19 April, 2024
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Che sia stata una grande XII edizione non ci sono dubbi. Ma il “terre di confine”, oltre a essere un intrigante festival cinematografico, è stato anche un’importante occasione di confronto e riflessione sul cinema e la società, uno spunto di riflessione collettiva nella quale sono entrati in contatto il pubblico e gli autori.

Al di là delle visioni di opere difficilmente reperibili altrove, e degli incontri con registi come Orlando Lübbert, José Maria Gonzales, Pancho Hervé e tanti altri, la manifestazione è stata capace di creare emozioni e di traghettare il pubblico all’interno di una vicenda politica e storica tanto drammatica, quella della dittatura in Cile. Tracciando al contempo un ponte immateriale verso questo Paese sudamericano, incuriosendo ed aprendo alla voglia di conoscerne il territorio e i suoi abitanti, e visitare le sterminate lande che vanno dalla Patagonia alla città di Santiago.

Ed è proprio questo l’intento della manifestazione organizzata dall’associazione Su Disterru: incontrarsi, dialogare e discutere attraverso il cinema, ma soprattutto, abbattere i confini e avvicinare le culture. Culture che spesso si rivelano di una insospettabile ricchezza.

In questa seconda volta di Marco Antonio Pani alla direzione artistica, affiancato nella conduzione da Enrico Pitzianti, molto apprezzati sono stati anche i corti e i lungometraggi degli autori sardi, tra i quali quelli di Francesca Lixi, Bonifacio Angius, Paolo Carboni e Sergio Naitza. Una carta vincente è stata senz’altro l’apertura alla declinazione del tema di quest’anno, La libertà, nelle sue infinite sfaccettature tra poesia, pittura, videoart, musica e incontri con gli studenti.

Di forte impatto è stata la performance di Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia dedicata a Violetta Parra, il concerto di musica andina del “Grupo Nazca”, la presenza del poeta Antonio Arévalo con il suo libro “Le terre di nessuno” ed Aldo Brigaglia in “Intillimanìa”. Quindi le installazioni artistiche a cura di Bianca Laura Petretto e le esposizioni di Alejandro Robles e Lea Gramsdorff e le letture di Isabella Orchis.

Significativo è stato inoltre il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, suggellato dalla presenza del direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo.

Altro importante tassello è stato l’incontro e la collaborazione con l’associazione Cilenos de Sardigna, che ha permesso di conoscere un’importante pagina poco conosciuta della nostra storia, quella di ben cinquecento sardi che, cileni di nascita, furono adottati da famiglie sarde in tenera età, soprattutto durante i vent’anni della dittatura di Pinochet, e oggi fanno parte integrante del tessuto sociale dell’isola.

Notevole supporto è stato dato dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Cineteca Sarda, dalla Filmcommission, dalle diverse amministrazioni comunali e dal consorzio “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia delle Belle arti Mario Sironi, il Cityplex Moderno di Sassari e il MEA di Asuni. E un’altra carta vincente forse è stata proprio la scelta itinerante della manifestazione, in un tour che ha abbracciato le comunità di Cagliari, Alghero, Sassari, Solarussa ed Asuni.

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Nonostante la concomitanza con il carnevale il “terre di confine filmfestival” fa il pienone nella sala proiezioni di Casa Sanna. “Ovunque proteggimi” di Bonifacio Angius ieri (9 marzo) ha ipnotizzato il pubblico di Solarussa, con la straordinaria presenza dell’attore protagonista Alessandro Gazale, che si è intrattenuto a lungo a dialogare con i presenti.

Sala piena, durante e dopo la proiezione. Nessuno ha voluto perdere il dibattito con Gazale e la possibilità di fargli qualche domanda, con grande attenzione, fino oltre la mezzanotte, sul lavoro di preparazione o sulle singole scene di questo film che sicuramente si posiziona tra le opere cinematografiche più importanti mai realizzate in Sardegna.

Uno dei film dell’anno, apprezzato da critica e da pubblico, che sta girando il mondo. Tra gli altri grandi protagonisti della giornata il regista cileno Orlando Lübbert che ha presentato il suo film più recente “Cirqo”. Un lungometraggio molto apprezzato dal pubblico, coinvolto da subito in un racconto emozionante incentrato su due uomini che durante la dittatura di Pinochet riescono a sfuggire a un plotone di esecuzione su un ponte e sono soccorsi e ospitati in un circo. Si rifanno così una vita come clown, ma vivono nel dolore di non poter rivedere le loro famiglie, mentre un sanguinario agente del regime continua a dargli la caccia.

Un film drammatico, pur con momenti ironici, che racconta attraverso la finzione e un meccanismo cinematografico perfetto un pezzo di storia del Paese, la tragedia della dittatura che Orlando Lübbert ha conosciuto sulla propria pelle. Dopo il golpe del 1973 è stato infatti costretto a lasciare il Cile e ha vissuto in Germania per quasi vent’anni. La sua presenza a Solarussa ha arricchito il festival che dedica questa edizione proprio al Paese sudamericano.

Terre di Confine proseguirà domani ad Alghero e a Sassari, con protagonista ancora il regista cileno Orlando Lübbert. Da venerdì a domenica, poi, ultime tre giornate ad Asuni dove il festival è nato.

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I registi Orlando Lübbert e José María González sono stati i protagonisti internazionali della prima giornata del “terre di confine filmfestival”, che ha preso il via ieri (8 marzo) in Casa Sanna di fronte a un pubblico numeroso, sotto la direzione artistica di Marco Antonio Pani coadiuvato da Enrico Pitzianti. Grande attenzione è stata riservata al drammatico “Taxi para tres” di Lübbert, che oggi replicherà alle 18.30, con “Cirqo”, la storia di due uomini in fuga dalla polizia segreta di Pinochet che trovano riparo in un circo itinerante, nel quale si trasformano per caso in clown di successo.

Orlando Lübbert è nato in Cile nel 1945 e, a causa della dittatura, dal 1973 ha vissuto un lungo esilio prima in Messico e poi in Germania, dove ha insegnato alla Freie Universität Berlin ed ha girato numerosi documentari. Nel 1995 è ritornato nella sua terra dove ora, oltre all’attività di regista, ha l’incarico di docente di cinema all’Istituto di Comunicazione e Immagine (ICEI) dell’Università del Cile.

A inaugurare la serata sono stati Mario Tendas, sindaco di Solarussa, e Sandro Sarai, presidente dell’associazione “Su Disterru” che organizza l’evento. Molto applauditi sono stati il film “L’uomo con la lanterna” dell’autrice sarda Francesca Lixi, e l’installazione artistica “Il bosco delle trasparenze” che ha accolto le poesie di Giovanni Bernuzzi, accompagnate dall’intensa recitazione dell’attrice Isella Orchis. All’iniziativa è collegato “Words resound” di Bianca Laura Petretto, opera di videoarte sul ritmo e la musicalità delle parole. Stasera c’è grande attesa anche per la proiezione alle 21.00 di “Ovunque proteggimi” di Bonifacio Angius, con la presenza dell’attore protagonista Alessandro Gazale.

Domani (domenica 10 marzo) sarà la giornata conclusiva di questa prima tappa di Solarussa, che prenderà il via alle 11.00, in Casa Sanna, con l’incontro “Percorsi formativi col cinema nelle scuole dell’obbligo” organizzato e moderato da Andrea Mura (videomaker e formatore). Interverranno Matteo Incollu, Alessandra Patti, Alessandra Piras, Ottavia Pietropoli, José María González, Orlando Lübbert, Alessandra Sento della Società Umanitaria, Cineteca Sarda, Sergio Scavio e Mariangela Bruno, responsabile Film literacy della Fondazione Sardegna Film Commission. Ad introdurre i lavori sarà Enrico Pitzianti. I relatori proietteranno degli estratti video di laboratori svolti nelle scuole.

In chiusura proiezione dei corti “Alla ricerca di madre natura” della classe 5ªD – Scuola Primaria dell’I.C. “Gramsci-Rodari”, vincitore Cinemambiente di Torino 2018; quindi “About the sea” esito della residenza artistica per ragazzi “Cosa ci porta il mare” progetto del Muma/Museo del Mare, Marco Antonio Pani e Michela Anedda; “Coins” di Matteo Incollu e “La notte di Cesare” di Sergio Scavio.

Alle 15.30, per i più piccoli, sarà proposto “Selkirk, el verdadero Robinson Crusoe” di Walter Tournier. Alle 16.50 per la Finestra sul cinema sardo “Cine Yagoua” progetto cine solidale di Andrea Mura e Chiara Andrich, saranno proiettati i documentari “Une dimanche au Village” di Zamandje Roger, Haranga Laurent, Soupoursou Dieudonne e “Fati” di Hamaita Soumai Celestine.

Alle 17.30, Marco Antonio Pani presenta José María González ed il suo “Darío en toma”. Alle 19.00, appuntamento con Paolo Zucca che presenterà una clip in esclusiva anteprima assoluta, il trailer del suo film “L’uomo che comprò la luna” di prossima uscita in sala. Alle 19,15 l’appuntamento è con “Intillimania, Cile-Sardegna andata e ritorno”, incontro con Aldo Brigaglia. La serata si conclude in bellezza con la proiezione di “Machuca” di Andrés Wood, uno dei film più famosi della storia del cinema cileno.

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Il “terre di confine filmfestival” spalanca le porte al Cile per un incontro cinematografico con la Sardegna che abbraccerà una XII edizione consacrata alla “Libertà” in tutte le sue forme. Sono cinque le località coinvolte, trentacinque i film in programma tra corti e lungometraggi, oltre trenta gli ospiti nazionali e internazionali e, per gli eventi collaterali, si terranno mostre, dibattiti, laboratori e concerti. Anche quest’anno è ricchissimo il calendario messo in campo dagli organizzatori della manifestazione, che gode per la seconda volta consecutiva della direzione artistica di Marco Antonio Pani, forte del successo della scorsa edizione che aveva accolto la Colombia.

Dopo l’Anteprima del 2 marzo alla Cineteca sarda di Cagliari, a partire dall’8 marzo la kermesse farà tappa per tutto il weekend a Solarussa (Casa Sanna), per poi proseguire l’11 marzo ad Alghero (Lo Teatrì) e Sassari (Accademia Belle Arti e Cinema Cityplex Moderno) e quindi concludersi nel fine settimana dal 15 al 17 marzo ad Asuni (Museo dell’emigrazione e Casa Porcu Cau), dove tutto è iniziato nel 2007. A dare man forte a Pani nella conduzione del festival ci sarà Enrico Pitzianti, che ne è stato anche il primo direttore artistico.

Sono attesi appuntamenti a tu per tu con gli autori cileni José María González, Francisco Hervé e Orlando Lübbert, e focus dedicati ad altri artisti emergenti o affermati. «Dall’incontro tra cinematografie nasce l’incontro tra persone e idee – ha spiegato Marco Antonio Pani – maturano confronto e discussione, e si rendono disponibili capolavori difficilmente reperibili nei consueti canali di diffusione. La cultura cilena nello specifico è stata segnata da un solco indelebile e doloroso tracciato dalla dittatura di Pinochet – ha aggiunto il regista – un segno che si è concretizzato nell’inclinazione verso un cinema di denuncia e di analisi, sociale e politica. Per questo il tema della Libertà appare più che mai opportuno».

E “La Libertà” è anche il titolo dello spot del tdcf 2019 girato con il coinvolgimento degli allievi del laboratorio di cinematografia del festival. Uno spot che quest’anno ha l’aspetto di un cortometraggio di oltre cinque minuti, ideato e realizzato da Marco Antonio Pani con Paolo Carboni alle riprese, rendendo protagonisti gli stessi abitanti di Asuni e Solarussa.

Il coinvolgimento della popolazione è favorito dal format conviviale, nella convinzione che il cinema sia uno strumento prezioso per creare occasioni di crescita e di confronto sociale. A fare da corollario all’iniziativa sarà un particolare omaggio a Ermanno Olmi, straordinario personaggio scomparso lo scorso anno, e una proiezione speciale del film di Nanni Moretti “Santiago-Italia”. Senza trascurare una selezione di alcuni dei più validi e recenti film d’autore sardo, tra i quali “Ovunque proteggimi” di Bonifacio Angius, “L’uomo con a lanterna” di Francesca Lixi, e “Dalla quercia alla palma. I 40 anni di Padre padrone” di Sergio Naitza.

In collaborazione con OSVIC, oltre ai consueti laboratori per i bambini delle scuole del territorio è prevista una sezione domenicale dedicata specificamente ai più giovani.

Non mancheranno eventi letterari, quali la presentazione di “Aìnas”,  rivista internazionale d’arte e cultura diretta da Roberto Cossu, e del libro “Terre di nessuno” di Antonio Arévalo.

Di forte interesse sarà l’incontro con l’associazione “Chilenos de Sardigna” per una festa-concerto con la partecipazione del complesso di musica andina “Grupo Nazka”. Non tutti sanno che nell’isola vivono circa cinquecento sardi di origine cilena arrivati in tenera età e ormai integrati a tutti gli effetti. Altri ospiti musicali saranno la cantante Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia. Un secondo incontro di rilievo è quello sui “Percorsi formativi col cinema nelle scuole dell’obbligo”, che coinvolgerà numerosi addetti ai lavori.

Ulteriore momento focale sarà il gemellaggio del “terre di confine” con il Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia, in Colombia, e l’incontro ad Asuni con il suo direttore artistico Alejandro Alzate Giraldo. Sono previste inoltre mostre e installazioni artistiche, come Exodus.4 di Lea Gramsdorff.

Il calendario della manifestazione è stato presentato stamani alla Cineteca sarda da Marco Antonio Pani, affiancato da Antonello Zanda in rappresentanza della Società umanitaria, partner dell’iniziativa assieme alla Sardegna Film Commission. Durante l’incontro sono intervenuti i sindaci di Solarussa ed Asuni, Mario Tendas e Gionata Petza, e quindi Sandro Sarai, presidente dell’associazione Su Disterru, organizzatrice dell’evento assieme alla RAS, alle diverse amministrazioni comunali e al consorzio di “Sa perda ‘e Iddocca”, in collaborazione con Lo Teatrì di Alghero, l’Accademia Belle arti ed il Cinema Cityplex Moderno di Sassari ed il MEA di Asuni.

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Ieri le critiche dei Riformatori sardi alla “legge sul cinema” della Giunta Pigliaru, oggi, puntuale, la replica dell’assessore regionale della Cultura, Giuseppe Dessena.

«Non so quale film in questi giorni stia andando in onda, ma è evidente che la Giunta guidata dal presidente Pigliaru abbia sistematicamente finanziato, dal 2015 in poi, quella che viene chiamata la Legge sul cinema. Ovvero, settore culturale importantissimo che in questi anni, insieme anche ai festival di promozione della lettura, ha portato l’isola nel mondo e, non esagero, persone da tutto il mondo nell’isola.»

Così l’assessore della Cultura Giuseppe Dessena, che ha inoltre precisato: «Abbiamo scommesso così tanto nel settore da investire sino a quasi 5milioni di euro nel solo 2018, e arriveremo a 6 nel 2019. Risorse gestite in parte dall’assessorato, attraverso le procedure a evidenza pubblica, e in parte affidate alla Fondazione Film Commission per l’attuazione dei propri fini statutari. Sono stanziamenti che coinvolgono tutta la filiera del cinema: dalla produzione alla distribuzione, dalla promozione alla didattica, passando per la formazione che si è voluta incoraggiare con la concessione di borse di studio dedicate ai giovani aspiranti al mestiere». 

L’assessore regionale della Cultura ha voluto anche sottolineare che un’attività che la legge non contempla è il sostegno all’esercizio cinematografico, tradizionalmente considerato commerciale e, pertanto, non di competenza dell’assessorato. «Tuttavia – ha detto Giuseppe Dessena – per quanto riguarda il suo risvolto culturale è stato anch’esso oggetto di interesse da parte della Giunta che ha approvato uno stanziamento di 250mila euro nella nuova legge di stabilità».

«L’assessorato del Turismo investe nelle produzioni cinematografiche perché la Sardegna diventi una destinazione sempre più competitiva e attraente anche attraverso la visibilità e le suggestioni garantite dalle produzioni cinetelevisive o per il web – aggiunge l’assessore del Turismo Barbara Argiolas -. In questo senso l’impegno con Lux Vide per l’Isola di Pietro per due anni consecutivi (stiamo già lavorando alla terza serie) con Gianni Morandi e l’accordo siglato nello scorso mese di luglio tra l’assessorato del Turismo e la Sardegna Film Commission con un investimento di quasi 2 milioni di euro per il Fondo Ospitalità e Location Scouting, in modo che le produzioni italiane e internazionali siano sempre più motivate a scegliere il nostro territorio per i loro prodotti. La crescita sotto il profilo numerico, del prestigio e del richiamo delle produzioni ospitate negli ultimi anni confermano la bontà delle nostre politiche, garantiscono visibilità alla Sardegna e segnano l’aumento costante dell’economica del comparto dei servizi e delle maestranze ad esso collegato.» 

«Lo straordinario lavoro fatto in questi anni credo sia sotto gli occhi di tutti – aggiungono Giuseppe Dessena e Barbara Argiolas -. Abbiamo avuto modo di vedere all’opera i nostri talenti e portare la Sardegna in tutte le manifestazioni e kermesse, nazionali e internazionali, ricevendo ogni genere di premi e riconoscimenti. Citiamo solo alcuni esempi, come il David di Donatello, La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu, il premio a Mario Piredda per il cortometraggio A casa mia, e ancora il prestigioso Premio Solinas, la partecipazione dei film prodotti in Sardegna nei più importanti festival nazionali e internazionali, e i nostri giovani registi, formatisi con le borse di studio regionali, o anche grazie ai percorsi didattici attivati con la legge. Pensiamo a tutti coloro che sono stati capaci di trovare  lavoro nei set, e ai festival cinematografici diventati prestigiosi appuntamenti di settore o rassegne tematiche che arricchiscono l’agenda culturale isolana. Se poi vogliamo stare strettamente a questi giorni, in sala al cinema abbiamo Ovunque proteggimi, il lungometraggio del regista sassarese Bonifacio Angius, film che sta riscuotendo importanti riconoscimenti di critica e di pubblico. Il film è stato realizzato anche grazie al contributo di circa 320mila euro della Legge cinema e sono stati impiegati attori e maestranze quasi totalmente sarde, determinando così importanti ricadute sul territorio.»

«Lo sceneggiatore di Ovunque proteggimi, Gianni Tetti, e un altro sassarese, Paolo Pisanu, hanno vinto il premio Solinas per la migliore sceneggiatura con “Tutti i cani muoiono da soli” – ha detto ancora Giuseppe Dessena – premio che gli addetti ai lavori, e non solo, sanno essere un prestigioso riconoscimento e traguardo. Sono personalmente molto orgoglioso che questo premio, assente da tempo, da quest’anno sia tornato finalmente in Sardegna, anche grazie alla legge cinema che, nell’ambito del Bando riservato ai premi ha potuto concedere 40mila euro.»

Ogni anno l’assessorato della Cultura, dopo l’approvazione di un programma di spesa deliberato in Giunta, pubblica 15 bandi: 6 destinati alla produzione (sviluppo di sceneggiature, cortometraggi per imprese e cortometraggi per persone fisiche, lungometraggi, opere prime e distribuzione), 5 destinati alla promozione (festival, rassegne, premi, circuiti, seminari e convegni), 2 destinati all’attivazione di percorsi di didattica del cinema per Scuole e Università, 1 dedicato a progetti di ricerca e sperimentazione sul cinema e l’audiovisivo, 1 per la concessione di borse di studio (quest’anno affidato a Film Commission per la formazione nell’ambito dell’animazione). 

I progetti relativi alla produzione sono valutati da una Commissione composta da esperti del settore, gli altri da Commissioni interne sulla base di parametri quantitativi. I risultati dei Bandi della produzione 2018 sono in corso di pubblicazione e prevedono la concessione di contributi a 32 beneficiari tra imprese e persone fisiche; le risorse stanziate per la promozione, didattica e ricerca, incrementate con la legge di assestamento, hanno consentito di accogliere tutte le istanze ammissibili, sostenendo complessivamente circa 50 progetti.

Il cinema è un settore al quale si è prestata particolare attenzione in questi anni, infatti alle somme stanziate per la legge debbono aggiungersi, i finanziamenti alle imprese culturali e creative, tra cui quelle del cinema, che l’assessorato ha messo a disposizione con i bandi Por Fesr 2014-2020, Culture lab, Domos de sa cultura, Identity 1 e 2: anche qui numerose imprese che si occupano di cinema sono risultate beneficiarie e, grazie a queste risorse, potranno acquistare materiali e attrezzature avanzate, formarsi adeguatamente per le nuove sfide del mercato, realizzare prodotti innovativi e promuoverli nei contesti internazionali. 

È un altro lungimirante investimento sul settore Cinema e nel territorio. Allestito nell’ex miniera di Carbonia, è uno spazio attrezzato per accogliere attività formative, divulgative e festival nazionali ed internazionali sul cinema, in un territorio noto per essere patria della crisi post-industriale e post-mineraria.

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“Ovunque proteggimi”, secondo lungometraggio del regista sardo Bonifacio Angius, sarà presentato in prima mondiale nella selezione ufficiale della 36ª edizione del Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile. Il film, con Alessandro Gazale, Francesca Niedda e Antonio Angius, è prodotto da Andrea Paris e Matteo Rovere, una produzione Ascent Film con Rai Cinema, e uscirà in sala a partire dal 29 novembre.

Quelle di Alessandro e Francesca sono due vite vissute al limite, in ogni senso. Inutile fermarli dopo il loro incontro: la loro è la forza di quei deboli la cui malinconia è superata solo dall’enorme speranza per un futuro migliore. 

“Ovunque proteggimi” di Bonifacio Angius, con Alessandro Gazale, Francesca Niedda e Antonio Angius sarà presentato in prima mondiale all’interno della selezione ufficiale della 36ª edizione del Torino Film Festival, in programma dal 23 novembre al 1° dicembre. Il film, secondo lungometraggio del regista sardo, è scritto da Bonifacio Angius, Fabio Bonfanti, Gianni Tetti, in collaborazione Vanessa Picciarelli.

Prodotto da Andrea Paris e Matteo Rovere, una produzione Ascent Film con Rai Cinema, “Ovunque proteggimi” è stato realizzato con Il contributo del ministero per i Beni e le Attività culturali e la Regione Autonoma della Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali Informazione, Spettacolo e Sport con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission, Fondo Sardegna Ospitalità ed il Fondo Filming Cagliari (in collaborazione con il comune di Cagliari).

Il film sarà distribuito nei cinema, a partire dal 29 novembre, da Ascent Film.

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Anteprima estiva, questo giovedì e venerdì (2 e 3 agosto), per la nona edizione di Licanìas, il festival letterario ed enogastronomico di casa a Neoneli, che dal 4 al 7 del prossimo ottobre taglierà il traguardo della sua nona edizione nel piccolo e antico borgo del Barigadu, in provincia di Oristano. In programma due serate all’insegna del cinema isolano, con proiezioni, incontri e dibattiti a cura del regista Mario Piredda, Nastro d’Argento lo scorso anno per il corto “A casa mia“.

La serata inaugurale, giovedì 2 agosto a partire dalle 21:30 in piazza Barigadu, è dedicata a una retrospettiva sull’opera del regista sassarese Bonifacio Angius. Si comincia con la proiezione del suo ultimo lavoro, il cortometraggio “Domenica”, candidato nel 2016 ai Nastri d’Argento e in cartellone in diversi importanti festival internazionali. A seguire “Perfidia”, fortunato esordio di Bonifacio Angius nel lungometraggio: finalista al premio Solinas per la sceneggiatura, unico film italiano in concorso al 67° Festival del Film di Locarno in cui ha portato a casa il Premio Giuria Giovani, inserito tra i trenta film d’eccellenza usciti nelle sale italiane nell’anno solare 2014/2015 dal ministero delle Attività e de Beni Culturali. A seguire, incontro e dibattito con l’autore, moderato da Alessandra Marchi.

«Perfidia . spiega Bonifacio Angius – è un film profondamente legato al tempo in cui viviamo, un film che nasce da ricordi, da situazioni vissute e immaginate, da me stesso e da persone che ho conosciuto. Persone fragili, invisibili, incapaci di desiderare qualcosa di meglio, ma al tempo stesso capaci di commettere atti incoscienti, così, senza un’apparente motivazione razionale o un significato univoco, senza averne una reale consapevolezza. L’unica spiegazione che si può dare alle loro azioni – conclude il regista – è già lì, nella loro vita, nel loro vuoto culturale, nella mancanza di aspirazioni, di passione, di amore».

Quella di venerdì 2 agosto sarà invece una serata tutta dedicata ai corti: buio in sala alle 21.30, sempre in piazza Barigadu, per “Disco volante” di Matteo Incollu (che racconta la storia di Ringo, leggendario venditore di panini); “La finestra” di Silvia Perra (che affronta il tema dello spopolamento dei paesi sardi); “Sinuaria” di Roberto Cherchi (la storia di Michele Murtas, detenuto e parrucchiere del carcere dell’Asinara); “Deu ti amu” di Jacopo Cullin (delicato racconto dell’amore di una vita); e “Spirito Santo” di Michele Marchi (il dramma umano di un adolescente borderline). Chiusura in conversazione con i registi e la partecipazione del pubblico, in un dialogo guidato sempre da Alessandra Marchi.

Due giorni di cinema e incontri nello spirito di Licanìas, dunque, il festival di una piccola comunità rurale che scommette sulla cultura per sopravvivere allo spopolamento. Una piccola realtà che vuol far conoscere la propria storia e al tempo stesso aprirsi al mondo, per conoscere “il diverso”.

 

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Sulla scia del successo dell’edizione 2016, ed in attesa della nuova edizione prevista per il 2018, Carbonia Film Festival, dal 12 al 15 ottobre, 2017 a Cagliari e Carbonia, proporrà “How to Film the World”, una quattro giorni di eventi, proiezioni, incontri e Masterclass per riflettere sul cinema e sulla sua capacità di raccontare la realtà.

Diretto dal critico cinematografico Francesco Giai Via, Carbonia Film Festival con “How to Film the World” intende sviluppare la progettualità di un festival che si concentra sulla contemporaneità, tanto nella scelta delle tematiche legate al lavoro e alle migrazioni, quanto nell’attenzione alle nuove forme del cinema di finzione e documentaristico. Una quattro giorni che porterà nel Sulcis, presso la Fabbrica del Cinema, alcuni fra i registi internazionali più significativi del cinema contemporaneo per proiezioni e iniziative aperte al pubblico.

Nell’ambito di questa nuova iniziativa, il Carbonia Film Festival lancia il bando Programma Cinema Giovani 2017 per giovani studenti e studiosi di cinema, critici, operatori culturali e filmmakers che saranno invitati a prendere parte alle attività di “How to Film the World”. Le iscrizioni al bando sono aperte fino al 18 giugno 2017 (per info e bando: www.carboniafilmfestival.org).

Nei giorni di “How to Film the World” avranno luogo una serie di incontri di approfondimento appositamente realizzati per il gruppo di giovani provenienti da tutta Italia, selezionati attraverso il bando. Sede delle attività sarà la Fabbrica del Cinema, progetto promosso dalla Società Umanitaria e dal Centro Servizi Culturali di Carbonia, che mette al centro la formazione dei giovani alla memoria storica e alla valorizzazione del patrimonio audiovisivo del territorio e, contemporaneamente, l’educazione alle nuove forme cinematografiche, sia documentarie che di finzione.

«Tra gli aspetti che caratterizzano il progetto “Fabbrica del Cinema”, oltre alla raccolta e valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo del territorio – commenta Paolo Serra, direttore dell’Umanitaria di Carbonia – ed alla produzione di nuova memoria storica, quello della formazione rappresenta la compiutezza stessa del progetto. La storia della Società Umanitaria nazionale, regionale e del CSC di Carbonia, ci rivela che la formazione professionale, degli adulti prima, dei giovani delle scuole poi, è da sempre al centro delle attività storicamente realizzate. Ecco perché promuoviamo l’incontro tra gli studenti universitari, giovani filmaker, critici e operatori culturali e alcuni importanti professionisti del mondo del cinema presenti a Carbonia: per avviarci a ripercorrere una strada che punti ad offrire aggiornamento professionale e formazione diretta, ma anche coinvolgimento del territorio e promozione culturale. Un percorso già avviato lo scorso anno, anche grazie alla fondamentale collaborazione con la Cineteca Sarda, e che proseguirà in questo 2017 e che mira a diventare un progetto permanente dedicato all’educazione alla cultura cinematografica.»

A partire dall’episodio “Carbonia, una storia moderna” tratto dal film “L’ultimo pugno di terra” di Fiorenzo Serra, i partecipanti saranno invitati a realizzare un elaborato che potrà avere la forma del saggio scritto, del video saggio e del contributo video originale.

Sulla base degli elaborati ricevuti, venti fra i candidati saranno selezionati dalla direzione del festival e avranno la possibilità di essere ospiti della manifestazione, partecipando gratuitamente con un ruolo da protagonisti a tutte le attività che si svolgeranno nel Sulcis dal 12 al 15 ottobre 2017.

Il programma completo ed i nomi degli ospiti saranno comunicati nel mese di ottobre con alcune anticipazioni previste nel periodo estivo.

Nato nel 1999, come Mediterraneo Film Festival, nel 2016 cambia nome e diventa Carbonia Film Festival. Il Festival si svolge ogni due anni nell’omonima città del sud ovest della Sardegna ed è aperto a tutte le opere di fiction e documentario, presentando il meglio della produzione internazionale legata ai temi del lavoro e della migrazione. Fra i vincitori dell’edizione 2016: “El futuro perfecto” di Nele Wohlatz, “Il respire encore” di Anca Hirte, “Cameraperson” di Kirsten Johnson, “La Fille du patron” di Olivier Loustau.

Dal 1999 ad oggi il Carbonia Film Festival ha ospitato: tra i registi Olivier Loustau, Nele Wohlatz, Michele Vannucci, Ali Hammoud, Valia Santella, Irene Dionisio, Davide Ferrario, Alina Marazzi, Cecilia Mangini, Salvatore Mereu, Leila Kilani, Bonifacio Angius, Felice Farina, Marina Spada; Gli attori Alessandro Borghi, Vinicio Marchioni, Milena Mancini, Valentina Carnelutti, Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Claudia Gerini, Ivano Marescotti, Francesco Pannofino, Libero De Rienzo; i musicisti Massimo Zamboni, Danno (Colle der formento), Lilies on Mars, Baba Sissoko, Calibro 35, Nada, Pierpaolo Capovilla.

Carbonia Film Festival presenta “How To Film The World” è organizzato dal Centro Servizi Culturali Carbonia – Fabbrica del Cinema e dalla Cineteca Sarda – Centro Servizi Culturali di Cagliari, insieme al Comune di Carbonia e alla Regione Autonoma della Sardegna -Assessorato ai Beni Culturali, con il contributo della Fondazione di Sardegna e della Società Cooperativa Euralcoop, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission.

Carbonia Film Festival presenta “How to Film the World”, diretto dal critico cinematografico Francesco Giai Via.

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Appuntamento con il cinema targato Sardegna, questo giovedì (19 gennaio) a Berchidda: Bonifacio Angius è il protagonista della serata proposta dall’associazione culturale Time in Jazz Al Cinema Santa Croce, con inizio alle 21.00 e ingresso gratuito, è in programma un incontro con il regista sassarese e la proiezione di Perfidia, il suo primo lungometraggio, presentato nel 2014 (unico film italiano) alla sessantasettesima edizione del Festival del film di Locarno, dove ha vinto il Premio Giuria dei giovani.

Girato a Sassari, il film racconta la storia di un padre (Peppino, interpretato da Mario Olivieri) e di un figlio (Angelo, impersonato da Stefano Deffenu) che si avvicinano quando ormai è troppo tardi. Due personaggi abbandonati a loro stessi in una grande solitudine, in un mondo senza pietà e senza speranza, dove non esistono i buoni e dove non ci sono cattivi. «Tenerezza, rabbia, cinismo, fragilità, violenza a volte inconsapevole, nascosta, velata. Sono queste le parole che mi vengono in mente quando penso a ‘Perfidia’, un film nato da diverse suggestioni, alcune molto personali – spiega Bonifacio Angius nelle sue note di regia -. Mi interessava raccontare questo piccolo angolo di mondo, Sassari, una cittadina di provincia come ce ne sono tante in Italia, attraverso il problema della disoccupazione giovanile, il vuoto quotidiano che ne consegue e la visione clientelare come sua (non) risoluzione. La provincia anche come luogo fertile per sogni semplici e forse impossibili, ai quali però i personaggi si aggrappano come fossero la vita reale. Una vita fatta di attese incessanti, di invidia, di un desiderio di ‘normalità’ che appare sempre più lontano».  

Classe 1982, regista, sceneggiatore e direttore della fotografia, Bonifacio Angius ha frequentato corsi specialistici in Italia e all’estero, tra cui la New York Film Academy e il corso di regia cinematografica presso il Centro di studi Cinematografici della Catalogna. I suoi cortometraggi sono stati presentati e hanno vinto premi in diversi festival internazionali.

 

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Venerdì 7, alle 10.30, nella sala convegni dell’Unione Sarda, in piazza Unione Sarda, a Cagliari, la presentazione di un testo unico sulle biodiversità naturali. Un disegno di legge per il governo del territorio, la gestione dell’ambiente e la programmazione delle risorse rigenerabili. Un provvedimento in grado di dare una svolta nel campo del prelievo venatorio e della pesca, con una particolare attenzione alla figura del cacciatore. Un testo che mira anche alla reintroduzione della falconeria, alla previsione dei danni da selvaggina alle colture agricole sino alla caccia di selezione agli ungulati. Senza poi tralasciare la lotta alla peste suina. Il progetto sarà presentato da Modesto Fenu (primo firmatario), con i consiglieri regionali Rubiu, Tocco, Arbau, Randazzo, Floris, Ledda, Azara, Carta, Solinas, Orrù, Tatti, Pinna, Perra e Cherchi.

«Si tratta di un disegno che mette ordine nel settore – spiega Modesto Fenu – con la tutela delle biodiversità naturali, la regolamentazione della raccolta delle risorse e dei frutti spontanei, la protezione della fauna selvatica. Nel testo saranno regolamentate la caccia e il settore della pesca, nelle acque interne e costiere.»

Una normativa che è stata concepita con il supporto dei tecnici. Alla presentazione della legge è prevista la partecipazione delle associazioni ambientaliste e venatorie. Saranno presenti anche alcuni esponenti dell’associazione dei falconieri isolani. Interverranno, tra gli altri, il presidente dell’Unione Cacciatori Sardegna Bonifacio Cuccu, la Coldiretti ed altri rappresentanti del mondo agricolo e venatorio isolano. Alla conferenza stampa farà poi seguito un convegno sulle tematiche ambientali e venatorie, con presentazione di slide e diapositive.

Modesto Fenu copia