28 March, 2024
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Il mondo produttivo che ruota intorno al mirto e alle altre piante aromatiche. Mirtò, il Festival internazionale del Mirto, ha ottenuto una visibilità internazionale, ha allargato l’orizzonte geografico e merceologico della sua offerta, ma non dimentica i produttori del mirto. Il Dna di Mirtò, quel mondo produttivo che ruota intorno a un liquore, che è diventato sinonimo di Sardegna, rappresenta la prima vocazione di una rassegna nata sulla spinta del successo nazionale del Vinitaly. Partendo da un piccolo paese della Gallura, Nicola Mancini, l’ideatore di Mirtò, insieme all’allora giovane assessore Giuseppe Pinna, hanno trasformato una saga dal forte richiamo popolare in una macchina di promozione di tutto il territorio e le eccellenze della Sardegna. Insieme a loro il presidente della Pro Loco dell’epoca, Giuseppe Fancellu, con lo staff e il direttivo dell’associazione Mirtò, che sono rimasti invariati nel tempo. Poi la decisione nel 2016 di trasferirsi ad Olbia, la città di Nicola Mancini, grazie ad un accordo sottoscritto e fortemente voluto dal Comune, con l’assessore al Turismo, Marco Balata e dalla Confcommercio Gallura, grazie al presidente Pasquale Ambrosio.

Il grande attore e regista George Clooney considera il mirto il suo elisir di giovinezza. Durante le riprese ad Olbia della serie “Catch-22”, andata in onda su Sky Atlantic, sia lui che lo staff della Paramount sono stati omaggiati del mirto dei produttori nel catering del set che era stato allestito dallo stesso Nicola Mancini, Salvatore Pinducciu e Giovanni Pirina e da tutto lo staff di Mirtò. George Clooney è un amico di Mirtò ed è diventato anche un ottimo testimonial delle bellezze della Sardegna. A partire proprio dalla sua passione per il mirto. In un’intervista al settimanale Oggi, lo stesso George Clooney aveva raccontato il suo amore per la Sardegna, dove ha girato parte della sua serie Catch-22. «Adoro il pane Carasau! Ne mangerei a quintali. E poi il mirto: lo conosco da 20 anni, ma bevendolo tutti giorni per mesi… Guardami: non mi ha fatto ringiovanire?», ha scherzato con il giornalista. Il mirto e Mirtò hanno quindi conquistato nel tempo palcoscenici nazionali e internazionali. In questa quinta edizione di Mirtò il modello del Vinitaly in salsa gallurese è stato affinato, con gli stand e gli espositori che si sono ritrovati al centro di Olbia, lungo il Corso Umberto. Unendo le forze, usufruendo dell’esperienza di Mirtò, questa quinta edizione appena conclusa si è rivelata un formidabile mezzo di promozione per le aziende partecipanti.

Tra queste c’era Mintou, di Armando Columbano. «Siamo di Arzachena e produciamo mirto tradizionale e barricato – spiega Armando Columbano -. Soprattutto quest’ultimo è piaciuto molto ai visitatori. Considero Mirtò una vetrina fondamentale per le aziende, una manifestazione bellissima e una tappa imprescindibile che permette di farci conoscere ed esporre le eccellenze della Sardegna. E’ stato molto interessante anche scambiare le reciproche esperienze con gli altri produttori». Tra i produttori anche l’azienda Galù Liquori, di Anna Piccinnu. «Abbiamo partecipato a Mirtò fin dall’inizio, partendo dallo stesso paese gallurese, possiamo dire di essere nati insieme – sottolinea la Piccinnu -. Produciamo il mirto tradizionale e la crema di mirto. Siamo gli unici a produrla poi direttamente dalle foglie del mirto. La nostra clientela è di un livello alto, crediamo di poter garantire un prodotto di fasci alta per clienti che abbiano capacità di spendere».

Direttamente da Ilbono, in Ogliastra, arriva l’azienda agricola Tarè, di Nando Piroddi. Produttori di liquori da tutte le materie prime: mirto, ovviamente, ma anche corbezzoli e fichi d’India. «Abbiamo una produzione variegata e vendiamo anche fuori dalla Sardegna: ci avvaliamo di punti vendita a Milano, Torino e Roma – conferma Nando Piroddi -. Il mercato va bene, quest’anno abbiamo aumentato le vendite del 30%».

Tra i partecipanti anche Fragus e Saboris de Sardigna, azienda di Sadali specializzata nella coltivazione di piante aromatiche da cui ricava, oltre i liquori tra cui il mirto, olii essenziali, idrolati, oleoliti, unguenti e saponi. «Per noi è sempre un piacere partecipare a Mirtò, vorremmo tornare anche l’anno prossimo», dice Frediano Mura. Tra i tanti turisti c’è stata per loro anche una visita inaspettata: un ricercatore del Cnr che visiterà l’azienda per studiare i metodi di produzione e i macchinari brevettati per la produzione degli olii essenziali. Una grande convinta partecipazione di aziende produttrici di mirto che hanno creduto nel progetto e hanno aderito convintamente alla quinta edizione di Mirtò: il mirto Mannena di Antonello Orecchioni, importante imprenditore di Arzachena; come il mirto Marchese di Gallura, di Valentina Marchese, che dopo aver ottenuto la laurea specialistica in Scienze Agroambientali, scelse di tornare a Sant’Antonio di Gallura per curare la sua azienda. C’è poi Sapori Santoni, di Pasqua Santoni, un laboratorio artigianale dove i prodotti vengono lavorati a mano, senza conservanti e coloranti, con verdura e frutta a chilometro zero della fertile Valle del Coghinas. O La Neula, azienda gallurese che è nata nel settembre del 2008 e si dedica alla produzione di olio, olive e vino. A questi prodotti ha affiancato anche il miele e il liquore di mirto, uno dei simboli più tipici dell’enogastronomia sarda, realizzato secondo la ricetta tradizionale. Infine, la Liquoreria Collu di Villasor, che interpreta con passione e sapienza l’antica tradizione che sa trasformare la ricca varietà di piante tipiche sarde in mirto rosso, distillato di vinacce più conosciuto come filu ‘e ferru, poi il liquore di agrumi, di carruba, di foglie di Maria Luisa e di buccia di limone (il celebre limoncello).

 

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Il 10 agosto presentazione del “Festival del mirto” nel centro Sardegna: poi anteprima il 17 agosto a Porto Rotondo e il clou dell’evento a Olbia dal 18 al 20 agosto con grandi novità

Mirtò abbraccia la Sardegna. Il quarto festival del mirto partirà da Ollolai, con una presentazione in grande stile che coinvolgerà l’Unione dei Comuni della Barbagia. Il cuore dell’isola che batterà il 10 agosto proprio ad Ollolai, nel padiglione “Casa Sardegna” all’interno del Festival Mirtò. Si racconteranno le storie, la valorizzazione di tradizioni lunghissime che hanno il cibo come veicolo di cultura popolare. Pienamente nella vocazione di Mirtò, capace di passare da Porto Cervo, la vetrina del turismo di lusso e delle eccellenze, con lo straordinario successo di pubblico ottenuto lo scorso aprile, fino al cuore pulsante dell’interno dell’isola. Un primo appuntamento che anticipa di una settimana l’anteprima del Festival che sarà il 17 agosto a Porto Rotondo. Per arrivare ai giorni della kermesse vera e propria, che si svolgerà dal 18 al 20 agosto nel centro di Olbia. Un lavoro di promozione del territorio che diventa sempre più incisivo, attraverso nuove iniziative e nel solco di un marchio che è partito dalla Sardegna per diventare internazionale. L’ultimo segno tangibile di un successo e una promozione dell’isola nel mondo, confermato dal lavoro svolto durante le riprese della serie “Catch-22”, con regista e protagonista George Clooney, che ha visto tutta la troupe omaggiata con le eccellenze del territorio della Gallura: dal mirto, appunto, ai vini del Consorzio di tutela del vermentino di Gallura Docg.

“Come città di Olbia ringraziamo Mirtò per averci scelto nuovamente in qualità di sede della quarta edizione del festival, con questa importante novità della giornata del 17 agosto come anteprima a Porto Rotondo – sottolinea Marco Balata, assessore al Turismo del Comune di Olbia -. C’è poi l’importante collaborazione con l’Unione dei Comuni della Barbagia, un progetto di valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche del centro Sardegna accolto con entusiasmo dal presidente, Efisio Arbau. L’evento, infatti, guarda a tutta la Sardegna, oltre ad essere una delle date di punta dell’estate olbiese”.

Una linea di continuità con quello che dalla nascita è il dna di Mirtò: la promozione della Sardegna, attraverso il mirto e le altre eccellenze enogastronomiche, in mezzo alla gente, raccontando storie e tradizioni.

“Siamo grati agli organizzatori del Festival Mirtò ed al comune di Olbia per averci coinvolto in questa iniziativa” conferma lo stesso Arbau. Un ritorno alle origini per un festival che è capace di accompagnare anche la sua vocazione internazionale, come un Expò itinerante che dalla Sardegna e da Olbia guarda anche all’Italia e al mondo.