19 April, 2024
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«La dolorosa e drammatica scomparsa del Dott. Nabeel Khair, il primo medico di base morto nella nostra isola per il Covid 19, pone con drammatica urgenza la necessità del riconoscimento da parte dello Stato di morte per malattia professionale per i medici di base e di guardia medica e per gli operatori sanitari, colpiti da questa tremenda epidemia, nell’espletamento del proprio lavoro.»

Lo ha dichiarato Francesco Carta, presidente di Medicina Democratica Sardegna ed è quanto ha chiesto il Consiglio Nazionale FIMG, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, con le risoluzioni del 28 marzo e del 4 aprile scorsi, e per le quali si è ancora in attesa di risposta: «Forse non tutti sanno che questa categoria di medici e di operatori sanitari non sono dipendenti pubblici e quindi  non hanno diritto al risarcimento infortunistico».

Nabeel Kahir, medico palestinese, naturalizzato sardo, è entrato a far parte della tragica lista di medici uccisi dal Coronavirus in Italia dall’inizio della pandemia: il suo è il n° 96, l’ultimo di un elenco spaventoso di medici vittime del lavoro, destinato purtroppo ad allungarsi.

«Con la morte del nostro carissimo Nabeel Khair, ci risultano al momento 40 medici di medicina generale in Italia caduti sul lavoro, perché di questo si tratta: morti nello svolgimento della propria attività  professionale di assistenza medica, nei propri ambulatori sparsi nel territorio,  privi di adeguati dispositivi di protezione individuale e di sicurezza, dall’inizio dell’epidemia fino alla scorsa settimana. Così come abbiamo denunciato  per i medici e gli operatori sanitari ospedalieri, che hanno affrontato eroicamente questa  emergenza  in condizioni di estrema difficoltà e con gravissimo rischio per la propria e altrui salute, come attesta l’altissima percentuale di positivi sul totale dei contagiati. Esprimiamo profonda preoccupazione per  il recente ricovero al SS Trinità del primario del Policlinico di Monserrato, a cui va il nostro pensiero e l’auspicio di rapida guarigione.»  
In Sardegna sono 1.000 i medici di medicina generale, ma ci sono ben 200 sedi vacanti,  e quindi ne mancano all’appello altri 200. Sono inoltre 190 le postazioni di Guardia Medica, coperte da circa 850 medici di guardia, per un totale di 1.850 medici effettivi, che hanno lavorato per oltre due mesi senza le necessarie tutele e senza essere messi in sicurezza.
«Esprimiamo il più profondo cordoglio – ha aggiunto Francesco Carta – per la scomparsa del dr. Nabeel Khair, la nostra vicinanza e solidarietà alla moglie, ai due figli e alla comunità palestinese di Cagliari e della Sardegna, di cui è stato fra i promotori e animatori. La mia conoscenza e amicizia con Nabeel  risale al 1986, in occasione di un dibattito sulla questione palestinese nel Consiglio comunale di Austis, di cui ero amministratore. All’epoca Nabeel era uno studente della Facoltà di Medicina di Cagliari. Fin da allora mi colpirono le sue doti umane e professionali. La nostra amicizia si è sviluppata nel corso di quasi quarant’anni, anche attraverso innumerevoli iniziative a sostegno dei diritti del popolo palestinese. Tante  le azioni e i progetti di scambio tra la comunità sarda e quella palestinese. Le sue alte qualità umane e professionali ne avevano fatto un dirigente di caratura europea e da alcuni anni ricopriva l’incarico di vice presidente della Comunità Palestinese in Europa. Lascia un vuoto incolmabile.»

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Esprimiamo il più profondo cordoglio per la scomparsa del dott. Nabeel Khair, la nostra vicinanza e solidarietà alla moglie ai due figli e alla comunità palestinese di Cagliari e della Sardegna di cui è stato fra i promotori e animatori. La sua morte a causa del Covid-19 ci addolora particolarmente, perché si tratta del primo medico di base e guardia medica a morire in Sardegna per questa drammatica epidemia. E’ una vittima del lavoro, in quanto ha dovuto espletare la sua attività di assistenza medica privo di adeguati dispositivi di protezione individuale e di sicurezza, così come siamo stati costretti a lavorare in larga parte come medici di base e guardie mediche, dall’inizio dell’epidemia fino alla scorsa settimana, in condizioni di estrema difficoltà.

La mia conoscenza e profonda amicizia con Nabeel Khair risale al 1986, in occasione di un dibattito sulla questione palestinese nel Consiglio comunale di Austis, di cui ero amministratore. All’epoca Nabeel era uno studente delle Facoltà di Medicina di Cagliari. Fin da allora mi colpirono le sue doti umane e professionali. La nostra amicizia si è sviluppata nel corso di quasi quarant’anni anche attraverso innumerevoli iniziative a sostegno dei diritti del popolo palestinese. Tante sono state le azioni e i progetti di scambio tra la comunità sarda e quella palestinese. Le sue alte qualità umane e professionali ne avevano fatto un dirigente di caratura europea e da alcuni anni ricopriva l’incarico di vice presidente della Comunità Palestinese in Europa. Lascia un vuoto incolmabile.

Non è sopportabile che la Sardegna, come abbiamo denunciato, abbia toccato la scorsa settimana la più alta percentuale di medici ed operatori sanitari positivi al Covid-19 rispetto al totale dei contagiati. La sua morte drammatica e prematura ci spinge a rafforzare e nostre richieste per dotare tutti gli operatori sanitari siano messi in condizioni di lavorare in sicurezza”.

Francesco Carta

Presidente regionale

Medicina democratica Sardegna

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«In una situazione di preoccupante emergenza e precarietà di servizi prioritari e della operatività della sanità pubblica in Sardegna, come Medicina Democratica Sardegna riteniamo una scelta assurda ed inaudita  il voto con cui Consiglio Regionale della Sardegna ha deliberato di stanziare quasi 150 milioni di euro in favore del Mater Olbia, con ampia maggioranza che coinvolge anche l’opposizione.»

La denuncia è di Francesco Carta, presidente di Medicina Democratica Sardegna. «Come si può decidere un grosso finanziamento per la sanità privata – ha sottolineato Francesco Carta – e non trovare fondi per la sanità pubblica? Siamo ormai in una situazione drammatica, dove per le politiche sanitarie improntate alla riduzione della spesa sanitaria ed ospedaliera si è arrivati al punto da rendere impossibile garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, (L.E.A.) in tutto il territorio regionale, con la chiusura di servizi fondamentali anche nella emergenza e urgenza!»

L’allarme lanciato da Medicina Democratica nasce dalla constatazione del moltiplicarsi pressoché quotidiano di situazioni di grave criticità in numerosi presidi ospedalieri pubblici: ultima la chiusura della UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica) ad Oristano, per personale insufficiente, che costringerà i pazienti con infarto acuto ad essere trasferiti a Cagliari o a Nuoro; la mancanza di medici con specifica formazione per il Servizio di 118; il pericolo di chiusura dell’Ospedale di Ghilarza per mancanza di personale; chiusura di importanti servizi di Chirurgia della mammella e della tiroide, gli utenti si dovranno rivolgere ad altri centri allungando le liste d’attesa; la mancata sostituzione del personale nei vari reparti ospedalieri e nell’Igiene pubblica. Questi problemi sono stati denunciati recentemente nella riunione straordinaria del Consiglio comunale di Oristano alla presenza dei sindaci, dei rappresentanti territoriali e del presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale. Iniziative simili si sono svolte in molti comuni sede di piccoli ospedali che rischiano il ridimensionamento e la chiusura di reparti ad Isili, Sorgono, Muravera, La Maddalena,Lanusei, Ozieri, Thiesi. Le carenze sanitarie e di personale interessano ormai anche i comuni capoluogo di provincia, Oristano, Nuoro, Carbonia Iglesias e Medio Campidano, per finire con i grossi Presidi Ospedalieri di Cagliari, Sassari e nelle rispettive Università. Si è arrivati, di fronte a tale stato di cose, ad avanzare proposte emergenziali per la sanità pubblica con l’utilizzo di neolaureati non specializzati e persino di medici militari, per garantire attività essenziali nelle strutture sanitarie in maggior crisi di risorse e di personale! La scelta di destinare risorse così ingenti per una struttura privata come il Mater Olbia – secondo Medicina Democratica Sardegna -, rappresenta un ulteriore duro colpo per la sanità pubblica ed accelera il processo di privatizzazione in atto da decenni, in contrasto con gli orientamenti della Organizzazione Mondiale Sanità (O.M.S.), che riconosce la superiorità del Servizio Pubblico universalistico, per garantire una migliore assistenza per i cittadini. Tale scelta accentua lo stato di precarietà della sanità pubblica e mortifica gli operatori sanitari, che con grande professionalità e spirito di abnegazione operano nelle strutture pubbliche, nonostante tante difficoltà e disagi.

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Studenti, docenti e volontari insieme per dialogare sulla tematica dell’invecchiamento attivo. Sono stati circa in duecento ieri, a presenziare nell’aula magna del liceo “Eleonora d’Arborea” di Cagliari sede dell’evento organizzato da Anteas Amica Mpc e coordinato dallo psicologo psicoterapeuta Stefano Porcu  con la partnership di diverse associazioni di terzo settore. L’incontro, moderato dalla giornalista esperta in comunicazione sociale Marinella Arcidiacono, ha avuto inizio con i saluti del dirigente scolastico Giuliano Marcheselli a cui hanno seguito Francesco Carta, presidente Anteas Amica, Valeria Piccianu Ust Cagliari e Roberto Sarrizzu Fnp Cagliari. Una tavolata di esperti e volontari hanno via via preso la parola sulla tematica in oggetto, argomentandone attraverso studi, ricerche ed esperienze dirette. Gli interventi degli esperti, suddivisi in due sezioni, hanno preso il via con Giuseppe Frau medico e direttore della Caritas a cui hanno seguito Francesca Goghe, geriatra, Claudia Leone specializzata in psicologia dell’invecchiamento, lo psicologo Michele Vecera, Roberto Copparoni presidente Amici di Sardegna e Michele Golino volontario Anteas Amica e Sea. Gli studenti sono stati coinvolti e guidati da Marinella Arcidiacono in una metodologia interattiva che ha consentito una elaborazione dell’analisi dei bisogni e opportunità degli anziani del territorio. Attraverso la tecnica del brainstorming di idee e di un “metaplan” di informazioni raccolte, a conclusione del incontro di formazione è stato possibile dare una restituzione dei dati emersi che saranno utilizzati da Anteas Amica per creare dei progetti rivolte alle persone anziane.

«Gli anziani sono una risorsa d’inestimabile valore – ha sottolineato Francesco Carta, presidente Anteas Amica – le loro esperienze possono servire da esempio per le nuove generazioni. Il più delle volte essi si ritirano nella solitudine e nei ricordi del passato percependo di non essere più come un tempo e rinunciando alle cose piacevoli che il tempo può ancora consentire. Vi è un modo per posticipare l’età delle rinunce ed è l’invecchiamento attivo.»

Francesco Carta L’Anteas Amica MPC, persegue finalità di solidarietà sociale, civile, culturale, ricreativa, turistica per le persone anziane, i pensionati, i giovani, le donne, i bambini, gli emigrati, i diversamente abili.

 

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Cos’è l’invecchiamento attivo? Come cambia la terza età? Qual è il rapporto con le nuove generazioni? Sono questi alcuni dei quesiti, al centro dell’incontro formativo dal titolo “Diversamente giovani. Il metodo dell’invecchiamento attivo attraverso il dialogo con le nuove generazioni”, su cui si dialogherà questo venerdì 5 aprile, dalle ore 9.00, presso l’aula magna del liceo linguistico “Eleonora d’Arborea” di Cagliari. L’iniziativa sociale, organizzata da Anteas Amica Aps di Cagliari (associazione nazionale tutte età per la solidarietà) in partnership con associazioni di terzo settore, ha come obiettivo quello di creare un momento di informazione, dialogo e confronto tra i giovani studenti e le persone anziane  sui temi sull’anzianità e vecchiaia oggi. Il convegno, moderato dalla giornalista Marinella Arcidiacono, vedrà la presenza di diverse figure professionali che argomenteranno sui temi proposti.

«Riteniamo sia utile e necessario far incontrare le nuove generazioni con gli anziani – dice Francesco Carta, presidente Anteas Amica Aps -. Attraverso inediti format di comunicazione, è possibile far incontrare generazioni che rischiano di parlare lingue diverse e far diventare l’invecchiamento attivo protagonista di un’innovazione che pone le basi sui valori della solidarietà e la relazionalità.»

All’incontro, prenderanno parte gli studenti delle quinte classi.

«Credo nell’importanza di questo tipo incontri – spiega Giuliano Marcheselli, dirigente scolastico della scuola ospitante – il fatto di parlare di problemi attivi e una opportunità per i nostri ragazzi sia da un punto di vista informativo, umano e sia lavorativo perché alcuni di loro in futuro potrebbero essere operatori sanitari.»

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Bacu Abis si veste a festa per quattro giorni, dal 1° al 4 dicembre, con una serie di eventi che spaziano dalla storia dei minatori alla presentazione di libri, dai giochi per bambini ai concerti musicali. Si tratta della seconda edizione della “Festa del Minatore”, organizzata dal coordinamento delle associazioni di volontariato di Bacu Abis con il patrocinio del Comune di Carbonia.

«Un evento molto sentito dagli abitanti di Bacu Abis soprattutto per ricordare il grande lavoro di tanti minatori che hanno prestato servizio nelle miniere della frazione. Tre di essi, ultracentenari, sono fortunatamente ancora tra noi e verranno omaggiati con la consegna di una targa, un giusto riconoscimento per l’impegno e il sacrificio dimostrato nella loro vita lavorativa. Vita di cui rappresentano degli straordinari testimoni storici», ha detto il sindaco Paola Massidda.

Di seguito pubblichiamo il programma completo delle iniziative:

Circoscrizione Bacu Abis dal 1° al 4 dicembre 2018
Mostra fotografica e documenti storici del territorio e iniziative a cura del Gruppo folkloristico Sant’Isidoro di Barbusi.

Sabato 1 dicembre

Ore 16-00, presso la biblioteca Anselmo Roux, presentazione del libro “Banditi in miniera” di Francesco Carta;

Ore 19.00 al Cine-Teatro di Bacu Abis concerto Gospel “CGS Black Soul Choir”.

Domenica 2 dicembre

Ore 15.30, Spettacolo per bambini, giochi di gruppo, truccabimbi, giochi con la musica a squadre, spettacolo di circo, bolle di sapone giganti, spettacolo del fuoco, baby dance e regalo dei palloncini a tutti i bambini;
Ore 18.30 al Cine-Teatro di Bacu Abis il Concerto di musica sarda, “Limba”, con tributo ad Andrea Parodi.

Lunedì 3 dicembre

Ore 15.30, Raduno dei minatori del Sulcis Iglesiente;
Ore 16.00, Sfilata dei minatori verso Pozzo Castoldi con posizionamento di una corona di alloro in memoria dei minatori deceduti nelle miniere;
Ore 17.00 al Cine-Teatro di Bacu Abis: “Il Cammino di Santa Barbara”, presentazione e relazione sullo stato attuale del progetto da parte di Giampiero Pinna, presidente della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara;
Ore 18.00, consegna di una targa ricordo ai tre minatori tra i più longevi d’Italia: Efisio Caria (103 anni), Giovanni Antonio Serra (102 anni), Luigi Zara (102 anni);
Ore 18,30, 25° anno di attività del Comitato Santa Barbara di Bacu Abis con successivo rinfresco.

Martedì 4 dicembre

Ore 16,30 al Cine-Teatro di Bacu Abis la presentazione del libro di Roberto Camedda, “All’ombra delle sirene”, e opera teatrale a cura dell’Associazione “La Cernita”.

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Guspini ospiterà domenica 2 dicembre, la festa regionale del Partito della Rifondazione Comunista.

L’iniziativa si svolgerà nei locali del Circolo PRC “Togliatti – Laconi”, in Piazza Togliatti.

Il programma della giornata sarà il seguente:

Ore 10.00: “L’agricoltura in Sardegna”. Interverranno: Francesco Erbì, presidente CIA Sardegna, e Fulvio Tocco, tecnico agrario ed ideatore del progetto “Vivere in campagna”.

Ore 13.00 Pranzo Sociale.

Ore 16.30: “La sanità in Sardegna”. Interverranno: Francesco Carta (Medicina Democratica Sardegna) e Luigi Tedeschi (Medicina Democratica Sardegna). Parteciperanno Pierluigi Mulliri, segretario della Federazione della Sardegna del Partito della Rifondazione Comunista, e Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista.

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Gli incontri con gli autori di “Una miniera di Cultura” hanno preso il via ieri sera (16 novembre) nella Torre Civica in un’atmosfera di piacevole divulgazione storica, con un forte richiamo al clima del periodo di fondazione della città. A dare il via alle presentazioni è stato il volume “Eva canta” (Aipsa) di Maria Tiziana Putzolu Mura, un romanzo ispirato a una storia vera, in parte ambientata proprio nel territorio di Carbonia, «una zona molto evocativa – come ha sostenuto l’autrice – del periodo del Ventennio». La protagonista è una donna della Sardegna meridionale, figlia di ricchi imprenditori approdati a Tripoli all’inizio del periodo coloniale. Nel vivace scambio di battute con Marco Corrias, che ha presentato la serata, sono emersi come sfondo del narrato elementi della politica regionale al suo esordio, del mondo agropastorale e del piano di Rinascita.

Altro libro di grande interesse per la storia di Carbonia è stato “Banditi in miniera” (Alfa Editrice) di Francesco Carta, ex minatore-sindacalista e in seguito giornalista, il cui lavoro è quasi una sorta di omaggio, di resa giustizia a quei personaggi che avevano costituito la comunità mineraria, caratterizzando la vita in questa giovane cittadina fondata nel ‘38. Come ha evidenziato il giornalista Sandro Mantega, che ha introdotto la presentazione, il volume è un giallo che parla di omicidi, di sfruttamento, di lotta operaia. Un racconto in parte di fantasia ma basato su storie vere, nel quale un ruolo preponderante è acquisito dalle donne, personaggi realmente esistiti che hanno avuto una certa importanza nella storia delle miniera.

La serata si è conclusa con “Il principe di Algeri” (Arkadia) del giornalista Pietro Picciau. Sono contesti diversi, quelli nei quali ci catapulta questo romanzo storico, in qualche modo sempre collegato al territorio sud-occidentale sardo, spesso colpito durante la sua storia da attacchi di “pirateria barbaresca”. Siamo nel 1816, in era post-napoleonica, e l’intera Europa vuole la fine delle scorrerie dei mori nel Mediterraneo. Sullo sfondo di corsari, intrighi inconfessabili, trame di palazzo, agenti segreti e donne affascinanti, si prepara un’implacabile resa dei conti con le città-Stato del Maghreb.

Domani 18 novembre, nella giornata conclusiva dell’evento targato AES, sono in programma altri importanti appuntamenti per parlare di storia di Carbonia nell’ottantesimo anno della fondazione. Alle 16.00, la Torre Civica ospita la conferenza dedicata a “Carbonia ottant’anni dopo”, con la partecipazione del sindaco di Carbonia, Paola Massidda, del primo cittadino di Alghero, Mario Bruno e del sindaco di Arborea, Manuela Pintus.

Alla stessa ora, gli incontri con gli autori moderati da Salvatore Taras per la sezione “Tra Isola e mondo”, daranno spazio a un’attesissima ripubblicazione di “La Terra del Carbone”, un romanzo sulla fondazione di Carbonia (XEdizioni) scritto nel ‘37-38 da Valerio Tonini, impresario che partecipò alla costruzione. Interverranno l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu e Leonardo Mureddu. Alle 16.45 la NOR Edizioni proporrà “A Iscola ’e ballu”, un metodo didattico per imparare il ballo sardo realizzato da Emanuele Garau, che ne evidenzierà i contenuti assieme a Claudia Serra. Alle 17.30 Carlo Delfino Editore presenta una pubblicazione di straordinaria importanza per ricordare la nascita di Carbonia, “Sardegna del ‘900. Memorie di un secolo”, un cofanetto di quattro dvd che contengono filmati dell’Istituto Luce sulle città di fondazione, frutto di un grande lavoro di ricerca archivistica. Le proiezioni saranno accompagnate dagli interventi illustrativi di Giorgio Pellegrini. Un teaser in questi giorni è presentato in loop su schermo all’interno della sala espositiva dell’editoria libraria. Alle 18.15 l’intera manifestazione si concluderà al Teatro Centrale con la proiezione del film “Scritto sulla pietra” di Gianfranco Cabiddu, che sarà introdotto da Paolo Serra a cura della Società Umanitaria di Carbonia.

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Domani, giovedì 20 settembre, alle ore 18.00, nella Biblioteca Comunale di viale Arsia, si svolgerà un nuovo appuntamento con la rassegna “Carbonia Scrive”, l’iniziativa di promozione della scrittura e della lettura organizzata dal comune di Carbonia in collaborazione con lo Sbis (Sistema Bibliotecario Interurbano del Sulcis). 

Lo scrittore Francesco Carta presenterà il suo libro “Banditi in miniera”. L’iniziativa sarà coordinata dal giornalista Sandro Mantega. Sono previsti gli interventi dell’assessore della Cultura Sabrina Sabiu, del referente dell’Associazione Storia e radici città di Carbonia il prof. Andrea Rosas, del Presidente dell’Associazione Amici della miniera Mario Zara.
Nel libro, un romanzo storico, Francesco Carta ricostruisce la sua esperienza di minatore nelle gallerie di carbone della Carbosulcis, a cui fa seguito l’assunzione del ruolo di delegato sindacale e in seguito di segretario della Federazione dei Chimici Cgil di Iglesias, in qualità di responsabile dei minatori, per oltre due decenni.

 

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Nel corso dell’assemblea provinciale del Partito democratico di Carbonia Iglesias, svoltasi lunedì 6 novembre nella sala conferenze del Lù Hotel di Carbonia, come già annunciato ieri, è stato eletto Daniele Reginali, candidato unitario, segretario provinciale del Partito Democratico di Carbonia Iglesias, confermato nell’incarico. Nel corso dell’assemblea è stata eletta anche la nuova presidente Rita Vincis e si è insediata anche l’assemblea ed è stata eletta la Direzione provinciale. 

Questi i dirigenti territoriali:

Segretario provinciale Daniele Reginali

Presidente assemblea provinciale: Rita Vincis

Segretari:

Unione Comunale Carbonia: Fabio Desogus

Circolo Carbonia: Alberto Straullu

Circolo Bacu Abis: Alessio Tidu

Circolo Cortoghiana: Cinzia Firinu

Iglesias Unione comunale: Ubaldo Scanu

Circolo Bindua Nebida: Franca Cadeddu

Circolo Iglesias centro: Federico Sias

Sant’Antioco: Monica Fois

Gonnesa: Loris Cocco

Carloforte: Pierangelo Rombi

Domusnovas: Daniele Luxi

Villamassargia: Nicola Bianchini

Fluminimaggiore: Francesco Carta

Buggerru: Nuccio Pisu

Sant’Anna Arresi: Luigi Farci

Masainas: Andrea Ibba.