28 March, 2024
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Partenza da Ollolai, arrivo ad Olbia. Una linea di continuità tra costa e interno della Sardegna, all’insegna della qualità e delle eccellenze nel campo dell’artigianato, dell’enogastronomia, della cultura e delle tradizioni. La vocazione di Mirtò, il festival internazionale del Mirto, arrivato alla sua quinta edizione, resta immutata ma si evolve, in un percorso che valorizza i prodotti della tradizione sarda. Questa mattina ad Olbia, davanti alla Ruota panoramica “La Maestosa”, è stata presentata l’anteprima di Mirtò, che anche quest’anno prenderà il via da Ollolai. Appuntamento per domani, sabato 10 agosto, nel centro della Barbagia, con un programma ricco di eventi sul tema “l’Isola della longevità”.

Dalle 10.00 alle 18.00, escursioni guidate nel parco di San Basilio, con servizio navetta. Alle 11.00 inaugurazione e apertura degli stand. Alle 15.00 visita al planetario astronomico con lezione sulle costellazioni. Dalle 18.00, esibizione dei gruppi folk di Ollolai e Samugheo, insieme ai Tenores Monte Gonare Sarule. Dalle 19.00, degustazioni enogastronomiche con le ricette dei Centenari, in collaborazione con il Consorzio del Pecorino romano Dop, il Consorzio dell’Agnello di Sardegna Igp e la Pro Loco di Ollolai. Alle 22.00, chiuderà la giornata l’attesissimo concerto di Piero Marras.

Dal 17 agosto Mirtò si sposterà tra Porto Rotondo ed Olbia, anche se il centro nevralgico del progetto di questa quinta edizione sarà il teatro Michelucci, all’esordio nella sua nuova veste di Expò dell’artigianato di qualità ed incubatore di eventi culturali. Una prima assoluta fortemente voluta dall’associazione Mirtò e dal Comune di Olbia

«Siamo entusiasti che Mirtò abbia scelto Olbia e il teatro Michelucci per i suoi eventi – ha sottolineato Sabrina Serra, assessore della Cultura del Comune di Olbia -. Il Michelucci riaprirà alla città dopo i lavori di riqualificazione del progetto Iti. Anche la cultura avrà uno spazio molto importante.»

L’anteprima di Mirtò ha scelto ancora una volta Ollolai come punto di partenza. «Con Mirtò siamo diventati dei compagni di viaggio – ha spiegato Efisio Arbau, sindaco di Ollolai -. Abbiamo iniziato l’anno scorso con un evento che comprendeva la finale del reality show olandese che si era svolto nel nostro paese, poi si è confermato questo connubio che crea una simbiosi tra mare e montagna. Con noi ci sono anche il Consorzio di tutela dell’Agnello di Sardegna Igp e del Pecorino romano Dop. Un percorso di medio e lungo termine che prevede aggregazioni e idee condivise sul modello di Mirtò, che come capo di gabinetto dell’assessorato all’Agricoltura posso dire si sposi con il programma del governo regionale e la programmazione comunitaria».

«La sinergia con Ollolai nel segno di Mirtò è un grande traguardo, per presentarci ai turisti con ciò che rappresenta l’eccellenza dei nostri territori – ha detto Marco Balata, assessore del Turismo del comune di Olbia –. Stiamo lavorando per creare un turismo alternativo al mare, facendo scoprire i sapori e le tradizioni di un territorio in cui tornare anche dopo l’estate.»

Fiore all’occhiello di questa edizione la partnership con Grimaldi Lines. «I visitatori, presentando un biglietto della Grimaldi, avranno uno sconto del 10% sui menù delle degustazioni, più una degustazione gratuita di mirto – sottolinea Elena Bilardi di Grimaldi Lines -. Ai visitatori del festival, invece, Mirtò regalerà un voucher che darà diritto a uno sconto del 15% sul prezzo del biglietto per le prenotazioni effettuate dal 19 agosto al 30 settembre su tutte le partenze disponibili della Grimaldi. Il biglietto di Mirtò, in sostanza, sarà accompagnato da un codice sconto valido sulle navi della compagnia di navigazione per tutte le rotte da e per la Sardegna». «Mirtò è importante per la ricaduta economica positiva che trasmette a tutto il territorio – ha confermato Pasquale Ambrosio, presidente di Confcommercio Gallura -. Quando cinque anni fa Mirtò ci propose il suo progetto ne fummo entusiasti, ora la qualità si è alzata moltissimo e la scommessa per Olbia si è rivelata vincente».

«Siamo orgogliosi di presentare qui il progetto di destagionalizzazione dell’agnello sardo – ha spiegato Alessandro Mazzette, direttore del Consorzio di tutela dell’Agnello di Sardegna Igp -. Olbia è il luogo ideale per promuovere il nostro messaggio: che l’agnello sardo è un prodotto che si può consumare anche d’estate.»

Durante gli eventi di Mirtò a Olbia sarà presente anche il Consorzio dei mitilicoltori di Olbia, che racconterà, in una sorta di percorso etnografico, la storia della cozza di Olbia, accompagnandolo a menù degustazione.

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Le due sponde dell’offerta turistica, in una comunione di intenti che punta a valorizzare il grande patrimonio di eccellenze della Sardegna, partendo dalle coste e arrivando fino ai paesi dell’interno. Nasce così la sinergia tra Mirtò, il Festival internazionale del Mirto arrivato alla sua quinta edizione e GrimaldiLines, marchio storico del trasporto marittimo da e per la Sardegna. Uniti all’interno del progetto Mirtò, che vivrà la sua anteprima sabato 10 agosto ad Ollolai, con “l’Isola della Longevità” ed un programma ricco di eventi. Il programma si svilupperà poi dal 17 al 20 agosto, tra Porto Rotondo ed Olbia, con il teatro Michelucci della città gallurese che diventerà il centro di una serie di iniziative che punteranno su enogastronomia ed artigianato.

La collaborazione tra Mirtò e Grimaldi si basa sulle presenze dei turisti alle iniziative del Festival del mirto. I visitatori, presentando un biglietto della Grimaldi, avranno uno sconto del 10% sui menù delle degustazioni, più una degustazione gratuita di mirto. Ai visitatori del festival, invece, Mirtò regalerà un voucher che darà diritto a uno sconto del 15% sul prezzo del biglietto per le prenotazioni effettuate dal 19 agosto al 30 settembre su tutte le partenze disponibili della Grimaldi. Il biglietto di Mirtò, in sostanza, sarà accompagnato da un codice sconto valido sulle navi della compagnia di navigazione per tutte le rotte da e per la Sardegna. Le iniziative di Mirtò saranno affiancate dal comune di Ollolai, con il sindaco Efisio Arbau; il comune di Belvì, con il sindaco Sebastiano Casula; il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi e l’assessore della Cultura, Sabrina Serra; l’evento di apertura ad Ollolai si svolgerà con la collaborazione del Consorzio del pecorino romano Dop, il Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp e la Pro Loco di Ollolai.

«Per noi è un onore aver siglato questa collaborazione con Mirtò, una realtà importante e in grande crescita, i cui eventi rappresentano una promozione eccezionale per la Sardegna – spiega Elena Bilardi, dell’ufficio commerciale di Grimaldi Lines -. Questa iniziativa ci consente di sviluppare progetti comuni che valorizzino i paesi dell’interno della Sardegna e ci piace l’idea di essere anche noi promotori di un turismo che guarda anche a località meno conosciute.»

«Il 5° Festival internazionale del Mirto rappresenta per noi una sfida importante, fatta di grandi partnership e di nuove idee per l’innalzamento degli standard qualitativi dei servizi proposti ai nostri ospiti – sottolinea Giuseppe Pinna, responsabile marketing e uno degli ideatori di Mirtò -. Nasce così la nostra partnership con Grimaldi Lines, con cui abbiamo sviluppato attività di co-marketing per offrire vantaggi ai rispettivi clienti. I viaggiatori della Grimaldi in questi giorni troveranno sulle navi il materiale pubblicitario del festival e in più potranno usufruire di uno sconto del 10% all’Isola del Gusto e all’Isola degli Artigiani presso il Teatro Michelucci dal 17 al 20 agosto. Allo stesso modo gli ospiti del Festival al Teatro Michelucci beneficeranno di un ulteriore sconto sulle prenotazioni con Grimaldi Lines.»

Una collaborazione che offre al progetto Mirtò la possibilità di confermare anche quella vocazione internazionale che lo ha sempre contraddistinto, grazie alla copertura delle tratte di Grimaldi Lines per Civitavecchia, Livorno e, soprattutto, Barcellona.

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Una vetrina illuminata dal marchio internazionale di Mirtò, un veicolo di promozione straordinario che segue gli eventi più importanti. Un Expò itinerante che valorizza i borghi della Sardegna, i piccoli paesi dell’entroterra, portando le produzioni locali, l’enogastronomia e l’artigianato al centro della scena turistica. Nasce su solide fondamenta il progetto della “Città del Mirto”, che dopo il suo esordio nella tappa di Alghero del mondiale “Rally Italia Sardegna”, guarda al futuro con grandi prospettive. Un appuntamento organizzato dall’Automobile Club d’Italia, grazie al presidente Angelo Sticchi Damiani; l’Aci Sassari con Giulio Pes ed il direttore della tappa del rally, Antonio Turitto. La Città del Mirto sarà un veicolo per le economie dei territori, una occasione per lanciare startup di giovani legate all’artigianato e all’agroalimentare. Da Olbia a Cagliari, fino ad Alghero e tutto il nord dell’Isola. Con il marchio Mirtò a fare da propulsore di un’idea che punta su un progetto di valorizzazione delle eccellenze dei territori dell’interno dell’isola.

La Città del Mirto nasce con il fondamentale supporto del comune di Olbia, grazie all’impegno dell’assessore del Turismo, Marco Balata e di Alghero, grazie all’iniziativa di Nunzio Camerada. Un progetto che vede in prima fila anche Cagliari, che sarà al centro di importanti iniziative legate alla presenza di Luna Rossa, la barca del Team Prada, in preparazione della Coppa America. Città del Mirto ha ottenuto il patrocinio dell’assessorato all’Agricoltura e dell’assessorato al Turismo della Regione Sardegna.

«Siamo sensibili a iniziative di promozione per la valorizzazione dei prodotti tipici della Sardegna, con progetti che puntino sull’enogastronomia, artigianato e cultura – sottolinea l’assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa -. La Città del Mirto dimostra la capacità dei nostri imprenditori nel costruire iniziative che possano raggiungere risultati ottimali sul territorio. Sull’obiettivo di valorizzazione dei borghi della Sardegna stiamo valutando, per capire che tipo di supporto dare e come coordinare e condividere le esperienze e i diversi progetti.»

Tra le linee programmatiche del presidente della Regione, Christian Solinas, c’è quella della creazione dei distretti legati ai prodotti locali. «Città del Mirto ha ricevuto il patrocinio dell’assessorato all’Agricoltura proprio perché rappresenta una iniziativa che coincide con la programmazione regionale, che vuole costruire ambiti distrettuali che puntino su prodotti legati ai territori – spiega Efisio Arbau, presidente dell’Unione dei Comuni della Barbagia -. L’idea dei distretti, però, va al di là del singolo prodotto, guarda al territorio e alla promozione di tutta una serie di iniziative legate alla cultura e all’artigianato come attrattori turistici».

La storia, la cultura, le tradizioni. La promozione del territorio diventa sempre di più il fulcro del progetto di Mirtò, il festival del mirto, che ha fatto delle eccellenze enogastronomiche un marchio conosciuto in tutta Europa. Nasce da qui, come una naturale evoluzione, l’idea di costruire un Expò itinerante del patrimonio storico e archeologico di Olbia, della Gallura e della Sardegna, attraverso l’impulso del Comune di Olbia e dell’Aspo, il suo braccio operativo sul fronte turistico, grazie alla partecipazione di Mirtò alle più importanti fiere d’Europa. Un progetto che sarà parte integrante anche della nuova iniziativa della Città del Mirto.

«Nell’ambito del progetto ad Alghero abbiamo dato vita ad uno spazio per la divulgazione delle risorse culturali della Sardegna – spiega Viviana Pinna, archeologa, specializzata in archeologia preistorica e protostorica, una delle protagoniste di Mirtó fin dalla sua fondazione nel 2014 -. Come nel Dna di Mirtò, la promozione ha sempre avuto una visione sistemica mirata a includere le diverse eccellenze della Regione, sia delle zone costiere che interne. Abbiamo avviato già alcune partnership importanti, con il Distretto culturale del Nuorese, il Nuraghe Majori di Tempio Pausania, il Museo del sughero di Calangianus ed i siti archeologici di Alghero.»

 

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Mirtò vola a Ollolandia. Il festival internazionale del mirto sarà uno dei protagonisti, insieme al comune di Ollolai, nella prima fiera del pastoralismo in Olanda. Un progetto immaginato quest’estate, che vede la luce con la prima tappa, domenica 18 novembre, con l’evento nella città di Venlo: municipalità di centomila abitanti con importanti tradizioni fieristiche ed una lunga esperienza commerciale, con potenziali partner interessati a costruire un proficuo rapporto di collaborazione con la realtà sarda.

«Si tratta di un evento importante e di una occasione imperdibile per far conoscere le migliori produzioni della nostra regione – sottolinea Efisio Arbau, sindaco di Ollolai -. La fiera del pastoralismo nella città olandese di Venlo, un polo fieristico internazionale, ci consentirà di stringere accordi commerciali, valorizzando la notorietà acquisita con le case a un euro e promuovendo i nostri prodotti all’estero.»

Un percorso iniziato nel cuore della Barbagia, proseguito nelle atmosfere del turismo di lusso di Porto Cervo, che trova la strada dell’Olanda, in una simbolica cartina geografica che segna le tappe di un viaggio per far conoscere in Europa le eccellenze enogastronomiche della Sardegna, le sue tradizioni e il suo marchio legato al turismo. Mirtò, il festival internazionale del mirto, svolgerà ancora una volta il suo ruolo di ambasciatore della Sardegna nel mondo, insieme al comune di Ollolai, ideatore di una manifestazione che vede nel mercato olandese il suo sbocco naturale, dopo che il progetto sociale, con la cessione delle case ad un euro nel comune barbaricino, ha acquisito ormai una valenza internazionale. Il programma televisivo dell’emittente “RTL Olanda”, con cinque coppie olandesi che dal mese di maggio hanno soggiornato ad Ollolai, ha portato notorietà alla comunità con l’arrivo di numerosi turisti stranieri, che anche in bassa stagione visitano il borgo.

Per questo, il comune di Ollolai, insieme a Mirtò, con la collaborazione del Consorzio di tutela del pecorino romano DOP, il Consorzio IGP agnello di Sardegna, Consorzio di tutela della Malvasia di Bosa, il Consorzio di tutela del Vermentino di Gallura Docg, la Pro Loco di Ollolai e l’Ufficio-negozio turistico, il Consorzio imbrifero montano del Taloro ed il comune di Venlo, hanno organizzato un’iniziativa che punta a esportare le eccellenze sarde all’estero. Una manifestazione che si fonda sul progetto delle “Botteghe del Pastoralismo” che, facendo forza sul riconoscimento Unesco della cultura pastorale quale patrimonio dell’umanità, promuove i prodotti con un marchio internazionale. Il tutto rafforzato e facilitato dall’enorme successo mediatico del programma televisivo “Il borgo italiano: Ollolai”, che è stato seguito nei Paesi Bassi da una media di oltre 600mila spettatori.

Mirtò, il festival internazionale del mirto, marchio ormai consacrato e sinonimo di eccellenza in Europa e nel mondo, organizzerà una giornata enogastronomica a tema con le iniziative dei Consorzi e dei soggetti coinvolti e la somministrazione dei piatti della tradizione tipica barbaricina e sarda.

L’evento si svolgerà all’interno di un centro commerciale urbano (https://www.beejbenders.nl/). Si sta poi lavorando per costruire una partnership che porti all’apertura di un corner permanente, uno spazio dedicato ai prodotti sardi, in tutto il territorio olandese, grazie alla collaborazione con altri soggetti commerciali associati.

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Dalle eccellenze enogastronomiche alla moda. Sempre nel solco della valorizzazione della qualità e delle migliori espressioni della Gallura e della Sardegna. Questa volta, però, con un tocco ancora più cosmopolita. Mirtò, il festival internazionale del mirto, diventato brand conosciuto anche all’estero, ha organizzato per sabato 22 settembre, alle ore 21, a Porto Rotondo, una sfilata di moda all’interno della manifestazione “Vita da aMare”: l’iniziativa sociale, patrocinata dalla Regione Lombardia, il comune di Olbia e dal Consorzio di Porto Rotondo, durante la quale, per tre giorni, decine di ragazzi con disabilità e i loro accompagnatori verranno ospitati in barca a vela per raccogliere i migliori stimoli che la vita sul mare può offrire. Mirtò ha sposato in pieno il valore sociale dell’iniziativa decidendo di dare un contributo con una sfilata che vedrà protagonisti Marije Graafsna, 28 anni e Ovan Abdullah, 30 anni, i due stilisti olandesi che hanno vinto il reality show “Het Italiaanse Dorp: Ollolai”, che spopola nei Paesi Bassi e che ha visto proprio Ollolai come set delle trenta puntate andate in onda sulla televisione olandese Rtl. Marije e Ovan, produttori del marchio di moda Amkina, avevano organizzato una grande sfilata tra i vicoli del paese, ma ora avranno per loro un nuovo palcoscenico di grande impatto. «Abbiamo pensato di organizzare questa sfilata dopo aver conosciuto gli stilisti olandesi nell’ambito dell’iniziativa con cui Mirtò ha coinvolto Ollolai e i Comuni della Barbaglia nella rassegna di eccellenze enogastronomiche, svoltasi lo scorso agosto tra Olbia e Porto Rotondo – spiega Giuseppe Pinna, direttore marketing di Mirtò ed ideatore dell’evento -. La rete televisiva olandese Rtl ha rappresentato un importante veicolo di promozione per la Sardegna e ora, grazie al valore acquisito dal marchio Mirtò, abbiamo scelto di organizzare la sfilata a Porto Rotondo con gli abiti dei due stilisti olandesi, che consideriamo ormai due sardi acquisiti».

La sfilata di moda, organizzata con il contributo di Antonella Fini, stilista ed organizzatrice di molti eventi legati alla solidarietà, vedrà esibirsi nella passerella di piazza Cascella, con il teatro Mario Ceroli che fungerà da magico “backstage” della manifestazione, anche diversi protagonisti della scena olbiese. Oltre alla stessa Antonella Fini, la stilista di Porto Torres che proporrà i suoi capi in jeans, ci sarà Irene Piccinnu, artista che mostrerà i suoi capi disegnati con l’antica tecnica sarda della xilografia, con l’incisione a rilievo su legni duri, imprimendo poi la stampa sul tessuto e colorandolo. Ci sarà poi Paola Tangianu, stilista che farà sfilare in passerella i suoi rinomati capi in pelle. Alla serata parteciperanno anche Niko Veccia, hair stylist e la make up artist Emiliana Sancamillo. «Si tratta di una sfilata di primissimo livello, all’interno di una manifestazione, come Vita da aMare, che conferma la sua veste sociale, ma anche di valorizzazione dell’inclusione e del turismo accessibile – spiega Marco Balata, assessore del Turismo del comune di Olbia -. Mirtò conferma la sua vocazione con questo spazio che intende valorizzare gli stilisti sardi».

Ma il vero colpo di scena sarà la presenza del noto stilista Paolo Isoni, in qualità di ospite d’onore della manifestazione. Non solo una presenza simbolica, però. Isoni, infatti, sarà uno dei protagonisti del progetto di inserimento dei ragazzi diversamente abili voluto da Mirtò, che lo ha ideato. Nascerà così un premio pensato per i ragazzi con disabilità, gli stessi protagonisti dell’evento “Vita da aMare”, che durante l’inverno disegneranno degli abiti che il prossimo anno Isoni si è preso l’impegno di realizzare. «Nella prossima edizione della manifestazione sfileranno le creazioni disegnate dai ragazzi e realizzate nei miei laboratori – spiega lo stilista olbiese -. Il prossimo 22 settembre sarò presente a Porto Rotondo in veste di ospite, proprio per dare il mio sostegno a questa iniziativa, con la quale creeremo un premio per valorizzare le creazioni nate dalla loro inventiva. Gli daremo da fare i compiti a casa, con l’obiettivo di avvicinare due mondi e due sensibilità, anche se saranno loro i protagonisti». L’iniziativa vede uniti Mirtò con l’assessore del Turismo, Marco Balata e dei Servizi sociali, Simonetta Lai, del comune di Olbia, grazie al fondamentale contributo di Maria Antonietta Cossu, presidente della commissione consiliare ai Servizi sociali e pedagogista di professione.

A decretare la vittoria degli stilisti, è stata la popolazione di Ollolai, dopo aver dato vita ieri sera a delle vere e proprie elezioni in cui gli abitanti del paese hanno fatto la fila per qualche ora pur di dare la preferenza alla coppia preferita. Marije e Ovan, produttori del marchio di moda Amkina, che nei giorni scorsi hanno dato vita alla grande sfilata tra i vicoli del paese, sono stati scelti tra cinque coppie protagoniste del reality: oltre a Marije a Ovan, c’erano Joy e Danielle, Paul e Chantal, Sandra e Marcello, Diederik e Brenda con la piccola Cloe.

Gli ollolaesi sono arrivati per le “elezioni” in una piazza stracolma che ha accolto la festa finale del reality show mandato in onda dalla Tv olandese Rtl. Lo show però continua le sue registrazioni, forse fino a ottobre. Restano infatti da registrare 16 puntate delle 30 previste.

Le cinque coppie erano arrivate a Olloai dopo il progetto lanciato dal sindaco Efisio Arbau, che ha scommesso sulla rinascita di questo borgo di 1.200 anime arroccato sulla montagna del Nuorese: vendere le vecchie case a 1 euro per ripopolare il paese a una sola condizione: che venissero ristrutturate e abitate. Una proposta che è piaciuta a una giornalista olandese arrivata nel cuore della Sardegna e che ha favorito l’incontro con i produttori del reality messo in onda dalla tv Rtl. Le cinque coppie olandesi, che hanno scelto di vivere a Ollolai, una delle comunità isolane più colpite dallo spopolamento, dovranno ora ristrutturare le case acquistate a 1 euro e progettare il loro futuro nel paese barbaricino.

 

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Isola e isole. C’è la Sardegna, con la sua cultura e la sua storia, rappresentata dalle eccellenze enogastronomiche. Poi ci sono le isole, quelle tematiche, che rappresentano il meglio della cucina, dell’artigianato e delle tradizioni della nostra terra. La quarta edizione di Mirtò, il Festival internazionale del Mirto, è partita venerdì sera da Ollolai per proseguire il suo cammino e portare avanti questa vocazione: valorizzare i piatti della tradizione “povera” della Sardegna per farli diventare in un futuro prossimo l’emblema di un turismo enogastronomiche che superi l’unico tema del mare e delle spiagge, per far conoscere la cultura e le tradizioni dell’Isola nel mondo. Da qui l’accordo con l’Unione dei Comuni della Barbagia, ieri a Ollolai rappresentati dal sindaco del paese barbaricino, Efisio Arbau. Quegli stessi Comuni che avranno i loro stand all’interno del Festival Mirtò, che inizierà con un’anteprima a Porto Rotondo, il prossimo venerdì 17 agosto, prima dell’evento vero e proprio che sarà ospitato nel centro di Olbia da sabato 18 a lunedì 20 agosto.

«La nostra missione è quella di promuovere le eccellenze della Sardegna in tutti i contesti, anche internazionali – spiega Salvatore Azzena, presidente di Mirtò -. Siamo qui, nel cuore della Sardegna, in un territorio ricco di tradizione e cultura, per sposare questa unione di intenti nel segno di Mirtò, che sposa la filosofia del nostro marchio: quella di creare vetrine di prestigio per i prodotti della tradizione della nostra Sardegna». Proprio Porto Rotondo rappresenta in qualche modo la porta dell’isola per l’eccellenza del turismo, il gioiello del comune di Olbia, un borgo che punta sul proprio patrimonio artistico e sulle tradizioni oltre la bellezza del mare e delle spiagge.

«L’Unione dei Comuni della Barbagia ha risposto con entusiasmo a questa iniziativa, con un primo passo per una collaborazione con Mirtò che crediamo sarà molto utile per la promozione del territorio – ha sottolineato Efisio Arbau, sindaco di Ollolai e presidente dell’Unione dei Comuni -. Il Festival Mirtò sarà un’occasione per far conoscere i prodotti dei nostri espositori, dopo la quale pensiamo ad altre iniziative comuni per lavorare in fiere e mostre all’estero. La prima potrebbe essere una settimana di esposizione di prodotti sardi ad Amsterdam, nella rassegna che si chiamerà “Little Italy” per la quale stiamo ragionando insieme a Mirtò ed al comune di Olbia. Per la prossima edizione di Mirtò, invece, pensiamo a un prologo qui ad Ollolai con tutti gli espositori.»

Nella serata in cui si è svolta la finale del reality show olandese “Het Italiaanse Dorp: Ollolai”, che ha decretato vincitori Marije Grafsma (olandese) e Ovan Adbullah (del Kurdistan iracheno), la coppia di stilisti che hanno organizzato la grande sfilata con le creazioni del loro marchio Amkin, si è concluso il patto per il turismo tra Olbia ed Ollolai.

«Vogliamo dare un segnale importante a tutta la Sardegna – ha spiegato Marco Balata, assessore del Turismo del comune di Olbia -. Crediamo sia arrivato il momento di sollevare l’asticella, qui si compie un connubio tra un privato, Mirtò con la sua “Casa Sardegna”, e due Comuni diversi che vogliono completarsi. La promozione delle eccellenze dei Comuni della Barbagia all’interno del Festival internazionale Mirtò credo sia un messaggio forte».

 

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Il 10 agosto presentazione del “Festival del mirto” nel centro Sardegna: poi anteprima il 17 agosto a Porto Rotondo e il clou dell’evento a Olbia dal 18 al 20 agosto con grandi novità

Mirtò abbraccia la Sardegna. Il quarto festival del mirto partirà da Ollolai, con una presentazione in grande stile che coinvolgerà l’Unione dei Comuni della Barbagia. Il cuore dell’isola che batterà il 10 agosto proprio ad Ollolai, nel padiglione “Casa Sardegna” all’interno del Festival Mirtò. Si racconteranno le storie, la valorizzazione di tradizioni lunghissime che hanno il cibo come veicolo di cultura popolare. Pienamente nella vocazione di Mirtò, capace di passare da Porto Cervo, la vetrina del turismo di lusso e delle eccellenze, con lo straordinario successo di pubblico ottenuto lo scorso aprile, fino al cuore pulsante dell’interno dell’isola. Un primo appuntamento che anticipa di una settimana l’anteprima del Festival che sarà il 17 agosto a Porto Rotondo. Per arrivare ai giorni della kermesse vera e propria, che si svolgerà dal 18 al 20 agosto nel centro di Olbia. Un lavoro di promozione del territorio che diventa sempre più incisivo, attraverso nuove iniziative e nel solco di un marchio che è partito dalla Sardegna per diventare internazionale. L’ultimo segno tangibile di un successo e una promozione dell’isola nel mondo, confermato dal lavoro svolto durante le riprese della serie “Catch-22”, con regista e protagonista George Clooney, che ha visto tutta la troupe omaggiata con le eccellenze del territorio della Gallura: dal mirto, appunto, ai vini del Consorzio di tutela del vermentino di Gallura Docg.

“Come città di Olbia ringraziamo Mirtò per averci scelto nuovamente in qualità di sede della quarta edizione del festival, con questa importante novità della giornata del 17 agosto come anteprima a Porto Rotondo – sottolinea Marco Balata, assessore al Turismo del Comune di Olbia -. C’è poi l’importante collaborazione con l’Unione dei Comuni della Barbagia, un progetto di valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche del centro Sardegna accolto con entusiasmo dal presidente, Efisio Arbau. L’evento, infatti, guarda a tutta la Sardegna, oltre ad essere una delle date di punta dell’estate olbiese”.

Una linea di continuità con quello che dalla nascita è il dna di Mirtò: la promozione della Sardegna, attraverso il mirto e le altre eccellenze enogastronomiche, in mezzo alla gente, raccontando storie e tradizioni.

“Siamo grati agli organizzatori del Festival Mirtò ed al comune di Olbia per averci coinvolto in questa iniziativa” conferma lo stesso Arbau. Un ritorno alle origini per un festival che è capace di accompagnare anche la sua vocazione internazionale, come un Expò itinerante che dalla Sardegna e da Olbia guarda anche all’Italia e al mondo.

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Il Consiglio regionale ha approvato il testo unico sulla lingua sarda ed il rendiconto 2017, ed ha ricordato con un minuto di silenzio l’ex consigliere regionale Raffaele Farigu.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. All’ordine del giorno il Testo Unico sulla lingua sarda. Il presidente ha messo in discussione l’articolo 41 “Entrata in vigore” che è stato subito approvato. 

Si è quindi passati alle dichiarazioni finali sulla legge. Il primo a prendere la parola è stato il consigliere Mario Tendas (Pd) che ha annunciato il suo voto favorevole: «E’ una legge frutto del lungo lavoro portato avanti dalla Commissione Cultura  rispetto al quale l’Aula ha apportato delle correzioni intervenendo su alcuni punti critici – ha detto Mario Tendas – la difficoltà maggiore che incontra oggi la lingua è la trasmissione intergenerazionale. Con questo provvedimento si cerca di intervenire su quel fronte. Oggi solo il 3% delle scuole fa progetti di didattica in sardo, la legge cerca di quintuplicare la quota di insegnamento del sardo nelle scuole. Ci sono tutte le ragioni per credere che questo obiettivo possa essere raggiunto».

Soddisfazione per l’approvazione della legge ha espresso il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco: «La legge ha avuto un iter complicato ma alla fine si è raggiunta una sintesi è un punto qualificante di questa legislatura per il quale ringrazio l’on. Paolo Zedda».

Critico invece il consigliere Fabrizio Anedda (Gruppo Misto) che ha annunciato la sua astensione: «Il dibattito non mi ha coinvolto così come non è riuscito a coinvolgere i sardi – ha detto Fabrizio Anedda – la proposta di legge è una distrazione dai problemi del lavoro, la vertenza Aias è solo un esempio con i dipendenti che lamentano il mancato pagamento di 11 stipendi. Preferisco rispondere alla richiesta di aiuto di questi lavoratori, alle richieste delle partite Iva trascurate da tempo. Le priorità sono altre».

Di avviso diverso Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp) che invece ha espresso piena soddisfazione per l’approvazione della legge. «Oggi si compie un passo importante, non è vero che nessuno è interessato alla lingua – ha sottolineato Lai – è vero invece che ci sono problemi seri ma non esiste un popolo senza lingua. Oggi il Consiglio compie un passo importante per affermare la propria identità. Non è di seconda importanza il fatto che venga disciplinato l’insegnamento del sardo a scuola che consentirà alla futura classe dirigente di avere più consapevolezza. Si è compiuto un passo importante».

D’accordo con l’on Lai anche il consigliere del Pd Luigi Lotto: «E’ stato conseguito un buon risultato. E’ chiara a tutti la valenza della lingua per il popolo sardo. Se si considera l’iter della legge, con decine di audizioni in Commissione, si capisce che il lavoro è stato molto complesso. Oggi si fa un passo avanti rispetto a quanto fatto dalla Giunta 13 anni fa. Dalla sperimentazione si passa alla pratica. Si sono create le basi perché il passo in avanti si faccia davvero». Secondo Luigi Lotto occorrerà in futuro mandare avanti i progetti di valorizzazione del sardo, del catalano e delle altre parlate alloglotte. «Abbiamo fatto in modo che il problema non si risolvesse oggi. Tutti quelli che guardano con attenzione alla lingua sanno che la questione potrà essere risolta positivamente. Serviva la massima condivisione».

Raimondo Cacciotto (Pd) ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto: «La discussione ampia che ha caratterizzato l’esame della legge è rappresentativa della varietà del patrimonio linguistico della Sardegna. Anche ad Alghero è nata la Consulta del catalano, è un contributo alla varietà di questo patrimonio linguistico. La legge può fornire un nuovo strumento per la valorizzazione delle parlate isolane e del sistema culturale dell’Isola».

Il relatore Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp), intervenendo in sardo, ha ribadito la validità della legge: «E’ un provvedimento che porta grosse novità e corregge un peccato grave dello Statuto dove manca un riferimento al sardo. Con questa legge approviamo le norme di attuazione e il sardo entra finalmente nello Statuto – ha rimarcato Paolo Zedda – per chi ha ancora dubbi, dico che tutti i finanziamenti per la lingua si traducono in lavoro. Una buona legge promuove anche il turismo e influisce sul dimensionamento scolastico». Paolo Zedda, infine, ha ringraziato gli ex consiglieri regionali Efisio Arbau, Modesto Fenu e Gavino Sale per le proposte di legge presentate e poi confluite nel Testo Unico, l’ex presidente della Commissione Cultura Gavino Manca e la funzionaria Cristina Caria per il lavoro svolto.

Voto favorevole ha annunciato anche Augusto Cherchi (Pds): «Il Partito dei Sardi ha consapevolezza che la Sardegna è una nazione e ha il dovere di perseguire l’unità su un elemento come la lingua – ha detto Augusto Cherchi – siamo stati irremovibili quando abbiamo proposto una sintesi nella ricerca di uno standard unico che considerasse le diverse esperienze territoriali e storiche. Non siamo caduti nel tranello dello scontro, abbiamo sommato le esperienze e siamo arrivati all’ipotesi di una norma linguistica e ortografica unica. Si è fatto un importante passo in avanti».

A favore della legge si è schierata anche Rossella Pinna (Pd): «Avrei voluto pronunciare la mia dichiarazione in campidanese ma purtroppo appartengo a quella generazione di persone a cui è stato negato il diritto di parlare in sardo – ha detto Rossella Pinna – a scuola mi veniva impedito di parlare la mia lingua, ho recuperato da mia nonna che mi parlava di nascosto in sardo perché aveva capito l’importanza della conoscenza della lingua materna. Sono favorevole a questa legge, una buona norma sulla quale la commissione ha lavorato per due anni. Non sono d’accordo con chi ritiene, anche all’interno della maggioranza,  che sia un problema di poco conto e che ci fosse qualcosa di più urgente della lingua. Serviva un intervento che superasse la legge 26, c’è la necessità di diffondere l’uso della lingua, elemento fondamentale della nostra identità. Invito insegnanti e genitori a tramandare e insegnare la lingua. Si torni alle radici perché senza radici non si vola».

In sardo è intervenuto il consigliere dei riformatori Luigi Crisponi: «Quando tu puoi parlare la tua lingua non solo a casa ma tra la gente provi grande soddisfazione, quando lo fai in consessi importanti come questo ti senti libero – ha detto Luigi Crisponi – peccato che però la legge che andiamo ad approvare presenti diverse lacune». Secondo l’esponente della minoranza la norma poteva essere definita meglio ascoltando le raccomandazioni provenienti dai territori: «E’ una mancanza alla quale non si può porre rimedio – ha concluso Luigi Crisponi – siamo andati di fretta, serviva una riflessione più approfondita».

Voto contrario ha annunciato il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Questa legge mi pare un matzamurru. Noi consiglieri della Gallura per quanto sia apprezzabile lo sforzo dell’art.9 riteniamo che il gallurese sia stato impoverito – ha affermato Pierfranco Zanchetta – vedremo se la Consulta sarà capace di trovare anche per il gallurese e l’isulanu de la Maddalena una forma di tutela. Ricordo che due delibere del 2010 e del 2012 del Consiglio provinciale di Olbia chiedevano una revisione della legge regionale 26 e della legge nazionale 482 che non considerano lingua il gallurese. Allora si aprivano sportelli linguistici di logudorese a Olbia, una forzatura inaccettabile. Una glottofagia, un cannibalismo linguistico che ci declassa non può starci bene. Mi auguro che la legge possa avere gli effetti indicati dall’art.9. Ci auguriamo un plurilinguismo democratico».

Giudizio condiviso dall’altro consigliere gallurese Giuseppe Meloni (Pd): «A mio parere non esiste una lingua sarda ma diverse lingue sarde. Si sta perdendo un’occasione d’oro per riaprire un confronto con il legislatore nazionale. La legge 482 è ambigua, non riconosce il gallurese e fa confusione. Era dovere della Regione chiedere un’integrazione dell’art.2 della legge 482. Bastava seguire l’esempio svizzero. Con questa legge stiamo ribadendo che esistono lingue di serie A e lingue di serie B. Occorreva più coraggio, per questo voterò contro»

Voto contrario ha annunciato anche Stefano Coinu (Forza Italia): «La legge ha avuto un iter tormentato, ci sono state 100 audizioni e una volta arrivata in Aula quasi 400 emendamenti, alcuni dei quali sostanziali proposti dalla stessa maggioranza come l’abrogazione dell’art. 2 e le correzioni l’art. 9 – ha ricordato Stefano Coinu – la chicca è proprio l’art. 9 che migliora la stesura originaria e demanda a una Consulta, composta da 28 elementi, la definizione di una norma linguistica e ortografica. Gli esperti saranno scelti tenendo conto della loro provenienza geografica. Credo che in cuor suo non sia contento nemmeno Paolo Zedda. Si sta decidendo di non decidere, noi chiedevamo di rinunciare. Il voto è contrario, si sta disgregando il popolo sardo per provare a unire la maggioranza».

Critico anche Gaetano Ledda (Psd’Az – La Base): «Nel dibattito si sono sentite opinioni diverse. La maggioranza per trovare l’unità ha fatto cambiamenti sostanziali. Alla fine è venuta fuori una grande confusione. Ricordo che la lingua sarda è unica, composta da diverse parlate. Oggi diciamo in legge cose non vere. Stiamo modificando la realtà. La lingua sarda è una».

Per Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi «si tratta di un lavoro non finito in Commissione e non trattato nel migliore dei modi dal Consiglio. Manca la base, l’essenza del perché abbiamo una lingua. E’ facile dire che siamo una nazione, ma non capiamo quale sia l’idem sentire di una comunità».

Contro la proposta in discussione anche l’intervento di Giovanni Satta (Psd’Az – La Base). «In questa legge di buono c’è solo l’impegno che vi ha messo Paolo Zedda. Per altro è una legge che evidenzia le divisioni. Io ho imparato il sardo da piccolo poi sono stato a Sassari e Olbia e ho imparato le altre parlate. La legge è stata approvata in fretta per accontentare qualcuno, la maggioranza è obbligata a votarla come ha fatto per la riforma sanitaria e per i soldi dei pastori. Dispiace perché si poteva trovare l’unità. La lingua non è né di destra nè di sinistra. Riportatela in Commissione».

Marco Tedde (Forza Italia) ha ribadito il giudizio negativo sulla legge espresso a più riprese nel corso della discussione. «C’è stato un lungo braccio di ferro all’interno della maggioranza tra chi parteggiava per i localismi e chi invece puntava a una lingua standard la proposta iniziale è stata destrutturata, i valori di riferimento sono venuti a mancare. Questa è una legge inadeguata rispetto agli obiettivi strategici. Unico lato positivo è l’inserimento della valorizzazione della lingua catalana di Alghero che ha pari dignità rispetto al sardo. Questo era stato ignorato all’inizio. Grazie a noi oggi il catalano ha un ruolo. Ciò non toglie che nel suo complesso la proposta sia negativa».

Per la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, «oggi è un giorno triste perché non abbiamo potuto dare il nostro contributo per unire il popolo sardo, invece di dividerlo. Credo, a giudicare dal risultato arrivato in quest’Aula, che in commissione non si sia lavorato rispettando i canoni di formazione di una legge. Non ho mai pensato di avere il verbo e dunque la lingua per parlare a tutti i sardi ma sono convinta che campidanese e logudorese, come dicono studi scientifici,  derivino separatamente e insieme dal latino».

Si è espresso contrariamente anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha detto: «Questa legge è sbagliata nei tempi e non è pienamente condivisibile nei contenuti. E’ una legge bandierina che non produrrà effetti positivi per la Sardegna, pur riconoscendo noi l’importanza di un testo di legge che affermi l’esistenza di una lingua sarda comune. Altri sono i provvedimenti, però, che i sardi attendono e non possiamo ignorare il momento storico con un 3,3 per cento di aumento della povertà in Sardegna rilevato questa mattina dall’Istat. Il tasso di disoccupazione dei giovani sardi è ormai al 54 per cento e la dispersione scolastica al 33 per cento. Abbiamo bisogno di aggiungere altro? Sì, lo spopolamento delle zone interne e la fuga di cervelli dall’Isola».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) «abbiamo perso tanto tempo per fare un pasticcio e il Consiglio ha stabilito chi di noi ha la dignità della lingua sarda. Noi galluresi non abbiamo la dignità degli altri. E mi chiedo perché il campidanese non sia considerato una lingua sarda. La verità è che dovevate approvare questa legge per mettere una bandierina ma sapete come me che si tratta di un provvedimento sbagliato. Non è di questi comportamenti che ha bisogno la Sardegna».

A favore del provvedimento in esame si è espresso il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, che ha detto: «In realtà questo testo ha avuto un iter lunghissimo che testimonia la difficoltà della trattazione del tema, sotto il profilo politico, culturale e scientifico. Non si fanno le leggi per mettere le bandierine, come ho sentito: si fanno perché è necessario farle. E una legge sulla lingua sarda andava fatta: potrà essere migliorata, se serve. Ma intanto la facciamo, per la prima volta, e colmiamo un bisogno che esisteva. Torneremo a discuterne, aprendo il dibattito nella società».

Non appena è giunta in Aula la notizia del decesso, il presidente Ganau ha invitato i consiglieri a un minuto di raccoglimento per ricordare l’on. Raffaele Farigu, consigliere regionale del Psi nelle legislature VII X e XII e due volte deputato, venuto a mancare questa mattina. Originario di Capoterra, Farigu era nato nel 1934 e aveva affiancato il suo lavoro in prefettura all’attività politica e a quella sociale ai vertici dell’Uce (Unione ciechi d’Europa) e dell’istituto di formazione professionale Ierfop.

Poi il voto finale della legge sulla lingua sarda, che è stata approvata.

Il presidente Gianfranco Ganau è passato poi all’esame del punto successivo dell’ordine del giorno: il rendiconto del Consiglio regionale per il 2017. L’on. questore Fabrizio Anedda ha illustrato la relazione e lo ha rimesso, con parere positivo, alla valutazione dell’Aula.

Per l’on. Gianni Lampis (Fdi) «da tre mesi mi ritengo molto infastidito per l’atteggiamento del collegio dei questori e non voterò questo rendiconto».

Il rendiconto ed i suoi allegati sono stati approvati dall’Aula. Approvato poi anche il rendiconto dei Gruppi consiliari del 2017 ed il resoconto del Corecom Sardegna 2017.

Il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo che ha convocato il Consiglio per martedì 3 luglio, alle 16,30. Primo punto all’ordine del giorno la proposta di legge 508 (Lotto e più) Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2017, n. 16 (Norme in materia di turismo). Seguirà l’esame della PL 164 (Pinna e più) Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli, della PL 495 (Lotto e più) Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda e della PL 506 (Lotto e più) Norme per la lavorazione, la trasformazione ed il confezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali.

L’ordine del giorno proseguirà con l’esame della PL 434 (Lotto e più) Disposizioni transitorie per la sanatoria di situazioni irregolari sugli immobili regionali, della PL 223 (Comandini e più) in materia funebre e cimiteriale. Ex articolo 102 entra in aula anche la proposta di legge 481 (Lai e più) Disposizioni in materia di personale della categoria “assuntori” operante in Sardegna in base alla legge n. 14 del 1965 e costituzione della “Lista ad esaurimento assuntori”.  

Martedì 3 luglio alle 15,30 la Conferenza dei capigruppo incontrerà i presidenti dei comitati provinciali INPS della Sardegna, sulla presenza dell’Istituto sul territorio.

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«Il dibattito sullo spopolamento dura da tempo, in Sardegna. Siamo alla ricerca di una soluzione costruita su misura per una realtà del tutto peculiare, come è quella isolana, a fronte di un fenomeno (malessere demografico, spopolamento e modificazioni strutturali nelle dinamiche demografiche) che investe tutto il territorio nazionale. L’Istat ha pubblicato di recente un documento molto importante sul futuro del Paese sotto questo profilo, che dimostra come tutte le regioni italiane da qui al 2060 saranno soggette a flussi di popolazione dalle campagne alle città, dal Sud verso il Nord e dal territorio italiano verso l’estero. Se diamo credito alle previsioni demografiche più pessimistiche in Italia, da qui al 2060 ci sarà un calo demografico di 10 milioni di abitanti.»
Così l’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ha esordito questa mattina in Consiglio regionale nel corso della presentazione della Carta di Ollolai, il volume che raccoglie gli atti del convegno sullo spopolamento delle zone interne della Sardegna promosso dall’Associazione ex parlamentari sardi.
«Siamo alla ricerca di soluzioni adeguate alla realtà sarda ed efficaci – aggiunge Cristiano Erriu – ma dobbiamo prendere atto che molti provvedimenti del passato si sono rivelati insufficienti o addirittura inadeguati. Occorre un salto culturale: in questo senso il lavoro fatto dall’Anci e dal CAL, unitamente alla Regione e che è sfociato nell’iniziativa di Ollolai, è molto importante. La Giunta Pigliaru ha destinate molte risorse per contrastare i fenomeni di desertificazione economica dell’interno, come le politiche per lo sviluppo locale, la programmazione territoriale, i GAL, il Piano Sulcis e il Piano di rilancio del Nuorese, tutti strumenti importanti ma tanto più efficaci se immaginati in una dimensione di coordinamento di politiche che favoriscano i processi di cooperazione intercomunale. C’è ormai la consapevolezza da parte di tutti che i Comuni, da soli, non ce la fanno e chi vive all’interno del singolo Comune non può reggere se non nell’ambito di un contesto territoriale, di una nuova governance che va costruita con efficace determinazione. Servono dei provvedimenti normativi ma serve soprattutto creare una nuova, diffusa mentalità. Dobbiamo introdurre strumenti organizzativi, potenziare i servizi della Pubblica amministrazione e garantirne il mantenimento nei territori. Il fatto che il convegno di ottobre si sia tenuto a Ollolai, paese nel quale il sindaco Efisio Arbau ha promosso un’iniziativa a metà strada tra il provocatorio e il progetto meditato e ben calibrato, ha un forte valore simbolico che sta avendo un risalto internazionale.»

«Alcuni Comuni sardi si stanno muovendo nella giusta direzione – sottolinea ancora l’assessore Cristiano Erriu – ma le singole iniziative di incentivazione, di promozione e di marketing territoriale non bastano. Il sistema va consolidato attraverso un inedito strumento: attorno a questo tema si tratta di chiamare a raccolta gli stati generali della politica, dell’economia e della società sarda, per le zone interne e contro lo spopolamento e la desertificazione. Al di là del fatto terminologico, occorre la sinergia di tutte le istituzioni: i rappresentanti della Giunta, del Consiglio regionale, del sistema delle Autonomie locali e delle Università, delle organizzazioni sindacali e di categoria. Tutti devono sentirsi chiamati attorno a un tavolo comune per individuare un nuovo modello di governance, magari guardando alle soluzioni adottate da altre realtà periferiche delle regioni d’Europa e del mondo. Quel modello deve passare attraverso un dibattito che non può non partire dal parlamento dei sardi. In questa parte residua della legislatura, a mio avviso – conclude Cristiano Erriu -, dovremmo considerare questo argomento come il tema dei temi. Da consegnare in eredità alla prossima legislatura per la Sardegna di domani e per le future generazioni.»

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Il campo civico e sardista, aperto dall’accordo Psd’Az e La Base, si allarga al partito Fortza Paris del colonnello Gianfranco Scalas che, insieme a Christian Solinas e Efisio Arbau, ha siglato l’intesa politico programmatica che candida la coalizione identitaria al governo della Sardegna e dà il via alle liste comuni, sotto il simbolo dei Quattro Mori, per il Parlamento e per le prossime regionali.

«Ci uniamo sotto la bandiera della Sardegna – ha dichiarato il segretario Psd’Az, Christian Solinas – per combattere a Roma e nell’Isola nell’interesse dei sardi, rifiutando la logica della testimonianza a favore di quella della rappresentanza». Di una “data da ricordare” ha parlato il presidente di Fortza Paris, Gianfranco Scalas, che ha dedicato “la giornata del ricompattamento con Psd’Az” all’ex presidente del Consiglio regionale, Efisio Serrenti, scomparso di recente e fondatore del raggruppamento politico nato dall’unione di “Sardistas” e “Popolari sardi”. Soddisfazione per la nuova intesa è stata espresse dal leader della Base, Efisio Arbau, che ha salutato con favore «il nuovo accordo che pone al centro della politica sarda l’alleanza civica e sardista e che parla con un’unica voce nel confronto con le altre forze politiche in vista delle possibili alleanze».

«Alleanze solo su basi programmatiche – hanno precisato Solinas, Arbau e Scalas – senza preclusioni di schieramento né steccati ideologici» con l’obiettivo dichiarato di realizzare una serie di punti fondamentali del programma sardista, come il  riconoscimento nello Statuto del bilinguismo, la zona franca, la fine del monopolio Tirrenia e una nuova politica delle entrate. «Sfidiamo il sistema politico italiano su un programma chiaro e su punti concreti e riconoscibili – hanno insistito i vertici di Psd’Az, La Base e Fortza Paris – con l’obiettivo di costringerli a cambiare marcia e soprattutto a cambiare la guida della Sardegna».

Sollecitati anche dalle domande dei giornalisti, Christian Solinas, Efisio Arbau e Gianfranco Scalas hanno ribadito «apertura e disponibilità politiche» verso tutte le altre forze autonomiste, indipendentiste e identitarie: «È sufficiente riconoscersi nei valori storici del sardismo, accettare la partecipazione alle competizioni elettorali sotto il simbolo dei 4 Mori e partecipare ad eventuali alleanze solo su base programmatica».