25 April, 2024
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«In meno di tre mesi abbiamo velocizzato le istruttorie sbloccando oltre la metà del pregresso. Le strumentalizzazioni e le polemiche vadano in vacanza, mentre la Giunta Solinas continua a lavorare per tutti gli agricoltori sardi.»

Lo afferma l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, facendo chiarezza sull’erogazione dei fondi comunitari.

«Fin dall’inizio legislatura – sottolinea l’assessore Gabriella Murgia – di concerto con l’Argea abbiamo preso in mano le redini della situazione, riadattando le piattaforme informatiche, una delle cause del blocco, e reclutando nuovo personale grazie a un accordo sottoscritto con l’assessore degli Affari generali, Valeria Satta, che è già stato avviato. Sarebbe poi opportuno che, quando si parla di questioni così importanti, venissero riportate anche le fonti a cui si è attinto, per evitare di diffondere affermazioni non veritiere.»

«L’erogazione degli anticipi e il subentro di Argea ad Agea – precisa il direttore generale di Argea, Agostino Curreli – seguono percorsi differenti e non collegati fra loro. Come ha confermato in data odierna l’Ufficio monocratico di Agea, gli anticipi sono stati regolarmente erogati da Agea nel mese di luglio 2019, mentre a giugno era stato pagato il saldo 2018. Questo per tutte le regioni che oggi hanno Agea come Organismo pagatore, Sardegna inclusa.»

«Il 16 ottobre – aggiunge Agostino Curreli – è previsto il via all’operatività di Argea quale Organismo pagatore ed è in corso di definizione un piano articolato per gestire la fase di transizione. Non è corretto poi affermare che Argea non sarebbe ancora pronta a svolgere le funzioni di Organismo pagatore. Infatti il ministero dell’Agricoltura – in seguito a un’approfondita analisi svolta da una società terza incaricata dallo stesso Ministero – ha potuto rilasciare il riconoscimento.»

«Auspico – conclude Gabriella Murgia – un supporto per il passaggio di consegne dal nazionale al regionale, come assicurato dai vertici di Agea già a fine maggio. Sono sicura che l’autorevole intervento del presidente Christian Solinas scioglierà tutti i nodi della farraginosa burocrazia che rallenta l’iter.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge nazionale n. 4 sulla costituzione del pegno sui prodotti vitivinicoli Dop e Igp.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di legge nazionale n. 4 (Maieli e più) sull’estensione del pegno rotativo ai prodotti vitivinicoli.

Aprendo la discussione generale, il relatore Piero Maieli (Psd’Az) ha ribadito che il provvedimento apre spazi enormi ai prodotti sardi sul mercato nazionale ed internazionale ed inoltre, costituendo come garanzia del credito i vini destinati alla cantina, assegna ai prodotti un valore che altrimenti non verrebbe finanziato e contribuisce a costruire un sistema molto conveniente per le aziende.

Il consigliere Emanuele Cera (Forza Italia) ha assicurato il sostegno del suo gruppo  alla legge, che estende i vantaggi della normativa ad un settore fondamentale per il buon andamento del comparto agro alimentare e in definitiva dell’economia sarda, e risponde positivamente alle esigenze di liquidità del mondo produttivo.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, dopo aver chiesto di sottoscrivere la proposta a nome del gruppo, ha parlato di un passo avanti nel potenziamento di un settore vitale sia dell’agricoltura che dell’economia sarda sempre più capace di produrre eccellenze ormai riconosciute al di fuori dell’Isola, garantendo nello stesso tempo più facile accesso al credito per le imprese.

A nome della Giunta l’assessore Gabriella Murgia, dopo aver espresso parere favorevole, ha brevemente sintetizzato i passaggi normativi che disciplinano la materia, sottolineando inoltre che l’esigenza recepita dalla legge era stata manifestata più volte sia dal mondo produttivo che da quello del credito.

Successivamente nelle dichiarazioni di voto (per tutti favorevole) hanno preso la parola i consiglieri regionali Michele Ciusa (M5S), Angelo Cocciu (Forza Italia), Gianfranco Ganau (Pd), Domenico Gallus (Udc), Gian Franco Satta (Progressisti), Michele Cossa (Riformatori) e Daniele Cocco (Leu).

Il Consiglio ha poi approvato la legge all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Al termine dello scrutinio il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula ha chiesto una sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha informato il Consiglio del breve ritardo del presidente della Regione Christian Solinas proponendo comunque, in attesa del suo arrivo, di procedere con l’ordine del giorno discutendo la mozione 34 (Giagoni e più) sulle concessioni balneari, per poi sospendere.

Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sollecitato il rispetto della decisioni assunta in sede di conferenza dei capigruppo, cioè quella di procedere con la discussione della risoluzione sulle entrate.

Il presidente Pais ha chiarito che la decisione dei capigruppo non è in dubbio, ma nel frattempo si è ritenuto di continuare a lavorare, in assenza di proposte di sospensione.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, illustrando la mozione n. 34, ha ricordato in apertura che il turismo balneare costituisce uno dei fattori principali di attrazione turistica della Sardegna, dove però molte aziende sono costrette ad operare senza un quadro di certezze. Da parte nostra, ha sottolineato, c’è un dialogo aperto col sistema di piccole e medie imprese attive in campo regionale coerente con la proroga delle concessioni per 15 anni, coerente inoltre col programma di centro destra per le politiche del 2018 ed in particolare contro la direttiva Bolkestein, inserito infine nel contratto di governo con 5 stelle. La proroga, ha sostenuto, è considerata di fondamentale importanza per gli investimenti ed il consolidamento delle imprese che, invece, si vedono chiudere la porta in faccia dalle banche proprio con la motivazione sulla mancata proroga, trascurando poi che nelle realtà i concessionari forniscono anche servizi gratuiti di pubblica utilità. La proroga, ha concluso, è stata già recepita da molte Regioni, e quindi anche la Sardegna deve utilizzare ogni strumento per deliberare la proroga.

Il consigliere Giuseppe Meloni del Pd ha espresso una valutazione positiva sulla mozione Dario Giagoni su un tema, ha affermato, che ha visto il comune di Loiri percorrere nel 2012 diverse sedi di giustizia fino alla corte europea. Il Tar, ha proseguito il consigliere, ha disposto la cessazione della materia del contendere per effetto della legge di stabilità 2019 approvata nel 2018 con cui è stata introdotta la proroga, in base alla quale si chiede alla Giunta regionale di recepire questa normativa. Cosa che però, ha osservato, non avviene come ad Olbia che non riconosce la proroga del Governo nazionale, un problema al quale si unisce anche un certo atteggiamento degli uffici comunali. In definitiva, ha concluso, su questo argomento in campagna elettorale il centro destra ha fatto tante promesse che non sono state mantenute, anche se bisogna agire con un indirizzo unico rivolto ai Comuni.

Il consigliere della Lega Andrea Piras ha dichiarato che la proroga fino al 2034 è indispensabile anche per la Sardegna e per le aziende che si trovano esposte alle banche e a grave incertezza giuridica, fattori negativi che si aggiungono all’andamento non positivo della stagione turistica, fin qui condizionata anche dal maltempo. Andrea Piras ha auspicato infine che il governo regionale emani quanto prima una direttiva di adeguamento alla proroga nazionale.

Per il movimento 5 Stelle il consigliere Roberto Li Gioi ha ribadito che l’incertezza del diritto è un problema grave e, nel merito, ha detto che il suo gruppo sostiene l’adeguamento della Regione alla legge 145, a favore di una categoria che contribuisce in maniera molto elevata al pil turistico della nostra Regione, nonostante molti problemi e molte difficoltà di accesso al credito. «Abbiamo l’occasione per rendere un buon servizio alla Sardegna e nello specifico il nostro movimento si è speso per la proroga di 15 anni coerentemente con un impianto normativo già recepito da tante altre Regioni, per cui la Sardegna non può aspettare».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’az) «è fortissima l’esigenza degli imprenditori della Gallura di avere stabilità di investimento rispetto alle concessioni. Però non bisogna cadere nel populismo e nella demagogia perché in realtà il governo italiano dovrebbe trattare con l’Ue per il superamento delle direttive Bolkestein. Dovrebbe essere noto a tutti che le direttive europee hanno un rango superiore rispetto alla legge ordinaria. Ben venga la mozione del collega Dario Giagoni, per dare risposte agli imprenditori balneari. Ma dobbiamo essere sicuri delle risposte che diamo loro: le false promesse non sono accettabili e il rischio di una censura di illegittimità costituzionale è altissimo, identica a quella che potrebbe colpire le regioni che hanno legiferato su questo».

Per i Progressisti l’on. Massimo Zedda «il tema è conosciuto a tutti coloro che hanno amministrato una città che abbia anche solo un fazzoletto di terra sul mare. Non mi pare intelligente semplificare cose complesse perché il rischio è mettere in pericolo posti di lavoro e aziende. Il 19 luglio scorso una concessione demaniale statale sulla costa ligure è stata censurata dai giudici come “occupazione abusiva di suolo demaniale” e non dobbiamo dimenticare mai che accanto a chi ha concessioni in proroga ci sono migliaia di imprenditori che vorrebbero partecipare a una gara per l’assegnazione di quelle aree». L’ex sindaco di Cagliari ha aggiunto: «E’ giusto considerare l’affidamento diretto rispettoso del principio di concorrenza? Questa è la domanda che si pone la direttiva Bolkestein  e noi non possiamo ignorarla. E se la concessione non è mai in discussione viene meno anche lo stimolo dell’imprenditore concessionario a migliorarsi e a investire ancora. E’ anche certo che le concessioni di brevissima durata non servono a nulla perché nessuno investe se non ha in partenza la possibilità di rientra dell’investimento».

Ha preso poi la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az. «E’ forte la preoccupazione degli imprenditori e ho predisposto un ordine del giorno che non ci porta a forzare la mano visto che lo scoglio della Bolkestein non è superabile così, come qualcuno ha pensato. Sappiamo che lo stesso ministro Centinaio ci sta lavorando e ha promesso di emanare un Dpcm. Dunque, un ordine del giorno in attesa del decreto del governo italiano che sembra raccolga anche la volontà dell’Ue: lo rimetto alla valutazione dell’Aula».

Il presidente Michele Pais ha ricevuto l’ordine del giorno e ha rimesso ogni  valutazione ai lavori dell’Aula di domani, sospendendo così la discussione.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto però la discussione immediata «approfittando della presenza del presidente Christian Solinas». Dello stesso parere anche il capogruppo dei Progressisti, on. Francesco Agus: «Ormai siamo al novanta per cento della discussione e c’è un dibattito costruttivo. Chiedo di concluderlo».

L’on. Giovanni Satta (Psd’Az) ha chiesto l’intervento dell’assessore agli Enti locali, Quirico Sanna, ma il presidente Michele Pais ha disposto una breve sospensione dei lavori per deciderne le modalità di prosecuzione insieme ai capigruppo.

Alla ripresa il presidente Michele Pais ha dato la parola all’assessore Quirico Sanna: «Da due mesi stiamo esaminando la materia con serietà e rispetteremo gli impegni presi e le aspettative degli operatori balneari. Nella prossima seduta del Consiglio porteremo la proposta della giunta, che in queste ore stiamo definendo in raccordo con la presidenza del Consiglio dei ministri, proprio sulla base del Dpcm in emanazione».

Il presidente Pais ha sospeso ancora la seduta su richiesta della maggioranza.

Al rientro in aula la capogruppo del M5S Desiré Manca ha chiesto la parola sull’ordine dei lavori e ha chiesto una sospensione di cinque minuti per consentire una riunione dei capigruppo di minoranza. Il presidente Pais ha sospeso la seduta. Al rientro in aula il presidente è passato all’esame del secondo punto all’ordine del giorno: la Risoluzione n. 1 «sulla ridefinizione dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna ai sensi dell’articolo 1, comma 851, della legge n. 205 del 2017 e dell’articolo 1, comma 875, della legge n. 145 del 2018 e alla luce dei criteri di contribuzione sanciti nella sentenza della Corte costituzionale n. 6/2019».

Daniele Cocco (capogruppo di Leu) è intervenuto sull’ordine dei lavori per chiedere una variazione dell’Ordine del giorno, ossia di consentire al presidente della Regione, Christian Solinas, di illustrare lo stato dell’arte dei rapporti con lo Stato e rinviare la discussione sulla Risoluzione n. 1 alla prima seduta del Consiglio regionale dopo il rientro dalle ferie estive. L’Aula ha accolto positivamente la proposta ed il presidente Michele Pais ha dato la parola al presidente della Regione, Christian Solinas. Il Capo dell’Esecutivo regionale ha fatto un excursus della cosiddetta Vertenza entrate, che ha origine dall’accordo del 2005 e che ha attraversato altre due legislature per arrivare a quella in corso, tra accordi, ricorsi e sentenze della Corte Costituzionale.

Una volta ripercorse le tappe fondamentali della Vertenza il presidente ha illustrato all’Aula la situazione attuale dei rapporti tra la Regione e il Governo. Christian Solinas ha informato il Consiglio regionale che il 25 febbraio e il 3 marzo si sono svolti due incontri delle delegazioni di dirigenti e tecnici e delle parti legali regionali e del Ministero dell’Economia e Finanze. «Il 9 maggio presso la sede del Ministero degli Affari regionali ho incontrato personalmente – ha affermato Christian Solinas – insieme all’assessore del Bilancio della Regione Sardegna, il ministro per gli Affari regionali, il vice ministro dell’Economia e delle Finanze. Il 16 maggio si è svolto un ulteriore incontro tecnico tra i rappresentanti della Regione e quelli del Mef». Christian Solinas ha spiegato che, nel corso di queste interlocuzione, la Regione ha formulato le seguenti richieste, già formalizzate con una serie di atti successivi: «Un riequilibrio degli accantonamenti che tenga conto dell’incidenza sul Pil regionale del concorso alla finanza pubblica imposto alla Regione e, secondo questo criterio, l’avvicinamento al rapporto di contributo di finanza pubblica e Pil regionale che è stato impiegato di recente nell’accordo di finanza pubblica stipulato tra il Mef e la Regione Sicilia. Secondo quanto risulta l’incidenza del concorso alla finanza pubblica imposto alla Sardegna sul Pil regionale è pari all’1,60 per cento, mentre quello della Sicilia ammonta all’1,14 – ha affermato -. In questa prospettiva è stata chiesta una correzione del contributo pari a 153 milioni di euro annui, abbiamo chiesto l’applicazione della sentenza della Corte costituzionale n. 6 del 2019 e n. 77 del 2015 e, conseguentemente, la soppressione del contributo di finanza pubblica pari a 285 milioni illegittimamente imposto con l’illegittima applicazione dell’articolo 16, comma 3 del Decreto legge 95 del 2012». Un’altra richiesta fatta al Governo è stata «la ridefinizione del contributo di finanza pubblica imposto alle autonomie locali come stabilito dalle sentenze della Corte», ma anche «la liquidazione delle somme a titolo di trasferimento delle entrate erariali trattenute dallo Stato dal 2010 in avanti». Christian Solinas ha poi aggiunto che «a fronte di tali circostanze e specifiche richieste lo Stato non ha formulato controproposte o negato la sussistenza di tali crediti». Christian Solinas ha poi spiegato ulteriori pronunce dei giudici amministrativi e della Corte hanno ritenute illegittime ulteriori somme di accantonamento imposte dallo Stato alla Sardegna: in particolare i 7 milioni di euro per la tassa sulle emissioni di autoveicoli per le annualità 2012-2013, il riconoscimento dei  7/10 delle entrate erariali dalla Sardegna dal 2010 e non dal 2017. «Abbiamo richiesto allo Stato di dare esecuzione a tutte le sentenze e anche in questo caso il Governo non ha dedotto alcuna osservazione contraria». Christian Solinas ha quindi letto la tabella che sintetizza i ragionamenti fatti con lo Stato sulla base degli accordi e delle sentenze: la riduzione del concorso alla finanza pubblica 2019-2021 per 153 milioni annui, la richiesta degli arretrati 2010-2016 alla compartecipazione dal gettito da reddito da capitale per 78,631 milioni, richiesto riserve erariali 2010-2013 per tasse automobilistiche per 12,869 milioni, trasferimento di risorse per gli anni 2016-2018 per funzioni fondamentali per enti di Area vasta per 121,079 milioni e il trasferimento per funzioni di Area vasta non fondamentali per 33,458 milioni e per funzioni non fondamentali per 30,03 milioni, la richiesta, inoltre, in base ai ricorsi pendenti della cancellazione dell’accantonamento di 285,308 milioni relativo alle annualità pregresse.

«Allo stato attuale il Governo ha assunto l’impegno di modificare nel primo provvedimento utile la data di scadenza per il raggiungimento dell’accordo con la Regione Sardegna, prevista per il 10 agosto e spostandola al 31 dicembre. A settembre dovremmo avere la chiusura della prima parte dell’accordo – ha affermato Christian Solinas – con la riduzione del contributo di 153 milioni sugli accantonamenti e in Legge di Bilancio una serie di provvedimenti, che rendano strutturale l’intervento anche con contributi in conto investimenti sia per il settore sanitario, sia per la viabilità ed i trasporti. Abbiamo anche richiesto che nell’ambito dell’accordo si tratti il passaggio di competenze del Demanio regionale e delle Soprintendenze archeologiche e paesaggistiche. Abbiamo ragionevole fiducia che a settembre ci possa essere la chiusura della prima parte dell’accordo e con la Legge di Bilancio 2020 la chiusura definitiva degli accordi.»

Il presidente Michele Pais ha chiuso la seduta e ricordato che il Consiglio regionale è convocato per domani alle 16.00 e per giovedì alle 10,30.

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«Ringrazio i consiglieri regionali Desirè Manca e Michele Ciusa per essersi presi a cuore la questione dei lavoratori ex Apa, Associazione provinciali allevatori. Le loro sollecitazioni arrivano comunque tardi, visto che già nella riunione di Giunta dello scorso 26 luglio l’Esecutivo ha adottato una delibera con la quale sono stati stanziati oltre 2 milioni di euro proprio per questo motivo.»

Lo precisa l’assessore regionale dell’Agricoltura Gabriella Murgia.

«La Giunta – ha aggiunto Gabriella Murgia – ha stabilito di trasferire la somma di 2.256.273 euro all’Agenzia Laore con l’incarico di provvedere a stipulare immediatamente una convenzione con l’A.A.R.S. (Associazione Allevatori della Regione Sardegna) e si dia quindi continuità al lavoro compiuto dai tecnici ex APA, in particolare nel loro prezioso lavoro compiuto in materia di tenuta dei Libri Genealogici animali e dei Registri Anagrafici.»

«Stiamo lavorando proprio in questi giorni, aggiunge Murgia, a predisporre gli atti per il rinnovo e l’integrazione della convenzione, per garantire la riassunzione dei lavoratori e le attività di laboratorio. Già lunedì è infatti previsto in assessorato un incontro con i vertici dell’Associazione per la definizione degli aspetti tecnici della convenzione. Nessun disinteresse da parte della Giunta quindi, anzi. Non appena sarà concluso l’iter e la convenzione con l’A.A.R.S. sarà firmata – conclude l’assessore regionale dell’Agricoltura – sarà mia personale cura informare i consiglieri Manca e Ciusa.»

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Nuovo appello del capogruppo del M5S Desirè Manca ed il consigliere regionale del M5S Michele Ciusa all’assessore dell’Agricoltura Murgia per sollecitare gli interventi necessari a garantire quanto prima uno stipendio ai 37 lavoratori delle ex APA di Cagliari e Sassari licenziati a seguito del progetto di accorpamento delle associazioni provinciali degli allevatori.

«Quello che chiediamo attraverso questo nuovo atto è quali siano le reali intenzioni di questa Giunta in merito a questa vertenza. Soprattutto vorremmo sapere se ci sia la reale volontà di affrontarla, partendo dai documenti sino ad ora noti, per poterli migliorare. Innanzitutto siamo convinti che ci sia un primo passo da compiere, ovvero dare immediato impulso al Protocollo d’intesa tra Regione e A.A.R.S. (Associazione Allevatori della Regione Sardegna). Un protocollo che se messo in pratica consentirebbe ai lavoratori delle ex APA di Cagliari e Sassari licenziati di poter tornare al lavoro e di poter svolgere appieno e senza problemi le proprie mansioni. Questo nell’immediato è l’aspetto più importante.»

«Non si capisce – proseguono Desirè Manca e Michele Ciusa – il perché di tutto questo disinteresse. Stiamo parlando di famiglie che tirano avanti senza ricevere uno stipendio da mesi. Senza contare l’impoverimento subìto dalla nostra Isola, dato che senza queste professionalità al lavoro stiamo perdendo tutte le conoscenze sul patrimonio genetico delle razze di interesse zootecnico. Consapevoli che il protocollo siglato dalla precedente Giunta contiene aspetti che ci lasciano perplessi è necessario aprire la discussione su questa situazione e cogliere tutti gli aspetti positivi contenuti in esso per poter rilanciare questa importantissima attività. Una volta salvaguardati i posti di lavoro, potremmo correggere tutti i punti critici di questo Protocollo per non ricadere negli stessi errori del passato.»

Desirè Manca e Michele Ciusa chiedono se all’interno del Comitato direttivo di controllo verrà nominato un componente di nomina regionale e se siano stati assegnati i fondi necessari all’attuazione del programma annuale dei controlli funzionali, utili alla tenuta dei Libri genealogici di specie e di razza. Condizione essenziale per il riassorbimento dei lavoratori.

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«L’accelerazione della spesa delle risorse comunitarie e l’erogazione degli aiuti per i danni causati alle produzioni agricole dalla siccità del 2017 sono tra le priorità che il presidente Solinas e tutta la Giunta hanno posto nell’agenda politica fin dall’insediamento.»

Lo afferma l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, rispondendo alle richieste delle organizzazioni di categoria sul nuovo organismo pagatore regionale.

«Le ragioni della manifestazione odierna da parte della Coldiretti, che segue le dichiarazioni fatte sulle stesse questioni da Confagricoltura Sardegna, sono in gran parte condivisibili – commenta l’assessore dell’Agricoltura -. E per questo, accogliendo le sollecitazioni delle stesse organizzazioni professionali e del mondo agricolo in generale si è proceduto da subito, con il pieno coinvolgimento della struttura dell’assessorato e dell’Agenzia Argea, grazie al lavoro del direttore generale facente funzioni, Agostino Curreli, a una puntuale ricognizione dello stato delle criticità e dei pagamenti, sia con riferimento alle domande di finanziamento a valere sulle misure del Psr Sardegna 2014-2020, sia con riferimento alle richieste di indennizzo presentate per la siccità del 2017.»

«In accordo con l’assessore regionale degli Affari generali, Valeria Satta, stiamo per avviare il piano di reclutamento del personale Argea per potenziare l’attività istruttoria dell’Agenzia – conclude Gabriella Murgia -, così da consentire un’accelerazione della gestione delle istanze giacenti.»

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La Giunta regionale ha disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Maracalagonis, a seguito della scomparsa del primo cittadino Mario Fadda. Il Consiglio e la Giunta rimarranno in carica fino alla elezione del nuovo consiglio e del nuovo sindaco. Sino alle predette elezioni le funzioni del sindaco saranno svolte dal vicesindaco. Il Presidente disporrà ora, con proprio decreto, l’atto formale di scioglimento.

Su proposta dell’assessore degli Enti locali, Quirico Sanna, la Giunta ha nominato Giorgio Speranza, funzionario dell’assessorato degli Enti locali, commissario ad acta, in sostituzione del consiglio comunale di Quartucciu, per l’approvazione del Piano particolareggiato del Centro storico in adeguamento al Piano paesaggistico regionale e Sofia Secci, funzionaria dell’Assessorato degli Enti locali, commissario ad acta, in sostituzione del consiglio comunale di Burgos, per l’adozione del Piano particolareggiato del Centro di prima e antica formazione.

Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia, la Giunta ha deliberato di prorogare la gestione commissariale del Consorzio di bonifica dell’Oristanese e ha nominato Cristiano Carrus quale commissario straordinario, sino all’espletamento delle elezioni degli organi consortili.

Su proposta dell’assessore del Lavoro Alessandra Zedda, la Giunta, a seguito di una apposita procedura ad evidenza pubblica, ha deciso di nominare Massimo Temussi, quale direttore generale dell’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro, ASPAL.

Su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis, la Giunta ha approvato la proroga dell’avvio dei lavori delle opere legate ai contributi concessi, per l’annualità 2019, dalla Regione ai Comuni che hanno subito una diminuzione degli occupati nel settore della forestazione. 

Sempre su proposta dell’assessore Gianni Lampis, l’Esecutivo ha concesso una proroga ai Comuni per l’avvio dei lavori di manutenzione e valorizzazione del patrimonio boschivo in prossimità di aree interessate da deindustrializzazione, cave dimesse, incenerimento di rifiuti, in virtù di contributi concessi nell’annualità 2017-2018.

Su proposta dell’assessore della Pubblica istruzione Andrea Biancareddu, la Giunta ha approvato i criteri e le modalità di erogazione dei contributi concessi dalla Regione per la manutenzione straordinaria degli impianti sportivi comunali dati in concessione.

Su proposta dell’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, la Giunta ha poi approvato il provvedimento che consentirà alla Regione di incassare dallo Stato risorse per 444 mila euro da destinare alle politiche a favore della famiglia.

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«Dal prossimo 14 ottobre l’Organismo pagatore regionale (Opr) dovrebbe muoversi con le proprie gambe rispetto alla gestione nazionale di Agea. Fino ad oggi non abbiamo notizie sul piano di reclutamento del personale dell’Opr, sulla sua formazione specifica e sull’organizzazione della struttura. I 45 giorni rimanenti, esclusa la pausa di agosto, paiono veramente pochi per portare a termine gli impegni propedeutici necessari per l’avvio delle attività dell’Opr.»

Lo ha dichiarato il presidente regionale di Confagricoltura Sardegna, Luca Sanna, che ha aggiunto: «Non esiste alcuna pregiudiziale per la nascita dell’Organismo pagatore sardo che, a nostro avviso, potrebbe portare numerosi benefici agli imprenditori agricoli, qualora fosse realmente efficiente e bene strutturato, così da essere più veloce ed efficace nell’erogazione delle risorse rispetto all’Agea nazionale. L’Opr, infatti, dovrà occuparsi, oltre che dei fondi del Programma di sviluppo rurale (Psr), anche dei pagamenti diretti della Politica agricola comune (Pac)».

Il presidente Sanna ha poi ricordato che «non si hanno notizie sullo stato dell’arte dell’implementazione dei nuovi programmi informatici, necessari a lavorare le pratiche, e sulla configurazione digitale degli accrediti tra sistema operativo regionale e i tanti Centri per l’assistenza agricola (Caa), dislocati nei diversi territori dell’Isola. Proprio con i Caa, dove gli imprenditori agricoli presentano le domande, l’Opr dovrà sottoscrivere le convenzioni nazionali. A questo iter di transizione va aggiunto che il nuovo Organismo dovrà occuparsi di buona parte del pregresso già presente in Argea: dalle domande ancora da istruire a quelle da correggere se interessate da anomalia».

«Nonostante siano passati alcuni mesi dal riconoscimento ufficiale dell’Opr da parte del ministero delle Politiche agricole – ha osservato il rappresentante dell’organizzazione di categoria – lo stato delle cose è preoccupante. Ai ritardi tecnici maturati fino ad oggi si aggiunge la mancata nomina del direttore generale di Argea Sardegna, decaduto per fine mandato, o di un commissario che dovrà traghettare l’Agenzia nella sua trasformazione in Organismo pagatore autonomo. Alla luce di questo quadro critico, ci appelliamo al presidente della Giunta regionale, Christian Solinas, e all’assessora dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, affinché si intervenga subito per non mettere a rischio i pagamenti Pac e Psr spettanti ad agricoltori e pastori sardi. Sarebbe inaccettabile scaricare, come spesso accade, i rallentamenti burocratici e di efficientamento sulle spalle dei lavoratori delle campagne. Per correre immediatamente ai ripari ed evitare ulteriori criticità relative al normale periodo di transizione tra Agea, Argea e Opr – ha concluso il presidente di Confagricoltura Sardegna – proponiamo che sia subito inoltrata al Ministero e ad Agea una richiesta di rinvio, di un anno, del passaggio di consegne tra Roma e Cagliari. In questi dodici mesi dobbiamo mettere a punto e testare al meglio la macchina burocratica regionale in modo che il nuovo servizio sia notevolmente più vantaggio rispetto a quello che stiamo lasciando.»

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«I danni causati dalle cornacchie alle produzioni agricole e quelli arrecati alle produzioni ittiche dai cormorani sono all’attenzione della Giunta e vedono un costante e stabile confronto tra le strutture dell’assessorato dell’Agricoltura e di quello della Difesa dell’Ambiente sull’attività di monitoraggio dei danni stessi, sulle azioni di controllo della popolazione delle cornacchie e dei cormorani nell’ambito dei piani provinciali di contenimento, sulle misure di intervento per la compensazione dei danni già attive e sulla valutazione di ulteriori misure alla luce proprio dell’attività di monitoraggio.»

Lo sottolineano gli assessori dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, e della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, precisando che, per la compensazione dei danni, esistono sia risorse del bilancio regionale sia risorse comunitarie.

«Per i danni prodotti dalle cornacchie – precisano i due assessori – c’è già un aiuto regionale, previsto dalla legge regionale 29 luglio 1998, n. 23, che fissa le norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna, in particolare dall’art. 59, e dalla relativa disciplina per l’attuazione fissata con la deliberazione n. 44/21 del 25 luglio 2016. Laddove le risorse recate dalla dotazione ordinaria di bilancio risultassero insufficienti l’impegno è quello di reperirne ulteriori e in misura sufficiente a mitigare gli effetti dei danni effettivamente prodotti.»

«Per i danni causati alle produzioni dei comprensori di pesca regionali – fa sapere l’assessore Gabriella Murgia – a breve sarà pubblicato il bando per la presentazione delle domande di risarcimento. La misura di intervento è inserita nell’ambito del programma operativo Feamp 2014/2020 – Misura 1.40 – Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione nell’ambito di attività di pesca sostenibili.»

«Per quanto riguarda i cormorani – aggiunge l’assessore Gianni Lampis – occorre lavorare sulla prevenzione, così da evitare la creazione delle colonie. Decisivo, perciò, realizzare azioni dissuasive per non farli restare in Sardegna. Oltre alla prevenzione nell’Isola, bisogna sollecitare l’Europa a intraprendere iniziative per la riduzione delle nascite.»

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Il Consiglio regionale ieri ha approvato l’ordine del giorno sugli interventi finalizzati alla predisposizione di una legge di riforma del sistema agricolo regionale e al finanziamento della legge regionale n. 15 del 2010.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato le dimissioni dalla carica di consigliere regionale di Paolo Truzzu, recentemente eletto sindaco di Cagliari. Successivamente, è stata disposta la convocazione immediata della Giunta delle elezioni per la presa d’atto e la conseguente surroga con il primo dei non eletti. Per questi adempimenti, il presidente ha sospeso la seduta per 10 minuti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha letto la nota della Giunta per le elezioni, sulla base della quale Fausto Piga risulta essere il primo dei non eletti nella lista “Fratelli di Italia”, collegio di Cagliari, in cui fu eletto l’on. Paolo Truzzu. Pertanto, a seguito delle dimissioni dell’on. Paolo Truzzu, il presidente Michele Pais ha invitato l’on. Piga a entrare in Aula e a prestare giuramento.

Il presidente Michele Pais ha chiesto all’Aula un minuto di silenzio per commemorare Emanuela Loi e tutte le vittime della strage di via D’Amelio.

L’on. Piero Comandini (Pd) ha esordito dicendo che “dal 21 maggio il presidente Christian Solinas Solinas non si presenta in Aula e questo è un fatto di una gravità inaudita. Dal 28 maggio chiediamo al presidente Christian Solinas di riferire sulla vertenza del porto canale e ancora nulla si sa, nonostante la vicenda si sia aggravata a causa del diniego paesaggistico. Cosa ha fatto finora il presidente Solinas per questa vertenza?”.

Di seguito, l’on. Francesco Agus (Progressisti) ha ricordato che “dal 28 giugno la Giunta ha nominato i nuovi direttori generali ma a oggi tre direzioni sono ancora vacanti. E si tratta di direzioni generali strategiche come la Protezione civile e il Personale”.

L’assessore Andrea Biancareddu ha chiesto di ricordare in Aula il tragico incendio di Curraggia in Gallura che il 28 luglio 1983 portò un pesantissimo bilancio di nove vittime, sei feriti e oltre 18 mila ettari bruciati. Il presidente Pais ha dunque ordinato all’Aula un minuto di silenzio.

L’on. Eugenio Lai ha invece suggerito al presidente Pais di sospendere i lavori per consentire a una delegazione di “incontrare i lavoratori dell’Aias e quelli del porto canale, che da giorni protestano sotto il Consiglio regionale”.

Lo stato di agitazione dei dipendenti di Forestas è stato richiamato invece dall’on. Giovanni Satta (Psd’az), che ha detto: “Chiedo alla vicepresidente della Giunta di dare in fretta risposte sul tema del contratto dei lavoratori di Forestas”.

Per l’assessore Alessandra Zedda “la Giunta ha già preso l’impegno con i lavoratori di Forestas e ci stiamo assumendo la responsabilità di occuparci di loro”.

Anche l’on. Daniele Cocco (Sinistra) ha caldeggiato l’incontro con i lavoratori  di Forestas e ha annunciato una mozione sul tema.

Il presidente Pais ha sospeso i lavori per indire subito una conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa ha comunicato gli esiti della conferenza: una delegazione dei lavoratori del porto canale di Cagliari e dell’Aias sarà ricevuta al termine dei lavori dell’Aula.

Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha iniziato l’esame della mozione n. 19 (Tunis e più) sulla riforma del sistema agricolo regionale, sospesa in una precedente seduta nella fase della dichiarazioni di voto.

Il primo firmatario Stefano Tunis (Sardegna 20/20), prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha affermato che, avendo registrato una convergenza ampia sul contenuto del documento, si rendono necessarie attraverso un emendamento orale alcune correzioni per chiarire, ha precisato, che ciò che viene messo sotto accusa è in realtà il risultato operativo di una burocrazia con cui è difficile dialogare soprattutto in materia di pagamenti a conclusione delle istruttorie condotte dalle agenzie agricole. Si tratta quindi, ha sintetizzato, di una posizione difensiva e non offensiva dell’assessorato. Inoltre, ha concluso, è opportuna anche la modifica di una parte del dispositivo per sottolineare il valore dell’ampio coinvolgimento della commissione e del Consiglio sulla legge di riforma del sistema agricolo regionale.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso dissenso sulla proposta di emendamento orale, che quindi decade.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, dopo aver ricordato che l’emendamento orale era stato concordato, ha chiesto una sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere Stefano Tunis (sempre sull’ordine dei lavori) ha affermato che in sede di coordinamento del testo basterebbe precisare meglio soltanto il passaggio riguardante il coinvolgimento del Consiglio.

Il consigliere Roberto Deriu ha chiesto se Aula può dare indirizzi al coordinamento formale di una mozione.

Il presidente Michele Pais ha riposto di sì.

Il consigliere Francesco Agus (Progressisti) ha ricordato che il regolamento parla di coordinamento dei testi legislativi e non delle mozioni, per cui o si ritira la mozione trasformandola in ordine del giorno, oppure si mantiene il testo approvandolo o respingendolo, fermo restando che comunque il tema richiede serietà e maggiore attenzione da parte dell’Aula.

Per dichiarazione di voto, Emanuele Cera di Forza Italia ha ringraziato i proponenti della mozione per aver portato all’attenzione del Consiglio la crisi dell’agricoltura sarda. Una crisi, ha aggiunto, che impone a tutti di impegnarsi a fondo per la riforma a cominciare dalla chiusura positiva della vicenda riguardante il prezzo del latte e le difficoltà del comparto ovi-caprino. Va riconosciuto tuttavia, ha proseguito, che la legge 15/10 non ha raggiunto i risultati che si prefiggeva e si è trasformata impropriamente in uno strumento di sostegno al reddito, soluzione inadeguata per il settore che ha bisogno di interventi strutturali, fra i quali semmai va compreso anche al settore bovino.

Il consigliere Gian Franco Satta dei Progressisti ha sottolineato che la mozione Tunis contiene una proposta di riforma del sistema agricolo che però è in contraddizione con il riferimento positivo alla legge 15, che lo stesso Cera ha poco fa criticato. Ha poi annunciato il voto contrario.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd), sull’ordine dei lavori, ha detto di voler prendere sul serio la mozione che vorremmo votare confrontandoci con la maggioranza che però ha difficoltà interne. Il punto di incontro non c’è e manca chiarezza all’interno della coalizione, ha spiegato, quindi se maggioranza vuole confrontarsi siamo disponibili altrimenti voteremo contro.

Daniele Cocco di Leu ha affermato di non capire come si sta procedendo perché prima emergono differenze sul documento e poi si torna alle dichiarazioni di voto sul testo originario che peraltro, di fatto, suona come una sfiducia nei confronti dell’assessore; a questo punto meglio una proposta di legge affidata all’esame delle commissioni e poi al Consiglio

Il consigliere Stefano Tunis (Sardegna 20/20), nel comprendere le difficoltà perché il tema richiede approfondimenti e non solo qualche sospensione, ha proposto una votazione per parti, eliminando il periodo controverso.

Il presidente Michele Pais ha definito la proposta di buon senso.

Il consigliere Daniele Cocco di Leu, ha puntualizzato che si deve mettere in votazione ogni parte.

Il consigliere Pietro Moro, ha osservato che non è una questione di vita o di morte approvare un provvedimento a tutta velocità; ci vogliono contenuti più solidi perché di fronte alla vertenza latte non possiamo girarci dall’altra parte ed è meglio rimandare.

Il presidente Michele Pais ha invitato i consiglieri a formulare proposte accoglibili ed ha sostenuto che quella del voto per parti lo è.

Il consigliere Piro Comandini (Pd), d’accordo col collega Deriu, ha sollecitato una intesa ed ha proposto una sospensione.

Analogamente si è espresso Gian Franco Satta dei Progressisti.

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta.

Alla ripresa dei lavori il consigliere Stefano Tunis ha comunicato la trasformazione della mozione in ordine del giorno, posto che l’ampia condivisione è fondamentale sul tema, che ha bisogno del contributo di tutta la politica e di tutto il mondo agricolo, arrivare a superamento legge 15/10 e nello stesso tempo avere uno strumento transitorio da notificare alla Ue in attesa di quadro organico. L’ordine del giorno, ha chiarito, ripercorre sostanzialmente il testo dalla mozione (a parte un paragrafo) e riafferma la necessità del coinvolgimento pieno del Consiglio.

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha eccepito che i tempi non coincidono col regolamento perché la trasformazione di una mozione in ordine del giorno può avvenire al termine della discussione generale e non nella fase della dichiarazione di voto, per cui si deve votare la mozione.

Il presidente Michele Pais, di diverso avviso, ha sostenuto la regolarità dell’ordine del giorno, purchè provvisto della firma di 8 consiglieri.

Il consigliere Massimo Zedda, sempre dei Progressisti, ha rilevato la presenza di alcuni errori materiali e si è comunque associato alla tesi di Agus.

Il consigliere Piero Comandini ha sollecitato il parere della Giunta.

Il consigliere dei Progressisti Gian Franco Satta ha valutato con favore il passo indietro della maggioranza ma ha preso le distanze dal modo, suggerendo il rinvio della discussione ad un momento successivo.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, ricordando l’impegno ad un incontro con i lavoratori Aias, ha criticato il la richiesta di un parere della Giunta per una semplice modifica.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha raccomandato la specificazione della parte collegata alla “misura ponte” notificabile alla Ue, a testimonianza della transitorietà del testo.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, pur dicendo di non voler fare ostruzionismo, ha sostenuto che di fatto l’ordine del giorno non c’è, meglio dunque aderire alla proposta del consigliere Moro di rinviare a martedì, altrimenti voterà contro.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, a favore, ha sollecitato l’inserimento dei problemi riguardanti la pesca.

Il presidente Pais, sul punto regolamentare, ha definito l’ordine del giorno la sommaria illustrazione di un documento già noto.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha ribadito la richiesta del parere della Giunta e della disponibilità del testo.

Il presidente Pais ha poi disposto la sospensione della seduta per la distribuzione del testo.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, sostenendo la necessità del parere della Giunta, ha ricordato che deve essere obbligatoriamente espresso prima della votazione.

Il presidente Pais ha sospeso brevemente la seduta per la distribuzione del testo.

Alla ripresa dei lavori l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia ha fornito il parere della Giunta dichiarando la sua posizione favorevole.

Successivamente è stato messo ai voti l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 33 voti favorevoli, 22 contrari ed 1 astenuto. Il documento impegna fra l’altro il presidente della Regione e lo stesso assessore dell’Agricoltura a “predisporre una legge di riforma agraria coinvolgendo tutte le parti politiche presenti in Consiglio, a modificare la legge 15/10 per rispondere in maniera adeguata alle esigenze del comparto, ad integrare la legge con ulteriori capitoli di spesa ed a riorganizzare il sistema burocratico al fine di dare un supporto reale agli operatori del settore”.

Subito dopo, per partecipare all’incontro dei capigruppo con una delegazione di lavoratori Aias, il presidente Pais ha lasciato la guida dell’Assemblea al vice presidente Giovanni Satta.

La presidenza è stata assunta dal vicepresidente Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi).

Ha quindi chiesto la parola Eugenio Lai (Leu) per proporre all’Aula, vista l’assenza dei capigruppo, del presidente del Consiglio e di parte della Giunta regionale di rinviare la discussione delle interpellanza ad altra data e di sospendere la seduta.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha deciso per il proseguo dei lavori. Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha proposto di terminare con l’ultimo punto in discussione e dopo incontrare i lavoratori.  Michele Cossa (capogruppo dei Riformatori sardi) ha esortato i colleghi a un po’ di moderazione e a continuare con l’esame delle interpellanze. Anche il capogruppo di Fratelli d’Italia è intervenuto per sollecitare una rapida conclusione dei lavori in modo da incontrare i lavoratori.

Il vice presidente Satta ha, quindi, dato la parola per l’illustrazione dell’Interpellanza n. 9 “sulle criticità ambientali e gestionali della discarica consortile Spiritu Santu a Olbia” al consigliere del Movimento 5 Stelle, Roberto Li Gioi, primo firmatario del testo.

Il consigliere, rivolgendosi all’assessore dell’Ambiente, Gianni Lampis, gli ha ricordato che già da aprile gli aveva parlato delle problematiche della discarica consortile di Spiritu Santu. “Le avevo fatto presente come su quel paradiso, che è l’Area Marina protetta di Tavolare, insiste in maniera devastante una vera e propria bomba ecologica: la discarica di Spiritu Santu. Lei mi aveva assicurato un suo interessamento alla questione”. E ha aggiunto che “gli abitanti di Murta Maria sono le vittime esasperate di un modus operandi inaccettabile che li ha visti subire per decenni angherie inenarrabili, mentre osservavano impotenti l’elevarsi di una montagna di rifiuti”. Roberto Li Gioi ha poi proseguito: “Una discarica strutturata nel 1991 dal Cipnes su un sito in cui era già presente una discarica “gravemente inquinante”. Un sito che, secondo il consigliere, subisce “innumerevoli ampliamenti in barba alle direttive europee” e alle delibere delle varie giunte, tra cui quella del 2013 che imponeva al Cipnes di individuare un nuovo sito per il conferimento dei rifiuti.

Roberto Li Gioi ha anche sottolineato che c’è “una percentuale di tumori tra gli abitanti di Murta Maria clamorosamente al di sopra delle medie nazionali” e ha ricordato che un dossier è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Tempio Pausania da un coraggioso comitato di cittadini di Murta Maria e Porto San Paolo” e ha evidenziato l’ulteriore richiesta di ampliamento da 40mila a 150mila tonnellate di rifiuti l’anno con la creazione di un impianto di biogas (“gas di pessima qualità”). “Un progetto abnorme dovuto all’emergenza rifiuti, che porta ingenti contributi pubblici nelle casse del Cipnes e disincentiva la raccolta differenziata dei rifiuti da parte dei cittadini”.

E rivolgendosi all’assessore Lampis ha sottolineato che il 1 luglio è stato concesso dalla Giunta un finanziamento di 1.082 milioni per adeguamento della discarica con dichiarazione firmata da Lampis. “Questa è la prima risposta che la Giunta regionale vuole dare alle comunità locali? Si tratta dell’ennesima intollerabile presa in giro a cittadini, che mi onoro di rappresentare”. E ha sottolineato che quella si Spiritu Santu è “una bomba ecologica”. Roberto Li Gioi ha poi ricordato all’assessore che “la terra avvelenata non ha colore e ogni centimetro di terra avvelenata è un centimetro di Sardegna che muore”

Giovanni Antonio Satta ha dato quindi la parola al capogruppo della Lega Salvini Sardegna, Dario Giagoni, per l’illustrazione dell’interpellanza n. 20/A (Giagoni e più)  “in merito alle alle criticità gestionali, ai gravi rischi ambientali, ai pericoli per la salute, alle risorse finanziarie di recente destinate relativamente all’attività della discarica consortile in località “Spiritu Santu” (Comune di Olbia)”.

“Oltre l’importanza ambientale e sanitaria, riteniamo doveroso dar voce alle legittime richieste di chiarimenti delle popolazioni locali”, ha affermato il consigliere. “Il polo rifiuti di Spiritu Santu già da anni è oggetto azioni non propriamente cristalline” e “si configura come un ecomostro di altezza spropositata”, non solo dannoso per la salute ma motivo di grave perdita economico per il settore turistico, derivanti dall’inquinamento dell’aria e del suolo.

Dario Giagoni ha spiegato che la discarica è gestita dal Cipnes, che ha beneficiato negli anni di ingenti risorse collettive, provenienti dal Comune e dalla Regione. “Oggi la discarica si presenta allo stato attuale ben lontana dagli standard imposti dalle normative nazionali e comunitarie e prosegue con l’avanzamento di pretese economiche”, ha detto, “Sarebbe dovuto essere dismesso chiuso e bonificato entro il 2009, non solo non è avvenuto ma anzi ci sono stati progressivi ampliamenti” fino a quello che ha portato dallo smaltimento 40mila a 150mila tonnellate di rifiuti. Per Giagoni c’è un conflitto di interessi visto che “c’è coincidenza tra soggetto operante e soggetto preposto al per monitoraggio, ossia al Cipnes”. Nell’Interpellanza il capogruppo della Lega chiede: se ritengano opportuno che il Cipnes possa garantire opportuno operato visto il maxi impianto da 150mila tonnellate/anno, riguardante anche lo stoccaggio di rifiuti ad elevato potere calorifero. E se l’opera che prevede la produzione di biometano risponda ai criteri di opportunità, fattibilità e convenienza, visti i rischi, costi e benefici per la popolazione. Dario Giagoni ha chiesto anche se l’Arpas abbia effettuato i rilievi dei livelli di inquinamento. E chiede di conoscere la finalità precisa delle risorse economiche, pari a oltre 1 milione di euro, recentemente assegnate al Cipnes.

Per la Giunta è intervenuto l’assessore regionale dell’Ambiente, Gianni Lampis, il quale ha evidenziato come il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani è rispondente a una corretta gestione dei rifiuti, in armonia con quanto stabilito dalle norme comunitarie e nazionali. Al fine di conseguire una corretta infrastrutturazione del Nord Sardegna, il Piano regionale, sin dagli anni ‘90 ha ubicato nel comune di Olbia una piattaforma consistente in diverse sezioni. Gianni Lampis ha spiegato che il Cipnes aveva individuato altri siti, ma non ha trovato l’accordo del Comune interessato. L’assessore ha quindi aggiunto che è in corso di valutazione ambientale il progetto di ampliamento della piattaforma e, dati tecnici alla mano, ha spiegato che sarà concesso e ha spiegato che l’ampliamento della discarica di Spiritu Santu è prevista per far fronte ai fermo impianti del termovalorizzatore di Macomer, cui andranno conferiti i rifiuti indifferenziati della provincia di Sassari e di Nuoro. “Non sono stati rinvenuti motivi ostativi alla loro autorizzazione”, ha detto. Lampis ha, inoltre, affermato che “non stiamo creando ulteriori disagi ma stiamo cercando di limitarli” e che è previsto un costante monitoraggio dell’aria da parte dell’Arpas, attraverso le stazioni fisse, ma che si potrà valutare l’utilizzo delle stazioni mobili per approfondire i valori nell’area in cui insiste la discarica di Spiritu Santu. E ha ricordato che tutti i dati sono disponibili nel sito internet “Sardegna Ambiente”.

Gianni Lampis ha anche reso noto che confluiscono nella discarica rifiuti speciali, fanghi da trattamento dei reflui delle acque urbane, provenienti dalla Campania, gestiti con scrupolose misure gestionali per evitare i rischi.

Gianni Lampis ha poi evidenziato che alla richiesta del Consorzio per l’aumento della volumetria di 25mila tonnellate è stato dato dall’assessorato dell’Ambiente parere favorevole, sottolineando che  le volumetrie devono essere riservate ai rifiuti urbani prodotti dal bacino territoriale Olbia-Tempio e a quelli derivanti dal loro trattamento.

Il consigliere Roberto Li Gioi si è detto non soddisfatto della risposta, seppur tecnicamente impeccabile, perché non tiene conto dei gravi disagi per i cittadini. Soddisfatto, invece, il consigliere Giagoni, per l’approccio costruttivo e la volontà di risolvere la situazione, anche se ha sottolineato che la Sardegna non deve prendere i rifiuti che arrivano da altre regioni.

E’ poi intervenuto il consigliere Giuseppe Meloni (Pd), il quale ha proposto ai colleghi Roberto Li Gioi e Dario Giagoni di trasformare le interpellanze in mozione. Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha chiuso la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

 

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«La modifica del disciplinare della Igt “Isola dei Nuraghi”, non è tesa a determinare un livellamento verso il basso delle produzioni, ma a dare la possibilità alle produzioni di vini senza denominazione di essere prodotti come Igt, permettendo un incremento percentuale del trend già positivo della produzione di vini di qualità in Sardegna.»

Lo precisa l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, dopo l’audizione in commissione consiliare Attività produttive dei rappresentanti del mondo vitivinicolo sardo.

«La proposta di modifica del disciplinare di produzione del vino a Igt “Isola dei Nuraghi” – chiarisce l’assessore Gabriella Murgia – è un procedimento il cui iter istruttorio è iniziato nel 2013 a seguito di un’istanza presentata da un soggetto legittimato. La Regione ha eseguito la propria istruttoria rispettando pienamente le norme comunitarie e nazionali ed esprimendo il proprio parere positivo nel maggio del 2016.»

Da allora l’iter istruttorio è proseguito a livello ministeriale. La proposta di modifica ha già avuto il parere positivo del Comitato vini, e si è anche conclusa la Conferenza di servizi convocata dal Ministero per rispondere alle osservazioni di alcuni ricorrenti. Queste osservazioni sono state interamente rigettate. La proposta di modifica è stata, pertanto, già una prima volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale. 

Recentemente alcuni operatori hanno chiesto l’annullamento in autotutela del parere regionale espresso nel 2016, il quale non è stato accolto perché non accoglibile in termini di legge. Alcuni operatori hanno quindi presentato ricorso al Tar. Sarà a questo punto il tribunale amministrativo che dirimerà la controversia.

«La Regione – conclude l’assessore Gabriella Murgia – ha solo espletato il proprio dovere istruttorio, peraltro riguardante una parte dell’intero procedimento il cui atto finale (la pubblicazione definitiva della modifica del disciplinare in Gazzetta Ufficiale) è di competenza ministeriale. L’iter istruttorio regionale si è quindi da tempo concluso.»