20 April, 2024
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Angelo Caria è stato confermato all’unanimità per altri 4 anni segretario generale FNP CISLS Sulcis Iglesiente. Al congresso hanno partecipato 55 delegati, complessivamente 120 iscritti. Presenti il segretario nazionale Attilio Rimoldi, il segretario generale regionale Piero Agus e il segretario generale UST Sulcis Fabio Enne.

La FNP CISLS Sulcis Iglesiente ha oggi 7.300 pensionati iscritti, in 16 sedi dislocate in tutto il territorio dell’ex provincia di Carbonia Iglesias.

«Siamo consapevoli che lo scenario politico-sociale del nostro Paese è al quanto preoccupante e, soprattutto, dopo vari avvicendamenti senza vere elezioni, con scissioni nelle scissioni, rimpasti e impasti a destra a sinistra e al centro, il Governo guarda avanti, ipotizza nuovi modelli di sviluppo che richiedono tempo per diventare realtà – ha detto tra l’altro Angelo Caria nella sua relazione -. Nel frattempo il Sulcis fa i conti con un presente drammatico. Non frana solo un sistema industriale, rischia di lacerarsi irreparabilmente il tessuto sociale con i suoi 4.300 lavoratori che hanno perso il posto di lavoro e i 3.000 cassintegrati che si aggiungono ai tantissimi giovani disoccupati, questo per dire che nessuno vuol vivere di assistenza ma nessuno vuole morire di indifferenza. Tutto questo crea incertezza in termini di governabilità e non è in grado quindi di interpretare compiutamente gli sviluppi della grave crisi economica, che coinvolge la nostra realtà Nazionale, Regionale e la nostra Comunità Territoriale, colpite duramente dalla crisi e dalla recessione.»

Angelo Caria si è soffermato sui problemi del sistema sanitario nel Sulcis Iglesiente che colpiscono sensibilmente le fasce sociali della terza età.

«Negli ultimi si stanno verificando tempi cose che credevamo non vedere più nella Sanità del Sulcis Iglesiente: tagli, tagli e ancora tagli – ha detto Angelo Caria -. Ancora una volta, siamo di fronte a casi di malfunzionamento della Sanità, alcuni politici ben pensanti ci dicono che non possiamo più dare tutto a tutti, quindi l’universalità non ha più ragione di esistere. Questo è il Clima. Noi non crediamo che si risolvano i problemi con i tagli continui e indiscriminati. Certo sono inaccettabili le gestioni disastrose, gli sprechi ed il malaffare, non è nemmeno accettabile il comportamento di medici che per apparire buoni prescrivono esami e controlli inutili e nocivi.»

«Per Welfare e Sanità – ha aggiunto Angelo Caria -, stiamo ragionando con SPI / UILP  e confederazioni, e la categoria dei lavoratori del comparto, per raggiungere obiettivi comuni che diano risposte alle esigenze dei nostri pensionati. Il nuovo stato sociale non può essere quello delle code degli Anziani alla ASL, non è tollerabile mettere sullo stesso piano grandi questioni come la salute, l’assistenza anziani, l’istruzione, le tariffe, il mancato ruolo della Famiglia.

Sul Vocabolario troviamo alla parola “Solitudine”, questo significato: stato di esclusione da ogni rapporto di presenza o vicinanza altrui.

Tutta questa riflessione per dirvi, cari Amici e care Amiche, che il nostro primario interesse, è quello di non far vivere la persona sola, che sia anziano, che sia disabile, che sia povero, che sia malato, che sia disoccupato, che sia residente nell’ultimo comune o frazione del nostro Territorio.

La salute è un bene troppo prezioso e non può essere trascurato o subordinato ad interessi che non ci appartengono.

Oggi serpeggia grande malessere nei Presidi Ospedalieri del nostro Territorio, c’è grande tensione a causa delle continue spoliazioni e dei pesanti tagli e dimissioni di questa realtà che i cittadini mal sopportano e respingono con forza soprattutto in assenza di garanzie e certezze per il futuro.

Noi siamo consapevoli dell’urgente necessità di contenere la spesa sanitaria e recuperare un equilibrio finanziario, ma questo non può continuare ad avvenire senza un preventivo confronto con le Forze Sociali e soprattutto non può avvenire in assenza di progetti alternativi credibili e convincenti sul territorio che ledono i diritti dei pensionati, anziani e lavoratori.

Noi dobbiamo e vogliamo riaffermare il valore della Giustizia Sociale – ha concluso Angelo Caria – e difendere il diritto universale alla salute e tutto questo lo facciamo con responsabilità e con orgoglio e per impedire che la nostra gente, continui ad essere umiliata e sacrificata mettendo a repentaglio la nostra Salute.»

  

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Claudio Nuscis, dipendente della ASSL di Carbonia, è il nuovo segretario della Cisl Funzione pubblica del Sulcis Iglesiente. E’ stato eletto a conclusione del quinto congresso della categoria che si è svolto venerdi 10 marzo nei locali del ristorante “Argentaria”, a Iglesias. I delegati dei lavoratori di Comuni, Azienda Sanitaria, Aias e uffici periferici ministeriali, uniti nello slogan «lo sviluppo del territorio attraverso la qualità dei servizi», hanno focalizzato il drammatico susseguirsi del venir meno dei servizi nel territorio puntando l’indice accusatore verso la politica regionale incapace di dare risposte all’annosa crisi occupazionale che mai prima d’ora aveva segnato dati così allarmanti.

Fabio Enne che in qualità di segretario confederale territoriale ha presieduto i lavori, e Davide Paderi, segretario generale regionale Funzione pubblica, hanno messo l’accento sui numeri della provincia più povera d’Italia, nella quale i dipendenti pubblici segnano il termometro, essendo essi stessi non solo erogatori ma fruitori di un servizio pubblico sempre più in fase di smantellamento. L’indice accusatore è stato puntato principalmente verso la dirigenza dell’Aias, per la quale, l’assise congressuale ha approvato un documento che impegna tutti i livelli dell’organizzazione sindacale ad adoperarsi verso lo smantellamento del sistema monopolistico dell’Azienda rea in questi ultimi anni di atteggiamenti verso i lavoratori di prevaricazione e persecuzione.

«E’ stato focalizzato il tema del mancato pagamento degli stipendi con arretrati che sono arrivati ormai a nove mensilità e il licenziamento del segretario uscente Roberto Fallo – si legge in una nota della segreteria sindacale -, con accuse ignobili che l’Assemblea ha ritenuto il vergognoso pretesto per tentare di liberarsi di chi si è impegnato in tutti questi anni per la tutela dei lavoratori. La principale richiesta del congresso è quella che la Cisl a tutti i livelli si impegni per chiedere alla Regione Sardegna di voler ricercare una alternativa valida e seria all’azienda gestita oggi dalla famiglia Randazzo.»

E’ stato confermato all’unanimità Roberto Fallo che affiancherà Claudio Nuscis con il ruolo di segretario generale aggiunto e di Gloria Dessì, dipendente della provincia del Sud Sardegna. Completa la squadra Stefano Garau, dipendente del comune di Sant’Antioco, come capo dipartimento delle Autonomie locali.

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Siamo alle solite, anno nuovo, problemi vecchi e sempre più complessi.

La fabbrica della Portovesme S.r.l., unica produttrice italiana di zinco, unica sopravvissuta allo sfacelo industriale nel Sulcis lglesiente, potrebbe presto avere le ore contate”, in termini realistici, i mesi contati.

La Cisl, non ci sta a fare da spettatrice all’ennesima sciagura industriale del Territorio causata dalle inadempienze e incapacità delle lstituzioni.

Dal Governo nazionale, regionale e fino alle istituzioni locali, si continua a registrare una totale inettitudine nel dare una valida prospettiva economica al territorio, e come se non bastasse, si prefigurano scenari devastanti anche per le attività che, seppure in sofferenza, hanno mantenuto energiche le produzioni senza causare ulteriori danni all’occupazione.

Quella della Portovesme S.r.l., per la Cisl, potrebbe essere I’ennesima vittima di una politica del nulla, che non affronta risolve le diverse problematiche necessarie per il proseguo produttivo di una fabbrica che occupa 1.600 lavoratori.

Nell’ordine dei problemi, sono necessarie Ie autorizzazioni per l’ampliamento della discarica che consentirà le lavorazioni fino al mese di giugno 2017, e quindi, in assenza delle decisioni attinenti all’individuazione di un sito per la realizzazione di una discarica in grado di allocare gli scarti di lavorazione per i prossimi 10/20 anni, lo stabilimento sarà chiuso.

La modifica e la rimodulazione dell’art. 39 sul dispacciamento e gli oneri di gestione legati al prczzo dell’energia elettrica, tutto fermo dal 2013, obbliga le aziende energivore, come la Portovesme, alla marcia degli impianti, pagando un prezzo energetico altissimo che presto potrebbe portare la stessa alla fermata produttiva per situazioni legate alla non competitività rispetto ad altri produttori europei.

La concessione per l’utilizzo di un prezzo energetico adeguato, attraverso la super interrompibilità (scade dicembre 2017), prosegue ad essere rinnovata in modo da non consentire una programmazione di lungo respiro.

E poi, la burocrazia, le indecisioni, l’assoluta mancanza di volontà politica che costringe alla cautela sugli investimenti e sulle prospettive di marcia, costituiscono il modo più subdolo per arrivare al dramma della chiusura.

Queste elencate sono le colpevoli indifferenze politiche che ci costringeranno a una durissima reazione per evitare repliche di disastri già in atto, nonostante si succedano ministri che fanno finta di occuparsi delle questioni e, nonostante l’inconsapevolezza e la complicità di tanti, sull’assenza di una politica regionale favore della ripresa economica e occupazionale del territorio. In assenza di risposte concrete, non tarderemo nel mettere in atto tutte le possibili rivendicazioni per esigere un ruolo istituzionale più rispettoso degli interessi sociali e della collettività Sulcitana.

Fabio Enne – Segreteria Generale Cisl Sulcis Iglesiente

Nino D’Orso – Segreteria Geberale Femca Cisl Sulcis Iglesiente

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Se a fine anno la consuetudine da parte dell’Amministrazione Regionale è quella di fare un consuntivo in relazione ai problemi della Sardegna, anche quest’anno aumenteranno i disagi sociali e del lavoro.

Circa 50 lavoratori L.S.U. probabilmente, quasi certamente, non vedranno il rinnovo nelle attività comunali perché la Regione Sardegna pare sia stata bloccata da enti superiori circa il finanziamento e quindi il rinnovo delle sopracitate attività.

La Regione Sardegna come sempre in fortissimo ritardo sulle tematiche per il lavoro, oltre a non poter garantire il proseguo ai 50 Lavoratori Socialmente Utili, riesce ad essere inadempiente anche sui percorsi che potevano prevedere l’accompagnamento alla pensione o la possibilità di finanziamenti per l’autoimpiego.

Su quest’ultimo argomento, infatti, le domande per la concessione dei vari strumenti da utilizzare scadevano proprio oggi.

La Cisl del Sulcis Iglesiente, si farà carico anche di questo ennesimo dramma sociale che va ad aggiungersi alle svariate e interminabili vertenze che collassano completamente l’intero tessuto economico del territorio, a causa della malvagia indifferenza di una classe politica regionale, inconcludente e deleteria per il Sulcis Iglesiente e per tutta la Sardegna.

In assenza di situazioni che pongano rimedio a tale disastro si preannuncia un inizio del 2017 molto intenso dal punto di vista di legittime rivendicazioni.

La situazione degli L.S.U.  rappresenta solo un altro degli innumerevoli problemi irrisolti di questa Regione.

Fabio Enne  

Segretario Generale Cisl Sulcis Iglesiente

        

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E’ ancora una volta durissimo il giudizio della segreteria Ust Cisl del Sulcis Iglesiente sul piano di riorganizzazione della rete ospedaliera del Sulcis.

«Bisogna garantire un livello sanitario adeguato a tutti i cittadini – affermano Fabio Enne, segretario generale Cisl Sulcis iglesiente e la sua segreteria -. La Cisl crede fermamente che disposizioni come ridimensionamenti drastici attraverso accentramenti di servizi ospedalieri essenziali, non aiutino un territorio già in ginocchio a causa dell’altissimo tasso di disoccupazione ed oggetto di un’ampia marginalizzazione territoriale. La nuova organizzazione dei servizi sanitari, non solo non soddisfa le esigenze del cittadino ma, anzi, accentua una condizione di mobilità obbligata. Non si può garantire una buona sanità con la presenza di un reparto nascite in una struttura e un reparto cardiologico in un’altra, rianimazione da una parte e terapia intensiva dall’altra. Ciò, evidenzia una forte razionalizzazione ed un decentramento di specialità che dovrebbero, invece, essere alla base di ogni struttura ospedaliera ben gestita. Chi viene penalizzato è sempre il cittadino.»

«In merito ai gravi scompensi sanitari presenti nel territorio – aggiunge Fabio Enne -, sarebbe magari utile varare nuove leggi che dispongano una migliore organizzazione ospedaliera, cercando, inoltre, di attuare nuovi investimenti direttamente proporzionali alle carenze sanitarie del territorio, magari anche creando nuovi posti di lavoro.»

«La Cisl – conclude il segretario Ust Cisl del Sulcis Iglesiente – si discosta dalle strumentalizzazioni politiche e di partito e sottolinea l’importanza del fare fronte comune, per ottenere una sanità e una distribuzione dei servizi equa e adeguata alle esigenze dell’intera collettività sulcitana.»

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C’è una moderata fiducia tra le forze politiche e sindacali sul futuro della vertenza Alcoa, dopo l’incontro svoltosi oggi al ministero dello Sviluppo economico.

«Da anni ripetiamo che il Governo nazionale avrebbe dovuto impedire ad Alcoa di scegliere l’acquirente della stessa azienda – dice Fabio Enne, segretario generale Ust Cisl -. Solo oggi registriamo un tentativo di autorevolezza da parte del Governo centrale, che chiede, sostanzialmente carta bianca e un periodo che va dai dodici ai diciotto mesi per cercare altre società interessante all’acquisto della fabbrica di alluminio. Se Alcoa accettasse questo accordo, entro e non oltre il 1 novembre, con il Governo centrale e nel caso in cui non si dovesse arrivare alla vendita e alla ripresa produttiva dello stabilimento, verrà esonerata da tutti gli oneri derivanti le bonifiche che invece, saranno a carico dello Stato.»

«Ricordiamo che a dicembre scade la mobilità per la gran parte dei lavoratori, per i quali, l’unica opportunità sarà offerta dall’inserimento del Sulcis nella mappa delle aree di crisi, con modalità ancora poco chiare – aggiunge Fabio Enne -. Se da un lato l’approvazione dello “stato di crisi complessa” da parte del Governo Renzi può essere un passo positivo, dall’altro, registriamo la totale mancanza di indirizzi per l’attuazione del progetto di recupero di un territorio devastato come quello del Sulcis. Questa proposta arriva con anni di ritardo, oggi come oggi, appare sempre più difficile il rilancio del settore industriale. Vigiliamo e teniamo alta la guardia. Sollecitando, ancora una volta – conclude Fabio Enne -, autorevolezza ed efficacia del Governo Nazionale nei confronti di Alcoa, ricordando il forte ritardo accumulato anche a livello europeo in campo energetico e la totale assenza di rilancio produttivo ed economico del territorio.»

«Il risultato di oggi, ossia l’intervento del Governo che chiede ad Alcoa di bloccare lo smantellamento della fabbrica per 18 mesi – ha commentato Daniele Reginali, segretario PD Carbonia Iglesias – certifica l’impegno verso una delle vertenze più importanti e sentite nel territorio. Continueremo a vigilare e sostenere l’azione portata avanti dai lavoratori del polo industriale in difesa di un settore strategico non solo per il territorio ma per l’intero paese.»

«Oggi in centocinquanta dalla Sardegna, armati solo della voglia di dignità, di riscatto e di lavoro hanno raggiunto Palazzo Chigi per chiedere rispetto – ha detto Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia di origini sarde -. Non l’hanno fatto armati. Non l’hanno fatto nemmeno con il cappello in mano. Ci sono andati da donne e uomini liberi, che chiedono il rispetto dei loro diritti. Sono stati accolti dalla polizia in assetto antisommossa. Questo è il destino dei lavoratori che osano contestare un Presidente del Consiglio che si dice di sinistra. Ancora una volta la Sardegna e i sardi sono trattati come una terra e dei cittadini di serie B, il cui unico diritto è subire e tacere. Spero che Matteo Renzi vorrà scusarsi e ricevere questi lavoratori – ha concluso Stefano Maullu -, adoperandosi per salvaguardare l’occupazione.»

Attendati Alcoa 2

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Genna Luas 8

Il segretario generale della Ust Cisl del Sulcis Iglesiente, Fabio Enne, sollecita un’accelerazione nel percorso autorizzativo per la costruzione della nuova discarica a Genna Luas,

«Perdere il livello occupazionale garantito dalla Portovesme srl, ultima industria presente sul territorio, sarebbe dare il colpo di grazia ad una zona su cui grava una crisi economica senza precedenti» dice Fabio Enne, segretario generale UST CISL del Sulcis Iglesiente.

«E’ vitale, in questo momento storico, mantenere i 1.000 posti di lavoro (tra diretti e indiretti) ancora garantiti dall’industria dello zinco primario – aggiunge Fabio Enne -. La discarica di Genna Luas, fondamentale per l’attività della Portovesme Srl deve essere necessariamente terminata, messa in sicurezza e sorvegliata per i prossimi decenni. Sappiamo fin da ora che il nono anello non sarà sufficiente a garantire l’abbancamento per gli anni a venire, pertanto chiediamo alle istituzioni coinvolte nell’iter per la costruzione della nuova “Genna Luas 2” che prestino le attenzioni dovute e che la procedura amministrativa e tecnica venga ultimata al più presto.»

«Purtroppo, negli ultimi anni, registriamo l’incapacità degli enti locali e della Regione di essere determinati e determinanti nella risoluzione delle vertenze, nella programmazione comunitaria e governativa, insomma, manca la consapevolezza che occorre rivitalizzare l’economia. Per centrare questo obiettivo, non è certamente sufficiente la sola industria, occorre una visione globale, un rilancio culturale che, partendo dall’emergenza occupazionale offra soluzioni a medio e lungo termine. Soluzioni programmate e condivise. Troppo spesso si tende a trasferire le responsabilità dei drammi sociali ed economici al governo nazionale e/o europeo, che certamente ne hanno, dimenticando che l’apporto che gli enti locali potrebbero fornire risulterebbe strategico e determinate, non solo per il mantenimento dei livelli occupazionali – conclude Fabio Enne -, ma anche per la programmazione articolata di un necessario sviluppo economico diversificato da quello attuale.»

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La segreteria della Cisl giudica positivamente il passo avanti compiuto dalla vertenza dei lavoratori in utilizzo al comune di Iglesias.

«Un primo passo è stato fatto ma teniamo alta la guardia – spiegano Fabio Enne, segretario generale Ust Cisl e Marco Mele Felsa Cisl –. Ieri mattina un primo obiettivo è stato raggiunto. I venti lavoratori, dopo una lunga ed estenuante attesa, hanno firmato i contratti di lavoro con la Cooperativa aggiudicataria del bando. Per quattro mesi lavoreranno in utilizzo presso il comune di Iglesias.»

«Lo affermiamo da tempo, quella dei progetti in utilizzo è una soluzione temporanea e la Regione non può continuare a fare finta che non esista un problema – aggiungono Fabio Enne e Marco Mele -. L’amministrazione regionale, in prima battuta, farebbe bene a stabilire delle linee giuda uguali per tutti. Delle direttive da applicare a tutte le amministrazioni comunali che si servono dei lavoratori in utilizzo, in modo tale da non creare disuguaglianze nella somministrazione dei contratti. Ricordiamo che ogni comune applica in maniera autonoma la procedura, dando vita a differenze di trattamento e di retribuzione sostanziali, creando un grave danno ai lavoratori impiegati.  Infine, occorre, fin da ora, valutare la stabilizzazione dei numerosi lavoratori impiegati nella pubblica amministrazione in tutta la Regione Sarda.»

«In periodi di grave carenza di personale negli enti locali, quello dei lavoratori in utilizzo è un prezioso contributo che va curato e regolamentato al meglio. Le loro – concludono Fabio Enne e Marco Mele – sono figure professionali qualificate, a costo zero per le amministrazioni comunali, in quanto totalmente a carico della RAS.»

Centro Direzionale Iglesias 10

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Manifestazione alla sede Inps di Iglesias 2

Si è svolta questa mattina, a Iglesias, una manifestazione dei lavoratori in mobilità organizzata dalla Cisl del Sulcis Iglesiente con occupazione della sede INPS, per sollecitare l’erogazione dei fondi per la mobilità

«Grazie all’intervento della CISL Sulcis Iglesiente – spiegano Fabio Enne, segretario generale Ust Cisl Sulcis Iglesiente e Daniele Mele, responsabile del dipartimento politiche del lavoro Cisl Sulcis Iglesiente – si è chiusa una giornata difficile per numerosi lavoratori in attesa dei pagamenti arretrati relativi alla mobilità del 2014. E’ inammissibile che l’unico modo per ottenere attenzione da parte delle istituzioni sia occuparne la loro sede. Il momento socio economico che sta attraversando il nostro territorio è particolarmente delicato. Le difficoltà sono all’ordine del giorno e questa dei fondi per la mobilità è l’ennesima. Grazie all’intervento di questa mattina abbiamo ottenuto la liquidazione immediata dei fondi per quattro dei quattordici lavoratori in attesa degli arretrati. Per i restanti dieci, di concerto con l’INPS, abbiamo preso l’impegno di rivederci il 15 settembre per fare le dovute verifiche. A conclusione dell’occupazione è stato siglato un verbale che impegna le parti ad una risoluzione immediata della vertenza.»

«Ricordiamo – concludono Daniele Mele e Fabio Enne – che l’erogazione dei fondi per la mobilità, annualità 2014, sono stati annunciati e promessi troppe volte. E’ arrivato il momento di agire e di ottenere ciò che spetta ai lavoratori e alle loro famiglie.» 

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Nuovo vertice sulla vertenza Alcoa domani a Roma, ma la Glencore, interessata all’acquisto dello stabilimento, non ci sarà. Di conseguenza, sarà ancora un incontro interlocutorio al quale, per protesta, non parteciperanno i rappresentanti della RSU aziendale.

Cinque giorni fa Fabio Enne e Massimo Cara, rispettivamente segretario generale e delegato del dipartimento industria Ust Cisl Sulcis Iglesiente, avevano auspicato: «I ministro Calenda farebbe bene a convocare tutti gli attori della vertenza Alcoa. Nessuno escluso. Riunendo allo stesso tavolo tutti i soggetti interessati alla vertenza, confederazioni sindacali e federazioni di categoria metalmeccanici e chimici, la multinazionale Glencore e le aziende produttrici di energia. Facendo questo, si avrebbe la percezione dell’attività finora svolta».

L’assenza di Glencore, evidentemente, allunga ancora i tempi della trattativa e tra i lavoratori cresce la preoccupazione sull’esito della stessa e quindi sul loro futuro.

Alcoa a Rioma 16 febbraio 2016 10