23 April, 2024
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«Come già sottolineato nei giorni scorsi, ritengo assai grave la scelta della Regione di accorpare i reparti di Urologia e Chirurgia del Sirai di Carbonia per la creazione dell’Area protetta Covid. Per questo motivo, sostengo la posizione della segreteria della Funzione pubblica CGIL e della segreteria generale dello SPI CGIL.»

Il segretario regionale di Articolo UNO, Luca Pizzuto, ribadisce una netta opposizione all’accorpamento dei reparti di Urologia e Chirurgia del Sirai di Carbonia per liberare gli spazi utili alla creazione dell’Area protetta Covid.

«Bene hanno fatto i due segretari Giovanni Zedde e Carla Piana a sottolineare come tale operazione abbia comportato per entrambe le Unità operative una riduzione di posti letto per un totale di 14 unità (10 per la Chirurgia e 4 per l’Urologia) aggiunge Luca Pizzuto -. Siamo certi che la creazione dell’Area protetta potesse avvenire senza bisogno di ridurre i servizi presenti. Anche io reputo inaccettabile il tentativo di accorpare reparti e ridurre servizi, utilizzando come pretesto le necessità derivanti dalla pandemia da Coronavirus.»
«Si intervenga immediatamenteconclude Luca Pizzuto per porre fine a questo nuovo tentativo di depauperamento delle prestazioni ospedaliere locali.»

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La segreteria della Funzione pubblica CGIL e la segreteria generale dello SPI CGIL insorgono contro l’accorpamento dell’Urologia del Sirai alla Chirurgia per liberare spazi per la creazione dell’Area protesta Covid.

I segretari Giovanni Zedde e Carla Piana, hanno inviato una nota durissima all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, al commissario straordinario dell’ATS Sardegna Giorgio Steri ed al direttore della ASSL di Carbonia Ferdinando Angelantoni, nella quale scrivono di aver esaminato il provvedimento adottato venerdì scorso dal direttore medico di Presidio ospedaliero, con il quale ha imposto nell’ospedale Sirai lo spostamento del reparto di Urologia all’interno di quello di Chirurgia, al fine di liberare spazi nei quali trattare eventuali casi sospetti Covid-19.

«Tale operazionescrivono Giovanni Zedde e Carla Piana -, ha comportato per entrambe le Unità operative una riduzione di posti letto per un totale di 14 unità (10 per la Chirurgia e 4 per l’Urologia). Non riteniamo ragionevole sgombrare un intero reparto per fare posto ad eventuali pazienti che devono essere ricoverati in attesa dell’esito del tampone, e che in caso di positività, dovranno essere trasferiti nelle strutture ospedaliere individuate per la cura di tale patologia. E’ tanto meno ragionevole quando questa operazione viene fatta in presenza di interi reparti vuoti come l’ex Ostetricia/Ginecologia ed il Nido.»

«Ci domandiamoaggiungono il segretario della Funzione pubblica CGIL e la segretaria generale dello SPI CGILcome si possano impartire delle disposizioni che comportano la concentrazione di pazienti e l’insieme dei dipendenti, medici, infermieri e Oss, contravvenendo alle indicazioni emanate dal ministero della Salute per il contrasto alla diffusione del virus. A tale fine, si ricorda che la norma di differire i ricoveri ospedalieri non urgenti ha anche la finalità di evitare condizioni di sovraffollamento nei reparti, le quali in questo modo vengono eluse. Quanto disposto non potrà che avere conseguenze negative per il funzionamento dei due Servizi che svolgono un’attività d’urgenza e di cura di patologie oncologiche, queste ultime preponderanti nel caso dell’Urologia, e individuate come prestazioni non differibili. E’ opportuno avere presente che le altre malattie non sono sparite e, purtroppo, non si muore solo di Covid-19.»

«Non intendiamo assistere inerti al taglio di ulteriori posti letto che sono già insufficienti e che ci vedono al di sotto dello standard nazionalesottolineano Giovanni Zedde e Carla Piana -. Considerata la diminuzione di posti letto della Chirurgia del Sirai, ci chiediamo dove la Direzione medica intenda trasferire gli eventuali pazienti della Chirurgia di Iglesias che non possono essere dimessi il venerdì, giorno di chiusura del reparto per via dell’organizzazione week surgery, forse nelle strutture pubbliche o private del Cagliaritano? Sollecitiamo ed attendiamo una risposta verosimile.»

«Troviamo assolutamente disdicevole il tentativo di portare a compimento l’accorpamento dei suddetti reparti utilizzando come pretesto le necessità derivanti dalla pandemia di Coronavirus, dando così seguito ad un progetto ereditato dalle Amministrazioni precedenti – concludono il segretario della Funzione Pubblica CGIL Giovanni Zedde e la segretaria generale dello SPI CGIL Carla Piana e chiediamo un deciso intervento dell’assessore regionale della Sanità, del commissario straordinario dell’ATS Sardegna e del direttore della ASSL di Carbonia, al fine di riportare la situazione allo stato precedente, restituendo la piena operatività delle Unità Operative interessate, in caso contrario, sarebbe palese la volontà di proseguire con la politica dei tagli e del ridimensionamento della Sanità pubblica nel nostro martoriato territorio e, pertanto, chiederemo una forte presa di posizione sia delle Istituzioni che della cittadinanza.»