il loro futuro. La Regione spende per formare gli studenti che poi non trovano nell’Isola percorsi idonei alla loro valorizzazione. Questo favorisce l’esodo dalle aree interne a cui segue il taglio dei servizi».

Al termine del suo intervento, Lampis ha fatto un breve accenno anche agli effetti negativi delle riforme varate nel corso della legislatura: «Avete promesso grandi riforme: gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, dagli enti locali alla sanità. I sindaci dicono di non avere strumenti per agire e capacità di progettazione. Il riordino degli enti locali ha obbligato i comuni ad unirsi in Unioni, ma che efficacia amministrativa garantiscono? Oggi parliamo ancora di province commissariate. Stesso discorso sulla sanità. La Asl unica, vostro cavallo di battaglia, non ha prodotto nulla di buono, le liste d’attesa non sono state abbattute».

Per Emilio Usula (Rossomori) le politiche portate avanti dalla maggioranza non hanno influito sulla situazione economica e sociale della Sardegna. « E’ migliorata la condizione dei sardi, è calata la povertà? Si è fermato lo spopolamento, le imprese artigiane sono in ripresa? Sono migliorati i servizi alle persone? Siamo riusciti a garantire una buona mobilità? La situazione è sotto gli occhi di tutti».

Emilio Usula ha poi puntato l’indice contro l’assessore al bilancio Raffaele Paci: « Poco o nulla è cambiato, mi aspettavo altro da una maggioranza di centrosinistra, la responsabilità è di tutti, soprattutto dell’assessore al Bilancio. La Sardegna non rimpiangerà la Giunta e in particolare lei, assessore Paci, per l’atteggiamento supponente che l’ha contraddistinta. Il ritiro dei ricorsi sulla vertenza entrate è stato il più grande errore, il popolo sardo ha perso miliardi di preziose risorse che potevano essere messe a disposizione dello sviluppo. La questione accantonamenti è ancora aperta per non parlare delle alchimie contabili messe puntualmente in rilievo dalla Corte dei Conti e derubricate a questioni tecniche ».

Emilio Usula ha espresso giudizi negativi anche sulla riforma sanitaria («non è solo una questione di conti ma di servizi e di offerta ai cittadini») e sul mutuo per le infrastrutture (“doveva portare a una rivoluzione keynesiana, non abbiamo visto nulla”) prima di bocciare l’atteggiamento della Giunta sul referendum costituzionale promosso da Matteo Renzi: «E’ stata quella la prima occasione in cui il popolo sardo vi ha punito con la percentuale più alta di “no” a livello nazionale».

L’unico dato positivo, ha concluso Usula,  è la mancata approvazione della legge urbanistica che avrebbe fatto danni al paesaggio e offerto vantaggi alle consorterie politiche ed economiche. «I pericoli non sono finiti, l’assalto al territorio è sempre un rischio concreto. Questo perché il centrosinistra, sempre più omologato, lascia spazio a cupi scenari. Questo bilancio è la sintesi di cinque anni di scelte sbagliate».

Giudizio negativo anche da parte del capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni. «Approviamo una finanziaria che sarà modificata dalla prossima maggioranza. Avrei preferito un’altra strada: far capire che qui le cose si fanno seriamente, questo avrebbe consentito di licenziare una finanziaria senza colori».

Attilio Dedoni ha poi messo in evidenza la mancanza di una strategia politica da parte della Giunta: «Sarei stato d’accordo se si fosse varato un grande progetto per la ricerca – ha detto Attilio Dedoni – il problema è che questa scelta non si è fatta. Alcuni milioni finanziati per la ricerca aerospaziale hanno fatto da moltiplicatore ma fuori da una visione d’insieme. I giovani vanno fuori a cercare occupazione. Manca competitività da parte delle università. Forse manca un’università privata e centri di ricerca di eccellenza. La Sardegna ha le potenzialità per diventare la Silicon Valley del Mediterraneo».

Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha espresso apprezzamento per alcune scelte della Giunta. «Finalmente dopo cinque anni di richieste si vede un briciolo di luce in questa finanziaria. Ho difficoltà a dire che non sia una buona finanziaria. Contiene molte richieste che abbiamo formulato negli anni scorsi: provvedimenti per le famiglie, per l’incremento della natalità, contro lo spopolamento delle zone interne. Sono contento che finalmente ci siano le risorse per gli asili nido, i bus gratis per i giovani, le proposte per la ristrutturazione delle case con i 25 milioni a favore delle imprese».

Risorse che però rischiano di non essere disponibili secondo Paolo Truzzu: «Su questi finanziamenti pende la spada di Damocle della mancata parificazione del bilancio da parte della Corte dei Conti e la questione accantonamenti ancora aperta – ha detto Paolo Truzzu – c’è poi la scelta di coprire con ingenti risorse il deficit della sanità. Non si potrà stare tranquilli. Solo in primavera si capirà se le risorse stanziate saranno effettivamente disponibili».

Da Truzzu, infine, è arrivato l’invito ad un cambio di rotta: «Ancora una volta impegniamo una quantità di risorse importante per garantire diritti ai più deboli, ma ho l’impressione che la strada scelta sia ancora quella dell’assistenzialismo e non dello sviluppo. Manca la volontà di cambiare punto di vista, le risorse Lavoras potevano essere messe in mano ai cittadini, in questo modo si sarebbero  potuti incentivare investimenti privati in grado di creare 5.000/6.000 posti di lavoro. In futuro occorre avere il coraggio di cambiare punto di vista».

Di segno opposto l’intervento del capogruppo del Pd, Pietro Cocco: «E’ una buona legge di stabilità, una Finanziaria con alcune misure importanti – ha detto Pietro Cocco – la sanità sarà risanata completamente. Abbiamo trovato un deficit di 400 milioni di euro che oggi riduciamo a 75 milioni. Le opposizioni dicono che tutto va male, ma abbiamo gli stessi posti letto, stesse specializzazioni, stessi ospedali e l’assistenza territoriale garantita. Certo non tutto va bene. Abbiamo approvato una rete ospedaliera che deve essere messa in grado di funzionare così  come è stata approvata»

Il capogruppo del Pd ha poi parlato di fisco e lavoro: «Le tasse non sono aumentate,  Irpef e Irap sono tra le più basse in Italia – ha detto Pietro Cocco – abbiamo stanziato 124 milioni di euro per il piano del lavoro, con metà delle risorse destinate ai comuni per l’apertura di cantieri. Abbiamo inoltre istituito il Reis, lo abbiamo attuato diversamente da quanto annunciato dal Governo nazionale».

Stesso discorso sulle misure per l’agricoltura: «Non è vero che non si è fatto nulla. abbiamo licenziato la legge sulla suinicoltura che interviene per valorizzare il comparto. Questa giunta ha messo in atto un piano di contrasto della peste suina che nessuno aveva fatto prima»

Bene anche gli interventi sull’industria: «Alcoa è una battaglia vinta, così come l’Eurallumina per la quale, tra pochi giorni, si aprirà un  tavolo per l’autorizzazione della ripresa produttiva. Igea oggi è in salute, l’abbiamo presa in condizioni disperate. Non pagava gli stipendi da 6 mesi. E’ stata salvata e rimessa in condizioni di operare».

In conclusione del suo intervento, Pietro Cocco ha fatto mea culpa sui trasporti: «Si poteva e si doveva far meglio. E’ un settore strategico. Ma che lo dica chi ha fatto un disastro totale non ci stiamo. La precedente Giunta ha varato la Flotta Sarda e lasciato 11 milioni di debito facendo fallire la Saremar. Non raccontateci cose che non potete raccontare – ha concluso Pietro Cocco – avremmo potuto far meglio ma voi non potete dir nulla».

Il presidente ha dato quindi la parola alla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda. L’esponente della minoranza ha ha sottolineato che nel precedente intervento ha voluto insistere sul settore della sanità perché è allo sbando, ma che in questa discussione si vuole però soffermare sugli aspetti positivi di questa Finanziaria e su leggi che spera possano portare risultati positivi all’Isola. “Il futuro della Sardegna passa per un nuovo modello di sviluppo – ha detto – quello che crea valore endogeno” e ha aggiunto che “per noi può essere fondamentale prevedere una fiscalità di sviluppo che non può essere certo quella di un abbattimento delle misere imposte che riguardano le addizionali Irpef e Irap”. Alessandra Zedda ha poi sottolineato che nonostante sia un piccolo intervento va bene.

Per la consigliera la sostenibilità non va d’accordo con la parola burocrazia. “Se vogliamo rendere sostenibili le iniziative di questa Finanziaria  dobbiamo cambiare l’organizzazione della Regione e i procedimenti che risultano obsoleti e ingessanti, sia per le misure che riguardano le aziende sia quelle che riguardano i cittadini”. La capogruppo di Forza Italia ha aggiunto che “non è pensabile che chi soffre, destinatario di leggi come la n. 15, la 20, la 162, debba aspettare un anno o se va bene a qualche mese” passando da un ufficio all’altro. Alessandra Zedda ha presentato un emendamento che prevede il pagamento mensile del contributo regionale per chi ne ha diritto.

Sull’innovazione ha poi aggiunto: “Ho un sogno: avere una Silicon valley nella nostra regione con un sistema che deve funzionare”. E rivolgendosi all’assessore Paci ha affermato: “Noi investiamo molto e le faccio un plauso, ma non dobbiamo fermarci ai finanziamenti comunitari e dobbiamo incidere anche sulle infrastrutture e sulla formazione delle risorse umane, che non mi sembra stia avvenendo”.

Sulla crescita Alessandra Zedda ha affermato “che è la cosa più difficile da valutare”. Sono stati citati investimenti come  Garanzia giovani, tirocini e Lavoras, ma non è ancora sufficiente per garantire dignità e lavoro. Secondo Alessandra Zedda: “Ci sarebbero voluto almeno cinque Finanziarie” e ha aggiunto che è necessario intervenire sulla burocrazia e garantire procedimenti e tempi certi.

La consigliera ha poi citato l’iniziativa che ha pensato allo sport come prevenzione e ha ringraziato il presidente Franco Sabatini per il lavoro fatto in Terza commissione, che ha portato a un confronto tra le forze politiche e a un miglioramento di questo testo. Le migliori leggi uscite da quest’aula, secondo Alessandra Zedda, sono la legge contro la violenza sulle donne, su Forestas e sugli appalti  e sono state frutto di un lavoro condiviso.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola all’assessore regionale della Programmazione e Bilancio, Raffaele Paci, che si è detto emozionato visto che si tratta dell’ultima Finanziaria di questa legislatura. “E’ la conclusione di un percorso perché le Finanziarie sono legate e alcune politiche le abbiamo iniziate cinque anni fa”. L’assessore ha chiarito che non sono stati risolti tutti i problemi della Sardegna, come la povertà, la disoccupazione, l’emigrazione dei giovani laureati e formati. “C’è ancora tanto da fare” e ha ricordato che l’Italia era un Paese ricco dell’Europa, mentre ora non lo è più, e che per debellare la povertà, la disoccupazione bisogna combattere ogni giorno. “Sarebbe ingeneroso però non prendere atto di alcuni dati di fatto e spero che non vengano visti come trionfalismi”. Raffaele Paci ha affermato: “L’Istat certifica che negli ultimi 3 anni la Sardegna è cresciuta dell’1,2%, ottava regione in Italia”, sottolineando che invece nella scorsa legislatura c’era stata una perdita annua media dell’1,7%, anche se ha ricordato che effettivamente erano gli anni della crisi. Per Raffaele Paci non bisogna negare che ci sia stata la ripresa e ha affermato che i tassi di crescita registrati negli ultimi tre anni non si registravano dagli anni ’60: l’occupazione è calata di 2 punti percentuali e l’occupazione è aumentata di 40mila unità. Per l’esponente dell’Esecutivo non tutto è risolto, ma ci sono dei grandi miglioramenti: la Sardegna sta diventando un punto di riferimento per nuove occupazione legate ai settori dell’information technology e c’è stata una ripresa di alcuni settori dell’agroalimentare e dell’artigianato. Raffaele Paci ha ricordato i 255 milioni messi a bando per le imprese, il fatto che la Giunta ha favorito la ricerca, l’innovazione, la scuola, lo sviluppo delle imprese, il diritto allo studio, il sostegno alle famiglie, ai Comuni e alle politiche sociali. Raffaele Paci ha ricordato che non è un manovra elettorale, è una manovra sostenibile finanziariamente e con risorse certe. L’assessore ha ricordato, infine, che  quando ha assunto l’incarico aveva trovato 5 miliardi di interessi passivi e 4 miliardi di interessi attivi. La Sardegna aveva accumulato moltissime promesse di pagamento a causa del Patto di stabilità.

Raffaele Paci ha ricordato che quello che la Giunta ha firmato con il Governo ha fatto uscire la Sardegna dal Patto di stabilità potendo spendere un miliardo in più all’anno e ha ricordato che i ricorsi ritirati contro lo Stato non hanno fatto perdere alla Sardegna neanche un euro. L’assessore ha ricordato, inoltre, che sono stati ridotti gli accantonamenti, “visto che abbiamo impugnato tutte le finanziarie e perciò spesso abbiamo evitato di dare allo Stato 480 milioni di accantonamenti. E quest’anno, finalmente riusciamo ad avere un po’ di respiro perché gli accantonamenti si sono ridotti da 684 a 535 perché abbiamo impugnato le precedenti Finanziarie”. In conclusione Raffaele Paci ha affermato che spetterà al Consiglio regionale migliorare questa Finanziaria.

Il presidente ha messo quindi in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 31 voti a favore e 18 contrari. Il presidente ha quindi ricordato che il termine per presentare gli emendamenti e giovedì, 6 dicembre, alle 12.00. La seduta è stata chiusa e il Consiglio è convocato per martedì, 11 dicembre, alle 16.00, per proseguire l’esame della Finanziaria e approvare la proposta di legge per le modifiche tecniche alla scheda elettorale per le elezioni regionali.

[bing_translator]

«Le statue di Mont’e Prama devono stare a Cabras. Riteniamo che Cagliari debba ospitare il minimo indispensabile per fare da attrattore, senza sostituirsi ma, al contrario, favorendo e incentivando l’attenzione per Cabras. Il nostro confronto con il Mibac si è sempre svolto in questo senso e oggi ribadiamo convintamente la nostra posizione. Non credo che il Ministero abbia cambiato opinione sugli accordi presi. Verificheremo, ma è comunque chiaro che, nel caso l’abbia fatto, non l’abbiamo fatto noi.»

Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru in relazione al dibattito aperto in questi giorni sul tema.

«Nell’accordo che abbiamo firmato un anno fa con il Ministero e il Comune di Cabras si è stabilita la costituzione della Fondazione Mont’e Prama, la cui sede legale dovrà essere proprio presso il Museo archeologico di Cabras e alla quale spetteranno le azioni di sviluppo turistico-culturale e di valorizzazione delle statue, del Museo e di tutto il territorio del Sinis – aggiunge Francesco Pigliaru -. Il fine è creare un sistema unico di governance delle azioni da portare avanti, a partire proprio dalla riqualificazione del Museo di Cabras. Nessun passo indietro. Come abbiamo sottoscritto nell’accordo, la Fondazione, alla quale partecipano appunto la Regione Sardegna, il Mibac e il Comune di Cabras, è lo strumento che consentirà la realizzazione di questa visione integrata – conclude il presidente Pigliaru -, il luogo dove gli interessi di tutti soggetti coinvolti saranno equamente rappresentati. Continuiamo a lavorare per darle forma.»

L’assessore della Cultura Giuseppe Dessena aggiunge: «Lo stesso piano straordinario degli scavi, che vale 8,4 milioni di euro ed è stato pensato in una nuova ottica di messa in rete e a sistema, si basa sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale diffuso in tutto il territorio regionale: saranno infatti 76 gli interventi complessivi. Proprio questo elemento rappresenta un valore aggiunto culturale ed economico evidente – conclude Giuseppe Dessena – e nei ragionamenti fatti col Ministero uno degli obiettivi definiti era proprio dare la massima centralità alle statue di Mont’e Prama a Cabras».

«I Giganti di Mont’e Prama devono rimanere nel territorio di provenienza. Il ridimensionamento del Museo archeologico di Cabras sarebbe una iattura per la cultura sarda». Lo sostengono sei consiglieri regionali di maggioranza e opposizione eletti nel collegio di Oristano.

Antonio Solinas e Mario Tendas del Pd, Attilio Dedoni e Alfonso Marras dei Riformatori, Augusto Cherchi del Partito dei Sardi e Oscar Cherchi di Forza Italia hanno depositato in mattinata una mozione urgente per chiedere il rispetto degli accordi sottoscritti da Regione Sarda e Mibac sulla valorizzazione delle statue di Mont’e Prama.

«L’accordo del 2005 – ricordano i firmatari della mozione – prevedeva un finanziamento di 1,6 milioni di euro per il restauro delle sculture di Monte Prama e la costruzione ex novo del Museo dell’arte nuragica e contemporanea del Mediterraneo nel quartiere cagliaritano di Sant’Elia. Il progetto del “Betile”, ideato dall’archistar irachena Zaha Hadid e finanziato con 83 milioni di euro dalla Giunta Soru, fu però cancellato dalla Giunta Cappellacci e non vide mai la luce. Successivamente, Regione e Mibac decisero di ampliare il Museo archeologico di Cabras per ospitare il complesso scultoreo originale di Mont’e Prama. In quell’intesa si stabilì di destinare alcuni reperti (tre statue e un modello di nuraghe) al Museo archeologico di Cagliari. Questo patto tra Stato e Regione viene oggi rimesso in discussione dai funzionari del Ministero. L’ipotesi di ridimensionamento del Museo di Cabras è per noi inaccettabile.»

Nel documento depositato in Consiglio si ricorda, inoltre, che il comune di Cabras, sulla base di un finanziamento di 2 milioni di euro ottenuto dal Cipe nel 2012, ha iniziato in lavori di ampliamento del Museo archeologico di Cabras per poter ospitare le statue restaurate.

«E’ un’opera fondamentale per lo sviluppo turistico ed economico del territorio su cui puntano il Comune di Cabras e l’Unione dei Comuni della Costa del Sinis – affermano i presentatori della mozione – il ridimensionamento del Museo sarebbe un errore colossale.»

Da qui la richiesta alla Giunta regionale: «Pigliaru apra subito un confronto col Mibac – afferma il primo firmatario della mozione Antonio Solinas – gli accordi del 2005 devono essere rispettati. La Regione sarda ha il dovere di porre in campo tutte le azioni possibili per la completa valorizzazione del museo archeologico di Cabras e del sito di Mont’e Prama».      

[bing_translator]

I consiglieri regionali del gruppo dei Riformatori sardi (Michele Cossa, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi e Alfonso Marras) hanno presentato una proposta di legge ideata insieme ai professionisti del settore, Sergio Sorgi (fondatore di Progetica) e Francesco Mastino (vice presidente dell’associazione Socrate) finalizzata ad accrescere il benessere sociale con l’educazione economica e finanziaria dei giovani e degli adulti. Nove articoli con uno stanziamento previsto di 500.000 euro l’anno, per favorire la promozione e la diffusione delle competenze in materia finanziaria e formare così cittadini-risparmiatori più responsabili.

«Il livello di conoscenza dell’economia e della finanza anche in Sardegna – ha dichiarato il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois – è sempre più carente, nonostante gli effetti della crisi su famiglie e imprese siano stati devastanti. A dieci anni dal fallimento della Lehman Brothers – ha aggiunto Michele Cossa – è fondamentale favorire la consapevolezza nella gestioni dei diversi strumenti finanziari». A giudizio del capogruppo, Attilio Dedoni, la materia deve trovare spazio nelle scuole e nelle Università, per completare il sistema culturale e della formazione, aiutando i sardi a comprendere e a difendersi dalle insidie della finanza. «Sono norme che impattano direttamente con la vita reale dei nostri concittadini – ha affermato Alfonso Marras – che meritano una migliore informazione e una più approfondita conoscenza del sistema bancario che, purtroppo, è ancora percepito come un “nemico” piuttosto che come un’opportunità».

«Servono competenze e un’appropriata divulgazione degli strumenti e delle iniziative del sistema bancario – ha concluso Luigi Crisponi – per permettere alle imprese e alle famiglie di saper cogliere e valorizzare le proposte del sistema creditizio e della finanza».

«Aiutiamo le famiglie, i giovani e gli adulti – hanno spiegato Sorgi e Mastino – a migliorare la loro qualità di vita, educandoli a gestire il budget familiare e anche le difficoltà nei conti, il risparmio e la spesa, per far crescere e salvaguardare il proprio patrimonio e il livello di benessere sociale.»

L’educazione economica e finanziaria è normata da una legge quadro statale ed alcune Regioni, ad incominciare dal Veneto, si sono dotate di specifiche leggi per favorirne la promozione anche in collaborazione con enti locali, scuole, università e associazioni sia pubbliche che private.

[bing_translator]

Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla legge sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti collegati al Testo unico sul nuovo contratto dell’Agenzia Forestas.

Aprendo la discussione dell’art. 1 Daniela Forma, del Pd, ha ribadito il suo dissenso rispetto al testo della commissione perché, fra l’altro, «appare slegato dalle attività esercitate dall’Agenzia, per cui ci saranno sicuramente grandi problemi di attuazione; inoltre, resta inalterato il problema dei semestrali con nuove disparità normative ed economiche, per cui auspico che con emendamenti che hanno ottenuto un certo consenso si possa migliorare il testo per renderlo più accettabile e meno iniquo».

Messo ai voti, l’articolo è stato approvato con 34 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente è iniziata la discussione dell’art. 2.

Esponendo il parere della Giunta sugli emendamenti l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha ricordato che, già in sede di discussione generale, «è stata evidenziata la necessità di affrontare il problema in modo pragmatico con un contratto pubblico inserito nella 31 per poi affrontare la questione dei lavoratori a tempo determinato per ridurre al massimo le incertezze di questa aliquota del personale». Filippo Spanu ha poi ribadito l’appello rivolto all’Aula ed anche all’esterno «per soluzioni che, fermo restando l’obiettivo generale, togliessero incertezze contrattuali, organizzative e finanziarie su un contratto che, di fatto, riguarda la metà dei dipendenti del sistema Regione». Per queste ragioni, ha aggiunto, «abbiamo favorito emendamenti mirati, anche se non proposti direttamente dalla Giunta, superando la logica maggioranza-opposizione». In definitiva, ha concluso Filippo Spanu, «su questo articolo che è il cuore del testo, stiamo cercando di restare all’interno della 31 facendo chiarezza sulla specificità di questi lavoratori, perché inserirli tutti insieme dentro un contratto di impianto amministrativo significa determinare poi problemi di attuazione, di rappresentatività nell’ambito dello stesso contratto, di impatto finanziario: siamo dunque favorevoli all’emendamento 10/28 ed al 4, mentre per il resto ci rimettiamo all’Aula».

Il presidente della commissione Autonomia e personale Francesco Agus ha sottolineato che «come commissione abbiamo sempre osservato il principio della delegificazione perché troppo invasivo e, in particolare, perché le leggi statali lasciano ampi spazi alla contrattazione e le norme regionali sono troppo farraginose». I vincoli sono stati ridotti per quanto possibile, ha concluso Francesco Agus, annunciando un emendamento orale all’articolo cambiando una definizione da adeguata a coerente».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ripercorso l’attività sempre più intensa dei giorni scorsi per migliorare testo evitando contrapposizioni anche se, ha lamentato, «un certo clima ricorda tempi ormai superati con la diffusione di manifesti necrologici di contenuto fuori luogo che non mostrano volontà costruttiva ma solo la cura di interessi particolari». Antonio Solinas ha poi confermato le sue numerose perplessità di fronte all’ipotesi prospettata dalla Giunta nella quale, ha sostenuto, «prevale una visione burocratica inserendo nella 31 Forestas che dovrebbe essere invece uno strumento agile e dinamico». Ora, ha avvertito, «siamo ad un bivio: inserire il personale nella 31 o ipotizzare un contratto pubblico di comparto, e la differenza sta nel collocarli all’interno del ruolo unico del sistema Regione nel primo caso e, nell’altro, delineare una contrattazione a parte». Penso che per Forestas, ha concluso, «sia molto meglio la seconda ipotesi, anche se molti sindacati e molti consiglieri la rifiutano e forse ora non c’è più tempo, per cui comunque ritengo necessario fare un ulteriore sforzo per non lasciare nessuno indietro».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha espresso la volontà del suo gruppo di aderire alla proposta del presidente della commissione Francesco Agus.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli e 2 contrari l’emendamento n. 10 (Agus e più) che prevede l’avvio della contrattazione entro il 31 dicembre del 2018. Il testo è stato integrato dall’emendamento orale proposto dallo stesso Francesco Agus. Subito dopo il voto favorevole al testo dell’articolo (44 favorevoli, 1 contrario) che, fra l’altro, ha determinato la decadenza dell’emendamento n. 4 su cui aveva espresso parere favorevole la Giunta che prevedeva l’istituzione di “una area di contrattazione separata” all’interno del sistema Regione.

Approvati gli articoli 3 e 4, l’Aula è passata all’articolo 5 e ai relativi emendamenti.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha insistito «sulle perplessità del passaggio contrattuale alla legge 31 dei 4.200 dipendenti assunti a tempo indeterminato. Ritengo che ci saranno notevoli difficoltà nel processo di stabilizzazione dei dipendenti a tempo indeterminato. Ho molti dubbi su questa procedura, assai diversa per modalità rispetto a quella che era stata indicata dalla Prima commissione. Non so più a che santo appellarmi, l’Aula ha imboccato una via senza uscita».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «non è possibile che si faccia confusione e si inventino le cose. E’ inaccettabile che ci siano ancora semestrali: devono essere stabilizzati con contratto semestrale come già abbiamo fatto per l’Ente foreste. Ma questa legge, con l’articolo 5 modificato integralmente dall’emendamento 8, mette in sicurezza gli operai forestali che non corrono più nessun rischio rispetto alla stabilizzazione. Basta con le ipotesi e le paure. Il governo centrale deve darci, in deroga, la possibilità di stabilizzare tutti i semestrali evitando così allo Stato di pagare per sei mesi l’indennità di disoccupazione».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, secondo cui «si potrebbe incorrere in un vizio di compilazione della norma. Per questo annuncio un emendamento orale all’articolo 8 per sostituire con “dipendenti con il rapporto a tempo determinato” la formula “dipendenti con rapporto semestrale».

L’on. Francesco Agus (Campo progressista) ha presentato un altro emendamento orale all’emendamento 8 mentre l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha detto di aver presentato l’emendamento 9 proprio «con lo scopo di evitare i problemi segnalati poco fa dall’on. Gianfranco Congiu».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp) «bisogna stare attenti a non confondere le tipologie dei lavoratori e definire chi è il lavoratore trimestrale. Altrimenti tutto il lavoro svolto non serve a nulla».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ritenuto opportuno sospendere i lavori dell’Aula per un approfondimento sulle perplessità manifestate dall’on. Cocco.

Alla ripresa, l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha spiegato che l’intento che si era proposto “può essere soddisfatto anche con un ordine del giorno. Dunque, ritiro l’emendamento orale”.

Respinto l’emendamento 24, ritirati i 34 e 35.

Sull’emendamento 8 (personale assunto a tempo determinato) ha preso la parola il presentatore, on. Antonio Solinas, che ha detto: “Una volta che saranno stabilizzati i 1300 lavoratori vedremo se sarà necessario procedere ad altre ulteriori stabilizzazioni”.

Tutti i gruppi politici hanno dichiarato di condividere l’emendamento 8, che è stato approvato all’unanimità. L’emendamento 8 prevede che “per il personale dipendente a tempo determinato in regime di tempo parziale il transito nel nuovo inquadramento avviene a seguito della definizione del processo di stabilizzazione. Al fine di superare il precariato e valorizzare la professionalità acquisita

Sull’articolo 6 ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd), che ha illustrato l’emendamento 27, soppressivo dell’articolo 6. Anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista) è intervenuto come primo firmatario dell’emendamento 36 e ha detto: «Sarà la contrattazione a definire le categorie all’interno del contratto regionale e stiamo prevedendo oneri finanziari per 9 milioni di euro per via di una simulazione ma sappiamo che quella somma andrà in diminuzione. Non si tratta, dunque, di un costo certo, che sarà chiaro solo al termine della contrattazione».

Per l’on. Roberto Deriu «in quest’Aula più che alla post-verità siamo alla pre-verità e siamo ormai anche ai preconcetti. Si confondono con partigianeria le possibilità con le probabilità e si sono fatti esercizi numerici in libertà per influenzare il corso di questa legge. Noi ci basiamo con prudenza su valutazioni accertate, come ha ribadito il presidente Francesco Agus. Questa è una legge anti populista e anti demagogica: è falso che si dilati la spesa pubblica e il futuro si incaricherà di dimostrare anche questo. Questa riforma, questa buona legge è compatibile con la finanza regionale».

«Il buon lavoro del Consiglio regionale va premiato con un applauso visto che il Consiglio si è dovuto sostituire alla giunta regionale per scrivere questa riforma», ha detto l’on. Mario Floris (Udc). «Con la prima repubblica i provvedimenti che entravano in Consiglio regionale erano pressoché perfetti perché erano già passati alla concertazione con le parti sociali. Oggi non è proprio così e mi meraviglia che l’assessore dica che vuole migliorare un testo di cui dice di non condividere la sostanza. La stabilizzazione è una medaglia che i partiti politici tradizionali si devono mettere».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola a Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), che rivolgendosi alla collega Daniela Forma (Pd) ha affermato che il suo intervento “è in contrasto con quanto detto precedentemente”. E ha aggiunto: «Quando si tratta di dipendenti noi vogliamo che questo Consiglio sia unito, quando ci sono dei miglioramenti della situazione contrattuale dei dipendenti, soprattutto per quelli lasciati indietro nel corso degli anni, noi siamo favorevoli». Eugenio Lai ha poi proseguito: «L’efficienza dell’agenzia Forestas merita più rispetto e quindi fossero anche 15 milioni di euro, questo il Consiglio ha il dovere di recuperarli” e “voterò l’aumento di spesa di 9 milioni di euro».

Giorgio Oppi (Udc), dichiarando il suo voto favorevole, ha affermato che le osservazioni dei colleghi Roberto Deriu e Franco Sabatini hanno centrato perfettamente il problema. «Credo che con questo provvedimento stiamo rendendo giustizia ai lavoratori. E  credo che, anche se i nostri nemici dicono che abbiamo troppi dipendenti, l’inserimento dei semestrali darà lustro all’agenzia».

Piermario Manca (Pds) ha espresso dubbi sull’emendamento 36, presentato all’ultimo minuto, in quanto si stanno destinando i 9 milioni di euro, già previsti  per il funzionamento di Forestas, agli stipendi dei dipendenti. Piermario Manca ha chiesto chiarimenti al presidente della Commissione.

Pietro Cocco (Pd) ha ricordato che era necessario modificare un contratto che non è più adeguato ai tempi e alla trasformazione dell’ente Foreste in agenzia Forestas. Cocco, rivolgendosi al consigliere Mario Floris, ha ricordato che «è vero che è un problema vecchio di cui però nessuno si è mai occupato». Cocco ha poi evidenziato che, nonostante la Giunta abbia una sua posizione, non ha votato contro ma si è rimessa all’Aula. «E’ un atteggiamento di rispetto nei confronti del Consiglio».

Daniele Cocco (capogruppo Art. 1 – Sdp), ha concluso gli interventi dei capigruppo ribadendo il convinto sostegno al provvedimento evidenziandone le ricadute positive per i dipendenti e le comunità sarde. L’esponente della maggioranza ha ringraziato dunque l’assessore per “essersi rimesso alla volontà dell’Aula” ed il relatore di maggioranza “per la coerenza di comportamento dimostrata”.

Posto in votazione, l’Aula non ha quindi approvato l’emendamento n. 27 ed ha dato il via libera all’emendamento sostitutivo totale n. 36 (Agus e più)  che stabilisce che “a decorrere dal 2019 una quota di 9.349.000 annui delle risorse trasferite a Forestas è destinata a fare fronte agli oneri dell’attuazione dell’articolo 2 della legge”.

Invitato dal presidente Gianfranco Ganau, il segretario d’Aula, Gianni Lampis (FdI), ha dato lettura dell’ordine del giorno collegato alla legge, primo firmatario il consigliere Stefano Coinu (FI) che impegna la Giunta a far sì che “il personale, incluso quello semestrale che a seguito di pensionamento o di altre cause che ne determino la cessazione dal lavoro, viene reintegrato dall’agenzia attraverso le procedure selettive previste dalla legge per la categoria degli operai, in un numero pari a quello cessato dal servizio attraverso la predisposizione di un piano triennale di assunzioni. L’agenzia provvede al reintegro tenendo conto delle mansioni mancanti e dal numero di ettari conferiti dai Comuni in ogni complesso forestale”. 

 L’assessore del personale, Filippo Spanu, ha espresso un sostanziale parere favorevole evidenziando che in realtà l’ordine del giorno tratta il tema del cosiddetto turnover che – ha ricordato l’assessore – potrà essere garantito nell’ambito degli spazi assunzionali concessi alla regione sarda.

A favore dell’ordine del giorno si sono espressi il consigliere Stefano Coinu (Fi) e il relatore Giuseppe Meloni (Pd) mentre perplessità sono state espresse da Alessandro Collu (Pd). Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato e sono incominciate le dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento.

A favore Luigi Crisponi (Riformatori) che ha evidenziato la spaccatura interna alla maggioranza e quella con la Giunta, mentre Oscar Cherchi (Fi) dichiarandosi a favori ha parlato di “giustizia fatta” ed ha sottolineato “la sconfitta della Giunta del centrosinistra”. Favorevole anche il consigliere di CP-Misto, Francesco Agus («perché si conclude un lavoro con un accordo virtuoso che risolve un problema sentito e conclamato»). Convintamente a favore anche il consigliere dei Riformatori, Alfonso Marras, («finalmente arriva il riconoscimento per l’operato di oltre 5.000 lavoratori al servizio delle nostre comunità»)e il capogruppo Psd’Az, Gaetano Ledda («un plauso alla maggioranza e alla minoranza e a tutti i dipendenti Forestas che oggi entrano a far parte del sistema regione»).

Voto di astensione è stato invece preannunciato dalla consigliera del Pd, Rossella Pinna («non siamo riusciti a rimettere sul binario giusto la norma e mi rammarica il fatto  che non sia stata trovata una sintesi in maggioranza per dare a dipendenti Forestas una soluzione concertata e non una prospettiva incerta come è quella del ricorso alla legge 31 per il loro inquadramento»).

Favorevole anche Giovanni Satta, Psd’Az («a contrarietà della giunta c’è solo perché non vuole fare torto ai sindacati confederali»); Marco Tedde, Fi («ma gli applausi sono fuori luogo perché la legge passa per il senso di responsabilità e l’impegno mostrato dell’opposizione») e Piermario Manca (Pds) seppur con i dubbi sulle coperture finanziarie dell’emendamento n. 36.

A favore Gianluigi Rubiu (FdI) che ha evidenziato il ruolo delle opposizioni e denunciato “la pesante sconfitta della Giunta”.

Critico il giudizio di Gigi Ruggeri (Pd) che ha espresso dubbi sulla necessità di stipulare un nuovo contratto ai dipendenti per restituire efficienza all’Agenzia Forestas. «Ci sarà invece un’amplificazione di costi – ha detto Gigi Ruggeri – verrà raddoppiata la consistenza del personale che riportiamo in ambito di contrattazione pubblica. Stiamo dicendo al personale a tempo indeterminato che per loro non ci sarà più posto».

Voto favorevole ha invece annunciato Edoardo Tocco (Forza Italia): «L’Aula dà un segnale importante all’Agenzia che non aveva ancora una piena identità. Da oggi i lavoratori hanno una certezza per il loro futuro. Il Consiglio ha fatto un buon lavoro, l’opposizione non ha ostacolato nessuno».

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Antonello Peru (Forza Italia) che ha espresso soddisfazione per il grande lavoro svolto: «E’ merito della maggioranza ma un plauso speciale va alla minoranza per l’impegno dimostrato – ha detto Antonello Peru – da oggi i dipendenti Forestas sono figli della stessa madre e dello stesso padre. Oggi non ci sono vincitori né vinti, ha solo prevalso il buonsenso. Questa riforma ha un grande obiettivo e ne siamo tutti orgogliosi. La motivazione professionale dei dipendenti determinerà più efficacia nei servizi».

Soddisfatto anche il capogruppo dei Cristiani Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Abbiamo fatto il nostro dovere di legislatori – ha detto – è ingeneroso l’attacco fatto all’assessore Spano che invece si è rimesso al volere dell’Aula. Questa è una legge che esprime la volontà del Consiglio. Oggi si ridà speranza ai lavoratori e una prospettiva importante all’Agenzia Forestas che, per me, è la nostra Guardia nazionale».

Paolo Truzzu, capogruppo FdI ha ringraziato l’on. Daniela Forma (Pd) e tutti i colleghi che hanno manifestato dubbi: «Ci hanno aiutato a scrivere una legge migliore. Dal dubbio nasce la saggezza. Con questa legge si pone rimedio a un errore. Quando fu costituito l’Ente Foreste c’era già la volontà di inserire i dipendenti nella legge 31. Noi lo avevamo già richiesto in questa legislatura. Oggi non facciamo altro che rispettare quelle volontà». Due, secondo Paolo Truzzu, i fatti politici rilevanti: «La legge è figlia della minoranza Senza di noi, viste le divisioni interne alla maggioranza, non sarebbe passata. Altro elemento: è una vittoria del Consiglio che per una volta ha avuto uno scatto d’orgoglio ed è riuscito a imporre una sua scelta all’esecutivo».

Convintamente favorevole si è dichiarato anche Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp): «La legge dà attuazione a una nostra competenza primaria – ha affermato – portiamo all’interno del comparto unico di contrattazione il personale di Forestas. L’ordinamento precedente non funzionava, abbiamo corretto un’anomalia».

Antonio Solinas (Pd) ha invece dichiarato la propria astensione ribadendo i dubbi manifestati nel corso del dibattito: «Spero che l’on. Roberto Deriu, che ha parlato di scelte demagogiche, non si riferisse a me. C’è massima serietà nel lavoro fatto. I dubbi c’erano e chi voleva fare la legge in fretta lo ha capito. Mettiamo tutto nella “31” ma questa legge dovrà essere modificata e adeguata. non prendiamoci in giro: i costi saranno superiori e dovranno essere reperiti dal bilancio regionale. Cosa farà Forestas quando i dipendenti non potranno essere dichiarati idonei per la campagna antincendi ai sensi della 31? Oggi quando piove gli operai vengono messi in cassa integrazione, cosa succederà domani? Pagherà Forestas?».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, nel difendere la legge, si è rivolto ai consiglieri di minoranza Paolo Truzzu e Marco Tedde: «Con in numeri non ci azzeccate. La maggioranza può approvare il provvedimento da sola. Questa legge non ha padrini, sono contento di averla fatta perché so quanto ci è costata. Sono orgoglioso e contento di esserci riuscito». Rivolto all’on. Antonio Solinas (Pd), Daniele Cocco ha poi detto: «Antonio Solinas ha parlato di cassa integrazione: finalmente non ci saranno operai mandati a casa e altri mantenuti al lavoro. Confido tantissimo nell’assessore che avrà adesso il compito di entrare nella fase contrattuale».

Giudizio positivo anche da parte di Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Abbiamo migliorato una situazione dando una prospettiva ai 6000 dipendenti. L’Ente Foreste era in default. E’ stata questa maggioranza a pagare gli oneri professionali e a riprendere il percorso delle stabilizzazioni. La Giunta Cappellacci non lo ha fatto. Sentir dire che tutto quanto dipende dalla minoranza mi lascia basito. Noi abbiamo i numeri per approvarla da soli. Questa discussione ha fatto chiarezza: la legge che andiamo ad approvare è un altro tassello per sconfiggere il precariato in questa Regione».

A Lai ha replicato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Peccato, ci eravamo quasi riusciti, poteva essere una pagina positiva della politica regionale. Noi politici siamo spesso additati per aspetti negativi, oggi abbiamo l’opportunità di dare un messaggio importante. Il Consiglio, al di la delle casacche, ha capito di poter fare una legge migliore. Possiamo essere esempio di buona politica. Prendiamoci entrambi i meriti andando oltre i colori e le appartenenze».

Giuseppe Meloni (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha rimarcato il suo ruolo di relatore unico: « Non è un caso, in Commissione ci si è resi conto che la legge non poteva avere colori ma aveva l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei dipendenti di Forestas. E’ un errore individuare vincitori. Gli unici vincitori sono i lavoratori. La strada sarà lunga ma si è messo rimedio a una situazione che così non poteva andare avanti».

L’assessore al Personale Filippo Spanu ha difeso l’azione dell’esecutivo: «La nostra presenza in Consiglio non è stata formale. E’ stato un dibattito pubblico, giocato prima in Commissione e poi in Aula – ha detto Filippo Spanu – abbiamo mantenuto rapporti trasparenti con tutti gli attori, sintomo importante di una cultura di Governo. La cultura di questa Giunta è basata sulla concertazione, proprio per questo, visto che non c’era un risultato condiviso, pensavamo si potesse fare meglio. Abbiamo cercato di migliorare la legge anche quando il Consiglio ha preso l’iniziativa. La politica si fa con la costruzione faticosa delle idee. La concertazione non ha portato al risultato sperato ma ci siamo confrontati in Consiglio cercando di affrontare tutte le questioni di Forestas nel miglior modo possibile. Ci sono ancora incertezza normative, contrattuali e di tempi, cercheremo di risolverle».

Secondo Stefano Coinu (Forza Italia) non esistono buoni e cattivi: «Ci sono persone che fanno delle scelte e per questo verranno giudicate. Dissento da Gianfranco Congiu: oggi non si scrive una pagina normale ma eccezionale. Non vorrei che venisse rovinato tutto. C’è una cronistoria, gli atti lo dimostrano. In ogni caso occorre recuperare il senso vero della politica».

Per Angelo Carta (Psd’Az)  poter parlare di persone che non stanno perdendo il lavoro è una fortuna: «Parliamo di un’azienda che non è in crisi e di persone che non rischiano il posto. Questo ci ha consentito di discutere in modo franco e di dissentire. Resta un punto: i lavoratori semestrali che con questa legge stiamo tentando di tutelare con un sistema binario. Deve esserci la consapevolezza che servirà un duro lavoro per poterli tutelare al meglio dal punto di vista contrattuale».

Franco Sabatini (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha rivolto un monito all’Aula: «Non capisco il teatrino della politica: davvero pensiamo che quello che diciamo condizionerà il voto alle prossime elezioni regionali? I cittadini ragionano ed esprimono il voto in piena libertà – ha affermato Franco Sabatini – non capisco l’attacco alla Giunta. Il Consiglio ha fatto la legge di riforma che ha allargato le competenze dell’Agenzia Forestas. Abbiamo fatte 450 stabilizzazioni, un grande risultato seppur non definitivo. Avevamo 42 milioni di buco sul Tfr. Giunta e Consiglio hanno fatto un buon lavoro».

Daniela Forma (PD) ha ribadito che si tratta di una legge non solo sbagliata ma anche demagogica. «Ci siamo fatti trascinare dal popolo – ha detto – perdendo una grande occasione. Con l’approvazione di questa legge non si avrà un miglioramento contrattuale ma solo un inquadramento sbagliato per i dipendenti con conseguente difficoltà nell’applicabilità del provvedimento. La consigliera ha annunciato il voto contrario.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole alla legge. «Oggi siamo finalmente alla fine di questa grande battaglia – ha sottolineato – e siamo rimasti fedeli ai nostri valori e principi. Speriamo che i futuri amministratori abbiano maggiore sensibilità nei confronti dei lavoratori».

Per Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) oggi il Consiglio ha solo rimesso le cose al loro posto. «Per questo meglio tacere: abbiamo rifatto quello che doveva essere fatto 20 anni fa. Sono lieto – ha concluso – di aver dato il mio contributo».

Pietro Cocco (PD) ha ricordato che quello di oggi è la conclusione di un percorso nato 10 anni fa. «Era necessario trovare strumenti nuovi anche dal punto di vista contrattuale e lo abbiamo fatto. Oggi non esistono né vincitori né vinti. L’Agenzia Forestas ha sempre avuto il massimo impegno da parte del Consiglio regionale. Oggi l’attenzione è sempre sui “semestrali” su cui occorre vigilare».

Alessandra Zedda (FI), annunciando il voto a favore, ha detto: «Meglio tardi che mai. Con il nostro voto diamo dignità al personale e rispettiamo gli uomini e le donne che difendono la nostra Sardegna». La capogruppo di Forza Italia ha detto di avere grande rispetto, pur non condividendo le loro posizioni, nei confronti dei colleghi Daniela Forma, Antonio Solinas e dell’assessore degli Affari generali Filippo Spanu che sono stati i più critici nei confronti del provvedimento.

La legge è stata approvata (votanti 43, sì 41, 2 contrari) tra gli applausi del pubblico.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

Lettera appello dei Riformatori sardi, una sorta di “Manifesto della Sardegna Unita”, a tutte le forze politiche dell’Isola. A firmarla sono Pietrino Fois, Michele Cossa, Attilio Dedoni, Luigi Crisponi e Alfonso Marras. «Si avvicinano le elezioni regionali e – come è normale – ciascuno di noi legittimamente partecipa con determinazione alla costruzione del progetto di governo del proprio schieramento politico, nella convinzione di mettere a disposizione della Sardegna lo strumento che possa darle nuova speranza e dignità». Ma, aggiungono i Riformatori sardi, «pur consapevoli delle tante diversità che ci rendono avversari leali nella prossima competizione elettorale», dopo il voto per alcune questioni importanti sarà necessaria, «un’alleanza oltre i confini degli schieramenti, di interesse di tutti i sardi». Non ovviamente un’alleanza di governo, ma un patto che veda tutta la Sardegna impegnata su temi decisivi per l’Isola. «Se fossero da tutti condivisi, crediamo che sia una cosa buona sottrarli alle polemiche e all’animosità della campagna elettorale, trasmettendo ai sardi la certezza che – qualunque sia il risultato elettorale – ci sono comunque battaglie che combatteremo tutti insieme perché sappiamo che non sono di parte e – soltanto tutti insieme – potremmo avere la speranza di vincere davvero». Gli obiettivi, spiegano i Riformatori sardi, sono tre: l’insularità, le accise e, infine, identità e qualità. Sull’insularità, «i sardi chiedono di avere pari diritti di cittadinanza rispetto a tutti gli altri italiani. E’ finito il tempo dell’assistenzialismo e delle elemosine di Stato. Serve invece la misurazione e la compensazione dei gap infrastrutturali (trasporti, energia, reti tecnologiche, alta formazione, sanità, fiscalità di vantaggio), legate allo svantaggio dell’insularità. I sardi chiedono uguaglianza di punti di partenza per poter finalmente dimostrare “se e quanto valiamo”. E la strada per raggiungere il traguardo è segnata: in Parlamento è depositata la iniziativa sarda di riforma della Costituzione italiana».

Sulle accise, «bisogna ripartire dalla norma della legge Finanziaria per il 2014 che ci assegnava 1 miliardo di euro. Lo Stato impugnò la norma, che non venne difesa dalla Giunta Pigliaru davanti alla Corte Costituzionale». Infine, identità e qualità. «La Sardegna ha bisogno di riconoscersi in un’identità da nazione senza stato, che permetta di valorizzare la sua storia, le sue tradizioni, i suoi valori, le sue ricchezze ambientali. È arrivato il momento di trasformare questa nostra identità – in cui tutti ci riconosciamo – nel valore aggiunto comunicativo ed economico che ci consenta di presentare e di rendere immediatamente percepibile al resto mondo, l’unicità del “sistema Sardegna”».