19 April, 2024
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Al via il tour di presentazioni del romanzo “Se la Grande Madre vuole. Arresolùtu” di Marco Piras-Keller, pubblicato dalla casa editrice Condaghes nella collana Narrativa tascabile, I supertascabili.

Tra lunedì 12 a sabato 17 dicembre sono in programma 5 appuntamenti nel Sulcis Iglesiente e a Cagliari.

Si parte da Portoscuso lunedì 12 dicembre, alle ore 16.30, presso la Sala Alcoa della Biblioteca Comunale, in via Errico Fermi. L’evento è organizzato in collaborazione con la LUTEC Libera Università della Terza Età di Portoscuso, con la partecipazione dell’Associazione Argonautilus. Introduce la scrittrice Eleonora Carta, presenta e dialoga con l’autore, Marco Piras-Keller, la dottoressa Antonella Serra.

La seconda tappa prevede la presentazione del romanzo a Cagliari il 14 dicembre, alle ore 17.00, presso la MEM – Mediateca del Mediterraneo, in occasione della rassegna letteraria ‘Cagliari che legge / Casteddu chi ligit’ promossa dall’assessorato alla Cultura del comune di Cagliari. L’evento prevede la straordinaria partecipazione di Cristina Maccioni, che si occuperà delle letture, e di Salvatore Cubeddu.

Giovedì 15 dicembre, alle ore 18.00, appuntamento a Narcao presso la Biblioteca Comunale in Vico I Marconi, in collaborazione con il Comune di Narcao – Assessorato alla Cultura. Presenta e dialoga con l’autore la responsabile della biblioteca Roberta Podda.

Venerdì 16 dicembre, alle ore 16.00, Piras Keller sarà ospite dell’’Associazione Culturale Archifonia a Santadi presso Sa Domu e Paxi in Via Umberto I, 22. Presenta il professor Angelo Cani.

Il tour si chiude con la prestigiosa tappa di Carbonia sabato 17 dicembre organizzata dalla LUTEC Libera Università della Terza Età Carbonia. L’appuntamento è fissato per le ore 16.30 presso il Circolo soci Euralcoop in Piazza Marmilla. Presenta la dottoressa Antonella Serra.

Gli eventi sono stati organizzati grazie al sostegno della fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia.

Il libro
Un romanzo per «ritrovare le immagini resistenti dentro alla confusione dei tempi».

Cinque generazioni, in un villaggio agricolo pastorale e minerario di 300 anime nel Sudovest della Sardegna, nel paese di Arrìu de Sulcis, scorrono veloci tra inizio e fine ‘900. Il protagonista sembra essere Tanièi, un bambino risoluto, nella sua coerente concezione di giustizia, a vendicare ogni torto subito, costi quel che costi, a difesa della sua individualità, in lotta con il mondo. Ma come protagonista, per quanto la sua figura giganteggi e lasci delle sue gesta un forte ricordo quasi epico, muore troppo presto, a giudizio dei compaesani. Sarà poi Erminia a provare a farsi protagonista, imbattendosi nella scoperta di quel suo padre bambino a lei sconosciuto e dello speciale e insolito amore tra Tanièi e Rosètta, un “Romeo e Giulietta” da villaggio. Anche Erminia poco può come protagonista. Più che muovere lei gli eventi, saranno gli eventi a rovinarle addosso: i suoi problemi coniugali e un passato inimmaginabile della sua famiglia che la colpisce come un fulmine.
Il racconto rasenta una sorta di epicità modulata nei commenti dei compaesani, nel continuo riferimento a una realtà di primordiali presenze affioranti, nelle modalità narrative letterarie, e in un contrappunto quasi orale, nel confronto tra l’ambiente antico dell’inizio e quello moderno della fine del secolo XX.

Marco Piras-Keller, cittadino italiano e svizzero, sardo di Arrìu e di Nuracàu, vissuto a Carbonia fino ai 18 anni, si è laureato a Bologna. Ha condotto ricerche linguistiche pluriennali sul campo, sul sardo. Dal 1999 vive a Lucerna, nella Svizzera alemanna dove per circa 20 anni ha lavorato a un inventario architettonico urbanistico federale (ISOS), occupandosi del Canton Ticino e dei Grigioni di lingua italiana. Ha fatto traduzioni dal tedesco, compresa la sottotitolatura di alcuni film del regista svizzero Urs Odermatt. Nel 2014 ha pubblicato per Edition8 di Zurigo Pfauenfeder, rosa Hemden und Flunkereien, traduzione in tedesco di un testo italiano non pubblicato: un resoconto surreale sul mondo dei navigator e del sistema di riqualificazione e
reinserimento nel lavoro dei disoccupati (o cercatori di lavoro) in Svizzera. Socio dell’UNITRE e della Dante Alighieri di Lucerna, ha tenuto incontri su La passeggiata di Robert Walser e su testi della letteratura italiana. Ha ricevuto una borsa letteraria della Pro Helvetia per il progetto di scrittura di Se la Grande Madre vuole. Arresolùtu.

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Cagliari, seconda guerra mondiale: tra i mesi di febbraio e maggio del 1943 una serie di devastanti attacchi aerei delle forze angloamericane restituì una città spettrale, semidistrutta. Domani, 13 maggio, ricorre il settantasettesimo anniversario di uno dei bombardamenti più pesanti che Cagliari subì. E il Cada Die Teatro vuole ricordarlo, quel 13 maggio ’43, con un pezzo del suo progetto sulla memoria di quei giorni di “cielo nero”: un estratto di “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama, un documentario prodotto in collaborazione con la sede Rai della Sardegna, con la regia di Pierpaolo Piludu, autore del lavoro, e di Cristina Maccioni, andato più volte in onda anche su Rai Storia. Una “pillola” significativa di dodici minuti che verrà pubblicata e sarà visibile domani, mercoledì 13 maggio, sulla pagina facebook di Cada Die.

Il documentario, nella sua forma integrale (della durata di un’ora), contiene molti racconti di donne e uomini che hanno vissuto i bombardamenti su Cagliari del 1943 e visto la città quasi rasa al suolo. La ricerca condotta da diverso tempo da Pierpaolo Piludu, in collaborazione con la cattedra di Antropologia Culturale dell’Università di Cagliari e l’Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro, ha portato alla creazione di un prezioso videoarchivio con oltre 130 testimonianze, fino allo scorso anno ospitato, e fruibile, negli spazi della Torretta nel Centro Culturale La Vetreria.

Una versione molto ridotta di “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama”, quella che domani verrà messa on line a disposizione del pubblico, ma esemplificativa del lavoro svolto: “Sono contenuti frammenti delle tante testimonianze raccolte, di piciocheddas e piciocheddus, che erano, appunto, ragazzini nei giorni in cui Cagliari si sbriciolava sotto le bombe”spiega Pierpaolo Piludu. Le musiche originali sono di Dr.Drer & Crc Posse (Michele Atzori, Mauro Mou, Giorgia Loi, Giovanni Siccardi/Giobia, Riccardo Dessì/Frichi, Alex P.), le illustrazioni in stop motion di Sabrina Anna Piras, il montaggio audio video di Marco Gallus, l’editing audio di Giampietro Guttuso.

La realizzazione di “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama” rientra nella più ampia ricerca condotta da anni da Cada Die Teatro, e da Pierpaolo Piludu in particolare, sulla memoria e sulle memorie legate alla seconda guerra mondiale a Cagliari. Un progetto articolato che ha portato, come detto, alla costruzione di un corposo videoarchivio e alla nascita di spettacoli come “La guerra dentro casa”, che ogni anno, nei giorni degli anniversari dei bombardamenti, viene messo in scena – l’ultima volta nello scorso febbraio, prima della sospensione delle attività teatrali dal vivo per l’emergenza Covid 19 – dagli allievi “over” della scuola di Arti Sceniche di Cada Die, e “Cielo nero”, ultima tappa di questo percorso di studio e analisi partito quindici anni fa.

 

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Minitour in Lombardia per “Laribiancos”, produzione storica di Cada Die Teatro, tratta dal romanzo “Quelli dalle labbra bianche” di Francesco Masala. Lo spettacolo, adattato per il palcoscenico da Pierpaolo Piludu, che ne è anche il protagonista sotto la regia di Giancarlo Biffi e con le musiche originali di Paolo Fresu (disegno luci di Giovanni Schirru e suono di Giampietro Guttuso e Matteo Sanna), sarà in scena domani, giovedì 28 febbraio, alle 20.30, al Teatro Cesare Volta di Pavia e venerdì 1 marzo, alle 11.00, all’Auditorium San Dionigi di Vigevano.

“Quelli dalle labbra bianche”, pubblicato per la prima volta nel 1962, è un capitolo importante della letteratura sarda. Al centro del romanzo di Francesco “Cicitu” Masala il villaggio di Arasolè, con le sue storie dolorose legate alla tragedia della seconda guerra mondiale sul fronte russo. Ad Arasolè, un giorno, il campanaro Daniele Mele – la voce narrante delle memorie del villaggio – chiama a raccolta il paese per rendere omaggio, dopo vent’anni, ai caduti in guerra. Mele è l’unico superstite fra i dieci compaesani che partirono per la Russia verso l’impresa più ardua della loro vita, in una trincea in mezzo alla pianura russa ghiacciata, una disastrosa avventura dal tragico epilogo. Ad Arasolè erano “quelli dalle labbra bianche”sos laribiancos, i poveri, i “vinti”.

Note sullo spettacolo: “Li chiamavano “sos laribiancos”, “quelli dalle labbra bianche”: era il segno distintivo, inconfondibile, dei poveri di Arasolè, un paesino della Sardegna, ai confini con le foreste del Goceano. Sos laribiancos si riconoscevano subito: mangiavano poca carne, pochi carboidrati, poche proteine… mangiavano troppo poco. Lo spettacolo nasce da un profondo interesse e dall’alta considerazione per l’opera di Francesco Masala. In diverse occasioni il poeta-scrittore di Nughedu San Nicolò mi ha manifestato il desiderio di vedere in scena il testo teatrale Sos laribiancos, nella versione sardo logudorese. “… e se invece di una messa in scena fedele, provassi a narrare la vicenda?”. E’ nato così un racconto che si rifà sia al romanzo Quelli dalle labbra bianche, che ad altre opere di Masala dove compaiono a più riprese Culubiancu, Mammutone, Tric Trac e gli altri laribiancos di Arasolè partiti un pomeriggio di sole del 1940, sopra un carro bestiame, per andare a fare la guerra. Dove possibile ho cercato di lasciare inalterata la suggestione poetica delle parole dell’autore. Allo stesso tempo, spero con il giusto rispetto, ho dovuto scegliere, aggiungere, assemblare, tradire”. (Pierpaolo Piludu)

Sempre venerdì 1 marzo, Pierpaolo Piludu si trasferirà poi in Emilia, dove al Teatro delle Ariette di Castello di Serravalle (Bologna), alle 20.30, racconterà della ricerca, che va avanti da più di quindici anni, sui testimoni dei bombardamenti su Cagliari del 1943. Interverrà Gerardo Guccini, docente di Storia del teatro e dello spettacolo al DAMS di Bologna e profondo conoscitore del teatro di narrazione. Verrà presentato un frammento del documentario “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama”, prodotto da Rai Sardegna, con la regia dello stesso Pierpaolo Piludu e di Cristina Maccioni, e un trailer teatrale dello spettacolo “Cielo nero”, scritto insieme a Francesco Niccolini, con la regia di Mauro Mou.

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Seconda guerra mondiale, Cagliari, 17 febbraio 1943: la città subisce uno degli attacchi aerei più pesanti da parte delle forze angloamericane. Dopo quei bombardamenti apparirà spettrale, semidistrutta. Il ricordo di quei giorni neri ritorna, ancora una volta, con “CAGLIARI 1943: LA GUERRA DENTRO CASA”, la produzione di Cada Die Teatro con la regia di Pierpaolo Piludu, che va in scena proprio domani, domenica 17 febbraio, alle 18.00, al Teatro La Vetreria di Pirri. Dello spettacolo sono in programma anche alcune rappresentazioni per le scuole per la rassegna Terza ora Teatro: lunedì 18 alle 10.00, martedì 19 e mercoledì 20 alle 11.00 (Teatro La Vetreria).

Cada Die Teatro, in collaborazione con la Cattedra di Antropologia Culturale dell’Università di Cagliari e con l’ISRE di Nuoro, ha portato avanti a partire dal 2006 una ricerca certosina per arrivare alla creazione di un video-archivio dei testimoni dei bombardamenti del 1943. Pierpaolo Piludu, in quel contesto, ha condotto un laboratorio teatrale con venti adulti, alcuni dei quali testimoni diretti di quei giorni di cielo nero, conclusosi con uno spettacolo teatrale, che ogni anno viene replicato in occasione dell’anniversario dei bombardamenti sulla città.

Quegli allievi della Scuola di Arti Sceniche La Vetreria tornano così a indossare i pantaloni corti e le divise da Piccole Italiane, per rivivere tra i banchi delle scuole cagliaritane le giornate degli anni ’40. La maestra è severa: i bambini devono cercare di memorizzare le frasi del duce in ogni momento della giornata, anche quando giocano con le cerbottane o a “tzacca e poni”. All’inizio anche il suono degli allarmi, la corsa verso i rifugi sembrano quasi un gioco. Fino a quel tragico 17 febbraio del 1943… Un esempio, “La guerra dentro casa”, di scena popolare e di teatro civile, a cui Cada Die dedica un filone importante del suo impegno culturale. Sul palco, insieme agli altri diciannove compagni, anche Paola Ferro, allieva ottantaseienne, testimone diretta di quella pioggia di bombe. «A conclusione della rappresentazione è sempre particolarmente commovente sentire raccontare dalla sua viva voce i ricordi della guerra: le bombe che distruggono la sua casa, la fuga con la famiglia verso un paese dell’interno, la fame, il baratto della sua unica bambola per un po’ di cibo…», racconta Pierpaolo Piludu. Prima dello spettacolo verranno proiettati alcuni frammenti del documentario, prodotto dalla sede Rai della Sardegna, “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama” di cui lo stesso Pierpaolo Piludu è autore e regista insieme a Cristina Maccioni.

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“La conosci Giulia?”, dissacrante commedia che mette in luce stereotipi e squilibri di genere ancora molto radicati nel mondo dell’informazione e della comunicazione, in seguito al grande successo riscontrato al debutto di ottobre da “tutto esaurito” (gratuito) con una lista di attesa di oltre 180 persone, replica il 26 novembre a Cagliari, sempre al Teatro Massimo alle 21.00, con ingresso gratuito. Testimonial d’eccezione anche del bis della rappresentazione cagliaritana la Rettrice dell’Università degli Studi di Cagliari Maria Del Zompo, promotrice di tante iniziative sull’uguaglianza dei generi nel suo Ateneo.

La pièce rientra nel programma di attività 2018-19 del Corecom (Organismo della Regione Sardegna per le comunicazioni) volte a promuovere, in collaborazione con Gi.U.Li.A Sardegna (coordinatrice Susi Ronchi), la parità di genere e a contrastare la cultura delle divisioni, delle disuguaglianze, che si traduce sempre più spesso, come purtroppo ci dicono le cronache, in forme di violenza. La replica dello spettacolo nel capoluogo sardo è inserita all’interno delle iniziative “Viva la libertà! Cagliari contro la violenza” legate alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, organizzato dal Comune di Cagliari – Assessorato e Commissione Pari Opportunità, ed è promosso da Corecom Sardegna, Università degli Studi di Cagliari e Comune di Cagliari, a cura di Giulia giornaliste Sardegna, produzione Lucido Sottile.

Attraverso i ritmi vivaci e incalzanti della commedia quindici artisti alternano all’interno di “La conosci Giulia?” tante spassose gag a momenti più drammatici per offrire spunti di riflessione e contribuire a formare quella consapevolezza collettiva indispensabile per conquistare il diritto democratico della parità fra i generi.

Nello spazio scenico la simulazione di una redazione giornalistica diretta (eccezionalmente) da una donna (Cristina Maccioni), che si prepara a realizzare uno scoop contro le discriminazioni di genere in attesa di scoprire chi sarà questa Giulia, la fonte misteriosa che rivelerà chissà quali notizie sensazionali. Ma tra dialoghi surreali, canti, musica, ospiti inattesi, sketch divertenti e monologhi a tratti comici e a tratti drammatici, si mettono in luce all’interno della stessa redazione le discriminazioni tra i sessi e l’ostinazione a comunicare attraverso opinioni precostituite, in cui cronache di ordinaria disparità di genere e luoghi comuni sessisti si alternano in chiave surreale e tragicomica.

Un’opera scritta a più mani da undici giornaliste dell’associazione Gi.U.Li.A (Giornaliste Unite Libere Autonome) e dalle attrici e dagli attori coinvolti, con la drammaturgia di Tiziana Troja (che ha curato anche la regia) e Vito Biolchini, che affronta con ironia le disparità di genere a partire dal linguaggio nel rapporto con i media, ma anche le discriminazioni nell’accesso alle professioni, le molestie sul posto di lavoro, la rappresentazione mediatica distorta della violenza di genere, l’imparità salariale, di carriera e di visibilità mediatica tra uomini e donne nel mondo sportivo, l’educazione stereotipata delle bambine, il precariato e lo sfruttamento della professione, i luoghi comuni di una cultura che tende ancora a emarginare le donne e a relegare anche gli uomini a ruoli di genere tradizionali, sempre più inadeguati. 

In scena una rosa di attori e di musicisti tra i più apprezzati della scena culturale sarda (Tiziana Troja, Michela Sale Musio, Angelo Trofa, Leonardo Tomasi, Vanessa Podda, Valentina Fadda, Ambra Pintore, Federico Valenti, Diego Milia, Tanya&Mara, Kor Vocal Ensemble e la voce di Elio Turno Arthemalle). Non mancano naturalmente le gag delle irriverenti e esilaranti Tanya e Mara, interpretate da Tiziana Troja e Michela Sale Musio (Lucido Sottile) che con i loro irresistibili numeri travolgono il pubblico in un pieno di risate e paradossi esplosivi sul tema delle disparità tra i sessi. Uno spettacolo in cui intrattenimento, formazione e informazione si alleano attraverso la forma dell’ironia per offrire spunti di riflessione e stimolare il pensiero critico su linguaggio e discriminazioni di genere e sulla necessità di un linguaggio attento delle differenze.

A gennaio la pièce debutterà anche a Sassari, presto verrà comunicata la data.

“La conosci Giulia?” è rivolto a un pubblico di tutte le età e agli studenti, indirizzato a promuovere un’immagine equilibrata, reale e rispettosa dell’identità della donna, contrastando ogni forma di stereotipo e di disuguaglianza, a favore di una comunicazione che ponga in modo dignitoso e corretto la necessità di riequilibrare l’attuale disparità di ruoli, di funzioni e di trattamento economico, a parità di conoscenze, competenze e responsabilità, tra uomini e donne.

Lo spettacolo è inserito all’interno delle iniziative legate alla prima edizione del Premio Corecom Sardegna “Gianni Massa” indetto dal Comitato per le comunicazioni della Regione autonoma della Sardegna, presieduto da Mario Cabasino, dedicato ai temi della parità e della comunicazione in genere, e si articola nelle tre sezioni Giornalismo (dedicato alla memoria di Piera Mossa), Università e Scuola. I premi per tutte e tre le sezioni saranno attribuiti l’8 marzo 2019 nel corso di una cerimonia ufficiale da una giuria composta dai Presidenti del Corecom e dell’Ordine dei Giornalisti, dalla Coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, o loro delegati, e dai rappresentanti delle Università. Il testo integrale del bando e la delibera della giuria si trovano sul sito istituzionale del Corecom Sardegna www.consregsardegna.it/corecom .

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E’ stata presentata questa mattina, nella Sala Transatlantico del Consiglio regionale, la prima edizione del Premio regionale “Gianni Massa” sui temi delle disparità di genere. Erano presenti i relatori: Mario Cabasino, presidente del Corecom Sardegna, Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio della Regione Sardegna, Francesco Mola, Prorettore Vicario dell’Università di Cagliari, Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”.

Inoltre sono intervenuti alcuni dei nomi storici del giornalismo in Sardegna quali Franco Siddi, Gianni Filippini, Gianni De Candia, e ancora Cristina Maccioni, Marzia Cilloccu, assessore delle Attività produttive, Turismo e Politiche delle Pari opportunità del Comune di Cagliari, Dandy Massa, figlio di Gianni Massa a cui è dedicato il Premio, Tiziana Troja delle Lucido Sottile che ha curato la drammaturgia e la regia dello spettacolo teatrale “La conosci Giulia?”, promosso dal Corecom e da Giulia giornaliste Sardegna.

«Ringrazio il Corecom per il grande lavoro che sta portando avanti, rispondendo appieno in questi anni al mandato che il Parlamento sardo e questa Presidenza gli ha dato al momento del suo insediamento – ha detto il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau -. Per noi è stato da subito evidente appoggiare la scelta, accogliendo la richiesta di patrocinio, di lavorare al progetto per istituire un premio regionale intitolato a Gianni Massa e dedicato a Piera Mossa. Quando la memoria di figure così autorevoli e significative che hanno contribuito a rendere migliore la nostra terra serve a promuovere iniziative di questo genere, credo sia il modo migliore e forse più giusto per onorarle e ricordarle. Un plauso va anche all’associazione “Giulia giornaliste Sardegna” per il contributo e la collaborazione che sta offrendo al Corecom in questi mesi, non solo con l’organizzazione del premio ma anche per la realizzazione dello spettacolo “La conosci Giulia”. Dopo il successo cagliaritano, lo spettacolo verrà replicato anche a Sassari, a gennaio al teatro Verdi, nell’ottica di un’attività di decentramento anche dei servizi che in questi anni abbiamo portato avanti insieme al Corecom.»

«Parto da un dato molto aggiornato che ci fa riflettere: siamo molto lontani oggi dal trovare una pari rappresentanza all’interno dell’informazione, tra i generi – ha detto Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia giornaliste –. Lo spazio mediatico riservato alle donne è solo il 21% e da lì non ci allontaniamo, un dato fermo da anni. Uno spazio dedicato alle donne come voci qualificate, come esperte. Cosa significa? Che il restante spazio del 79% è riservato agli uomini. Ne consegue che il mondo è raccontato, visto e interpretato sotto un unico punto di vista, con occhi e con voci di uomini. Quindi noi, Giulia giornaliste, con questo primo Premio regionale sulla parità di genere vogliamo prima di tutto arrivare a tutte le fasce di età tra scuola, università e professione, per orientare l’opinione pubblica su queste tematiche e superare insieme questo squilibrio del 79% che al giorno d’oggi è veramente diventato inaccettabile. Il premio è dedicato al giornalista Gianni Massa, per me un grande maestro, e per la sezione “Giornalismo” abbiamo proposto al Corecom che fosse intitolato a una donna, Maria Piera Mossa, regista e programmista della sede Rai Sardegna. Una professionista che malgrado non fosse iscritta all’Ordine dei Giornalisti ha portato avanti un grande lavoro di informazione sulla cultura e sulla identità della Sardegna. Ci ha lasciato decine e decine di documentari e filmati che sono stati super premiati. È stata inoltre una donna attentissima alle questioni di genere, e ha lavorato all’interno del centro di produzione Rai finché era attivo.»

«Il motivo principale del mandato del Rettore è quello di portare l’Università fuori dall’Università e quindi questa diventa un’occasione ghiotta per fare questa operazione, e per questo ringraziamo abbiamo aderito all’invito del Corecom e di Giulia giornaliste per collaborare alla realizzazione del premio Gianni Massa – ha sottolineato Francesco Mola, prorettore vicario dell’Università di Cagliari -. Ci sarebbero tanti motivi per giustificare il perché. Io sono anche il presidente del Comitato di garanzia dell’Ateneo dove trattiamo anche i temi della parità di genere. Uno per tutti è legato a quello che fa l’Università: la ricerca. Per definizione “discriminazione” e “ricerca” non vanno mai a braccetto. Anzi. Per un ricercatore accettare la discriminazione significa fare ricerca nascondendo dei risultati, nascondendo quindi l’evidenza, e questo non appartiene al nostro modo di operare. L’impegno quindi diventa un meccanismo fondamentale e questo impegno della ricerca si rivolge anche alla didattica. E la prossima settimana proprio nell’ambito delle comunicazioni verrà presentato il Corso magistrale di produzioni multimediali. Era un corso che mancava, una cosa importante proprio perché tra Cagliari e Sassari si possa dare la possibilità ai nostri giovani di rimanere qui a fare quello che poi per necessità farebbero fuori dall’isola.»

«Ringrazio tutti i presenti che hanno accolto calorosamente il nostro invito a partecipare: il Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, il Prorettore dell’Università di Cagliari Francesco Mola,  Susi Ronchi coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna, Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti e Riforme”, la Commissaria delle Pari opportunità, l’Ordine degli Avvocati, tutte le associazioni di donne quali i centri antiviolenza, Maria De Matteis, con cui abbiamo portato avanti un bel lavoro sulla tutela dei minori, i maestri del giornalismo, Gianni Filippini, direttore storico dell’Unione Sarda, Gianni De Candia, Franco Siddi, Giorgio Greco, Mauro Manunza, Filippo Peretti, e tantissimi colleghi», ha detto Mario Cabasino, presidente del Corecom Sardegna.

«Ringrazio il presidente Gianfranco Ganau per l’ospitalità, Mario Cabasino per essere riuscito a promuovere e sostenere con determinazione il Premio “Gianni Massa” – ha detto Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”. Grazie anche a Giulia giornaliste e a Susi Ronchi per avermi concesso questa opportunità. Gianni Massa è stato socio fondatore, ideologo e segretario della associazione “Socialismo Diritti e Riforme”, l’unica in Sardegna che entra nei penitenziari, che vuole dare voce ai diritti in un periodo in cui il rispetto delle prerogative dei cittadini senza aggettivi e delle comunità sono spesso calpestate. Un’associazione che cerca di interpretare e dare corpo allo spirito di Gianni Massa, un giornalista integerrimo, militante, idealista: un giornalista che è entrato nella storia della professione per le scelte che ha fatto.»

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Grande successo ieri sera, al Teatro Massimo di Cagliari, per lo spettacolo “La conosci Giulia?”, che affronta in modo delicato il difficile rapporto tra media, linguaggio e discriminazioni di genere, attraverso i ritmi vivaci e incalzanti della commedia. In scena quindici artisti e artiste con tante spassose gag alternate a momenti più drammatici, per offrire spunti di riflessione e contribuire a formare quella consapevolezza collettiva indispensabile per conquistare il diritto democratico della parità fra i generi. Organizzato dal Corecom e Giulia Giornaliste Sardegna coordinata da Susi Ronchi, con la produzione di Lucido Sottile, ha visto un debutto straordinario con standing ovation all’insegna del tutto esaurito e una lista d’attesa di centinaia di persone (di cui tantissimi giovani, studenti e studentesse) per un’opera scritta a più mani da undici “Giulie” e dalle attrici e dagli attori coinvolti, con la drammaturgia di Tiziana Troja (che ha curato anche la regia) e Vito Biolchini.

Testimonial d’eccezione la Rettrice Maria Del Zompo, protagonista di tante iniziative sull’uguaglianza dei generi, che ha aperto lo spettacolo con un racconto-monologo molto toccante sulla sua difficile esperienza personale e professionale, in cui ha ripercorso gli anni del liceo e il sogno nel cassetto di iscriversi nella facoltà di Medicina per diventare poi una neuro-scienziata, fino alla nomina di Rettrice (tra le sole sei donne in Italia a ricoprire questo ruolo). «Si può fare, si può crescere. Si può arrivare ad eliminare quel soffitto di cristallo che custodisce vecchie regole non scritte e permettere anche alle figure femminili di arrivare all’apice della carriera. Dobbiamo osare di più. Dobbiamo fare in modo che le nostre giovani studentesse abbiano maggiori esempi di donne che si sono realizzate, e che per arrivare a questo non si devono fare necessariamente delle rinunce, come è successo a me. Perché il mondo è cambiato e deve ancora cambiare. Siamo noi che possiamo farlo».

In scena la simulazione di una redazione giornalistica diretta (eccezionalmente) da una donna (Cristina Maccioni), in cui cronache di ordinaria disparità e luoghi comuni sui generi si alternano tra sketch divertenti e monologhi comici e drammatici degli attori e musicisti (Angelo Trofa, Leonardo Tomasi, Vanessa Podda, Valentina Fadda, Ambra Pintore, Federico Valenti, Diego Milia, Tanya&Mara, Kor Vocal Ensemble e la voce di Elio Turno Arthemalle) che mettono in luce stereotipi e squilibri di genere ancora molto radicati sia nel mondo dell’informazione che della comunicazione, ma anche le discriminazioni nell’accesso alle professioni, le molestie sul posto di lavoro, la rappresentazione mediatica distorta della violenza di genere, l’imparità salariale, di carriera e di visibilità mediatica tra uomini e donne nel mondo sportivo, l’educazione stereotipata delle bambine, il precariato e lo sfruttamento della professione. Una pièce che ha visto anche le irriverenti e esilaranti Tanya e Mara, interpretate da Tiziana Troja e Michela Sale Musio (Lucido Sottile) che con i loro irresistibili numeri hanno travolto il pubblico in un pieno di risate e paradossi esplosivi. Uno spettacolo in cui intrattenimento, formazione e informazione si alleano attraverso la forma dell’ironia per offrire spunti di riflessione e stimolare il pensiero critico su linguaggio e discriminazioni di genere.

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Sold out in pochissimi giorni e una nutrita lista d’attesa per il debutto dello spettacolo teatrale “La conosci Giulia?” che porterà in scena sabato 6 ottobre, al Teatro Massimo, alle 21.00, attraverso il linguaggio ironico della commedia, i temi sul rapporto tra media e parità di genere offrendo uno spaccato della società con le sue contraddizioni per far sorridere e soprattutto far riflettere, con una testimonial d’eccezione:la Magnifica Rettrice dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo.

Le richieste di prenotazione (ingresso gratuito) hanno raggiunto il limite della capienza prevista, ma è già stata attivata una lista di attesa. Per info si consiglia di chiamare il botteghino del Teatro Massimo, viale Trento n. 9, a Cagliari.

Un’opera originale frutto di una scrittura collettiva tra Giulia Giornaliste e gli artisti coinvolti, prodotta da Lucido Sottile, organizzata e promossa all’interno del Premio “Gianni Massa” – Sezione Scuola – su iniziativa congiunta del Corecom Sardegna e l’associazione di Giulia Giornaliste (che dedica la sezione “Giornalismo” a Maria Piera Mossa), con la collaborazione di Marina Cosi (Presidente Giulia giornaliste nazionale) e Giovanna Pezzuoli (Giulia Giornaliste nazionale). Un racconto a più voci tra parole, suoni e visioni, sketch divertenti, monologhi ironici e drammatici, musica, canti e interventi, per offrire spunti di riflessione sul corretto uso delle parole, sui linguaggi antidiscriminatori e su una comunicazione corretta nel rispetto della parità di genere, per sensibilizzare e contribuire a formare quella consapevolezza collettiva indispensabile per conquistare il diritto democratico della parità tra i generi. Drammaturgia teatrale a cura di Tiziana Troja (che cura anche la regia) e Vito Biolchini.

Sul palcoscenico una schiera di attrici e attori, musiciste e musicisti di primissimo piano sulla scena isolana (e non solo) e la Magnifica Rettrice dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo, in veste di testimonial straordinaria della serata. Il cast: Le Lucido Sottile (Michela Sale Musio e Tiziana Troja), Cristina Maccioni, Angelo Trofa, Leonardo Tomasi, Vanessa Podda, Valentina Fadda, Ambra Pintore, Federico Valenti, Diego Milia, Tanya&Mara, Kor Vocal Ensemble e la voce di Elio Turno Arthemalle. Testi di Giulia Giornaliste, Michela Sale Musio, Tiziana Troja, Vanessa Podda, Angelo Trofa, Valentina Fadda, Ambra Pintore. Costumi e scene: Filippo Grandulli e Daniele Coppi; Sound Design: Davide Sardo; Luci e audio: Live Studio di Giovanni Carlini; Trucco e Parrucco: Daniela Dessì; Foto: Michelangelo Sardo; Organizzazione generale: Federica Troja; Direzione generale: Michela Sale Musio, Aiuto regia: Irene Orrù. Una produzione Lucido Sottile. L’ingresso è gratuito, fino ad esaurimento posti.

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Dopo il grande successo riscosso ieri dallo spettacolo del duo Mario Tozzi – Enzo Favata, che ha visto l’Anfiteatro di Monte Sirai completamente gremito, oggi, venerdì 10 agosto, alle ore 21.30, va in scena il terzo appuntamento con “Notti a Monte Sirai”, l’evento organizzato dal comune di Carbonia, dall’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, con il cofinanziamento della Fondazione di Sardegna. 

L’attrice Caterina Murino interpreterà Dioniso in “Dioniso & Figlie: Premiata Vineria”. Il dio del vino e del teatro inebrierà le Baccanti con danze e riti sfrenati. Caterina Murino reciterà insieme a Orlando Forioso (Cadmo), Simeone Latini (Tiresia ed il Messaggero), Cristina Maccioni (Agave) ed Andrea Tedde (Penteo).

Lo spettacolo è a cura della Compagnia TeatrEuropa di Corsica.

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Il maltempo ha provocato il rinvio del primo appuntamento della rassegna “Notti a Monte Sirai”, in programma questa sera alle ore 21.30, a venerdì 10 agosto. Il comune di Carbonia, organizzatore dell’evento con l’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo con il cofinanziamento della Fondazione di Sardegna, ha diffuso una nota per annunciare il rinvio, nella quale si scusa per l’inconveniente, con tutti coloro che avevano prenotato o acquistato il biglietto. Date le previsioni per domani, anche lo spettacolo Galanias di Valeria Pilia e Actores Alidos, è stato rinviato a mercoledì 8 agosto, alle 21.30.

La manifestazione, denominata “Notti a Monte Sirai: Di-Vino Show” consiste in quattro serate (ora 8, 9, 10 e 11 agosto) dedicate alla cultura del vino del Sulcis e alle sue influenze nella letteratura, nel teatro, nel musica, nel canto, nella danza e nella storia, e al sodalizio tra due isole sorelle: Sardegna e Corsica. La direzione artistica è curata da Orlando Forioso, attore, autore e regista di teatro e opere liriche. 

L’appuntamento odierno, rinviato a venerdì 10 agosto, avrebbe dovuto avere come protagonista l’attrice Caterina Murino, nell’interpretazione di Dioniso in “Dioniso & Figlie: Premiata Vineria”. Il dio del vino e del teatro inebrierà le Baccanti con danze e riti sfrenati. 

Caterina Murino venerdì prossimo reciterà insieme a Orlando Forioso (Cadmo), Simeone Latini (Tiresia e il Messaggero), Cristina Maccioni (Agave) ed Andrea Tedde (Penteo). Lo spettacolo è a cura della Compagnia TeatrEuropa di Corsica.

Il primo appuntamento di “Notti a Monte Sirai” è previsto ora mercoledì, 8 agosto, alle ore 21.30, con Galanìas: Canti delle donne sarde, con Valeria Pilia, Elisa Marongiu, Diana Puddu, Roberta Locci e Tore Agus. La regia sarà a cura di Gianfranco Angei e la Compagnia Actores Alidos.