29 March, 2024
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Entra nel vivo, a Macomer, la prima edizione del S’ard Festival. E lo fa sfoderando un tris di artisti da sempre legati all’omonima etichetta discografica: l’orchestra swing della Paolo Nonnis Big Band accompagnata dalla raffinatezza vocale di Francesca Corrias; le suggestioni world delle “Terre del Ritorno” di Ambra Pintore ed i ritmi coinvolgenti tra cumbia, reggae e dub dei Malasorti.

Archiviati i ritmi gitani del concerto dei Gipsy Gold, il festival che sta animando il centro del Marghine con una lunga serie di appuntamenti di musica live, ma anche tanta animazione, arredo urbano, gastronomia e artigianato, accende i riflettori su una raffica di concerti che accompagneranno in musica tutto il fine settimana.

Sabato 21 dicembre, alle ex Caserme Mura (ore 18.00), la Big Band di Paolo Nonnis rende omaggio alle grandi orchestre e alle signore del jazz con un programma eclettico e raffinato, un viaggio tra le sonorità dell’età d’oro dello swing, impreziosito dalla voce di Francesca Corrias. La cantante fondatrice dei Roundella, docente di canto-jazz al Conservatorio di Cagliari e ai seminari di Nuoro Jazz, è tra le più interessanti e originali interpreti della scena nazionale. Accompagnata da un organico di 15 musicisti interpreterà alcuni dei più celebri standards in un emozionante tributo alle first ladies della musica jazz.

Domenica 22 dicembre, in Piazza Caduti del Lavoro, a partire dalle 18.00, tocca invece ad Ambra Pintore scaldare la platea, complici i brindisi firmati dalle Cantina di Dolianova per il settantesimo anniversario e le degustazioni promosse dalle aziende del territorio. Le “Terre del ritorno”, disco di world music prodotto da S’ArdMusic e distribuito da Egea, sono le terre dalle quali scegliamo di allontanarci e alle quali, però, non sappiamo quando e se potremo mai fare ritorno. Ambra riparte dunque dalle atmosfere della sua Sardegna, perché è nella musica che l’artista ha riscoperto e dato un suono al suo forte sentire apolide. Sul palco, l’artista sarà accompagnata da Roberto Scala al basso e fisarmonica; Federico Valenti alle chitarre; Diego Milia al violino, mandolino, flauto, sax, bouzouki, armonica; Giorgio Rizzi alle percussioni; Marco Argiolas al sax e clarino.

Il secondo appuntamento musicale della serata di domenica 22 dicembre è quello coi Malasorti, trio nato grazie alla collaborazione tra il compositore elettronico Francesco Medda “Arrogalla”, il cantante Emanuele Pittoni ed il trombettista Francesco Bachis, questi ultimi due già componenti della band sarda Ratapignata. Un sound fuori dagli schemi, che usa il dub ed il “non finito” come linguaggio e che ama curiosare tra poetiche sarde, tropicali, balkan, jazz e mediterranee. “S’ArdiCity”, prodotto nel 2018 dall’etichetta sarda S’ArdMusic è il primo album ufficiale del gruppo.

Tra i protagonisti della manifestazione “Natale a Macomer” non solo prestigiose produzioni musicali isolane ma anche ospiti internazionali tra i quali spicca, lunedì 23 dicembre, la spiritualità gospel degli americani United Voices”, in scena nella suggestiva atmosfera della Chiesa di San Pantaleo (ore 20.00). Composto da coristi gospel professionisti e di grande talento, il gruppo è originario della zona nord-est degli Stati Uniti. Negli oltre quindici anni di esperienza, questi musicisti hanno condiviso le scene con i più famosi artisti gospel e R&B del mondo: la loro incredibile vocalità si manifesta fin dalle prime note, così come la passione, il ritmo e la spiritualità che li guida durante i canti.

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Un nuovo appuntamento della rassegna di letteratura sociale Storie in Trasformazione 2019 si svolgerà sabato 30 novembre, alle 18.30, al Fuaié del Teatro Massimo di Cagliari, in viale Trento 9, con la presentazione di “Ogni luogo ha la sua voce”: l’antologia dei racconti apparsi su “Il risveglio della Sardegna”, nella rubrica “Isole Minori”, tra il novembre del 2018 e l’ottobre del 2019, edita da Palabanda Edizioni.

Giovanni Maria Bellu, nella prefazione del volume, scrive: «Raccontare uno per uno tutti i paesi della Sardegna è un’impresa molto ambiziosa, ma non impossibile. E il solo fatto di poterla concepire è l’inizio di un racconto che deve ancora essere scritto. Il racconto di una parte del mondo, la Sardegna, che utilizza la sua complessità per appropriarsi delle regole che governano le relazioni tra gli uomini. E che, risalendo dal particolare al generale, costruisce gli anticorpi contro la cupa retorica di chi vorrebbe fare del Mediterraneo il reticolato di un lager».

L’antologia, curata da Bachisio Bachis, presenta racconti di Emilia Agnesa, Francesco Bachis, Rita Basile e Myriam Mereu, Antonio Boggio, Ilario Carta, Ignazio Caruso, Giacomo Casti, Cristiana Casu, Ester Cois, Renzo Cugis, Valeria Deplano, Dario Dessì, Giovanni Dessole, Gianmichele Lisai, Roberta Mele, Francesca Mulas, Nicola Muscas, Giacomo Pisano, Emanuele Pittoni, Vanessa Podda, Veronica Secci, Francesca Serra, Barbara Sessini, Mauro Tetti, Silvia Valdes e Gianni Zanata.

Durante la presentazione alcuni racconti verranno letti dagli stessi autori. “Ogni luogo ha la sua voce” è pubblicato nell’ambito della quarta edizione della rassegna di letteratura sociale Storie in Trasformazione, “le vie della gentilezza” sezione BookStar.

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Mentre proseguono le attività dei progetti volti allo scambio di saperi contadini tra le diverse culture partecipanti, cominciano altri laboratori per “La città che viaggia – Festival delle creatività giovanili”, organizzato a Cagliari da Carovana SMI insieme a un nutrito parterre di partner.  

Domani, giovedì 29, e ancora venerdì 30 novembre dalle 9 nella Stazione di transito, la nuova sede di Carovana SMI (via Dante 60), prende il via l’“Atelier di affresco murale”, un percorso di sensibilizzazione alle tecniche di pittura murale in compagnia di Serge Salis, a cui partecipano gli studenti del liceo artistico “Foiso Fois” nell’ambito del programma di alternanza scuola-lavoro.

Dall’1 al 3 dicembre arriva anche “ExPlò- Le bombe vegetali”, il laboratorio artistico diretto da Paola Riviezzo sulla creazione di bombe vegetali, ordigni pacifici che possono essere appoggiati o appesi in qualunque luogo, realizzati con terra, piante autoctone e lana di pecora (il laboratorio si rivolge a partecipanti dai 14 anni in su).

Negli stessi giorni, spazio anche al fascino della tessitura con “Tessere il tempo per intrecciare i saperi”: nella Stazione di transito persone di diversa nazionalità si confronteranno nella tessitura tradizionale (con telaio a mano e ordito) dei rispettivi paesi. Con Carolina Melis, Roberto Virdis, Luciano Bonino, Barbara Cardia, Tommaso Lussu e altri esperti di tessitura.

La mattina del 5 dicembre viaggio alla scoperta dei tesori archeologici di Cagliari con “Racconti di Pietra”, itinerari esperienziali, spesso fuori dalle rotte degli immigrati e dei giovani. Un’indagine comparata sulle tracce di arcaicità che persistono nello spazio urbano e nei paesi d’origine degli immigrati, con Emanuele Pittoni.

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Dalla creazione di un archivio sulla Memoria dei migranti in Sardegna alle percussioni e danze africaneproposti dai Griot metropolitain. Dagli spettacoli che puntano a creare una nuova consapevolezza del mondo con l’acrobazia e la manipolazione degli oggetti, alla riscoperta di un nuovo modo per prendersi cura di sé e dell’ambiente. Sino all’omaggio al grandissimo Wim Wenders, di cui sarà proiettato “Papa Francesco. Un uomo di parola”, presentato all’ultimo Festival di Cannes.

Dal 20 novembre al 19 dicembre torna a Cagliari l’appuntamento con “La città che viaggia. Festa delle creatività giovanili”, il progetto pluriennale ideato dall’associazione culturale Carovana SMI, dietro la direzione artistica di Ornella d’Agostino, e portato avanti insieme a un ricco parterre di nomi internazionali.

Partito nel 2017, “La città che viaggia” è un contenitore dedicato ai giovani ed alla loro creatività: l’obiettivo è far emergere nuove visioni del contesto urbano e non solo, stimolando allo stesso tempo l’interazione e il confronto tra i ragazzi nati da famiglie italiane, quelli nati in Italia da famiglie di immigrati, ed ancora rifugiati, migranti e richiedenti asilo. Insomma, un’agorà di produzione artistica innovativa, alimentata da scambi intergenerazionali e multiculturali per “navigare” ed abitare i paesaggi urbani.

Il ricco programma della manifestazione si articolerà in proiezioni, performance e spettacoli (in cui ciascuno potrà dare il proprio contributo), visite guidate e mappature urbane.

Un ampio spettro di iniziative messe in campo anche grazie al fondamentale aiuto, economico e logistico, di Sardegna Teatro e Fondazione Sardegna Film commission.

Dopo i laboratori nell’ex Manifattura Tabacchi, che nel mese di ottobre hanno permesso ai giovani di scegliere quale impronta dare all’edizione 2018 di La città che viaggia, ora si entra nel vivo.

Il primo appuntamento è giovedì 22 novembre alle 19.00 nella Stazione ferroviaria di piazza Matteotti con “Bozza per altri Paradisi #16”, performance di danza e circo contemporaneo con Teresa Noronha Feio e Francesco Sgrò. Un’indagine sull’idea di un paradiso attuale fatta attraverso gesti, parole, musiche e acrobazie a cura di Fabbrica C – Sostegni: Cordata F.O.R. Nei giorni precedenti, gli artisti guideranno anche “Se questo ancora non è il paradiso… continuiamo a cercare”, laboratorio di movimento, acrobazia e manipolazione d’oggetti. Sempre nella mattina del 22, su prenotazione, sarà proposta una visita guidata nella sede di Forestas di Is Bagantinus (a Decimomannu). L’iniziativa rientra nel progetto di volontariato “Le mani nella terra”, in cui i partecipanti si scambiano i saperi dell’agricoltura dei loro paesi di provenienza, ed è realizzata in collaborazione con l’agronoma Tiziana Sassu, Laore, il Volo, Caritas Cagliari e con il sostegno dell’Oics (Osservatorio interregionale cooperazione sviluppo).

Il 25 novembre, alle 19.00, ci si sposta nella Fucina Teatro (centro culturale La Vetreria, a Pirri), dove arrivano i Griot metropolitain, formazione nata nel 1994 da alcuni artisti del Balletto nazionale della Costa d’Avorio e percussionisti italiani. Danza, canto e percussioni africane per un concerto travolgente che vedrà in scena Brahima Dembelè, Adama Dembelè, Ettore Bonafè e il danzatore Alain Nahi, con l’obiettivo di fare emergere le abilità e conoscenze coreografiche e musicali delle popolazioni africane in Sardegna. Insieme a loro saranno sul palco i partecipanti del laboratorio che gli artisti terranno nei giorni precedenti.

Di grande interesse è anche l’azione che prenderà il via il 27 novembre dalla Stazione di Transito, la nuova sede di Carovana, in via Dante 60: “In the name of Memory”, residenza curata da Wu Wenguang e Mengqi Zanghi che, attraverso la produzione di video e azioni teatrali, punta a creare un Archivio sulla Memoria dei Migranti in Sardegna, la memoria del passaggio di una popolazione nomade nella nostra isola.

Giovedì 29 novembre (e di nuovo il 30 novembre) nella sede di Carovana l’appuntamento è con l’”Atelier di affresco murale”, un percorso di sensibilizzazione alle tecniche di pittura murale in compagnia di Serge Salis, a cui partecipano gli studenti del liceo artistico “Foiso Fois” nell’ambito del programma di alternanza scuola-lavoro.

Si rivolge alle persone dai 14 anni in su “ExPlò- Le bombe vegetali”, il laboratorio artistico diretto da Paola Riviezzo che dall’1 al 3 dicembre avvicinerà i partecipanti alla poesia della natura attraverso la creazione di bombe vegetali, ordigni pacifici che possono essere appoggiati o appesi in qualunque luogo, realizzati con terra, piante autoctone e lana di pecora.

Negli stessi giorni nella Stazione di Transito è in programma “Tessere il tempo per intrecciare i saperi”: donne di diversa nazionalità si confronteranno nella tessitura tradizionale (con telaio a mano e ordito) dei rispettivi paesi. Con Carolina Melis, Roberto Virdis e altri esperti di tessitura.

La mattina del 5 dicembre viaggio alla scoperta dei tesori archeologici di Cagliari con “Racconti di Pietra”, itinerari esperienziali, spesso fuori dalle rotte degli immigrati e dei giovani. Una indagine comparata sulle tracce di arcaicità che persistono nello spazio urbano e nei paesi d’origine degli immigrati, con Emanuele Pittoni.

Il 6 dicembre alle 18,30 nel Teatro Massimo doppio appuntamento: si parte con “L’eredità della memoria”, presentazione dei video realizzati con i partecipanti al laboratorio tenuto da Wu Wenguang e Mengqi Zanghi, e si prosegue con “Il dio Minato. Le Ferite della Terra”, videoarte e installazioni – per la regia di Ornella d’Agostino -, che promuovono il progetto portato avanti da Carovana tra il 2008 e il 2009 nelle miniere del Sulcis. Si tratta di un tema che vede coinvolti oltre ai sardi anche i partecipanti arrivati dal Marocco, terra che con la sua città Kouribga, nota per la produzione di fosfati, racchiude anch’essa un’importante storia mineraria. In collaborazione con l’artista marocchina Fatima Dakik.

L’8 e il 9 dicembre, alle 19.00 nel Teatro Massimo, nell’ambito del festival Autunno danza e della programmazione di SardegnaTeatro ritorna “C.Arte d’imbarco”, per la regia di Ornella d’Agostino. Lo spettacolo, che sin dalle sue prime rappresentazioni, nel 2017, ha riscosso un forte favore di pubblico, vede in scena i migranti con le loro storie raccontate con un linguaggio multidisciplinare (danza, musica e arte visiva). Una produzione di Carovana SMI, selezionata dal MIBACT per la prima edizione del Festival MigrArti 2017 a Pistoia capitale italiana della cultura 2017. Lo spettacolo sarà proposto anche il 10 dicembre in un matinée per le scuole.

Sempre il 9 dicembre, dalle 10.30 alle 13.00, nel rione Mulinu Becciu, festa di chiusura del progetto “Le mani nella terra”: sarà l’occasione per consegnare agli abitanti del quartiere il campo parrocchiale della Chiesa Madonna della strada coltivato dai volontari richiedenti asilo.

L’11 dicembre, alle 21.00, nel Teatro Massimo di Cagliari arriva l’omaggio a Wim Wenders, tra i più grandi maestri del cinema internazionale: dopo il concerto di Laurent Petitgant, compositore di gran parte delle colonne sonore dei suoi film (“Tokio- Ga”, “Così lontano così vicino”,“I fratelli Skladanowsky”) sarà proiettato “Papa Francesco. Un uomo di parola”, film che il cineasta ha realizzato dopo essere stato per due anni a contatto con il Pontefice.

Dal 10 al 15 dicembre, le azioni proposte dall’inizio del festival confluiscono nella Festa delle creatività giovanili: incontri, laboratori, performance, proiezioni e incursioni urbane a cura di giovani creativi di diversa provenienza invitati grazie al partenariato internazionale del programma La città che viaggia. Tra gli eventi inseriti in questo contenitore: “Campi creativi”, dell’associazione Tecnologia filosofica di Torino, con Francesca Cinalli e Paolo De Santis. “Connecting Siria” (il 12 alle 18 nel Teatro Massimo): scambi d’esperienze via Skype tra giovani artisti siriani della compagnia Leish Troupe e gli artisti residenti in Sardegna. Il 14 e 15 dicembre cineforum con Valeria Usala, pensato come un percorso breve ma incisivo sul linguaggio audiovisivo in generale, ed in particolare su quello cinematografico e le creatività giovanili.

Il 15 dicembre, alle 20.00, nella Stazione di transito grande evento di chiusura della rassegna con “Ode alle stagioni”, contest di poesia parlata e cantata sui temi della Terra, percorso sensoriale sulle stagioni e saluto inaugurale all’inverno rivolto a bambini e giovani di culture diverse.

Il festival si intreccia con altre attività programmate in questi anni da Carovana, grazie alle quali si è costruita una comunità multiculturale dove attività legate alla cucina, alle produzioni delle terra e a alla cura del corpo e dell’ambiente diventano occasione per dar vita a nuove opportunità lavorative e consapevolezza per il miglioramento della vita (“Cucinare insieme fa bene”, “A scuola insieme”, “SeminArte”, “L’arte dell’abitare”, “Il corpo rituale per la mobilità delle radici” e altri).