24 April, 2024
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Uno sguardo sulla Sardegna nuragica attraverso la riproduzione in dimensioni originali di armi, abiti, accessori e utensili usati dalle donne e dagli uomini nell’epoca dei nuraghi. Il MAB – Museo Archeologica Ferruccio Barreca di Sant’Antioco, ospita la mostra Il Popolo di Bronzo, a cura di Angela Demontis: una esposizione itinerante che per la prima volta approda nel territorio del Sulcis. Promossa dal comune di Sant’Antioco e realizzata su gentile concessione della Città Metropolitana di Cagliari, la mostra sarà visitabile dal 19 dicembre al 6 gennaio prossimi, tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00. L’inaugurazione è in programma mercoledì 19 dicembre alle 12.00, alla presenza della Curatrice Angela Demontis e di una rappresentanza delle scuole cittadine di ogni ordine e grado.            

Si tratta di una mostra didattica adatta a tutte le fasce di età e dedicata alla riproduzione di armi, abiti, accessori e utensili usati dalle donne e dagli uomini della Sardegna nuragica. I modelli, realizzati sulla base dell’osservazione dei bronzetti iniziata col libro “Il Popolo di Bronzo” (di Angela Demontis, 2005), consentono di immergersi negli usi e costumi della tradizione nuragica attraverso l’osservazione diretta delle possibili “mode”, dei materiali e delle tecniche di realizzazione impiegate nell’antichità. Gli oggetti, creati dalle sapienti mani della curatrice della mostra, saranno accompagnati da supporti didattici completi di immagini e testi in italiano, sardo e inglese.

«Un evento cui teniamo molto – spiega l’assessore della Cultura Rosalba Cossu – che si aggiunge alla serie di manifestazione di matrice culturale organizzate nel corso del 2018 all’interno degli spazi del nostro museo cittadino. Gli studenti saranno i primi fruitori di questo patrimonio, ma auspico che a visitare questa speciale mostra siano tutti i cittadini, perché consente di toccare quasi con mano la realtà di una civiltà particolarmente lontana nel tempo.»

 

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Sabato 2 e domenica 3 giugno Santadi partecipa per il secondo anno a Monumenti Aperti e apre 8 monumenti del suo patrimonio artistico, archeologico e naturalistico. Monumenti Aperti, coordinata da Imago Mundi Onlus, si è aggiudicata recentemente un prestigioso riconoscimento: il Premio dell’Unione Europea per il Patrimonio Culturale – Europa Nostra awards 2018, che verrà consegnato il prossimo 22 giugno a Berlino.

Inoltre, per questa sua XXII edizione, ha ricevuto la medaglia del presidente della Repubblica, che si affianca al patrocinio della Presidenza del Senato, della Camera dei Deputati, del MIBACT, dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO, del Consiglio Regionale e della Presidenza della Giunta.

 Sono 8 i monumenti di Santadi che, grazie alla volontà dell’amministrazione comunale e all’entusiasmo dei volontari sono visitabili nelle giornate di sabato 2 e domenica 3 giugno. Nello stesso fine settimana Monumenti Aperti in Sardegna si svolge anche a Buggerru, Cossoine, Dolianova, Iglesias, Sant’Anna Arresi, Semestene, Seneghe, Settimo San Pietro e Torralba.

Il sindaco Elio Sundas rinnova con entusiasmo e convinzione anche per il 2018 l’adesione alla manifestazione Monumenti Aperti, visto il grande successo registrato con l’edizione 2017. Condividiamo in pieno la filosofia dell’evento poiché consente il coinvolgimento delle scuole e dei ragazzi che saranno i protagonisti dell’evento, accompagnando i visitatori tra le bellezze del nostro territorio. Ciò consente ai nostri giovani concittadini di approfondire la conoscenza del territorio santadese e di sentirlo proprio. Un concetto che mi piace sottolineare è che così operando si sviluppa e si diffonde maggiormente quella consapevolezza tra i cittadini, che è alla base di una crescita culturale e sociale di cui c’è estremo bisogno.

Nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, nel cui calendario Monumenti Aperti è inserita, la decisione di scegliere come tema Cultura – Patrimonio Comune è motivata dal considerare il nostro patrimonio artistico come memoria, e come valorizzazione della diversità. Per questo, si è deciso di segnalare, per ogni comune un sito che sia testimonianza del nostro passato, ma con uno sguardo proiettato verso il futuro. In linea con questo tema, si è deciso di segnalare per Santadi il Museo civico Archeologico. Il territorio di Santadi fu sempre agevolato ad ospitare insediamenti umani. Trattandosi di una zona fertile, pianeggiante e ricca di acqua è stato un habitat ideale per l’uomo sin dalla preistoria. L’essere difeso dai monti, ma non lontano dal mare lo ha reso anche un centro adatto agli scambi commerciali. Il Museo Archeologico di Santadi racconta la storia delle civiltà che hanno abitato il basso Sulcis e di uomini capaci di produrre oggetti con grande perizia sin dal Neolitico. L’esposizione segue un criterio cronologico e tra i reperti più significativi troviamo le ceramiche e l’industria litica della cultura di Ozieri, i pugnali in rame e bronzo di Montessu, i vasi del deposito votivo di Su Benatzu e i corredi funerari della necropoli punica di Pani Loriga. Un percorso che mette in luce l’evoluzione della civiltà sarda all’interno dei popoli del Mediterraneo.

Sono 2 le novità: la chiesa di Santa Maria di Monte Fracca, sita in Barrua, una chiesetta campestre cui è legata una leggenda, secondo la quale la Vergine Maria sarebbe apparsa ad un cacciatore, nell’anno 1724, ed in seguito all’apparizione e al rinvenimento della statua lignea della Santa, da parte del medesimo cacciatore, gli abitanti di Barrua avrebbero edificato la Chiesetta; e la foresta di Pantaleo: che vanta la più estesa lecceta del mondo, ma importanti anche le testimonianze archeologiche fra queste, il complesso termale di epoca romana di Is Figueras e i piccoli spiazzi circolari realizzati in diversi punti della foresta dai carbonai, per la preparazione delle carbonaie.

Questi poi gli altri monumenti aperti: il Museo Civico Archeologico di Santadi; Pani Loriga una vasta collina ricoperta di olivastri secolari che racconta cinquemila anni di storia, dalla necropoli neolitica a domus de janas al nuraghe Diana, le oltre 150 sepolture fenicie indagate, la fase punica, con la necropoli ipogeica, ma soprattutto l’architettura urbana, dove l’assenza di sovrapposizioni edilizie ha conservato in condizioni eccezionali le strutture murarie di una città che dominava l’entroterra e il mare; il Museo Etnografico “Sa Domu Antiga” che è ospitato in un edificio degli inizi del Novecento e rispecchia per caratteristiche tipologiche e strutturali la casa contadina tradizionale del Basso Sulcis, composta da uno stabile per uso abitativo e un cortile retrostante col tipico pozzo e due loggiati; i reperti sono inseriti secondo un’attribuzione funzionale a restituire lo spaccato di vita di cui sono testimonianza; la Tomba dei giganti di Barrancu Mannu, nota anche come Sa fraigada; Sa Domu ‘e Paxi, frutto di un recupero di immobile storico di due ex edifici rurali, contigui, con corte comune e loggiato; e infine il Museo delle bambole che è ospitato nell’abitazione privata di proprietà di colei che ha allestito il museo. La collezione che conta oltre 1500 pezzi, provenienti da tutto il mondo, ebbe inizio nel 1966 ed è costituita da bambole vestite nei costumi tipici dei luoghi di provenienza.

Il comune di Santadi aderisce a Gusta la città con attività ricettive e di ristorazione che aprono nelle giornate di Monumenti Aperti affinché la partecipazione alla manifestazione sia più piacevole e godibile

Nei giorni di Monumenti Aperti due iniziative: sabato 2 giugno dalle 18.30 alle 20.00 in Via Mazzini Giogus Antigus Come si divertivano i bambini del secolo scorso? Che giochi organizzavano e quali giocattoli possedevano. In questo laboratorio, i bambini del paese, tra is pipias de canna, funi e pincareddu, tra quadus de canna, “piricochedu e pruna” e i giogus cun sa boccia li riscopriranno. Domenica dalle 15.30 alle 19.30 a Pani Loriga Colori e tecniche pittoriche dell’antichità con Angela Demontis, artista e autrice de “Il Popolo di Bronzo”, che darà dimostrazione di come si ricavavano anticamente i pigmenti dai minerali e terre della Sardegna e di alcune tecniche di pittura. Verrà data ai visitatori la possibilità di provare i colori naturali dipingendo su un telo che verrà messo a disposizione del pubblico.

I monumenti saranno visitabili gratuitamente, il pomeriggio di sabato dalle 16.00 alle 20.00 e la domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, con le seguenti precisazioni: Area Archeologica di Pani Loriga – Tomba dei Giganti di Barrancu Mannu: visite guidate 10.00/11.30 – 15.30/17.00. Cantina Santadi, Soc. Coop. Agricola: gruppi da 20 persone su prenotazione (con preavviso di una settimana dall’evento) e Latteria Sociale Santadi, Soc. Coop. Agricola in gruppi da 20 persone e previa prenotazione.

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Nuovi appuntamenti per il NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra, la rassegna organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri.

Menù ricco quello di domani, mercoledì 30 agosto. A Villagrande Strisaili, al Santuario nuragico di S’Arcu e is Forros, alle 19.00 va in scena E DE ATTERU?, di e con Elena Musio (che cura anche la regia), Maria Antonia Sedda, Teresa Loi e Rosa Beccuregia, una produzione Ilos Teatro di Lula. Spettacolo in limba, che ha quasi la struttura dei “contos”, il cui titolo si ispira alla domanda che si rivolge al conoscente afflitto da problemi di varia natura: cos’altro hai da raccontare? I racconti delle comari riportano a un tempo lontano, quello della giovinezza e della nostalgia, in cui l’uomo non era straniero nella natura che frequentava e le sue conoscenze erano perlopiù empiriche, pratiche, dirette.

Alle 18.00 la visita guidata del sito, a cura della Cooperativa Irei.

Alle 21.00, invece, dai confini fra Ogliastra e Barbagia si fa un salto nel Sulcis Iglesiente, a Gonnesa, a S’Olivariu, dove verrà rappresentato D’AMORE, DI PENTOLE E COLTELLI, di Rita Atzeri, con Alessandra Leo, e con Claudia Argiolas, Stefano Carta, Sergio Deidda, Stefania Pusceddu, Angela Meloni, Giovanni Trudu, Cesare Rombi. Spettacolo che lega monologhi e duetti al tema dell’amore e della cucina, dove le pietanze di cui si parla vengono consumate veramente dal pubblico che assiste. In questo modo l’interazione fra attori e spettatori è costante, la sorpresa è sempre in agguato. L’impianto del testo si basa su pezzi originali o liberamente ispirati alle produzioni poetiche e letterarie di Neruda, Montale, Rostand, Fabrizi, Deledda, Aub (lo spettacolo con cena è su prenotazione).

Sempre il 30 agosto, alle 19.00, si replica al Nuraghe Serbissi di Osini SONA CONTA E BADDA, nuova produzione del Crogiuolo, una sintesi delle tradizioni culturali e musicali della Sardegna. La voce recitante è quella di Gloria Uccheddu, in scena anche ballerini di ballo sardo, accompagnati dall’organetto di Lamberto Cugudda. Alle 17.00, nella scala di San Giorgio, si terrà il laboratorio esperienziale “L’architettura nuragica”, a cura di Serena Casula. Alle 18.00 la visita guidata al sito a cura della coop. ArcheoTaccu.

Giovedì 31 agosto, per la rassegna dedicata ai comuni sardi con meno di tremila abitanti, la  Biblioteca comunale di Talana ospita alle 20.00 LA STORIA DELLA SARDEGNA SPIEGATA AI BAMBINI, altra nuova produzione del Crogiuolo, scritta e diretta da Rita Atzeri, con Alessandra Leo e con Claudia Argiolas, Stefano Carta, Sergio Deidda, Stefania Pusceddu, Angela Meloni, Giovanni Trudu, Cesare Rombi. E’ uno spettacolo che avvicina mitologia e storia, utilizzando il teatro d’attore, il teatro danza, la narrazione e il teatro di figura, con maschere e oggetti. Un narratore evoca con le sue parole i diversi personaggi, che fanno prendere vita a leggende e avvenimenti storici. I piccoli spettatori assistono così alla nascita dell’Isola Ichnusa, per imposizione del piede di Dio, alla formazione della Sella del Diavolo nel Golfo degli Angeli di Cagliari e a quella dei nuraghi, alla fondazione di Nora da parte di Norace. Dal mito si passa alla storia, l’arrivo dei Fenici, la presenza dei Romani nell’Isola, quella di Bizantini e Vandali, alle soglie del Medioevo, dove la narrazione si interrompe.

Prima, alle 18, sempre in Biblioteca comunale si svolgerà la tavola rotonda “Turismo archeologico, una realtà possibile”, un momento di confronto e riflessione per delineare scenari futuri sul tema del turismo culturale in Sardegna, con particolare attenzione a quello archeologico. Interverranno il sindaco di Talana Franco Tegas, l’artista Carlo Laconi, l’operatrice culturale Angela Demontis, Alessandra Garau della cooperativa Irei (che gestisce i siti delle aree archeologiche di Villagrande Strisaili, Ilbono, Tortolì e Irgoli), lo storico Francesco Casula.

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I musei di Santadi saranno protagonisti di un fitto calendario di incontri che si svolgeranno nei mesi di aprile, maggio e giugno e affronteranno tematiche legate alla storia, l’archeologia e le tradizioni popolari della Sardegna.

Gli incontri partiranno il 21 aprile con il primo appuntamento di Arrexonadas, contus de pipius, il primo di tre chiacchierate in lingua sarda che si terranno nei locali del Museo etnografico Sa Domu antiga. Gli incontri, moderati dall’operatore per la lingua sarda Roberto Pinna, verteranno quest’anno sull’approfondimento di alcune tematiche relative all’infanzia nella tradizione e nella cultura popolare. Si affronteranno, nei tre appuntamenti previsti, gli aspetti legati alla vita dei bambini nella scuola e sul lavoro, e il tema dell’evoluzione del vestiario infantile da quello più strettamente tradizionale alle influenze delle successive mode italiane ed europee. Is arrexonadas, che si svolgeranno il 21 e 28 aprile e il 5 maggio, alle ore 17.00, saranno accompagnate da testimonianze e letture.

Il 22 aprile si aprirà, presso il Museo archeologico, un ciclo di incontri con gli autori di testi che riguardano la storia e l’archeologia della Sardegna. Nel primo incontro sarà presentato il volume “Shardana e Sardegna”, in compagnia dell’autore, archeologo e docente universitario Giovanni Ugas. Fin dalla prima decifrazione delle fonti egizie (e non solo) che li citano, storici e archeologi hanno dibattuto sulla possibilità di collegare o meno gli “Shrdn”, citati tra i cosiddetti “Popoli del Mare”, alla Sardegna o ad altre parti del Mediterraneo. Il nuovo, ampio studio del prof Giovanni Ugas, frutto di una ricerca pluridecennale, riapre la questione. 

L’incontro successivo si svolgerà, sempre al Museo archeologico, il 28 maggio, quando sarà presentato il volume di Angela Demontis dal titolo “Il popolo di Bronzo”. Com’era la moda nell’età del bronzo in Sardegna? Che tipo di armi usavano i guerrieri nuragici? Queste ed altre domande trovano risposta in questo volume, che presenta un inedito lavoro di ricerca iconografica. Attraverso un’attenta analisi dei bronzetti sardi svela, tramite illustrazioni a matita, particolari finora passati inosservati. I primi due capitoli descrivono i possibili materiali impiegati, le tecniche e i possibili colori utilizzabili dai nuragici nell’età del Bronzo per realizzare abiti e attrezzature. La seconda parte del libro, strutturata in 100 schede, descrive minuziosamente con testo e 105 illustrazioni dettagliate: abiti, copricapo, elmi, archi, spade, scudi ed ogni sorta di attrezzo scolpito nelle statuette.

Dal 12 maggio, infine, inizieranno i corsi di storia e archeologia sarda tenuti dall’archeologo Nicola Sanna, curatore del Museo archeologico di Santadi. Il fitto calendario, oltre a una serie di lezioni frontali che vedranno protagonisti anche altri studiosi del settore, comprenderanno in questa prima fase anche alcune visite guidati ai siti preistorici più importanti del territorio.

21 aprile Museo etnografico “Sa Domu Antiga”, via Mazzini 47, ore 16.30

Arrexonadas. Contus de pipius: letture e testimonianze sui bambini e il lavoro nel passato

22 aprile – Museo Civico Archeologico, via Umberto I 17, ore 17.30

Presentazione del volume “Shardana e Sardegna” di prof. Giovanni Ugas

28 aprile – Museo etnografico “Sa Domu Antiga”, via Mazzini 47, ore 16.30

Arrexonadas. Contus de pipius: sa bistimenta antiga

5 maggio – Museo etnografico “Sa Domu Antiga”, via Mazzini 47, ore 16.30

Arrexonadas. Contus de pipius: letture e testimonianze sui bambini e la scuola nel passato

12 maggio – Museo Civico Archeologico, via Umberto I 17, ore 17.00

Corso di storia sarda, 1ª lezione (Introduzione. Paleolitico, Mesolitico e Neolitico)

20-21 maggio – Monumenti aperti 2017

26 maggio – Museo Civico Archeologico, via Umberto I 17, ore 17.00

Corso di storia sarda, 2ª lezione (Eneolitico e prima età del Bronzo)

28 maggio – Museo Civico Archeologico, via Umberto I 17, ore 18.00

Presentazione del volume “Il Popolo di Bronzo” di Angela Demontis… dal libro alla mostra e oltre…

4 giugno – Corso di storia sarda, 1ª escursione

9 giugno – Museo Civico Archeologico, via Umberto I 17, ore 17.00

Corso di storia sarda, 3ª lezione (La civiltà nuragica: età del Bronzo)

23 giugno – Museo Civico Archeologico, via Umberto I 17, ore 17.00

Corso di storia sarda, 4ª lezione (La civiltà nuragica: età del Ferro)

25 giugno – Corso di storia sarda, 2ª escursione

Tutti gli eventi sono gratuiti, il corso di storia sarda ha un costo complessivo di 30 €.