24 April, 2024
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In Consiglio regionale è ripreso l’esame della proposta di legge per l’istituzione della provincia della Gallura. La seduta stamane è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pd Franco Sabatini, riferendosi all’ordine del giorno, ha chiesto la sospensione della seduta, «per poter proseguire – ha spiegato – utili interlocuzioni fra i gruppi che potrebbero portare alla condivisione di alcuni emendamenti di sintesi».

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha rilanciato la complessa vertenza dei lavoratori licenziati della Secur di Sassari, osservando che «le stesse sollecitazioni del presidente Gianfranco Ganau non sono state ascoltate dalla commissione Lavori del Consiglio e dal presidente Piero Comandini, lasciando da soli quei ragazzi che da oltre un mese protestano in piazza d’Italia a Sassari». «In queste settimane – ha ricordato Antonello Peru – hanno ricevuto la solidarietà di molti esponenti politici e forse di tutti visto che li ha incontrati anche il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, ma questo non è bastato a smuovere la commissione Lavoro, inadempiente dopo 5 sedute fatte a luglio e settembre». Provo tanta amarezza e tanta tristezza per il trattamento riservato a questi ragazzi, ha concluso il consigliere, «e mi rivolgo ancora una volta al presidente Gianfranco Ganau ed al presidente Francesco Pigliaru perché quello dei lavoratori Secur è un problema di tutta la politica che, pur essendosi resa conto di aver commesso una ingiustizia, non sa o non riesce a rimediare».

Ancora sull’ordine dei lavori, il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha auspicato «una sana riflessione del Consiglio prima che i populisti occupino questi scranni forse per colpa di una classe dirigente che ha rinviato senza motivo provvedimenti importanti come la legge contro la fibromialgia e quella sull’istituzione della fondazione Sardegna beni culturali, nuove soggetto di governo in un settore che occupa 800 unità». «Queste iniziative sono state affossate in modo irresponsabile – ha protestato Attilio Dedoni – accreditando l’immagine negativa di un Consiglio che non fa quello che è necessario fare mettendoci la faccia».

Con un intervento dedicato in parte allo stesso argomento ha poi preso la parola il consigliere del Pds Augusto Cherchi, che ha ricordato la presenza fuori dall’Aula «di decine e decine di pazienti che protestano contro un fatto ingiusto, la mancata approvazione della proposta di legge contro la fibromialgia votata in commissione all’unanimità ma con l’iter ancora incompleto perché la commissione sanità non si riunisce da un mese, mentre basterebbero pochi minuti». «Condizionerò la mia presenza in Aula all’approvazione di questa legge – ha concluso Cherchi – e chiedo a questo scopo l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi invece, rivolto al presidente Pigliaru, ha annunciato «la decisione di molti cittadini di Oliena di rinunciare al voto alle regionali ed alle europee in segno di protesta contro il mancato ripristino del ponte di Oloè, dopo l’alluvione di 4 anni fa». «Su questa vicenda – ha lamentato Luigi Crisponi – la Giunta regionale si è distratta nonostante le pressanti richieste di molti esponenti politici e di tutta la comunità, abbandonando nel disagio e nell’isolamento migliaia di cittadini lavoratori e studenti: una autentica vergogna».

Il consigliere di Art. 1 – Sdp Luca Pizzuto, come componente della commissione Sanità, ha manifestato la disponibilità a favorire l’approvazione della legge contro la fibromialgia.

Il capogruppo del Pd Pietro Pietro Cocco, sottolineando che l’impegno comune dei gruppi ad approvare la legge contro la fibromialgia, ha sollecitato la convocazione della conferenza dei capigruppo in modo da discutere la legge direttamente in Aula in base all’art. 102 del regolamento.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Gianfranco Ganau ha sospeso la seduta come da richiesta del consigliere Franco abatini, convocando nello stesso tempo la commissione Sanità per l’esame della proposta di legge contro la fibromialgia.

Dopo la sospensione l’on. Franco Sabatini (Pd) ha comunicato che «non sono stai presentati emendamenti di sintesi». E così l’on. Francesco Agus (Campo progressista), che ha detto: «Ogni tentativo esperito non sembra essere andato a buon fine, probabilmente ha inciso in maniera non secondaria il fatto che questo sia l’ultimo giorno di legislatura, Non si può legiferare bene in questa situazione».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI), «il percorso legislativo è arrivato in aula con una mediazione e chiediamo che il lavoro fatto finora ci venga riconosciuto. Il nord est della Sardegna è arrivato a questo punto e non capisco per quale motivo non ci sia concesso tutto questo. Perché non si può scrivere la verità e fare una cosa giusta per il nostro territorio? Perché si vuole lasciare tutto al prossimo consiglio regionale? Io sfido i colleghi a togliere anche nord est da quell’emendamento, sono disponibile a ogni modifica ma siate davvero coerenti».

Della stessa opinione l’on. Giuseppe Meloni (Pd): “Il mio timbro di relatore non è valido per una porcata quale sarebbe una legge emendata con lo scopo di farla deragliare. Il problema sembra essere proprio il riconoscimento del nord est da parte vostra, per assimilare il nostro territorio ad altri che non si sono pronunciati. Chi ha stabilito che questa è l’ultima seduta del consiglio regionale? Siamo pagati, lavoriamo a oltranza fino alla fine. Io non scapperò da quest’Aula».

Poi l’on. Luca Pizzuto (Leu) «l’appello di Giuseppe Fasolino va recepito perché è una mediazione di buon senso che non può essere buttata via. Chiedo pertanto un’altra sospensione».

Anche l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) ha chiesto certezze all’Aula: «Le prove muscolari non servono a nessuno e non ci portato da nessuna parte ma c’è una proposta di mediazione che ancora non è stata valutata con attenzione: la sospensione dei lavori è necessaria altrimenti si va in aula e succede quel che succede».

Per Daniele Cocco (Leu) è stato «assunto un impegno e non possiamo buttarlo all’aria», mentre l’on. Giovanni Satta (Psdaz) ha chiesto: «Dove eravate voi consiglieri che perorate la causa di Sassari città metropolitana quando il nord est chiedeva questa legge? Dovete gettare la maschera e dire che siete contrari alla provincia della Gallura. Punto».

Alessandra Zedda, capogruppo di Forza Italia, ha confermato il sostegno alle richieste del Nord Est: «Noi siamo coerenti e abbiamo preso un impegno con i sindaci del nord est. Oggi vogliamo votare la proposta e siamo disponibili a una sintesi ma senza rinnegare la provincia della Gallura e senza soluzioni strambe. Avete trasferito la Ats a Sassari perché non aveva la città metropolitana come Cagliari: io ho memoria».

Per Attilio Dedoni (Riformatori), «è intollerabile tutto questo, non possiamo far leggi se siamo intimiditi da certe posizioni».

L’on. Giorgio Oppi (Udc) si è rivolto al presidente Gianfranco Ganau e ha detto: «Manca la volontà politica di risolvere il problema. Decidiamo cosa vogliamo fare: chi ha il coraggio chieda il numero legale e così vediamo chi sta tornando indietro e chi sta alle posizioni prese».

L’emendamento 59 è stato messo in votazione e respinto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento n. 65 Pinna e più). Il consigliere Franco Sabatini (Pd) ha avanzato un’ulteriore richiesta di interruzione dei lavori «per cercare di arrivare a un emendamento di sintesi». Il presidente della commissione Bilancio ha ribadito la sua posizione: «Questo provvedimento non dà le stesse opportunità ai territori della Sardegna – ha detto Franco Sabatini – ricordo al consigliere Giovanni Satta che non siamo stati inerti. C’era una proposta di legge che prevedeva l’istituzioni di tutte le altre province. Non riesco a capire perché non sia stato presa in considerazione. Non si dica dove eravate, eravamo qui. Non si riesce a capire perché debba essere privilegiato un solo territorio e danneggiati gli altri territori della Sardegna. Questo è inammissibile. C’erano tutte le condizioni per trovare un accordo e non lo si è fatto».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha invece difeso il provvedimento in esame: «Non stiamo avvantaggiando nessuno. Si è fatto un percorso chiaro e questo è oggi all’attenzione del Consiglio. Ringrazio il centrodestra perché rimane in aula a differenza del partito di maggioranza che dovrebbe guidarla. Il Pd fa il cecchino».

E’ poi intervenuto il consigliere Luca Pizzuto (Art. 1 – Mdp) per chiedere una sospensione dei lavori.

Giuseppe Meloni (Pd) ha espresso rammarico per l’andamento della discussione: «Quando succedono queste cose si entra in campagna elettorale e diventa tutto più difficile – ha detto Giuseppe Meloni – voglio ricordare, perché si sappia fuori da quest’aula, la prima commissione non ha fatto nessun blitz. L’altra proposta di legge è datata 3 ottobre 2018, un settimana prima dell’approvazione della legge per l’istituzione della provincia Gallura che si discuteva da un anno».

Per Pietro Cocco (Pd) la riforma in discussione «è delicatissima e non si può fare nell’ultimo giorno di legislatura. Le province sono state cancellate dai cittadini, solo i cittadini possono decidere di restituire loro vita – ha detto il capogruppo del Pd – i cittadini devono essere chiamati a pronunciarsi, sono contrario a blitz di fine legislatura. E’ politicamente sbagliato».

Il presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus, si è detto indisponibile ad avvallare soluzioni pasticciate: «Tutti i territori meritano rispetto. Se questa possibilità di avere sviluppo dipende dall’avere un ente di riferimento questo deve essere approfondito. La Commissione ha iniziato i lavori con la provincia Gallura sulla spinta di tutte le forze politiche. Le altre non erano istanze di serie B. per la Gallura, però,  c’era una spinta di tutta la società – ha sottolineato Francesco Agus – sono contrario a a decisioni lontane dalla gente e dal sentire comune. Ha fatto bene il collega Cocco a a ricordare che le province sono state sconfessate pubblicamente. Quel sistema creato dal Consiglio non aveva un consenso popolare e per questo è stato scardinato dalla sua interezza. Non voglio essere complice di qualcosa di simile»

Luigi Lotto (Pd) ha detto di condividere le considerazioni del presidente Francesco Agus. «Una materia come questa – ha aggiunto Luigi Lotto – non può essere discussa alla fine della legislatura. Il presidente della Quinta commissione ha sottolineato che è necessario trovare una condivisione: “non ho alcun pregiudizio nei confronti della provincia della Gallura – ha concluso Luigi Lotto – credo però che chiudere oggi con un’approvazione a maggioranza sia un errore. Troviamo una sintesi ,  sono disponibile ma non facciamo pasticci».

Per Roberto Deriu (Pd) legiferare senza un’adeguata istruttoria non va bene. La Prima commissione ha valutato mature le condizioni per varare una provincia del Nord est. Ma è necessario non distaccarci dal percorso costituzionale, in caso contrario si producono “mostri”. Quindi, è indispensabile il referendum per far pronunciare le popolazioni interessate. Roberto Deriu ha annunciato che non parteciperà a percorsi sbagliati.

Emilio Usula (Misto) ha sottolineato di essere favorevole al massimo decentramento politico e amministrativo e di credere nelle province elettive come strumento di democrazia reale. Questa proposta di legge però  è parziale e confusa. E’ sbagliato l’approccio, il momento, il metodo. Non parteciperà al voto.

L’emendamento 65 è stato bocciato.

Franco Sabatini  ha posto una pregiudiziale: «I Consigli della regioni ordinarie esercitano la loro funzione, per legge, fino al 46 esimo gg prima delle elezioni. In base a  diverse sentenze questa norma si applica anche alle regioni a Statuto speciale. E’ anomalo che procediamo su una legge che certamente non è né obbligatoria né urgente. Questo Consiglio non può legiferare».

Luca Pizzuto (Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso) ha chiesto di sospendere i lavori e tentare un percorso unitario.

Per Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) è ormai  evidente a tutti che ci siano frange importanti del centrosinistra che vogliono bloccare la provincia del Nord Est e della città metropolitana di Sassari. E’ arrivato il momento di scegliere. Marco Tedde ha definito la pregiudiziale posta da Franco Sabatini uno “sberleffo giuridico” le sentenze non ci interessano, noi siamo legislatori.   

Giuseppe Fasolino (Forza Italia Sardegna) è convinto che la proposta di legge sarà approvata ed ha chiesto di andare ad oltranza, senza interruzione fino all’approvazione della legge.

Il presidente Gianfranco Ganau ha convocato la Conferenza dei capigruppo.

Al rientro il Presidente ha sospeso la seduta. I lavori sono ripresi alle 16.00. Primo punto all’ordine del giorno il testo sulla fibromialgia, approvato oggi in commissione Sanità.

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Il Consiglio regionale ieri sera ha approvato l’articolo 6 della legge di stabilità 2019. La seduta pomeridiana è ripresa con la votazione degli emendamenti all’art.6 della Legge di Stabilità 2019-2011. L’aula ha respinto, in rapida successione, tutti gli emendamenti soppressivi presentati dall’opposizione. Approvato invece l’emendamento n. 99 (Pinna e più) che stanzia 350mila euro per garantire alle coppie residenti in Sardegna l’accesso alle tecniche di procreazione assistita eterologa da effettuare presso strutture pubbliche nazionali ed internazionali. All’emendamento ha chiesto di apporre la propria firma anche il consigliere Augusto Cherchi (Pds). Si è poi passati all’esame dell’emendamento 530 emendato dal 581. Le due proposte destinano, a specifici capitoli di bilancio, le somme di 200mila euro per l’adroterapia e protonterapia e 150mila euro per l’assistenza a cittadini comunitari indigenti.

Il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha ricordato il monito della Corte dei Conti sugli elevati tassi di scostamento della spesa farmaceutica. «La Sardegna ha la più alta spesa a livello nazionale. Nel primo semestre del 2018 risulta in ulteriore aumento. Mi chiedo: di cosa stiamo parlando?».

Ad Alessandra Zedda ha replicato l’assessore Luigi Arru. «I rilievi della Corte Conti si riferiscono alla spesa per i dispositivi ortopedici e cardiologici. Questo è un caso diverso. I conti della spesa farmaceutica sono migliorati. Siamo passati dall’ultimo al terzultimo posto. Abbiamo fatto una battaglia perché la Sardegna non può utilizzare i biosimilari. Stiamo cercando di governare il fenomeno». Messi in votazione gli emendamenti sono stati approvati.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione l’emendamento n.34 sul quale inizialmente il consigliere Augusto Cherchi (Pds) aveva espresso forti perplessità perché convinto si trattasse di un intervento per la proroga delle graduatorie concorsuali del sistema sanitario.

Il consigliere Gianni Lampis (Fratelli d’Italia) ha chiarito la questione spiegando che la norma va a sanare la situazione dei lavoratori in utilizzo che prestano la loro opera al servizio di comuni e strutture sanitarie stabilendo una proroga al 2021, con impiego continuativo per 12 mesi e almeno 30 ore settimanali.

A favore anche il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «Si tratta di circa 380 lavoratori in utilizzo per cui ogni anno si fanno provvedimenti ad hoc. Non c’entrano le graduatorie. Si tratta di porre regole certe per chi lavora da anni al servizio degli stessi enti». Dello stesso avviso Piero Comandini (Pd): «E’ un atto di giustizia per i lavoratori in utilizzo».

Augusto Cherchi si è scusato con l’aula e ha annunciato il suo voto favorevole. L’emendamento n. 34 è stato approvato all’unanimità.

Via libera anche al n. 158 (Zedda P. e più) che estende agli immobili esistenti la possibilità di interventi di ristrutturazione previsti per le zone agricole

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 6che è stato approvato con 35 voti a favore e 14 contrari.

L’aula ha poi esaminato gli emendamenti aggiuntivi.

Disco verde, senza discussioni di merito, per l’emendamento n. 140 (Ruggeri- Pinna-Forma) che stanzia 100mila euro extra Lea per pazienti affetti da malattie rare.

Respinti invece  gli emendamenti n.192 e il 579 presentati dal gruppo di Forza Italia con i quali si chiedeva di introdurre i pagamenti con cadenza mensile per i pazienti con disturbi psichici e in condizioni di disagio. Alessandra Zedda (Forza Italia) ha chiesto all’assessore di trovare una soluzione.

A sostegno della collega Alessandra Zedda si sono schierati Edoardo Tocco (Forza Italia) firmatario dell’emendamento all’emendamento n. 579 e Oscar Cherchi: «Perché non è possibile prevedere erogazioni a cadenza mensile? Il problema del ritardo dei pagamenti sta diventando cronico».

Anche Francesco Agus (Campo Progressista) ha segnalato il problema: «Ho presentato un emendamento sugli stessi temi. Lo ritirerò ma mi accodo alla richiesta di una soluzione per governare il fenomeno ed evitare che famiglie e lavoratori vadano in sofferenza. Sui fondi finanziati con la legge 20 occorre una riflessione attenta».
Dello stesso tenore l’intervento di Roberto Desini (Pds): «Colgo l’occasione per fare una considerazione sulle leggi di settore. I comuni hanno problemi di carattere oggettivo. Il sistema non è adeguato alle esigenze degli utenti. I comuni si trovano spesso costretti ad anticipare i fondi».

Ai consiglieri ha replicato l’assessore Raffaele Paci: «Il tema è reale ma fa parte del problema più grande dell’efficienza della pubblica amministrazione. Non dipende dalla volontà dell’assessore. Mettere un pagamento mensile non fa altro che aggravare i problemi. L’idea è fare un pagamento  a marzo in un’unica soluzione per il trasferimento di tutte le risorse ai comuni. Si faccia un ordine del giorno in cui si da mandato all’esecutivo per favorire questo percorso».

Alessandra Zedda (Forza Italia) si è detta d’accordo con Paci. Messi in votazione i due emendamenti sono stati bocciati.

Via libera invece all’emendamento n. 582 (sostitutivo totale del 534) presentato dalla Giunta e finalizzato ad assicurare l’equilibrio del servizio sanitario regionale con la previsione di un transito di risorse liberate dalla riduzione del disavanzo nei bilanci delle Asl.

Approvato anche il n. 612 (sostitutivo totale del 10) sul quale ha espresso forti perplessità il consigliere del Pds Pier Mario Manca: «Stiamo dando 40mila euro ai dirigenti per il potenziamento delle loro competenze. Esiste un contratto nazionale con relative provvidenze a favore dei dirigenti. Stiamo andando a dare dei soldi senza capire la vera finalità. Mi si spieghi la ratio del provvedimento. E’ una questione di serietà. Se qualcuno mi dà delle spiegazioni lo voto».

A fianco di Pier Mario Manca si è schierato Oscar Cherchi (Forza Italia): «Chiedo al primo firmatario Cesare Moriconi di spiegare il senso della proposta – ha detto Augusto Cherchi – capiamo la necessità di un potenziamento delle capacità manageriali ma occorre verificare quale è il percorso individuato».

Cesare Moriconi (Pd) ha difeso la sua proposta. «La materia attiene alla qualità del servizio sanitario. Occorre intervenire per garantire professionalità e competenze. La cifra complessiva di 40mila euro è irrisoria. Si parla di qualità del servizio sanitario. Ritengo un dovere del Consiglio considerare questa esigenza».

D’accordo con Moriconi il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Parliamo di dirigenti e di una cifra che in confronto a qualche altro intervento è bassa. Intervenire sulla formazione è doveroso».

E’ quindi intervenuto il presidente della Commissione Bilancio Franco Sabatini: «Si fa polemica sul nulla. Non è un compenso ai dirigenti ma si tratta di costituire un fondo dedicato alla formazione su cui riversare finanziamenti nazionali ed europei. Questa è al finalità».

Favorevole a un fondo per la formazione dei dirigenti anche il capogruppo di fratelli d’Italia Paolo Truzzu: «Occorre però scrivere meglio l’emendamento. Non spetta a noi indicare le modalità con cui scegliere le persone che debbono fare la formazione. Le scelte spettano alla struttura amministrativa. Sono d’accordo sul merito ma se non si scrive meglio non lo voto».

Contro l’emendamento si è espresso invece Luigi Crisponi (Riformatori):«Si interviene solo sulla formazione dei dirigenti e in un comparto che succhia oltre il 50% del bilancio regionale. Ci sono dipendenti regionali di serie A e di serie B».

Posto in votazione l’emendamento n. 612 è stato approvato con 28 sì e 17 no.

Approvato poi l’emendamento di sintesi degli emendamenti 57, 97 e 139 sull’efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici nella sanità sarda. “Perplessità per i possibili ricorsi” sono state espresse dal consigliere Agus (Campo progressista). Anche l’on. Rossella Pinna (Pd) ha parlato del “rischio di impugnativa da parte del governo statale per invasione del campo legislativo, come già avvenuto con la legge della Valle d’Aosta”. Anche l’assessore Filippo Spanu ha confermato il rischio di impegnativa. Per il capogruppo del Pds, on. Roberto Desini, “ci sono responsabilità politiche che ci dobbiamo assumere insieme al rischio di impugnativa. E’ giusto salvaguardare le persone che hanno subito ingiustizie in questi anni”.

Per Forza Italia è intervenuto l’on. Marco Tedde che ha ribadito i rischi giuridici  dell’emendamento di sintesi, che è poi stato approvato.

Approvato l’emendamento 134 (Daniele Cocco) per mettere a disposizione dei Comuni le sedi dei medici di base non più utilizzate.

L’Aula ha discusso a lungo sull’emendamento 285 (Truzzu) sul fenomeno del randagismo nelle campagne del Medio Campidano, sulla loro sterilizzazione e più in generale sul problema delle centinaia di cani che si trovano nei canili municipali sardi, a carico totale sulla collettività. Per l’on. Emilio Usula “si può sostenere questa norma, visto che è un progetto sperimentale che potrà essere esteso poi in tutta la Sardegna”. L’on. Sabatini ha ribadito che “nel prossimo triennio ci sono 9 milioni per i Comuni sardi per questo intervento, nell’articolo 6 al comma 21 e al 22: sono denari destinati alla lotta al randagismo e alla sperimentazione.  E abbiamo stanziato anche 300 mila euro per le associazioni che si occupano del problema. Mi sembra francamente che questa discussione sia inutile”. L’emendamento 285 è stato respinto.

Approvato l’emendamento 575 (Pinna e più): 100 mila euro a favore delle cure delle persone colpite dalla Sindrome di Lynch. L’on. Lorenzo Cozzolino ha precisato che in Sardegna ci sono circa 100 pazienti con questa forma tumorale ed ha aggiunto: “Centomila euro per la prevenzione mi sembrano pochi”.

Ok anche agli emendamenti 28 (Tendas – associazioni della terza età), 29 (Tendas – contributo locali per organizzazioni che si occupano di indigenti), 52 (Congiu – centri antiviolenza), 206 (A. Zedda e Sabatini – reddito di libertà per le donne vittime di violenza).

Approvato l’emendamento 26 (Forma e Deriu) che prevede un rimborso per gli esami prevaccinali per i bambini della scuola dell’infanzia e primaria a rischio di reazioni indesiderate. Per l’on. Roberto Deriu “è necessario togliere ogni alibi alla propaganda antivaccinista”. Contrario l’on. Franco Sabatini: “C’è un capitolo apposito per questa funzione”. L’emendamento 44 è stato comunque approvato.

L’Aula ha detto sì anche all’emendamento 69 (Busia) che finanzia le attività dei centri ai quali si rivolgono gli autori di violenza di genere. Sull’emendamento 205 (A. Zedda e Sabatini) dedicato alle prestazioni sanitarie fornite dalle strutture private accreditate l’Aula ha deciso di sospendere temporaneamente la discussione, anche su richiesta dell’assessore Paci e passare agli altri emendamenti.

Approvato anche il 207 (A. Zedda – interventi a favore dell’inserimento lavorativo dei disabili) e poi il 590 e 250  (Crisponi – fondo regionale autosufficienza), 508 (Agus – 50mila euro per interventi sociali per il quartiere Sant’Elia), il 536 (Agus – sulla figura e il ruolo dei biologi nella sanità pubblica sarda) ed il 600 (D. Cocco – sostegno alle organizzazioni di genitori di soggetti autistici).

Il Consiglio ha approvato l’emendamento orale all’emendamento 536, presentato del consigliere Francesco Agus (Campo Progressista) e sostenuto anche dal consigliere del Pd, Roberto Deriu: “Le risorse al capitolo Sc 05.001 sono integrate di euro 20mila al fine di consentire alle Aziende sanitarie della Sardegna la ricognizione delle figure professionali compatibili con l’applicazione del DL 75 del 2017. A questo scopo le aziende in base alle loro attuali e comprovate esigenze strutturali e organizzative, sono autorizzate a istituire nuovi posti in dotazione organica corrispondenti alla figura del collaboratore professionale biologo”.

Il Consiglio ha approvato gli emendamenti 537 della Giunta regionale (aggiunge al comma 32 il 32bis che per le stesse finalità della legge regionale 13.04.2017 n.5 è autorizzato la spesa di euro 7.439.023,22) e 556 presentato dal consigliere del Pd Roberto Deriu (contributo di 50mila euro a favore della Lega italiana per la lotta contro l’Aids per sostenere campagne di informazione, sensibilizzazione, prevenzione e contrasto della diffusione della malattia). L’Aula ha anche approvato l’emendamento 564 (Deriu e più) che stanzia 5 milioni a favore delle associazioni onlus e cooperative sociali convenzionate con il servizio di emergenza-urgenza 118. Il testo originariamente era stato proposto con un contributo di 6 milioni, ma è stato emendato oralmente dal presidente della Terza Commissione, Franco Sabatini, ma con l’impegno assunto dall’intero Consiglio regionale, su proposta del consigliere Augusto Cherchi, di trovare le ulteriori risorse nel prossimo esercizio finanziario. I gruppi di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Partito dei sardi, Art. 1 – Sinistra per la democrazia e il progresso, i Riformatori sardi, Psd’Az-La Base, Cristiano popolari socialisti e Fratelli d’Italia hanno accolto l’emendamento e l’hanno sottoscritto, sottolineando l’importanza del lavoro quotidiano svolto per tutti i cittadini sardi dai volontari, fondamentali per il sistema dell’emergenza-urgenza.

L’Aula ha invece bocciato l’emendamento 565 che prevedeva un sostegno economico di 150mila euro alla Fondazione Marreri onlus che si occupa dei pazienti affetti da autismo (19 voti favorevoli e 23 contrari). L’emendamento era stato fatto proprio dai Riformatori sardi, dopo che il proponente, Roberto Deriu (Pd), l’aveva ritirato in seguito alle rassicurazioni avute dall’assessore Luigi Arru. L’esponente della Giunta ha garantito che affronterà la situazione dopo l’approvazione della Finanziaria. Crisponi e Dedoni (Riformatori), Coinu, Tocco (FI), Busia (Misto) hanno sottolineato la necessità di sostenere le associazioni e le Fondazioni che offrono sostegno ai pazienti affetti da autismo e alle loro famiglie, che vivono spesso in solitudine il dramma della malattia che colpisce i propri cari.

Il Consiglio ha approvato poi l’emendamento 567 (Deriu e più) che autorizza un contributo di 85mila euro per il 2019 a favore della Conferenza episcopale sarda per il miglioramento delle sicurezza degli edifici di culto di propria competenza.

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La commissione Sanità del Consiglio regionale presieduta da Raimondo Perra (Cps), alla presenza dell’assessore Luigi Arru, ha approvato all’unanimità il piano di formazione collegato al trattamento della Dsa (disturbi dell’apprendimento) rivolto ad operatori sanitari, scolastici e famiglie.

E’stato rinviato invece l’altro punto all’ordine del giorno riguardante il primo Piano operativo dell’azienda di emergenza-urgenza Areus, per consentire un approfondimento sull’assetto organizzativo della struttura. Oggetto del confronto, in particolare, la comparazione fra diversi modelli, da quello della “holding” che ha come riferimento l’esperienza della Lombardia a quello di una azienda ad autonomia più marcata, con proprio personale e patrimonio, per finire con una forma “mista” ancora da mettere a punto.

Nel corso della seduta hanno preso la parola sull’ordine dei lavori diversi consiglieri regionali che hanno posto all’assessore Luigi Arru una serie di quesiti. Lorenzo Cozzolino (Pd) ha chiesto chiarimenti su Mater Olbia, riconversione dell’ospedale Marino di Cagliari ed alcune selezioni avviate dall’Ats relative alla direzione di strutture complesse.

Augusto Cherchi (Pds) ha sollecitato il ritiro di una delibera Ats riguardante alcune strutture complesse a suo avviso non conforme alle leggi approvate dal Consiglio, soffermandosi inoltre sui criteri di accreditamento delle strutture private specializzate nelle malattie mentali.

Giorgio Oppi (Udc), riferendosi alla recente ripartizione dei posti letto sul territorio regionale, ha lamentato lo squilibrio a danno dalla sanità privata, criticando poi l’iter “stranamente veloce” dell’accreditamento del Mater Olbia dopo l’avvicendamento dei partner scientifico della Qatar Foundation.

Emilio Usula (Misto) ed Edoardo Tocco (FI), infine, hanno richiamato l’attenzione dell’assessore Luigi Arru, rispettivamente, sul registro regionale dei tumori e sulla vertenza Aias.

L’assessore della Sanità, riservandosi l’accertamento puntuale delle questioni sollevate, attraverso gli uffici dell’assessorato e dell’Ats, ha comunque fornito alcuni chiarimenti.

Sulla ripartizione dei posti letto, in primo luogo, l’assessore si è detto convinto del raggiungimento di un buon equilibrio, all’interno del quale sono state recepite le indicazioni provenienti dalla commissione. Mentre, per quanto riguarda il Mater Olbia, ha ribadito la linea della Regione improntata, da un lato, alla massima chiarezza e, dall’altro al rispetto degli accordi con la Qatar Foundation ed i suoi partner scientifici attuali.

Per quanto riguarda la vertenza Aias, Luigi Arru ha ricordato il recente incontro del presidente Francesco Pigliaru con i sindacati, nel quale Aias ha presentato una proposta di transazione (2 milioni più interessi) a seguito della definizione di un vecchio contenzioso con l’ex Usl di Alghero. «La proposta – ha spiegato – è all’attenzione dell’ufficio legale della Regione».

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La commissione Sanità presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha ascoltato la relazione del dr. Danilo Sirigu del Centro Ipnosi clinico sperimentale sulle possibilità dell’utilizzo dell’ipnosi in ambito medico.

Nel suo intervento, corredato da un docu-film con immagini di trattamenti terapeutici e testimonianze di pazienti, il dr. Danilo Sirigu, radiologo dell’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, ha affermato fra l’altro che “la cultura dell’ipnosi, sia pure con difficoltà, sta cominciando a farsi strada nell’ambito medico grazie allo sviluppo costante delle neuro-scienze e la Sardegna, in particolare, ha già raggiunto risultati importanti in questo filone della ricerca scientifica, che però deve essere valorizzata e strutturata nel sistema sanitario e universitario regionale”.

«L’ipnosi – ha sostenuto – è uno stato di coscienza modificato, un’area che mette in relazione la sfera psichica e quella biologica del nostro organismo e consente al paziente di superare situazioni complesse (legate a trattamenti terapeutici invasivi come la risonanza magnetica o ad interventi chirurgici) grazie ad una percezione concreta di benessere ottenuta senza assumere nessun farmaco, ma attivando alcune capacità del cervello di produrre un vissuto virtuale con effetti reali nel quadro di un rapporto di grande fiducia fra medico e paziente.»

«In campo medico – ha proseguito Danilo Sirigu – sono già state sperimentate applicazioni molto positive dell’ipnosi in radiologia, chirurgia, cardiologia, gastroenterologia, odontoiatria, neuro riabilitazione ed oncologia e la prossima frontiera sarà quella dei trapianti. Attualmente – ha concluso – abbiamo formulato la richiesta di rendere stabile questa tipologia di trattamento al comitato etico del Brotzu ma è fondamentale il supporto delle istituzioni.»

Nel corso dell’audizione è intervenuto anche il prof. Silvano Tagliagambe, che collabora da alcuni anni con il dr. Danilo Sirigu e si è soffermato sulle relazioni fra medicina e filosofia. «La chiave – ha osservato – consiste nel superamento dell’idea cartesiana che vede separati mente (luogo del pensiero) e corpo (macchina che funziona) mentre le neuroscienze hanno dimostrato che questa separazione non c’è, anzi: dentro di noi convivono una intelligenza cognitiva ed una emotiva riconducibili allo stretto legame che esiste fra corpo e mente. Da qui parte l’esplorazione di possibilità terapeutiche del tutto nuove.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Augusto Cherchi del Pds, Edoardo Tocco di Forza Italia, Rossella Pinna e Lorenzo Cozzolino del Pd, Giorgio Oppi dell’Udc. Tutti hanno espresso apprezzamento ed interesse per i contenuti innovativi delle relazioni che possono dare un grande contributo a quella «umanizzazione delle cure» che deve rappresentare uno dei riferimenti centrali della sanità del futuro. Dai consiglieri è arrivata inoltre la richiesta di una specifica risoluzione della commissione, che il presidente Perra ha recepito, sottolineando fra l’altro la necessità di «cogliere questa opportunità, che certamente qualifica la sanità sarda».

La conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale, guidata dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ed alla presenza dell’’assessore della Sanità Luigi Arru, ha ricevuto questa mattina una rappresentanza del Comitato di cittadini che si batte per la difesa dell’ospedale “Delogu” di Ghilarza. Alessandro Defrassu, sindaco della cittadina del Guilcer, ha rappresentato le preoccupazioni dell’intero territorio per la paventata riduzione dei servizi e delle strutture ed ha auspicato una efficace attuazione del programma di riordino della rete ospedaliera, così come approvato dal Consiglio regionale.

A nome del comitato che, in soli dieci giorni ha raccolto oltre undicimila firme per la salvaguardia del presidio sanitario e che minaccia la restituzione dei certificati elettorali, sono intervenuti Raffaele Manca e Gabriella Pinna. In sintesi, le specifiche richieste avanzate dai cittadini riguardano: garanzie sull’efficacia dell’istituendo centro di emergenza territoriale (Cet) in sostituzione del pronto soccorso, nonché la risoluzione delle problematiche inerenti le carenze nell’organico che obbligano, i medici impiegati a Ghilarza ed in particolare i chirurghi, a coprire turni in pronto soccorso e nel vicino ospedale di Oristano.

«Il tutto – hanno spiegato Manca e Pinna – a discapito dei servizi offerti nella struttura del Delogu che nel volgere di un breve periodo ha visto smantellato anche il sistema di prestazioni in day surgery (chirurgia di giorno) nonostante abbia rappresentato, per anni, un corretto modello organizzativo e gestionale per l’intero servizio sanitario isolano».

L’assessore della Sanità, dal canto suo, ha escluso intenti penalizzanti per le strutture ospedaliere dei piccoli centri («non c’è alcuna volontà di dismettere l’ospedale di Ghilarza») ed ha difeso le riforme che – a suo giudizio – hanno caratterizzato in positivo il suo mandato alla guida della sanità isolana: la costituzione della centrale unica di acquisto, l’istituzione della cosiddetta Asl unica (Ats), il progetto di riordino della rete ospedaliera, l’attivazione del servizio di elisoccorso. «Dobbiamo abbandonare vecchi concetti e visioni obsolete – ha insistito l’assessore – e comprendere che attraversiamo un momento di profonde riforme, così come affermo che per Ghilarza, piuttosto che insistere nella difesa di venti posti letto di medicina, sarebbe più utile individuare, nell’abito di un’organizzazione di rete ed alla luce dell’invecchiamento della popolazione, una specifica funzione rappresentata dalla creazione di una struttura destinata alle cure dei problemi legati alla demenza».

I consiglieri regionali, Pietro Cocco (Pd), Augusto Cherchi (Pds), Giorgio Oppi (Udc), Oscar Cherchi (Fi) e Attilio Dedoni (Riformatori), seppur con differenti sottolineature critiche, hanno difeso l’ospedale di Ghilarza e chiesto, a salvaguardia delle strutture sanitarie operanti nei piccoli centri dell’isola, l’applicazione del piano di riordino della rete ospedaliera, lamentando nel contempo, il mancato rispetto delle disposizioni in essa contenute da parte del direttore generale dell’Ats.

A conclusione dell’incontro, il presidente del Consiglio ha sintetizzato i comuni impegni delle forze politiche rappresentante nell’assemblea sarda: difesa delle deroghe al noto D.M. 70 esplicitate all’interno del piano di riordino della rete ospedaliera; attivazione puntuale delle previsioni del piano di riordino della rete ospedaliera; nessuna chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Ghilarza senza la contestuale attivazione del centro di emergenza territoriale dell’Areus, procedere con le stabilizzazioni al fine di limitare le carenze di organico nel sistema della sanità sarda e ridurre così i disagi, soprattutto negli ospedali dei piccoli centri.

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La commissione Sanità presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha approvato, con il voto contrario del consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, le linee-guida relative alle strutture sociali e socio sanitarie pubbliche e private, suddivise in quattro tipologie: a) comunità di tipo familiare; b) strutture residenziali a carattere comunitario; b) strutture a ciclo diurno; c) strutture a ciclo diurno; e) strutture per la prima infanzia.

Illustrando il provvedimento l’assessore della Sanità Luigi Arru ha sottolineato che «si tratta di uno strumento normativo molto atteso frutto di un lavoro importante con tutti i gruppi di interesse, che dà certezze agli operatori e qualifica l’intervento della Regione nelle politiche sociali, nelle quali continuiamo a credere molto».

«Anche nel quadro della riforma del sistema sanitario – ha aggiunto l’assessore della Sanità – le nuove linee-guida rafforzano il legame fra sanità e politiche sociali, ancora più stretto nelle situazioni che riguardano pazienti anziani e fragili.»

In un momento successivo saranno definite sia le tariffe che i requisiti delle strutture riguardanti le comunità integrate.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna del Pd, Luca Pizzuto di Art. 1 – Sdp, Augusto Cherchi del Pds, Emilio Usula del Misto, Paolo Dessì del Psd’Az-La Base e Giorgio Oppi dell’Udc.

 

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La commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha aggiornato i propri lavori a giovedì alle 10.00 per conoscere il Programma sanitario triennale 2018-2020 che sarà illustrato dall’assessore Luigi Arru e dal direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi.

La commissione ha condiviso una proposta formulata dal consigliere del Pds Augusto Cherchi che, prendendo la parola ad inizio seduta sull’ordine dei lavori, ha sottolineato che «il Piano rappresenta lo strumento fondamentale di programmazione in materia sanitaria (che doveva essere approvato dalla Giunta entro il 31 dicembre del 2017) attraverso il quale il Consiglio esercita i suoi poteri di controllo economico, finanziario e di merito».

Per l’opposizione, il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha precisato che, in riferimento alla rete ospedaliera, «sarà necessario effettuare una comparazione fra le previsioni del Piano, il progetto votato dal Consiglio e agli atti successivi adottati dalla Giunta e dal Direttore generale dell’Ats».

All’ordine del giorno dei lavori di giovedì saranno inserite anche tre risoluzioni, sinteticamente illustrate dai proponenti: Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp) sulla rete oncologica, Emilio Usula (Misto) sulla terapia Vsn (stimolazione del nervo vago) per il contrasto all’epilessia e Daniela Forma (Pd) sul modello organizzativo dell’Areus.

Sono state unificate, infine, le tre proposte di legge presentate in materia di gioco d’azzardo.

 

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La commissione Sanità presieduta da Raimondo Perra (Cps) ha ascoltato l’assessore della Sanità Luigi Arru sui risultati del tavolo di monitoraggio Stato-Regione sull’attuazione del Dm 70 e della nuova rete ospedaliera regionale.

Nella sua relazione Luigi Arru, dopo aver ricordato che il suo assessorato ha sempre messo a disposizione di tutti i documenti sui rapporti fra ministero della Salute ed assessorato, ha precisato che «le interlocuzioni in corso riguardano il livello tecnico e sono gestiti dalla rispettive direzioni generali, casomai sono altri che hanno voluto trasferire questo confronto sul piano della politica». «Noi – ha ribadito Luigi Arru – abbiamo sempre agito nel rispetto della legge in un’ottica di leale collaborazione ed anche, nello specifico, per poter accedere ad un finanziamento di 250 milioni destinato alla riqualificazione delle nostre strutture sanitarie».

Sul punto riguardante le disposizioni del Dm 70 (la norma quadro in materia sanitaria) e le specificità della Sardegna, l’assessore ha affermato che «le deroghe introdotte, peraltro previste dall’art. 3 dello stesso Decreto, sono state molto significative perché, se avessimo applicato il Decreto integralmente, in Sardegna sarebbero sopravvissute solo le grandi medie strutture, e forse non tutte». Ma c’è di più, ha aggiunto: «sul piano tecnico abbiamo già pronte le controdeduzioni fondate sostanzialmente su alcuni aspetti strategici, dalla nostra proposta di trasformare i presidi sanitari in strutture cui fanno capo diversi stabilimenti alla tempistica della cura delle cosiddette patologie tempo – dipendenti che, ad appena 3 mesi dall’entrata in servizio dell’elisoccorso, è praticamente dimezzata, oltre alla specializzazione delle strutture in eccesso attraverso un piano di investimenti. Siamo perciò molto fiduciosi sull’esito del confronto – ha concluso Luigi Arru, – fermo restando che se dovesse esaurirsi questa fase la parola passerà alla politica».

Nel lungo dibattito seguito alla relazione di Luigi Arru hanno preso la parola i consiglieri regionali Augusto Cherchi del Pds, Daniela Forma, Luigi Ruggeri e Rossella Pinna del Pd, Michele Cossa dei Riformatori Sardi, Luca Pizzuto di Art. 1 – Sdp, Giorgio Oppi dell’Udc, Edoardo Tocco di Forza Italia ed Emilio Usula del Misto.

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Il Consiglio regionale ha approvato nella seduta di ieri, 11 settembre, il riconoscimento dei debiti fuori bilancio.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge n.527/A -Giunta regionale – sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio.

Prima dell’inizio della discussione, il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che, nella seduta del 2 agosto scorso, era stato presentato dal suo gruppo un ordine del giorno di censura sull’operato dell’assessore della Sanità, e ne ha sollecitato la discussione possibilmente al termine della seduta odierna.

Il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che la decisione sulla discussione del documento sarà assunta dai capigruppo.

Congiu, affermando di voler rispettare i ruoli, ha sostenuto che a suo avviso la conferenza dei capigruppo non può calendarizzare ordini del giorno in quanto la materia è di competenza consiliare come conferma la prassi seguita in questa legislatura.

Il presidente Ganau ha ribadito che l’ordine del giorno sarà sottoposto ai capigruppo ed eventualmente potrà discutere nella prossima seduta.

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione del disegno di legge n. 527.

Il relatore Franco Sabatini (Pd) ha brevemente ripercorso l’iter del provvedimento in commissione, dove è stato approvato dalla sola maggioranza con alcune modifiche, ce nel merito si è rimesso alla relazione di accompagnamento della Giunta.

A nome dell’Esecutivo l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha affermato che si è giunti al terzo anno di applicazione del decreto legislativo n.118 che disciplina la materia a livello nazionale. Per quanto concerne il contenuto, ha proseguito Paci, si tratta in prevalenza di debiti fuori bilancio degli assessorati, dell’ufficio ufficio legale, sentenze esecutive, ed acquisizioni di beni e servizi  per circa 2 milioni complessivi. Di tutti gli atti, ha concluso, è stata data piena informazione con procedure rigorose e relazioni puntuali.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, contrario, ha sottolineato che si tratta di spese effettuate senza copertura preventiva ed al di là dei principi contabili fissati dalla legge, una condotta che va censurata perché la verifica sugli atti fa ritenere che ci siano state gravi disfunzioni organizzative anche per attività ordinarie come forniture di energia elettrica e polizze auto, che potevano certamente essere programmate per tempo. Ne scaturisce quindi, secondo Rubiu, un deficit di programmazione pubblica che non può passare sotto silenzio anche per le sue dimensioni rilevanti.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli.

Sull’art. 1 il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, contrario, ha dichiarato che la Giunta cerca di far passare di soppiatto questo disegno di legge come un atto dovuto e necessario ma non è così, perché invece emergono una confusione inammissibile, una pletora di somma da pagare non programmate e perfino pignoramenti presso la Regione. In sostanza, ha continuato, ci sono negligenze e caos gestionale, segno di una situazione complessiva che dovrebbe essere analizzata con la massima attenzione, fermo restando che il responsabile politico di tutto ciò è l’assessore.

Subito dopo il Consiglio ha approvato sia l’art. 1 che gli altri 3 articoli della legge, oltre alla tabella ed all’allegato di variazione.

In sede di votazione finale, la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, ha criticato le affermazioni dell’assessore Raffaele Paci definite insufficienti e non condivisibili. Non può passare tutto sotto silenzio, ha aggiunto, perché i debiti fuori bilancio sono situazioni serie e non si può continuare a scaricare le colpe sul passato; ne comprendiamo alcune dinamiche ma in molti casi si potevano e dovevano evitare.

La legge, infine, è stata approvata con 29 voti favorevoli e 26 contrari.

Al termine dello scrutinio il Consiglio ha iniziato l’esame del Dl n. 528 – Giunta regionale – sempre in materia di debiti fuori bilancio di Regione, Enti locali ed organismi collegati.

Il relatore Franco Sabatini (Pd), come per il provvedimento precedente, ha ricordato le modifiche introdotte dalla commissione mentre, per il contenuto, si è rimesso alla relazione della Giunta.

Anche l’assessore Paci ha ribadito le sue ribadisco dichiarazioni precedenti precisando che gli atti riguardano in massima parte sentenze esecutive.

Successivamente sono stati approvati i 3 articoli della legge, la tabella e l’allegato. Il Consiglio ha poi approvato la legge con 30 voti favorevoli e 24 contrari.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposta di legge n.456, sottoscritta da tutti i capigruppo e sottoposta all’Aula in base all’art.102 del regolamento, sulla proroga al 31 dicembre delle graduatorie relative al servizio sanitario regionale.

Nella discussione generale, il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha messo in luce che il provvedimento è in qualche modo l’emblema di quanto sta accadendo perché gli organici di tutte le strutture sanitarie sarde sono in grande sofferenza, e da ciò dipendono molti risultati negativi del servizio. Edoardo Tocco ha poi auspicato che la Regione si occupi seriamente di una sanità efficiente al servizio dei cittadini, dando spazio a chi vuole veramente impegnarsi nella professione medica, con particolare attenzione ai giovani, aumentando gli accessi alle facoltà attraverso una collaborazione più stringente con le università. I medici devono stare sui territori, ha detto ancora il consigliere, e lo stesso elisoccorso potrebbe avere migliori performances se si facesse di più, per cui la proroga deve arrivare fino al 31 dicembre senza abbandonare i vincitori e gli idonei ai concorsi.

Per il Pd la consigliera Rossella Pinna ha messo l’accento sul fatto che con la legge si parla di numeri importanti di assunzioni per circa 1200 nuovi contratti complessivi, di cui 580 di precari da stabilizzare e 619 per le mobilità esterne. Con lo scorrimento delle graduatorie pubbliche, ha osservato Rossella Pinna, contiamo di raggiungere l’obiettivo di contenere la spesa e salvaguardare le aspettative di quanti attendono da tempo di essere assunti dopo aver vinto i concorsi, dopo il blocco del turn over che ha determinato dal 2015 il ricorso a contratti flessibili ed agenzie interinali. Ora si rimedia a questa situazione di difficoltà, ha concluso, prorogando l’efficacia delle graduatorie ed alleggerendo di conseguenza i problemi degli organici del sistema, con l’auspicio di attivare quanto prima nuovi concorsi.

Ancora in rappresentanza del Pd il consigliere Luigi Ruggeri ha affermato che la legge si presta a valutazioni contraddittorie e contrapposte, perché da una parte c’è la soddisfazione di quanti hanno vinto i concorsi o sono risultati idonei, mentre dall’altra c’è il rischio di negare opportunità a quanti sono arrivati dopo per concorrere ai posti disponibili. Occorre poi evitare sperequazioni, ha ammonito Ruggeri, perché le graduatorie attive diventano valide su tutto il territorio regionale mentre secondo l’Ats sono parcellizzate azienda per azienda e questo rallenta molto le procedure. Un contrasto, ha concluso, che cercherò di sanare con alcuni emendamenti correttivi.

Ha preso poi la parola l’on. Roberto Desini (PDS),  che ha ringraziato la conferenza dei capigruppo “per la celerità della discussione in Aula del provvedimento a firma del Partito dei sardi. Il senso di questa proposta è prorogare le graduatorie in ambito sanitario. Ma non posso esimermi di fare alcune considerazioni politiche: mi sarei aspettato che fosse l’assessore alla Sanità ad anticipare i tempi ma mi rendo conto che non tutti siano capaci di anticipare i problemi. Non guardo al passato e mi assumo le mie responsabilità ma nel 2014 e nel 2015 noi eravamo in maggioranza e già chiedevamo che il personale fosse attinto dalle graduatorie. Così siamo arrivati a oggi e sono aumentati i disservizi in Sanità: si chiudono le guardie mediche estive perché non ci sono i medici disponibili, come accaduto a Valledoria e a Sorso”.

Per l’oratore “si sono calpestati i diritti chiamando a lavorare non i vincitori dei concorsi ma i lavoratori delle agenzie interinali, che magari non avevano passato nemmeno le prime prove del concorso”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori) “basterebbe leggere i titoli dei giornali per capire cosa c’è dentro gli ospedali e in particolar modo nell’Oristanese dentro il San Martino dove mancano sei cardiologi per far funzionare il sistema giorno e notte. E così mancano i radiologi e pure gli infermieri. Noi prorogheremo queste graduatorie perché è legittimo e giusto, ma ho paura di tutto quello che manca e ho paura del sistema sanitario che avete costruito”.

Ha preso poi la parola l’on. Daniele Cocco (Sinistra), che ha parlato di “atto dovuto verso alcune persone che hanno dei veri e propri diritti acquisti. Per troppe volte si sono usate le agenzie interinali in spregio alle graduatorie vigenti”. Per l’oratore “l’assessore Arru deve vigilare perché non si faccia più uno sfregio alle graduatorie esistenti”.

Dall’Udc è intervenuto l’on. Giorgio Oppi, che ha detto: “In tutti i settori ci sono esigenze particolari, c’è carenza di anestesisti come di altre specializzazioni mediche. Eppure i concorsi nno si fanno o se ne fanno pochi, troppo pochi. Ecco perché siamo favorevoli a far slittare le graduatorie al 31 dicembre, come previsto a livello nazionale”.

Per l’on. Augusto Cherchi (Pds) “c’è poco da discutere perché stiamo allineando le graduatorie dei nostri concorsi a quelle italiane. Non voteremo invece emendamenti che modificano la legge 17, perché non è questa la sede . All’onorevole Oppi invece voglio dire che non è una speranza quella di avere dei dati ma un preciso dettato legislativo. Tutti gli anni entro il 30 giugno il direttore generale deve consegnare alla Giunta una relazione e la Giunta deve consegnarla ai consiglieri.  Ecco, in questi cinque anni io non ho mai ricevuto la relazione del direttore generale. Non sono disposto ad accettare atti contrari a quel che il Consiglio ha votato”.

L’assessore Luigi Arru ha ricordato la finalità della norma e ha aggiunto alcune notizie: “Da circa dieci anni non ci sono assunzioni e ci troviamo a dovere stabilizzare circa 509 persone a causa di fabbisogno aziendale e pensionamenti. Dal continente da ultimo sono arrivati invece in mobilità circa 100 infermieri. Penso che sia giusto indicare il termine del 31 dicembre 2018 per la proroga della validità della graduatoria. Aggiungo che dai nostri dati risulta che in questi cinque anni sia fortemente ridotto il numero degli interinali”.

Per dichiarazione di voto l’on. Marco Tedde (FI) ha detto che  “non solo dai banchi dell’opposizione ma dal Pds arrivano contro l’assessore Arru accuse molto taglienti che non hanno avuto replica. Ma noi sappiamo cosa sta accadendo nel 118 e dentro Areus, sappiamo che non avete ancora presentato il Piano per la riorganizzazione della rete ospedaliera: perché lo avete inviato al ministero?”.

Per dichiarazione di voto ha ripreso la parola l’on. Augusto Cherchi (Pds): “Visto che abbiamo a disposizione 50 nuovi medici di emergenza e urgenza, come ha appena detto l’assessore Arru, si sappia che ci sono  in Sardegna pronto soccorso con due soli medici, ormai pronti a chiudere”.

Per l’on. Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc, “questa proroga nasce dalla inefficienza della Sanità sarda. Per tutto agosto nel Sulcis sono state chiuse quattro sale operatorie per consentire all’unico chirurgo di prendere le ferie”.

Favorevole anche l’on. Marcello Orrù (Fratelli di Italia).

L’Aula è poi passata all’esame degli articoli e degli emendamenti. Sull’articolo 1, il capogruppo del Pd, on. Cocco si è detto favorevole agli emendamenti 1, 2, 5.

Per l’on. Marco Tedde (FO) “sono sempre più cruente le critiche nei confronti dell’assessore Arru, che non è gradito a una buona parte della maggioranza ma ugualmente vanno imperterriti per la loro strada e non ascoltano né il Pd né il Pds”.

L’on. Pietro Cocco (capogruppo Pd) ha detto che “il senso di questa legge è molto chiaro. Ma l’occasione è buona ancora una volta per attaccare l’assessore alla Sanità. Ecco, io sfido chiunque in quest’Aula a dichiararsi innocente rispetto alla Sanità, materia sulla quale in passato si sono cimentati in tanti”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dato la parola alla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, la quale ha chiesto all’assessore in che fase si trova l’approvazione della rete ospedaliera che il Consiglio regionale ha approvato. La consigliera ha evidenziato che questa incertezza sta creando molta confusione e comportamenti, a volte, non conformi a quanto prevede la legge di riordino.

Gianfranco Congiu (capogruppo del Partito dei Sardi) ha annunciato il voto contrario del suo partito agli emendamenti perché alterano lo spirito della legge. Gianfranco Congiu ha poi attaccato il capogruppo del Pd per le critiche mosse al suo partito. Il consigliere ha ricordato che lealtà significa alleanza non complicità e ha ribadito la sua critica all’assessore della Sanità per il trattamento riservato ai diabetici.

L’Aula ha, poi, approvato all’unanimità il testo dell’articolo 1 (Proroga  al 31 dicembre 2018 delle graduatorie dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato delle aziende del sistema sanitario regionale) e con 44 voti favorevoli e 6 contrari l’emendamento aggiuntivo n.1  (Peru e più) (All’inizio del comma 1, prema delle parole “L’efficacia”, sono inserite le seguenti parole: “Al fine di sopperire al fabbisogno di personale, consentendo contestualmente il contenimento della spesa e il maggior utilizzo delle graduatorie vigenti”).

Sull’emendamento aggiuntivo n. 5 ha chiesto la parola Luigi Ruggeri (Pd), che ha voluto spiegare che l’emendamento serve soltanto a equiparare le graduatorie di tutte le aziende sanitarie della Sardegna.

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha chiesto al presidente Gianfranco Ganau una sospensione di cinque minuti.

Alla ripresa dei lavori, la consigliera Alessandra Zedda ha preso la parola per precisare che la bocciatura dell’emendamento sostitutivo parziale n.2 (Alla fine del comma 1, le parole “con scadenza al 30 settembre 2018” sono sostituite dalle seguenti: “vigenti al 31 dicembre 2016 e con scadenza entro il 30 settembre 2018”) è stata decisa non per bocciare la sostanza del testo su cui erano d’accordo, ma perché ritenuto pleonastico, in quanto il testo della legge già proroga tutte le graduatorie.

Pietro Cocco (Pd) ha accolto la spiegazione della collega, ma ha chiesto un’interpretazione autentica ai funzionari del Consiglio regionale in modo da essere sicuri di non escludere le precedenti graduatorie. Anche per Augusto Cherchi (Partito dei sardi) l’emendamento è pleonastico. Il capogruppo dei Riformatori sardi per l’Europa, Attilio Dedoni, ha annunciato il ritiro della sua firma dal provvedimento. Per Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi), invece, l’emendamento sarebbe stato discriminatorio per chi fa parte di graduatorie precedenti a quella indicata nel testo.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha ricordato la condivisione unanime per l’approvazione della proroga per tutte le graduatorie concorsuali senza ulteriori specifiche. Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha ribadito la posizione del gruppo invitando il presidente del gruppo Pd ad evitare di fornire “ulteriori precisazioni”. Luigi Lotto (Pd): «Sono che certo che ciascuno vuole che siano garantite le stesse garanzie a tutti coloro che sono nelle graduatorie dei concorsi e dunque chiudiamo qui le dispute e se necessario in futuro interveniamo per le eventuali norme interpretative». Sulla stessa linea il capogruppo Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco: «L’intento dei consiglieri è prorogare tutte le graduatorie, la legge è questa chiudiamola qui». Marco Tedde (Fi): «Non comprendo alcune affermazioni della maggioranza, soprattutto di quelli che hanno voluto bacchettare i consiglieri dell’opposizione. La ratio della legge è chiaro prorogare tutte le graduatorie, il resto sono strumentalizzazioni». Roberto Deriu (Pd): «Ognuno giochi la sua partita ma su questo provvedimento c’è la pelle delle persone. C’è l’accordo unanime per la proroga di tutte le graduatorie, votiamo il provvedimento e cessiamo le dispute».

Posto in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 5 (Ruggeri) è stato approvato con  36 a favore e 3 contrari. Con 52 favorevoli su 52 votanti è stato approvato invece l’articolo 2 “Norma finanziaria” e con il medesimo scrutinio anche l’articolo 3 (entrata in vigore).

Prima della votazione finale della legge, via libera (33 sì e 8 no) all’ordine del giorno presentato dal capogruppo Art. 1 – Sdp, Daniele Cocco, che impegna il presidente della Giunta e l’assessore della Sanità ad “assumere le opportune iniziative con il Governo per procedere alla proroga della validità ed efficacia delle graduatorie vigenti dei concorsi pubblici per le assunzioni a tempo indeterminato al 31 dicembre 2019”. Prima della votazione il consigliere del Pds, Augusto Cherchi, aveva dichiarato voto contrario: «Undici anni di proroghe sono più che sufficienti per vedere riconosciuti i diritti di chi è in graduatoria nei concorsi».

In sede di dichiarazione di voto sulla legge sono invece intervenuti a favore i consiglieri Roberto Desini (Pds) e Antonello Peru (Fi). Posta in votazione la legge che proroga al 31 dicembre 2018 le graduatorie dei concorsi pubblici è stata approvata con 50 favorevoli su 50 votanti.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha comunicato la convocazione dell’Assemblea sarda al domicilio dei consiglieri e l’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo e della Terza commissione consiliare.

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La costituzione di un organismo regionale pagatore, che come Pds abbiamo sollecitato fin dal 2014, è di importanza strategica per l’agricoltura sarda ma i ritardi accumulati dalla Giunta rischiano di farci mancare l’obiettivo”.

Lo ha dichiarato il consigliere del Pds Pier Mario Manca, presentando una mozione del gruppo in cui, fra l’altro, vengono ricostruiti i vari passaggi politici e amministrativi che avrebbero dovuto portare al nuovo organismo già dal 2017.

Abbiamo appreso dall’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria – ha lamentato Pier Mario Manca – che la documentazione è stata inviata al Ministero ma il problema è proprio questo: abbiamo perso un anno e ci restano solo 2 mesi, da qui ad ottobre, per recuperare il tempo perduto a dare risposte finalmente efficienti agli agricoltori sardi”.”In termini reali – ha concluso – si tratta di lavorare in Sardegna, attraverso Argea, circa 20.000 pratiche e metterle in pagamento entro 30 giorni, anziché aspettare 6 mesi o 1 anno come purtroppo accade attualmente”.

“In termini reali – ha concluso – si tratta di lavorare in Sardegna, attraverso Argea, circa 20.000 pratiche e metterle in pagamento entro 30 giorni, anziché aspettare 6 mesi o 1 anno come purtroppo accade attualmente”.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha affermato che “la vicenda dell’organismo regionale pagatore è stata seguita con grande lassismo politico ed istituzionale, nonostante riguardi i fondi Ue che costituiscono il 90% delle risorse destinate all’agricoltura sarda, ora bisogna fare uno sforzo enorme per raggiungere il risultato e siamo molto preoccupati perché, dopo tanto lavoro, potrebbe sfuggirci di mano”.

Secondo il consigliere Augusto Cherchi “la situazione è per molti versi imbarazzante e non dissimile da quanto accaduto in altri settori a cominciare dalla sanità, con il Consiglio che approva leggi ed altri organi dell’amministrazione regionale che si occupano dell’applicazione”.

Stiamo parlando in questo caso di cose semplici – ha osservato il consigliere Roberto Desini -, quello di costituire l’organismo regionale pagatore era un obiettivo che il presidente Francesco Pigliaru aveva assegnato all’assessore dell’Agricoltura fin dall’anno scorso: se poi dopo tutto questo tempo non è successo niente e i tempi si sono dilatati vuol dire che è successo qualcosa e che, magari, i responsabili devono trarne le dovute conseguenze”.

Per quanto ci riguarda – ha concluso – continueremo ad occuparci delle cose reali che interessano i sardi e le nostre realtà produttive in grande sofferenza come l’agricoltura”.