29 March, 2024
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Come coinvolgere i giovani nel volontariato? Un progetto e una ricerca offrono un contributo importante per chiarire il tema e offrire indicazioni alle associazioni. Il progetto GioeVo (Giovani e Volontariati), promosso dalla Convol e finanziato da Fondazione CON IL SUD, ha sperimentato un percorso per sensibilizzarli e coinvolgerli, accompagnandolo con un’indagine per rilevarne e monitorarne i risultati. Il progetto si è svolto in quattro regioni (Campania, Sardegna, Puglia e Sicilia) e ha coinvolto 16 istituti superiori e 36 associazioni. I risultati del progetto e della ricerca verranno presentati durante il seminario di riflessione

Interverranno Ermes Carretta, presidente ConVol; Emma Cavallaro, responsabile Progetto GIOeVO; Emmanuele Pavolini, dell’Università di Macerata, Giovanni Battista Sgritta, professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma, e soprattutto insegnanti, studenti e associazioni che hanno partecipato al progetto.

Il progetto GioeVo ha proposto agli studenti delle scuole superiori un percorso in tre tappe: inizialmente sono state presentate nelle classi le attività delle organizzazioni di volontariato del territorio; in secondo luogo sono state proposte esperienze di coworking nelle associazioni stesse, all’interno delle quali gli studenti sono stati accompagnati da un tutor e formati per svolgere attività di peer education (cioè educazione tra pari) su questi temi; infine è stato chiesto ai giovani di presentare ai compagni di classe l’esperienza di volontariato fatta, facendosi “propagatori” dell’esperienza stessa.

Parallelamente, l’indagine ha coinvolto 720 studenti per mettere a fuoco gli effetti del progetto. Effetti che sono stati certamente positivi sui ragazzi che hanno fatto l’esperienza nelle associazioni e che hanno potuto così vedere crescere, oltre alla propria civicness (cioè l’orientamento civico), la percezione di essere informati sul volontariato a scuola, un atteggiamento positivo verso il volontariato, il coinvolgimento e l’orientamento a fare volontariato in futuro. I ragazzi infatti si sentono informati e si dicono disponibili in percentuale molto più alta dei loro compagni che non hanno fatto la stessa esperienza, e questo sia nel breve che nel lungo termine. L’esperienza nelle associazioni, tra l’altro, ha permesso loro di costruire anche dentro la scuola contatti e relazioni con altre persone coinvolte nel volontariato, e queste relazioni si sono mantenute anche alla fine dell’esperienza.

L’effetto peer è invece più sfumato: evidentemente la capacità dei ragazzi di trasmettere la propria esperienza non è stata sufficiente a cambiare gli atteggiamenti.  Gli aspetti positivi sono evidenti sul piano della civicness, cresciuta anche negli studenti che non hanno fatto l’esperienza di coworking: e questo è importante, perché lo sviluppo di un orientamento civico positivo, è comunque il presupposto per una disponibilità all’impegno. Ci sono aspetti positivi anche riguardo la percezione di essere informati sul volontariato a scuola (più alta a breve termine, in calo a medio termine): questo significa che c’è stato un confronto, una discussione in cui si sono sentiti coinvolti. Dall’altra parte, gli effetti della comunicazione tra pari non ha fatto venire voglia di coinvolgersi attivamente nelle associazioni.

Altri aspetti interessanti emergono dalla lettura dei “Diari di Bordo” che i ragazzi hanno compilato durante il progetto, per raccontare la loro esperienza. Qui hanno dichiarano di avere acquisito competenze trasversali e di avere imparato che cosa è un’associazione, cosa significa essere volontari, cosa vuol dire sentirsi responsabili, come si devono gestire le emozioni quando si lavora con le persone fragili, e di essere gratificati dalle relazioni instaurate tra pari, con gli utenti delle associazioni e con i tutor.

«In generale, possiamo dire che offrire ai giovani la possibilità di entrare in un’associazione per fare un’esperienza viva, anche se limitata nel tempo, rimane la via privilegiata per coinvolgere i giovani, i quali poi possono trasmettere la loro esperienza ai compagni, favorendo la sensibilità e la conoscenza del volontariato, anche se poi anche i compagni hanno bisogno di un’esperienza più determinante – commenta Emma Cavallaro, responsabile del progetto GioeVO -. Occorre dunque costruire rapporti sistematici e continui fra scuole e organizzazioni di volontariato, per offrire percorsi più articolati. E, naturalmente, sullo sfondo resta l’impegno, da parte delle associazioni, per accogliere e formare gli studenti con cui entrano in contatto». Per quanto riguarda il senso del progetto, secondo Emma Cavallaro, la speranza è che «i giovani che hanno fatto questa esperienza abbiano capito correttamente cosa è il volontariato e soprattutto che esso, prima di essere una disciplina, prima di essere una tipologia di attività, è una categoria dello spirito.»

I risultati del progetto e della ricerca sono stati pubblicati in un volumetto intitolato “Giovani e volontariati”. La versione elettronica di può scaricare dal sito www.gioevo.org .

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Giorgio Groppo, responsabile regionale dell’Avis Piemonte, è il nuovo presidente della ConVol. L’assemblea nazionale elettiva, convocata a Cagliari, lo ha nominato oggi 10 dicembre 2017 alla guida della Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato. Succede ad Emma Cavallaro che ha guidato l’associazione in questi ultimi anni.

«Essere presidente della ConVol rappresenta per me un incarico di grande responsabilità – afferma il neoresponsabile dell’organizzazione – ed una sfida per il futuro che accetto. Mi rendo conto che la legge di riforma del Terzo Settore lascia campo aperto in merito alla stessa definizione del concetto stesso di volontario nel territorio nazionale. La riforma ha dato sicuramente una grossa mano alle tante realtà che si occupano di cooperazione, mentre, a mio parere, il volontariato è stato messo un po’ nell’angolo.»

Giorgio Groppo resterà in carica fino al 2020, essendo stato eletto per un mandato triennale dall’assemblea nazionale e ha ben chiari quali saranno i prossimi obiettivi da raggiungere per l’associazione che ha eletto lui come presidente. «Prima di tutto – evidenza Giorgio Groppo – sarà necessario rinnovare lo statuto dell’associazione per ampliare la rappresentanza. Oggi la ConVol è un’istituzione che rappresenta le reti e le grandi realtà del volontariato. Va quindi data anche alle piccole realtà di volontariato di aderire alla ConVol, che vuole diventare, soprattutto in questo momento, una casa aperta e accogliente per tutto il volontariato organizzato.»

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Prima sessione di lavori per l’assemblea nazionale elettiva di ConVol, la Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato, riunita da oggi, venerdì 8 dicembre, fino a domenica 10 dicembre all’Hotel Panorama di Cagliari.

I lavori sono stati aperti dalla presidente uscente, Emma Cavallaro, che, avendo raggiunto il limite dei mandati, non potrà essere rieletta alla massima carica associativa.

I lavori si chiuderanno domenica 10 dicembre con le votazioni per le elezioni del nuovo Presidente e del Consiglio di presidenza, mentre domani dalle 9 l’assemblea nazionale prosegue con un dibattito su «La riforma del terzo settore: una sfida per il volontariato organizzato», a cura del professor Giovanni Battista Sgritta, e su «La riforma del terzo settore e la ricaduta sul mondo del volontariato organizzato», a cura dell’avvocato Luca Degani.

«Questa nostra assemblea – esordisce Emma Cavallaro dinanzi all’assemblea nazionale – si pone in un momento socio, politico, economico e anche culturale non facile. Aumentano le disuguaglianze, si allarga sempre maggiormente la forbice tra nord e sud e non solo dal punto di vista economico ma anche per quanto concerne servizi e garanzia di diritti.»

«La nostra – prosegue Emma Cavallaro – è un’organizzazione importante ed è la sola rete di Terzo settore che riunisce unicamente organizzazioni di volontariato. È un’organizzazione con tutti i pregi e le caratteristiche del volontariato. Tante persone, tante idee, tante teste e poca struttura organizzativa.»

Tra le iniziative all’attivo il comitato «La parola ai volontari», esteso a tutto il territorio nazionale con oltre 2 mila firme di adesioni, ed è stata realizzata la ricerca «Volontariato e innovazione sociale oggi in Italia», edita da Il Mulino con l’impegno e la collaborazione di molti studiosi ed esperti dal settore, tra i quali il professor Giovanni Battista Sgritta. Una ricerca quest’ultima che si è mossa su due binari: un’indagine sulle organizzazioni di volontariato a livello nazionale e una survey sui volontari. Secondo alcune stime sono circa 5 milioni coloro che operano nelle diverse aggregazioni di volontari operative in tutto il territorio nazionale.

Il futuro della ConVol è tracciato dalla presidente uscente Emma Cavallaro che auspica come l’organizzazione «deve diventare la Casa di tutte le realtà anche piccole e medie di volontariato organizzato, del vero volontariato che si ritrova nei valori della gratuità che è anche libertà, legalità, relazione, impegno per la difesa e l’affermazione dei diritti, un volontariato dell’advocacy».

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Per tre giorni (8-10 dicembre 2017), Cagliari sarà la capitale del volontariato italiano. Nei locali dell’Hotel Panorama, in viale Diaz, infatti, si daranno appuntamento, per la loro Assemblea nazionale elettiva, i responsabili nazionali delle maggiori associazioni di volontariato organizzato.

«Per questo appuntamento – dice Emma Cavallaro, presidente uscente, che ha raggiunto il limite dei mandati e che quindi non potrà essere rieletta – cerchiamo ogni volta una sede diversa perché è sul territorio che si realizza concretamente l’esperienza del volontario. Quest’anno abbiamo scelto la Sardegna e Cagliari dove la presenza del volontariato organizzato è notoriamente capillare, efficiente e propositiva.»

Al centro della “tre giorni” un’attenta riflessione sull’attuale situazione sociale, sulle novità legislative e organizzative introdotte dalla Riforma del Terzo settore. «Come ConVol – aggiunge Emma Cavallaro – sentiamo forte la responsabilità di rispondere alle sfide che oggi si pongono. Occorre un cambiamento culturale che riaffermi il principio della gratuità codice insostituibile dell’azione volontaria. La gratuità non è una gabbia per le organizzazioni, ma principio di libertà che consente di operare senza dipendenze. La gratuità è anche condizione per un esercizio pieno della dimensione politica del volontariato».

I lavori inizieranno l’8 dicembre 2017, alle ore 16.00, nella sala convegni dell’Hotel Panorama in viale Diaz, con la relazione della presidente uscente e si chiuderanno il 10 dicembre con le votazioni per le elezioni del nuovo presidente e del Consiglio di presidenza.

La ConVol è un’associazione di terzo livello costituita nel 1991 cui aderiscono le principali associazioni, federazioni e reti di volontariato che agiscono in campo nazionale e internazionale. Non ha scopo di lucro, ha fini esclusivi di solidarietà, è apartitica e aconfessionale, la sua struttura e i suoi contenuti sono democratici.