20 April, 2024
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Elisabetta Falchi 2

I Rossomori hanno lasciato ufficialmente la coalizione di centrosinistra e ritirato la loro delegazione dalla Giunta Pigliaru.

A dare l’annuncio i vertici del partito e il consigliere regionale Emilio Usula durante una conferenza stampa in Consiglio: «L’assessore Elisabetta Falchi ha presentato questa mattina le sue dimissioni irrevocabili al presidente Pigliaru – ha detto il presidente dei Rossomori Gesuino Muledda – il partito da oggi è ufficialmente all’opposizione».

Alla conferenza stampa non ha partecipato l’altro consigliere regionale dei Rossomori, Paolo Zedda su posizioni differenti rispetto alle decisioni assunte dal Consiglio nazionale. «Paolo Zedda rimane comunque nel partito – ha assicurato Gesuino Muledda – le diverse posizioni hanno trovato una sintesi».

A determinare la rottura tra i Rossomori ed il centrosinistra, i contrasti con il presidente Pigliaru e con il Pd. «I problemi interni alle correnti del Partito Democratico hanno impedito alla coalizione di lavorare in squadra e il presidente Pigliaru ha alimentato le divisioni – ha spiegato il segretario nazionale Marco Pau – noi abbiamo provato più volte ad attivare un confronto serio su temi importanti come il lavoro, la lotta alla povertà, la vertenza entrate i trasporti e la sanità ma non ci siamo riusciti».

«Il Pd ha subito una mutazione genetica – ha aggiunto Muledda – rinunciando alla sua tradizione autonomista e federalista, questo cambia le prospettive di coalizione. I suoi massimi rappresentanti istituzionali si sono appiattiti sulle posizioni del Governo. Ne prendiamo atto e per questo usciamo dalla maggioranza. Lavoreremo per mettere insieme un raggruppamento di forze sardiste, sovraniste e indipendentiste per un programma di autogoverno. In ogni caso non andremo mai con il centrodestra.»

Duro anche il giudizio del consigliere regionale Emilio Usula: «La convocazione per mercoledì prossimo di un vertice a Tramatza riservato ai consiglieri regionali senza la presenza dei partiti è un’ulteriore prova della volontà di delegittimare le forze politiche che fanno parte della coalizione – ha affermato Usula – in questi due anni di governo siamo stati sempre leali, abbiamo provato a offrire il nostro contributo ma non siamo stati ascoltati. Sul referendum Pigliaru ha deciso di giocare da solo la partita senza ascoltare le diverse voci del centrosinistra. Ha perso malamente e ne deve prendere atto».

L’uscita dalla maggioranza dei Rossomori comporterà anche lo scioglimento del gruppo consiliare “Soberania e Indipendntzia”. I due consiglieri regionali Usula e Zedda aderiranno al Gruppo Misto.

«Sia chiaro che la nostra non è una battaglia di potere – conclude il presidente Muledda – rinunciamo ad un assessore che ha lavorato bene, non abbiamo mai chiesto rappresentanze in enti o Asl. Da oggi lavoreremo a un progetto diverso che metta al centro il lavoro e il riscatto delle zone interne.»

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La Giunta regionale ha autorizzato, su proposta dell’assessore del Lavoro Virginia Mura, la riprogrammazione delle risorse assegnate alla Regione Sardegna per il Programma Garanzia Giovani. Ne consegue un nuovo riparto fra le misure del Programma che tiene conto dell’andamento diversificato che hanno avuto le varie misure che compongono il Programma. In particolare vengono ridestinate risorse per circa 10,3 milioni che verranno messe a correre sulle schede 2B (Reinserimento di giovani in percorsi di istruzione e formazione), 5A (Tirocinio extra-curriculare) e 9 (Bonus occupazionale), che hanno registrato trend di domanda molto elevati ed in crescita, e che, sulla base dell’attuale dotazione finanziaria, non sarebbe possibile soddisfare stante il pressoché completo esaurimento delle risorse sulle rispettive schede.
Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, sono state approvate alcune delibere a tema agricolo. La prima stanzia 200mila euro per manutenzione straordinaria degli ippodromi di Villacidro, Sassari e Chilivani finalizzati alla messa in sicurezza delle piste, delle infrastrutture, dell’impiantistica e per l’abbellimento delle aree destinate al pubblico. Un milione di euro viene invece destinato all’integrazione delle risorse comunitarie assegnate alla Sardegna per la misura investimenti del Programma nazionale del Settore Vino. I fondi serviranno al pagamento delle domande biennali presentate nell’annualità 2016. Infine, all’agenzia ARGEA vengono attribuite funzioni tecnico-amministrative in materia di gestione dei procedimenti amministrativi relativi agli usi civici e viene stanziato 1 milione di euro, di cui 700.000 costituiranno contributo per i Comuni per la redazione dei piani di valorizzazione dei terreni a uso civico e 300 mila per un progetto triennale finalizzato all’esame e risoluzione delle problematiche di maggiore rilevanza in materia di usi civici di cui si occuperà un gruppo di lavoro apposito.
E’ stata sospesa, su proposta dell’assessore Luigi Arru, la concessione delle autorizzazioni per realizzare nuovi Centri diurni integrati, per almeno sei mesi. La sospensione consentirà di fare la ricognizione delle strutture esistenti e del fabbisogno, così da ridefinire la programmazione regionale. Approvate le linee guida sul conflitto di interessi degli operatori delle Asl addetti al controllo nella sanità veterinaria e nella sicurezza alimentare: con la delibera approvata oggi, l’assessorato fornisce alle Aziende indicazioni per la definizione di procedure omogenee, individuando le circostanze che generano o potrebbero potenzialmente generare conflitti di interesse e le misure interne da adottare per prevenire situazioni di conflitto. La Giunta ha, inoltre, accolto la proposta di avvio di uno studio sull’impatto dell’inquinamento ambientale sulla salute delle popolazioni che vivono nelle vicinanze degli aeroporti di Elmas e Olbia. 80mila euro sono stati assegnati alla Asl di Cagliari, 20mila a quella di Olbia per la redazione dello studio.
La Giunta ha dato il via libera alla ‘Metodologia per l’individuazione degli ambiti di paesaggio rurale locale’ proposta dell’assessore Cristiano Erriu. Il testo è stato redatto attraverso una stretta collaborazione tra le strutture regionali impegnate nell’attività di pianificazione paesaggistica, l’Osservatorio regionale del paesaggio, gli Atenei di Cagliari (Dipartimenti di Ingegneria civile, Ambientale e Architettura e di Scienze Sociali e delle Istituzioni) e Sassari (Dipartimenti di Agraria, Scienze della Natura e del Territorio e di Architettura, Design e Urbanistica), l’Istituto Superiore Regionale Etnografico (ISRE): quest’ultimo ha elaborato un approfondimento legato agli aspetti immateriali della cultura antica che legano i territori e le popolazioni che li abitano. Un ulteriore contributo alla ricerca è stato fornito dall’agenzia Forestas. L’applicazione sul territorio di questa metodologia consentirà l’acquisizione di elementi conoscitivi utili al completamento della pianificazione paesaggistica del territorio regionale. Approvata anche la ripartizione dei premi (che ammontano a 549mila euro) a favore delle compagnie barracellari per il 2016. Le risorse, secondo quanto disposto dalla legge regionale n. 25/1988, vanno attribuite alle Compagnie che si sono particolarmente distinte nell’anno in corso nell’espletamento delle loro attività istituzionali. I rapporti informativi sono redatti dalle autorità comunali, forestale e di pubblica sicurezza.
Tra le altre delibere, su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, sono stati approvati i criteri e le modalità di ripartizione per 400mila euro a favore delle Amministrazioni provinciali di Cagliari, Sud Sardegna, Oristano, Nuoro e Sassari per gli interventi legati alla gestione delle oasi permanenti di protezione faunistica e di cattura, finalizzati alla tutela degli habitat e al ripristino dei biotopi distrutti o alla creazione di nuovi biotopi. La Giunta ha inoltre individuato nelle Università degli Studi di Cagliari e di Sassari i soggetti esperti, di comprovata e pluriennale esperienza, chiamati a predisporre lo studio per l’elaborazione del piano regionale di adattamento ai cambiamenti climatici denominato “Strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici”. Sarà sottoposto a ulteriore procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) il progetto “Installazione di un impianto minieolico (59,8 kW)” ubicato nel comune di Giba.

Palazzo della Regione 2 copia

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Il Consiglio regionale ha approvato la proroga dei termini del Piano Casa. Il presidente Ganau ha aperto la seduta mettendo in discussione il primo punto all’ordine del giorno: l’elezione del nuovo Ufficio di Presidenza prevista dall’art 11 del Regolamento interno.

Sull’ordine dei lavori, è intervenuto il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, che ha proposto l’inversione dell’ordine del giorno ponendo al primo punto la proroga del Piano Casa.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha dichiarato di non potersi opporre alla richiesta ma, allo stesso tempo, ha stigmatizzato l’atteggiamento della maggioranza: «Non è usuale che un Ufficio di Presidenza, scaduto da mesi, non venga rinnovato. Sulla richiesta della maggioranza probabilmente incide il risultato del voto referendario – ha detto Carta – prendiamo atto di una difficoltà interna al centrosinistra che non permette di discutere gli argomenti iscritti all’ordine del giorno. Mi auguro che il voto di domenica scorsa non provochi altre scosse di assestamento e che queste non si riversino sull’Aula e sul popolo sardo».

Anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha annunciato il suo assenso alla richiesta presentata dal capogruppo del Pd manifestando però forti perplessità sulla decisione  di rimandare ancora una volta l’elezione del nuovo Ufficio di Presidenza. «Si tratta di un organo importante per il governo dell’Aula – ha affermato Dedoni – il Consiglio rimane monco, con tutte le aggravanti». Dedoni ha poi invitato la maggioranza a superare i problemi determinati dal voto referendario: «Comprendiamo la situazione, non sarebbe stato così se qualche rappresentante della Giunta non si fosse apertamente schierato per il Sì. Ciò che chiediamo è che questo non condizioni i lavori del Consiglio. Occorre andare avanti perché ci sono importanti provvedimenti di legge da esitare».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur riconoscendo che la richiesta di inversione dell’ordine del giorno rientra nella normale dialettica tra maggioranza e opposizione, ha rimarcato il fatto che il cambio di programma arrivi in un momento particolare. «Apprendiamo dalla stampa delle dimissioni dell’assessore agli Affari generali Gianmario Demuro e di quelle imminenti dell’assessore all’Agricoltura Elisabetta Falchi – ha sottolineato Pittalis – c’è una crisi politica in atto, una crisi del governo della Regione che rischia di passare in secondo piano. Noi diciamo sì alla richiesta di inversione dell’ordine del giorno ma allo stesso tempo chiediamo che Pigliaru riferisca in Aula sulla situazione. Il presidente della Regione è il principale sconfitto del voto referendario per aver appoggiato il centralismo e l’autoritarismo di Renzi».

Il capogruppo azzurro ha poi rimarcato le difficoltà economiche e il malessere sociale della Sardegna: «E’ urgente una convocazione ad hoc del Consiglio – ha concluso Pittalis – nel pieno di una crisi politica la cosa più naturale sarebbe bloccare i lavori. Noi, invece, vogliamo approvare la proroga del Piano Casa perché lo chiedono le associazioni di categoria, gli imprenditori e quella fetta di popolazione disperata. Diciamo sì per senso di responsabilità. L’elezione dell’Ufficio di Presidenza non può però andare oltre il prossimo martedì. Spero nella sensibilità istituzionale del Presidente Ganau, altrimenti l’opposizione non starà a guardare».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha invitato i colleghi di maggioranza a non strumentalizzare il risultato del voto di domenica scorsa. «Ero dentro i Comitati per il No, sono felice per la vittoria al referendum costituzionale – ha detto Cocco – non era però un giudizio su questa maggioranza della quale faccio parte con orgoglio. Con il presidente Pigliaru e la e Giunta abbiamo condiviso un programma che stiamo cercando di attuare, ora si tratta di accelerare. Non si può dire che noi non vogliamo risolvere i problemi. A questo gioco non ci stiamo. Siamo in grado come maggioranza di poter rilanciare l’azione di governo. C’è disponibilità da parte del Presidente sul quale nutriamo la massima fiducia».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha detto di ritenere urgente l’approvazione della proroga del Piano Casa pur ritenendola insufficiente. «Questo non è il nostro Piano Casa – ha detto Rubiu – la questione va approfondita. Una semplice proroga non basta. Il testo deve essere migliorato, è evidente che la maggioranza ha fallito gli obiettivi». Anche l’esponente dell’Udc è tornato sul risultato della consultazione referendaria di domenica scorsa: «Non vogliamo strumentalizzare ma i sardi hanno voluto dire a questa Giunta di andare a casa. Per una volta siamo campioni d’Italia: abbiamo prima bocciato Renzi e poi Pigliaru».

Gianluigi Rubiu, infine, ha lamentato una scarsa tutela dei diritti della minoranza: «Lei, presidente Ganau, dovrebbe essere il nostro garante, in alcuni momenti questo non avviene. Chiediamo il rispetto delle regole. Vogliamo risposte a interrogazioni ed interpellanze che invece non vengono discusse. E’ normale che vengano ripetutamente disattese?».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha respinto le critiche e invitato l’opposizione a tenere un atteggiamento diverso: «Ogni occasione è buona per discutere di argomenti che nulla hanno a che vedere con i lavori dell’Aula – ha detto Cocco – se ci saranno dimissioni in Giunta,  Pigliaru non mancherà di venire in Consiglio a riferire. Quanto al referendum, si è votato su un quesito che riguarda la Costituzione e non sul governo della Regione, sulla possibilità di riformare il Paese e non per il Consiglio regionale. Dire che si è votato su Pigliaru non è vero. In maggioranza, Pd a parte, quasi tutti si sono espressi per il No. Anche Pigliaru aveva il diritto di esprimere la sua opinione. C’è libertà di pensiero».

Il consigliere dell’Uds, Mario Floris, ha invece puntato l’attenzione sulla richiesta di proroga del Piano Casa. «La Giunta aveva promesso una nuova legge urbanistica invece si rinvia ancora di un anno – ha detto Floris – questo non è il modo di lavorare. Il voto dato dai sardi al referendum dice che la gente vuole contare di più. Non vuole più saperne delle prese in giro».

Il capogruppo di Riformatori Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha voluto ribadire che la richiesta di votare al più presto per il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza mira ad assicurare uno strumento importante per il governo dell’Aula e non a riempire caselle o occupare sedie.

Terminati gli interventi, il presidente Ganau ha messo in votazione la richiesta di inversione dell’ordine del giorno che è stata approvata dal Consiglio. 

Il relatore della legge Antonio Solinas (Pd) ha ricordato che «in occasione dell’approvazione della legge 8 del 2015 sull’edilizia erano stati indicati i tempi per il varo della nuova legge urbanistica ma, rispetto a queste scadenze, siamo andati oltre pur essendo quasi completato il disegno di legge della giunta, per cui con questo provvedimenti ci limitiamo ad evitare un vuoto legislativo prorogando la legge 8 fino al 31 dicembre del 2017». «Non abbiamo introdotto emendamenti sostanziali, al testo – ha concluso – fatta eccezione per uno che anch’esso prolunga i termini di scadenza della disposizioni contenute nell’art.17».

Il vice capogruppo di Forza Italia, Marco Tedde, ha sottolineato il senso di responsabilità dell’opposizione che «ha accolto la richiesta di invertire l’ordine del giorno solo per esaminare una legge che la Sardegna aspetta da almeno un anno e mezzo, perché i ritardi della maggioranza sono fino troppo evidenti, rallentano ed ostacolano l’attività del Consiglio a causa di una serie di fibrillazioni che attraversano le diverse componenti del centro sinistra». «Per noi – ha sostenuto – la legge sull’edilizia deve essere prorogata nonostante i suoi modestissimi incentivi volumetrici che possono comunque dare stimolo ad una economia che stenta ed è in grandissima difficoltà anche perché trascurata dal governo regionale». «Un gravissimo ritardo – ha aggiunto Tedde – pesa sulla nuova legge urbanistica che ancora non si vede e non è arrivata nemmeno in commissione e, in tema di interventi sociali, vogliamo segnalare che la mancata approvazione del regolamento determinerà l’impossibilità di spendere entro il 31 dicembre i 33 milioni del reddito di inclusione sociale, un altro grave ritardo che la maggioranza sta scaricando sulle famiglie sarde più deboli».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, anch’egli di Forza Italia, ha riconosciuto che il capogruppo del Pd ha fatto considerazioni politiche importanti, «dimenticando però di dire che il risultato del referendum ha determinato la paralisi del Consiglio regionale; in altre parole se non fosse stato per il senso di responsabilità della minoranza non si sarebbe prorogato il Piano-casa facendo precipitare in una situazione gravissima il settore dell’edilizia». «Questo – ha ribadito Fasolino – non è il nostro Piano-casa ma una legge viziata dal solito pregiudizio ideologico che limita la crescita e lo sviluppo dell’economia regionale, come è accaduto in altre circostanze è una mezza risposta che non risolve il problema; anzi è emblematica di come sta amministrando il centro sinistra che evita di fare scelte chiare e finisce sempre per piegarsi a compromessi al ribasso». «Noi però vogliamo guardare – ha concluso – ed auspichiamo una buona legge urbanistica davvero utile ai sardi».

Sempre per Forza Italia, la vice capogruppo Alessandra Zedda ha parlato di «ennesima rappresentazione del brutto spettacolo della Giunta e della maggioranza, ora l’uomo è nudo o con un vestitino fuori moda che non piace ai sardi, perché sta emergendo l’incapacità del centro sinistra di guidare la Regione, perché privo di una strategia di sviluppo economico e di una idea di come fronteggiare la crisi». «La proroga della legge edilizia – ha aggiunto – è un esempio di tale incapacità, dopo tanti annunci e proclami ma la legge urbanistica ancora non c’è e solo perché lo ha consentito la minoranza questo provvedimento arriva in Aula in zona Cesarini, ennesimo provvedimento su cui bisognerà intervenire ancora». Quello dell’edilizia, secondo la Zedda, «è un argomento serio che muove davvero l’economia di molti settori produttivi, migliora il patrimonio edilizio ed accresce la sicurezza e l’efficienza dei nostri fabbricati, perciò è auspicabile un intervento di qualità sull’urbanistica senza stravolgere il testo in Consiglio come è accaduto un anno e mezzo fa». Soffermandosi sulla situazione politica, la Zedda ha concluso dichiarando che «le dimissioni dell’assessore Demuro sono legate alla riforma costituzionale come ha detto lui stesso, non certo per strumentalizzate dell’opposizione».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha premesso di essere poco appassionato dal dibattito sul dopo referendum ma molto più interessato al Piano-casa «di cui la Sardegna ha molto bisogno anche se ho paura che l’attesa di una nuova legge urbanistica sarà ancora molto lunga, visto che la maggioranza non è riuscita a portarla dopo un anno e mezzo nemmeno all’attenzione della commissione». I dati, a giudizio di Crisponi, «sono molto chiari: il Piano-casa del centro destra ha prodotto ottimi risultati mentre la legge edilizia del centro sinistra ha completamente fallito e non poteva essere altrimenti perché si è fatto un pasticcio come hanno detto tutte le associazioni di categoria ed anziché dare una mano alle imprese le avete spinte verso il fondo a differenza di quanto accade in altre regioni d’Italia dove davvero si sostiene il mondo produttivo».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni,ha affermato che «Crisponi ha centrato il problema perché è vero che la conferma del Piano-casa a suo tempo avrebbe fatto molto bene all’economia della Sardegna mentre ora, invece, i cittadini sono alle prese con una legge che non funzione i cittadini e ha costi burocratici di gran lunga superiori rispetto al passato, insomma risultati non ce ne sono e l’edilizia non riesce a sviluppare le sue potenzialità positive».

Ha assunto la presidenza dell’Assemblea il vice presidente Eugenio Lai.

Replicando a nome della Giunta l’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha precisato che «i documenti sulla nuova legge urbanistica sono stati portati all’attenzione delle associazioni di categoria che hanno dato un contributo molto utile; è vero che si sono allungati i tempi più lunghi ma auspichiamo che ciò sia servito ad avere un testo migliore». «E’precisa volontà della Giunta – ha concluso – portare in Aula il nuovo testo in tempi brevi così come è necessario in questa fase dare certezza e sicurezza ai cittadini prorogando il Piano-casa».

Subito dopo il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli della legge con 52 voti favorevoli.

Successivamente è cominciata la discussione dell’art. 1 e degli emendamenti, sui quali hanno espresso il parere il relatore e la Giunta.

Il presidente della commissione Urbanistica Peppino Pinna (Udc) ha criticato la decisione del centro sinistra di non prorogare a suo tempo il Piano-casa approvato nella legislatura precedente, «determinando a cascata ulteriori ritardi che hanno trasformato l’urbanistica regionale in una telenovela di cui non si vede la fine».

Per il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde «l’articolo è norma secca di proroga che noi chiediamo da oltre un anno mentre, con i nostri emendamenti, intendiamo colmare lacune di legge edilizia con particolare riferimento alla riqualificazione delle strutture alberghiere dove il fabbricato principale si trova entro i 300 metri dalla battigia ed censurabile divieto esteso ai Comuni non costieri». Si tratta, ha concluso, «di una lacuna già evidenziata in sede di legge edilizia che ora evidenziamo nuovamente, anche per la necessità di semplificare l’azione delle amministrazioni locali».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha chiesto chiarimenti sull’emendamento della maggioranza che «di fatto trasforma il testo in un articolo 1/bis che introduce una proroga fino al 2018 e che sembra riferito a litorali urbani e strutture amovibili, argomenti sui quali da diversi mesi in commissione Governo del territorio c’è una mia proposta di legge non ancora esaminata»

Il relatore Antonio Solinas (Pd), dopo aver ricordato la presenza di numerose proposte di legge ferme in commissione, ha chiarito che «si sta prorogando solo il primo comma dell’art. 43, tuttavia l’argomento merita attenzione e sarà certamente inserito nella legge urbanistica»

Non essendoci altri iscritti a parlare l’art. 1 è stato messo in votazione ed approvato con 49 sì; approvato anche l’emendamento del relatore Antonio Solinas. Respinti, invece, i 2 emendamenti presentati dall’opposizione.

Successivamente il Consiglio ha approvato l’art. 2 e il testo finale della legge, sempre con 50 voti favorevoli.

Al termine dello scrutinio il presidente ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno martedì prossimo 13 dicembre alle 16.00.

Cagliari vista da Monte Urpinu

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Il coordinatore regionale di Italia Attiva Sardegna, Tore Piana, denuncia gravi anomalie nella procedura di attivazione del bando regionale Psr 2014/2020 alla misura 4.1 posta in essere dall’assessorato regionale all’Agricoltura. Tore Piana chiede l’annullamento immediato e totale del procedimento e la riapertura entro i prossimi quindici giorni per tutti gli agricoltori. Ma in una giornata lavorativa e in orari d’ufficio.

«Dopo numerosi annunci a vuoto, il bando è stato aperto alla mezzanotte del 28 novembre, mentre il manuale di procedura per l’inserimento delle domande è stato pubblicato solo nel pomeriggio del giorno prima, una domenica – afferma Piana – cosa mai vista in nessun’altra regione italiana. Un orario inusuale quanto assurdo che potrebbe far pensare a un gesto orchestrato volutamente per favorire qualcuno e danneggiare qualcun altro. Peraltro, con una procedura farraginosa e la richiesta di passaggi di codici tra agricoltori e tecnici, anche alle tre del mattino, mentre il sistema online dell’assessorato risultava lento e quasi sempre bloccato.»

«Queste anomalie hanno creato non poco caos e confusione, con un tempo palesemente insufficiente per l’approfondimento della normativa da parte dei tecnici – spiega il coordinatore – causando errori nella presentazione delle domande. Basti considerare che il 50 per cento di queste è stato annullato per inesattezze o mancanza di allegati, con una perdita di circa quindici milioni di euro su un plafond totale di trenta».

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«La legge approvata ieri dal Consiglio regionale è un altro importante passaggio nel processo che abbiamo intrapreso di studio e riorganizzazione funzionale e strutturale del sistema dei Consorzi di bonifica, enti fondamentali e del tutto strategici per l’agricoltura della nostra regione.»
È il commento dell’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi dopo il voto con cui l’Aula, ieri, ha dato il via libera alla proposta di legge presentata dalla Giunta regionale.
«A chi ventila la loro chiusura a favore di sconosciuti enti sostitutivi – dice l’assessore Falchi – io propongo invece per i Consorzi di bonifica un percorso di innovazione e potenziamento che, grazie a questa legge, si incardina sulla trasparenza e veridicità dei bilanci consortili e che si svilupperà con la proposta di un piano di infrastrutture strategiche per l’irrigazione che presenterò all’attenzione della prossima riunione di Giunta regionale.»
«Dagli studi e analisi effettuate in questi due anni – aggiunge l’assessore dell’Agricoltura – è emersa la necessità di sottoporre i bilanci dei Consorzi a una approfondita verifica per legge, che diventa essenziale per completare il quadro delle conoscenze – anche in vista di un possibile e ulteriore intervento sulla legge del 2008 – e giungere al vero obbiettivo, cioè la corretta definizione dei costi sostenibili dell’irrigazione per i produttori agricoli sardi. Per arrivare al risultato dovevamo evitare che ai Consorzi venisse applicato il sistema del bilancio armonizzato, non compatibile con questi enti, e giungere invece all’approvazione, entro breve, di uno schema di bilancio e contabilità speciale che prenderà le mosse dalla proposta operativa che mi è stata appena presentata dall’ANBI regionale, che ringrazio per la collaborazione di questi anni.»
Questa legge, dunque, è uno snodo importante, sottolinea Elisabetta Falchi. «Dalla trasparenza nella gestione finanziaria consortile, che è fondamentale soprattutto per i tre Consorzi che stanno affrontando la fusione, deriva prima di tutto lo strumento di analisi del costo sostenibile dell’acqua e del sistema di gestione delle manutenzioni territoriali e delle reti irrigue. Inoltre, vogliamo che i Consorzi ricoprano con più forza il ruolo di gestione del territorio. Nostro intendimento, infatti, è che i Consorzi possano ripartire con più efficienza nei prossimi mesi e che anche l’amministrazione regionale, grazie al provvedimento approvato, possa avere dati oggettivi, analisi costi/benefici e numeri certi e comparabili per definire i costi standard di gestione».
Il testo approvato ieri contiene altre importanti disposizioni: grazie ai 2 milioni di euro recuperati da ISMEA (l’Istituto di servizi per il mercato agricolo) viene costituito un fondo finalizzato ad interventi funzionali a favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura.
«Il fondo di garanzia – conclude Elisabetta Falchi – è un tassello nel rilancio della competitività del comparto che attueremo attraverso il nuovo programma FEAMP. L’accesso al credito garantito è una risposta importante alle richieste avanzate dal comparto anche nei giorni scorsi».
Elisabetta Falchi 2

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge 366/A contenente norme in materia di agricoltura e modifiche alla legge regionale 23 maggio 2008, n. 6 (Legge-quadro in materia di consorzi di bonifica) e alla legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto all’Aula la modifica dell’ordine del giorno per passare alla discussione del DL n. 366/A – Giunta regionale – Norme varie in materia di agricoltura-Modifiche alla legge regionale 6/2008 (legge quadro in materia di consorzi di bonifica) e alla legge regionale 5/2015 (Legge finanziaria 2015). Il Consiglio ha approvato la proposta e successivamente il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd) per l’illustrazione dei contenuti della legge.

Nel suo intervento, Lotto ha affermato che «si tratta di un disegno di legge che interviene su diverse materie ma in particolare dei consorzi di bonifica, dai piani di riordino fondiario di competenza degli stessi consorzi che poi dovranno essere inseriti nel piano regionale, ai problemi legati alla predisposizione dei bilanci stralciando la posizione dei consorzi dall’applicazione del bilancio armonizzato ad una serie di agevolazioni nel processo di risanamento finanziario, attraverso la dilazione trentennale delle perdite ed il recupero dei ruoli non riscossi in dieci anni». La legge, in sintesi, inizia secondo Lotto «ad affrontare alcune problematiche centrali dei consorzi, non tutte, perché poi dovrà intervenire il Consiglio in modo organico».

Il capogruppo Gianluigi Rubiu dell’Udc, relatore di minoranza, ha ricordato in apertura che «il tessuto dell’economia agricola è estremamente fragile anche per le incertezze dei piano regionali di sviluppo nonostante le potenzialità; un contesto che modifica questa situazione solo in minima parte, nonostante i consorzi offrano servizi fondamentali nel campo delle infrastrutture idrauliche ed irrigue e della difesa del territorio». Va bene quindi, ha proseguito Rubiu, «sollevare i consorzi dagli obblighi pesanti del bilancio armonizzato più aderente alla loro natura di enti pubblici economici e indicare nuove prospettive per la gestione di residui e ruoli che rappresenteranno per i consorzi una vera e propria vertenza entrate ma non si può tacere della grande lacuna di questa legge che, alla fine, si riduce ad un provvedimento-tampone, non risolve i problemi, elude responsabilità e non crea le condizioni per il superamento definitivo dell’inefficienza di queste strutture».

Aprendo la discussione generale il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha condiviso alcuni passaggi della relazione di minoranza osservando che «nel complesso la legge è una occasione persa perché sarebbe stata più opportuna una analisi approfondita della situazione mentre si è preferito ancora e per l’ennesima volta tappare qualche falla». «A titolo personale – ha precisato Tedde – occorre chiedersi se i consorzi hanno ancora un senso o se sia meglio trasferire le loro funzioni; resta il fatto che comunque ossatura normativa di questi organismi risale al 1933 ed è obsoleta perché il mondo è cambiato, i consorzi hanno avuto un grande ruolo ma negli ultimi anni si è registrata una fase involutiva che va invertita». «E’vero – ha ricordato Tedde – che la competenza su questa materia è dello Stato ed esistono iniziative per trasferire le loro funzioni agli Enti locali anche in forma associata, però resta il fatto che con questa legge il problema si affronta comunque poco e solo in superficie, lasciando inalterato il problema generale di sostenibilità non solo economica». Se non interveniamo ora in modo organico, ha avvertito Tedde, «dovremmo comunque farlo nei prossimi mesi, riprendendo fra l’altro l’intesa Stato Regioni che non è stata attuata e prevedeva compiti più ampi in materia di sicurezza ambientale».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ricordato la legge regionale 6/2008 che fu una prima riforma importante anche se ora «quella legge va aggiornata, perché oggi c’è una situazione drammatica e in qualche modo la proposta attuale è l’unica percorribile in questo momento di grave crisi per l’agricoltura sarda». «Ci sono consorzi – ha segnalato Solinas – che hanno diversificato la loro attività in direzione della protezione civile e della realizzazione di dighe per la gestione della risorsa idro- elettrica e poi si sono ritrovati con enormi buchi di bilancio». La strada maestra, ad avviso di Solinas, «resta quella della riforma organica ed il Consiglio ha il dovere di intervenire, ma in questa fase è importante impegnarsi su cose concrete e fattibili come la ma dilazione dei debiti, per la quale nella categoria c’è grande attesa per la massa degli interessi passivi; il Consiglio deve insomma dare un segnale senza dimenticare che bisogna continuare sulla strada delle riforme organiche».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha affermato che «è sbagliato rinviare per l’ennesima volta una legge organica sui consorzi che meritano alcune opportunità e, sotto questo profilo, è interessante il riferimento alla situazione nazionale dove i consorzi sono sostenuti non solo dai consorziati ma dal sistema pubblico, perché gli interventi di sistemazione idraulica sono di interesse generale, certamente funzionali alle buone colture ma utilissimi anche alle amministrazioni locali per i piani di protezione civile». «I conti dei consorzi hanno una situazione debitoria pesante e gli enti sono di fatto bloccati – ha concluso Dedoni – e proprio per questo bisogna andare fino in fondo sulla via del rinnovamento, della semplificazione, dell’efficienza, al contrario di come fa la maggioranza che in sede di assestamento prevede comunque una tantum oltre 30 milioni di interventi per i consorzi, lasciando per l’ennesima volta lasciare le cose a metà».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu ha rimarcato l’assenza di una completa revisione delle norme che regolano la gestione dei consorzi di bonifica ed ha sottolineato come l’urgenza del provvedimento derivi dalla situazione in cui versa il consorzio di Oristano «commissariato da più di 20 anni e con 17 milioni di passivo».

Gianluigi Rubiu ha contestato in particolare le disposizioni contenute nell’articolo 2 del Dl 366 laddove si prevede un indebitamento trentennale per fare fronte alle passività dei consorzi («il debito appesantirà i conti dell’intero comparto agricolo») ed ha affermato che i costi degli impianti irrigui dovrebbero pesare sull’intera comunità e non già soltanto su consorziati. «Serve dunque una riforma vera – ha concluso l’esponente della minoranza – che porti al rilancio del settore agricolo».

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha ricordato il confronto tenuto in sede di commissione e pur riconoscendo l’esigenza di una profonda revisione della legge 6 del 2008, ha posto in evidenza  l’esigenza di disporre nell’immediato di una visione chiara e organica delle gestioni consortili. «Le strutture consortili – ha dichiarato l’assessore – non sono al momento in grado di fornire dati utili alla conoscenza del sistema delle manutenzioni delle reti ed il quadro appare disomogeneo e diseguale soprattutto in riferimento alla tenuta contabile». Per tali ragioni, a giudizio della Falchi, è opportuno introdurre le disposizioni contenute nel provvedimento in discussione perché consentono di fare chiarezza e permettono di ottenere utili elementi per realizzare la riforma dei consorzi di bonifica.

«Chiarezza – ha spiegato l’assessore – soprattutto sui bilanci perché al momento non c’è un sistema unico e omogeneo per la tenuta dei conti che sarà invece approvato con un’apposita delibera di giunta.»

La componente l’esecutivo ha quindi posto l’accento sull’accertamento dei residui al fine di garantire un costo sostenibile dell’acqua e della gestione degli impianti. L’assessore dell’Agricoltura ha quindi dichiarato che è obiettivo della Giunta “restituire i consorzi ai consorziati”, cioè porre fine alla lunga stagione dei commissari nominati dalla Regione.

Conclusa la discussione generale l’Aula con 33 favorevoli su 34 votanti ha approvato il passaggio all’esame degli articoli e il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha preso la parola una volta aperta la discussione sull’articolo 1 (Modifiche all’articolo 4 della legge regionale n. 6 del 2008. Piano regionale di bonifica e riordino fondiario).

L’esponente della minoranza ha prima replicato al suo collega del Pd, Antonio Solinas («non è vero che nella passata legislatura la legge 6 non è stata modificata perché il Consiglio l’ha fatto per ben sei volte») e poi ha ricordato che se la priorità è l’omogeneizzazione dei bilanci «non serve approvare una legge ma basta una delibera della Giunta».

Oscar Cherchi ha quindi preannunciato il voto di astensione ed ha ricordato polemicamente all’assessore Falchi che in veste di presidente della Confagricoltura lamentava l’assenza di certezza sul costo dell’acqua per i consorziati dell’oristanese: «Ora domando, a distanza di tre anni dalla nomina ad assessore dell’Agricoltura vi è la certezza del costo dell’acqua nei consorzi di bonifica della Sardegna?».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto- Fd’I) ha ricordato la recente approvazione della legge per la semplificazione per affermare che le norme contenute nel Dl 366 all’articolo 1 introducono nuove lungaggini: «Il riferimento al regio decreto è improprio e non serve la delibera di giunta ma basta un decreto dell’assessorato per approvare il riordino fondiario».

Il presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto (Pd), ha riconosciuto l’opportunità di una revisione più profonda della legge 6 del 2008 ma ha evidenziato la necessità di procedere con l’approvazione delle norme in discussione («aiutano i consorzi di bonifica ad avere una gestione più oculata». Lotto ha quindi replicato al capogruppo Udc, Rubiu («non possiamo affermare che i costi dei consorzi possano essere scaricati su tutti i cittadini») ed ha auspicato che si smetta di considerare i consorzi come “enti su cui scaricare problematiche sociali del territorio” e si lavori invece al rilancio dell’agricoltura.

Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha manifestato contrarietà a qualsiasi forma di intervento finanziario da parte della Regione: «E’ sbagliato ripianare i debiti della cattiva gestione con le risorse pubbliche».

Posto in votazione, l’articolo 1 è stato approvato con 33 favorevoli e un contrario e l’Aula ha dato il via libera anche all’articolo 2 (Modifiche all’articolo 17
della legge regionale n. 6 del 2008. Contabilità dei consorzi di bonifica) con 34 favorevoli e un solo voto contrario.

Sull’articolo 3 è intervenuto,  Gianluigi Rubiu (Udc) che ha preannunciato il voto di astensione, contestando la norma che consente l’ indebitamento dei consorziati per 30 anni. «Cinque anni fa – ha dichiarato il capogruppo dell’opposizione – l’attuale assessore quando assessore non lo era definiva una porcheria la legge 6 del 2008 e sosteneva che i debiti sarebbero dovuti essere ripianati con fondi regionali e non con esborsi dei consorziati». Rubiu ha quindi concluso il suo intervento replicando al suo collega Anedda (Misto): «La Regione, al contrario di quanto sostiene Anedda, non mette un euro per ripianare le passività dei consorzi di bonifica».

Il presidente della commissione Agricoltura e relatore di maggioranza, Luigi Lotto (Pd) è intervenuto per ribadire che è corretto prevedere che «chi è rimasto indietro nel pagamento dei canoni debba farsene carico». Lotto ha concluso il suo breve intervento ricordando lo stanziamo di tre milioni in favore della Sfirs per consentire ai consorzi la dilazione dei pagamenti delle passività.

Ha quindi chiesto la parola l’assessore all’agricoltura Elisabetta Falchi per un chiarimento sull’art. 3. «Con questa norma si offre agli agricoltori la possibilità di pagare i debiti pregressi in più annualità. E’ un provvedimento di sostegno al comparto – ha detto l’assessore – purtroppo per anni il costo dell’acqua non è stato comunicato agli agricoltori, questo è il vero dramma. Con l’approvazione del Disegno di legge si potrà pagare in modo graduale. I Consorzi, inoltre, potranno attivare un fondo di garanzia per consentire agli agricoltori di ottenere dei prestiti».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 3 che è passato con  28 voti favorevoli e uno contrario.

Successivamente l’Aula ha approvato in rapida successione anche gli articoli 4 “Istituzione di fondi di garanzia per il comparto della pesca e dell’acquacoltura e per i consorzi di bonifica della Sardegna”; 5 “Finanziamento della quota regionale di concorso interessi”; 6 “Modifica dell’articolo 13 della legge regionale n. 5 del 2015 (Interventi a favore del settore vitivinicolo)” e 7 “Abrogazioni”. Tutti gli articoli hanno ottenuto 32 voti a favore e uno contrario.

Sull’articolo 8 “Norma finanziaria” l’assessore al Bilancio Raffaele Paci ha proposto una modifica nella dicitura del capitolo sulla copertura finanziaria. La proposta ha ottenuto il parere favorevole del Consiglio. Via libera anche all’articolo 8 con 32 sì e un no e all’articolo 9 “Entrata in vigore” con lo stesso risultato nella votazione.

Si è quindi passati al voto finale: la legge è stata approvata con 32 voti favorevoli e 2 contrari.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno “Variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018”.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata. Il presidente Ganau ha poi convocato la Conferenza dei Capigruppo. Al termine dell’incontro il presidente ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio riprenderà i lavori domani mattina alle 10.30.

Consiglio regionale 90

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La Giunta regionale ha approvato i bilanci di esercizio 2014 delle Asl di Olbia e Carbonia e dato il via libera alla Asl di Sassari per una anticipazione di cassa per un importo massimo di 20 milioni: serviranno per far fronte alle criticità legate al fabbisogno di liquidità, sorte anche a seguito dell’incorporazione dell’Ex Ipab Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe. Approvati dall’Esecutivo anche i lavori di adeguamento dell’ospedale San Michele di Cagliari, la ripartizione di oltre 28 mila alle Asl per l’erogazione dei prodotti senza glutine nelle mense delle strutture scolastiche e ospedaliere. Ripartiti tra le Aziende anche poco più di 6 milioni di euro per il cosiddetto ‘pay back’ (meccanismo che consente alle Regioni di recuperare risorse finanziarie a sostegno della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera in base alle risorse annualmente incassate dai farmaci).

La Giunta regionale, riunita a Villa Devoto dapprima sotto la direzione del vicepresidente Raffaele Paci e poi con il presidente Francesco Pigliaru, ha approvato l’adesione al progetto di potenziamento del sistema di prima e seconda accoglienza per la tutela della salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale in condizione di vulnerabilità psico-sanitaria, anche attraverso il rafforzamento delle competenze istituzionali. Il progetto è finanziato dal ministero dell’Interno.

L’Esecutivo ha approvato le “Linee guida per l’elaborazione dei Piani Regolatori Portuali per i porti di interesse regionale, appartenenti alla Categoria II, Classe III”, sulla base delle proposte presentate dagli assessori degli Enti locali e dei Lavori pubblici, Erriu e Maninchedda. I Piani Regolatori Portuali saranno delegati ai Comuni in cui i porti si inseriscono, in quanto tali enti conoscono le realtà locali e rappresentano le esigenze del territorio fisicamente connesso al porto. La redazione dei Piani regolatori sarà dunque affidata alle Amministrazioni comunali, che dovranno attenersi alle linee guida emanate dalla Regione. Quest’ultima conserva il ruolo per l’adozione e approvazione dei piani. È stata poi approvata la nomina dell’ingegnere Barbara Costa, funzionario della Regione, in qualità di commissario ad acta in sostituzione del Consiglio comunale di Ussana, per l’adozione del Piano Particolareggiato del centro storico e del Centro di antica e prima formazione, in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale. Il presidente Pigliaru ieri stesso ha disposto con proprio decreto l’atto di nomina.
Per tutelare le minoranze linguistiche storiche, l’Esecutivo, su proposta dell’assessora Claudia Firino, ha integrato con risorse regionali – 500mila euro – i contributi statali destinati agli Enti locali che si occuperanno della organizzazione degli Sportelli linguistici dedicati al progetto. Via libera anche allo stanziamento di 150mila euro per il sostegno alle attività delle Università della Terza Età: la metà dell’importo, pari a 75mila euro, sarà suddivisa in parti uguali tra le 31 Università, l’altra metà sarà ripartita proporzionalmente in base al numero degli iscritti nell’anno accademico 2015/2016. E’ stato approvato anche il progetto “CultuRAS 4”. Si tratta di 56.600 euro di fondi statali e regionali per interventi in materia di politiche giovanili, volti a promuovere iniziative culturali e formative, e appositi centri o spazi aggregativi per i giovani. Sono stati finanziati con 100mila euro, infine, i progetti di mobilità giovanile internazionale. La somma sarà destinata a tre associazioni sarde, scelte tramite pubblicazione di avviso, che abbiano esperienza nel campo degli scambi internazionali e realizzino progetti di mobilità, promozione dell’interculturalità e cittadinanza europea. Via libera infine alle Linee Guida del Piano di dimensionamento scolastico per l’anno 2017/2018.
In ordine all’iter di compatibilità ambientale per un impianto solare ibrido termodinamico in località San Quirico, in agro di Oristano, la Giunta ha ritenuto utile e necessario dare mandato agli uffici di fare ulteriori approfondimenti in relazione alla qualificazione dei terreni ad uso agricolo. Sempre su proposta dell’assessora della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, sono state confermate le regole vigenti nell’applicazione del meccanismo di penalità e premialità per il 2016. Inoltre, è stato rimodulato il finanziamento per l’attuazione dell’intervento per la rilevazione e analisi dei dati dell’inquinamento acustico dell’area urbana di Cagliari. Le risorse per la Provincia di Cagliari ammontano a 1.522.638,89 euro. La Città metropolitana viene autorizzata per l’uso di un finanziamento di 225.527,92 euro per le attività di progettazione e realizzazione della mappatura acustica 2017 dell’agglomerato di Cagliari, con la collaborazione di Arpas mediante la stipula di un’apposita convenzione. Esclusi da ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale, condizionati a prescrizioni, gli interventi a Sassari e Ottana intitolati, rispettivamente, “Aumento quantitativi impianto di recupero rifiuti non pericolosi” e “Campagna di attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi”.
La Giunta, su proposta dell’assessora del Lavoro Virginia Mura, ha nominato il dottor Massimo Temussi direttore generale dell’Agenzia sarda per le Politiche Attive del Lavoro (ASPAL). La nomina giunge in leggero anticipo rispetto alla naturale scadenza dell’incarico di Direttore dell’Agenzia regionale del Lavoro allo stesso Temussi, fissata al 31 dicembre di quest’anno, per favorire la massima operatività e il massimo presidio della trasformazione che sta interessando l’Agenzia, a seguito della Riforma delle politiche e dei servizi per il lavoro operata con la legge regionale 9 del 2016.
Su proposta dell’assessora Elisabetta Falchi, la Giunta ha approvato una delibera che stanzia 2 milioni di euro per istituire un aiuto de minimis a favore delle aziende zootecniche colpite dagli incendi verificatisi nelle estati 2015 e 2016. Possono beneficiare dell’aiuto gli imprenditori agricoli le cui aziende sono nei territori dei Comuni danneggiati e abbiano subito un danno correlato agli eventi incendiari. Il contributo concedibile è determinato tenendo conto del fabbisogno alimentare giornaliero dei capi dell’azienda e della quantità e valore di mercato delle scorte alimentari distrutte dal fuoco. All’attuazione degli interventi provvederà l’agenzia regionale ARGEA Sardegna.

Palazzo della Regione 1

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Il presidente di Legacoop Sardegna, Claudio Atzori, ha inviato una lettera aperta al presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, e all’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, con la quale chiede un intervento della Regione Sardegna e dei senatori e deputati sardi in difesa del pecorino romano e del suo ente di tutela, il Consorzio per il pecorino romano con sede a Macomer.

Legacoop Sardegna, nello specifico, chiede «un intervento immediato contro l’attacco che, Coldiretti Lazio, assieme al presidente, all’assessore dell’Agricoltura della Regione Lazio ed ora (a quanto ci è stato comunicato, ma non abbiamo ancora in mano l’atto) anche ad alcuni parlamentari laziali, stanno portando verso la pastorizia sarda tutta, dalla produzione alla trasformazione, colpendo il suo prodotto principale il pecorino romano e il suo ente di tutela il “Consorzio di tutela del Pecorino romano”, con sede a Macomer (casa comune per la tutela del “Pecorino romano”, di tutta la produzione e trasformazione nazionale allo stesso associata, di cui la stragrande maggioranza sarda)».

«Spaventa il silenzio dei nostri rappresentanti politici – aggiunge Legacoop Sardegna -, così come l’assenza della notizia su tutti gli organi d’informazione sarda. Tutto il comparto ovino sardo e la sua produzione di Pecorino romano, prodotto che occupa la stragrande maggioranza della trasformazione ovina in Sardegna, così come la sua tutela, vengono messi a rischio da una campagna oltraggiosa di Coldiretti laziale e dei politici locali. Basta guardare la rassegna stampa dei giornali del Lazio e di quelli nazionali, dove si evince cosa sta succedendo. Si vuole mettere in discussione la titolarità della “DOP Pecorino Romano”, quasi che spetti solo ai produttori laziali il titolo di romano. Si attacca il Consorzio di Tutela e la sua sede a Macomer, quasi fosse una cosa strana (solo 3 aziende laziali trasformano romano e in piccole quantità rispetto a quello trasformato in Sardegna). Coldiretti sta sostenendo la richiesta di una nuova DOP da chiamare “Cacio romano”, che già di per se (con il termine “romano”) genera confusione sui mercati a discapito della DOP “Pecorino romano”. Omettono di dire che già da ora, anzi dal 2009, possono e potevano mettere la dicitura “Pecorino Romano prodotto nel Lazio”, e lo fanno perché il vero obiettivo è quello di togliere la denominazione e l’utilizzo del marchio Pecorino romano ai produttori sardi. Ci attendiamo, e lo auspichiamo, anche una presa di posizione forte da parte di Coldiretti Sardegna, del suo presidente Cualbu e del suo direttore Saba.»

Pecore 1 copia

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L’assessore regionale Falchi ha firmato il decreto che ferma temporaneamente i bandi della sottomisura 6.1 e del “Pacchetto giovani” del Programma di sviluppo rurale (PSR), per i quali oggi era prevista l’apertura. I nuovi bandi verranno emessi con sostanziali modifiche entro il 5 dicembre.

«Come già accaduto per le misure 4.1 e 4.2, abbiamo accolto le richieste che ci sono giunte attraverso il partenariato – spiega l’assessore dell’Agricoltura – dopo che, nello scorso mese di ottobre il Comitato di sorveglianza aveva approvato alcune modifiche che riguardano la possibilità di insediamento di più beneficiari all’interno di una stessa azienda e l’aumento a 200mila euro della dimensione economica massima dell’azienda. In un incontro con i portatori d’interesse, la scorsa settimana, abbiamo anche appurato che persistono le difficoltà relative alle procedure informatizzate degli aiuti, soprattutto, per la gestione delle domande di insediamento plurimo.»

Elisabetta Falchi 2

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Vigneti Is Solinas 26
Aiuti per l’avviamento di organizzazioni dei produttori (OP) e consorzi di tutela e finanziamenti per gli interventi di commercializzazione delle OP già esistenti. Li prevedono due distinte delibere approvate martedì scorso dalla Giunta regionale su proposta dell’assessora dell’Agricoltura Elisabetta Falchi. «L’aggregazione delle realtà produttive è uno degli obiettivi programmatici che ci siamo dati, soprattutto per facilitare la creazione di filiere integrate e rendere più semplice l’arrivo dei nostri prodotti sui mercati – dice l’assessore Falchi –. Il nostro tessuto produttivo sconta l’elevata frammentazione in piccole e micro aziende, un ostacolo spesso insormontabile sul fronte della competitività per l’export delle produzioni sarde di qualità».
La prima delibera stanzia 163.200 euro soprattutto per la copertura dei programmi di avviamento di nuovi Consorzi di tutela (100 mila euro) e, per la parte restante, finanzia le annualità mancanti dei programmi quinquennali di avviamento in corso da parte delle OP. La delibera prevede che per il futuro il finanziamento regionale sarà destinato esclusivamente alle fasi di costituzione di nuovi Consorzi di tutela, in quanto le OP potranno aderire alla misura 9.1 del Programma di sviluppo rurale (PSR) pubblicata a luglio e dedicata appositamente alla costituzione di nuove Organizzazioni di produttori. Sarà l’agenzia regionale ARGEA a gestire l’erogazione degli aiuti.
L’altra delibera invece mette a disposizione poco più di 507 mila euro per la realizzazione delle attività di commercializzazione delle OP già riconosciute. Gli aiuti, erogati in regime de minimis, copriranno i programmi in corso per le annualità 2016 e 2017 e finanzieranno i nuovi programmi. La novità più importante, che vuole accrescere la ricaduta positiva degli aiuti sul fronte della programmazione dell’offerta, concentrazione della produzione, contenimento dei costi e stabilizzazione della produzione, è la modifica delle direttive di attuazione che imponevano il finanziamento di non più di tre programmi di attività. La delibera approvata martedì elimina tale vincolo, consentendo il rinnovo dei finanziamenti per più anni, con la condizione che, in caso di fondi regionali insufficienti a coprire tutte le istanze, si darà la priorità alle OP che hanno avuto un minor numero di programmi di attività finanziati. A questi aiuti in futuro potranno accedere le Organizzazioni già riconosciute che non rientrano nei requisiti di ammissibilità della misura 9.1 del PSR.
«Governare il mercato, tutelare il reddito delle imprese agricole e garantire prodotti rispettosi dell’ambiente e sicuri per il consumatore: sono alcune delle finalità delle OP. Come assessorato – conclude Elisabetta Falchi – ci siamo impegnati in questi mesi per favorire la costituzione di un maggior numero di queste organizzazioni perché favoriscono la programmazione e la diversificazione dei prodotti mediante l’ottimizzazione delle linee di produzione esistenti.»