25 April, 2024
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Cristiano Erriu
Gli assessorati regionali degli Enti locali e del Lavoro hann0 organizzato, in collaborazione con l’Anci, un percorso di affiancamento e formazione per 80 operatori, dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione, in vista del riordino del sistema delle autonomie.
«La Regione ha promosso questo percorso di alta formazione – ha detto l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu – che ha permesso di approfondire tutte le tematiche relative alle Unioni di Comuni. In questo modo funzionari e dirigenti hanno acquisito le competenze per gestire le problematiche organizzative in base alla legge regionale 4 del 2012 che ha introdotto l’obbligatorietà del ricorso alla gestione associata delle funzioni comunali mediante le Unioni di Comuni, Comunità Montane o attraverso le convenzioni.»
Il progetto è stato finanziato con 400mila euro dall’assessorato regionale del Lavoro, che ha fornito le sedi attrezzate dei Centri regionali per la formazione professionale (Crfp) di Cagliari, Oristano, Nuoro, Sassari e Olbia-Tempio.
L’Anci Sardegna, d’intesa con l’assessorato degli Enti locali, ha provveduto alla scelta dei docenti, dirigenti e funzionari dell’associazione dei Comuni, esperti del settore, che si sono alternati nelle 5 sedi concorsuali e nei 5 moduli previsti per un totale di 250 ore comprensive di due stage: uno conoscitivo di 15 ore, il secondo esplicativo di 50 ore.
Durante lo stage formativo si è parlato di Enti locali nel nuovo assetto istituzionale e di piccoli Comuni, degli strumenti e delle procedure per la gestione associata dei servizi e delle funzioni. Importante anche il tema della comunicazione interna ed esterna nei processi innovativi tra soggetti politici, dipendenti, cittadini e imprese.
Ancora, si è discusso di contenuti dell’agenda digitale locale, competenze digitali all’interno della pubblica amministrazione, sviluppo del territorio in rete, vocazioni locali, programmazione strategica e reperimento delle risorse.
Il percorso formativo. Di grande importanza lo svolgimento dello stage conoscitivo di 15 ore che si è tenuto in cinque Unioni di Comuni delle Regioni della penisola dove l’associazionismo è una realtà consolidata: (Unione della Tremezzina (CO) – Unione di Comuni Terre di Frontiera (CO) – Unione di Comuni della Bassa Reggiana (BO) – Unione di Comuni Reno Galliera (BO) – Unione di Comuni della Valdera (PI).
«Gli amministratori dei Comuni delle Unioni ospitanti lo stage – ha sottolineato l’assessore Erriu – hanno testimoniato l’importanza della strada percorsa nel territorio per giungere alla conclusione di quanto sia conveniente la gestione associata delle funzioni comunali per i cittadini, per lo sviluppo sostenibile del territorio, per il contenimento dei costi dei servizi stessi, al fine di raggiungere scopi e obiettivi condivisi.»
Lo stage applicativo di 50 ore ha concluso il percorso formativo nel quale i corsisti, organizzati in gruppi, sono stati invitati a predisporre un elaborato analitico e propositivo per lo svolgimento delle funzioni associate nelle Unioni di Comuni. Ogni gruppo ha prodotto una sorta di vademecum finalizzato all’incremento dell’efficienza ed efficacia dei servizi e delle funzioni associate e alla valorizzazione delle rispettive vocazioni e potenzialità territoriali.

 

Cristiano Erriu 07
«La Regione ha fatto una ricognizione delle opere d’arte che fanno parte del proprio patrimonio, delle quali 291 risultano mancanti. La prospettiva è quella di una futura esposizione e possibile fruizione da parte dei cittadini.»
A dirlo è l’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, dopo l’approvazione in Giunta del catalogo fotografico delle opere d’arte, aggiornato a dicembre 2014.
«Il lavoro di verifica effettuato era necessario – ha detto Cristiano Erriu – per rendere chiaro, trasparente e pienamente fruibile il grande patrimonio artistico in possesso della Regione. Prima d’ora erano state effettuate altre ricognizioni: una risale al 1980, la seconda al 1992 ed un’altra più recente è del 2013.
L’amministrazione non sempre ha saputo valorizzare questo grande patrimonio, considerando per esempio i dipinti e le opere come meri elementi d’arredo negli uffici, senza garantirne né un’adeguata tutela né una fruizione pubblica. Tutto ciò che fa parte della “cosa pubblica” merita tutta l’attenzione possibile da parte delle istituzioni.» 
Le opere che risultano mancanti all’appello del catalogo fotografico delle collezioni sono 291, come attestato dai Carabinieri di Sassari per la tutela del patrimonio culturale.
«Non sappiamo datare con precisione a quando risalgano gli ammanchi delle opere – ha precisato l’assessore Erriu – ciò a causa dello scarso rilievo dato a questo enorme patrimonio. Dopo le segnalazioni della Regione all’arma dei Carabinieri, sono iniziate le indagini, in corso da circa due anni e che hanno consentito il ritrovamento di circa 40 pezzi d’arte. Alcuni erano semplicemente relegati in scantinati, altri erano stati prestati al Consiglio regionale.» 
Tra le 291 opere mancanti ve ne sono diverse di notevole pregio e importanza, a firma di grandi nomi del panorama isolano: Aligi Sassu, Pinuccio Sciola, Maria Lai, Melkiorre Melis, Stanis Dessy, sono alcuni degli autori.
«Oltre che doverosa, la ricognizione delle opere è stata fatta anche con l’obiettivo di riconsegnare ai cittadini questo enorme patrimonio che, una volta recuperato, potrà essere esposto in luoghi adatti alla promozione dell’arte, come per esempio l’ex Manifattura Tabacchi a Cagliari.»

Il ministero della Salute ha riconosciuto le proprietà terapeutiche dell’acqua minerale denominata Coquaddus che sgorga da due pozzi nell’ambito dell’omonimo permesso di ricerca sito nel comune di Sant’Antioco per la balneo-fangoterapia nel trattamento delle malattie artroreumatiche e per la balneoterapia nella cura delle malattie dermatologiche e delle patologie vascolari periferiche.

L’importante risultato è stato reso noto questa mattina da Ninetto Deriu, l’imprenditore che ha proposto la realizzazione di un centro termale nell’isola di Sant’Antioco per lo sfruttamento di queste acque, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sala riunioni dello stabilimento Port.Al., ex Ila, di Portovesme.

La società titolare – si legge nel decreto del ministero della Salute, pena la revoca dello stesso, è tenuta a far pervenire al ministero della Salute – Direzione generale della prevenzione sanitaria, al termine dei primi due anni di attività, una sperimentazione clinica controllata, rigorosamente disegnata, eseguita secondo protocolli specifici, atta a valutare l’efficacia clinica del trattamento nelle indicazioni proposte. La relazione clinica sarà sottoposta alle valutazioni del Consiglio Superiore di Sanità perché verifichi se sussistono le condizioni per il mantenimento del riconoscimento.

«Il decreto ministeriale – ha spiegato Ninetto Deriu in una breve nota stampa presentata ai giornalisti, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e del movimento artigiani e commercianti incontrati anche prima della conferenza stampa – è fondamentale per la realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale, visto che sgombera il campo dai dubbi sulle effettive proprietà terapeutiche dell’acqua termale di Coquaddus. A questo punto, la realizzazione della struttura, che comporterà un investimento di 20 milioni di euro, è legata al rilascio delle concessioni urbanistiche.»

Il complesso, che nei piani progettuali prevede l’impiego di 120 dipendenti fissi e un indotto stimato in altri 180 occupati, sarebbe il primo centro termale costiero della Sardegna ed uno dei pochissimi in Italia.

«Ora ci attendiamo che la Regione acceleri l’iter autorizzativo per il rilascio della concessione urbanistica», ha detto Ninetto Deriu che è anche amministratore unico della Reno srl.

Gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione del progetto, considerato che oggi i terreni interessati sono classificati come agricoli, sono legati ad una deroga, attraverso un’intesa, per superare i vincoli rigidissimi posti dal Piano Paesaggistico Regionale.

Lo strumento dell’intesa (già utilizzato in altre aree della Sardegna) è stato proposto alla Giunta regionale ma, al di là della disponibilità di massima di alcuni assessori regionali (l’assessore dell’Urbanistica ed Enti locali, Cristiano Erriu, si è dichiarato disponibile ad esaminare il progetto e la richiesta di intesa nel corso del convegno svoltosi il 17 aprile dello scorso anno alla Grande Miniera di Serbariu ed ha poi partecipato ad un sopralluogo nel sito interessato, con il sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu, il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e l’imprenditore), non c’è stato finora alcun pronunciamento ufficiale da parte del presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru.

Nel corso della conferenza stampa Ninetto Deriu ha spiegato che, su sollecitazione del governatore Pigliaru, i tecnici hanno arretrato l’area di insediamento delle strutture da 150 a 300 metri dal mare, ma di non poter andare oltre per la conformazione del terreno, perché oltre questa distanza si perderebbe la vista a mare e quindi le potenzialità di accoglimento della proposta da parte dell’utenza. Nonostante questa modifica, ad oggi il presidente Pigliaru non si è pronunciato.

«Attendiamo il pronunciamento del presidente Pigliaru – ha detto Roberto Puddu, segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente – perché il territorio non può lasciarsi sfuggire un’opportunità occupazionale e di sviluppo di questo genere. Siamo favorevoli alla realizzazione di questo progetto e non solo, posso dire che, per rilanciare questo territorio, auspichiamo che i progetti come questo nel territorio siano almeno una trentina.»

Ninetto Deriu ha spiegato che non esiste la possibilità di una speculazione edilizia, paventata da alcuni, con un’eventuale successiva modifica della destinazione d’uso, perché c’è l’impegno assunto davanti ad un notaio sulla destinazione definitiva e non solo per 99 anni, come ipotizzato in un primo momento, delle strutture ad attività di centro termale e ancora che non si tratta di un progetto destinato esclusivamente ad un’utenza dalle elevate disponibilità economiche, perché il centro termale potrà essere frequentato anche da coloro che non sceglieranno di risiedere nelle strutture alberghiere del complesso, per scelta o per minori disponibilità economiche, raggiungendo lo stesso con mezzi propri o con i mezzi di trasporto messi a disposizione dall’organizzazione che effettuerà il servizio di bus navetta da Sant’Antioco.

Roberto Puddu ha concluso sottolineando che il progetto ha partecipato al concorso internazionale 99ideas del Piano Sulcis, classificandosi nelle prime dieci posizioni ed è inserito nell’ordine del giorno di un incontro già convocato dalla Giunta regionale che dovrebbe svolgersi a breve.

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Non si placano le polemiche sul nuovo Piano di dimensionamento della scuola 2015-2016 proposto dall’assessore della Pubblica istruzione Claudia Firino e approvato dalla Giunta nella seduta di venerdì. Per la Giunta si tratta del primo passo di un percorso che mira ad incrementare la qualità dell’offerta scolastica, il Piano è il frutto di un percorso lungamente concordato con i territori e gli amministratori. Si tratta dell’inizio del grande piano di investimenti della Giunta regionale sulla scuola cominciato con Iscol@, che prosegue con l’intervento sul fenomeno negativo delle pluriclassi, dove gli studenti si trovano ad affrontare un percorso didattico necessariamente non adeguato, condividendo l’anno scolastico con altri ragazzi di differente età. Seguiranno a brevissimo gli investimenti contro la dispersione scolastica e per il miglioramento dell’offerta formativa e delle competenze.

«E’ un avvio morbido che riguarda le scuole esclusivamente con pluriclassi che consideriamo più a rischio per i nostri ragazzi. Parliamo di appena 29 istituti su 1580, ovvero appena l’1,8% dei punti di erogazione del servizio»,  ha detto il presidente Francesco Pigliaru spiegando che i ragazzi che lasceranno le scuole del loro paese per frequentare quelle di centri vicini in classi regolari, avranno a disposizione tutti i servizi, a cominciare dagli scuolabus.

«La scuola sarda è malata, ed è il sistema che non funziona, visto il record di dispersione. Siamo qui per provare a curarla e non lo facciamo in un’ottica di risparmio, al contrario. Non tagliamo certo sulla scuola – ha aggiunto il presidente della Regione -. Al contrario, investiamo su una migliore qualità dell’istruzione intervenendo sulle pluriclassi, che sono una delle cause alla base della dispersione. È un lavoro che abbiamo portato avanti, in questi mesi, in un’ottica di condivisione con i territori. Ci rendiamo conto che stiamo attuando un cambiamento e che passare da ciò che è conosciuto a ciò che è nuovo implica una certa difficoltà. Ma siamo profondamente convinti dell’importanza di questo percorso: dobbiamo trovare il coraggio collettivo di cambiare. E lo facciamo chiedendo a ogni singolo territorio di scommettere su un nuovo progetto di sviluppo, proprio a partire dalla scuola. Vogliamo permettere ai nostri ragazzi di mettersi al livello dei migliori. È dovere di tutti noi dar loro questa opportunità.»

«Abbiamo aperto le interlocuzioni sul piano di dimensionamento da ottobre, dando a tutti la possibilità di proporre la soluzione che ritenevano più confacente per migliorare l’offerta scolastica. Alcuni comuni l’hanno fatto, approfittando dell’opportunità, consapevoli dell’esigenza di evitare le pluriclassi e di organizzarsi in forma cooperativa per formare nuove scuole territoriali – ha dichiarato l’assessore Claudia Firino -. Noi interveniamo sostenendo i comuni per il trasporto, acquistando 40 nuovi scuolabus e partecipando alle spese, programmando i fondi contro la dispersione e per l’accrescimento delle competenze dei ragazzi», ha aggiunto l’assessore della Pubblica Istruzione specificando che il Piano ha agito su scuole che avevano esclusivamente pluriclassi e non si trovano oltre i 12 km di distanza da altre scuole, tenendo anche conto delle condizioni delle strade e di altre eventuali difficoltà di spostamento.

L’assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu, ha spiegato che il dimensionamento è stato costruito anche avendo presente il processo di riordino delle autonomie locali basato sulla cooperazione intercomunale. «La Giunta persegue la qualità dell’istruzione attraverso la razionalizzazione del sistema. Non tagli dunque, ma il rafforzamento della qualità dell’offerta. Forniamo il trasporto agli studenti e compensiamo la chiusura delle pluriclassi e i potenziali disagi di chi era abituato a una scuola di livello inadeguato», ha dichiarato Erriu ricordando che la Regione crea così le condizioni perché il diritto allo studio sia organizzato in maniera efficiente nei territori.

Si è svolto ieri sera il confronto fra il presidente della Regione Francesco Pigliaru, gli assessori dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda e degli Enti locali Cristiano Erriu con i sindacati confederali e i sindacati degli edili. L’obiettivo dell’incontro è riuscire a incrociare domanda e offerta di lavoro nel settore dell’edilizia per creare nuova occupazione e garantire il rientro nel mondo del lavoro a chi l’ha perso.
In sostanza è stato istituzionalizzato il tavolo fra Anas, sindacati, imprese, servizi territoriali del lavoro e Comuni per favorire un processo di matching fra imprese che si aggiudicano gli appalti di opere pubbliche in Sardegna, rendendole consapevoli di quale sia l’offerta di lavoro e la qualità dell’offerta di operai e tecnici specializzati che magari sono stati espulsi da un’altra impresa e possono essere riassunti da chi vince un altro appalto. Si è poi aperto un tavolo di verifica sulla normativa europea e italiana sugli appalti per verificare come sviluppare al massimo l’inserimento nei bandi di norme ambientali e sociali.

«Stiamo continuando il confronto con i sindacati, un confronto proficuo per ottimizzare il rapporto fra domanda e offerta di lavoro legata al sistema delle opere pubbliche in modo da massimizzare la creazione di nuovi posti di lavoro e allo stesso tempo il ricollocamento di lavoratori del settore edilizio espulsi dal mercato del lavoro – ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru – Si procederà ora a una verifica dell’impianto normativo in modo da eliminare tutte le rigidità che di fatto impediscono una ricaduta in termini di ricchezza e di lavoro dei grandi investimenti infrastrutturali che la Regione realizza nel proprio territorio.» I

Il presidente ha poi ricordato il mutuo infrastrutture da 700 milioni inserito nella manovra finanziaria che si articola su quattro direttive: il settore viario, la mitigazione del rischio idrogeologico, il multisettoriale – per esempio le dighe – e l’intervento idrico-fognario-depurativo.

«Nei primi otto mesi di governo abbiamo trasferito al sistema degli enti locali e dunque delle piccole imprese edili un ammontare complessivo di 60 milioni di euro – ha ricordato l’assessore Maninchedda -. Abbiamo bandito il famoso Bando multilinea, quello delle cantierabili che certamente ha dei limiti per ciò che riguarda la non selettività degli interventi ma che ha anche il grande merito di aprire 101 cantieri in Sardegna per un ammontare di 70 milioni, cantieri che partono immediatamente visto che le opere vanno tutte consegnate entro il 30 settembre di quest’anno. Stiamo favorendo gli interventi di Area, l’agenzia per l’edilizia abitativa della Sardegna, a breve la Regione varerà un piano da 20 milioni, e stiamo sostenendo un sistema delle manutenzioni che è un universo di appalti piccoli particolarmente appetibile per le imprese sarde che non hanno grande capitalizzazione. Questo è quello che stiamo facendo, ed è sotto gli occhi di tutti – ha concluso l’assessore dei Lavori pubblici -. Ora i Comuni devono programmare autonomamente i propri interventi per le piccole opere pubbliche in modo da non dipendere dallo stanziamento regionale ma da poter programmare sulla base delle proprie risorse, contando però su un fondo che la Regione mette a disposizione.»
Semplificazione e snellimento burocratico, meccanismi di premialità che consentano di immettere nuove risorse per il rilancio dell’edilizia insieme a quelle destinate alla valorizzazione dei centri storici e alla riqualificazione urbana delle periferie, valorizzazione delle competenze e delle professionalità, impegno a definire in tempi brevi una architettura di pianificazione che trovi il punto di incontro fra tutela ambientale e le esigenze di sviluppo economico e occupazionale. Queste sono, per l’assessore Cristiano Erriu, priorità è urgenze nel settore edilizio.

«Oggi c’è stata una sostanziale condivisione delle diverse strategie di attacco che abbiamo discusso con i sindacati – ha detto Erriu – Abbiamo parlato di grandi opere infrastrutturali e di opere pubbliche locali. Noi ci impegniamo a monitorare un settore in profonda crisi, 30mila occupati in meno, puntando a una crescita qualificata, organica, equilibrata nei territori. Continueremo a ragionare coi sindacati – ha concluso l’assessore degli Enti locali – sugli strumenti ottimali, il miglioramento di quelli esistenti e sulle condizioni finanziarie e gli strumenti per poter realizzare gli obiettivi concordati.»

Il consigliere regionale sardista Angelo Carta ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta, sulla proposta di riorganizzazione della Direzione Generale della Pianificazione Urbanistica e della Vigilanza Edilizia.

Angelo Carta chiede di interrogare l’assessore regionale degli Enti locali, finanze e urbanistica, Cristiano Erriu, per conoscere il motivo dell’istituzione della sede di Sassari facente capo al sevizio di Nuoro; il parere dell’assessorato in merito alle valutazioni sullo svolgimento delle funzioni “telematiche” dei Dirigenti dei Servizi Territoriali; per sapere oltre alla soppressione di una Direzione quale sia il reale risparmio valutato anche in base alla collaborazione con le amministrazioni comunali di fatto affidata ad un funzionario e non al dirigente, cosa che verosimilmente comporterà al minimo un notevole allungamento nei tempi di risposta; e, infine, come si concilia la previsione del D.Lgs 42/2004, articolo 146, comma 6 con l’attribuzione della vigilanza agli uffici di tutela.

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Gli assessori regionali della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e degli Enti locali Cristiano Erriu si sono confrontati oggi con i presidenti di Anci e Cal, Pier Sandro Scano e Giuseppe Casti, insieme a Gianluca Cadeddu e Graziella Pisu del Centro regionale di Programmazione, sui temi legati a programmazione territoriale, programmazione unitaria e fondi comunitari.

Sulla programmazione territoriale, Anci, Cal Sardegna e tutto il partenariato socio-economico regionale saranno regolarmente coinvolti nel dialogo istituzionale con i territori, ed è stata ipotizzata la possibilità di dare continuità a progetti locali già presentati in passato finora rimasti senza copertura finanziaria, purché coerenti con la nuova strategia regionale.

«Sulla programmazione unitaria, abbiamo ribadito l’intenzione della Giunta – peraltro già inserita nella legge finanziaria – di istituire una cabina di regia con tutte le autorità di gestione degli strumenti finanziari della programmazione unitaria 14-20, in modo da garantire il miglior coordinamento possibile ed evitare così che ciascun fondo vada per conto suo», ha spiegato l’assessore Paci. Infine, i fondi comunitari: il direttore del Crp Cadeddu ha spiegato che si sta intervenendo sul documento Po Fesr 2014-2020 sul quale la Commissione Europea ha espresso le sue osservazioni, per migliorare il documento nel suo complesso e in particolare sul Piano di rafforzamento amministrativo.

«Questi incontri sono per noi importanti per individuare insieme al partenariato istituzionale e sociale un metodo che porti a una strategia condivisa nell’azione di governo sul territorio», ha sottolineato il vicepresidente della Regione.

«Abbiamo espresso forte apprezzamento per il metodo imboccato – hanno detto Scano e Casti -. Era appunto la nostra proposta che il confronto avvenga prima delle decisioni e non a cose fatte. Sulla programmazione territoriale abbiamo sottolineato due punti: il primo che i territori abbiano il medesimo accesso agli strumenti e alle risorse con parità di opportunità. Secondo, che la programmazione avvenga attraverso procedure trasparenti e processi di valutazione ancorati a criteri oggettivi e non determinati dalla volontà politica.»

Per quanto invece riguarda il confronto sui fondi europei, i presidenti di Anci e Cal hanno detto «di aver manifestato la preoccupazione del sistema delle autonomie locali per i ritardi accumulati e soprattutto per la severità delle osservazioni rivolte al nostro Fesr dalla commissione europea. Va straordinariamente rafforzata la capacità di programmazione, attuazione e gestione».

«Da ultimo – hanno concluso – abbiamo sottolineato la necessità di un coinvolgimento effettivo del partenariato istituzionale e socio-economico.»

Gli assessori degli Enti locali, Cristiano Erriu, e del Personale, Gianmario Demuro, questa mattina hanno convocato il tavolo con i sindacati della funzione pubblica e confederali, derivante dal protocollo d’intesa tra le parti, nell’ambito del percorso avviato sul delicato tema del monitoraggio e qualificazione delle funzioni dei lavoratori delle Province e delle società in house coinvolti nel processo di riordino istituzionale.
Al tavolo con Cgil, Cisl, Uil, Cgil funzione pubblica, Cisl Fp, Uil Fpl, l’assessore degli Enti locali e Urbanistica Cristiano Erriu e del Personale Gianmario Demuro hanno aperto la discussione sul come governare in maniera ordinata il processo di riallocazione delle funzioni, concentrandosi nella specifico sul tema della riorganizzazione dei servizi per il lavoro.
«Abbiamo trovato una sostanziale convergenza con le sigle sindacali – ha detto l’assessore Erriu – sull’opportunità di centralizzare i servizi per l’impiego, Cesil e Csl attualmente in capo alle Province, trasferendo le competenze all’Agenzia regionale del lavoro.» 
«Questo consentirebbe di incrementare i livelli di efficienza sulla gestione delle nuove competenze assegnate e “allineare la Regione su un orientamento nazionale – ha detto l’assessore Demuro – che si sviluppa in questa direzione. E’ inoltre necessario governare il processo di trasferimento del personale secondo principi univoci, evitando disordine organizzativo e frammentazioni.»

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E’ stato avviato stamane dal Formez il confronto su mobilità e riorganizzazione del personale all’interno del sistema Regione e delle autonomie local, con il progetto “Modelli e strumenti per la gestione dei processi di mobilità e il miglioramento delle performance organizzative”.
Erano presenti all’incontro gli assessori del Personale e Affari generali Gianmario Demuro e degli Enti locali e Urbanistica Cristiano Erriu, coinvolti rispettivamente nel processo di riorganizzazione della macchina regionale e della riforma delle autonomie locali.
«Il tema della mobilità è fondamentale e strategico per la Regione – ha detto l’assessore Demuro – che con l’applicazione della legge 24/2014 sta cercando di raggiungere l’obiettivo, tra le altre cose, di riorganizzare la macchina pubblica anche attraverso la mobilità del personale. La mobilità serve per affrontare le difficoltà di gestione dei servizi e per garantire risposte in tempi rapidi ai cittadini.»
L’esponente della Giunta Pigliaru ha ricordato che la mobilità è uno strumento a vantaggio non solo della Regione e degli utenti, ma anche dello stesso personale, il quale potrà spostarsi in uffici dove meglio possa esprime le proprie capacità professionali. «La pubblica amministrazione è una macchina complessa, e nella sua rigidità è necessario sburocratizzarla e renderla più efficiente, per evitare le disfunzionalità».
Sul riordino delle autonomie locali, l’assessore Cristiano Erriu ha ribadito il fatto che il percorso di discussione sta andando avanti in maniera proficua. «Per lunedì è convocato un tavolo con le parti sociali – ha precisato l’assessore Erriu – ed è già attivo l’Osservatorio regionale, che servirà per proporre e garantire il trasferimento delle funzioni dalle Province ai Comuni e alle Unioni di Comuni».

La Giunta regionale ha approvato l’istituzione del Comitato regionale del Fondo per l’occupazione dei diversamente abili, organismo che indica le finalità dei fondi derivati dalle sanzioni degli ispettori ministeriali del lavoro, proposta dall’assessore del Lavoro, Virginia Mura.
Su proposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru, è stato approvato il rinnovo dell’adesione alla sperimentazione del modello Programma di Interventi per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione (P.I.P.P.I.). Promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il programma, finalizzato a prevenire l’allontanamento dal nucleo familiare di bambini e ragazzi a rischio, è finanziato con 125mila euro, di cui 100 mila statali. Sempre dall’assessore Luigi Arru, la proroga di un mese del commissario della casa di cura di Ploaghe.
L’assessore Donatella Spano ha presentato la delibera che autorizza l’utilizzo del personale dell’Ente Foreste della Sardegna per il Progetto Orti sociali e centro di aggregazione naturale del comune di Macomer. Autorizzato inoltre l’esercizio provvisorio del bilancio dell’esercizio 2015 di ARPAS, Agenzia Conservatoria delle Coste ed Ente Foreste. E’ stata approvata, infine, l’intesa con la Capitaneria di Porto di Cagliari sul Piano di gestione dei rifiuti del porto turistico di Marina di Capitana (Quartu Sant’Elena).
E’ stata approvata la delibera portata all’attenzione dell’Esecutivo dall’assessore Claudia Firino che autorizza l’esercizio provvisorio dell’Isre di Nuoro.
Su proposta dall’assessore Cristiano Erriu, è stato ceduto al comune di Alghero a prezzo simbolico il terreno in cui ubicare un’area sosta temporanea per camper e roulotte, per far fronte all’emergenza rom.
Presentata dall’assessore Paolo Maninchedda è stata approvata, a seguito della legge di riordino dell’Ente in Consiglio regionale, la proroga dell’incarico al Commissario straordinario dell’Enas.