20 April, 2024
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Tredici concerti in quattro giorni con nomi di rilievo della musica e del jazz mondiale nell’incantevole scenario della rocca medievale di Castelsardo, insieme a laboratori e reading che arricchiranno un cartellone proposto dall’associazione Jana Project e con la direzione artistica del musicista Enzo Favata. Dal 22 al 25 agosto appuntamento con la diciannovesima edizione del Musica sulle Bocche International Jazz Festival, in programma nella splendida cornice di Castelsardo, uno dei luoghi più caratteristici e ricchi di storia della Sardegna. I concerti saranno collocati all’interno del borgo storico dei Doria, nelle terrazze e nei giardini che si affacciano sul mare e che si aprono verso l’Asinara da una parte e la Corsica dall’altra, mentre anche per questa edizione i concerti all’alba e al tramonto costituiranno dei momenti di particolare intensità e richiamo.

Dopo la lunga esperienza a Santa Teresa Gallura, il Festival riparte così da un altro incantevole scenario del nord Sardegna dove la rassegna jazz si caratterizzerà anche quest’anno per l’apertura ad altri generi musicali e artistici, come la musica elettronica, le espressioni più alte della tradizione popolare della Sardegna.

Protagonisti a Castelsardo saranno il quartetto di Antonio Faraò insieme al grande sassofonista statunitense Dave Liebman, la pianista islandese Sunna Gunnlaugs, il jazz flamenco dello spagnolo Antonio Lizana, i brasiliani del 3G Trio, il pianista finlandese Sid Hille, il virtuoso del clarinetto basso Sauro Berti, la contrabbassista Rosa Brunello y Los Fermentos, Piero Bittolo Bon Quintet, il bluesman Francesco Piu, il clarinettista Marco Colonna, il Crossing Quartet guidato da Enzo Favata, il vibrafonista Pasquale Mirra, la musica elettronica con Saffronkeira ed il Coro a cuncordu di Castelsardo.

Il Festival ospita inoltre il progetto “JAIN – Jazz and Interculturalism”, co-finanziato dal programma comunitario Creative Europe, che prevede la permanenza per dieci giorni, dal 20 al 30 agosto, di trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna, insieme ai rappresentanti delle tre organizzazioni partner, Nisville Foundation, Syri Blu e Jana Project. Per tutta la durata del soggiorno i giovani saranno impegnati in prove collettive, performance, concerti e jam session.

Musica sulle Bocche è uno degli eventi culturali di maggior rilievo in Sardegna, sia per la caratura degli artisti ospiti, sia per quella particolare formula di simbiosi tra musica e paesaggio che ne ha decretato il successo fin dalle primissime edizioni, con i celebri concerti all’alba e al tramonto nell’ambiente naturale. Anche per questo da diversi anni Musica sulle Bocche si colloca tra i festival jazz più amati dal pubblico nei sondaggi nazionali.

Biglietti e abbonamenti sono disponibili nei luoghi dei concerti e presso libreria Mondadori a Castelsardo, oltre che nell’InfoPoint allestito in Piazza Nuova (ore 18.00-23.00). È possibile inoltre prenotare i biglietti al numero dell’infoline 344 0699882. Per eventuali variazioni e tutti gli aggiornamenti si consiglia si consultare il sito internet e la pagina Facebook del Festival. Oltre a formule di ingresso ed abbonamento a costi molto contenuti (tutte le informazioni sul sito del Festival), quest’anno Musica sulle Bocche propone anche la formula abbonamento-sostenitore a 60 euro per tutti gli spettacoli, posti riservati nelle prime file e la carta MsBCard. La carta sconti può essere utilizzata per acquisti negli esercizi commerciali convenzionati durante il periodo dal 20 al 30 agosto a Castelsardo.

Il Festival Musica sulle Bocche è supportato da Unione Europea, Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Sport e Spettacolo e Assessorato al Turismo), Comune di Castelsardo e Fondazione di Sardegna. Il festival (il cui marchio “Musica sulle Bocche” è depositato dall’associazione Jana Project), inoltre fa parte dell’European Jazz Network, della rete italiana I-Jazz, del Sardinia Jazz Network, e da quest’anno è membro dell’ATS “Isola del Jazz” con i festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, “Calagonone Jazz Festival” e “Time in Jazz”.

Il programma

Il via alla diciannovesima edizione del Festival Musica sulle Bocche sarà dato giovedì 22 agosto. A partire dalle 11.00, presso l’InfoPoint di Piazza Nuova (che sarà il quartier generale del Festival) saranno presentate tutte le attività in cartellone.

Ad inaugurare il programma delle attività e dei laboratori sarà il vibrafonista e percussionista Pasquale Mirra, che alle 12.00 coinvolgerà i bambini dai cinque anni e i loro genitori nel libero laboratorio musicale “Tutto è suono” (l’iscrizione è gratuita). Il primo appuntamento sarà presso la Sala XI per una avventura che proseguirà per tutti i giorni del Festival e che porterà alla scoperta di tutti i suoni che ci circondano per farne scaturire ritmi e melodie e divertirsi tutti insieme.

Ad aprire la serie dei concerti sarà invece alle 19 il Francesco Piu Trio, con una esibizione al tramonto al Parco Lu Grannaddu (ingresso libero). Accompagnato da Gianfranco Marongiu alle percussioni e Paolo Succu alla batteria, il cantante e chitarrista isolano proporrà una miscela esplosiva di blues, funky, rock e soul. Accompagnando la propria voce con strumenti quali chitarra acustica, dobro, weissenborn, banjo, lap steel e armonica, partendo da Osilo questo giovane bluesman negli ultimi anni si è ritagliato uno spazio di rilievo nel panorama italiano ed internazionale e ha avuto ha avuto l’onore di aprire concerti per grandi artisti quali John Mayall, Johnny Winter, Jimmie Vaughan e di calcare il palco con artisti del calibro di Tommy Emmanuel, Eric Bibb, Roy Rogers, Eugenio Finardi, Fabio Treves e molti altri. Il suo ultimo album “Peace & Groove”, nato dalla collaborazione con lo scrittore Salvatore Niffoi, è stato subito inserito dalle riviste specializzate tra i migliori dischi dell’anno e rappresenta un ulteriore svolta di Piu verso sonorità più soul e rhythm’n’blues.

La serata di giovedì 22 proseguirà con il concerto del Piero Bittolo Bon Quintet. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI, l’estroso e visionario polistrumentista presenterà il suo progetto originale “Bread & Fox”, in cui le idee dell’artista veneziano si sintetizzano in un combo in bilico tra groove ed atmosfere contemporanee. Alternando composizioni originali di Bittolo Bon a riletture di pagine di alcuni grandi compositori quali Arthur Blythe, Ornette Coleman ed Henry Threadgill, il quintetto, forte di un approccio all’interplay rigoroso quanto personale, alterna scrittura ed improvvisazione, in un concerto realizzato in collaborazione in collaborazione con I-Jazz – progetto Nuova Generazione Jazz 2019.

Insieme a Bittolo Bon (al sax alto e clarinetto basso) ci saranno Filippo Vignato al trombone, Glauco Benedetti al basso tuba, Andrea Grillini alla batteria e Alfonso Santimone al pianoforte. Quest’ultimo è, insieme al leader, impegnato da anni all’interno del collettivo El Gallo Rojo. Santimone e Bittolo Bon hanno inoltre partecipato come docenti e coadiutori di Tim Berne al Progetto Didattico Massimo Mutti e presenteranno per l’occasione anche il lavoro svolto con gli allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna.

La lunga notte musicale di Castelsardo proseguirà poi dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night. Jam e dj set animeranno l’appuntamento che si ripeterà per le serate del festival, in cui non mancheranno le sorprese per il pubblico (l’ingresso è libero).

Il programma di venerdì 23 agosto si aprirà alle 11.30, presso la Sala XI con la musica di Sauro Berti. Clarinetto basso del Teatro dell’Opera di Roma, il musicista vanta collaborazioni con le più importanti orchestre italiane, è apprezzato all’estero e ha suonato con artisti di fama internazionale come George Prêtre, Riccardo Chailly, Riccardo Muti, Lorin Maazel, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Vero virtuoso dello strumento, Berti ha inoltre partecipato come solista al ClarinetFest 2008 di Tokyo e agli ultimi sei ClarinetFest svoltisi a Porto, Austin, Los Angeles, Lincoln ed Assisi. Nutrita anche la produzione in studio, tra cui spiccano i cd “Suggestions” (Edipan) e “Solo Non Solo” (Parma Records).

Alle 19 protagonista in Piazza della Misericordia l’Antonio Lizana Trio. Cantante flamenco e sassofonista allo stesso tempo, capace di interpretare entrambi i ruoli con una grazia e una coerenza che lo rendono inimitabile, Lizana sarà accompagnato da José Manuel León alla chitarra flamenca ed Adrián Trujillo alle percussioni. Nella sua performance l’artista ripercorrerà il viaggio dei suoi tre album “De Viento”, “Quimeras del Mar” ed “Oriente”. La sua musica attraversa il mondo intero, mescolandosi in maniera omogenea a flamenco e jazz, ricca della sua caratteristica sonorità, in una formazione che arricchisce la potenza espressiva dei singoli musicisti.

Non solo concerti ma anche momenti di riflessione sulla musica e su come opere e artisti hanno influenzato la società della loro epoca. “1969: Guarda che Luna! Le musiche di un anno incredibile dall’allunaggio a Woodstock” è il tema dell’incontro con Franco Bergoglio, autore del libro “I giorni della musica e delle rose” (Stampa Alternativa 2018). Sarà una conversazione che si arricchirà di ascolti guidati in cui Bergoglio parlerà delle musiche degli anni ’68 e ’69 e racconterà un pezzo della nostra storia attraverso quel potentissimo cocktail di rock, blues, prog, avanguardia, jazz, soul e funk che ha cambiato per sempre il nostro universo sonoro e non solo. Appuntamento alle 20.00, presso Piazza della Misericordia. dopo il concerto di Antonio Lizana.

Due stelle del firmamento jazz internazionale per una serata imperdibile. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI il festival Musica sulle Bocche ha l’onore di accogliere lo straordinario pianista italiano Antonio Faraò che ospita nel suo quartetto il sassofonista statunitense Dave Liebman, uno dei grandi protagonisti della generazione che traghettò le invenzioni di Coltrane e Miles Davis verso il jazz-rock. Sarà una serata dove Faraò e Liebman (affiancati da Ameen Saleem al contrabbasso e Bruce Ditmas alla batteria), si avventureranno in una esplorazione senza limiti tra di nuovi brani originali e alcuni standard.

Autentica punta di diamante del panorama jazz internazionale, pianista ammirato da Herbie Hancock, Antonio Faraò è da mettere senza dubbio fra i musicisti europei che hanno raggiunto uno standard espressivo al livello degli americani. Non a caso nel 2015 e nel 2018 è stato invitato a Parigi e a San Pietroburgo all’International Jazz Day, evento mondiale del jazz organizzato dall’Unesco e dalle Nazioni Unite, assieme a Herbie Hancock, Wayne Shorter, Marcus Miller, Al Jarreau, Branford Marsalis, Kurt Elling e molti altri artisti della scena jazz mondiale.

La carriera di David Liebman ha attraversato quasi cinquant’anni, all’inizio degli anni settanta come sassofonista / flautista dei gruppi di Elvin Jones e Miles Davis, continuando da allora come band leader. Ha suonato in oltre cinquecento registrazioni con quasi duecento sotto la sua guida e co-leadership. Le sue band nel corso degli anni hanno incluso musicisti famosi come John Scofield, Richie Beirach, Bob Moses, Billy Hart ed altri. Attualmente insegna alla Manhattan School of Music ed è un docente ospite al Berklee College of Music. Nell’insegnamento jazz è un rinomato docente e autore di numerosi libri di riferimento, mentre l’autobiografia “What Is Is – La vita di un artista jazz” è uno sguardo affascinante sulla sua carriera.

La grande notte della musica a Castelsardo proseguirà dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario con il Jazz Club Night (ingresso libero). Un appuntamento che sarà animato dalle jam dei giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania, Sardegna, a Castelsardo per la residenza artistica inserita nel progetto Jain.

I concerti all’alba sono da sempre uno dei tratti distintivi del festival Musica sulle Bocche. Anche a Castelsardo l’appuntamento verrà rispettato con una esibizione che renderà omaggio alle grande ricchezza delle tradizioni locali. Sabato 24 agosto, alle 6.00 del mattino, con partenza dal sagrato della Cattedrale, il Coro a cuncordu di Castelsardo percorrerà alcuni dei luoghi più suggestivi del borgo storico dei Doria, tra canti sacri e profani.

La tradizione del canto a cuncordu, polifonia di quattro voci maschili con repertorio quasi esclusivamente religioso, è rappresentato in diversi paesi della Sardegna, soprattutto, durante i riti della Settimana Santa. Il Cuncordu di Castelsardo è uno dei cori che mantiene viva questa tradizione tramandata attraverso i secoli. Il direttore e curatore del Cuncordu è Giovanni Pinna, con una lunga carriera costellata di concerti in giro per il mondo e dedicata alla conservazione di questo prezioso patrimonio immateriale della Sardegna. Il gruppo ha avuto negli anni vari avvicendamenti ed oggi, oltre a quella di Giovanni Pinna (contra), si avvale delle voci di Pietro Sanna (basso), Nicola Sini (voce), Gianni Pinna (voce), Mariano Sini (falsetto) e Piergiuseppe Pinna (falsetto).

Al termine del concerto il festival riserva uno speciale omaggio a Pietro Sassu, etnomusicologo e compositore sassarese, scomparso nel 2001 che quest’anno avrebbe compiuto ottant’anni. Grazie alla partecipazione del figlio Simone Sassu, anch’egli musicista e curatore dell’archivio, verrà ripercorsa l’intensa attività dello studioso, insegnante e ideatore di eventi legati alla musica nelle più svariate forme, dalla musica colta a quella popolare. Alla fine degli anni Cinquanta, mentre già suonava nelle orchestre più importanti (in particolare in quella della Rai di Roma), Pietro Sassu inaugurò, infatti, a Sassari la sua pionieristica attività di etnomusicologo. Il database (consultabile on line all’indirizzo https://hymnos-fondosassu.com/) contiene oggi materiali riguardanti le ricerche che lo studioso ha svolto in Sardegna a partire dall’inizio degli anni sessanta del Novecento, un tesoro di inestimabile valore che PietroSassu ha lasciato alle generazioni future. L’appuntamento si terrà nella Sala XI, al termine del percorso dei cantori.

La ricerca del suono avviene in solitudine, pensando, creando e liberandosi delle maschere con cui ci si avvicina agli altri. Erodendo i limiti tecnici e fisici sui propri strumenti di comunicazione si ottiene il silenzio, condizione privilegiata in cui agire nel suono. È da questo assunto che parte la ricerca di Marco Colonna, protagonista alle 11.30 nella Sala XI del castello dei Doria del concerto “Metamorphosis of the moment”. Sax alto, clarinetto basso e clarinetto piccolo sono gli strumenti che il musicista utilizzerà in una performance che spazierà dalla musica etnica a quella contemporanea, passando per il jazzcore e l’improvvisazione.

Il ricchissimo programma serale della terza giornata del festival si aprirà alle 19.00, in Piazza della Misericordia, con il concerto al tramonto del Trio 3G. Tre musicisti, tre strumenti, tre carriere indipendenti, la stessa famiglia. Figli dei più grandi nomi della scena musicale brasiliana, Adriana Godoy (voce), Tico d’Godoy (sassofono) e Frederico Godoy (pianoforte) sono tre cugini che combinano la passione per la musica in un lavoro originale, con una formazione insolita al servizio della musica brasiliana e nella quale si distinguono per gli arrangiamenti moderni, gli “swingados” e le interpretazioni uniche. Se Adriana Godoy  mostra tutta la sua versatilità e la forza vocale della sua carriera ventennale da cantante, Tico da ormai due decenni porta il suo eclettismo musicale, che lo ha plasmato come sassofonista, in svariate collaborazioni con band di rilievo come Trincheira MPBJazz e GroofBoogaloo, mentre Frederico dal 1995 scrive la sua storia di pianista dove, oltre al suo lavoro come compositore ed arrangiatore, accompagna l’Orchestra Sinfonica di Arte Viva.

Cosa accadde alla fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta? Qualcosa che sconvolse il modo di ascoltare e raccontare la musica. Nacquero infatti le radio “libere”, piccole emittenti che portarono una ventata di novità nel panorama musicale nazionale. E con le radio nacque la voglia di narrare una storia diversa, esattamente quella che racconterà Giampaolo Cassitta nel reading “La musica che girava intorno”. Appuntamento alle 2.00, presso Piazza della Misericordia. Un viaggio lungo un’ora, per ricordare quello che siamo stati, quello che potevamo diventare e quello che siamo rimasti. Da “Lugano addio” di Ivan Graziani, passando per De Gregori, Fossati, De André, Dalla, gli Area, la PFM, il Banco del Mutuo Soccorso, Guccini e le parole di Umberto Eco, Roland Barthes, Oriana Fallaci, Stephen King, Amado, ed i colori di Matisse, Picasso e Gaudì. Tutto questo ben miscelato da un dj d’eccezione. Autore di numerosi saggi, racconti e romanzi, Giampaolo Cassitta ha pubblicato nel 2017 il romanzo “Dolci, sante e marescialli”, ironico e brillante affresco della provincia italiana degli anni cinquanta.

Donna e leader, musicista e frontwoman. Alle 21.30, nella Terrazza Sala XI, riflettori puntati su Rosa Brunello y Los Fermentos per un concerto dal sapore ipnotico. Così, infatti, descrivono la propria musica gli stessi protagonisti: «Particelle della materia che sotto l’azione del fermento si muovono violentemente, lottando per ricomporsi con un nuovo ordine, in un ciclo senza fine. Una metafora chimica per una musica alchemica, organica e in continuo divenire». Affiancata da Michele Polga al sax tenore, Frank Martino alla chitarra elettrica e live electronics e Luca Colussi alla batteria, Rosa Brunello, giovane realtà della scena jazz nazionale, si inserisce con grande ricchezza di idee nel prezioso filone dei contrabbassisti-leader che sanno mettersi al servizio della musica, dando un supporto ritmico e nel contempo offrendo una cornice contrappuntistica. Los Fermentos permettono alla musica di dipanarsi con agilità e libertà, mettendo in luce una salda interazione tra i componenti, stimolata e favorita dal lavoro della stessa leader.

La terza giornata del Festival si chiuderà all’insegna della musica elettronica. Dalle 23.00, nella Terrazza del castello dei Doria, Saffronkeira presenta il suo ultimo album “Automatism”. È il quinto lavoro dell’artista sardo (all’anagrafe Eugenio Caria), pubblicato dalla prestigiosa etichetta Donovali Records e che giunge a distanza di quattro anni dalla pubblicazione di “Synecdoche” e di sette anni dal monumentale “A New Life”. Nel suo lavoro Saffronkeira affronta ancora una volta il tema della mente e delle relazioni che la legano ai comportamenti inconsci. Automatism diviene così il terreno di indagine musicale di quei meccanismi della mente in cui una piccola deviazione dall’ordinario origina un momento creativo.

Il concerto all’alba è uno dei momenti più attesi del festival Musica sulle Bocche. Quest’anno ad ospitare il tradizionale appuntamento sarà il prato sotto la Cattedrale di Castelsardo (Piazza Spalti Manganella), che si affaccia verso il mare da cui sorgerà il sole. A partire dalle 6 di domenica 25 agosto protagonista dell’evento sarà la pianista islandese Sunna Gunnlaugs (ingresso libero). La sua musica si adatta perfettamente al contesto, esattamente come durante le composizioni. L’artista travolge infatti l’ascoltatore con il suo senso melodico, indugiando invece nei momenti di tranquillità: tensione e liberazione fanno parte della sua essenza. Il suono durante le sue esibizioni in solo tende talvolta ad immergersi negli standard del jazz americano e occasionalmente sul melodico pop ma, in qualsiasi forma si manifesti, sa intrecciarsi perfettamente nel tessuto musicale di Sunna, perché la musicista islandese ha appreso che la connessione diretta tra l’artista, lo strumento e il pubblico durante un assolo è diversa da ogni altra esperienza un musicista possa avere sul palco.

La mattinata proseguirà con la presentazione del progetto Jain – Jazz and Interculturalism che coinvolge trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna. Dopo la prima tappa in Serbia, nella citta di Nis, in occasione del Nisville Festival dal 3 al 13 agosto, i giovani saranno a Castelsardo dal 20 agosto in occasione del Festival e ci resteranno fino al 30 per delle giornate di prova e performance collettiva. Nella mattinata di sabato i ragazzi presenteranno il loro lavoro al pubblico a partire dalle 11.30, nella Sala XI presso il castello dei Doria.

L’ultima serata di Musica sulle Bocche sarà all’insegna delle sorprese e delle contaminazioni musicali. Al tramonto a partire dalle 19 in Piazza della Misericordia spazio al pianista finlandese Sid Hille con il suo F# Trio, completato da Jori Huhtala al contrabbasso e Markus Ketola alla batteria. Il progetto ha inizio nel 2016, dove fa il suo esordio al leggendario Pori Jazz Festival. F# è essenzialmente un trio di pianoforte, ma con alcuni colpi di scena: Hille suona il Fender Rhodes invece del tradizionale pianoforte acustico, utilizzando una vasta gamma di effetti, suoni, espressioni e loop. Anche Huhtala modifica con l’elettronica il suono del suo basso acustico e Ketola manipola loop e campioni dei suoi live, creando così paesaggi sonori completi e spontanei. L’approccio un po’ anarchico nelle loro esibizioni ha suscitato molto interesse tra il pubblico e la critica. Durante il tour di successo F# hanno inciso lo scorso anno il loro primo album, “The wannsee punk”, completamente improvvisato.

A chiudere il programma dei concerti della diciannovesima edizione del festival Musica sulle Bocche sarà Enzo Favata con il suo Crossing Quartet. Il musicista algherese (al sax soprano e clarinetto basso) salirà sul palco della Terrazza Sala XI, alle 21.30, accompagnato da Pasquale Mirra al vibrafono, Rosa Brunello al basso elettrico e UT Gandhi alla batteria. La band ha avuto un grande successo nella sua recente tournée in Giappone, dove è stata definita dalla stampa come capace di “una musica visionaria in cui il sapore selvatico del Mediterraneo si lega ai ritmi ipnotici dell’Etiopia e le atmosfere balinesi, dando vita ad una poesia dalla potenza sonora unica”. Entrare in contatto con l’Enzo Favata Crossing Quartet significa immergersi in un caleidoscopio di suoni e stili musicali dalle molteplici forme. Un vortice, tra minimalismo, space rock, jazz contemporaneo, musica elettronica e world jazz, combinati dal suono originale del sax soprano, la forza stilistica di uno dei più grandi vibrafonisti europei come Pasquale Mirra ed il sapore rock del basso e batteria.

Un grande concerto che precederà l’ultimo appuntamento dalle 23.00, in Piazza del Novecentenario, e con ingresso libero con il Jazz Club Night, jam e dj set per chiudere in musica la diciannovesima edizione del festival.

Chiuso il cartellone musicale, Musica sulle Bocche proporrà altri tre appuntamenti, a completamento di un programma ricco di eventi collaterali nel segno della multidisciplinarietà artistica. Lunedì 26 agosto, alle 18, andrà in scena l’esito finale del laboratorio teatrale “Orizzonte Unico Confine”, tenuto nei giorni del festival da Vittoria Nicoli – Regia Peregrina, frutto del terzo anno di collaborazione tra Musica sulle Bocche e la compagnia Teatri Peregrini e il suo Noborders Performance Art Festival di Santa Teresa Gallura. Orizzonte Unico Confine è un gruppo aperto, creato da officine peregrine teatro e composto da attori professionisti e improvvisati, da migranti, indigeni e turisti che si pone in viaggio verso un orizzonte di storie. Il laboratorio è un evento dedicato per Musica sulle Bocche con lo scopo di creare intersezioni narrative tra musicisti, abitanti, turisti e luoghi pulsanti di Castelsardo nelle giornate imperdibili del festival. La performance sarà il primo step del viaggio che il gruppo porta avanti da metà luglio e che vedrà la sua conclusione con lo spettacolo finale di dicembre su migrazione e radici.

Due incontri chiuderanno invece il progetto europeo Jain – Jazz and Interculturalism. Il primo, in programma martedì 27 agosto alle 11, sarà incentrato sul tema “Audience Development – I festival jazz e il loro pubblico”, e a cui parteciperanno le associazioni Jana Project, la serba Nisville Foundation e l’albanese Syri Blu. Nel corso dell’iniziativa si cercherà di capire come la musica jazz possa diventare uno strumento socialmente inclusivo tra i giovani e nelle comunità multietniche, e come le organizzazioni culturali possono lavorare per aumentare la consapevolezza e supportare i cittadini nell’uso della musica quale strumento per costruire comunità culturalmente diverse e socialmente inclusive.

Il secondo incontro, in programma giovedì 29 agosto e dal tema “Jazz e comunità multiculturali” sarà un dibattito aperto a cui saranno chiamati ad intervenire amministratori locali, rappresentanti delle istituzioni, operatori culturali, dell’informazione e della scuole, con l’obiettivo di confrontarsi sull’uso della cultura per diffondere tolleranza, diversità culturale e dialogo interculturale tra giovani di diverse comunità etniche. (Luogo e orario saranno resi noti nei prossimi giorni).

Musica dal tramonto a notte fonda, nello scenario antico della chiesetta rurale di Santa Maria de Fora di Perfugas e a pochi giorni dal via a Castelsardo della diciannovesima edizione del “Musica sulle Bocche International Jazz Festival”. Appuntamento martedì 20 agosto, con “Tramonti di Sardegna”, ultima anteprima della manifestazione che dal 22 al 25 agosto porterà della rocca dei Doria ben tredici concerti, laboratori, reading e altre attività. A Perfugas, a partire dalle 19.00, saranno protagonisti il Coro di Castelsardo, il duo composto da Enzo Favata (sassofoni e live electronics) e Pasquale Mirra (vibrafono, percussioni e live electronics) e Kabaret Maker con il suo dj set, per una serata ad ingresso gratuito che farà convivere diversi generi musicali e che, grazie al sostegno dell’amministrazione comunale e alla collaborazione di diverse realtà artistiche ed economiche del territorio, collegherà il territorio interno dell’Anglona con la costa. Il via della serata all’interno della chiesetta romanica con il canto “a cuncordu” e canti religiosi del Coro di Castelsardo composto da Pietro Sanna (basso), Giovanni Pinna (contra), Stefano Tugulu (voce), Piergiuseppe Pinna (falsetto) e Mariano Sini (falsetto).. Dalle 20.00 ci si sposta nel sagrato dove Enzo Favata (sassofoni e live electronics) e Pasquale Mirra (vibrafono, percussioni e live electronics) proporranno un set all’insegna della melodia, del ritmo, di nuove sonorità e del virtuosismo. La serata proseguirà dalle 21.30 fino a notte fonda con il dj set a cura di Kabaret Maker, un artista sardo che ha fatto della Brain Dance (un mix di folk tradizionale, sigle tv, jingle pubblicitari, acid, techno, jungle e break beat mescolato ad alta velocità) il suo stile inconfondibile.

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Inizia da Cagliari l’avventura della diciannovesima edizione del “Musica sulle Bocche” International Jazz Festival, in programma dal 22 al 25 agosto nella splendida cornice di Castelsardo, uno dei borghi storici più belli d’Italia. Giovedì 1° agosto l’appuntamento è nel capoluogo per una prestigiosa anteprima che vedrà il musicista Enzo Favata in scena a partire dalle 21 all’Exma di via San Lucifero. Un concerto in solo ad ingresso gratuito che anticipa il ricco programma di Musica sulle Bocche, ben tredici concerti, laboratori, readings ed altre attività in quattro giorni.

L’artista algherese, direttore e fondatore di “Musica sulle Bocche”, arriva da tre tour in Giappone, Cina e Vietnam dove ha portato diversi suoi progetti musicali. In questo concerto cagliaritano si esibirà al sax soprano, clarinetto basso e live electronics per una serata organizzata in collaborazione con Radio X Social Club e l’Exma-Exhibiting and Moving Arts. L’ingresso è gratuito (info e servizio prenotazione tavoli ai numeri 389-1310628 e 070-4640591).

Dopo l’appuntamento cagliaritano, “Musica sulle Bocche” volerà in Serbia, prima tappa del progetto Jain – Jazz and Interculturalism che farà incontrare trenta giovani musicisti provenienti da Serbia, Albania e Sardegna. Dal 4 al 13 agosto i giovani selezionati per la nostra isola, tutti studenti o diplomati presso il corso di jazz del Conservatorio di Sassari, incontreranno i loro colleghi balcanici nel corso del Nisville Jazz Festival. Sarà la prima di tre residenze creative che consentiranno ai giovani musicisti di dialogare e creare attraverso la musica.

Jain – Jazz and Interculturalism è, infatti, un progetto di partenariato tra organizzazioni culturali nell’ambito del programma europeo Creative Europe, promosso dai serbi della Nisville Foundation in collaborazione con gli albanesi di Syri Blu e l’associazione sarda Jana Project, organizzatrice di Musica sulle Bocche. La finalità del progetto è di promuovere il dialogo interculturale attraverso la musica; l’obiettivo è quello di facilitare la creatività e lo scambio artistico aperto attraverso la connessione tra giovani musicisti jazz provenienti da diverse realtà culturali, sociali, economiche e geografiche.

I tre partner hanno così selezionato per ogni paese dieci giovani musicisti che parteciperanno alle diverse fasi del progetto che prevede prove e laboratori per la formazione di un’unica orchestra su un repertorio di jazz e di musiche popolari delle regioni coinvolte. Dalla Sardegna partiranno alla volta della Serbia le cantanti Alessandra Del Rio, Bianca Frau e Rebecca Ginatempo, il sassofonista Andrea Uggias, il chitarrista elettrico Davide Laconi, i batteristi Gabriele Zirulia e Paolo Addis, il pianista Marco Bande e i chitarristi Paolo Corda e Michele Porcu. Del gruppo fanno parte inoltre il batterista Jacopo Careddu, selezionato per una residenza artistica a Nis, e l’artista Giada Deroma della compagnia Officine Peregrine, in qualità di tutor.

Dopo l’esperienza in Serbia, la carovana di Jain si sposterà in Sardegna dal 20 al 30 agosto, per dieci giorni proprio a cavallo del festival “Musica sulle Bocche”, per poi fare tappa in Albania, dal 3 al 12 ottobre.

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Musica d’autore venerdì 22 marzo a Sennori, con l’artista musicista sassarese Gianfranco Cossu, che accompagnato dalla chitarra a dieci corde del magistrale Marcello Peghin, si esibirà in un concerto per presentare il suo ultimo album “Coi Delfini del Cielo”. L’appuntamento è alle 20.00, all’Auditorium del centro culturale “Antonio Pazzola”, in via Farina 32. Si annuncia una serata all’insegna delle emozioni, generate dalla sensibilità artistica di Gianfranco Cossu e dalla genialità e tecnica di Marcello Peghin, che insieme daranno anima ai brani dell’ultimo lavoro di Cossu, brani che prendono spunto dalle esperienze umane vissute dall’autore a contatto con il delicato mondo delle disabilità e delle meravigliose persone che lo popolano.

Gianfranco Cossu, chitarrista sassarese, ha iniziato la sua carriera artistica nel 2001 con il gruppo Nasodoble, trio allora composto da chitarra flauto e violino. Nel 2006 ha pubblicato il suo primo lavoro discografico da solista, “Inquiete Rumorose Finzioni”, con brani interamente scritti e arrangiati dallo stesso autore. Nel 2013 ha registrato un disco di musiche originali con il gruppo Ollantaytambo, trio composto con Paolo Carta Mantiglia (clarinetti e sax) e Nicolas Capettini (contrabbasso).

Marcello Peghin è un chitarrista algherese di musica jazz e musica classica, che vanta collaborazioni artistiche con i più grandi nomi del panorama internazionale. Ha suonato, tra gli altri, con Gilberto Gil, Enrico Rava, Dino Saluzzi, Antonello Salis, Paolo Fresu, Trilok Gurtu, Omar Sosa, Miroslav Vitous, David Leabman, Anthony Bowers dei Simple Red, Tony Scott. Inoltre è presente in buona parte della produzione discografica di Enzo Favata ed Elena Ledda. Il suo ultimo lavoro è la colonna sonora del film “Chi salverà le rose”, del regista algherese Cesare Furesi, con il quale ha vinto il premio al Santa Marinella Film Festival come miglior colonna sonora del cinema italiano.

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Domani, martedì 18 dicembre, alle ore 19.00, Enzo Favata terrà un concerto nella lampisteria del Museo del Carbone, presso la Grande Miniera di Serbariu.

Il musicista sardo proporrà un repertorio completo – sassofono, soprano sax, clarinetto basso, concertina, strumenti etnici ed elettronica dal vivo – in regalo per l’80° compleanno della città di Carbonia.

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Giornata densa di appuntamenti, a Cagliari, per “Forma e Poesia nel Jazz”, il festival organizzato dall’omonima cooperativa in scena fino a domenica 30 settembre negli spazi dell’ex Manifattura Tabacchi.

Dopo gli appuntamenti di questa mattina, alle 18 spazio alla presentazione di “Sardegna, jazz e dintorni”, recente pubblicazione di Simone Cavagnino e Claudio Loi, edita lo scorso giugno da Aipsa. Suddiviso in cinque sezioni tematiche, il libro comprende oltre settanta testimonianze originali di artisti e addetti ai lavori e una nutrita galleria discografica con centinaia di schede distribuite sotto forma di playlist per ogni sezione. Tante le voci autorevoli all’interno dell’opera, tra cui quelle di Paolo Fresu, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Gavino Murgia, Enzo Favata, Paolo Angeli, Elena Ledda e Rossella Faa, tra gli altri. Partecipa all’incontro con gli autori, il musicologo e musicista Enrico Merlin, che firma l’introduzione del libro.

A seguire, conferenza stampa di presentazione del progetto “377” del contrabbassista sardo Sebastiano Dessanay. Il musicista, da tempo trapiantato nel Regno Unito, partirà il mese prossimo per un tour in bicicletta che toccherà tutti i comuni della Sardegna, con l’intento di trarre ispirazione dall’incontro con la tradizione e contemporaneità della sua terra madre, scrivendo ogni giorno nuova musica ispirata dai luoghi e persone incontrate, per giungere, dopo un anno, alla realizzazione di un progetto musicale unico nel suo genere. 

Dopo la fortunata esperienza della scorsa edizione, ritorna al festival cagliaritano il musicista e collezionista Attilio Berni con la sua esposizione di sassofoni: in mostra ben 65 esemplari di quello che è tra gli strumenti simbolo del jazz, compresi alcuni pezzi rari, come il gigantesco sax subcontrabbasso, e un clarinetto appartenuto al grande Benny Goodman. In programma, alle 21.00, anche una conferenza-spettacolo di Berni sul binomio sax-erotismo nel cinema.

Nel frattempo, alle 19, la musica avrà preso il via con il primo dei tre concerti della serata. Sul palco una delle rivelazioni della musica jazz degli ultimi anni, Ivan Dalia (reduce dall’incontro della mattina con l’ABC – Associazione Bambini Cerebrolesi), alla testa del suo trio, con Alberto Sauri al basso e Javier Reyes alla batteria. La musica del pianista campano, classe 1985, cieco dalla nascita, ricerca e trova influenze provenienti sia dalla musica classica che dal jazz, ma anche dalla tradizione popolare. Di recente uscita il suo primo album in studio che vede la partecipazione di musicisti del calibro di Fabrizio Bosso e Rosario Giuliani.

 Un altro piano trio, quello di Claudio Filippini, al centro del secondo set (ore 20.00). Il pianista di Pescara, che nel corso degli anni ha condiviso palcoscenici importanti con nomi del jazz nazionale ed internazionale come Wynton Marsalis, David Binney, Palle Danielsson, Tony Scott, Mike Stern, Noa, Mario Biondi, Giovanni Tommaso, Maria Pia De Vito, Chiara Civello, Fabrizio Bosso, Dario Deidda, Roberto Gatto e Stefano Di Battista, presenta il disco “Before the wind”, in uscita prevista per il prossimo ottobre: un lavoro, che pur mantenendo la propria matrice jazz, non si cristallizza su una formula fissa, ma verso una continua ricerca di nuove mete a cui approdare. Accanto a Filippini, in questa tappa sarda, il contrabbassista Luca Bulgarelli ed il batterista Marcello Di Leonardo, compagni di avventura ormai da tre lustri e che lui stesso definisce «la migliore sezione ritmica che un pianista possa desiderare».

L’ultimo atto della serata di sabato (alle 22.00) vede al centro dei riflettori Roy Paci in “Inediti, B-Sides e altre amenità”un live all’insegna della riscoperta di materiali meno noti e brani fuori scaletta, eseguiti da una formazione che, accanto al trombettista, compositore, arrangiatore e cantante siciliano, schiera Vito Scavo al trombone, John Lui alle chitarre e cori, Roberto De Nittis al pianoforte, Riccardo Di Vinci al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria. In trentacinque anni di carriera, il poliedrico musicista nativo di Siracusa ha realizzato e partecipato a più di cinquecento album, collaborando con artisti del calibro di Manu Chao, Mike Patton, Negrita, The Ex, Vinicio Capossela, Gogol Bordello, Macaco, 99 Posse, Daniele Silvestri, Bombino, Caparezza, Hindi Zahra, Ivano Fossati, Subsonica, Piero Pelù, Marlene Kuntz, Frankie Hi-nrg, Tony Levin e tanti altri. Lo scorso febbraio ha partecipato al Festival di Sanremo insieme a Diodato con la canzone “Adesso” mentre è del 20 luglio l’ultimo singolo, “Salvagente“, che insieme al suo gruppo Aretuska vede la partecipazione del rapper Willie Peyote. Roy Paci ha anche realizzato colonne sonore per cinema, tv e teatro, ricevendo riconoscimenti come il prestigioso Nastro d’Argento e una candidatura al David di Donatello.

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È uno dei concerti più attesi della rassegna che accompagna la trentesima edizione dei Seminari Nuoro Jazz, in pieno svolgimento (fino a venerdì 31) nel capoluogo barbaricino. Protagonista Peter Bernstein che, dopo aver tenuto nei giorni scorsi la sua masterclass internazionale nell’ambito dell’iniziativa didattica organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro, questa sera è atteso sul palco nei cortili del Museo del Costume, a partire dalle 21.00. Il programma prevede una parte di esibizione da solo ma anche brani in compagnia di alcuni dei musicisti che compongono il corpo docente dei Seminari jazz nuoresi. E sarà una bella occasione per apprezzare dal vivo il chitarrista newyorkese, classe 1967, che nel suo bagaglio di esperienze conta la partecipazione a un centinaio di dischi, compresi una quindicina da leader, collaborazioni con jazzisti come Lou Donaldson, Jimmy Cobb, Larry Goldings, Joshua Redman, Diana Krall, Dr. Lonnie Smith e apparizioni nei gruppi di Nicholas Payton, Sonny Rollins, Lee Konitz e Tom Harrell, tra gli altri.

A precedere il concerto di Peter Bernstein, un altro appuntamento è in agenda oggi a Nuoro Jazz: la presentazione, alle 19.00, al Caffè Tettamanzi, di “Sardegna, jazz e dintorni”, recente pubblicazione di Simone Cavagnino e Claudio Loi, edita lo scorso giugno da Aipsa. Suddiviso in cinque sezioni tematiche, il libro comprende oltre settanta testimonianze originali di artisti e addetti ai lavori e una nutrita galleria discografica con centinaia di schede distribuite sotto forma di playlist per ogni sezione. Tante le voci autorevoli all’interno dell’opera, tra cui quelle di Paolo Fresu, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Gavino Murgia, Enzo Favata, Paolo Angeli, Elena Ledda, Rossella Faa e Sebastiano Dessanay.

Mentre proseguono le attività didattiche alla Scuola Civica di Musica, domani martedì 28 agosto è atteso a Nuoro per due diversi impegni un grande protagonista del jazz italiano, nonché cofondatore dei Seminari (nel 1989, con la compianta Antonietta Chironi) che ha diretto per venticinque anni: Paolo Fresu. Il trombettista sardo di Berchidda ritorna nel capoluogo barbaricino alla testa del Devil Quartet, la formazione di cui condivide le sorti fin dalle origini, una quindicina d’anni fa, con tre musicisti che sono anche docenti dei corsi nuoresi: il chitarrista Bebo Ferra, il contrabbassista Paolino Dalla Porta e il batterista Stefano Bagnoli. Il Devil Quartet, di cui lo scorso febbraio è uscito il terzo album, “Carpe diem”, si esibirà in mattinata nel carcere di Badu ‘e Carros, un appuntamento immancabile della programmazione di Nuoro Jazz (si rinnova infatti per la quindicesima volta), e poi, in serata, alle 21.00, nell’area archeologica di Tanca Manna.

 

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Appuntamento “extra moenia” questa sera, per Nuoro Jazz. La rassegna di concerti che affianca il trentesimo Seminario jazz si sposta per una sera dal capoluogo barbaricino a Posada, sulla costa orientale, tappa ormai abituale nel circuito della manifestazione organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro.

Alle 21.00, in piazzetta Zirottu, è di scena il We Kids Quartet, formazione guidata da Stefano Bagnoli, tra i batteristi di primo piano della scena jazzistica nazionale (nonché docente del Seminari jazz di Nuoro): accanto ai suoi piatti e tamburi, Francesco Patti al sax tenore, Giuseppe Vitale al pianoforte e Stefano Zambon al contrabbasso.

In attività da quand’era appena quindicenne, nel 1978, Stefano Bagnoli può vantare un curriculum artistico di rilievo sia in termini discografici che per le collaborazioni con artisti del calibro di Clark Terry, Harry Sweet Edison, Buddy De Franco, Johnny Griffin, Tom Harrell, Miroslav Vitous, Joe Lovano, Bob Mintzer, Randy Brecker, Uri Caine, Gil Goldstein. Membro stabile dei gruppi di Paolo Fresu, Paolo Jannacci, Dado Moroni, Franco Cerri, Franco Ambrosetti, oltre a suonare nel progetto “Malia” di Massimo Ranieri con Enrico Rava e Rita Marcotulli, nel 2011 ha formato il suo primo trio con due giovanissimi talenti siciliani, Francesco Patti e Giuseppe Cucchiara: tre album e una fitta attività concertistica hanno spianato la strada ai due, che di recente si sono avventurati con successo oltreoceano sperimentando le proprie idee.

Portando avanti la sua vocazione di talent scout, e con l’intento di mantenere in vita il nome “We Kids” (nome volutamente ironico per un progetto all’insegna del dialogo tra musicisti veterani e nuove leve) come marchio portafortuna per nuove generazioni di musicisti, Stefano Bagnoli ha rinnovato nel 2016 l’organico chiamando a sé altri due giovanissimi fuoriclasse: Giuseppe Vitale e Stefano Zambon. Per questa occasione di Nuoro Jazz, il batterista riunisce in un quartetto i “kids” delle due formazioni e presenta un omaggio all’essenza innovativa e multiforme del jazz, che contamina il passato con il linguaggio moderno delle nuove generazioni: una proposta stilistica ancorata alla tradizione ma con la voglia di rinnovarsi senza barriere, semplicemente suonando, ognuno con il proprio stile, l’intramontabile repertorio storico di Louis Armstrong, Fats Waller, Benny Goodman e Duke Ellington oltre ad alcuni brani originali composti dallo stesso Bagnoli e i suoi ragazzi.

Lunedì sera (27 agosto) la rassegna ritorna a Nuoro per uno dei suoi concerti più attesi: protagonista Peter Bernstein che, ultimata la sua masterclass di tre giorni nell’ambito del Seminario Jazz, sarà sul palco nei cortili del Museo del Costume a partire dalle 21.00. Una bella occasione per apprezzare dal vivo il chitarrista newyorkese, classe 1967, che nel suo bagaglio di esperienze conta la partecipazione a un centinaio di dischi, compresi una quindicina da leader, collaborazioni con jazzisti come Lou Donaldson, Jimmy Cobb, Larry Goldings, Joshua Redman, Diana Krall, Dr. Lonnie Smith ed apparizioni nei gruppi di Nicholas Payton, Sonny Rollins, Lee Konitz e Tom Harrell, tra gli altri.

Altro appuntamento in agenda per lunedì, alle 19 al Caffè Tettamanzi, la presentazione di “Sardegna, Jazz e dintorni”, recente pubblicazione di Simone Cavagnino e Claudio Loi, edita lo scorso giugno da Aipsa. Suddiviso in cinque sezioni tematiche, il libro comprende oltre settanta testimonianze originali di artisti e addetti ai lavori e una nutrita galleria discografica con centinaia di schede distribuite sotto forma di playlist per ogni sezione. Tante le voci autorevoli all’interno dell’opera, tra cui quelle di Paolo Fresu, Antonello Salis, Pinuccio Sciola, Gavino Murgia, Enzo Favata, Paolo Angeli, Elena Ledda, Rossella Faa e Sebastiano Dessanay.

 

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Il Solo Concert di Enzo Favata (soprano sax, clarinetto basso e contralto, strumenti a fiato) in programma questa sera al Nuraghe di Seruci, con inizio alle ore 19.30, è stato rinviato a data da destinarsi a causa delle avverse condizioni meteorologiche.

Ricordiamo che si tratta del primo di quattro appuntamenti che si svolgeranno da qui a settembre, nell’ambito dell’Estate gonnesina, in un luogo carico di storia, capace di regalare tramonti spettacolari.

Enzo Favata si esibì al Nuraghe Seruci di Gonnesa, cinque anni fa, nello spettacolo “Tramonti di Musica sulle Bocche”, con l’Enzo Favata Decoder Quartet, del quale facevano parte Marcello Peghin, Danilo Gallo e Ut Gandhi.

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Domenica 19 agosto Enzo Favata (soprano sax, clarinetto basso e contralto, strumenti a fiato) si esibirà al Nuraghe di Seruci alle ore 19.30. Si tratta del primo di quattro appuntamenti che si svolgeranno da qui a settembre in un luogo carico di storia capace di regalare tramonti spettacolari.

Enzo Favata si esibì al Nuraghe Seruci di Gonnesa, cinque anni fa, nello spettacolo “Tramonti di Musica sulle Bocche”, con l’Enzo Favata Decoder Quartet, del quale facevano parte Marcello Peghin, Danilo Gallo e Ut Gandhi.

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