29 March, 2024
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E’ stato indetto il primo Concorso Nazionale ‘Il fumetto dice no alla mafia‘, Premio Attilio Manca – Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli.

L’associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli Milano e l’Istituto Comprensivo “Monte Amiata” di Rozzano (MI), in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), invitano tutte le studentesse e gli studenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e tutte le comunità di aggregazione giovanile, a riflettere sull’importanza della memoria storica del nostro Paese che da tempo è impegnato in una lotta durissima contro la mafia, un Paese che ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane tra servitori dello Stato e semplici cittadini. Si invita alla riflessione affinché non venga reso vano il lascito profuso dal loro impegno e dal loro sacrificio nella lotta contro le organizzazioni mafiose.
Il Concorso è aperto a tutte le Scuole di ogni ordine e grado, comprese le materne, Istituti d’arte, Università, Scuole del Fumetto ed alle Comunità di aggregazioni dei giovani, del territorio Nazionale.

È data facoltà ad ogni Istituto scolastico ed alle Comunità di giovani, nell’ambito del medesimo livello scolastico, di presentare fino ad un massimo di 5 elaborati inediti di classe e/o di gruppo e/o individuali, che abbiano l’intento di rappresentare sentimenti, immagini, emozioni, collegati al tema del Concorso, ispirandosi alla vita ed al contesto della Persona, o gruppo di persone, individuata quale risultato delle riflessioni realizzate in classe con i docenti e tutor. Gli elaborati così selezionati dovranno avere le seguenti caratteristiche in relazione al livello scolastico:

  • Per le scuole materne un fumetto breve di minimo 1 tavola in A4/A3 a tema libero con max. 6 vignette.
  • Per le scuole primarie  un fumetto breve di minimo 2 tavole in A3 a tema libero con max. 6 vignette per pagina.
  • Per le secondarie di primo grado un fumetto breve di minimo 3 tavole in A3 a tema libero con max. 8 vignette per pagina.
  • Per le secondarie di secondo grado un fumetto breve di minimo 5 tavole in A3 con max. 8 vignette per pagina che racconta la storia di Attilio Manca.
  • Per gli istituti d’arte, le scuole di fumetto e le università un fumetto breve di minimo 10 tavole in A3 con max. 8 vignette per pagina che racconta la storia di Attilio Manca.

Dal sito sarà possibile scaricare un apposito Kit informativo/didattico di supporto per la realizzazione degli elaborati in concorso.

Le scuole e le comunità che scelgono di aderire al concorso devono fare pervenire la Scheda di Adesione in formato elettronico entro il 30 novembre 2019 e seguire i successivi passaggi indicati nel regolamento.

Il 31 marzo 2020 tutti gli elaborati presentati al concorso saranno pubblicati in un apposito spazio del sito e potranno essere votati da tutti i visitatori fino alle ore 23.59 di sabato 11 aprile. Per ogni visitatore è consentita la possibilità di esprimere 1 solo voto. L’insieme dei visitatori che esprimeranno il proprio voto costituirà di fatto la “Giuria Popolare”.

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E’ stato indetto il primo Concorso Nazionale ‘Il fumetto dice no alla mafia’, Premio Attilio Manca – Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli.

L’Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli Milano e l’Istituto Comprensivo “Monte Amiata” di Rozzano (MI), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), invitano tutte le studentesse e gli studenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e tutte le comunità di aggregazione giovanile, a riflettere sull’importanza della memoria storica del nostro Paese che da tempo è impegnato in una lotta durissima contro la mafia, un Paese che ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane tra servitori dello Stato e semplici cittadini. Si invita alla riflessione affinché non venga reso vano il lascito profuso dal loro impegno e dal loro sacrificio nella lotta contro le organizzazioni mafiose.
Il Concorso è aperto a tutte le Scuole di ogni ordine e grado, comprese le materne, Istituti d’arte, Università, Scuole del Fumetto ed alle Comunità di aggregazioni dei giovani, del territorio Nazionale.

È data facoltà ad ogni Istituto scolastico ed alle Comunità di giovani, nell’ambito del medesimo livello scolastico, di presentare fino ad un massimo di 5 elaborati inediti di classe e/o di gruppo e/o individuali, che abbiano l’intento di rappresentare sentimenti, immagini, emozioni, collegati al tema del Concorso, ispirandosi alla vita ed al contesto della persona, o gruppo di persone, individuata quale risultato delle riflessioni realizzate in classe con i docenti e tutor. Gli elaborati così selezionati dovranno avere le seguenti caratteristiche in relazione al livello scolastico:

  • Per le scuole materne un fumetto breve di minimo 1 tavola in A4/A3 a tema libero con max. 6 vignette.
  • Per le scuole primarie  un fumetto breve di minimo 2 tavole in A3 a tema libero con max. 6 vignette per pagina.
  •  Per le secondarie di primo grado un fumetto breve di minimo 3 tavole in A3 a tema libero con max. 8 vignette per pagina.
  • Per le secondarie di secondo grado un fumetto breve di minimo 5 tavole in A3 con max. 8 vignette per pagina che racconta la storia di Attilio Manca.
  • Per gli istituti d’arte, le scuole di fumetto e le università   un fumetto breve di minimo 10 tavole in A3 con max. 8 vignette per pagina che racconta la storia di Attilio Manca.

Dal sito sarà possibile scaricare un apposito Kit informativo/didattico di supporto per la realizzazione degli elaborati in concorso.

Le scuole e le comunità che scelgono di aderire al concorso devono fare pervenire la Scheda di Adesione in formato elettronico  entro il 30 novembre 2019 e seguire i successivi passaggi indicati nel regolamento.

Il 31 marzo 2010 tutti gli elaborati presentati al concorso saranno pubblicati in un apposito spazio del sito e potranno essere votati da tutti i visitatori fino alle ore 23.59 di sabato 11 aprile. Per ogni visitatore è consentita la possibilità di esprimere 1 solo voto. L’insieme dei visitatori che esprimeranno il proprio voto costituirà di fatto la “Giuria Popolare”.

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Anche la Sardegna scenderà in piazza, martedì prossimo 21 marzo, per celebrare la ventiduesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, voluta dall’associazione Libera per rilanciare la lotta e la mobilitazione contro tutte le forme di criminalità organizzata. Nella giornata che segna l’inizio della primavera e che dal 1995 vuole richiamare simbolicamente il risveglio delle coscienze contro le cosche, in concomitanza con la manifestazione nazionale in programma a Locri (in Calabria), si incontreranno ad Olbia migliaia di studenti, cittadini e volontari, che arriveranno da tutta l’isola per non dimenticare le oltre novecento vittime innocenti di mafia, i cui nomi verranno letti dal palco allestito in piazza Mercato. 

Alla manifestazione, che avrà inizio alle ore 10.00 e avrà come tema “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”, prenderanno parte anche il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, insieme ai vescovi di Tempio e Ozieri mons. Sebastiano Sanguinetti e mons. Corrado Melis, e con loro numerosi amministratori del territorio, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle istituzioni, della magistratura e della società civile. Sul palco ci saranno anche tre familiari delle vittime delle mafie: Claudia Loi (sorella di Emanuela, l’agente uccisa nella strage di via D’Amelio), Pino Tilocca (figlio di Bonifacio, il sindaco di Burgos ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004) e Cesare Castelbuono, da anni residente in Sardegna, figlio del vigile urbano Salvatore Castelbuono ucciso il 26 settembre del 1978 a Villafrati nel Palermitano. Alle ore 12.00 dai maxischermi allestiti in piazza Mercato si potrà seguire l’intervento che il fondatore di Libera don Luigi Ciotti terrà dal palco di Locri. La manifestazione olbiese si concluderà poi con la musica del gruppo degli Almamediterranea. La manifestazione è organizzata da Libera Sardegna in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato “Sardegna Solidale” e l’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna.

«I motivi che ci hanno condotto a scegliere Olbia come sede di questa edizione della Giornata sono tre», spiega il referente regionale di Libera Giampiero Farru. »Innanzitutto vogliamo riportare l’attenzione su una città ancora ferita dall’alluvione del 2013. In quell’occasione tutto il mondo del volontariato isolano si mobilitò, promuovendo una raccolta fondi che poi sono stati interamente consegnati, e in tempi rapidi, alle autorità locali. Il secondo motivo riguarda la crescita di Olbia, che oggi è forse il centro più dinamico della Sardegna e che ha fatto della multietnicità una delle sue caratteristiche e dei suoi punti di forza. Infine – spiega Giampiero Farru – la decisione è stata dettata anche dal fatto che Olbia e la Gallura sono luoghi di grandi investimenti, purtroppo anche illeciti. Ormai con sempre maggiore frequenza arrivano notizie inquietanti che ci fanno comprendere come il fenomeno del riciclaggio di capitali sporchi debba essere preso in serissima considerazione. Non a caso, ad Olbia oggi ci sono ben 62 beni confiscati alla criminalità, molti dei quali in disuso o abbandono e che dunque attendono di essere riutilizzati a fini sociali. Su questi ed altri aspetti è giusto dunque mantenere alta l’attenzione.»

In Sardegna la lettura dei nomi delle vittime di mafia non avverrà solo ad Olbia ma anche in altre decine di luoghi, soprattutto scuole, circoli e associazioni. La Giornata di martedì prossimo è stata inoltre preceduta da una serie di iniziative che hanno preparato nel territorio l’appuntamento olbiese. Per parlare di lotta alla mafia e legalità sono stati in Sardegna il presidente onorario di Libera Nando dalla Chiesa, l’avvocato dell’associazione Enza Rando e Gianluca Manca, il fratello del medico Attilio Manca che si ritiene possa essere stato “suicidato” dalla mafia per avere riconosciuto in un ospedale francese il boss Bernardo Provenzano. 

Conclusione di questo percorso sarà la manifestazione di martedì quando, così come a Locri e in tutti gli altri centri scelti in ogni regione per celebrare la Giornata, anche ad Olbia verranno letti i nomi delle vittime innocenti di mafia: sarà il “coro” della legalità e dell’antimafia, per un evento che rilancerà Olbia e la Sardegna nel contrasto educativo, culturale, politico e sociale contro le mafie e contro tutte le culture di mafiosità e di corruzione.

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Quattro incontri per non dimenticare Attilio Manca, il medico siciliano morto in circostanze ancora da chiarire e che potrebbe aver assistito all’intervento alla prostata al quale nel 2003 era stato sottoposto in una clinica di Marsiglia il mafioso Bernardo Provenzano, o quanto meno potrebbe averlo visitato prima o dopo l’intervento. Uccidendo il dottor Manca il boss di Corleone si sarebbe così liberato di un pericoloso testimone di quella trasferta. Della vicenda parla il libro “Suicidate Attilio Manca”, scritto da Lorenzo Baldo e con la prefazione di don Luigi Ciotti, che verrà presentato dal fratello di Attilio Manca, l’avvocato Gianluca Manca, nel corso di quattro incontri. Venerdì 10 marzo appuntamento, alle ore 10.00, al Teatro Civico di Ozieri e alle ore 17.00, nella sala convegni del Centro Fiera del Tappeto di Mogoro, mentre sabato 11 il libro verrà presentato alle ore 8.30 a Guspini presso l’Aula Magna dell’Istituto Buonarroti (via Spano 7) e alle ore 11.30 a Senorbì nell’Aula Magna dell’Istituto Einaudi (in piazza del Popolo 1).

Gli incontri (promossi da Libera Sardegna in collaborazione con Sardegna Solidale e l’Ufficio Scolastico Regionale) rientrano nell’ambito delle iniziative “Verso il 21 marzo”, che culmineranno con la celebrazione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” in programma a Locri (manifestazione nazionale) e a Olbia (manifestazione regionale).

Come ha scritto don Ciotti, «non posso non pormi una serie di domande di fronte alla tesi sostenuta con forza dagli avvocati della famiglia Manca, ossia che le omissioni e le false piste dell’indagine sono collegate al fatto che fare luce sulla morte di Attilio Manca significa scoperchiare parte della cosiddetta trattativa Stato-mafia, avviata da Cosa nostra per chiedere, in cambio della cessazione della stragi, quella del regime di carcere duro per i boss. Sono domande a cui la Direzione distrettuale antimafia di Roma, a cui è stato assegnato un ulteriore filone di indagini, mi auguro sappia rispondere».