24 April, 2024
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Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, è intervenuto stamane sulle conclusioni dei lavori dell’Eurogruppo.

«Abbiamo avuto ragione ad avere fiducia nell’Europa. Le proposte formulate dell’Eurogruppo vanno nella giusta direzione, con la trasformazione del MES in ‘Salva Europa’ dall’epidemia Covid-19, da usare subito per aumentare le capacità delle nostre strutture sanitarie, ospedali e centri di ricerca. Per salvare le vite dei cittadini europei ha dichiarato David Sassoli -. Vediamo con favore il consenso dell’Eurogruppo al SURE e al potenziamento della BEI. Nella giusta direzione l’indicazione al Consiglio UE di istituire un Fondo per la ricostruzione dell’Europa da finanziare anche con strumenti innovativi. In questa battaglia per la ricostruzione – ha concluso David Sassoli -, il Parlamento europeo farà come sempre la sua parte in difesa dei cittadini europei.»

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«Solidarietà concreta ai cittadini. Questa è la linea del Parlamento europeo. In accordo con la Regione di Bruxelles Capital, abbiamo deciso di mettere a disposizione un nostro edificio per accogliere le persone più fragili ed i senzatetto in questa grave emergenza sanitaria.»

Lo ha detto stamane David Sassoli, presidente del Parlamento europeo.

«Inoltre, ogni giorno le nostre cucine faranno 1.000 pasti da distribuire ai bisognosi ed agli operatori sanitari per aiutarli nel loro lavoro. Siamo vicini a chi soffre, a chi si impegna senza sosta nelle strutture ospedaliere, alle cittadine ed ai cittadini di Bruxelles, come a quelli di Strasburgo e Lussemburgo, che ci accolgono e che oggi hanno bisogno di aiuto – ha concluso David Sassoli -. La forza dell’Europa è la solidarietà.»

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Con un forte sostegno alle misure per affrontare la pandemia Covid-19, il PE si è espresso oggi in Plenaria a favore di una forte solidarietà dell’UE per aiutare i cittadini.

Prima della votazione d’urgenza sul primo pacchetto di misure proposte dalla Commissione per aiutare gli Stati membri ad affrontare la pandemia in modo efficiente e coordinato, i deputati hanno chiesto ai Paesi UE di collaborare e di mantenere aperte le frontiere interne, per consentire la consegna di attrezzature mediche e di beni.

Giovedì, nel rispetto delle severe precauzioni sanitarie, alcuni deputati, di tutti i gruppi politici, si sono riuniti in una sessione speciale nell’Aula di Bruxelles, mentre altri hanno seguito il dibattito da casa. Grazie alle speciali procedure messe in atto, tutti i deputati hanno potuto votare a distanza: 687 deputati hanno partecipato alla prima votazione per l’approvazione della procedura d’urgenza.

In apertura di dibattito, il presidente David Sassoli ha ribadito che il Parlamento non cesserà di funzionare nonostante la pandemia. «Oggi siamo qui vicini seppur lontani, riuniti con questo formato inedito, straordinario ma determinati a dare il nostro contributo nella lotta alla pandemia garantendo la nostra funzione democratica e la continuità dei lavori del parlamento perché è solo così che possiamo rendere un servizio alle persone, alle nostre comunità ed al personale sanitario che si sta sacrificando nelle corsie dei nostri ospedali in tutta l’Europa», ha affermato.

Sottolineando la necessità di un’azione comune e di preservare il mercato unico, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: «Quando avevamo bisogno di uno spirito “tutti per uno”, molti hanno fornito una risposta “solo per me”. Ma ora le cose stanno migliorando. La libera circolazione di beni e servizi è l’unico modo per far arrivare le forniture là dove sono necessarie. Mettere barriere tra di noi non ha senso! I cittadini europei si ricorderanno delle decisioni e delle azioni che prendiamo oggi».

 

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Il Parlamento europeo si è riunito oggi per votare le misure urgenti proposte dall’UE per affrontare la pandemia Covid-19, tra cui sostegno ai sistemi sanitari e assistenza finanziaria per gli Stati membri maggiormente colpiti dalla crisi. È la prima sessione plenaria del Parlamento europeo che utilizza il voto a distanza.

All’apertura della sessione, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha dichiarato:
«Stiamo vivendo una situazione straordinaria ed inaspettata che ci ha condotto in queste settimane a prendere delle decisioni senza precedenti, anticipando spesso la rapida evoluzione delle circostanze con l’obiettivo di proteggere la salute dello staff e dei deputati ed allo stesso tempo garantire la vita democratica della nostra istituzione.

Abbiamo dovuto rallentare, certo. Ma non ci siamo fermati, perché la democrazia non può essere sospesa soprattutto nel mezzo di una crisi tanto drammatica. È nostro dovere anzi, proprio in questi tempi così difficili, essere al servizio dei nostri cittadini che tanto stanno soffrendo, dare loro una guida, una speranza per affrontare questo momento buio e quelli che verranno. Come legislatori noi abbiamo i mezzi, la possibilità e il dovere di essere utili.

Oggi siamo qui vicini seppur lontani, riuniti con questo formato inedito, straordinario ma determinati a dare il nostro contributo nella lotta alla pandemia garantendo la nostra funzione democratica e la continuità dei lavori del parlamento perché è solo così che possiamo rendere un servizio alle persone, alle nostre comunità ed al personale sanitario che si sta sacrificando nelle corsie dei nostri ospedali in tutta l’Europa.

Qualche giorno fa questo orribile virus ci ha colpito molto da vicino, ha portato via una giovane vita, un ragazzo che lavorava proprio qui con noi al Parlamento europeo. Alla famiglia del caro Giancarlo vanno le nostre più sentite condoglianze cosi come vanno alle famiglie di tutte le persone che hanno perso la vita a causa del Covid-19.

Voglio rivolgere, infine, un pensiero a tutte quelle persone che questo virus lo combattono quotidianamente con coraggio e determinazione, alle persone malate prima di tutto, al personale medico che in tutta Europa lavora senza sosta ed anche ai nostri cittadini che con il loro comportamento responsabile saranno decisivi per debellare questa pandemia».

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«Ho ricevuto alle 18.00 di oggi un accurato rapporto da parte del Servizio Medico del Parlamento sull’evoluzione del COVID-19 che ci informa “che i rischi di salute sono considerati significativamente più alti nel caso in cui la sessione plenaria del Parlamento si svolga a Strasburgo.»

Lo ha detto, questa sera, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.

«Sulla base di questo rapporto, per causa di forza maggiore, ho deciso che non vi sono le condizioni di sicurezza necessarie per il consueto trasferimento del Parlamento europeo a Strasburgo per la sessione plenaria. Ho informato le autorità francesi, ringraziandole per la collaborazione intercorsa tra noi in questi giorni. La sessione plenaria si terrà eccezionalmente a Bruxelles – ha concluso David Sassoli -. Il Parlamento si impegna a riprogrammare una sessione plenaria a Strasburgo in conformità ai Trattati.»

 

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Oggi il Parlamento europeo ha commemorato la liberazione di Auschwitz avvenuta 75 anni fa. La senatrice italiana Liliana Segre ha condiviso la memoria del male inflitto ad Auschwitz ed il dovere di testimoniare con i deputati europei, in una cerimonia per il Giorno della Memoria.

Durante la cerimonia per commemorare il Giorno della Memoria, organizzata nella sala plenaria del Parlamento europeo, i musicisti Mischa e di Maxim Maisky hanno eseguito “From Jewish Life”: “Prayer” di Ernest Bloch al violoncello e pianoforte, in presenza di Anita Lasker-Wallfisch, violoncellista di fama mondiale e membro superstite dell’Orchestra femminile di Auschwitz.

Nel suo discorso di apertura della commemorazione, Liliana Segre, senatrice italiana a vita e sopravvissuta ad Auschwitz, ha ricordato l’assoluta disumanità dei campi e delle “marce della morte” organizzate dai nazisti nel 1945, alle quali sopravvisse da ragazza a differenza di molti altri. «La loro unica colpa era quella di essere nati», ha detto. Il suo dovere è di testimoniare finché vive, ha poi aggiunto.

Alle dichiarazioni del presidente del Parlamento europeo David Sassoli e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen sull’inviolabilità della dignità di ogni persona e sul dovere degli europei di lottare contro l’antisemitismo, il razzismo e la discriminazione, è seguito un minuto di silenzio.

Il “Kaddish” di Maurice Ravel è stato poi eseguito dal Quartetto Karski e da Naomi Couquet (Mezzo-Soprano) in chiusura della seduta solenne.

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Oggi, il Parlamento europeo ha ricordato con una cerimonia solenne durante la seduta plenaria di Bruxelles, il 75° anniversario dalla liberazione del campo di concentramento nazista Auschwitz-Birkenau.

In occasione della cerimonia, ai membri del Parlamento europeo si sono uniti i sopravvissuti all’olocausto e la senatrice a vita italiana Liliana Segre.

Durante il suo discorso di apertura in plenaria il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha dichiarato:

“Ad Auschwitz, terra europea, quel giorno del 1945 vennero aperti i cancelli dell’abisso.
Ad Auschwitz è l’essenza stessa dell’umanità ad essere stata messa in dubbio dalla volontà di sterminare il popolo ebraico, e con esso il popolo rom e sinti, gli oppositori, i popoli slavi, gli omosessuali.

Ad Auschwitz, si è incarnata la negazione stessa della nostra civiltà. La civiltà che ha origini ebraiche e cristiane, che ha incontrato il mondo islamico, che ha conquistato l’Illuminismo e costruito la propria convivenza sul diritto, che si è battuta contro la barbarie e la difesa della dignità umana, che ha cercato di offrire un’idea della bellezza della persona e delle persone che vivono insieme nelle nostre città e nei nostri paesi. Una civiltà che ha fermato la propria corsa verso il desiderio di libertà sulla soglia del cancello di Auschwitz.

Dinanzi a ciò, quest’oggi, pieni di emozione e riuniti nel raccoglimento, ci inchiniamo davanti a tutte le vittime della Shoah e vogliamo assumerci il nostro dovere di ricordare; ci assumiamo tale dovere perché sappiamo che Auschwitz è stata costruita da europei e noi siamo chiamati ad assumerci questa paternità perché quello che è successo incombe su di noi e ci chiama alla responsabilità.

Auschwitz, con tutte le fabbriche della morte disseminate nello spazio europeo, rappresenta una questione fondamentale della nostra società, della nostra civiltà, della nostra cultura e ci impone degli obblighi. Ci impone, innanzitutto, l’obbligo di agire ogni qualvolta vi è un atto di violenza e discriminazione, tutte le volte che un’azione antisemita e razzista si presenta nelle nostre società. Dobbiamo sempre considerare tutto ciò̀ un attacco alla dignità delle persone e alla nostra idea di Europa. Il nazismo e il razzismo non sono opinioni, ma crimini.

Ogni volta che leggiamo sul giornale notizie di violenze, sacrilegi, insulti noi dobbiamo considerare queste violenze, sacrilegi e insulti rivolti a ciascuno di noi. Sono attacchi all’Europa e ai valori che essa rappresenta e che incarnano le due malattie della nazione moderna che si propagano nel Continente: da una parte la sacralizzazione delle frontiere e, dall’altra, la ricerca di un’identità pura e univoca – religiosa, etnica e culturale – che conduce inevitabilmente a costruire nemici.

L’Europa al contrario si è formata e vogliamo continui a formarsi con le nostre diversità, con pluralità di voci, con il pluralismo politico, religioso, culturale. Ed è proprio per questo che dobbiamo essere riconoscenti all’ebraismo che ci ha consentito di formare quello spirito universalista che è parte integrante della nostra visione del mondo.

Ecco perché ci rivolgiamo ai governi perché usino vigilanza e severità nei confronti di ogni forma di intolleranza. Non sono ragazzate i vandalismi compiuti nei cimiteri ebraici, gli assalti alle sinagoghe e ai luoghi di culto, le minacce a cui vengono sottoposte famiglie europee di religione ebraica o le forme di intolleranza che colpiscono le minoranze presenti negli Stati membri.

Nei nostri Trattati tutto questo è scritto molto chiaramente e chiediamo alla Commissione europea e al Consiglio di adoperarsi perché ciò̀ venga fatto rispettare, conservare la memoria di quanto è accaduto ad Auschwitz e a caricarci della responsabilità di trasmettere la memoria. Questo compito, man mano che il volgere inesorabile del tempo farà̀ mancare i testimoni, è affidato alla nostra e alle future generazioni.

Noi tutti dobbiamo quindi esprimere la nostra riconoscenza alla senatrice Liliana Segre che è qui tra noi oggi per consegnarci la sua testimonianza. Auschwitz è indicibile. Voglio però credere che la testimonianza di coloro i quali hanno visto l’indicibile riesca a muovere i nostri cuori e a ispirare l’etica delle nostre azioni, affinché ciò̀ non avvenga mai più.»

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Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si incontreranno a Bazoches-sur-Guyonne (Francia) presso la Jean Monnet House, un luogo simbolico per la storia dell’integrazione europea. Discuteranno del futuro dell’UE, compresa la prossima Conferenza sul Futuro dell’Europa, le attuali sfide geopolitiche, nonché le transizioni climatiche e digitali. 

Il presidente David Sassoli ha dichiarato: «Siamo in attesa di una nuova partenza per l’Europa. Le sfide interne ed esterne che ci attendono ci ricordano che l’Unione europea è più di un potere economico o di mercato, ma rappresenta i valori che tutti condividiamo e difendiamo. Le nostre riflessioni non dovrebbero dimenticare quanto possiamo essere più forti quando agiamo insieme». I tre presidenti concluderanno le discussioni con una dichiarazione comune, da leggere al Parlamento europeo a Bruxelles la mattina di venerdì 31 gennaio alle 11.00.

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Questa settimana, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, si recherà con i leader di tutto il mondo in Israele per ricordare i 75 anni dalla liberazione di Auschwitz-Birkenau. Il presidente parteciperà al Quinto Forum mondiale sull’Olocausto, incentrato sia sul ricordo delle vittime che sulla lotta all’antisemitismo nel mondo.

Il presidente David Sassoli visiterà anche il Parlamento Israeliano e incontrerà il presidente del Knesset, Yuli-Yoel Edelstein.

La settimana successiva il Parlamento europeo celebrerà, durante la sessione plenaria a Bruxelles, la giornata internazionale della Memoria sull’Olocausto. In quest’occasione, il presidente David Sassoli ha invitato la senatrice italiana Liliana Segre, sopravvissuta all’olocausto, a parlare all’evento del 29 gennaio.

Prima della visita, il presidente David Sassoli ha detto: «L’Unione Europea è nata dopo gli orrori di Auschwitz, per riunificare l’Europa e garantire che le atrocità della Seconda Guerra Mondiale non accadessero mai più. Questa settimana andrò a Gerusalemme per rendere omaggio ai sei milioni di ebrei uccisi durante la Shoah, che ad oggi rimane uno dei più grandi crimini contro l’umanità.

È preoccupante che le lezioni della storia vengano dimenticate. È con incredulità e immensa rabbia che assistiamo al ritorno del demone dell’antisemitismo in Europa e nel mondo. I recenti attacchi a Halle e a New York, le minacce contro i cittadini e i politici ebrei così come gli atti di vandalismo nei cimiteri e nei negozi di molti paesi europei, ricordano un periodo che speravamo fosse finito molto tempo fa.

Questa settimana, a Gerusalemme, dobbiamo ricordare i momenti più bui della storia dell’Europa, ma anche discutere di come possiamo affrontare questa nuova ondata di odio e antisemitismo in tutto il mondo»

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Oggi il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha sostenuto durante il suo discorso al World Economic Forum di Davos che le sfide riguardanti il clima e le disuguaglianze possono essere risolte solo insieme

Il presidente David Sassoli ha dichiarato: «Non dobbiamo dimenticare che le sfide ambientali possono essere risolte solo se mettiamo la riduzione delle disuguaglianze al centro dell’azione politica. Le sfide riguardanti il clima e le disuguaglianze possono essere risolte solo insieme. Una società disuguale in cui ampie fasce della popolazione vivono in condizioni di povertà alimenta la crisi ecologica.

Tuttavia, non siamo uguali davanti alla crisi ecologica. Ricchi o poveri, anziani o giovani, a seconda di dove viviamo, non siamo colpiti allo stesso modo dalla crisi climatica. Ad esempio, il clima eccezionalmente caldo e secco della scorsa estate ha avuto un impatto devastante sui terreni agricoli europei, riducendo il raccolto di ortaggi e aumentando il loro prezzo per il consumatore finale. Ciò riguarda in particolare le famiglie a basso reddito, poiché il cibo rappresenta una grande parte del loro budget familiare mensile. La crisi ecologica sta quindi aggravando la crisi sociale e la crisi delle disuguaglianze.

La disuguaglianza è quindi una questione ambientale, cosi come il degrado ambientale è una questione sociale. Dobbiamo capire che il progresso ecologico e il progresso sociale devono andare di pari passo e alimentarsi a vicenda. Non possiamo porre fine alla povertà e costruire una società più giusta, lasciando che la crisi ecologica distrugga il nostro pianeta. Ma non possiamo porre fine alla crisi ecologica mentre persistono alti livelli di povertà e disuguaglianza.

L’inizio di questo nuovo ciclo istituzionale europeo ha posto al centro delle sue priorità la lotta contro il riscaldamento globale e la transizione ecologica. In questo contesto, pochi giorni dopo il suo insediamento, la nuova Commissione ha presentato una tabella di marcia per l’attuazione di un Patto Verde europeo. In questo senso, il «Just Transition Fund» presentato la scorsa settimana, garantisce che nessuno rimanga indietro nel passaggio a un’economia a emissioni zero. Questa iniziativa dovrebbe essere accolta con favore. Tuttavia, le risorse di cui sarà dotato tale Fondo probabilmente non saranno all’altezza delle questioni sociali che prevediamo. Al fine di garantire il successo politico del Green Deal europeo, appare infatti essenziale rispondere ai timori di queste potenziali perdite – e dell’aumento dei prezzi dell’energia – attraverso misure di compensazione, in particolare per creare posti di lavoro di alta qualità e ben pagati».

Plenary session – Election of the President of Parliament – Second ballot