19 April, 2024
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E’ stata inaugurata questa mattina, sul piazzale antistante la sede della Direzione della ASL, la nuova unità mobile di raccolta sangue della Asl 7 di Carbonia.
Il mezzo, è dotato delle più moderne tecnologie; sarà in grado di garantire – insieme ai centri trasfusionali di Carbonia e Iglesias e al prezioso sostegno delle Associazioni – la copertura su tutto il territorio provinciale, rispondendo così a qualsiasi esigenza di raccolta.
L’autoemoteca, acquistata con fondi regionali per un costo totale di circa 200mila euro, è lunga circa 12 metri; è composto da una stanza visite completa, una sala d’aspetto per la compilazione dei moduli da parte dei donatori, una sala prelievo e una sala ristoro.
Sono presenti tre poltrone prelievo che possono ruotare per permettere di prelevare nel punto migliore: ogni postazione è dotata di una bilancia interfacciata con il sistema gestionale.
La stanza-ambulatorio è fornita di elettrocardiografo e defibrillatore.
Il veicolo è completamente informatizzato per cui comunica direttamente con la struttura trasfusionale. La dotazione organica destinata all’autoemoteca è composta da dirigenti medici e Infermieri qualificati dal Direttore della Struttura trasfusionale.
Il progetto è stato presentato nella sala riunioni del Centro direzionale di via Dalmazia, dal commissario straordinario della Asl 7 Antonio Onnis, il direttore sanitario Silvio Maggetti ed il direttore dell’UO Medicina trasfusionale Angelo Zuccarelli. Presenti i rappresentanti delle associazioni di volontariato coinvolte: AVIS, VDS Iglesias e FIDAS Domusnovas, con le quali la Asl 7 collabora intensamente per le attività di raccolta sangue.
L’inaugurazione è stata anche l’occasione per rinnovare l’appello ai nostri cittadini a compiere un gesto di generosa solidarietà.
Nella Asl 7 si raccolgono oltre 7.000 unità di sangue all’anno, In alcuni periodi dell’anno, in linea con ciò che avviene in tutta Italia, le scorte diminuiscono per cui non si riesce a far fronte alle numerose richieste che aumentano di anno in anno.
La patologia thalassemica è quella che richiede il maggior numero di unità (oltre la metà delle emazie raccolte è destinata a questi pazienti che per la maggior parte sono persone adulte).
Un momento di tregua alla frequente carenza di sangue nel nostro territorio è avvenuto qualche mese fa grazie – oltre che ai donatori abituali della provincia e all’iniziativa congiunta Asl 7 – Comando della Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias. Grazie alla disponibilità di questi giovani la ASL 7 riuscì per un periodo a far fronte alle esigenze interne e a inviare scorte di sangue ad altre strutture trasfusionali dell’isola.
Nel corso della presentazione è stato sottolineato inoltre che la donazione di sangue non comporta alcun rischio per il donatore che oltretutto esegue gratuitamente tanti esami utili per verificare il proprio stato di salute.
Le donazioni possono essere effettuate presso le strutture trasfusionali di Carbonia (tel. 0781 6683457) e Iglesias (tel. 0781 3922854) tutti i giorni feriali dalle ore 8.00 alle ore 12,30.
Per donare il sangue bisogna essere maggiorenni, pesare almeno 50 kg e essere in buono stato di salute. Prima della donazione il donatore verrà valutato da un medico esperto in Medicina trasfusionale. Tutti i donatori riceveranno adeguato ristoro.

Vediamo ora le interviste realizzate al termine dell’inaugurazione, con il commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis, e il direttore dell’UO Medicina trasfusionale della Asl 7, Angelo Zuccarelli.

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La richiesta di un incontro urgente con il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, per affrontare le emergenze del sistema sanitario del Sulcis Iglesiente. E’ quanto ha deciso stamane l’assemblea dei sindaci dei comuni della Asl 7 (presenti 12 su 23), riunita nella saletta della Torre Civica di Carbonia, dopo lo strappo clamoroso verificatosi in occasione dell’ultima riunione della conferenza socio.sanitaria, conclusasi con le dimissioni del presidente dell’assemblea dei sindaci, Antonello Pirosu, sindaco di Villaperuccio, e del segretario Marco Antonio Piras, sindaco di Tratalias,

L’incontro odierno ha confermato il clima pesante che si vive nel territorio per i problemi del settore sanitario. Durissimi gli interventi dei sindaci presenti (non è mancata la sottolineatura dell’inadeguata partecipazione dei sindaci, considerato che ben 11 comuni non hanno inviato una loro rappresentanza, vista l’importanza dei temi all’ordine del giorno), ad iniziare da quello di Antonello Pirosu che ha motivato il suo gesto, le dimissioni dalla carica di presidente dell’assemblea, con la mancanza di risposte da parte della Regione e del commissario della Asl 7 alle legittime rivendicazioni avanzate negli ultimi mesi. E’ stata sottolineata, in particolare, la mancata risposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru alla richiesta di incontro avanzata dai 23 sindaci e la mancata corrispondenza tra gli impegni assunti e i fatti realizzati da parte del commissario Antonio Onnis.

Nel corso dell’incontro (al quale erano presenti i sindaci di Carbonia – Paola Massidda, Iglesias – Emilio Gariazzo, Fluminimaggiore – Ferdinando Pellegrini, Piscinas – Mariano Cogotti, Musei – Antonello Cocco, San Giovanni Suergiu – Elvira Usai, Buggerru – Laura Cappelli, Narcao – Danilo Serra, Perdaxius – Gianfranco Trullu, Villaperuccio – Antonello Pirosu, e due assessori di Domusnovas e Gonnesa, Angelo Deidda – vicesindaco e Federica Olla) sono emersi i problemi legati alla mobilità passiva, cresciuta ancora negli ultimi mesi, ai ritardi nella sistemazione dei servizi al CTO di Iglesias dopo il trasferimento dall’ospedale Santa Barbara, alla trascuratezza delle piccole strutture periferiche, ai tagli di numerosi servizi ed altro ancora. Nella richiesta di incontro al presidente Pigliaru sono stati evidenziati i 10 punti più critici del sistema sanitario nel territorio, quasi tutti già presenti nel cronoprogramma stilato tempo fa dal commissario Antonio Onnis che i sindaci denunciano in larga parte non ancora realizzato e in qualche caso completamente ignorato.

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Il commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis, ha indetto un avviso pubblico di mobilità ordinaria interna per titoli e colloquio per 2 posti di collaboratore professionale sanitario infermiere categoria D pubblicato nell’albo aziendale, da assegnare alla U.O.C. di Medicina d’urgenza e accettazione del presidio ospedaliero Sirai di Carbonia. La domanda di ammissione, redatta in carta semplice secondo il fac-simile scaricabile dal sito aziendale, deve pervenire all’Ufficio Protocollo Generale dell’Azienda di Carbonia, sito in via Dalmazia, 83 – 09013 Carbonia, entro il termine perentorio di giorni 10 dalla data di pubblicazione del presente bando presso l’albo aziendale, 12 agosto 2016.

Ospedale Sirai 1 copia

 

 

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Graziano Lebiu.

Graziano Lebiu.

Il presidente dell’Ipasvi, Graziano Lebiu, ha sollecitato alla Regione Sardegna e alla Asl 7 la stabilizzazione delle infermiere pediatriche.

«Facendo seguito alla nota del 4 luglio ultimo scorso sul contesto delle infermiere pediatriche che il Asl 7 hanno cessato il servizio – scrive Graziano Lebiu in una nota indirizzata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, al commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis e al presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale, Raimondo Perra – se non vi siano le condizioni per dare avvio alle procedure concorsuali straordinarie di cui alla legge 208/15 art. 1, comma 543 per la loro stabilizzazione, anche se il percorso dovesse concludersi nei mesi prossimi e finanche nel 2017. Non possiamo non credere, anche nell’interesse dell’utenza pediatrica, che non si possa giungere ad un atto in tal senso con un accordo firmato con tutti i sindacati.»

«In base a quanto previsto dal decreto – aggiunge Graziano Lebiu – la Asl 7 potrebbe dare avvio alle procedure concorsuali anche per il personale infermieristico pediatrico titolare di contratto di lavoro delle tipologie di cui al comma 543 dell’art. 1 delle legge 2008 ed in possesso dei requisiti ivi previsti: tutte le infermiere pediatriche aventi causa rientrano in questa cornice. Sarebbe, inoltre, il caso di valutare – conclude Graziano Lebiu – la proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato e delle altre forme di lavoro flessibile attualmente in atto fino al 31 dicembre 2017, data entro la quale tutto il percorso di stabilizzazione previsto potrebbe essere concluso.»

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«Stiamo dichiarando lo stato di agitazione, in quanto siamo in arretrato di sette mensilità e, giunti l’11 di questo mese alla scadenza del contratto, non sappiamo ancora quale sarà il nostro futuro.» Lo hanno detto questo pomeriggio Giovanni Portolecchia, Emanuele Perda ed Enrico Pilia, tre dipendenti della ditta Multiservizi Sulcis, azienda operante presso la Asl 7 a Carbonia e Iglesias, nella sede centrale della Asl 7 di via Dalmazia, a Carbonia, dove sono andati a manifestare per rivendicare chiarezza sul loro presente e sul loro futuro. «Proseguiremo lo stato di agitazione – hanno aggiunto i tre lavoratori, sostenuti nella loro iniziativa dalla Cisl – fino a quando non avremo una risposta dal commissario straordinario della Asl 7, dottor Antonio Onnis.»

La dura presa di posizione dei tre lavoratori, arriva dopo le denunce fatte dal segretario della Filca Cisl Giorgio Cicilloni e dal segretario generale Ust Cisl Fabio Enne, che alcuni giorni fa hanno chiesto un incontro al commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis, per affrontare le problematiche legate al «perdurare della situazione che grava sui lavoratori della Multiservizi, azienda operante presso la Asl 7 a Carbonia e Iglesias» ed hanno annunciato che, «in attesa dell’incontro, è stato proclamato lo stato di agitazione».

E, stamane, è arrivata la presa di posizione di nove lavoratori della stessa Multiservizi Sulcis (Giuseppe Pinna, Manuela Casula, Daniele Pinna, William Arru, Fabrizio Casula, Massimo Orrù, Tomas Fontana, Graziano Floris e Antonello Granella) che hanno sostenuto che «le asserzioni contenute negli articoli di stampa sono in parte assolutamente non veritiere e corrispondenti alla realtà dei fatti, per altra parte forzano la situazione per drammatizzarla, laddove lamentano la mancanza di stipendio da oltre sei mesi, mentre è noto a tutti i dipendenti che nel corrente mese saranno corrisposti gli stipendi di tre mesi ed a breve i restanti tre… è totalmente falso e non veritiero che i lavoratori della Multiservizi operanti presso la ASL 7 di Carbonia, in numero di 14 unità, siano in stato di agitazione. I presunti lavoratori che potrebbero essere in stato di agitazione sarebbero solo due o tre

Lavoratori Multiservice Sulcis 2

 

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Ospedale Sirai 1 copia

Nove lavoratori della ditta Multiservizi Sulcis S.a.s. prendono le distanze dalle posizioni assunte dal segretario della Filca Cisl Giorgio Cicilloni e dal segretario generale Ust Cisl Fabio Enne, che alcuni giorni fa hanno chiesto un incontro al commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis, per affrontare le problematiche legate al «perdurare della situazione che grava sui lavoratori della Multiservizi, azienda operante presso la Asl 7 a Carbonia e Iglesias».

«I lavoratori della Multiservizi – avevano aggiunto Cicilloni ed Enne – continuano a prestare il loro servizio nonostante vantino un credito di sette mensilità in arretrato, derivanti da salari non corrisposti da parte dell’Azienda Multiservizi. E’ facilmente comprensibile la tensione che si alimenta tra i lavoratori, e il disagio nel dover sollecitare un riscontro da parte della Asl, orientato a fissare una data per un incontro finalizzato ad individuare un percorso che rimedi a tale spiacevole situazione.» La nota di Giorgio Cicilloni e Fabio Enne si concludeva annunciando che, «in attesa dell’incontro, è stato proclamato lo stato di agitazione».

I nove lavoratori hanno inviato una nota al commissario straordinario della ASL 7 di Carbonia, Antonio Onnis, e alla Direzione CISL Sede di Carbonia (all’attenzione di Fabio Enne e Giorgio Cicilloni, nella quale scrivono che, «tramite due diversi articoli di stampa pubblicati on line da www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com e da notiziari del canale Televisivo Canale 40, sono venuti a conoscenza che i dipendenti della Ditta Multiservizi sono in stato di agitazione».

«Le asserzioni contenute negli articoli di stampa sono in parte assolutamente non veritiere e corrispondenti alla realtà dei fatti – aggiungono i nove lavoratori -, per altra parte forzano la situazione per drammatizzarla, laddove lamentano la mancanza di stipendio da oltre sei mesi, mentre è noto a tutti i dipendenti che nel corrente mese saranno corrisposti gli stipendi di tre mesi ed a breve i restanti tre. Con la presente si conferma e sostiene che è totalmente falso e non veritiero che i lavoratori della Multiservizi operanti presso la ASL 7 di Carbonia, in numero di 14 unità, SIANO IN STATO DI AGITAZIONE. I presunti lavoratori che potrebbero essere in stato di agitazione sarebbero solo due o tre, documentato dalla circostanza che non sottoscrivono il presente documento.»

«Ci chiediamo – sottolineano ancora i nove lavoratori della Multiservizi Sulcis – se i Sindacati possono dichiarare lo Stato di agitazione dei dipendenti di una Società, senza che sia stata indetta alcuna riunione e solo sulla base di valutazioni personali di 3 o 4 dipendenti sui 14 operanti nella Ditta presso la ASL. Sarebbe più dignitoso che tali presunti Lavoratori in stato di agitazione rassegnino le proprie dimissioni dalla Ditta, precisando che i sottoscritti garantiscono che il loro lavoro potrà essere portato a termine dai restanti 12. Ci si chiede ancora, se comunicati stampa, così come riportati e palesemente non veritieri in quanto basati su dichiarazioni di 3 o 4 dipendenti su 14 senza alcuna preventiva consultazione, possano essere divulgati senza valutare se possono procurare discredito e danno a terzi. Si può facilmente sostenere che si è in presenza di una dichiarazione di “STATO DI AGITAZIONE” proclamato dai Sindacati e non dai dipendenti che non condividono la proclamazione dello stato di agitazione così come confermato e attestato dalle seguenti firme, con relativi cognomi e nomi in stampatello: PINNA GIUSEPPE, CASULA MANUEL, PINNA DANIELE, ARRU WILLIAM, CASULA FABRIZIO, ORRU’ MASSIMO, FONTANA TOMAS, FLORIS GRAZIANO, GRANELLA ANTONELLO.»

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Questa mattina, presso il centro direzionale della ASL 7, a Carbonia, si è svolta la conferenza stampa per la presentazione della mappa di istallazione degli 11 defibrillatori donati dal Rotary Club di Carbonia e dislocati in altrettanti punti strategici della città.

Con la collocazione degli apparecchi, svoltasi ieri sera, si è conclusa una fase del progetto “Un amico per la vita” che ha reso Carbonia la prima città in Sardegna che ha a disposizione ben 11 defibrillatori, con postazioni interne ed esterne, la maggior parte disponibili 24 ore su 24.

In apertura di conferenza stampa, ha preso la parola il commissario straordinario, Antonio Onnis, che ha ringraziato il Rotary Club a titolo personale, della ASL e anche da parte dei cittadini che, si auspica, «abbiano un forte senso civico nel rispetto del bene comune e nella consapevolezza dell’importanza di essere parte attiva nella formazione, in quanto a poco servono le dotazioni se non ci sono persone preparate per poter intervenire qualora ce ne fosse bisogno».

I dati presentati dal 118 parlano di 800 arresti cardiaci all’anno in luoghi pubblici e nei posti di lavoro. Grazie però ad un uso tempestivo, in cui sono determinanti i primi cinque minuti, si può ridurre il rischio di mortalità del 30%. Da questi dati, è nata l’esigenza di fornire capillarmente la città di questi “salvavita”.

A proporre l’iniziativa dei defibrillatori al servizio dei cittadini, è stato il dottor Salvatore Ierna, che anni fa vide una realtà simile in una grande città. I rotariani di Carbonia, di cui il dottor Ierna è presidente, non si sono lasciati sfuggire l’occasione di portare nella loro città qualcosa di innovativo dal punto di vista sanitario e sociale.

Oggi, alla conferenza stampa, proprio al dottor Ierna è toccato l’onere e l’onore di presentare il progetto. Nel precisare l’importanza di avere a disposizione in città più defibrillatori semiautomatici, dotati di istruzioni vocali utili al soccorritore per l’esecuzione dell’intera procedura di salvataggio, Salvatore Ierna ha rimarcato la necessità che le persone debbano formarsi attraverso dei corsi, accessibili a tutti, purché maggiorenni.

I corsi sono già iniziati, a cura del Rotary Club e proseguiranno per soddisfare tutte le richieste.

Particolare soddisfazione per l’obiettivo raggiunto è stata espressa dal dottor Ierna che, oggi in duplice veste, di presidente del Rotary Club e come direttore dell’U.O. di emodinamica, ha mostrato ai presenti, l’utilizzo del defibrillatore, dopo aver elencato i vari punti in cui sono stati installati, con la speranza che non vengano in alcun modo danneggiati.

“Un amico per la vita” è un qualcosa che potrebbe servire ad ognuno di noi e per questo motivo è importante che quante più persone possibile assumano l’impegno di un percorso che li renda capaci di salvare una vita.

I defibrillatori sono stati installati nei seguenti punti:

Comando dei Carabinieri di Carbonia – Via Gramsci 54 H24

Commissariato di Polizia di Stato – Via Trieste 5 H24

Istituto di Vigilanza Cannas Via Dalmazia 142 H24

Iperpan Superemme – Zona Commerciale Via Costituente (dalle 8.00 alle 20.30)

Istituto Commerciale e per Geometri e Liceo Scientifico G.M. Angioy – Via Costituente e Via delle Cernitrici (utilizzati dal personale scolastico)

Istituto Comprensivo Satta – Via della Vittoria (utilizzati dal personale scolastico)

Supermercato Conad – Piazza Ciusa  H24

Farmacia Dott.ssa Turacchi – Via Liguria 7/9 H24

Farmacia Dott.ssa Giglio – P.zza Iglesias (angolo lato ingresso Caserma Guardia Finanza) H24

Hotel Ristorante Acquarius – Via Sardegna 3 H24

Farmacia Dott. Soru – Via Lubiana snc H24

Per info iscrizioni al Corso: 3316791496 – email: salvatore@ierna.it

Cosa sono i defibrillatori semiautomatici (DAE)

I defibrillatori sono dei dispositivi computerizzati semplici da utilizzarsi ma estremamente sicuri ed affidabili, che spiegano con comandi vocali e visivi al soccorritore come intervenire in caso di arresto cardiaco. In particolare un defibrillatore semiautomatico o automatico esterno è utilizzabile da chiunque (dopo l’apposito corso di formazione): analizza autonomamente il ritmo cardiaco del paziente e determina se è necessaria l’erogazione di uno shock. Le istruzioni vocali e/o su schermo guidano il soccorritore durante l’esecuzione delle procedure di rianimazione cardiaca. L’erogazione di una scossa elettrica al cuore colpito da arresto cardiaco improvviso blocca brevemente tutta l’attività elettrica cardiaca. Questa breve “interruzione” dal caos elettrico precedente può essere sufficiente per riavviare il battito cardiaco al ritmo normale. Il soccorritore deve solo applicare gli elettrodi adesivi sul torace del paziente come indicato su un disegno sugli elettrodi stessi. In caso di richiesta da parte del defibrillatore di erogazione di shock, il soccorritore dovrà premere il pulsante lampeggiante di erogazione shock. Se la diagnosi da parte del defibrillatore non prevede l’erogazione dello shock, il defibrillatore è un dispositivo talmente sicuro che anche premendo accidentalmente il tasto di shock non viene erogata la scarica elettrica.

Nadia Pische

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Su proposta dell’assessore della Sanità, Cristiano Erriu, la Giunta regionale ha confermato oggi fino al 31 agosto i commissari delle Aziende sanitarie, delle Aziende ospedaliero-Universitarie e dell’Azienda Brotzu: Agostino Sussarellu alla Asl 1 di Sassari, Paolo Tecleme alla Asl 2 di Olbia, Mario Palermo alla Asl 3 di Nuoro, Federico Argiolas alla Asl 4 di Lanusei, Maria Giovanna Porcu alla Asl 5 di Oristano, Maddalena Giua alla Asl 6 di Sanluri, Antonio Onnis alla Asl 7 di Carbonia, Savina Ortu alla Asl 8 di Cagliari, Graziella Pintus all’Azienda Ospedaliera Brotzu, Giorgio Sorrentino all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Cagliari, Giuseppe Pintor all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari. Secondo quanto stabilito dall’assemblea di via Roma, i commissari resteranno dunque in carica fino al prossimo 31 agosto.

La Giunta ha dato inoltre il via libera alla ripartizione del fondo per la retribuzione legata al rendimento dei dipendenti regionali per il 2015. L’Esecutivo ha così accolto la proposta dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci, di concerto con l’assessore del Personale Gianmario Demuro, stanziando 6 milioni e 442 mila euro. La procedura di ripartizione del fondo è indicata nel contratto collettivo di lavoro: viene previsto il riparto tra le due aree di contrattazione integrativa (Corpo Forestale e Amministrazione regionale) e tra le direzioni generali e le altre strutture amministrative in proporzione al personale in servizio.

E’ stato a approvato definitivamente il Piano di subentro previsto dall’articolo 36 della legge regionale 9 del 2016, che riforma i servizi e le politiche per il lavoro della Sardegna. Il documento, allegato alla delibera, definisce le modalità di trasferimento alla Regione dei servizi per il lavoro e, in particolare, delle funzioni (distinguendo tra quelle di carattere “politico” e programmatorio, che rimangono in capo all’assessorato del Lavoro guidato da Virginia Mura, e quelle più operative che saranno svolte dall’Aspal), del personale, delle risorse finanziarie correlate alle funzioni, delle risorse strumentali (beni mobili e immobili), dei contratti attivi alla data di entrata in vigore della legge, del contenzioso e dei procedimenti in corso. Il documento tornava oggi all’esame dell’Esecutivo, dopo l’approvazione preliminare nella precedente seduta di giunta e con il necessario parere della commissione consiliare competente.

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«Il project financing della sanità nuorese ci è sembrato un vero e proprio appalto. Quando mi sono insediato, ho iniziato a far verificare proprio questo: su chi gravasse il rischio di impresa di un contratto da un miliardo e 50 mila euro, della durata di 27 anni.»

Lo ha detto Mario Palermo, commissario straordinario della Asl 3, ieri mattina, nel corso dell’audizione nella commissione d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale presieduta da Attilio Dedoni. Davanti ai commissari di tutte le forze politiche il manager barbaricino ha ripercorso le complicate tappe del project financing, sottoscritto nel 2008. E non si è sottratto alle domande sui posti di lavoro: «Non sono a rischio – ha detto – nel senso che possiamo valutare le procedure di affidamento diretto per il portierato e gli ausiliari nel caso in cui il contratto dovesse essere dichiarato nullo dall’Autorità nazionale anticorruzione».

E’ proprio il tavolo del procuratore Cantone quello sul quale si decideranno nelle prossime settimane le sorti del contratto della sanità nuorese. Nell’attesa della convocazione, Mario Palermo ha ricordato qualche cifra ai commissari del Consiglio regionale: «Con l’annullamento in autotutela dell’Atto aggiuntivo 2 (una sorta di contratto bis ndr) abbiamo già risparmiato 240 milioni di euro in 27 anni. Abbiamo accertato che il Centro unico per le prenotazioni costava oltre il 600 per cento in più e anche sui costi delle altre figure professionali non si scherzava. Non sono preoccupato nemmeno sotto il profilo dell’acquisizione della strumentazione tecnologica ma segnalo che a oggi la società che ha gestito il project si è sempre rifiutata di consegnarci le fatture relative all’acquisto della strumentazione. Secondo i nostri calcoli, se è per questo, ci devono ancora un milione e mezzo di euro di computer per gli uffici, anche se da poco ce ne hanno consegnato oltre cento».

Un quadro desolante e complicato, quello offerto dal manager. Che non dispera, comunque, su una nuova regolamentazione del contratto: «Lo strumento in sé è legale e anche utile. Se il concessionario accetta le nostre offerte e l’Autorità anticorruzione le riconosce come valide, la situazione tornerà alla normalità».

Si è dichiarato soddisfatto dell’audizione il presidente Attilio Dedoni: «Un atto necessario e tempestivo, che i rappresentanti di tutti i partiti hanno sollecitato per comprendere meglio come sia nata, ormai quasi dieci anni fa, una situazione descritta con grande allarme dai sindacati e dagli organi di stampa. Attendiamo la decisione dell’Autorità anticorruzione».

Nel corso della mattinata la commissione speciale ha anche sentito Maria Giovanna Porcu, commissario della Asl di Oristano, sulla spesa affrontata in passato per il personale interinale.

La commissione ha sentito anche il commissario della Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis, sui recenti interventi di ristrutturazione che riguardano gli ospedali Santa Barbara, Sirai e Cto, contestate dal Comitato uniti per la salute, presente ieri in audizione. 

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Questa mattina il presidente del Comitato Uniti per la Salute, Paride Reale e la dott.ssa Bruna Moi hanno illustrato in Consiglio regionale i contenuti dell’esposto al centro del quale vi è il trasferimento dei reparti e dei servizi degli Ospedali di Iglesias.

«Considerata l’opera demolitrice della Sanità Iglesiente e sulcitana abbiamo ritenuto necessario depositare un esposto presso la stazione dei carabinieri di Iglesias e la procura della Repubblica di Cagliari – hanno esordito i rappresentanti del Comitato -. Nel suddetto esposto abbiamo specificato alcuni aspetti. In primo luogo è indispensabile precisare che in data 20.04.2016, con nota indirizzata al commissario straordinario della ASL n. 7 di Carbonia, Antonio Onnis, il Direttore di Servizio dell’assessorato regionale della Sanità, Marcello Tidore, scriveva testualmente:

Oggetto: Completamento delle attività di trasferimento Reparti e Servizi negli ospedali di Iglesias.

In riferimento alla Vs. nota PG/2016/8374 del 13/04/2016, con cui si informa lo scrivente Servizio circa l’avvenuto trasferimento del Reparto di Medicina interna e che risulta in conclusione il trasferimento della sede del Pronto Soccorso presso il presidio CTO, si fa presente quanto segue.

Per gli interventi di adattamento, diversa utilizzazione, ampliamento, trasformazione o trasferimento in altra sede delle strutture esistenti, la normativa regionale vigente prevede che i rappresentati legali delle strutture sanitarie e sociosanitarie interessate, siano esse pubbliche o private, adempiano alle procedure previste per il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione, al funzionamento e/o all’accreditamento istituzionale, a seconda dei casi.

Si sottolinea che in assenza di formale autorizzazione, ottenuta secondo le modalità e procedure previste dalla L.R. 10/2016 e correlata normativa regionale vigente, nessuna attività sanitaria può in alcun modo essere intrapresa. Si resta pertanto in attesa delle richieste autorizzative (una per ogni trasferimento effettuato) secondo le note procedure di cui al relativo sito internet di questo Assessorato.»

«Appare evidente – aggiunge Paride Reale – la violazione delle norme richiamate dal dirigente dell’assessorato regionale della Sanità e appare, altresì, superflua ogni ulteriore considerazione. In secondo luogo abbiamo ritenuto informare la procura di quanto i medici, pubblicamente, hanno dichiarato e raccontato. Facciamo un solo esempio tra i tanti: Come saprete ad Iglesias è stato chiuso l’ospedale Santa Barbara, bene uno degli aspetti più gravi è “l’abbandono e/o l’isolamento” della rianimazione presso il Presidio Ospedaliero del S. Barbara, che continua ad operare senza più alcun servizio di supporto (chirurgia, medicina, TAC, cardiologia, etc.), è del tutto evidente che ciò provocherà in ogni occasione il trasferimento (dal CTO, unico ospedale iglesiente rimasto, verso la rianimazione) in barella e in ambulanza di pazienti critici, altamente instabili (talvolta non trasportabili): appare evidente il rischio clinico non sostenibile a cui sono sottoposti i pazienti e la conseguente responsabilità del personale della rianimazione.»

Paride Reale e Bruna Moi hanno sottolineato, infine, quelli che il Comitato ritiene siano gli altri disservizi, sottolineando che «appare palese l’assenza degli standard di sicurezza, imposti alle strutture accreditate (pubbliche o private che siano). Standard necessari al fine di garantire la qualità del servizio e la sua efficienza», ragioni per le quali hanno deciso di presentare un circostanziato esposto all’Arma dei Carabinieri.

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