20 April, 2024
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“La salute della donna: garantire qualità, equità e appropriatezza dei servizi sanitari e sociali”, è il tema al centro dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio, venerdì 8 marzo, a Casa Fenu, a Villamassargia, frutto della collaborazione tra la Asl Sulcis Iglesiente e il comune di Villamassargia, con l’obiettivo di fare il punto sui bisogni assistenziali della donna, partendo dalle sue specificità non solo biologiche, ma anche relative alla dimensione sociale e culturale. Un’opportunità di riflessione e di informazione a tutto tondo sulla medicina di genere a cui si è giunti anche grazie al contributo di quella che fu tre anni fa una vera e propria class action da parte delle Amministratrici di tutta la Sardegna, a partire dalla sindaca di Villamassargia Debora Porrà, con la richiesta alla Regione di introdurre il parto indolore anche nel Sulcis Iglesiente.
«In questa giornata così importante cogliamo l’occasione per delineare programmi ed azioni, illustrare l’offerta dei servizi creati attraverso percorsi clinico-assistenziali orientati alla medicina di genereha spiegato nell’introduzione la direttrice della ASL Sulcis Iglesiente Giuliana Campus -. Oggi il concetto di salute è più ampio, necessita di strumenti integrati, della centralità del paziente come persona con esigenze psico-emotivo e relazionali, oltre che fisiche e funzionali. La partoanalgesia è parte di questo processo così come l’umanizzazione dei luoghi di cura che deve garantire il benessere di pazienti, famiglie e curanti: il nostro obiettivo è far ‘partorire col sorriso’.»
Un focus particolare è stato dedicato, infatti, al parto in analgesia recentemente introdotto al CTO di Iglesias, dove un team multidisciplinare di professionisti accompagna le donne lungo il percorso di conoscenza e scoperta della maternità: dai primi controlli alla preparazione al parto, fino alla nascita e al primo anno di vita del bambino.
«Il parto indolore nel punto nascite del CTO è il regalo più gradito per questo 8 marzoha esordito la sindaca Debora Porrà che ha ricordato l’appello del 2021 nato a Villamassargia e diventato immediatamente collettivo con il coinvolgimento di 34 sindache sarde in testa ad 80 amministratori di tutta l’isola, per ribadire il diritto delle donne di poter scegliere -. La partoanalgesia è la punta dell’iceberg della medicina di genere e l’assenza dei LEA, i livelli essenziali di assistenza, è la principale causa di mobilità passiva e di riduzione del numero di prestazioni nei presidi sanitari periferici che rischiano così la chiusura: le donne che vivono nel Sulcis Iglesiente o in altri territori marginali devono avere le stesse possibilità di tutela della salute di quelle che vivono in un grosso centro.»
Debora Porrà ha ringraziato la Asl Sulcis per la collaborazione e per aver aperto un canale per migliorare i servizi sanitari che riguardano tutta la medicina di genere e l’integrazione ospedale-territorio.
Parte fondamentale di un percorso integrato, la partoanalgesia prevede, infatti, la collaborazione tra strutture ospedaliere (Unità operativa di Ginecologia e Ostetricia, di Pediatria, di Anestesia) e territoriali (Consultori familiari) e ha la finalità di valorizzare la qualità dell’esperienza della gravidanza, del parto e di una nascita serena, in un ambiente idoneo a salvaguardare il benessere della madre e del nascituro, così come è stato spiegato dettagliatamente nelle varie fasi da un’equipe di professionisti: Ilario Serra, Aldo Clemenza, Ciro Clemente e Beatrice Frau, presenti all’incontro moderato dalla giornalista Carmina Conte.
«Anche il consultorio familiare è un luogo privilegiato per la medicina di genere», hanno evidenziato Eliana Marini e Katia Palmas, rispettivamente ginecologa e psicologa che ivi lavorano. Realtà che hanno lo scopo di promuovere la salute sessuale, riproduttiva e relazionale del singolo, della coppia e della famiglia attraverso interventi socio-sanitari che si realizzano anche in collaborazione con gli Enti e le Istituzioni locali e che sono il principale presidio sanitario di prevenzione sul territorio, fornendo anche prestazioni specialistiche, integrate con i servizi ospedalieri. A questo si unisce il prezioso contributo del mondo del volontariato, rappresentato in questo caso da Luisella Colombano dell’ODV “Consultiamoci” che ha raccontato le attività intraprese dall’organizzazione.
In ultimo, ma non meno importante da ricordare, la ASL Sulcis garantisce, attraverso il Centro screening, programmi dedicati alle donne. Nel dettaglio: lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario rivolto alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e lo screening del tumore del collo dell’utero per le donne che hanno dai 25 ai 64 anni: individuare i tumori in un fase iniziale riduce mortalità, morbilità e in generale migliora aspettative e qualità di vita.
Nel corso della tavola rotonda, l’artista Marta Dessì ha realizzato in diretta un disegno sul tema, a ricordo della giornata.
Allegati due brevi stralci degli interventi della sindaca del comune di Villassargia, Debora Porrà, e della direttrice della ASL Sulcis Iglesiente Giuliana Campus

La salute della donna: garantire qualità, equità e appropriatezza dei servizi sanitari e sociali, è il tema al centro dell’incontro che si terrà l’8 marzo 2024 presso l’Antica Casa Fenu a Villamassargia, frutto della collaborazione tra la ASL Sulcis Iglesiente e il comune di Villamassargia con l’obiettivo di fare il punto sui bisogni assistenziali della donna con un focus sulla recente introduzione della partoanalgesia presso il CTO di Iglesias. Nel corso dell’incontro, moderato dalla giornalista Carmina Conte, l’artista Marta Dessì realizzerà un disegno sul tema.

Ore 16.00: Saluti istituzionali di Debora Porrà, sindaca del comune di Villamassargia e introduzione della dott.ssa Giuliana Campus, direttore generale ASL Sulcis
Ore 16.15 La partoanalgesia: un lavoro d’equipe
Dott. Ilario Serra – Ginecologo
Dott. Aldo Clemenza – Anestesista
Dott. Ciro Clemente – Pediatra
Dott.ssa Beatrice Frau – Ostetrica
Ore 16.45 – I Consultori: il luogo privilegiato per la Medicina di genere
Dott.ssa Eliana Marini – Ginecologo
Dott.ssa Katia Palmas – Psicologa
Ore 17.00 – Il volontariato per la medicina di genere
Luisella Colombano per ODV ‘Consultiamoci’
Ore 17.15 – Conclusioni – Dott.ssa Giuliana Campus

“L’inarrestabile marcia delle donne verso la parità” passa dal 2° Congresso delle Donne Sarde promosso da Coordinamento 3 – Donne di Sardegna e aperto a tutti i movimenti femminili dell’Isola: appuntamento giovedì 2 giugno, ore 10.30, al Teatro Massimo di Cagliari, nel nome di Nadia Gallico Spano, delle Madri Costituenti e con lo stesso spirito di unità, che aveva animato il 1° Congresso, celebrato nello stesso luogo, 70 anni prima, il 2  giugno del 1952. 

Un’intensa giornata di lavori che si articola in quattro momenti: 1) rievocazione storica, con l’Omaggio a Nadia Gallico Spano; 2) l’attualità della “questione femminile”, con focus su Lavoro, Salute delle Donne, Violenza di Genere e Rappresentanza; 3) Protocollo d’Intesa tra Coordinamento3 e il Coordinamento Donne FASI, Federazione delle Associazioni Sarde in Italia per una grande alleanza finalizzata a progetti ed azioni comuni delle donne Sarde, residenti in Sardegna, in Italia e nel mondo; 4) proiezione verso il futuro con proposte di modifica della legge elettorale regionale, su esempio delle buone pratiche europee, che consentano di superare l’impasse sulla doppia preferenza di genere, rivelatasi inadeguata rispetto ai risultati attesi. 

«Dal 1° Congresso raccogliamo il prezioso testimone dell’unità – ha detto la presidente di Coordinamento3, Carmina Conte – per lanciare una grande alleanza fra tutte le donne in Sardegna e fuori dalla Sardegna, per il superamento degli ostacoli e delle pesanti discriminazioni tuttora presenti nella società, nella politica e nelle Istituzioni, che la crisi pandemica ha contribuito ad aggravare”. 

«Quando le donne si battono per i diritti delle donne – ha aggiunto la vice presidente Carla Puligheddu – si battono per i diritti di tutti e sono capaci di superare qualsiasi divergenza ideologica, partitica, religiosa, economica e sociale. Il motto di Coordinamento3 è: “I diritti delle donne per i diritti di tutti, oltre ogni differenza” e noi, con le nostre buone pratiche, siamo la dimostrazione che si può fare.»

Domani, sabato 11 marzo, alle ore 17.00, nell’Aula consiliare del comune di Buggerru verrà proiettato il docufilm Le Spose del Grand Hornu, di Paolo Carboni e Carmìna Conte, dedicato alla vicenda dell’emigrazione mineraria dal Sulcis Iglesiente e dalla Sardegna verso le miniere del Belgio negli anni ’50 del secolo scorso. In allegato la locandina, in cui compare ancora la vecchia location dell’ex Centrale, in cui non è stato possibile effettuare la proiezione per sopraggiunte difficoltà.

L’iniziativa è promossa dal comune di Buggerru con il patrocinio della Commissione Regionale Pari opportunità della Regione Sardegna.
Il programma prevede alle ore 17.00 i saluti e l’apertura dei lavori di Simona Spada, assessora della Cultura, Spettacoli ed Eventi e Pari opportunità del comune di Buggerru;  seguirà la presentazione di Maristella Casula, Commissaria per le Pari opportunità Regione Sardegna; alle 17,15 è prevista le proiezione del docufilm Le Spose del Grand Hornu; alle 18.00 gli interventi degli autori Paolo Carboni, regista e Carmìna Conte, giornalista.
Le Spose del Grand Hornu racconta la vicenda drammatica dell’emigrazione mineraria nel Belgio, nell’area mineraria della Vallonia e del centro direzionale delle miniere del Grand Hornu, attraverso lo sguardo delle donne, spose, fidanzate, giovani mamme, che seguirono i loro uomini attirati dal miraggio di un vita e di un destino migliore, ma che trovarono condizioni di vita e di lavoro ben diverse da quelle promesse dalla propaganda governativa dell’epoca, con gravi e inimmaginabili sofferenze e sacrifici e il dramma dello sradicamento. Al racconto delle donne emigrate fa eco quello delle donne rimaste nel bacino carbonifero del Sulcis Iglesiente, che patirono altrettante sofferenze, ma con il conforto di essere rimaste nella propria terra, accanto ai propri cari.

In occasione della cerimonia per il 50° anniversario dei Circoli dei sardi di Milano e Magenta dedicata allo sviluppo del Sulcis, è stato presentato il Cammino Minerario di Santa Barbara. Di grande interesse il documentario realizzato per l’occasione da Carmina Conte che, oltre al Cammino Minerario di Santa Barbara, presenta numerose altre iniziative di eccellenza che stanno contribuendo alla transizione economica e culturale del Sulcis.

Apprezzata la partecipazione dell’assessora regionale del Lavoro Alessandra Zedda, che ha messo in evidenza le potenzialità di sviluppo del Sulcis ed il contributo dei Circoli dei Sardi e della FASI per la promozione del Sulcis e della Sardegna.

L’evento si è concluso con la degustazione di pietanze tipiche del Sulcis preparate dallo chef Manuele Fanutza, accompagnate dagli eccellenti vini della Cantina di Santadi.

Notevole interesse è stato manifestato dai rappresentanti di tanti Circoli dei Sardi presenti per diffondere e promuovere il Cammino Minerario di Santa Barbara.

 

«Confidiamo nell’apertura e nella disponibilità manifestata dall’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu durante l’incontro avuto con lui, per affrontare l’emergenza salute donne soprattutto in riferimento alle patologie tumorali specifiche, come il tumore al seno e quello ovarico, ma non solo.»

Lo ha detto Carmìna Conte, presidente dell’Associazione Coordinamento3 – Donne di Sardegna. Hanno partecipato all’incontro Pupa Tarantini, Oristano, presidente onoraria e Rita Nonnis, Sassari, chirurga senologa, che insieme a Speranza Piredda, ginecologa, vicaria del Reparto Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Alghero, coordinano il gruppo di lavoro Sanità dell’associazione, di cui fanno parte mediche, esperte, amministratrici locali e rappresentanti di associazioni impegnate nel sociale.

«Ci auguriamo, soprattutto, che si concluda rapidamente l’iter dei 63 bandi annunciati dall’assessore e in corso di espletamento, relativi all’assunzione di medici specialisti, fra cui gli anestesisti e i chirurghi, la cui grave carenza/assenza è fra le cause dell’interruzione dal 1 luglio 2021 del servizio di Senologia chirurgica del San Francesco di Nuoro, che ha ulteriormente aggravato la già drammatica condizione delle malate di tumore al seno», ha sottolineato inoltre Carmìna Conte, parlando anche a nome della associazione “Vivere a Colori” di Nuoro e della sua presidente Marilena Pintore, impegnata nella difesa dei diritti delle pazienti tumorali e per cui ha raccolto ben 16.000 firme.

L’assessore della Sanità ha annunciato di aver attivato le procedure per ridefinire il quadro regionale delle Breast Unit per la cura delle malate di tumore al seno, con una diversa attenzione ai territori e ai bisogni delle pazienti su cui è intervenuta Rita Nonnis: «Alcune sono state a suo tempo formalmente istituite, ma di fatto sono operative solo parzialmente e non accreditate, mentre vaste aree territoriali sono totalmente escluse».

L’Assessore si è impegnato inoltre per l’attivazione di misure per la prevenzione del tumore al seno e del tumore ovarico, attraverso percorsi diagnostici e terapeutici PDTA, per le donne a rischio, di sorveglianza sulla mutazione del gene BRCA 1 e 2 (test genetico) che si trasmette in linea ereditaria femminile. Pupa Tarantini ha quindi illustrato la difficile situazione dell’oncologia del San Martino di Oristano «che penalizza soprattutto le donnecome ha sottolineatopoiché rappresentano la maggioranza dei pazienti oncologici, in quanto gli screening diagnostici sono stati spacchettati su tre presidi ospedalieri, Oristano, Ghilarza e Ales e sono fortunatamente garantiti solo grazie alla disponibilità di due medici Antonello Gallus e Graziella Agus».

Per tutte queste iniziative e per il riconoscimento operativo dei centri di senologia multidisciplinari Coordinamento3 è affiancata da Europa Donna Italia, che è a disposizione delle associazioni e delle istituzioni per dare il proprio contributo. Nell’incontro si è parlato anche della chiusura e del rischio di chiusura dei punti nascita. A tal proposito, l’assessore Mario Nieddu ha annunciato di aver chiesto la deroga per i punti nascita di La Maddalena, Tempio e Iglesias. Sui diritti acquisiti dopo anni di dure lotte dalle donne portatrici di handicap e/ ai loro familiari , quali visite domiciliari e servizi alla persona, previsti dalle leggi 162 e 104, di fatto interrotti durante la pandemia, l’assessore assicura che dovrebbero ripristinarsi pienamente. Sui disturbi alimentari, purtroppo in crescita, l’assessore Mario Nieddu ha annunciato di aver provveduto all’accreditamento del centro Lo Specchio a Iglesias, che fa capo alla associazione Casa Emmaus. L’assessore ha confermato l’attenzione alla medicina di genere, per cui è referente per la Sardegna, nel Comitato per il Piano nazionale sulla medicina di genere, la dottoressa Gesuina Cherchi di Nuoro.

L’assessore, infine, ha manifestato la più ampia disponibilità a partecipare ad un incontro con i Rettori delle due Università sarde, i presidenti dei Corsi di laurea in Medicina, delle Scuole di Specializzazione medica e dei Corsi di laurea in Psicologia per individuare programmi che incidano sulla formazione e sul fabbisogno regionale dei futuri medici per una maggior attenzione alla salute delle donne e alla medicina di genere, come proposto dall’associazione.

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«Ritengo positiva la sinergia che si è instaurata nell’incontro di ieri e auspico che sia l’inizio di una proficua collaborazione che porti sviluppo nella nostra Sardegna, rendendola sempre più a misura di donna.»

Lo ha affermato la consigliera regionale Carla Cuccu (M5S), dopo l’incontro che si è svolto ieri in Consiglio regionale tra il direttivo dell’Associazione Coordinamento3 – Donne di Sardegna e le consigliere regionali Sara Canu (Lega Salvini Sardegna), Annalisa Mele (Lega Salvini Sardegna), Elena Fancello (M5S), Maria Laura Orrù (Progressisti) e Laura Caddeo (Progressisti). Un incontro che ha voluto mettere le basi per progettare insieme una Sardegna che superi tutti gli ostacoli di natura economica, sociale, politica e istituzionale che impediscono la piena valorizzazione delle donne, nell’interesse dell’intera società e per il pieno sviluppo delle sue potenzialità, a partire dai 5 punti della Carta di Impegni per la Parità, proposta dal Coordinamento3 e sottoscritta a suo tempo dal Presidente Christian Solinas. Una volontà “condivisa”, emersa nel primo incontro istituzionale fra le consigliere regionali ed il Direttivo dell’Associazione Coordinamento3 – Donne di Sardegna, guidato dalla presidente Carmina Conte. All’incontro, che si è svolto prima della seduta del Consiglio regionale, è stato coordinato dall’on.le Carla Cuccu, segretaria dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio e ha visto la partecipazione e gli interventi delle consigliere Sara Canu, Annalisa Mele, Elena Fancello, Maria Laura Orrù e Laura Caddeo e delle rappresentanti del Coordinamento3, giunte da diverse parti dell’Isola.

Sono state poste le basi per la costruzione di una efficace e proficua comunicazione fra donne elette nella massima assemblea legislativa regionale e mondo femminile, presente in Coordinamento3 nella più ampia gamma di posizioni e appartenenze politiche, istituzionali, sociali e civili.

Si è trattato di un incontro speciale, che apre una pagina nuova nello spirito di forma eccelsa di democrazia aperta, trasversale, compiuta: c’è un filo conduttore fortissimo, che guiderà tutte le azioni future, in cui a valere sono i diritti delle donne, prima di tutto ed oltre ogni appartenenza, ideologica o partitica.

E’ stato osservato come l’introduzione della norma sulla doppia preferenza di genere nella legge elettorale, ottenuta dopo anni di battaglie unitarie delle donne sarde, pur non avendo rimosso tutti gli ostacoli al principio di uguaglianza tra uomini e donne nell’accesso alla vita politico-istituzionale, così come dal dettato costituzionale, ha consentito di raddoppiare il numero delle donne elette da 4 a 8 . Un risultato, pur modesto, ma che è un incoraggiamento a proseguire la battaglia che il Coordinamento3 ha intrapreso sulla democrazia paritaria, punto di partenza di una staffetta che passa il testimone alle donne elette il 24 febbraio scorso. La loro presenza in Consiglio regionale è garanzia di un raccordo permanente fra la massima istituzione sarda e le donne presenti nella società, affinché vengano attuati i punti chiave, quali l’istituzione dell’Assessorato regionale alle Pari Opportunità; la trasformazione della CRPO in Commissione Consiliare Regionale, al pari di tutte le altre; l’attuazione della parità di genere in tutti gli Enti e Istituzioni di competenza della Regione; la realizzazione di un piano straordinario per l’occupazione femminile, con l’incremento dei servizi socio-assistenziali; l’attuazione del percorso salute donna Ospedale Territorio e l’attivazione piena delle Breast Unit per la prevenzione e la lotta ai tumori femminili e l’attivazione dell’Osservatorio sula Violenza di Genere, accompagnato da un rafforzamento delle azioni per i centri antiviolenza, per la prevenzione e la lotta a tutti i livelli contro la violenza di genere.

Per l’occasione Pupa Tarantini, assessora del comune di Oristano, componente del Direttivo Coordinamento3, ha donato a Carla Cuccu una scarpetta rossa in ceramica, icona della campagna nazionale contro il femminicidio “Città della Ceramica”, di cui è capofila il comune di Oristano.

Tutte le intervenute hanno manifestato la volontà di procedere, in un profondo e intenso spirito di collaborazione, affinché vengano rimossi i numerosi ostacoli sociali e culturali all’interno della massima assemblea e parallelamente dei partiti di appartenenza, che ancora impediscono la piena e libera partecipazione delle donne alla vita pubblica.

Una grande sintonia dunque e condivisione dei temi, che ha visto per la prima volta tutte le espressioni femminili in campo convergere perché la democrazia paritaria non è la sfida che le donne sarde hanno lanciato con la doppia preferenza di genere, ma è un patrimonio ineludibile di civiltà per il benessere dell’intera società, da tutelare e valorizzare.

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Come associazione Coordinamento 3 Donne di Sardegna formuliamo le più vive congratulazioni e auguri di proficuo lavoro alle 4 assessore regionali che sono entrate a far parte della Giunta guidata da Christian Solinas, Alessandra Zedda, Gabriella Murgia, Valeria Satta ed Anita Pili: quello della partecipazione paritaria delle donne in tutti i contesti di tipo istituzionale e pubblico, di competenza della Regione, resta un obiettivo prioritario, da perseguire sistematicamente e che rappresenta uno dei cinque punti fondamentali della “Carta di Impegni per la Parità“, sottoscritta dal presidente Christian Solinas nella Convention del 26 gennaio scorso, promossa dal Coordinamento 3 Donne di Sardegna.

Non ci pare, tuttavia, che si stia andando in questa direzione, al di là della doverosa e legittima nomina di 4 donne nella compagine del governo regionale, che rappresenta la soglia minima e necessaria per la rappresentanza di genere.

Esprimiamo, infatti, la nostra preoccupazione per l’assenza nelle dichiarazioni programmatiche del presidente Christian Solinas di riferimenti alle politiche per le pari opportunità, a differenza di quanto da lui stesso dichiarato, in varie occasioni all’indomani del voto e alla luce della sottoscrizione della Carta di Impegni per la Parità: sull’attuazione della Carta abbiamo inviato formalmente il 16 aprile scorso la richiesta di un incontro, che si rende necessario e ineludibile.

Abbiamo già avuto modo, infatti, di esprimere il nostro sconcerto per l’assenza di donne nell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna, composto da soli uomini, 7 su 7, pur essendo state elette 8 consigliere regionali, il doppio della passata legislatura, anche grazie alla norma sulla doppia preferenza di genere.

A questo  fatto davvero inaccettabile e antistorico si è aggiunta la presenza di sole tre donne  u un totale di 24 componenti degli Uffici di Presidenza delle 6 Commissioni Consiliari.

Questi primi atti della XVI legislatura ci paiono quindi un grave e pericoloso balzo all’indietro, un ritorno ad un passato improponibile, che ha visto le donne di fatto escluse dal governo della cosa pubblica, in netto contrasto con quanto previsto dalla nostra stessa Costituzione, da tutta la normativa nazionale nel tempo acquisita e da tutte le raccomandazioni e normative della UE in materia di diritti e pari opportunità e contro le discriminazioni di genere.

Siamo di fronte al rischio conclamato di un regresso di valori come la democrazia paritaria, frutto di decenni di impegni e battaglie unitarie delle donne e degli uomini consapevoli, le cui conseguenze possono tradursi in un arretramento  della società sarda nel suo insieme, il cui sviluppo dipende proprio dal pieno coinvolgimento delle donne a tutti i livelli, per il prezioso e insostituibile contributo che possono dare.

A tale proposito, esprimiamo la piena fiducia nel contributo che può venire dalle 4 assessore regionali e dalle 8 consigliere regionali alla comune ed irrinunciabile battaglia per le pari opportunità e per la valorizzazione delle donne a tutti i livelli della vita civile, sociale e istituzionale della nostra isola.

Carmina Conte

Presidente Coordinamento3 Donne di Sardegna

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Carmina Conte, presidente dell’associazione Coordinamento 3 Donne di Sardegna ha diffuso una nota nella quale «esprime la massima preoccupazione per l’elezione in data odierna dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Sardegna composto da soli uomini, pur essendo state elette 8 consigliere regionali, il doppio della passata legislatura, anche grazie alla norma sulla doppia preferenza di genere».
«Si tratta di una grave ed inaccettabile deriva “maschilista” e retriva che, all’esordio della XVI legislatura, vede regredire il valore della democrazia paritaria, acquisito in anni di impegno e maturata consapevolezza, in netto contrasto anche rispetto alle dichiarazioni dei diversi partiti e schieramenti che compongono la massima assemblea elettiva regionale – aggiunge Carmina Conte -. Un Consiglio regionale che si sottrae al richiamo costituzionale per le pari opportunità e per la piena partecipazione delle donne alla vita politica e istituzionale, determina un vuoto pericoloso di rappresentanza e aggiungiamo pure, di rispetto verso il mondo femminile che costituisce oltre la metà della popolazione sarda.»
Coordinamento 3 ha inviato in data odierna al presidente della Regione Christian Solinas la richiesta di incontro per l’attuazione della Carta di Impegni per la Parità, da lui sottoscritta in occasione della Convention del 26 gennaio scorso, promossa da Coordinamento 3 Donne di Sardegna.

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Dopo aver toccato i centri di Cagliari, Solarussa, Alghero e Sassari, la XII edizione del “terre di confine filmfestival” si prepara per la sua tappa conclusiva ad Asuni, dove dal 15 al 17 marzo amplierà lo sguardo sulla cinematografia latina e in particolare sul documentario cileno. Sarà una vera festa del cinema che coinvolgerà, oltre agli spazi del MEA-Museo dell’Emigrazione e del Centro di documentazione (Casa Porcu Cau), anche diverse attività del paese per accogliere mostre, spettacoli e concerti.

Arriveranno personalità del mondo del cinema come i registi Francisco Hervé e José María González, quindi Alejandro Alzate Giraldo, direttore artistico del “Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia” per un vero gemellaggio tra il “terre di confine” e la rassegna colombiana.

Tra le opere cilene da non perdere saranno proposte quelle di Sebastian Lelio, Pablo Larraín e Maite Alverdi. Protagonisti della finestra sul cinema Sardo saranno invece Paolo Carboni, Carmina Conte, Mario Piredda, Nicola Contini, Luca Melis e Sergio Naitza. Per il cinema italiano, un omaggio al compianto maestro Ermanno Olmi con la proiezione di “Il villaggio di cartone” e poi “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, con la presenza di Antonio Arévalo, che presenta il suo libro “Terre di nessuno”.

Venerdì saranno inaugurate ben due mostre d’arte dell’architetto cileno Alejandro Robles e dell’artista italo-tedesca Lea Gramsdorff con la collaborazione di Simone Dulcis, mentre la cantante Claudia Crabuzza con Francesca Ventriglia proporrà un recital-concerto su Violeta Parra. Importantissimo il coinvolgimento dell’associazione “Chilenos de Sardigna”, per una festa-concerto che sabato accoglierà il complesso di musica andina “Grupo Nazka” con buffet degustazione.

Il programma dettagliato.

Venerdì 15 marzo si parte alle 10.00, all’Istituto comprensivo con il Laboratorio “Liberi tutti!” a cura di OSVIC. Alle 11.30 alla Casa Porcu Cau sarà inaugurata la mostra dell’artista cileno Alejandro Robles dal titolo “Sentieri da Minotauri”, a cura di Bianca Petretto, per concludere la mattinata con la presentazione della rivista internazionale di arte e cultura “Aínas”.

Alle 16.00, al MEA, la serata prende il via con il cortometraggio “La Libertà”, spot del tdcf, per proseguire con la presentazione del programma da parte del direttore artistico Marco Antonio Pani, affiancato da Enrico Pitzianti e dai collaboratori del festival e degli ospiti José María González e Francisco Hervé.

Alle 16.20 si terrà la cerimonia di gemellaggio con il “Festival de Cine de Santa Fe de Antioquia”, alla presenza di Alejandro Alzate Giraldo.

Alle 16.40 per gli “Incontri col cinema sardo” Paolo Carboni e Carmina Conte presentano il loro documentario “Le spose del Grand Hornu”, mentre alle 17.40 sarà proposto Los Niños di Maite Alverdi.

Alle 19.10 lo spettacolo-concerto “Difesa di Violeta Parra” vedrà protagoniste Claudia Crabuzza e Francesca Ventriglia, mentre alle 20.30, sarà inaugurata la mostra di pittura “EXODUS.4” dell’attrice e pittrice Lea Gramsdorff, per proseguire con degustazione di prodotti locali. La serata si conclude alle 21.30 con la proiezione del film premio oscar “Una mujer fantàstica” di Sebastian Lelio.

Sabato 16 marzo, appuntamento alle 11.30 per la proiezione di “No – I giorni dell’arcobaleno” di Pablo Larraín al MEA dove alle 16 si terrà l’incontro incontro con Mario Piredda e il suo “Nina”.

Alle 16.30 l’incontro sarà con Nicola Contini ed il suo documentario “Asi stanala Siena/Buongiorno Restelica”, e alle 17.00 Francisco Hervé in persona presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”, per poi intrattenersi a dialogare con il pubblico.

Alle 18.50 la presentazione e proiezione del film documentario “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, con la presenza di Antonio Arévalo, curatore d’arte contemporanea, poeta, già addetto culturale del Cile in Italia. Alle 20.30 Antonio Arévalo presenta il suo libro “Terre di nessuno” assieme al direttore della rivista Aìnas, Roberto Cossu. Alle 21.30 gran finale al Bar Secci per l’incontro con l’associazione Chilenos de Sardigna e la festa-concerto che vedrà protagonista il complesso di musica andina “Grupo Nazka”.

Domenica 17 marzo, alle 11.00, al MEA si terrà un Omaggio a Ermanno Olmi con proiezione del film “Il villaggio di cartone”. Alle 12.45, un altro momento molto atteso al Central Bar, l’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, incontro con José María González e Francisco Hervé.

Alle 15.00 il segmento Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, propone al MEA la proiezione di “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth.

Alle 16.30 altro appuntamento con il cinema sardo: Sergio Naitza e Luca Melis (produttore e dop) presentano “Dalla Quercia alla palma” documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di Padre padrone.

Alle 19,30 nell’interessante “Incontro con la Cineteca Sarda” i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento e Antonello Zanda parleranno di cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione.

Il festival si conclude alle 20 con il film di montaggio musicale “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario costruito a partire da immagini inedite degli anni 40 e 50 di Fiorenzo Serra con le musiche originali di Paolo Fresu, prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda.

Per maggiori informazioni visitare www.tdcf.it.