19 April, 2024
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Il Consiglio regionale, convocato per giovedì 7 gennaio, ribadirà il No alla decisione presa dai ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente di inserire la Sardegna tra le sette Regioni dove sarà realizzato il deposito unico dei rifiuti nucleari.
L’argomento sarà il primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta dell’Assemblea. La decisione è stata presa questo pomeriggio dal presidente Michele Pais in condivisione con il presidente della Regione Christian Solinas, dopo aver sentito tutti i capigruppo.

«Dobbiamo agire subito – ha detto il presidente Michele Pais – per opporci con la massima fermezza ad una decisione inaccettabile, prepotente, calata dall’alto, dannosa e non rispettosa della volontà dei sardi. Il Consiglio, in questa legislatura il 29 maggio del 2019 ha approvato un ordine del giorno unitario in cui si respinge ogni possibilità che la Sardegna sia inserita tra le aree idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, nel rispetto dell’esito del referendum del 15 e 16 maggio 2011 in cui i sardi, quasi in maniera plebiscitaria, hanno espresso la loro opinione contraria a diventare sede di piattaforme dove depositare i rifiuti radioattivi. Nonostante questo, il Governo continua nel suo disegno prevaricatore – ha concluso Michele Pais -. Sono certo che nella prossima seduta approveremo un provvedimento unitario e ancora una volta risponderemo con un diniego forte a decisioni unilaterali che vorrebbero trasformare la nostra terra in una piattaforma di deposito di scorie nucleari.»

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«Il “NO” della Sardegna alle scorie nucleari è ben noto, definitivo ed irrevocabile.» E’ la risposta secca del presidente della Giunta regionale, all’inserimento della Sardegna tra le sette regioni nelle quali sono state individuate aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito unico delle scorie nucleari.

«Indicare 14 siti in Sardegna sui 67 individuati complessivamente nel territorio nazionale per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari rappresenta l’ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l’Isola e per la volontà chiaramente espressa dal Popolo Sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un referendum ed una legge regionale.»

«La Sardegna ha già pagato fin troppi tributi alla solidarietà nazionale verso lo Stato italianoha aggiunto il presidente Christian Solinas -: dal disboscamento dei 4/5 del proprio patrimonio arboreo per lo sviluppo delle reti ferroviarie della Penisola e per l’industria del carbone, soprattutto toscana, fino ad oltre il 60% delle servitù militari del Paese sul proprio territorio, senza trascurare le servitù industriali ed ambientali della chimica di stato, ancora in attesa di bonifiche. E non possiamo certo dimenticare il tributo di sangue pagato in misura enorme, sproporzionata rispetto al resto d’Italia, da intere ge.», ha continuato il Governatore sardo.»

«Questo stesso Popolo ha sempre respinto, e continuerà a farlo con tutte le sue forze, ogni ipotesi di trasformazione dell’Isola in una pattumiera nucleare al centro del mediterraneo, con un danno irreversibile alla propria vocazione turistica ed al suo tessuto economico produttivo – ha rimarcato il presidente Christian Solinas. Abbiamo una legge regionale in vigore dal 2003 che vieta anche solo il transito di scorie radioattive sul territorio regionale e dichiara la Sardegna denuclearizzata. Abbiamo svolto un referendum nel 2011 che, con un’affluenza massiccia, ha ribadito in mondo chiaro e netto con oltre il 97 per cento dei voti il no all’energia nucleare ed al deposito di scorie. A fronte di tutto questo, considerato che da decenni paghiamo un costo dell’energia superiore al resto d’Italia perché lo stato ci ha sempre negato anche il metano, è davvero paradossale, se non proprio offensivo, che il Governo, noncurante di tutti i pronunciamenti istituzionali, popolari e democratici contrari, possa pensare di indicare in Sardegna ben 14 siti di stoccaggio idonei, peraltro in zone di alto pregio ambientale e paesaggistico, ricche di testimonianze archeologiche della civiltà nuragica e difficilmente accessibili dai porti in ragione della rete viaria. Insomma, prosegue il Presidente Solinas, una scelta dal sapore neocoloniale di un Governo che pensa di poter portare distante dai propri centri di potere i rifiuti più pericolosi e dannosi, con costi e rischi aggiuntivi enormi dovuti all’esigenza di trasportare via mare i materiali radioattivi.»

«A questo Stato centralista e prevaricatore che non ascolta la nostra voce, ad un Governo che manca di rispetto ad un intero popolo e alla autonomia della nostra Regione, sordo alle nostre legittime richieste ma sempre pronto a imporre pesanti fardelli, diciamo fin d’oraha concluso Christian Solinas -, che metteremo in campo ogni forma democratica di mobilitazione istituzionale e popolare, coinvolgendo enti locali, associazioni e movimenti, corpi sociali, istituti culturali e scientifici per contrastare questa decisione e preservare la nostra Terra da questo ennesimo oltraggio.»

Ha preso il via oggi, alle 8.30, in tutti e 46 i punti di prelievo dei 23 Comuni dell’Ogliastra, la campagna ‘Sardi e sicuri’, il progetto della Regione per la più grande attività di screening anti-Covid mai realizzata nell’Isola. Nella giornata odierna e fino alle 18.00 di domani, centottanta operatori eseguiranno sui cittadini ogliastrini, che si presenteranno ai punti di prelievo muniti di tessera sanitaria, la prima serie di tamponi antigenici cromatografici, in grado di restituire il risultato in pochi minuti segnalando eventuali positività attraverso la colorazione. I test saranno ripetuti tra una settimana sui soggetti risultati negativi sempre per mezzo di tamponi antigenici, questa volta a immunofluorescenza, processati sul posto con appositi macchinari.

«Con l’avvio della campagna ‘Sardi e sicuri’ diamo inizio a un’importante azione di contrasto al virus che coinvolgerà l’intero territorio dell’Isola, con l’obiettivo di spezzare la catena dei contagi e di ridurre significativamente la circolazione virale attraverso un’operazione di monitoraggio e tracciamento su vasta scala», dichiara il presidente della Regione Christian Solinas.

Oltre 30mila i tamponi previsti nelle due giornate, che vedono sottoporsi al test anche 200 militari della base di Perdasdefogu e la collaborazione dell’esercito, con sei medici e sei infermieri, nel punto di prelievo di Elini.

Con quattro postazioni per i test, Tortolì, che ha anche registrato cinquemila cittadini iscritti nei giorni scorsi, è il Comune con il maggior numero di centri per l’esecuzione dei test. Mentre il centro aggregato più grande, allestito nel Palazzetto dello sport ‘PalaLixius’, con 8 postazioni per i tamponi e quattro per l’accettazione, è quello di Lanusei.

La campagna in Ogliastra è stata preceduta da un’ampia attività di informazione e di sensibilizzazione all’adesione rivolta ai cittadini. «Abbiamo attivato importanti sinergie fra le istituzioni. I sindaci del territorio hanno dato e stanno dando un contribuito importante sia sotto l’aspetto organizzativo e logistico, sia nell’attività di coinvolgimento della popolazione – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu –. In Ogliastra si punta a una copertura che superi il 60% della popolazione con l’esecuzione di oltre 30mila test. La partecipazione allo screening è un gesto di solidarietà e responsabilità. Fattori chiave oggi quanto lo saranno domani per il mantenimento dei risultati che andremo a raggiungere.»

 

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«Siamo impegnati in una importante opera di efficientamento del sistema idrico – spiega il presidente della Regione Christian Solinas -. L’acqua è un bene prezioso, e lo è ancor di più in una regione che dipende per il 74% da invasi artificiali. In quest’ottica, abbiamo approvato la progettazione di alcuni interventi ritenuti strategici per l’approvvigionamento idrico dell’Isola e fondamentali per garantire l’accesso all’acqua, che rappresenta la prima ricchezza da tutelare non solo per il presente ma anche e soprattutto per le future generazioni.»

Gli interventi sull’interconnessione tra bacini e sull’efficientamento del sistema proposti dalla Regione Sardegna raggiungono complessivamente un importo che supera i 200 milioni di euro sono frutto della ricognizione effettuata nei mesi scorsi dalla Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero (MIT), che si è avvalsa del supporto tecnico dell’Agenzia regionale del Distretto Idrografico della Sardegna e dell’assessorato dei Lavori pubblici. L’accesso ai finanziamenti è subordinato per il Piano Invasi al rispetto dei requisiti di riparto tra distretti idrografici stabiliti con apposito Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti su un orizzonte temporale di attuazione che va dal 2020 al 2028, mentre per il cosiddetto Recovery Fund vige l’obbligo di avviare la fase di affidamento dei lavori entro il 2022 e di completare le opere entro il 2026. È proprio per consentire il rispetto dei termini fissati e garantire così l’accesso ai finanziamenti che è indispensabile finanziare da subito la progettazione di quelle opere che al momento non avevano una dotazione finanziaria che ne consentisse l’avvio, compresa l’acquisizione delle necessarie autorizzazioni, pareri e nullaosta previsti.

Otto le opere oggetto della progettazione, per un valore complessivo di interventi pari a 240.900.000: il collegamento invasi del Rio Mannu di Pattada a Monte Lerno e del Bidighnzu a Monte Orzastru (3.800.000); gli interventi di manutenzione straordinaria con sostituzione e risanamento strutturale di diversi tratti degli acquedotti “Coghinas I” e “Coghinas II”, nei comuni di Santa Maria Coghinas, Valledoria, Castelsardo, Sorso, Sassari, e Porto Torres (3.500.000); l’efficientamento energetico di impianti del sistema idrico multisettoriale regionale (300.000); il riassetto e risanamento funzionale del canale adduttore principale alimentato dai laghi del Medio Flumendosa (800.000); il riassetto funzionale dell’interconnessione fra il lago Flumendosa e la diga di Is Barroccus (1.000.000); il rifacimento della condotta dall’invaso di Sa Forada al partitore per Serrenti B (1.500.000); gli interventi di verifica della sicurezza della diga di Monte Pranu (400.000); il completamento del rifacimento della condotta di adduzione alla rete irrigua dall’invaso del Rio Leni (1.000.000).

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La Giunta regionale ha stanziato oltre 13 milioni di euro per l’abbattimento delle liste d’attesa negli ospedali sardi, autorizzando la variazione al Bilancio di previsione proposta dall’assessore Giuseppe Fasolino per consentire l’utilizzo delle risorse necessarie a garantire la piena erogazione dei servizi.

«Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, l’impegno della Regione per garantire adeguati livelli di assistenza sanitaria e di cure è continuospiega il presidente della Regione Christian Solinas –La riduzione dei tempi d’attesa in sanità, insieme a una maggiore efficienza del sistema e a un effettivo miglioramento dei servizi, rappresenta un obiettivo prioritario a cui stiamo dando concretezza attraverso l’adozione di misure efficaci e tempestive.»

«Il recupero di tutte le prestazioni rinviate a causa della pandemia è per noi una prioritàaggiunge l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu -. Ancora prima che il virus arrivasse nell’Isola la Regione ha varato un piano di taglio delle liste d’attesa che ci ha consentito, grazie allo stanziamento di 20 milioni di euro nel triennio in corso, di dare risposte già al termine della prima fase dell’emergenza. Un’impostazione che intendiamo consolidare. Abbiamo messo in campo ogni strumento a disposizione per contrastare il Covid, ma non intendiamo trascurare chi soffre a causa di altre patologie.»

La delibera approvata nel corso dell’ultima seduta di Giunta si inserisce nel quadro delle misure già adottate dalla Giunta regionale per contrastare la crisi sanitaria in corso ed è orientata al miglioramento del sistema sanitario sardo, con evidenti ricadute sulla qualità dei servizi al cittadino.

La Giunta regionale ha stanziato 12 milioni di euro (2 milioni per il 2020 e 5 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022) a favore dei Comuni con l’obiettivo di insediare attività produttive nelle aree destinate ai Piani per gli insediamenti produttivi (Pip).

«Si tratta di finanziamenti con grande importanza strategica perché consentono di soddisfare il fabbisogno di infrastrutture necessarie all’insediamento di piccole imprese che gravitano nelle realtà urbane, destinati in modo mirato verso alcune aree così da ridare competitività ai sistemi produttivi e rilanciare l’occupazione», ha sottolineato il presidente della Regione, Christian Solinas.

«Risorse per favorire l’insediamento di aziende artigiane e di unità produttive di piccole dimensioni e di interesse localeha aggiunto l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili -. Così da potenziare e riqualificare l’offerta regionale di aree attrezzate per la localizzazione di insediamenti produttivi, migliorandone il grado di attrattività e qualificandone il contesto ambientale operativo. Particolare attenzione per gli interventi volti a ridurre l’impatto ambientale, migliorare le condizioni di sviluppo imprenditoriale e promuovere la localizzazione di nuove iniziative.»

Una parte dello stanziamento complessivo (3 milioni di euro: 600mila euro per il 2020 e 1 milione 200mila per ciascuno degli anni 2021 e 2022) avrà come destinazione prioritaria la realizzazione di interventi di infrastrutturazione nelle aree industriali già di proprietà dei consorzi Zir, la cui titolarità è stata formalmente trasferita agli enti locali. Questa la ripartizione dei finanziamenti: all’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla sono stati concessi 342mila euro; al comune di Santa Giusta 700mila; Berchidda 410mila; Sant’Antioco 597mila; Ploaghe 720mila; Senorbì 535mila; Terralba 440mila; Sedilo 300mila; Villamassargia 300mila; Bono 300mila; Neoneli 540mila; Villamar 756mila; Arborea 540mila; Cabras 1 milione; San Gavino Monreale 302mila; Nurachi 340mila; Sorso 300mila; Arbus 308mila; Paulilatino 270mila. Inoltre, ai comuni di Tempio Pausania e di Iglesias, subentrati ai rispettivi consorzi Zir, rispettivamente 1 milione 800mila euro e 1 milione 200mila.

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E’ stato inaugurato nella tarda mattinata il nuovo Centro Covid realizzato all’ospedale Binaghi di Cagliari. Sono immediatamente disponibili i primi 41 posti letto a media intensità di cura, attrezzati con le dotazioni tecnologiche e suddivisi in due ali da 16 e 25 posti al secondo piano del nosocomio di via Is Guadazzonis. Nella struttura, a pieno regime e secondo la modularità prevista dal piano regionale per l’emergenza, potranno essere attivati fino a 140 posti letto in degenza ordinaria più 13 di terapia intensiva.

«Un risultato importanteha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas, che ha inaugurato l’ospedale riconvertito -. Abbiamo attuato il piano che ci siamo dati anticipando i tempi e con un numero di posti letto superiore a quelli inizialmente preventivati. Manteniamo alta la guardia contro il virus mettendo in campo ogni strumento a nostra disposizione e continuando a potenziare il sistema sanitario dell’Isola.»

«L’emergenza, dal suo inizio, ci ha portato più volte a dover rivedere e riorganizzare strutture e servizi ha aggiunto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu -. Siamo stati capaci di realizzare un complesso intervento di adeguamento in tempi rapidi con ottimi risultati. Abbiamo anche attivato importanti sinergie fra le aziende sanitarie del nostro territorio e il personale in servizio metterà insieme operatori dell’Arnas G. Brotzu, Aou di Cagliari e Ats, in una logica di equipe e lavoro di squadra – ha concluso Mario Nieddu -. Superata l’emergenza contiamo di restituire alla città una struttura rinnovata.»

«Una giornata dal grande valore simbolico, un passo importante per il ritorno alla normalità che auspichiamo possa avvenire al più presto.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, in merito alle prime vaccinazioni anti-Covid eseguite oggi nell’Isola in occasione del ‘Vaccine Day’, operazione che ha portato, su tutto il territorio nazionale, alla somministrazione delle prime dosi del farmaco Pfizer-BioNTech arrivate in Italia a Natale.

«Stiamo preparando il nostro sistema sanitario ha aggiunto il presidente Christian Solinas alla grande campagna di vaccinazione che seguirà nei prossimi mesi. Mesi in cui sarà ancora fondamentale non abbassare la guardia e che ci vedranno impegnati con forza anche nel più importante progetto di screening che l’Isola abbia mai realizzato, con l’obiettivo di abbattere drasticamente la circolazione virale.»

In occasione del ‘V day’ sono state consegnate alla Sardegna 180 dosi che saranno somministrate, in quattro giornate, ad altrettanti operatori sanitari: personale dell’Arnas G. Brotzu, dell’ospedale Santissima Trinità di Cagliari e del Policlinico universitario ‘Duilio Casula’, di Monserrato. Le fiale con il farmaco, arrivate nell’isola ieri sera con volo militare, sono state trasportate all’ospedale San Michele dell’Azienda di rilievo nazionale e alta specializzazione ‘G. Brotzu’, centro designato dalla Regione per l’esecuzione dei vaccini programmati in occasione dell’evento odierno. I primi due vaccinati della Sardegna sono Silverio Piro, medico infettivologo di 71 anni, e Virginia Boi, infermiera di 58. Le fiale, ciascuna contenente cinque dosi, sono state conservate a -80 gradi e, secondo la procedura, sono state portate a tre e otto gradi in tre ore e lasciate a temperatura ambiente per mezz’ora prima di essere diluite con cloruro di potassio ed essere quindi inoculate. Per ogni somministrazione effettuata è stata data, come previsto, lettura del numero di lotto vaccinale e dei nomi del medico responsabile della seduta e dell’operatore che ha eseguito l’inoculazione.

«Grande emozione per le prime vaccinazioni nell’Isola. Un segnale importanteha detto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu in vista della campagna che partirà a gennaio con l’arrivo di 33mila dosi a cui seguirà un ulteriore invio dello stesso quantitativo per la vaccinazione delle categorie a rischio individuate secondo i criteri stabiliti a livello nazionale. Si inizierà quindi con gli operatori sanitari e sociosanitari, il personale e gli ospiti delle Rsa. Già nei prossimi giorni attendiamo l’arrivo di altre 4 miIa dosi. Vaccineremo tutte le persone che lavorano nelle strutture sanitarie dell’Isola, pubbliche e private.»

«I centri di vaccinazione della Sardegna individuati dalla Regioneha aggiunto l’assessore Mario Nieddusono dodici, dislocati su tutto il territorio, in corrispondenza dei principali ospedali. La campagna vaccinale durerà circa un anno, ma ci auguriamo che possa esserci un’accelerazione con l’approvazione degli altri farmaci in attesa del via libera. Stiamo lavorando con grande impegno da diverse settimane per predisporre quanto necessario per preparare al meglio il nostro sistema sanitario. Abbiamo una continua interlocuzione con il governo e la struttura commissariale per l’emergenza. La Sardegna ha concluso l’assessore regionale della Sanitàè pronta sia sul piano logistico, sia sul piano organizzativo.»

«La salvaguardia del prezioso patrimonio ambientale della Sardegna e il recupero delle aree contaminate è un obiettivo prioritario della Giunta regionale. Per l’area mineraria di Su Zurfuru è stato dichiarato lo stato di emergenza a causa della grave contaminazione ambientale originata dall’attività mineraria, ricomprendendola tra gli interventi prioritari del Piano regionale di bonifica.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo l’approvazione, da parte della Giunta regionale, della delibera che stanzia, nel Bilancio pluriennale 2020-2022, 5 milioni 531mila euro a favore del Comune di Fluminimaggiore, per garantire la copertura finanziaria del primo lotto del progetto di bonifica e messa in sicurezza dell’area mineraria di Su Zurfuru, inclusa nel Sito di interesse nazionale (Sin) “Sulcis Iglesiente Guspinese”. Per questo intervento, l’Amministrazione comunale dispone già di un precedente finanziamento di 2 milioni 430mila euro.

«Il progetto definitivo, dopo essere stato oggetto di una complessa fase istruttoria e della conferenza decisoria indetta dal ministero dell’Ambiente, è stato approvato con decreto ministeriale ha aggiunto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis -. Prevede l’isolamento permanente delle sorgenti di contaminazione (discariche minerarie, bacino sterili) con interventi di messa in sicurezza e la realizzazione di un deposito (sito di raccolta) per  completare l’asportazione dei rifiuti minerari. La suddivisione degli interventi in più ambiti (‘area laveria’, ‘area di valle’, ‘area di monte’, ‘area esterna’) consente di procedere alla bonifica in più fasi, in funzione delle priorità di intervento e delle risorse disponibili.»

«Nel primo lotto di interventi nelle aree della laveria e di valle, quelli considerati prioritari, è prevista la rimozione dei rifiuti minerari, che andranno depositati in condizioni di sicurezza nel sito di raccolta dell’area di valle, in corrispondenza dell’esistente bacino sterili ha spiegato l’assessore Gianni Lampis -. Questo consentirà la piena valorizzazione dell’area laveria, oggetto di un recupero degli edifici più rappresentativi per fini culturali e museali. Mentre, il secondo lotto, riguardante gli ambiti denominati ‘area di monte’ e ‘area esterna’, prevede interventi di accorpamento e messa in sicurezza delle maggiori discariche minerarie della zona di monte, nonché opere di mitigazione ambientale. Verranno impiegate anche tecniche di ingegneria naturalistica, nel caso non fossero realizzabili interventi di messa in sicurezza di tipo tradizionale», ha concluso l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente.

Il costo complessivo del progetto è stato quantificato in 11 milioni 466mila euro: 7 milioni 961mila per il primo lotto; 3 milioni 504mila per il secondo.

Il presidente della Regione, Christian Solinas, e il comandante dell’Esercito in Sardegna, il generale Francesco Olla, hanno firmato questa mattina a Villa Devoto il disciplinare d’uso del poligono di Capo Teulada. Dopo quindici anni – l’ultima intesa quinquennale fu sottoscritta nel 2000 – vengono così aggiornati per la durata di altri cinque anni gli accordi per la regolamentazione delle attività ammesse nelle aree in cui si tengono le esercitazioni militari, e l’uso comune di pascoli, spiagge e superfici marine.

«Il nuovo disciplinare ha detto il presidente Christian Solinas arriva dopo un lungo periodo e apre una serie di possibilità importanti per una migliore integrazione sul territorio delle attività militari rispetto a quelle civili e per riaprire un dialogo positivo con l’Esercito». Un rapporto che ha già dato buoni risultati nel campo della Protezione civile, «uno dei settori in cui la collaborazione può essere più ampiaha sottolineato il PresidenteNoi abbiamo un interesse specifico a formare tutta la nostra macchina di Protezione civile in un ambiente che ha capacità strutturale, risorse e mezzi importanti. Il mondo del terzo settore in questa fase è impegnato su più fronti e ha sempre dimostrato, in qualsiasi tipo di emergenza, di essere operativo e pronto a intervenire. Offrire una formazione integrata all’interno di un poligono, con il supporto dei militari, è sicuramente una grande opportunità da coltivare per il futuro».

«La firma del nuovo disciplinare di Capo Teulada ha spiegato Christian Solinasva anche nella direzione di un progressivo recupero di spazi, anche simbolici.»

«Porto Tramatzu – ha sottolineato il presidente della Regioneè stato per decenni il simbolo della volontà di restituire alla cittadinanza un pezzo di Sardegna. Ed è stato proprio il generale Olla a dare un’accelerazione decisiva perché la spiaggia fosse liberata dai manufatti residui, poi trasferita al demanio statale e ora, ai sensi dello Statuto, alla Regione Sardegna.»

«Altro effetto positivo dell’intesaha evidenziato Christian Solinasè quello che si produce sul mondo della pastorizia e dell’allevamento: recuperare spazi di pascolo è fondamentale sempre di più in un tempo nel quale il comparto sta vivendo una crisi senza precedenti e la possibilità di accedere ai contributi comunitari è direttamente proporzionale alle aree che si possono dimostrare di possedere legittimamente.»

Aprire questi spazi, quindi, «significa dare risposte concrete al nostro tessuto economico produttivo e agli anelli più deboli del settore primario, che hanno bisogno di queste terre».

«La firma di oggi – ha poi rimarcato Christian Solinassi pone all’interno di una cornice più ampia di un ritrovato dialogo e di un nuovo punto di equilibrio dei rapporti tra Regione e Forze armate. Oggi i sistemi duali consentono di attrarre in Sardegna investimenti strategici in ricerca e sviluppo che ben si sposano con i nostri fiori all’occhiello, come il Crs4 e Sardegna Ricerche, pronti a contribuire per dare know-how e per formare, all’interno di percorsi universitari, nuove generazioni che possano essere poi assorbite nei progetti da sviluppare.»

La Sardegna, ad esempio, «può giocare un ruolo importante sull’utilizzo dei droni, perché davanti a una condizione di ritardo generalizzato di tutta Europa nello sviluppo di questa tecnologia, può diventare il baricentro dello sviluppo e del perfezionamento di questi strumenti e di questa tecnica. Basta pensareha aggiunto il Presidente Solinas a quale utilità civile l’uso dei droni possa avere sul controllo del territorio per finalità antincendio e di protezione civile».

«Speriamo di poter tracciare un percorso con l’Esercito ha concluso Christian Solinas che porti risultati sempre migliori. Uno di questi, su cui si è aperto uno spiraglio, potrebbe essere quello di riportare in Sardegna un centro di selezione per gli arruolamenti. L’abbiamo perso tanti anni fa e questa assenza ha determinato per i giovani sardi un aggravio in più, che spesso disincentiva la partecipazione. Perché se un nostro giovane vuole provare a intraprendere la carriera militare deve andare a fare una selezione, quindi spostarsi con l’aereo o la nave, con maggiori costi di trasporto e di permanenza. E di questi tempi, con la crisi, il costo viene a pesare ancora di più sulle famiglie.»