28 March, 2024
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Preti di Carbonia è il libro scritto da Vincenzo Panio, pubblicato da Carlo Delfino Editore, presentato qualche giorno fa nella chiesa di San Ponziano, a Carbonia. Sono sette i preti di cui parla Vincenzo Panio, che hanno dedicato alla comunità di Carbonia un impegno pastorale da indicare ad esempio: don Vito Sguotti, don Luigi Tarasco, don Giovanni Diaz, don Alfredo Tocco, don Egidio Vallebona, don Enrico Casolari e don Amilcare Gambella.

Un murale dedicato a Don Giovanni Diaz, nella piazza Santa Rita di Medadeddu, frazione di Carbonia. Così l’associazione Senso Comune di Carbonia, insieme agli artisti Ielmo Cara e Stefano Masili, ha voluto omaggiare una figura tra le più amate della città di Carbonia per il suo costante ed irreprensibile impegno verso gli altri.

Ricordiamo Don Giovanni Diaz, con l’articolo dell’indimenticabile Don Amilcare Gambella, ed il ricordo dell’Amministrazione comunale di Carbonia, pubblicati nel n° 222 de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”.

Don Diaz ci ha “lasciato”… una grande eredità

La notizia della morte di don Giovanni Diaz è arrivata improvvisa e con grande velocità!

Con il tam tam discreto ed efficace che risuona nel mondo della carità, si è diffusa, portando il dolore del vuoto in quei molti cuori che hanno sempre avuto da Lui sostegno e cura.

Le opere da Lui realizzate dal 1965, data del suo arrivo in città e nel territorio, sono sotto gli occhi di tutti e testimoniano la sua creatività, il suo coraggio, la sua caparbietà nella solitudine, sostenuta dalla Grazia di Dio che non fa vacillare la Speranza, che fa maturare e raggiungere gli obiettivi del cuore.

Sono anche testimonianza di come, dietro quel suo aspetto a prima vista “distaccatamente serio e quasi severo”, brillava una capacità abile e efficace nel coinvolgere le persone avvicinate, tanto da farle diventare protagoniste nei progetti che a macchia d’olio, in una benefica reazione a catena, producono quei frutti di bontà solidale, in quel mondo di povertà ed emarginazione che circonda, ma non riesce a interpellare il perbenismo di tanti.

Il compianto Paolo VI in più di un’occasione ha affermato che il mondo di oggi non ha bisogno di maestri, ma di testimoni, ebbene don Diaz ha saputo incarnare la duplice identità del maestro e del testimone, con quella discrezionalità, spesso silenziosa, ma efficacemente trainante, di chi si rimbocca le maniche, senza paura di contaminazione e di sporcarsi, in modo da essere e rimanere sacerdote oltre il velo del tempio.

Una bella Pastorale che non si apprende solo sui libri, ma si verifica sul campo d’azione, quella Pastorale dell’accoglienza incondizionata, che punta sulla condivisione, la sola capace di costruire la comunità.

«Non si può restare passivi e tanto meno impassibili di fronte alle sofferenze degli altri» (ag) affermano e ribadiscono a piena voce le iniziative da tutti conosciute, tanto da renderne superfluo, anche se doveroso un elenco, l’hanno visto promotore, nuovo “re Mida” nella carità locale, in quanto trasformava in oro il deserto che tutti rileviamo, riscattando i diseredati dall’abbruttimento in cui la vita talora spinge togliendo dignità.

Credo possa far piacere conoscere l’espressione di quel giovane padre che di fronte al sacerdote chiede al figlio “Lo sai chi è questo signore?” «è don Diaz!» dice subito il ragazzo felice di rispondere esattamente alla domanda…«No, Lui è mio babbo, perché devo tutto solo a lui!»

Portare qualcuno ad essere riconoscente indica di per sé l’intenso e profondo lavorio che si può fare in una persona. Non è forse riconoscenza spontanea ciò a cui abbiamo assistito durante il funerale e nelle lunghe ore seguenti in cui, giovani e adulti, hanno cantato, pregato, applaudito…? Può essere altro esempio illuminante quel giovane “maturo e tottu mali cumbinau” che, durante l’omelia del Vescovo, imperterrito e in maniera goffa davanti agli occhi di tutti, si è fatto il segno di croce dopo aver toccato e baciato teneramente la bara…

Amare per primo, amare i più poveri, amare i più deboli, amare i ragazzi… come in una gara di generosità, con uno stile povero e austero, per dare una risposta e un sostegno ai bisogni di tanti, con l’entusiasmo e un coraggio adolescenziale, accompagnato dalla prudenza della maturità.

Per questo non pochi lo sentono parte della loro vita, e riconoscendo la qualità di come abbia speso la sua esistenza, lo indicano non solo come testimone modello, ma anche modello di maestro, perché quelle “maniche di camicia” gli hanno permesso di agire senza paura di sporcarsi, dando lezioni di vita facilmente comprensibili a tutti.

Amilcare Gambella

 

L’Amministrazione comunale di Carbonia lo ricorda e lo ringrazia: «Ha speso la sua vita per aiutare tutte le persone in grave difficoltà»

Il sindaco e l’Amministrazione comunale di Carbonia ricordano con grande riconoscenza Don Giovanni Diaz con una breve nota diffusa subito dopo la prematura scomparsa, nella quale è definito «uomo giusto che ha dedicato la sua vita al servizio delle persone bisognose».

La figura di Don Diaz è in particolar modo legata al Centro di Accoglienza don Vito Sguotti, istituito nel 1984 (i soci fondatori sono stati nove: Don Giovanni Diaz, Pina Deiana Lai, Antonio Cesare Gerini, Salvatore Marsala, Antonino Favrin, Rita Crisponi, Luigi Uselli, Chiarella Defraia e Rita Maria Grazia Sechi) e da allora orientato all’ospitalità temporanea, all’assistenza morale e materiale, all’aiuto domestico e alla consulenza medico generica e specialistica delle fasce deboli.

Lo spessore morale e umano di Don Diaz è stato apprezzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia, «in particolar modo, nel rapporto di collaborazione con la comunità alloggio di via Mazzini e con il Centro di pronto intervento di Medadeddu, che fanno capo al Centro di Accoglienza don Vito Sguotti».

Don Diaz è ricordato con affetto dagli studenti dei quali è stato docente, ha speso la sua vita per aiutare tutte le persone in difficoltà: madri nubili, donne in stato di necessità e i loro bambini, uomini e donne prive di sostentamento e di alloggio, che hanno sempre trovato una parola amica, un piatto caldo e un tetto per ripararsi.

«L’Amministrazioneconclude la notasaluta e ringrazia Don Diaz per il suo instancabile operato e per quanto ha fatto per la Città, che lo ricorda come esempio concreto di altruismo e impegno solidale.»

Alcuni anni fa, pur mantenendo tutti gli altri impegni, Don Diaz ha accettato l’invito a prendere il posto di Nico Grillo nella gestione e amministrazione di Casa Emmaus, a Iglesias.

Anche in questa nuova esperienza, si è fatto subito apprezzare per il suo apporto in una realtà tanto delicata ed importante per l’intero territorio e la sua presenza è sempre stata discreta e riservata, di grande rispetto per le figure educative che operano all’interno della comunità terapeutica.

Il suo è stato un sostegno vicino ed affettuoso.

 

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Il vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, al termine della solenne celebrazione per la riapertura della basilica di Sant’Antioco Martire con la dedicazione della chiesa e dell’altare, in Sant’Antioco, ha annunciato alla diocesi alcune nomine e trasferimenti di parroci: per la rinuncia di don Gianni Cannas, 73 anni, originario di Sant’Antioco, don Andrea Zucca, 41 anni, attualmente parroco di San Ponziano in Carbonia, è stato nominato parroco della parrocchia San Carlo Borromeo in Carloforte. Don Zucca lascia San Ponziano dopo appena un anno e otto mesi dalla nomina; giunse a Carbonia, dopo un breve periodo in cui fu amministratore parrocchiale della medesima parrocchia, in seguito alla dipartita del compianto don Amilcare Gambella. Don Zucca proveniva da Villarios, in cui fu amministratore parrocchiale per pochi mesi.

La parrocchia principale di Carbonia non resterà scoperta, Don Cristian Lilliu, 45 anni, attuale parroco della parrocchia Vergine Assunta in Domusnovas, sarà parroco della parrocchia di San Ponziano. Don Lilliu, ordinato sacerdote il 25 giugno 2005, è vice assistente regionale dell’Oftal, Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes.

A Domusnovas giunge don Vittorio Scibilia, parroco di Sant’Antonio di Padova in Fluminimaggiore dal 2014. E’ il direttore dell’ufficio liturgico diocesano.

Don Gianfranco Nonnis, vicario di San Ponziano e Cristo Re in Carbonia dal 2018, è nominato parroco della parrocchia di Sant’Antonio di Padova in Fluminimaggiore.

Mons. Giovanni Paolo Zedda ha anticipato che non saranno le uniche nomine, ma altre potrebbero seguire nelle prossime settimane: «Stiamo riflettendo sull’esigenza di rinnovare le strutture parrocchiali con nuove modalità di amministrazione pastorale delle parrocchie per il cambiamento d’epoca che stiamo vivendo nel mondo e la conseguente necessità per la Chiesa di una vera conversione pastorale in senso missionario».

Non può mancare una riflessione sul numero sempre più esiguo dei sacerdoti, peraltro sempre più avanti in età e con un numero risicato di seminaristi. Il seminario minore di Iglesias è chiuso da tempo e al maggiore, a Cagliari, sono appena in sei: due al I anno: due al V anno e due nella Comunità propedeutica. Una nota felice: sabato 5 settembre, alle ore 10.30, nella Cattedrale Santa Chiara, mons. Giovanni Paolo Zedda ordinerà sacerdote il diacono Francesco Mannu della Comunità parrocchiale, della Vergine Assunta in Domusnovas.

Guido Cadoni

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Anche quest’anno, a Carbonia, le favorevoli condizioni meteorologiche hanno accompagnato la discesa della Befana dal campanile della chiesa di San Ponziano, organizzata dall’associazione culturale “Le Simpatiche Canaglie”, con il patrocinio del comune di Carbonia. E’ stata una grande festa per tanti bambini che, accompagnati dai loro genitori, dopo aver assistito, testa all’insù, alla discesa della Befana, hanno potuto scambiare qualche parola con lei ed hanno ricevuto le calze piene di caramelle.

Questa terza edizione della discesa della Befana è stata vissuta nel ricordo di don Amilcare Gambella, attore protagonista delle prime due, così come di tantissime altre iniziative organizzate nella parrocchia di San Ponziano, scomparso la scorsa estate.

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Don Andrea Zucca è il nuovo parroco della chiesa di San Ponziano, a Carbonia. Dopo l’improvvisa scomparsa di don Amilcare Gambella, don Andrea Zucca, fresco di nomina alla chiesa di San Giuseppe Lavoratore, a Villarios, a metà settembre era stato nominato dal vescovo mons. Giovanni Paolo Zedda, amministratore della parrocchia di San Ponziano, in attesa della nomina del nuovo parroco. Ieri, a distanza di due mesi e mezzo, alla vigilia di Natale, don Andrea Zucca è stato nominato ufficialmente dal vescovo nuovo parroco di San Ponziano.

Don Andrea Zucca, 39 anni, era stato nominato parroco di San Giuseppe Lavoratore, a Villarios, dopo l’esperienza maturata alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Cortoghiana, dove era giunto proprio dopo Amilcare Gambella, durata quasi cinque anni.

Oltre quella di don Andrea Zucca alla chiesa di San Ponziano, sono state ufficializzate altre nomine:

Sempre ieri, mons. Giovanni Paolo Zedda ha provveduto anche alla nomina del nuovo economo diocesano, il dott. Raffaele Noli che prende il posto di don Silvano Cani, ed alle seguenti nomine e trasferimenti nella cura delle parrocchie:

  • Don Maurizio Mirai parroco della Beata Vergine del Rosario in Villaperuccio
  • Don Nicola Fadda amministratore parrocchiale di San Giuseppe in Villarios
  • Don Mauro Coni amministratore parrocchiale di San Giuseppe in Rio Murtas
  • Don Gianfranco Nonnis vicario parrocchiale di San Ponziano e di Cristo Re in Carbonia
  • Don Marco Olianas vicario parrocchiale di San Paolo e del Sacro Cuore in Iglesias.

Sono passati circa due mesi dalla scomparsa di Don Amilcare Gambella, ma il suo ricordo resta indelebile. “Si avverte ancora un forte senso di vuoto nella comunità di Carbonia”, ha detto il sindaco Paola Massidda. “Don Amilcare si è prodigato per la sua città, aiutando tante persone in difficoltà. L’idea di realizzare un concerto in suo onore è un bel modo per ricordare il parroco di San Ponziano, una bella persona che, oltre a prestare aiuto nei confronti dei cittadini indigenti e deboli, è stato un instancabile divulgatore e promotore di convegni e iniziative nel campo culturale, ricreativo e sociale”. Domani, venerdì 26 ottobre, alle ore 19.00, nella chiesa di San Ponziano andrà in scena il Concerto vocale e strumentale InCanto Sacro con le esibizioni di: Alice Madeddu (soprano); Martina Serra (mezzosoprano); Raimondo Mameli, direttore dell’orchestra da camera “Johann Nepomuk Wendt”. Il concerto in memoria di fon Amilcare rientra nell’ambito della seconda edizione del Festival “Sulcis Scienza”, organizzato dall’associazione di promozione sociale S’Ischiglia-Università Popolare del Sulcis (Unisulky) con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia.

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In attesa della nomina del nuovo parroco che sarà chiamato a rilevare il posto lasciato vacante dall’improvvisa prematura scomparsa di don Amilcare Gambella, il vescovo della diocesi di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, ha nominato don Andrea Zucca amministratore della parrocchia di San Ponziano, a Carbonia. Don Andrea Zucca, 39 anni, da alcune settimane è il nuovo parroco di San Giuseppe Lavoratore, a Villarios, dove è arrivato reduce dall’esperienza maturata alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Cortoghiana, dove era giunto proprio dopo Amilcare Gambella, durata quasi cinque anni.

 

 

 

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Il salone parrocchiale della chiesa di San Ponziano, ospiterà domani mattina, dalle 10.00, l’assemblea dei lavoratori ex Alcoa, convocata per un esame dell’accordo sulle assunzioni sottoscritto venerdì 7 settembre a Cagliari con la Sider Alloys. L’accordo quadro SIDERALLOYS ITALIA ACCORDO QUADRO CON I SINDACATI 7.9.18 tra le organizzazioni sindacali territoriali Fsm, Fiom, Uilm e Cub del Sulcis Iglesiente e la multinazionale Sider Alloys, per l’identificazione del bacino dal quale attingere per assumere i lavoratori e contestualmente per fissare le modalità di assunzione, verrà valutato dai lavoratori, come avviene sempre quando emergono novità importanti nella lunga vertenza.

Va sottolineato che sarà la prima assemblea nell’oratorio della chiesa di San Ponziano dopo l’improvvisa scomparsa di don Amilcare Gambella, che dopo il completamento dei lavori di ristrutturazione, ha sempre messo lo stabile a disposizione dei lavoratori per le loro assemblee.

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A quasi una settimana dalla morte improvvisa di don Amilcare Gambella, parroco di San Ponziano in Carbonia, la Curia Vescovile di Iglesias esprime – in una nota diffusa pochi minuti fa – l’assicurazione di tutto il doveroso impegno della Diocesi, e in prima persona del Vescovo, per garantire la guida pastorale della comunità parrocchiale.

Il vescovo, monsignor Giovanni Paolo Zedda, rivolge un appello a tutti i fedeli «perché sappiano vivere con vero spirito cristiano questo momento di comprensibile fatica e dolore per tutti, con viva fiducia nella Provvidenza, uniti nella preghiera, costantemente impegnati nella carità, e con la necessaria pazienza nell’attesa delle decisioni che verranno prese e comunicate appena possibile».

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La cerimonia era stata fissata per le ore 17.00, ma alle 15.30 i banchi della chiesa di San Ponziano erano già pieni. Tanti, tantissimi parrocchiani, ma anche amici e conoscenti, arrivati a Carbonia anche da lontano, non sono voluti mancare all’ultimo appuntamento con Amilcare Gambella, il loro parroco dal 6 ottobre 2013, che in questi quasi cinque anni ha dato tutto se stesso alla parrocchia, alla città e all’intero territorio.

Alle 17.00, quando il vescovo di Iglesias, monsignor Giovanni Paolo Zedda, circondato da tutti i sacerdoti delle chiese della Diocesi, ha dato il via alla cerimonia funebre, la chiesa era piena in ogni ordine di posti e molti che non hanno trovato posto, hanno seguito la cerimonia dal sagrato della chiesa.

Amilcare Gambella, scomparso improvvisamente nella notte tra lunedì e martedì all’età di 69 anni (era nato il 27 dicembre 1948), non era un semplice sacerdote. Uomo di grande cultura e autore di diversi libri, ordinato sacerdote il 30 maggio 1981, in tutte le sue esperienze (le più recenti e lunghe, prima di quella di San Ponziano, sono state quelle trascorse alla parrocchia San Narciso di Serbariu, durata 8 anni, e quella alla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Cortoghiana, durata 12 anni), aveva dedicato tutte le sue risorse (non solo fisiche) ad alleviare le sofferenze dei più deboli e poveri che in città e nel territorio, negli ultimi lustri sono andati via via crescendo. Non a caso, oggi tra i fedeli, erano presenti tanti lavoratori del polo industriale di Portovesme e tante di quelle persone che, in un discreto anonimato, aiutava quotidianamente in tutte le loro necessità primarie. E sono state tante anche le persone che hanno voluto dargli l’ultimo saluto ieri pomeriggio e stamane, fino alle 12.00, nella camera ardente, allestita in chiesa. La sua espressione era assolutamente serena, sembrava riposare, in viso non aveva alcun segno dell’avvenuto trapasso, a conferma della serenità che ha caratterizzato la sua morte, giunta improvvisa, per un infarto cardiaco che lo ha colto nel sonno. È stato uno dei fratelli, Angelo, a trovarlo disteso sul letto della sua casa di via Brigata Sassari apparentemente addormentato, alle 7.30, accorso dopo aver appreso che non era arrivato in chiesa di primo mattino, come faceva ogni giorno. Dopo di lui la sorella ed il cognato. La sua morte, presumibilmente, risale a qualche ora prima, intorno alle 2.00.

Da qualche tempo Amilcare Gambella accusava dei problemi di salute che lo hanno parzialmente debilitato e preoccupato ma non fermato nella sua azione quotidiana a sostegno dei più deboli. Aveva tanti progetti per i quali si è speso fino alla sera prima, anteponendo sempre le esigenze degli altri alle proprie.

Amilcare Gambella lascia tanti segni del suo instancabile lavoro quotidiano che, chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di operare al suo fianco giorno dopo giorno, non potrà mai dimenticare.