20 April, 2024
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Questa mattina l’assessore regionale della Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Andrea Biancareddu, ha premiato Renato Scanu per la sua pluriennale attività di divulgatore del mondo dello sport in tutte le sue forme. È stato un bellissimo momento, carico di emozioni forti, nel quale i sentimenti ed il cuore hanno prevalso su tutto.

Renato Scanu è impegnato da circa un anno nella più importante e difficile battaglia della sua vita, contro la SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, che sta affrontando con una straordinaria forza di volontà che costituisce uno stimolo importantissimo per tutti coloro che sono stati aggrediti dalla “belva”.

All’incontro con l’assessore Andrea Biancareddu, c’erano con la moglie Liliana, tra gli altri, anche uno dei due fratelli, Pierpaolo, ed il segretario particolare dell’assessorato Alberto Zonchello, come Renato Scanu, cittadino di Carbonia.

 

La Giunta regionale ha autorizzato la spesa di 4,5 milioni di euro per la concessione di contributi per la corrente stagione sportiva. I contributi saranno erogati a favore delle società ed associazioni sportive dilettantistiche con sede operativa in Sardegna risultanti affiliate alle relative Federazioni o Enti di promozione sportiva, per contenere gli effetti negativi dell’emergenza epidemiologica.

«E’ un contributo forfettario a fondo perduto, finalizzato al sostegno finanziario del settore sportivo a carattere dilettantistico, per contenere il più possibile gli effetti negativi che il protrarsi dell’emergenza epidemiologica Covid-19 sta producendo sul settore sportivo regionale, sugli atleti e sulle loro famiglie», ha detto il presidente della Regione Christian Solinas, che ribadisce il ruolo fondamentale dello sport dilettantistico.

Una quota di 250mila euro andrà a favore delle società sportive che militano in campionati di Lega Pro, aventi sede operativa sempre in Sardegna. Questo contributo è finalizzato a sostenere le spese direttamente collegate al campionato di calcio a undici di Lega Pro, nel corso della stagione sportiva 2020/2021, o comunque nell’anno solare 2021, già sostenute o da sostenere, comprese quelle relative all’adozione delle misure Covid-19.

Sarà poi compito delle Federazioni e degli Enti di promozione sportiva individuare le società ed associazioni dilettantistiche a loro affiliate, utilizzando il criterio del maggior favore, qualora una SSD/ASD, pur esistendo, sia in ritardo con il pagamento della quota di affiliazione. Il contributo ai diversi comitati regionali è dato sulla base del numero di società affiliate nel 2020.

«Nell’ottica della semplificazione dei procedimenti e al fine di assicurare una maggiore celerità nell’erogazione dei fondi, questi verranno erogati», chiarisce l’assessore dello Sport Andrea Biancareddu, tramite i Comitati regionali delle Federazioni o degli Enti di promozione sportiva di appartenenza, previa accettazione da parte degli stessi, e in favore dei quali verrà assunto l’impegno di spesa. Sarà sempre compito delle Federazioni e degli Enti di promozione sportiva provvedere ad erogare il contributo tra tutte le società/ASD che hanno fatto istanza, entro 60 giorni dalla scadenza dell’Avviso. Ad ogni Comitato regionale è stata riservata una quota parte delle somme quale rimborso delle spese amministrative sostenute. 

Il capogruppo del M5S in Consiglio regionale, Michele Ciusa, ha presentato un’interrogazione sulla chiusura dei cantieri archeologici del Sulcis.

Michele Ciusa chiede al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore dei Beni culturali, Andrea Biancareddu, di porre in atto ogni azione utile per tutelare questi importanti luoghi storici, custodi della memoria collettiva e privata, in cui il blocco delle attività avrà come effetto immediato l’accelerazione del processo di degrado oltre a compromettere la conservazione dei reperti.

«Non si comprende perchéha detto Michele Ciusala Giunta regionale abbia consentito la chiusura dei cantieri archeologici del Sulcis, fino allo scorso 30 aprile gestiti e manutenuti da circa 50 lavoratori ex ATI-IFRAS. In particolare si tratta dei cantieri archeologici del nuraghe Seruci, del nuraghe Sirai, delle aree archeologiche di Sant’Antioco e Pani Loriga, ricompresi all’interno del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna.»

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Calcio…che bella parola! Pensarla e sognare è praticamente un tutt’uno. Il calcio è, nel mondo, lo sport più conosciuto e praticato, sia a livello amatoriale, sia professionistico. Sin da piccoli, tutti abbiamo dato “un calcio ad un pallone” ed anche “da grandi” se ci capita, passando in una piazza dove dei bimbi giocano a palla, non disdegniamo un passaggio ad un pallone che ci capita “tra i piedi”. Chi non ha mai desiderato diventare un campione, indossare la maglia della squadra del cuore o ancora chi non ha mai compilato l’album delle figurine dei calciatori. Che dire poi delle partitelle tra amici sotto casa, in spiaggia o alla ricreazione…chi non si è mai divertito così! Ma il calcio non è solo mero divertimento o, come alcuni credono “correre dietro ad un pallone”, il calcio è anche bandiera di valori importanti come il rispetto per l’altro e per le regole, la lealtà, la correttezza, l’impegno, la tenacia, il coraggio, la caparbietà, lo spirito di sacrificio, la forza del gruppo…il senso d’appartenenza! Per questo lavorano l’allenatore e tutto lo staff…per formare giovani calciatori facendoli crescere professionalmente, individualmente ed umanamente, dando loro valori sociali che eliminino qualunque forma di discriminazione, valori che imprimano l’importanza di fare gruppo, di creare quella complicità che porta, pian piano, a costruire una sinergia sempre più forte, dove anche le parole diventano superflue. E sicuramente hanno iniziato così anche i “nostri ragazzi”: partitelle tra amici, prima scuola calcio, prime partite importanti, sino ad arrivare ad oggi che militano in serie D.

Ovviamente, vi starete chiedendo di chi, in particolare, si sta parlando…un attimo e sarete accontentati! Il riferimento va alla rosa del “Carbonia Calcio” che, in questa stagione, porta il nome della città mineraria “in giro per mezza Italia”, facendone lustro e mostrando una faccia della città che, seppur tristemente segnata dalla crisi economica e dalla mancanza di lavoro, cerca di fare del suo meglio per regalare sogni e speranza in un futuro migliore. E, nonostante la pandemia e tutte le difficoltà che ne derivano, i ragazzi e l’intero staff, stanno veramente “brillando”, sino ad arrivare, con le ultime partite giocate e vinte con il Lanusei a Santadi (2 a 1) ed il Gladiator a Santa Maria Capua Vetere (4 a 2), a raggiungere il quarto posto, con ben 33 punti in 20 partite disputate.

Grande lavoro, grande gioia, grande soddisfazione ma anche tanti, tantissimi sacrifici ed un rammarico che più si va avanti, più cresce, che avanza di pari passo con il successo, legato ad una mancanza importante che il Mister della squadra, Marco Mariotti, sintetizza in una frase semplice ma incisiva: «Manca l’odore dell’erba del prato di casa», alla quale subito dopo aggiunge: «La palestra dove allenarsi, gli spogliatoi ed il proprio stipetto, il luogo sicuro dove prepararsi, dove potersi rifugiare per trovare la concentrazione e lo spirito giusto per entrare in partita». Dal mese di ottobre 2020, infatti, la squadra biancoblù, per via di un vecchio contenzioso con il comune di Carbonia, non si allena e non disputa più le partite in casa, nello stadio “Carlo Zoboli” della propria città, nel quale sono state scritte pagine gloriose ed incancellabili di oltre 80 anni di vita calcistica. Orfana di tutto questo, la squadra ne risente non poco, e si trova nella condizione di dover giocare “quasi in trasferta” per l’intero campionato, condizione complicata vieppiù dall’obbligo di giocare a porte chiuse. A “tamponare” l’incresciosa situazione, dopo aver “sudato” alcune volte presso lo stadio comunale di Villamassargia, Siliqua e Giba, è sopraggiunta l’ospitalità trovata nel campo Is Collus di Santadi, comune del Sulcis a circa 25 km da Carbonia, alla cui Amministrazione comunale si devono sentiti ringraziamenti per la sensibilità mostrata e l’attenzione riservata nei confronti della squadra del Carbonia Calcio. Un campo che presenta però delle difficoltà che penalizzano le prestazioni dei calciatori sotto diversi punti di vista: tecnico, tattico, atletico e, soprattutto, psicologico.

«Non esiste, infatti, alcun dubbio sul fatto che, giocare o fare una qualsiasi attività fisica, su un terreno “pesante”, bagnato e difficile da drenare, esponga a rischi di maggior affaticamento muscolare, così come un terreno parecchio irregolare, difficile da rullare proprio perché pesante, esponga a maggiori rischi di danni articolari, derivanti da appoggi incerti e più difficili da gestire da un punto di vista propriocettivo». A dimostrazione e conferma delle parole del mister Marco Mariotti, arrivano quelle del fisioterapista Christian Lai, che si unisce al coro di voci di tutto lo staff e della squadra al completo, nel ringraziare l’Amministrazione comunale di Santadi che ha offerto l’opportunità alla giovane e fiorente rosa della città mineraria, di poter proseguire il cammino sportivo verso vette sempre più alte.

Come fare ad ovviare a tutto questo e riportare la squadra “a casa”? Ma, soprattutto, cosa è stato fatto per evitare questa situazione che «allenamento dopo allenamento…partita dopo partita» diventa sempre più pesante? Lo abbiamo chiesto all’assessore dello Sport del comune di Carbonia, Valerio Piria, che si è dimostrato molto disponibile al dialogo, in quanto anche lui rammaricato dal fatto che la squadra della sua città di residenza, dove è nato e vissuto, dove ha uno studio professionale, dove è spesso presente per ragioni affettive e di lavoro, oltre che di impegno presso il Comune, non possa compiere il suo percorso sportivo nel calcio di calcio di appartenenza: lo stadio “Carlo Zoboli”. L’assessore racconta, menzionando date e documenti specifici, il suo impegno finalizzato a risolvere la diatriba con la società Carbonia Calcio. In uno dei documenti, datato 3 settembre 2020, indirizzato al coordinatore del Dipartimento Interregionale F.I.G.C., si legge la richiesta di avvio in deroga delle gare del campionato di serie D 2020/2021 presso il campo sportivo comunale “Carlo Zoboli” di Carbonia. Al suo interno si fa riferimento ad un verbale datato 13 luglio 2020, dove viene espressa la volontà dell’Amministrazione comunale ad effettuare la messa in opera dei lavori per l’omologazione della struttura per il campionato di serie D. Ancora in un altro documento datato 3 dicembre 2020, indirizzato all’assessore regionale dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport dott. Andrea Biancareddu, nonché al dott. Renato Serra, direttore generale dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport, la richiesta di finanziamento per manutenzione straordinaria dell’impianto sportivo sito in via Stazione, a Carbonia. E l’elenco degli atti amministrativi posti in essere per far sì che la squadra del Carbonia Calcio possa ritornare a “sudare” respirando l’odore dell’erba del prato del campo della propria città, continua, così come continua l’impegno dell’Amministrazione comunale di Carbonia nel cercare di risolvere quanto prima il problema. Documenti nei quali, più volte, viene evidenziato l’elogio per i prestigiosi risultati della squadra. A questo proposito, lo stesso assessore, orgoglioso del loro operato, dichiara di non essere disposto a “lasciare la palla” ma al contrario, insieme all’Amministrazione comunale, continuerà a cercare una soluzione.

Allo stesso modo, il presidente del Carbonia Calcio, Stefano Canu, a nome di tutto il team tecnico e dirigenziale, nonché di tutta la squadra, chiede all’Amministrazione comunale delle risposte, di capire quale possa essere la strada da percorrere per risolvere la situazione e riportare la squadra ad allenarsi e a disputare le partite «calpestando l’erba del campo di casa». Le risposte, società e squadra, le attendono dal mese di novembre 2020, momento in cui si sono interrotti i contatti, ripresi proprio in questi giorni. La proposta da parte del Carbonia Calcio consiste nel mettersi pagatore dei debiti contratti dalla vecchia dirigenza e degli insoluti sopraggiunti successivamente, non in un’unica soluzione, perché pur volendo sarebbe impossibilitata a farlo, ma impegnandosi ad onorare il debito ratealmente, sino alla sua completa estinzione. La speranza è che le interlocuzioni prendano finalmente la piega giusta e che, nel minor tempo possibile, la squadra possa “tornare a casa”. «Un grande ringraziamentosottolinea il presidente del Carbonia Calcio -, va alle Amministrazioni comunali di Villamassargia, Siliqua e Giba che ci hanno ospitato nei loro campi sportivi, in quanto senza di loro, il tutto sarebbe stato veramente ingestibile. Ancor più all’Amministrazione comunale di Santadi che ci accoglie ormai dal 7 gennaio 2021, permettendoci così di poterci allenare ed ospitare le squadre avversarie. Ora però è tempo di tornare allo stadio “Carlo Zoboli”, il nostro stadio, lo stadio della nostra città, dove è giusto che i nostri ragazzi vivano i loro momenti sportivi in serenità ed armonia, lo stadio sito a Carbonia…la città in cui loro risiedono, alla quale stanno regalando un sogno, con impegno e dedizione.»

La risposta arriva puntuale e precisa da parte della sindaca di Carbonia, Paola Massidda, che su nostra esplicita richiesta, ha delineato il percorso fattibile per la risoluzione dell’annoso problema. La società del Carbonia calcio dovrebbe inviare una proposta scritta in cui si impegna ad onorare il debito maturato nel corso degli anni, un’offerta supportata da una polizza fideiussoria che manifesti una seria volontà riscontrabile. Un piano di rientro rateizzato, che consenta alla società di riaprire in tempi brevi la porta di “casa”. A quel punto, una soluzione politica, con un’assunzione della responsabilità da parte di tutto il Consiglio comunale, consentirebbe di bypassare l’avvallo da parte dei dirigenti. Il Consiglio comunale varerebbe una norma legale riferita al caso concreto e specifico di cui si discute, trasparente e funzionale. Si passerebbe poi, in un secondo momento, ad un ulteriore accordo per la gestione dell’impianto sportivo che potrebbe anche essere condivisa con il Comune stesso. Esiste una forte volontà da parte dell’Amministrazione comunale di riportare la squadra, oggi 1 marzo 2021 quarta in classifica con 33 punti, ad allenarsi e disputare le partite in casa. Partite a cui la stessa prima cittadina avrebbe un immenso piacere di assistere, in quanto orgogliosa del percorso che stanno portando avanti ragazzi e staff, ma impossibilitata a risolvere una situazione senza “stare dentro” alla legalità. Ci si auspica, pertanto, che a breve possa esserci un tavolo tecnico, nel quale le parti in causa possano arrivare ad un accordo in grado di rendere merito agli addetti ai lavori, facendo tornare l’armonia e la collaborazione, in una città che merita di essere nominata per una cosa bella come lo sport, portatore di valori, in un tempo in cui, purtroppo, se ne contano sempre meno. In conclusione, una battuta della sindaca: «Aiutatemi ad aiutarvi!»

E, a proposito di aiuto, sarebbe bene, viste le difficoltà della società Carbonia Calcio e la proibizione di andare allo stadio per via dell’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia, con conseguente mancanza di incassi da ormai quattro mesi, che tutta la città, con un piccolo contributo personale, si stringesse intorno alla squadra ed alla società, che sono impegnate a dare forma alla cornice di un sogno che, giorno dopo giorno, assume sempre più connotati reali che fanno volare in alto il nome della nostra città. Una città di gente umile, lavoratori, disoccupati, famiglie bisognose, persone in difficoltà…una città che deve riscattarsi ed ora ha l’occasione per farlo a portata di mano.

Infine, un augurio alla squadra: «Forza Carbonia, continua a farci sognare!!!»

Nadia Pische

La Giunta regionale ha approvato il programma di spesa per gli interventi sull’impiantistica sportiva e relative attrezzature, in favore delle Amministrazioni comunali che ne hanno fatto richiesta. L’importo, pari ad 1 milione e 500mila euro fa parte integrante dell’Attuazione dell’Accordo Quadro del 20 luglio 2020 tra il Governo e le autonomie speciali relativo al ristoro delle minori entrate, a seguito dell’emergenza Covid-19 ed ulteriori variazioni di bilancio, che prevede uno stanziamento a favore degli Enti locali per l’impiantistica sportiva.

L’assessore Andrea Biancareddu ricorda che i provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna sono parte integrante della politica portata avanti dalla Giunta Solinas in quanto la Regione Sardegna riconosce la funzione sociale dello sport e ne promuove la pratica e la diffusione nel territorio quale strumento indispensabile di tutela psico-fisica del cittadino e di crescita culturale e civile della società e concorre alla realizzazione e alla gestione di una rete di impianti sportivi razionalmente dislocati nel territorio.

Considerato che le somme devono essere impegnate entro il 31 dicembre prossimo, si rende indispensabile, stante la natura pubblica dei beneficiari, adottare una procedura semplificata che tenga conto, da un lato, della ristretta tempistica in relazione agli adempimenti di natura amministrativa e contabile, e, dall’altro, assicuri risposte immediate alle istanze pervenute dai territori. Sono pervenute nel corrente anno, da parte di diverse Amministrazioni comunali, istanze finalizzate ad assicurare interventi di manutenzione straordinaria dell’impiantistica sportiva e relative attrezzature sportive, di messa in sicurezza, di completamento e di realizzazione impianti.

L’assessore Andrea Biancareddu sottolinea inoltre che il programma di interventi, tiene conto di alcuni criteri, tra cui la dislocazione articolata degli interventi nelle diverse Province ed aree geografiche della Sardegna, con un importo massimo finanziabile pari a 150mila euro per singolo intervento.

I Comuni interessati agli interventi sono quelli di Bari Sardo, Bitti, Carbonia, Gergei, Ghilarza, Meana Sardo, Narbolia, Nureci, Serramanna, Sorso, Tempio Pausania ed Uri.

Sono in arrivo nuovi interventi a favore dei Comuni, singoli o associati, per l’istituzione e il funzionamento delle Scuole Civiche di musica. Su proposta dell’assessore regionale della Cultura, Andrea Biancareddu, la Giunta ha stanziato 1 milione e 800mila euro per le Scuole civiche di Musica al fine di concorrere alla diffusione sul territorio regionale dell’istruzione musicale come elemento essenziale per la crescita culturale, sociale ed intellettuale dei giovani.

«Nel corso del 2020 – sottolinea Andrea Biancareddu – a causa delle contingenze derivanti dall’emergenza epidemiologica, l’iter procedimentale è stato necessariamente modificato con diverse fasi e tempistiche. Sono state infatti approvate delle modifiche ai criteri vigenti per adattare la situazione all’emergenza epidemiologica da SARS-COV2 e permettere così a tutte le scuole di svolgere l’attività programmata, compatibilmente con le norme statali. In particolare, oltre a semplificazioni sulla rendicontazione dei costi, sull’ammissibilità di nuove spese e sull’eliminazione delle settimane minime di lezione, è stato consentito lo svolgimento dell’attività didattica in modalità telematica a distanza, al pari delle scuole di ogni ordine e grado.»

Per le scuole civiche finanziate per la prima volta nell’anno scolastico 2019/2020, è stato fissato un massimo concedibile pari al 80% del contributo spettante (comunque non superiore a quanto concesso nell’anno 2019/2020). Per le scuole di nuova istanza nell’anno scolastico 2020/2021, è stato fissato un massimo concedibile pari al 70% del contributo spettante (comunque non superiore a 20mila euro per i Comuni singoli e a 30 mila euro le aggregazioni di Comuni). Entro il termine ultimo di presentazione sono risultate 39 scuole, di cui 35 già finanziate nelle scorse annualità, una finanziata solo nell’anno scolastico 2019/2020 e tre nuove istanze per l’anno scolastico 2020/2021. Nel programma di finanziamento sono state inserite tutte e 39 le scuole che hanno concluso l’iter. L’assessore Andrea Biancareddu, nel rispetto dalle norme, per la programmazione dei contributi per l’anno scolastico 2020/2021, ha destinato 1 milione e 800mila euro di cui 116.663 quale somma aggiuntiva uguale per tutti e finalizzata a ristorare parzialmente le scuole civiche per i costi sostenuti per la sanificazione degli ambienti e le procedure adottate per consentire lo svolgimento delle lezioni garantendo il distanziamento (contributo per spese Covid-19). Sono stati finanziati i comuni di Cagliari, Cabras, Cuglieri, Domusnovas, Fonni, Ghilarza, Iglesias, Lanusei, Macomer, Mandas, Marrubiu, Nulvi, Nuoro, Olbia, Oristano, Orosei, Ossi, Ozieri, Paulilatino, Porto Torres, Quartu, Samugheo, San Sperate, Sant’Antioco, Santa Teresa, Selargius, Siniscola, Sinnai, Suelli, Tempio, Torralba, Unione dei Comuni del Sarrabus, Valledoria, Villacidro, Morgongiori, Golfo Aranci, Monserrato, Tuili, Unione Nora Bithia.

La commissione Pubblica istruzione, presieduta da Alfonso Marras (Riformatori), ha espresso a maggioranza (astenuta l’opposizione) parere favorevole alle linee guida per la programmazione della rete scolastica, approvate dalla Giunta regionale lo scorso 18 novembre con la deliberazione n. 57/11.

Commissione Pubblica Istruzione, via libera alle linee guida per la rete scolastica

Il documento è stato illustrato dall’assessore Andrea Biancareddu (Udc) che ha ricordato, in premessa del suo intervento, gli impegni disattesi in sede governativa per una rivisitazione dei parametri ministeriali (600 alunni e 400 alunni per i comuni montani) e per l’assegnazione, a tutte le autonomie scolastiche dell’Isola, dei due dirigenti previsti (il dirigente e il direttore amministrativo), anche alla luce della particolare condizione in cui versa la Sardegna per effetto della crisi da Covid.

L’assessore ha comunque dichiarato “la volontà di non voler sopprimere alcuna autonomia scolastica” ed ha precisato che al momento 26 realtà non soddisfano i criteri imposti per legge dal ministero, per scongiurare i temuti accorpamenti tra istituti.  

«In ogni casoha affermato Andrea Biancareddu 26 casi su un totale di 274 autonomie scolastiche presenti in Sardegna non  possono rappresentare un dramma mentre preoccupa il costante calo delle iscrizioni per effetto dell’altrettanto preoccupante fenomeno del calo demografico.» 

Gli accorpamenti, dunque, se ci saranno dovrebbero essere solo su base volontaria e dovranno essere proposti nelle rispettive conferenze provinciali. Nel parere espresso dalla commissione sono state inoltre inserite due osservazioni, la prima riguarda il ruolo dell’istruzione, soprattutto primaria, per combattere il fenomeno dello spopolamento e l’altra, per inserire soltanto nella parte delle premesse delle linee guida, i parametri ministeriali per il mantenimento delle autonomie scolastiche.

Molto differente la posizione manifestata dal direttore dell’ufficio scolastico regionale, Francesco Feliziani che ha stigmatizzato il ritardo nella definizione della rete scolastica regionale («siamo ancora alle linee guida e a gennaio si aprono le iscrizioni nelle scuole») e ha lamentato l’assenza “di manutenzione alla rete scolastica sarda ormai da più di sei anni”. «Il calo delle iscrizioni – ha affermato Francesco Feliziani – ha comportato una trentina di situazione di sottodimensionamento e richiedono immediati interventi finalizzati all’accorpamento».

Critici «per il poco coraggio dimostrato dalla Regione nel contrastare i criteri ministeriali che penalizzano l’istruzione in Sardegna» i Cobas che con Giancarlo Della Corte hanno invitato la Regione ad azioni concrete in difesa delle autonomie scolastiche e per il loro corretto funzionamento.

Emanuele Usai della Cgil ha dichiarato di non condividere il documento della Giunta regionale: «È appiattito ancora sulla logica della spending review e non dà risposte alle necessità della scuola sarda».

In precedenza la Quarta commissione aveva approfondito con l’assessora, Alessandra Zedda (Fi), il tema dei cosiddetti lavoratori in utilizzo. Si tratta, come è noto, dei circa 380 lavoratori in servizio, attraverso apposti progetti e cantieri, negli Enti locali e all’Ats ma gestiti dall’assessorato. La finanziaria del 2018 ha previsto la proroga dei progetti in essere fino al 2021 ma gli operatori hanno dichiarato lo stato di agitazione per la cessazione di alcuni contratti di lavoro per mancanza di fondi. Gli enti interessati, inoltre, sono in attesa della comunicazione ufficiale da parte della Regione dell’ulteriore finanziamento di due milioni di euro per il 2020 e 2021. L’assessora ha, dunque, preannunciato una verifica della situazione e si è detta certa della prosecuzione lavorativa degli interessati, auspicando l’attivazione di un percorso di stabilizzazione presso gli enti che si avvalgono delle prestazioni dei lavoratori in utilizzo.  

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La Giunta regionale ha inserito un finanziamento di 100.000 euro a favore del comune di Carbonia, nell’assestamento di bilancio approvato ieri che prevede uno stanziamento di ben 400 milioni di euro «per affrontare l’emergenza e rafforzare gli interventi già programmati e dare un forte sostegno al sistema produttivo sardo fortemente colpito e penalizzato alle conseguenze della pandemia in corso», destinato a interventi di ristrutturazione dello stadio Comunale “Carlo Zoboli”.

Si tratta, come si può ben capire, di un finanziamento importantissimo, grazie al quale sarà possibile superare l’emergenza strutturale dello stadio della città mineraria, che ha rischiato di mettere in dubbio lo svolgimento delle partite del campionato di serie D, prima che riesplodesse il contenzioso tra il comune di Carbonia e la società Carbonia Calcio, sul pagamento degli affitti arretrati, sfociato nella chiusura dell’impianto e nel forzato trasferimento della squadra a Villamassargia per gli allenamenti e per la partita di domenica scorsa con il Gladiator di Santa Maria Capua Vetere.

Sul finanziamento regionale per lo stadio “Carlo Zoboli”, alcuni minuti fa Checco Fele, ex amministratore delegato della società biancoblù, ha pubblicato nel suo profilo Facebook, il seguente post.

«A proposito dei 100.000 euro a destinazione vincolata, al comune di Carbonia per lo Stadio Zoboli, a nessuno sfugga (soprattutto ai “paladini” dell’ultima ora che si attribuiscono parte del merito senza averne neanche un briciolo), che ciò si deve al sensibile interessamento dell’on.le Giorgio Oppi e dell’assessore dello Sport on.le Andrea Biancareddu, per le problematiche economico/finanziarie che la nostra città attraversa in questo momento…con la speranza che il Carbonia Calcio rientri a Carbonia prima che sia troppo tardi…»

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Il Nuraghe e villaggio di Palmavera di Alghero, Grutta is Janas di Baunei, la Necropoli di Su Murrone a Chiaramonti, il Complesso paleocristiano di Cornus a Cuglieri, Nuraghe Oes a Giave, il Pozzo sacro Milis a Golfo Aranci, Area archeologica di Monte Tarè e Scerì a Ilbono, il Nuraghe Luche a Illorai, l’area Nuraghe Luche Nolza a Meana Sardo,  l’area archeologica di Scaba ‘a Cresia – Santu Mraccu a Morgongiori, il Tempio di Demetra a Narcao, Sas Arzolas de Goi a Nughedu Santa Vittoria, il Nuraghe Burghidu ad Ozieri, Via Ponte Romano, 79 a Porto Torres, il Nuraghe Lu Brandali a Santa Teresa di Gallura, Villa Romana di Santa Filitica a Sorso e il Nuraghe Majori a Tempio Pausania.
Sono questi i siti archeologici che saranno interessati dalle campagne di scavo finanziati dalla Regione con 2 milioni di euro.
«In particolare sottolinea Andrea Biancareddula Regione promuove e coordina interventi di restauro dei beni culturali sulla base di metodologie definite d’intesa con gli organi statali competenti, con le università e gli istituti di ricerca archeologica e paleontologica nel territorio della Sardegna. Si tratta di azioni di carattere strutturale per il restauro e il recupero del patrimonio, la messa in sicurezza dei siti e lo scavo archeologico. Più in generale della creazione di spazi idonei anche all’erogazione di servizi finalizzati alla fruizione del patrimonio al pubblico.»
Antonio Caria

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La Giunta Regionale, su indicazione dell’assessore della Pubblica Istruzione, Andrea Biancareddu, ha approvato le linee guida per la ripartizione dei contributi a favore delle scuole dell’infanzia non statali paritarie per le spese di gestione e funzionamento.

In considerazione dell’emergenza determinatasi a seguito della pandemia Cavid-19, sono state apportate alcune modifiche rispetto alla prima applicazione delle regole approvate lo scorso anno, volte a semplificare ulteriormente le procedure.

«Le proceduresottolinea Andrea Biancareddu – con le nuove Linee guida, si differenziano soprattutto per quanto riguarda gli orari di servizio, a seconda che sia istituito oppure no il servizio mensa. Le verifiche sull’effettivo numero di bambini iscritti e sui titoli posseduti dal personale docente. Nel caso delle scuole composte da una sola sezione, si riduce a otto il numero minimo di bambini. Si incrementa da 8 a 10 euro l’importo orario per gli insegnati di sostegno e si istituisce un contributo economico per l’abbattimento delle rette in favore delle famiglie che iscrivono i bambini in scuole dell’infanzia paritarie ubicate in Comuni privi di altre scuole dell’infanzia statali e paritarie. Inoltreprosegue Andrea Biancareddusi incrementa il massimale riconosciuto per l’affitto dei locali utilizzati in favore delle scuole che dichiarano di sostenere tale spesa. Sono riconosciute le spese per la sanificazione dei locali e, nel caso di una nuova chiusura forzata, tutte le spese non comprese nelle precedenti Linee guida.»

I beneficiari dei contributi in oggetto sono i soggetti gestori delle scuole dell’infanzia non statali, operanti nel territorio regionale, in possesso del riconoscimento di parità rilasciato dal ministero dell’Istruzione. Gli stessi soggetti beneficiari devono inoltre aver operato, in regola con le vigenti disposizioni, come scuola dell’infanzia non statale paritaria almeno per tutto il precedente anno scolastico. Devono garantire la gestione dell’attività scolastica mediante l’impiego della necessaria dotazione minima di personale. Per ciascuna sezione, personale docente necessario per garantire il regolare svolgimento delle 25 ore (per le scuole senza servizio mensa) o delle 40 ore settimanali (per le scuole con il servizio mensa) minime previste per il funzionamento della scuola dell’infanzia, oltre ad un segretario impiegato amministrativo, un coordinatore, per le scuole con più di una sezione, un assistente ausiliario con compiti di vigilanza, pulizia e sanificazione, ogni quattro sezioni.

La dotazione minima di personale dovrà, in ogni modo, rispettare quanto previsto in merito dalle prescrizioni normative adottate per la prevenzione del contagio da Covid-19, in caso queste prevedano incremento della dotazione organica. A decorrere dall’anno scolastico 2020/2021, le risorse regionali destinate annualmente all’erogazione dei contributi a favore delle scuole dell’infanzia non statali paritarie per le spese di gestione e funzionamento, sono assegnate ai Comuni privi di ulteriori scuole dell’infanzia.