29 March, 2024
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L’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, ha chiesto un incontro urgente al neo ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Matteo Salvini, un incontro urgente per fare il punto sullo stato dell’infrastruttura energetica e industriale regionale, e trovare le soluzioni più adatte a risolvere le criticità dell’area di crisi complessa di Portovesme.

“Nel congratularmi per il Suo nuovo incaricocomunica l’assessore in una letterale scrivo per richiamare la Sua attenzione nei confronti della questione infrastrutturale energetica e industriale della Sardegna. Nello specifico il riferimento è rivolto all’infrastruttura energetica che si sarebbe dovuta realizzare a seguito della sigla del patto per la Sardegna e che, invece, è stata bloccata dalla nuova configurazione energetica scelta unilateralmente dal precedente governo, motivazione per la quale la Regione Sardegna ha impugnato il Decreto Energia emanato da Mario Draghi. Tale ultimo decreto contiene al suo interno opere cantierabili e urgenti da realizzarsi nello spazio portuale di Portovesme, area del Sulcis fortemente compromessa dalle crisi industriali e che trova l’amministrazione locale contraria.”

L’assessore dell’industria sottolinea l’urgenza dell’incontro con il ministro Matteo Salvini al fine di poter garantire al territorio regionale e alla Comunità Sarda gli elementi infrastrutturali necessari allo sviluppo e alla ripartenza.

“La questione conclude Anita Piliè particolarmente urgente e coinvolge non solo lo sviluppo futuro, ma attualmente diverse migliaia di lavoratori.”

Sottoscrizione dell’Addendum al Memorandum of Understanding, autorizzazione dei progetti di bonifica di competenza ministeriale e rinnovo della Cassa Integrazione Straordinaria per i lavoratori dell’Eurallumina Spa fino al 2025.

Sono le richieste che gli assessori dell’Industria, Anita Pili, della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, e del Lavoro, Alessandra Zedda, rivolgono ai neo ministri Adolfo Urso (MISE), Gilberto Pichetto Fratin (MITE) e Marina Elvira Calderone (Lavoro e Politiche Sociali) in una lettera in cui chiedono un incontro urgente relativo al futuro dell’Eurallumina SpA, a fronte della necessità, prospettata dall’azienda, della proroga della sospensione dell’attività temporanea fino al 30 giugno 2025, finalizzata al completamento degli interventi necessari al rilancio del polo produttivo dell’alluminio.

«La Regione Sardegnascrivono gli esponenti della Giunta Solinas – è impegnata a mettere in campo tutte quelle azioni tese al rilancio dei poli industriali, e in particolare di quelli che insistono nelle Aree di crisi complessa. Un processo lungo ed impegnativo che richiede uno sforzo unitario di tutte le parti in causa: Governo, Regione, Azienda e Organizzazioni Sindacali. In questo quadro strategico, il rilancio del polo industriale dell’alluminio di Portovesme, rappresenta una delle priorità.»

«I lavoratori dell’Eurallumina evidenziano gli assessori da diversi anni vivono una condizione di drammatico disagio sociale, aggravato in questi ultimi anni a causa della crisi economica connessa dapprima all’emergenza Covid-19 e, successivamente, dal conflitto in Ucraina, e necessitano di risposte tempestive che diano una nuova prospettiva almeno in termini economici.»

Dal 2009, anno in cui è stato firmato un protocollo di intesa che prevedeva, tra l’altro, la sospensione temporanea della produzione, sono state seguite tutte le attività propedeutiche volte alla realizzazione degli interventi necessari al rilancio dell’Eurallumina SpA, periodo nel quale i lavoratori hanno beneficiato della Cassa Integrazione. Nel 2021 il ministero del Lavoro ha concesso la Cassa Integrazione Straordinaria (CIGS) ai fini della riorganizzazione aziendale, fino al 31 dicembre 2022.

Ora, l’azienda ha reso nota la necessità di proseguire la sospensione dell’attività temporanea ai fini del completamento degli interventi, previsto per il 30 giugno del 2025.

«Pertanto – chiedono gli assessoriè necessario rinnovare la concessione della CIGS in favore dei lavoratori fino alla medesima data del 30 giugno 2025, e proseguire con le successive azioni necessarie al rilancio del polo produttivo.»

Nuovo incontro sulla vertenza della Portovesme srl, a mezzogiorno, a Villa Devoto, convocato dal presidente della Regione Christian Solinas, Siederanno attorno allo stesso tavolo, le segreterie confederali territoriali di CGIL, CISL e UIL; la RSU della Portovesme srl; la direzione aziendale della Portovesme srl; l’assessore dell’Industria Anita Pili; l’assessore del Lavoro e vicepresidente della Regione Alessandra Zedda.

Le commissioni Ambiente ed Attività produttive del Consiglio regionale, riunite in seduta congiunta sotto la presidenza di Piero Maieli (Psd’Az) e con la partecipazione dell’assessore dell’Industria Anita Pili, hanno audito il sindaco di Portoscuso Ignazio Atzori ed il vice Giorgio Alimonda sul progetto presentato dalla Snam per la sistemazione della gasiera da 140.000 metri cubi sulla banchina Est del porto di Portoscuso.
Sul progetto il comune di Portoscuso ha da tempo espresso una posizione contraria, «non per motivi ideologici hanno precisato Ignazio Atzori e Giorgio Alimonda -, quanto perché, anche dal punto di vista tecnico, appare irrealizzabile ed aggraverebbe la già difficile situazione del porto».
«Infatti hanno sostenuto -, l’area portuale non sarebbe praticabile per navi gasiere di quelle dimensioni, senza un radicale intervento di dragaggio dei fondali (occorrerebbe scendere dagli attuali 4 ai 12 metri di pescaggio) per il quale, a fronte di un costo ipotizzato superiore ai 40 milioni di euro, non c’è copertura finanziaria né viene indicato il soggetto attuatore. Il porto inoltre, hanno ricordato sindaco e vice sindaco di Portoscuso, avrebbe poi bisogno di altre opere molto consistenti (dai 20 ai 24 milioni di euro), per quanto riguarda il banchinamento e le infrastrutture di servizio.»
«E’ vero che le aziende del territorio, come Eurallumina e Sider Alloys, hanno necessità di energiahanno aggiunto Ignazio Atzori e Giorgio Alimonda -, ma questo problema può essere risolto con la realizzazione di un piccolo deposito costiero, non certo con un mega impianto che alla fine determinerebbe un livello del prezzo del gas fra i più alti d’Italia.
C’è poi da considerare la questione ambientale, per l’impatto del nuovo impianto sulla sicurezza e la salute dei cittadini, in un territorio che ha già pagato un prezzo molto pesante agli insediamenti industriali, con vaste aree contaminate dalla presenza di metalli pesanti e non ancora bonificate. Chiediamo perciò più attenzione alle istituzioni regionali – hanno concluso Ignazio Atzori e Giorgio Alimonda -, ed appena possibile presenteremo precise richieste anche al nuovo governo nazionale, per la ricerca condivisa di soluzioni alternative.»
Sui rapporti col Governo si è soffermata anche l’assessore Anita Pili, che ha ribadito il parere contrario della Regione al Dpcm, parere espresso con chiarezza anche al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel confronto istituzionale che ha preceduto il varo del decreto. A nostro giudizio, ha affermato Anita Pili, al Sulcis servono un progetto compatibile con il territorio e la revisione del decreto: su questo, saremo sempre al fianco degli Enti locali interessati, auspicando che il nuovo governo tenga conto delle nostre buone ragioni.
Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Alessandro Solinas (M5S), Maria Laura Orrù (Progressisti), Valter Piscedda (Pd) e Michele Ennas (Lega).
La commissione ha poi deciso di avviare un ciclo di audizioni e di effettuare un sopralluogo a Portoscuso.

«Personalmente ho condiviso le preoccupazioni espresse dal tavolo odierno. Sono convinto che la decisione dell’azienda di fermare anticipatamente la linea piombo e aggiungere nuovi cassaintegrati a quelli già collocati in tale condizione nei mesi scorsi (con la motivazione dei rincari energetici), sia stata pretestuosa, ai limiti della provocazione. Nondimeno, totalmente irrispettosa delle normali relazioni istituzionali-industriali. Dietro essa, potrebbe esserci un malaugurato disegno di smantellamento degli asset produttivi.»
Lo ha detto il consigliere regionale Fabio Usai, al termine del vertice svoltosi a Villa Devoto, a Cagliari, convocato dal presidente della Regione Christian Solinas con le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil, l’assessora regionale all’Industria Anita Pili ed il consulente rag. Carlo Lolliri, sulla vertenza della Portovesme SRL.

«Non è un mistero, infatti, che la multinazionale in questi anni abbia conseguito utili miliardari – ha aggiunto Fabio Usaie nonostante ciò, alle prime difficoltà dettate dal caro-energia – che peraltro, indistintamente, colpisce ogni famiglia e impresa del Paese – abbia assunto decisioni drastiche senza nemmeno attendere l’insediamento del nuovo esecutivo nazionale, ossia l’unico interlocutore in grado di garantire realmente risposte sul fronte vertenziale. E va anche ricordato, che se oggi l’azienda subisce questa situazione, ciò è dovuto in parte anche alle poco lungimiranti scelte del suo management nel passato, quando vennero stipulati gli accordi sulle tariffe energetiche.»
«L’altro paradossale aspetto è che la Glencore parla di possibili (allo stato attuale fantomatiche) conversioni produttive basate su metalli rariha rimarcato Fabio Usai ma non presenta il minimo piano industriale corredato da serie analisi sugli impatti economici, occupazionali e ambientali, nonché sulle tempistiche di realizzazione delle stesse (e, in ogni caso, ogni ipotesi di conversione produttiva dovrà essere avviata con lo stabilimento in marcia e la salvaguardia dei posti di lavoro).»

«Tutto ciò è davvero inaccettabile, denuncia l’esponente politico. Anche in virtù del fatto che questa crisi industriale ricade su territori già gravemente colpiti dalla deindustrializzazione e dalla crisi occupazionale, che tanto hanno concesso, anche in termini di ricadute ambientali, allo sviluppo industriale – ha concluso Fabio Usai -. Mi associo perciò alle richieste pervenute a vario titolo dal tavolo istituzionale-sindacale per una convocazione della Glencore ai massimi livelli, per sollecitarla a recedere dalle proprie intenzioni, congelando le procedure di fermata impianti e cassa integrazione. È il momento di fare un fronte unico in ambito regionale per avviare, appena si insedierà il nuovo governo nazionale, interlocuzioni forti sul futuro degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino, e di conseguenza del tessuto industriale della nostra isola.»

Si è svolto questo pomeriggio, a Villa Devoto, sede istituzionale della Giunta regionale, a Cagliari, il vertice sulla vertenza della Portovesme srl convocato dal presidente Christian Solinas, con le organizzazioni sindacali territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec, Cgil Sardegna Sud Occidentale, Ust Cisl, Uil Confederale e RSU di Portovesme e San Gavino Monreale. Hanno partecipato al vertice l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili, i consiglieri regionali Michele Ennas e Fabio Usai ed il ragionier Carlo Lolliri (ex amministratore delegato della Portovesme srl, n.d.r.), in qualità di consulente a titolo gratuito del presidente della Regione in materia di industria.

«Nel corso della riunione si legge nel verbale stilato al termine, dopo tre ore di discussioneè emersa la forte preoccupazione delle parti determinata dalla decisione annunciata dall’azienda di fermare anticipatamente la linea piombo e aggiungere nuovi cassaintegrati a quelli già collocati in tale condizione nei mesi scorsi, determinata, a detta dell’azienda, dai rincari energetici. Una motivazione che, tenuto conto degli utili registrati dall’azienda e dell’ancora forte domanda interna di zinco e piombo, Regione e Sindacati considerano inidonea a giustificare le annunciate chiusure. Regione e Sindacati concordano sull’esigenza che l’Azienda faccia immediata chiarezza sulle reali prospettive dei plessi produttivi di Portovesme e San Gavino Monreale, in un’ottica di corrette relazioni istituzionali-industriali, attraverso un Piano industriale, numeri e progetti concreti e valutabili. Le contraddittorie prospettazioni emerse finora da parte aziendale lasciano invece temere un allarmante indebolimento del sistema produttivo, e forse un definitivo smantellamento dell’unico polo della metallurgia non ferrosa della Sardegna.»

In seguito ad ampia ed approfondita discussione le parti hanno concordato quanto segue:

  1. l’impegno del Governatore e della Giunta della Regione Autonoma della Sardegna di attivarsi con l’attuale Governo in carica, affinché in questa fase di transizione governativa si mettano in campo tutti gli strumenti utili e necessari ad impedire la fermata delle linee produttive della Portovesme S.r.l.:
  2. l’impegno da parte del Presidente della Regione Sardegna a convocare la proprietà Glencore al fine di richiedere la sospensione di qualsiasi iniziativa di fermata degli impianti;
  3. la richiesta di proroga dell’attuale cassa integrazione in scadenza al 24 ottobre 2022.

«La Regione Sardegna apprezza la volontà dell’azienda di continuare ad investire nel sito industriale di Portoscuso, riconvertendo la produzione per aprirsi a nuovi mercati, ma rinnova l’appello di non fermare gli impianti della Fonderia di San Gavino e scongiurare nuove misure di cassa integrazione. Chiediamo più tempo, in attesa che entri in carica il nuovo Governo e metta in campo quegli strumenti necessari per calmierare i prezzi dell’energia, integrando il Decreto Energy release con una riserva alle isole maggiori.»

E’ la richiesta congiunta degli assessori del Lavoro, dell’Industria e della Difesa dell’ambiente, Alessandra Zedda, Anita Pili e Gianni Lampis, alla Glencore nel corso del vertice tenutosi questo pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico con l’azienda, le parti sociali e datoriali, alla presenza del viceministro del Mise, Alessandra Todde.

Nel corso della riunione, la Portovesme S.r.l ha ribadito che, nonostante le difficoltà dovute alla congiuntura economica negativa, che ha causato perdite ingenti nell’ultimo biennio, l’azienda è pronta a riconvertire la produzione di zinco e piombo, ricondizionando gli impianti per produrre materiali più appetibili nel mercato mondiale, utili alla produzione di batterie di nuova generazione. Questo consentirebbe alla Glencore di diventare l’azienda leader in Europa, beneficiando di impianti consolidati e forza lavoro esperta, matura e specializzata. Nella fase di transizione produttiva la Regione si è resa disponibile ad investire nella formazione delle maestranze.

«Il sito industriale di Portovesme ha un valore strategico a livello nazionalehanno ribadito i tre assessori regionalil’amministrazione regionale è pronta a trattare con il nuovo esecutivo per recuperare gli svantaggi dovuti alla condizione di insularità, un principio riconosciuto oggi dalla nostra Costituzione. Tuteliamo le risorse umane. Dietro ogni lavoratore c’è un progetto di vita e una famiglia. Siamo pronti ad accompagnare i lavoratori con gli ammortizzatori sociali più idonei in un’eventuale fase di transizione, e ad affiancare l’azienda investendo sulla riqualificazione del personale.»

Si è svolto stamani, in videoconferenza, alla presenza dei rappresentanti dell’azienda, di Confindustria, e del Consiglio regionale, la riunione interassessoriale per fare il punto della situazione sul futuro della Portovesme S.r.l, in previsione del vertice convocato domani, 6 ottobre, al ministero dello Sviluppo economico. Durante l’incontro, è stato approfondito lo stato di crisi aziendale dovuto al caro energia e l’esigenza di riconvertire, nei prossimi mesi, le linee produttive con materiali più richiesti dal mercato mondiale. I rappresentanti della Giunta regionale hanno fatto appello all’azienda di non fermare la produzione e non attivare precipitosamente la cassa integrazione.

«Comprendiamo la posizione della Portovesme S.r.l, ma chiediamo all’azienda di soprassedere, sospendere la decisione di fermare gli impianti della fonderia di San Gavino e salvaguardare i livelli occupazionali, in attesa di aprire una trattativa con il nuovo Governo ed integrare il decreto Energy release, appena approvato, anche con riguardo al principio di insularità.»

E’ la richiesta congiunta degli assessori del Lavoro, dell’Industria e della Difesa dell’ambiente, Alessandra Zedda, Anita Pili e Gianni Lampis alla Portovesme S.r.l.

«L’onere della riconversione industrialeha dichiarato Alessandra Zedda e la strategia aziendale non devono essere a carico dei lavoratori. Il tema del caro energia è una partita unica per tutte le aziende che operano in Sardegna ed è all’attenzione della Giunta e del  Consiglio regionale, che stanno lavorando per mettere in campo una serie di strumenti di compensazione in grado di contenere i costi energetici.»

«Diventa sempre più urgenteha affermato Anita Pilidare una risposta concreta ai lavoratori alla luce dell’interruzione delle linee produttive annunciata dall’azienda. Comprendiamo che l’offerta vada ridimensionata sulla base delle attuali condizioni del mercato, ma vogliamo capire se il piano di ristrutturazione aziendale preveda, ad esempio, che la chiusura delle vecchie linee produttive venga sostituita con l’apertura delle nuove, e di conseguenza, che venga contemplato il mantenimento delle professionalità in servizio  e non in cassa integrazione.»

«Il Sulcis ed il Medio Campidano sono tra i territori più poveri di Italia. Il prezzo della crisi non può ricadere sull’anello più debole della catena, un territorio martoriato dalla crisiha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis -. Il Sulcis, in particolare, è stato inquinato e depredato. Ogni decisione dell’azienda non potrà prescindere dagli impegni e dagli investimenti assunti per i progetti di recupero ambientale nel sito industriale di Portovesme. La Regione vigilerà affinché siano portati a termine tutti i programmi di bonifica.»

«La bocciatura del ricorso presentato dalla Regione Sardegna presso il TAR del Lazio lo scorso luglio, per l’annullamento del Decreto Energia, rappresenta lo specchio dell’inerzia e della mancanza di prospettive per il futuro da parte della Giunta Solinas.»

Lo scrive, in una nota, Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito Democratico del Sulcis Iglesiente.

«Christian Solinas e l’assessora dell’Industria Anita Pili, infatti, pur avendo avuto tutto il tempo necessario ad avviare un confronto con il Governo per influire sulle scelte dell’esecutivo e proporre la propria visione strategica,  sono i protagonisti in negativo di una vicenda che avrebbe potuto rappresentare un’importante occasione di concertazione, nell’ambito di una transizione energetica efficiente in grado di rispondere alle esigenze del mondo produttivo e delle famiglieaggiunge Daniele Reginali -. E’ assurdo che dopo aver chiesto di concertare per trovare delle soluzioni sia stato presentato e bocciato un ricorso dal TAR del Lazio che oltre ad aprire uno scontro con il Governo nazionale, è l’esempio più significativo dell’incapacità di trovare soluzioni e dell’immobilismo di una Giunta che assiste alla crisi delle centrali sarde ed alla loro chiusura senza avere una proposta alternativa, e senza neanche mettere seriamente in campo le iniziative per una riconversione, lasciando da parte il ruolo attivo riservato all’Amministrazione regionale dallo Statuto Speciale nell’ambito delle politiche energetiche.»

«Una sconfitta pesante che rischia di privare le attività produttive della possibilità di essere competitive, ed impedisce alla Sardegna di essere energeticamente in linea con quanto accade nelle altre regioni italiane, sia per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas metano che per quanto concerne la tariffa unicaconclude Daniele Reginali -. Si rischia in questo modo un vero e proprio “commissariamento”, con decisioni che non tengono conto della realtà dell’Isola, il tutto senza un programma coordinato e relativo ai temi dell’energia e della sostenibilità ambientale.»                                                                                                                   

Potrebbe aprirsi uno spiraglio per il futuro della Portovesme srl, messo fortemente a rischio dall’incredibile aumento del prezzo dell’energia.

Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare a breve il nuovo decreto Energia. È quanto emerso dall’incontro, in video conferenza tra Mise, Regione, Portovesme Srl, parti sociali e datoriali.

«La Regioneha detto la vice presidente della Giunta regionale, Alessandra Zedda chiede di essere coinvolta nella stesura del decreto per verificare i contenuti prima dell’approvazione finale.  Oggi le condizioni normative sono cambiate ed abbiamo uno strumento in più, il principio di Insularità in Costituzione, approvato dal Parlamento, che riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità.»

«L’impegno della Regione Sardegna sull’Energy Release è costante, quotidiano, come testimoniato dai risultati finora raggiunti in sede di Conferenza delle Regioni ha detto l’assessore dell’Industria, Anita Pili -. Stiamo lavorando per far sì che i decreti attuativi siano il più possibile rispondenti alle esigenze specifiche della Sardegna come isola e alle sue aziende. I numerosi colloqui intercorsi in questi mesi con le aziende da un lato, e con il MITE dall’altro, sono servite appunto a far emergere tutti i contenuti necessari alla stesura del decreto attuativo sul tavolo del Governo, in cui la Regione Sardegna ha chiesto di essere coinvolta. Giovedì il Consiglio dei Ministri si riunirà per discutere l’approvazione del nuovo Decreto Aiuti e si potranno valutare con maggiore concretezza le azioni da mettere in campo, molte delle quali sono già ampiamente state affrontate fino ad oggi con le aziende che la Regioneha concluso Anita Pili sostiene con tutti i mezzi necessari”.

«La Portovesme Srl è inserita nell’area di crisi complessa, un territorio soggetto a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale con un impatto significativo sulla politica industriale nazionale, non risolvibile con risorse e strumenti di sola competenza regionale. Il suo futuro e quello dei lavoratori ha una rilevanza di importanza nazionale. Ci attendiamo dal Governo, finché resta in carica, risposte concrete», ha concluso Alessandra Zedda.

L’aggiornamento del tavolo con i sindacati è stato già calendarizzato dal MISE per mercoledì 14 settembre alle 9.00.