28 March, 2024
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Giovedì 30 gennaio 2020 alle ore 18.30 al Fuaié del Teatro Massimo di Cagliari, in Viale Trento 9, si svolgerà il primo appuntamento della rassegna di letteratura sociale Storie in Trasformazione 2020 “Non temiamo niente” con la presentazione del libro pubblicato da Rizzoli Credere disobbedire combattere di Marco Cappato in dialogo con la giornalista Anna Piras, caporedattrice e notista parlamentare di Rai Sardegna. La presentazione è organizzata con la collaborazione di Sardegna Teatro, Florio Fuaié e Libreria Edumondo.

Non cambi il mondo, e non difendi la democrazia, facendo sempre quello che ti dicono di fare. Occorre assumersi la responsabilità di contravvenire a leggi ingiuste senza aspettare che qualcuno gentilmente lo conceda. L’obiettivo non è violare le regole, ma cambiarle, la cosa giusta da fare quando la legge si scontra con il vissuto delle persone, trascurando diseguaglianze rese ancora più profonde dalle proibizioni.

È questo che ha fatto Marco Cappato accompagnando in Svizzera dj Fabo, aiutandolo a porre fine alla sua sofferenza a costo di essere perseguito penalmente nel nostro Paese. Ed è questo – ha dichiarato – che farà ancora, per difendere il diritto di tutti di essere “liberi di sorridere, fino alla fine“. Eutanasia e fine vita, dunque, ma anche droghe, sesso, internet, genetica, scienza e diritti umani: contro le molte norme che in diversi campi minacciano la libertà e criminalizzano comportamenti diffusi e realtà sociali ineliminabili.

Marco Cappato si batte da anni con gli strumenti della disobbedienza civile e della nonviolenza – che indica non una semplice assenza di violenza, ma la costante opera attiva per convertire la violenza nel suo opposto – seguendo le orme di illustri personalità come Gandhi e di compagni di viaggio come Marco Pannella. Intrecciando pratica e teoria, la sua storia radicale e le sue azioni – dall’arresto a Manchester per la campagna antiproibizionista alla difesa della ricerca sul genoma e le staminali, alla battaglia contro l’informazione manipolata e la limitazione della libertà digitale -, spiega oggi in questo libro perché disobbedire (civilmente) è lo strumento indispensabile per chi vuole migliorare il sistema e difendere la libertà di tutti, cominciando dai settori, la scienza in primis, dove la presenza dello Stato spesso non è soltanto inutile, ma controproducente. E perché occorre farlo in prima persona: «Assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, sperimentando alternative, creando conoscenza».