28 March, 2024
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Seconda giornata di sciopero dei lavoratori elettrici a Portovesme, organizzata da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil con la fermata totale della Centrale Enel Grazia Deledda. In concomitanza con la giornata di mobilitazione si è svolto un presidio, davanti ai cancelli della centrale, al quale hanno partecipato sia i lavoratori elettrici, sia i lavoratori delle imprese d’appalto.
Le ragioni della protesta che vede impegnati i sindacati unitariamente a livello nazionale e locale, sono tese a contrastare il tentativo di Enel di esternalizzare attività strategiche e tagliare gli investimenti per la transizione energetica mettendo a rischio i lavoratori diretti e degli appalti.
Nel corso del presidio, abbiamo intervistato i segretari di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, Francesco Garau, Giorgio Calaresu e Pierluigi Loi, e don Antonio Mura, responsabile dell’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Iglesias.

Si è svolto oggi in Sardegna lo sciopero dei lavoratori Enel indetto dalle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL «per protestare contro le politiche dell’azienda sui tentativi di esternalizzare attività strategiche e tagliare gli investimenti per la transizione energetica mettendo a rischio i lavoratori diretti e degli appalti». La mobilitazione è scattata a livello nazionale ma la Sardegna è una delle regioni dove è più forte la preoccupazione per il futuro dei lavoratori.

Stamane, davanti all’ingresso della Centrale Grazia Deledda, a Portovesme, abbiamo intervistato il segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente, Salvatore Vincis, e don Antonio Mura, responsabile dell’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Iglesias.

La Chiesa Diocesana, attraverso la mia presenza come Ufficio pastorale sociale e del lavoro, venerdì 8 marzo, sarà presente e vicina alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto ENEL per sostenere la lotta con l’obiettivo di ottenere risposte chiare sulle prospettive energetiche e, soprattutto, sulle prospettive occupazionali. Non è accettabile che le lavoratrici e o lavoratori siano ridotti a semplici numeri nelle colonne dei registri di cassa e di prospettive industriali che altri hanno deciso passando sopra la vita delle persone e delle loro famiglie.

Don Antonio Mura

Sanità…quale sogno? La domanda di salute non è mai inappropriata (come qualche Politico-Politicante vorrebbe farci intendere), può esserlo solo la risposta, da parte di un “Sistema incapace” di adeguarsi alle trasformazioni sociali in atto. I veri problemi di ogni Pronto soccorso, sono da individuare nell’aumento esponenziale, ancora oggi sottovalutato, dei pazienti anziani, che chiedono, giustamente, una risposta del sistema sanitario del tutto nuova rispetto al passato, a partire dall’emergenza, e la contemporanea drammatica carenza di medici formati e certificati per svolgere attività di pronto soccorso, dovuta alla miopia del numero chiuso al corso di laurea in medicina, alla riduzione delle assunzioni che ha bloccato il sistema per anni nell’ottica di un risparmio che ha prodotto invece un costo altissimo, e infine alla paradossale esiguità dei posti di specializzazione in medicina di emergenza–urgenza. Nonostante tutto questo, al di là degli slogan e di proposte che sfiorano il surreale, la riorganizzazione del sistema sanitario continua a non essere un tema affrontato seriamente nell’agenda politica, lasciando “ai margini” i cittadini.

Come si farà ad uscire dalla profonda crisi attuale e quale sarà il futuro della sanità di domani? L’emergenza-urgenza ha bisogno di professionisti sanitari formati e certificati per garantire ai cittadini le migliori prestazioni, con la massima competenza professionale e tempestività di esecuzione dei percorsi di cura. Oggi la qualità dei servizi dell’emergenza sanitaria è affidata interamente allo spirito di sacrificio degli operatori, ai quali va rivolta la nostra gratitudine e non gli insulti e le violenze spesso a loro rivolte: a chi sceglie la specialità oggi si chiede di essere pronti a turni pesantissimi, fino all’età della pensione e spesso oltre, avere impegnati almeno due-tre week end al mese, con stipendi molto meno appetibili.

Se non verranno risolti i problemi reali, dalla riorganizzazione del sistema di cure alla valorizzazione delle competenze, la maggior parte dei laureati in Medicina sceglierà sicuramente altre strade rispetto all’emergenza-urgenza, con condizioni di lavoro più accettabili, un soddisfacente riconoscimento della professionalità e con una minore esposizione al rischio di aggressioni. Al momento non è stata proposta alcuna soluzione strutturale, ma solo rimedi improvvisati ed emotivi o funzionali a qualche campagna elettorale, che, oltre a non permettere la soluzione vera dei problemi, provocheranno un aumento esponenziale dei costi dell’inevitabile disintegrazione del sistema sanitario nazionale pubblico. Chi ci governa, cosa vorrà fare? Attendiamo urgenti risposte.

Don Antonio Mura

Cittadino e responsabile diocesano UPSL Iglesias

Addio Gigi Riva. Un grande calciatore, tra i più grandi, ma soprattutto un grande uomo, onesto, leale e coerente… non comprabile dalle logiche di mercato. Ha rifiutato compensi ben cospicui da società calcistiche ben più importanti del “Cagliari Calcio”, ma lui “No”!

Fedele sempre al “Cagliari Calcio”, fedele per sempre alla sua Sardegna di cui è diventato parte integrante. Spero che tante istituzioni che ci governano e ci governeranno, sappiano amare la Sardegna almeno in questo modo, senza mai compromettersi con logiche di mercato e sempre al servizio della gente, di tutta la gente sarda, di ogni persona della nostra meravigliosa Sardegna e, conseguentemente, per il Bene comune. Grazie Gigi.

Antonio Mura, prete “tifoso ” della Sardegna

A Carbonia, sabato sera, 15 sindaci e circa 200 persone hanno partecipato alla fiaccolata per la salute organizzata dal sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, per fermare il progressivo impoverimento della sanità pubblica nel territorio della Asl del Sulcis Iglesiente. All’appello del primo cittadino di Carbonia, comune capoluogo della provincia del Sud Sardegna, hanno risposto 14 colleghi: San Giovanni Suergiu, Elvira Usai; Carloforte, Stefano Rombi; Portoscuso, Ignazio Atzori; Sant’Anna Arresi, Maria Teresa Diana; Teulada, Angelo Milia; Nuxis, Romeo Ghilleri; Perdaxius, Gianluigi Loru; Villaperuccio, Marcellino Piras; Giba, Andrea Pisanu; Musei, Sasha Sais; Piscinas, Mariano Cogotti; Domusnovas, Isangela Mascia; Masainas, Gian Luca Pittoni; Santadi, Massimo Impera.

Don Giampaolo Cincotti, vicario foraneo di Carbonia, ha letto i messaggi del cardinale e amministratore apostolico della diocesi di Iglesias Arrigo Miglio e del responsabile dell’Ufficio della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias, don Antonio Mura, impossibilitati ad intervenire per concomitanti impegni, che riportiamo integralmente.

Cardinale Arrigo Miglio: «Desidero esprimere la mia vicinanza e la mia partecipazione alla vostra manifestazione per la situazione della sanità pubblica nel nostro territorio. Impegni pastorali precedenti non mi permettono di essere presente, ma non posso non sentirmi vicino alle tante persone sofferenti a motivo dei loro problemi di salute e a motivo delle carenze delle nostre strutture. Auspico vivamente che a tutti i livelli e in tutto il nostro territorio si cerchi sempre, in primo luogo il bene comune, che può essere realizzato solo se si mettono in primo piano le esigenze dei più deboli».

Don Antonio Mura: «Impedito dal partecipare, per pregressi impegni Pastorali portoscusesi, col desiderio di condividere la Vostra significativa iniziativa sociale a favore del territorio, vi indirizzo il seguente messaggio come contributo ecclesiale per l’iniziativa. A premessa, accogliete la gratitudine per coloro che hanno ispirato e organizzato questo importante Evento e grazie a tutti coloro che hanno la possibilità di parteciparvi. Per continuare a garantire a tutte le persone il DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA TUTELA DELLA SALUTE, servono riforme coraggiose e inderogabili. Questa serata è una delle tante occasioni nelle quali le persone e le Istituzioni del Sulcis Iglesiente hanno tentato e tentano di sensibilizzare i decisori politici competenti sull’urgenza di ridare centralità al SISTEMA DI SANITÀ PUBBLICA nel nostro territorio, riconoscendone il valore sociale. Il SSN, che si basa sui principi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità, è un bene comune, non un privilegio di pochi cittadini, di chi i soldi li ha e le Amicizie “in alto loco”, le valorizza. Le generazioni attuali e prossime del nostro territorio meritano un modello sanitario solido, ben organizzato, con adeguate risorse pubbliche da investire per la salute e il benessere delle persone. Pertanto, si rende sempre più urgente un Piano di Rilancio “NON CAMPANILISTICO, NON SCHIAVO DI LOGICHE ELETTORALI O DI SPARTIZIONE TRA PICCOLI E GRANDI POTENTATI territoriali o Regionali. Senza un SISTEMA SANITARIO forte e resiliente per il BENE COMUNE, soprattutto dei più fragili e poveri, viviamo e vivremo conseguenze drammatiche per tutta la popolazione del Sulcis Iglesiente. Che dire delle Migrazioni sanitarie che moltissime persone del Sulcis Iglesiente sono costrette a vivere e che non tutti si possono permettere; da qui la drammatica scelta, in tantissimi pazienti, di rinunciare alle cure e con la conseguente riduzione dell’aspettativa di vita. L’alternativa al DISASTRO attuale è SUPERARE gli attuali modelli del SSN basato sul “libero mercato” che, pur essendo APPARENTEMENTE efficiente, ne evidenzia gravemente i limiti per molte fasce più deboli della popolazione, perché prevede costi più elevati per accedere alle cure o costose assicurazioni sanitarie. Servono coraggiose riforme al di la delle strumentalizzazioni elettorali e dei gravi tentativi di strumentalizzazioni partitiche. Per rilanciare la sanità pubblica è fondamentale rinsaldare soprattutto un rinnovato patto sociale e politico tra tutte le ISTITUZIONI, riconoscendo il SISTEMA SANITARIO LOCALE come uno dei pilastri democratici, una conquista sociale irrinunciabile per il benessere e lo sviluppo economico del Sulcis Iglesiente. Grazie a tutti gli organizzatori e alle organizzatrici, grazie a tutti i partecipanti».

E’ poi intervenuto, in rappresentanza di tutti i sindaci presenti, il primo cittadino di Carbonia, Pietro Morittu, che ha evidenziato la gravità della situazione e la necessità di rivendicare unitariamente il ripristino della piena efficienza dei servizi sanitari nel territorio, nel quale ampie fasce della popolazione vivono una condizione resa in molti casi drammatica dall’impossibilità di ricorrere alla sanità privata. Pietro Morittu ha anche riportato alcuni messaggi ricevuti da cittadini che testimoniamo una situazione generale di gravissima emergenza.

Allegata una breve intervista con il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu.

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Questa mattina il piazzale davanti al Municipio del comune di Portoscuso ha ospitato l’assemblea generale straordinaria di tutte le aziende e dei percettori di mobilità in deroga, convocata dalle segreterie territoriali FIOM-FSM-UILMdella Sardegna Sud-Occidentale e del Sulcis Iglesiente, che ha visto la partecipazione di numerosi sindaci del Comuni del Sulcis Iglesiente e del direttore dell’Ufficio della Pastorale per il Lavoro e il Sociale, don Antonio Mura. In circa un’ora e mezza, i vari interventi hanno evidenziato la drammaticità della situazione di crisi che investe il polo industriale, con le diverse vertenze in atto: Sider Alloys, Eurallumina, Portovesme srl, Centrale Enel, nelle quali i lavoratori più penalizzati sono quelli delle imprese d’appalto che, in mobilità, peraltro in scadenza a fine anno, percepiscono indennità inferiori ai 500 euro al mese, con oltre 1.000 lavoratrici/ lavoratori metalmeccanici che rischiano di essere licenziate/i o di perdere l’attuale ammortizzatore sociale legato all’area di crisi complessa di Portovesme.

L’assemblea ha sollecitato interventi urgenti della Regione e del Governo per porre un argine ad una situazione che rischia di precipitare ulteriormente, con l’utilizzo delle ingenti risorse già a disposizione nel Just Transition Fund, nel PNRR e quelle residue del Piano Sulcis. E’ stato sottolineato come, per quel che riguarda il Just Transition Fund, che ha posto a disposizione del Sulcis Iglesiente 367,2 milioni di euro, mentre a Taranto le procedure sono in uno stato molto avanzato e si sta dando corpo a importanti progettualità, nel Sulcis Iglesiente ad oggi non esiste alcun progetto a conoscenza delle organizzazioni sindacali che possa o faccia pensare a una idea di rilancio di qualche tipo. Un gravissimo ritardo al quale occorre porre rimedio con urgenza.

Nell’immediato, riguardo alla mobilità, sono 450 i lavoratori collegati agli ammortizzatori in deroga per le aree di crisi complessa e la scadenza della concessione della mobilità è fissata al 31/12/2023. Dopo l’assemblea odierna, le organizzazioni sindacali, con i lavoratori e il sostegno delle amministrazioni locali, oggi rappresentante dai sindaci, valuteranno le ulteriori iniziative da intraprendere, senza escludere nessun tipo di mobilitazione.

Tante volte ci si ricorda che i sistemi infrastrutturali… ogni infrastruttura deve essere adeguata per la vivibilità dignitosa e per lo sviluppo di un territorio… penso al nostro Sulcis Iglesiente! Ancora una volta, come cittadino, soffro della morte, nelle nostre strade, di persone e di amici, e come parroco vivo, insieme alle famiglie coinvolte, il dolore intenso per la morte di giovani, che una società pacifica e democratica, avrebbe potuto e dovuto fare di tutto per evitarne la tragica dipartita. Le nostre strade, ormai “stradacce inadeguate” per un territorio che vuol crescere… “stradacce, ormai cimiteriali”… È una strage non più sopportabile!

Strade strutturalmente impoverite… e urani impoveriti, sembra quasi che dobbiamo aver compassione delle strade impoverite e degli urani impoveriti perché “poveri”! Le povertà causate da alcuni, per qualsivoglia progetto opportunista e personalistico, sono e saranno sempre tragedia per tanta altra gente. Questi alcuni come sopravvivono al dettame della propria coscienza? Urani “poveri” da sparare, stradacce povere e non viabili e morti che si moltiplicano!

Non basta rendere più severe le sanzioni per alcuni trasgressori di stili poco sicuri per la viabilità… Con le nostre strade, nel Sulcis Iglesiente, nei nostri Comuni, i pedoni non sono al sicuro, i ciclisti non sono al sicuro, i motociclisti non sono al sicuro, gli autisti non sono al sicuro, i camionisti non sono al sicuro, i trasporti pubblici non sono al sicuro… Abbiamo una viabilità territoriale pessima, inadeguata e pericolosa per ogni forma di transitabilità. Forse, qualcuno spera che “tutti si stia chiusi in casa”. Posso sognare qualche “Piano Sulcis”? O altre forme di progetti di rinascita del nostro Sulcis Iglesiente?

Don Antonio Mura

Responsabile diocesano (Iglesias) UPSL

Il tenente di vascello Giulia Burchielli è il nuovo comandante del porto di Portovesme e capo dell’Ufficio circondariale marittimo di Portoscuso. Ha ricevuto il testimone stamane dal tenente di vascello Paolo Maria Onori, nel corso della cerimonia svoltasi nel piazzale dell’Ufficio Circondariale Marittimo Guardia Costiera, alla presenza del direttore marittimo di Cagliari capitano di vascello Mario Valente, del sindaco di Portoscuso Ignazio Atzori, di don Antonio Mura parroco delle due chiese di Portoscuso e della chiesa di Paringianu, e delle massime autorità militari locali.

Paolo Maria Onori era al comando dell’Ufficio circondariale marittimo di Portoscuso dal 4 settembre 2021, quando rilevò il testimone dal tenente di vascello Enrico De Quarto, proveniente dalla direzione marittima di Catania. La sua carriera proseguirà in Toscana, sua regione d’origine.

Giulia Burchielli arriva a Portoscuso dalla direzione marittima di Portoferraio. Nel corso della cerimonia, sia il comandante uscente sia il comandante entrante erano visibilmente emozionati.

Allegati un vasto album fotografico che documenta il passaggio del testimone del comando e gli interventi del nuovo comandante Giulia Burchielli e del direttore marittimo di Cagliari Mario Valente.

 

Ospedale unico? È veramente questa la soluzione per i problemi che attanagliano la Sanità nel nostro Sulcis Iglesiente?

Alcune considerazioni per contribuire a fare discernimento sociale.

Prima considerazione: Ospedale unico, fra quanti anni e nel frattempo? Investire tanto per questo “Ponte di Messina”, ops. scusate, ho sbagliato, intendevo “Ospedale unico”; progetto faraonico che rischia di far perdere attenzione e risorse per affrontare l’attuale gravissima situazione dell’impostazione del Sistema sanitario del Sulcis Iglesiente. Oggi servono urgentissime scelte, perché la Sanità nel nostro territorio sia adeguata alle molteplici esigenze sanitarie di cui c’è necessità. Oggi tutto il sistema sanitario deve migliorare, evitando le “sirene ammalianti” di future ipotetiche soluzioni.
Seconda considerazione: Ancora una volta il nostro territorio verrà ulteriormente cementificato in modo sconsiderato, come tante volte è già capitato nei decenni passati. Le strutture sanitarie attualmente in funzione, come tante altre volte è capitato, sostituite da “sogni sanitari faraonici”, entreranno, nel prossimo futuro, nel novero delle tantissime strutture fatiscenti, diroccate, che deturpano e rendono insani i nostri centri abitati.
Terza considerazione: Ad ogni cittadino è richiesto di differenziare, perché buona parte dei rifiuti prodotti possano essere riciclati (pagando per questo e altro, sostanziose Tari), ma questo modello virtuoso non sembra valere per le grandi strutture istituzionali e, in questo caso, quelle sanitarie. Si educa ad un recupero-riciclo virtuoso anche non dismettendo l’immenso patrimonio delle strutture sanitarie già esistenti nel nostro territorio e rivalorizzandole. Si chieda ad ogni cittadino ciò, che in modo esemplare, le stesse Istituzioni che ci governano, progettano in modo competente, lungimirante e virtuoso, a favore della dignità delle persone e del bene comune.
Quarta considerazione: Ma chi ci governa, si rende conto che il problema è di rendere sempre più efficiente e coordinato, ciò che già esiste, soprattutto e prima di tutto, sostenendo e potenziando l’impegno di tutti coloro che operano nell’ambito della sanità, che tutti i giorni, con competenza, sacrificio e dedizione, in mezzo a tante difficoltà e ostacoli strutturali e anche istituzionali, svolgono la loro professione sanitaria a favore dei pazienti.
Quinta considerazione: E’ urgente, urgentissimo, oltre che rendere coordinati e sempre più efficienti gli ospedali già presenti nel territorio, altresì potenziare la Sanità di prossimità che richiede molto più personale nel territorio, nei nostri paesi. La prossimità è una delle risposte più significative per far sentire i pazienti, persone incontrate in modo dignitoso. Le cure hanno bisogno di una medicina scientificamente sempre più efficiente nelle analisi e nelle terapie, ma certamente non può mai mancare la relazione interpersonale tra operatori sanitari e pazienti. La relazione interpersonale si affianca alle cure mediche per sostenere la vita di ogni paziente.
Sesta considerazione: Non sembri strano, ma un efficiente sistema sanitario nel nostro territorio, necessita di un sistema infrastrutturale efficiente in tutto il Sulcis Iglesiente. È sotto gli occhi di tutti i cittadini del territorio, il disastroso sistema di collegamenti tra i nostri paesi e cittadine. Inoltre, non possiamo denunciare la carenza di un sistema di collegamento digitale incapace di evolversi a standard di alta efficienza per favorire il collegamento tra le varie tipologie di strutture sanitarie e per un monitoraggio costante ed efficiente con i singoli pazienti, sia nei tempi di ricovero ospedaliero, sia nei tempi in famiglia.
Settima considerazione quasi conclusiva: Mai si utilizzino le povertà di un territorio, proponendo progetti faraonici e spesso illusori, non valorizzando ciò che già esiste e con lo scopo di preparare piattaforme per le prossime campagne elettorali. Nessun elettore si fa invaghire da progetti faraonici che niente hanno a che vedere con l’esigenza di affrontare le tante problematiche che attanagliano la Sanità nel nostro territorio.
Ottava considerazione: Mi affido sempre alla capacità reattiva della coscienza di ogni cittadina/o perché nessuno sia succube di scelte prese in qualche Istituzione senza una chiara lettura del tessuto sociale attuale del Sulcis Iglesiente e senza una condivisa progettazione del futuro della nostra gente.

Don Antonio Mura
Resp. UPSL Diocesi di Iglesias