29 March, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Inizia oggi una settimana di lavoro per le commissioni permanenti del Consiglio regionale.

La #Prima Commissione (Autonomia e ordinamento regionale) presieduta dall’on. Francesco Agus, avvierà le audizioni sulle riforme. Giovedì 29 maggio, alle 10.00. saranno sentiti i rappresentanti del Consiglio delle Autonomie Locali. Alle 11,00 quelli di Anci, Asel, Aiccre e Lega Autonomie.

Per venerdì 30 maggio alle 10.00 è  invece fissata l’audizione dei deputati sardi o eletti in Sardegna. Nel pomeriggio, alle 16,00 toccherà ai senatori sardi e al sottosegretario dei Beni culturali, Francesca Barracciu.

La #Seconda Commissione (Lavoro, cultura e formazione professionale), presieduta dall’on. Gavino Manca, si riunirà giovedì 29 maggio alle 9.30 per formulare il parere al D.L. 9 (Disposizione urgenti in materia di edilizia scolastica e semplificazione amministrativa) e per l’esame della problematiche relative alle biblioteche comunali. In mattinata sarà sentita in audizione l’assessore alla Pubblica Istruzione Claudia Firino.

La #Terza Commissione (Bilancio e Programmazione), presieduta dall’on. Franco Sabatini, è convocata per giovedì 29 maggio alle 10,00 per l’audizione dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, sullo stato di attuazione del Programma di sviluppo rurale e del Programma operativo del fondo europeo per la pesca. L’assessore riferirà anche sulla programmazione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.

All’ordine del giorno della Commissione, inoltre, l’esame del  D.L. 9 (Disposizione urgenti in materia di edilizia scolastica e semplificazione amministrativa) e alcuni pareri finanziari. I lavori potrebbero proseguire nel pomeriggio

La #Quarta Commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità) presieduta dall’on. Antonio Solinas, si riunirà giovedì 29 maggio, alle ore 10.00 per l’audizione di una delegazione dell’Associazione regionale ex esposti all’amianto sugli interventi di bonifica dei litorali della provincia di Oristano. In programma anche l’esame dei disegni di legge per l’istituzione dei parchi naturali di “Gutturu Mannu” e “Tepilora”. I lavori potrebbero proseguire nel pomeriggio

La #Quinta Commissione (Attività Produttive), presieduta dall’on. Luigi Lotto è convocata per mercoledì 28 maggio alle ore 16.30. Questo l’ordine del giorno:

1) P.l. 4 “Programma operativo FESR 2007/2013, direttive asse IV “Incentivi per la realizzazione di postazioni per la promozione di prodotti espressione dell’identità locale”.

2) P.l. 13 “Istituzione, individuazione e disciplina dei distretti rurali, dei distretti agro-alimentari di qualità e dei bio distretti”.

3) P.l. 14 “Tutela, conservazione e valorizzazione dell’agrobiodiversità della Sardegna”.

4) P.l. 15 “Promozione e costituzione delle organizzazioni interprofessionali per prodotti agro-alimentari”.

5) P.l. 16 “Istituzione del marchio collettivo della Regione Sardegna per la tracciabilità e la promozione dei prodotti agro-alimentari di qualità”.

6) P.l. 22 “Conservazione e valorizzazione dei prodotti sardi e dei derivati dalla lavorazione di semole e sfarinati di grano duro”.

Alghero 3 copia

Marco Tedde copia

Il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde, ex sindaco di Alghero, ha diffuso una nota sulla visita fatta ieri dal sottosegretario dei Beni culturali Francesca Barracciu nella cittadina catalana.

«Sono convinto – scrive Marco Tedde – che anche nel corso delle passerelle elettorali un sottosegretario di Stato, debba mostrare un profilo di serietà e competenza. Così non è stato nella visita di ieri del sottosegretario Barracciu che, costretta a dire qualcosa di significativo, ha rimproverato all’Amministrazione comunale algherese di non aver fatto un progetto di recupero e di riqualificazione delle mura. Se prima di arrivare ad Alghero, peraltro con un forte ritardo poco istituzionale, avesse raccolto qualche informazione, avrebbe avuto la possibilità di non scadere nelle dichiarazioni ad effetto poco consone al ruolo e poco rispettose della tragedia umana che s’è consumata sotto quelle mura. Avrebbe così appreso che l’amministrazione algherese qualche anno fa ha fatto un progetto definitivo di riqualificazione della passeggiata dalla Torre di Sulis all’intersezione con la via Manzoni, che non fu finanziato dalla Regione. Questo progetto prevedeva  pavimentazione, illuminazione, sottoservizi, rete idrica e fognaria, verde e rifacimento totale  delle balaustre e delle ringhiere.  Ma nel contempo ha prodotto interessanti progetti  che hanno consentito ad Alghero di ottenere  finanziamenti Por e Interreg  per riqualificare tutte la antiche mura, la passeggiata dalla Torre di San Giacomo alla Torre di Sulis, la Piazza Sulis ed il percorso Largo San Francesco allo Scalo Tarantiello, fino ad arrivare a riqualificare tutto il lungomare dal Porto al Lido. E’ pertanto evidente che gli affacci al mare di Alghero hanno avuto un’attenzione straordinaria che va ben oltre l’impegno rituale di un’attenta amministrazione cittadina. Piuttosto che dichiarazioni prive di serietà istituzionale e solidità tecnica avremmo gradito l’assunzione da parte del sottosegretario  Barracciu  di un preciso impegno volto ad allentare i vincoli del patto di stabilità che impediscono agli  enti locali di spendere anche i fondi per le manutenzioni. Così non è stato e ci dispiace. Ora rimaniamo in attesa – conclude Marco Tedde – che si inizi a lavorare per dare corpo agli annunci fatti, in relazione ai quali fin d’ora mi metto a disposizione per dare, se verrà ritenuto utile, il mio contributo.»

Francesca Barracciu 5 copia

Il ministro per le riforme costituzionali ed i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ha risposto oggi alla Camera, nel corso del question time, all’interrogazione presentata da alcuni deputati del Movimento 5 Stelle, primo firmatario Nicola Bianchi, sulla nomina dell’europarlamentare del Partito Democratico, Francesca Barracciu, a sottosegretario per i beni e le attività culturali ed il turismo, rimarcando che non verranno chieste le dimissioni sulla base di un avviso di garanzia che non costituisce una condanna.

Nell’interrogazione presentata ieri, i deputati del M5S sottolineavano che «l’ex consigliere regionale del Partito democratico Francesca Barracciu, unica rappresentante della Sardegna nell’attuale Governo, risulta iscritta nel registro degli indagati per peculato nell’ambito dell’inchiesta della procura di Cagliari sulle cosiddette «spese pazze» dei consiglieri ed ex consiglieri regionali della Regione autonoma della Sardegna; 
   in seguito alla diffusione della notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per peculato e alle conseguenti polemiche che il caso ha scatenato, la parlamentare europea Barracciu, nata in provincia di Nuoro, a fine dicembre 2013 ha deciso di ritirare la sua candidatura alla presidenza della regione Sardegna, lasciando il posto a Francesco Pigliaru, che poi ha vinto le elezioni regionali del 16 febbraio 2014; 
   il neo presidente della regione Sardegna si è distinto per aver precisato, all’indomani della sua elezione e con riguardo alla formazione della nuova giunta regionale, che gli indagati non vi avrebbero trovato posto; 
   ad avviso degli interroganti, questo criterio di tutela della integrità e della dignità delle istituzioni regionali non può non trovare applicazione, a maggior ragione, nella scelta dei componenti del Governo nazionale.» 
Gli interroganti hanno aggiunto che «nonostante la sua lunga carriera politica, nel suo curriculum professionale risultano soltanto cinque anni di insegnamento di italiano e latino in scuole media superiori, dal 1990 al 1995, quattro anni di collaborazione presso l’istituto di formazione dell’Associazione piccole e medie industrie della Sardegna, dal 1999 al 2003, e consulenze presso pubbliche amministrazioni, enti privati e aziende per la formazione del personale e la progettazione comunitaria; a fronte delle ripetute esternazioni riguardo al «cambio di verso» era lecito aspettarsi un segnale forte di discontinuità e di garanzia del rispetto delle regole democratiche da parte del Governo, per preservare le istituzioni da fatti e gestioni malsani e recuperare il loro alto senso, senza il quale la democrazia muore» ed hanno chiesto «quali iniziative intenda adottare il Governo per salvaguardare le istituzioni da nomine governative dettate dal conflitto di ruoli, dall’incompetenza e dall’inopportunità.»

Il ministro Maria Elena Boschi ha risposto in Aula che «come ricordato anche nell’interrogazione, il sottosegretario di Stato Francesca Barracciu ha acquisito negli anni una notevole esperienza politica e amministrativa, sia come consigliere comunale, assessore e sindaco della propria città, poi come consigliere regionale e ha arricchito la propria esperienza istituzionale a livello internazionale come membro del Parlamento europeo, quindi potrà dare sicuramente un contributo anche al Governo di questo Paese».

 «Per quanto attiene al procedimento in corso – ha aggiunto il ministro -, ad oggi, il sottosegretario di Stato Barracciu risulta nell’elenco degli indagati. Non è intenzione di questo Governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia, ma eventualmente per motivi di opportunità politica. Noi tutti abbiamo giurato sulla Costituzione e sappiamo che uno dei principi fondamentali è la presunzione di innocenza. L’avviso di garanzia è un atto dovuto, posto a tutela di ogni cittadino e di ogni indagato per poter esercitare pienamente il diritto di difesa; non è un’anticipazione di condanna. Quindi, questo procedimento nei confronti della dottoressa Barracciu è nella fase preliminare, il sottosegretario ha chiesto anche una accelerazione dei tempi; all’esito il Governo valuterà se suggerire le dimissioni del sottosegretario. È importante però ricordare l’impegno di tutti noi e di questo Governo a rispettare i principi fondamentali della nostra Costituzione, compresa la presunzione di innocenza, che per noi sono irrinunciabili.»

Il deputato Nicola Bianchi nella sua replica ha detto: «Ovviamente non ci riteniamo per niente soddisfatti» ed ha chiesto a viva voce al presidente del Consiglio Matteo Renzi, tramite il ministro Boschi «di ritirare questa nomina di Francesca Barracciu perché non la riteniamo idonea a svolgere il ruolo di sottosegretario perché la sua nomina ci sembra più una sorta di consolazione – e che consolazione, visto e considerato che da sottosegretario avrà diritto a tutti i privilegi della casta – per aver rinunciato alle elezioni regionali e per aver salvato la faccia al PD regionale sardo. Ma la Barracciu non si era fatta da parte perché non era eticamente corretto candidarsi dopo essere stata indagata per aver sperperato soldi pubblici, ebbene sì: soldi pubblici. Si parla, nello specifico, di 33 mila euro di rimborsi di benzina. Facendo un rapido calcolo, si evince che corrispondono a circa 19.400 litri, l’equivalente che serve a fare il giro della terra per sette volte, sette volte, oppure, con qualche piccola aggiunta, magari facciamo anche un bel viaggetto sulla luna.»

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Non c’è pace per l’europarlamentare del Partito Democratico Francesca Barracciu, nominata la scorsa settimana sottosegretario di Stato al ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo nel Governo di Matteo Renzi. Il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, nel suo blog ha pubblicato una nota nella quale elogia il ministro dell’Interno e leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano per aver dato l’esempio, convincendo a ritirare la sua candidatura a sottosegretario Antonio Gentile e aggiunge: «Questo atto dovuto fa onore all’NCD, ora il pdexmenoelle di Renzie non può che seguirne l’esempio. Fare una figura mondiale. Il materiale umano a disposizione è quadruplo per un Gentile, Renzie può mettere in campo quattro fuoriclasse che, come sempre, a sinistra abbondano:

– Francesca Barracciu, accusata di peculato nell’inchiesta sui rimborsi spese ai consiglieri regionali in Sardegna

– Umberto Del Basso de Caro, indagato per i rimborsi del consiglio regionale in Campania

– Vito De Filippo, indagato nell’ambito della “Rimborsopoli” lucana
– Filippo Bubbico, indagato per abuso d’ufficio»
«Quattro indagati per me posson bastare
quattro indagati per me… 

Penati ministro della Giustizia! – conclude Beppe Grillo»

Dopo aver ritirato, da vincitrice delle primarie del Partito Democratico, la sua candidatura alla presidenza della Regione Sardegna, ed aver subito lo stop del neo governatore Francesco Pigliaru, ad un possibile ingresso nella nuova Giunta regionale, Francesca Barracciu si trova ora al centro delle polemiche a livello nazionale per la sua nomina a sottosegretario nel Governo Renzi. Per lei non è decisamente un periodo tranquillo dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi in Consiglio regionale.

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L’europarlamentare Francesca Barracciu entra nel Governo Renzi con la delega di sottosegretario alla Cultura. La sua nomina, a sorpresa, è stata ufficializzata questo pomeriggio dal vicepresidente del Consiglio, Graziano Del Rio, al termine della riunione del Consiglio dei ministri. La squadra del Governo è stata completata con la nomina di 44 sottosegretari, 9 dei quali saranno vice ministri.

L’ingresso di Francesca Barracciu nel Governo Renzi sta già facendo discutere. L’ex sindaco di Sorgono il 29 settembre 2013 vinse le primarie del centrosinistra per la scelta del candidato Governatore alle elezioni regionali 2014, con 22.808 voti su 51.496 votanti, raggiungendo la percentuale del 44,29; alle sue spalle, Gianfranco Ganau, sindaco di Sassari, anch’egli esponente del PD, che ottenne 16.792 voti, il 32,61% (poi candidato nella circoscrizione provinciale di Sassari ed eletto consigliere regionale con ben 10.249 voti). Successivamente la sua candidatura è stata messa in discussione per il suo coinvolgimento nell’inchiesta sulla gestione dei fondi dei gruppi consiliari regionali, fino a convincerla a fare il passo indietro che le veniva chiesto da alcuni partiti della coalizione di centrosinistra (Centro Democratico, Rossomori e Sinistra Ecologia Libertà) e da diverse anime del suo stesso partito, al termine di una tormentata riunione della direzione del Partito Democratico svoltasi ad Oristano.

Dopo l’annuncio della rinuncia alla candidatura, Francesca Barracciu ha espresso parole pesantissime sulla parte del Partito Democratico che – a suo dire – rappresenta un gruppo di potere che si è ricompattato intorno a Renato Soru, Antonello Cabras e Paolo Fadda ed ha spaccato il partito. Allo stesso tempo ha chiesto alla segreteria nazionale, rappresentata da un inviato di Matteo Renzi, di avere voce in capitolo nella scelta del candidato e, eventualmente, di poter avere il diritto di veto.

Francesca Barracciu ha accolto con soddisfazione la candidatura di Francesco Pigliaru, tanto da affermare che avrebbe fatto la campagna elettorale come se il candidato alla presidenza fosse lei, ma i rapporti si sono deteriorati nei giorni scorsi, sull’ipotesi di uno suo ingresso nella nuova Giunta, con delega alla Sanità. Il neo governatore ha dichiarato che nella sua Giunta non ci saranno persone con inchieste penali in corso e l’europarlamentare ha replicato affermando che eventualmente la decisione sarebbe stata presa dal partito e non dal governatore.

Francesca Barracciu non candidata alla presidenza della Regione, dunque, né assessore, per precisa volontà di Francesco Pigliaru, ora, a sorpresa, è stata nominata sottosegretario alla Cultura nel Governo Renzi e lascerà il seggio di europarlamentare con alcuni mesi di anticipo sulla scadenza del mandato.

Il mondo “grillino” è profondamente scosso dal “NO” del leader nazionale Beppe Grillo alla concessione del simbolo per la partecipazione alle elezioni regionali sarde del 16 febbraio. Le vicende che la scorsa primavera portarono alla mancata partecipazione del Movimento Cinque Stelle alle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale di Iglesias, avrebbero dovuto far suonare un forte campanello d’allarme tra i componenti dei vari circoli in tutta la Sardegna, ma evidentemente pochi le avevano dato il giusto peso e, alla prova dei fatti, si è ripetuto lo stesso film con scena finale fotocopia: il Movimento Cinque Stelle non sarà della partita il 16 febbraio, quando i sardi sceglieranno i loro rappresentanti nella massima istituzione regionale per i prossimi cinque anni.

Quanto è accaduto ha sicuramente del clamoroso, anche se chi ha un minimo di esperienza in materia, sa bene quanto sia difficile gestire un successo elettorale della portata di quello ottenuto dal Movimento Cinque Stelle negli ultimi 12 mesi. Lo spirito che ha originato il movimento è stato travolto dalla forza dei numeri e, conseguentemente, dalle ambizioni, anche personali, di quanto si sono avvicinati allo stesso prima e dopo l’esplosione maturata alle elezioni politiche 2013. Le contrapposizioni interne ai partiti ci sono sempre state – il caso più recente è quello del Partito Democratico che, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, ha rimesso in discussione l’esito delle elezioni primarie che avevano “incoronato” candidata alla presidenza della Regione per la coalizione di centrosinistra l’europarlamentare di Sorgono Francesca Barracciu, “costretta” da pressioni interne al suo stesso partito e da alcuni partiti della coalizione, a rinunciare alla propria candidatura, ma quando una forza politica è strutturata, bene o male che sia, alla lunga riesce a ritrovare il minimo di coesione necessario per andare avanti ed affrontare le competizioni elettorali, anche quelle meno “importanti” di quella regionale (è di due giorni fa la scelta dell’economista Francesco Pigliaru quale candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione). Nella storia recente delle istituzioni regionali, non si ricorda una rinuncia tanto clamorosa e dolorosa di un partito che, appena un anno prima, era risultato il primo in Sardegna.

Da più parti si è detto e scritto che si è in presenza di una crisi di crescita e che questa drammatica esperienza, per assurdo, potrebbe anche rivelarsi utile. Forse questa ipotesi potrà anche avere un fondamento, ma è certo che la delusione tra quanti nei mesi scorsi avevano lavorato tanto per questo appuntamento elettorale, sia per coltivare ambizioni personali sia per continuare a costruire un “cambiamento” reale del modo di fare politica e di gestire le istituzioni in Sardegna, è tanto grande, che potrebbe avere riflessi non proprio positivi per la crescita futura.

In politica, come nella vita di tutti i giorni, il “ferro va battuto quando è caldo”, perché non è affatto scontato che il passare del tempo lasci le cose invariate e conceda anche in futuro le stesse opportunità. La politica è un’evoluzione continua ed in pochi mesi, come è già accaduto un anno fa, tutto potrebbe cambiare e nessuno oggi è in grado di prevedere il futuro.

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Il Partito Democratico ha sciolto le ultime riserve ed ha scelto il professor Francesco Pigliaru, prorettore dell’Università di Cagliari dal 2009, quale candidato alla presidenza della Giunta regionale alle elezioni in programma il prossimo 16 febbraio.
Laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Sassari nel 1978, ha conseguito il Diploma di Scuola Superiore di Economia “Enrico Mattei” di Milano nel 1979 e, nel 1981, il Master di Philosophy in Economics, presso l’ University of Cambridge.
Francesco Pigliaru è stato inoltre consigliere di Amministrazione del Banco di Sardegna dal 1998 al 2001 ed assessore regionale della Programmazione e Bilancio della Giunta Soru dal 2004 al 2006.
Con la designazione di Francesco Pigliaru, il Partito Democratico e quindi l’intera coalizione di centrosinistra hanno superato l’impasse determinato dal ritiro della candidatura dell’europarlamentare di Sorgono Francesca Barracciu, che era risultata vincitrice delle elezioni primarie svoltesi il mese scorso e successivamente è rimasta coinvolta nell’inchiesta della Magistratura cagliaritana sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari regionali.
Con Francesco Pigliaru sale a sette il numero dei candidati alla carica di governatore della Sardegna già in campo. Saranno della partita il governatore uscente, Ugo Cappellacci, alla guida della coalizione di centrodestra, formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia, UDC, Riformatori Sardi, UDS (nelle prossime ore potrebbe essere ufficializzata anche la presenza del Partito Sardo d’Azione, già componente del centrodestra nella prima parte della legislatura appena conclusa); il deputato di Unidos, ex Forza Italia e Pdl ed ex presidente della Regione, Mauro Pili, che dovrebbe avere il sostegno di alcune liste, prevalentemente indipendentiste; la scrittrice Michela Murgia, candidata di Sardegna Possibile, una coalizione formata da Progres e da due liste civiche: Gentes e Comunidades; Pier Franco Devias per la lista Fronte Unidu; Cristina Puddu per la lista Meris di Doddore Meloni; Gigi Sanna, per il Movimento Zona Franca. Resta ancora incertezza sul candidato del Movimento cinque stelle e sulla sua stessa presenza alla competizione elettorale, dopo le polemiche dei giorni scorsi, ma i dubbi dovrebbero essere sciolti nelle prossime ore.
Ricordiamo che da quest’anno si voterà nuovamente in una sola giornata, il 16 febbraio. Venti consiglieri regionali verranno eletti nella circoscrizione provinciale di Cagliari, 12 in quella di Sassari, sei a testa in quelle di Nuoro e Oristano, cinque in quella di Olbia Tempio, quattro a testa in quella di Carbonia Iglesias e del Medio Campidano, due in quella dell’Ogliastra.

Con la pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali (2 gennaio 2014), e’ iniziato il conto alla rovescia per la presentazione delle liete e dei candidati alla carica di governatore della Regione Sardegna. I tempi ridottissimi a disposizione (la decisione della Giunta di fissare la data delle elezioni al 16 febbraio, ha spiazzato molti, in particolare i partiti minori e i movimenti che, non avendo nelle loro liste consiglieri uscenti, saranno costretti ad un autentico tour de force per la raccolta delle firme.
i problemi non mancano anche al Partito Democratico, alle prese con il terremoto interno determinato dalla rinuncia alla candidatura da parte dell’europarlamentare di Sorgono Francesca Barracciu. Entro sabato 4 gennaio la Direzione regionale del partito dovrebbe scegliere il. uovo candidato della coalizione di centrosinistra e tra i tanti papabili emersi negli ultimi giorni, c’è l’ex presidente della Provincia di Carbonia Iglesias, Salvatore Cherchi.

Francesca Barracciu ha fatto il passo indietro che le veniva chiesto da settimane da alcuni partiti della coalizione di centrosinistra (Centro Democratico, Rossomori e Sinistra Ecologia Libertà) e da diverse anime del suo stesso partito (PD), al termine di una tormentata riunione della direzione del Partito Democratico svoltasi ad Oristano. Alle 23.30 il segretario regionale Silvio Lai, lo stesso che aveva rivolto l’invito ufficiale a fare un passo indietro all’europarlamentare di Sorgono, ha fatto l’annuncio che riapre i giochi per la scelta del candidato. Francesca Barracciu era stata investita della candidatura dalle elezioni primarie del PD, vinte al primo turno. Successivamente è rimasta coinvolta dall’apertura di un secondo filone di indagine sulla gestione dei fondi dei gruppi consiliari regionali e sono iniziate le contestazioni interne ed esterne al PD, culminate con il ritiro della tarda serata di ieri.
Dopo l’annuncio, Francesca Barracciu ha espresso parole pesantissime sulla parte del Partito Democratico che – a suo dire – rappresenta un gruppo di potere che si è ricompattato intorno a Renato Soru, Antonello Cabras e Paolo Fadda ed ha spaccato il partito. Allo stesso tempo ha chiesto alla segreteria nazionale, rappresentata da un inviato di Matteo Renzi, di avere voce in capitolo nella scelta del candidati e, eventualmente, di poter avere il diritto di veto.
La Direzione regionale tornerà a riunirsi il 4 gennaio ma non è certo che a quella data il PD avrà sciolto le riserve sul candidato che il 16 febbraio sfiderà il centrodestra e gli altri candidati alla presidenza della Regione. Da ieri sera e’ scattato il toto-candidato. La lista dei papabili e’ lunga ma già nelle prossime ore potrebbe iniziare a sfoltirsi. Tra i nomi più’ gettonati ci sono quelli degli ex assessori regionali Francesco Pigliaru e Franco Mannoni, il presidente della federazione nazionale della stampa Franco Siddi, il presidente della provincia di Sassari Alessandra Giudici e, infine, l’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias Salvatore Cherchi.

Luca Pizzuto, da assessore alle Politiche sociali della Provincia di Carbonia Iglesias, alla segreteria regionale di Sinistra Ecologia Libertà. Il congresso regionale svoltosi la scorsa settimana al Setar Hotel di Quartu Sant’Elena, ha portato al vertice di SEL il giovane di Carbonia che fino a qualche mese fa ha fatto parte della Giunta provinciale guidata da Tore Cherchi. Luca Pizzuto ha fatto il suo ingresso nella scena politica provinciale quattro anni fa, candidato ed eletto nella lista di SEL della circoscrizione di Rosmarino, a Carbonia. Nominato assessore, ha lasciato il posto in Consiglio provinciale. In questi quattro anni ha svolto un’intensa attività politica, sia a livello territoriale sia regionale e si è meritato la fiducia di tutti, fino all’elezione alla segreteria regionale, incarico nel quale rileva il posto di Michele Piras, eletto deputato nelle elezioni politiche dello scorso mese di febbraio.

Il primo impegno che attende il neo segretario è la definizione degli accordi con gli alleati della coalizione di centrosinistra per le ormai imminenti elezioni regionali. E, a questo proposito, fin dai primi momenti successivi alla sua nomina, Luca Pizzuto ha ribadito che SEL è contraria alla candidatura di Francesca Barracciu, l’europarlamentare vincitrice delle elezioni primarie del Partito Democratico, alla carica di Governatore della Sardegna. All’origine del “NO” l’indagine per peculato, legata all’utilizzo dei fondi destinati ai gruppi consiliari regionali, che vede coinvolta l’ex sindaco di Sorgono.

Luca Pizzuto 5 copia